Si veda a proposito il decreto del Prefetto di Vercelli prot /1 del 24 novembre 2006
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- Daniele Perri
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1 1 Problemi derivanti dalla convivenza con la fauna sinantropa: contenimento della popolazione di colombi (Columba livia forma domestica) in ambiente urbano. Il colombo è una delle prime specie di animali ad essere stata addomesticata dall uomo, circa anni fa. Con le modificazioni economiche e sociali degli ultimi decenni, che hanno visto la progressiva riduzione dell allevamento di questi uccelli, molti individui sono stati liberati o sono sfuggiti alla cattività, insediandosi preferenzialmente nei centri cittadino, ove hanno trovato condizioni molto favorevoli: temperature più elevate delle campagne circostanti (circa 2 C), fotoperiodo più lungo a causa dell illuminazione artificiale, assenza pressochè totale di predatori, disponibilità di cibo offerto dai cittadini o raccolto tra i rifiuti, facilità di reperimento di luoghi idonei alla nidificazione (feritoie, fori e sottotetti di palazzi e monumenti). Tali condizioni favorevoli provocano un esplosione demografica delle popolazioni: tenendo conto che ogni coppia di colombi nidifica 5 o 6 volte l anno, producendo ogni volta due uova, è evidente che in assenza dei naturali fattori di contenimento (competizione per il cibo e per i siti di nidificazione prelievo predatorio, fattori climatici) gli animali riescono a realizzare quasi pienamente il loro potenziale riproduttivo, con il risultato di una crescita esponenziale difficilmente conciliabile con gli interessi dei cittadini. Gli inconvenienti principali per i cittadini sono di ordine igienico, in quanto nel guano dei colombi possono annidarsi diversi microrganismi (batteri, protozoi e funghi) potenzialmente patogeni anche per l uomo. Va comunque osservato che ad oggi l incidenza del contagio è piuttosto limitata. Ovviamente, la probabilità di contrarre malattie aumenta contestualmente al numero di individui e alle loro condizioni di sopravvivenza. Anche le zecche rappresentano fonte di preoccupazione, specialmente laddove i ricoveri abituali non vengono più frequentati dagli uccelli per allontanamento degli stessi, per cui i parassiti sono costretti a migrare verso altri ospiti, uomo compreso. Oltre all aspetto igienico, la presenza massiccia del colombo in città determina altri problemi legati al cospicuo rilascio di escrementi, che imbrattano strade e monumenti arrecando danni sia diretti, quali i cattivi odori e la viscosità della pavimentazione, sia indiretti, come la corrosione dei materiali lapidei, favorita da un aumento dell acidità causato dal metabolismo dei microrganismi che normalmente si riproducono nel guano. Anche dal punto di vista dei colombi l inurbamento, e la conseguente crescita demografica incontrollata, determinano problematiche conseguenti soprattutto al sovraffollamento e al regime alimentare innaturale. Infatti, in città la dieta è costituita principalmente da farinacei e scarti alimentari variamente composti, mentre in natura i colombi si nutrono soprattutto di cereali, legumi, germogli varie talvolta piccoli molluschi. Il risultato è che il colombo cittadino in genere non acquisisce i quantitativi di micronutrienti necessari al suo corretto metabolismo, per cui gli individui sono più facilmente suscettibili alle malattie. Sebbene sa ecologicamente ed eticamente corretto mantenere per quanto possibile la più ampia eterogeneità di specie in ambito urbano, è altrettanto vero che, non trattandosi di un ambiente naturale in grado di autocontrollarsi occorra operare in modo da contenere il numero di individui al di sotto della soglia critica di tollerabilità e da consentire un livello discreto di salute.
