CORSO per LAVORATORI ADDETTI ai SISTEMI di ACCESSO e POSIZIONAMENTO mediante FUNI. A cura di

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1 CORSO per LAVORATORI ADDETTI ai SISTEMI di ACCESSO e POSIZIONAMENTO mediante FUNI A cura di Legge 2 gennaio 1989, n. 6 Ordinamento della professione di Guida Alpina È Guida Alpina chi svolge professionalmente le seguenti attività: Accompagnamento di persone in ascensioni sia su roccia che su ghiaccio o in escursioni in montagna. Accompagnamento di persone in ascensioni sci alpinistiche o in escursioni sciistiche. Insegnamento delle tecniche alpinistiche e sci alpinistiche 1

2 SITUAZIONE INFORTUNI L INAIL spende ogni anno oltre 6 miliardi di in prestazioni agli infortunati. Gli oneri sociali diretti ed indiretti, connessi al rischio professionale sono di circa 29 miliardi di ogni anno. In Italia, ogni anno, più di di persone subisce un infortunio sul lavoro, con esiti mortali per circa lavoratori. Il che si traduce in quasi 3 morti al giorno. STATISTICHE Il 45% dei morti sul lavoro sono per caduta dall alto 10 caduti: 4 morti, 5 lesioni permanenti, 1 completamente guarito 2

3 I SETTORI PIU COLPITI 1. L edilizia si trova al primo posto presentando più di cadute da impalcature e coperture per anno. Seguono: 1. Trasporti, carico e scarico depositi 2. Mettallurgia,produzione, LE REGOLE DEL GIOCO: Progettazione e produzione DIRETTIVA 89/686/CEE recepita D.Lgs. 475/1992 DIRETTIVA 93/68/CEE 93/95/CEE 96/58/CEE recepita D.Lgs. 10/1997 Adozione ed uso DIRETTIVA 89/391/CEE 89/654/CEE 89/655/CEE 89/656/CEE 90/269/CEE 90/270/CEE 90/394/CEE 90/679/CEE recepita D.Lgs. 626/1994 Titolo IV Testo Unico D.Lgs 81/2008 DIRETTIVA 2001/45/CE recepita D.Lgs. 235/2003 3

4 D.Lgs 81 del 09 aprile 2008 Nuovo Testo Unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro IL DATORE DI LAVORO CHI E? E E IL SOGGETTO TITOLARE DEL RAPPORTO DI LAVORO CON IL LAVORATORE (POTERI DECISIONALI E DI SPESA) COSA DEVE FARE? INDIVIDUARE E VALUTARE I RISCHI ORGANIZZARE E GESTIRE LA PREVENZIONE IN AZIENDA ADOTTARE LE NECESSARIE MISURE DI SICUREZZA TECNICHE, ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI INFORMARE E FORMARE I LAVORATORI SUI RISCHI PRESENTI IN AZIENDA 4

5 IL PREPOSTO CHI E? E COLUI CHE SVOLGE FUNZIONI DI CONTROLLO E SORVEGLIANZA CON I CORRISPONDENTI POTERI ORGANIZZATIVI E DISCIPLINARI SENZA I POTERI/DOVERI DI PREDISPOSIZIONE DI MEZZI E STRUTTURE COSA DEVE FARE? SEGNALARE CARENZA O INEFFICENZE NEI SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE FAR OSSERVARE LE MISURE DI PREVENZIONE DISPOSTE DAL DATORE DI LAVORO E DAI DIRIGENTI VIGILARE SUI LAVORATORI Nei lavori temporanei in quota con accesso e posizionamento mediante funi IL PREPOSTO E IL RESPONSABILE DELLA REALIZZAZIONE DEGLI ANCORAGGI IL RESPONSABILE DELLE MANOVRE DI EMERGENZA Rif: Linee Guida per l esecuzione dei lavori temporanei in quota con accesso e posizionamento mediante funi 5

6 CHI E? E IL LAVORATORE PERSONA CHE PRESTA IL PROPRIO LAVORO ALLE DIPENDENZE DI UN DATORE DI LAVORO (EQUIPARATI: soci lavoratori di cooperative o società,, utenti di servizi di orientamento o formazione scolastica universitaria e professionale, allievi di istituti di istruzione ed universitari, ESCLUSI addetti a servizi domestici e familiari con rapporto di lavoro subordinato anche speciale) COSA DEVE FARE? OSSERVARE LE DISPOSIZIONI E LE ISTRUZIONI IMPARTITE DAL DATORE DI LAVORO NON RIMUOVERE O MODIFICARE I DISPOSITIVI DI SICUREZZA, SEGNALAZIONE E CONTROLLO NON COMPIERE DI PROPRIA INIZIATIVA OPERAZIONI PERICOLOSE PER LA PROPRIA O ALTRUI SICUREZZA UTILIZZARE CORRETTAMENTE I DPI SEGNALARE IMMEDIATAMENTE CONDIZIONI DI PERICOLO SOTTOPORSI ALLE FORMAZIONI E AI CONTROLLI SANITARI A carico del datore di lavoro: Arresto fino a otto mesi O ammenda fino a A carico dei preposti: Arresto fino a tre mesi O ammenda fino a A carico dei lavoratori: Arresto fino a un mese