2 2 Affinchè ciò sia realizzabile, occorre innanzitutto comprendere quale sia la capacità ricettiva (capacità portante) dell ambiente cittadino in relazione ai colombi, quali siano le reali condizioni di salute e di affollamento, quali le dinamiche alimentari e riproduttive, i siti maggiormente coinvolti, i fattori agevolanti e quelli potenzialmente inibenti. Occorre, in altri termini, una preventiva valutazione dello stato di fatto, sulla base del quale operare le scelte più idonee al contenimento numerico delle single popolazioni. Successivamente, anche sulla base delle risorse umane ed economiche disponibili, sarà possibile operare una scelta tra i metodi già utilizzati in altre realtà cittadine, tenendo presente i successi conseguiti e i limiti di ciascuna strategia. Prelievo diretto e allontanamento o soppressione degli individui Come accennato, la strategia di crescita delle popolazioni dei colombi è di tipo esponenziale e si realizza in maggior misura in assenza di fattori limitanti, situazione tipica dell ambiente cittadino. Diminuendo la densità per mezzo della cattura, si agevolano gli individui rimasti che in brevissimo tempo ripristinerebbero il livello iniziale; una coppia di colombi può arrivare a compiere, infatti, fino a sette covate l anno, con una media di cinque o sei, costringendo a ripetere prelievi continuativi nel tempo. Oltre a non risolvere il problema, quindi, il prelievo diretto rappresenta anche un metodo piuttosto costoso. Inoltre sia la cattura e trasporto in altro sito che la soppressione sono metodi cruenti, difficilmente accettabili dalla cittadinanza più sensibile. Ma il limite più significativo è rappresentato dallo status giuridico del colombo, riconosciuto fauna selvatica dalla Corte di Cassazione (sentenza n 2598 Sezione III Penale del 26 gennaio 2004) e pertanto protetto dalla L. 157/92 che lo annovera tra le specie non cacciabili e quindi ne proibisce la cattura e l uccisione. Eventuali contenimenti numerici possono quindi essere autorizzati dalla Regione, e per delega alla Provincia, su parere obbligatorio dell Istituto Nazionale della Fauna Selvatica e sulla base di comprovate motivazioni, seguendo metodi ecologici e non cruenti (art. 19 L. 157/92) 1. Apposizione di dissuasori e repellenti Si tratta di aghi in acciaio inox o pvc, gel repellenti, fili elettrici a basso voltaggio, tutti reperibili in commercio presso ditte specializzate, da installare nei posatoi e nei siti di nidificazione (cornicioni, travi, incavi dei monumenti, davanzali ecc. normalmente l impatto visivo è irrilevante, per cui si possono utilizzare anche in centro storico 2. Non hanno alcun effetto sul numero complessivo di individui, ma limitano i danni causati dal guano nelle zone ove vengono installati. Rilascio di predatori La predazione è un efficace e naturale metodo di contenimento delle popolazioni, per cui dal punto di vista teorico l immissione in ambiente urbano di uccelli naturalmente antagonisti del colombo (taccola, falco pellegrino, allocco ecc.) potrebbe avere un effetto regolatore. Tali specie, però, difficilmente si adattano coattivamente in ambiente urbano, almeno in numero sufficiente a svolgere la funzione moderatrice attraverso una sufficiente pressione predatoria sulle nidiate. Limitazione dei siti idonei alla nidificazione Poiché il colombo nidifica preferenzialmente nei sottotetti e negli anfratti normalmente presenti negli edifici, soprattutto antichi, un ottima strategia di contenimento è quella di obbligare i proprietari ad occludere con apposite reti tutti i pertugi ove si possano installare i nidi. La difficoltà di trovare ricoveri idonei comporterebbe un efficace limitazione della riproduzione. 1 Si veda a proposito il decreto del Prefetto di Vercelli prot /1 del 24 novembre ovviamente su parere favorevole della Sovrintendenza
3 3 Distribuzione di mangime antifecondativo Rappresenta una soluzione accettabile dal punto di vista ecologico ed etico, a condizione che i farmaci utilizzati non arrechino danni ai colombi o ad altri animali che ingeriscono inevitabilmente parte del cibo trattato. La nicarbazina è il farmaco più utilizzato in tal senso, sebbene il limite di utilizzo sia legato alla necessità di somministrarlo giornalmente (10g/capo/giorno) per 5 giorni a settimana e per un periodo di 5-6 mesi consecutivi (maggio-ottobre). Ciò in quanto il principio attivo viene rapidamente metabolizzato, rendendo l animale nuovamente fecondo. Il rigido protocollo di somministrazione, che deve essere ripetuto per 2-3 anni consecutivi, è indispensabile per ottenere risultati reali e duraturi nel contenimento della popolazione ma parallelamente determina un notevole impiego di personale e di materia prima con costi abbastanza gravosi. Se correttamente utilizzato, i risultati ottenibili sono piuttosto incoraggianti, come mostrano le esperienze realizzate in diversi comuni (Carpi, Firenze, Mantova, Udine, Cremona ecc.), specialmente se in parallelo viene attuata una politica di riduzione dei siti di nidificazione. E di fondamentale importanza effettuare un censimento propedeutico dei colombi cittadini, finalizzato a stabilire i luoghi e i quantitativi di farmaco da erogare. Riduzione della disponibilità alimentare E facoltà dei sindaci impedire, mediante ordinanza, l offerta spontanea di cibo ai colombi da parte di privati cittadini. Più importante, al fine della limitazione delle risorse trofiche, è il controllo dei contenitori dei rifiuti urbani e soprattutto dei rifiuti alimentari prodotti nei mercati. Poiché il livello raggiungibile da ogni popolazione è il frutto di un mosaico di fattori, tra i quali esistono connessioni ed equilibri, è del tutto evidente che in nessun caso sarà possibile affrontare la problematica utilizzando una sola delle metodiche possibili. L approccio corretto prevede, dopo un attenta valutazione preventiva del fenomeno, della sua distribuzione e dei fattori maggiormente significativi dei singoli siti, l utilizzo integrato e puntuale delle diverse strategie, con l obiettivo prioritario di ridurre la fertilità e le risorse alimentari. MODALITA DI SVOLGIMENTO DEL CENSIMENTO I.Centro Storico: a)censimento delle colonie o dei punti di stazionamento. E' la prima rilevazione da effettuarsi, sulla base della quale andranno organizzati i rilevamenti successivi. Al fine di coprire tutto il territorio, dovrà essere preventivamente individuato su una carta in scala 1:5000 un percorso fisso, che garantisca l'osservazione di tutti gli edifici. Una volta rilevate, le colonie dovranno essere riportate mediante n identificativo su carta 1:5000 e dovranno essere illustrate mediante almeno un fotogramma in formato digitale, opportunamente catalogato; b)conta diretta del n di individui, da effettuarsi nel mese di agosto o dicembre e nelle prime ore del mattino che seguono l'alba; dovranno essere effettuate 3 conte successive sul percorso individuato al punto a); le conte dirette dovranno essere supportate da un adeguato numero di fotogrammi, in formato digitale e opportunamente catalogati. Ai risultati numerici
4 4 ottenuti, opportunamente mediati sulle 3 conte, sarà applicato n fattore correttivo di stima sulla base della consistenza dei voli di foraggiamento rilevati (punto IIa) c)mappatura dei punti di alimentazione (mercati, cassonetti dei rifiuti, ecc.) compresi eventuali punti di distribuzione volontaria da parte dei cittadini; per ciascun punto dovranno essere indicate le condizioni igienico sanitarie, la via e il n civico e dovrà essere fornito almeno un fotogramma identificativo dell'immobile (o monumento, piazza, giardino, ecc.); i punti di alimentazione andranno riportati su carta 1:5000. d)mappatura dei siti di nidificazione, da effettuarsi preferibilmente nel mese di aprile o settembre; per ciascun punto dovranno essere indicate le condizioni igienico sanitarie, la via e il n civico e dovrà essere fornito almeno un fotogramma identificativo dell'immobile (o monumento, ecc.) e)restituzione dei dati inerenti le colonie in tabella formato excel, con i seguenti campi: ID (numero identificativo) della colonia Indirizzo n di individui (mediato su almeno 3 conte) sito di nidificazione (utilizzare 4 classi, secondo la densità dei nidi: 0, bassa, media, alta) stato igienico sanitario (utilizzare 4 classi, secondo il livello di contaminazione: 0= nessuna presenza di guano, 1=guano solo sulle sporgenze aeree dei fabbricati, 2=guano anche sul piano strada, 3=presenza di resti di animale) II.Aree periferiche e voli di foraggiamento: a)sopralluogo nelle periferie e nelle campagne limitrofe il centro storico, per un raggio di 4-5 Km, atto ad individuare eventuali voli di foraggiamento e a stimarne la consistenza. La verifica andrà documentata con sufficiente materiale fotografico (almeno 50 fotogrammi in formato digitale, opportunamente classificati), e dovrà essere effettuata tra le ore 6,30 e le 9,00 del mattino, per almeno 3 giorni successivi. b)osservazione da un punto a quota elevata del centro storico, o area limitrofa, effettuata per 3 giorni dalle ore 6,30 e le ore 9,00, per accertare la presenza dei voli di foraggiamento, ed eventualmente stima del numero di individui implicati. Sulla base delle risultanze delle osservazioni di cui al punto II a), individuare due percorsi in due diverse aree periferiche, sui quali andranno effettuati i conteggi con le modalità di cui ai punti I a)- e).
5 5 Riferimenti bibliografici Basi di ecologia 1988, Odum E.P.; Ed. Piccin Ecologia, individui, popolazioni, comunità 1993, Begon M. et al.; Ed. Zanichelli Le specie problematiche 2 Il caso colombo in città 1998, Dinetti M. et al. LIPU Piccioni di città e storni: argomenti per una convivenza tra cittadini e animali a Roma Cignini B. et al.; Comune di Roma F.lli Palombi Editori Colombi e storni in città: manuale pratico di gestione 1998, Dinetti M. e Gallo Orsi U.; Il Verde Editoriale La popolazione urbana di piccione domestico (Columba livia forma domestica) a Genova: dati preliminari 1998, Bottino S. et al.; atti del I Convegno Nazionale sulla Fauna Urbana F.lli Palombi Editori Successo riproduttivo di Columba livia forma domestica in ambiente urbano in relazione alla struttura del sito 1998, Fusco L., Milone M.; atti del I Convegno Nazionale sulla Fauna Urbana F.lli Palombi Editori Effetti della nicarbazina sull attività riproduttiva del colombo: nota preliminare su esperienze in campo 1998, Ferraresi M. et al.; atti del I Convegno Nazionale sulla Fauna Urbana F.lli Palombi Editori Esperienze di controllo delle popolazioni di colombi in ambito urbano 2001, Ferraresi M. e Gelati A.; Provincia di Vercelli Aspetti operativi ed esperienze di controllo della riproduzione del colombo di città 2003, Ferraresi M. e Gelati A.; Società italiana di medicina veterinaria preventiva Linee guida per la gestione del colombo di città 2006, Regione Piemonte, Direzione Sanità Pubblica
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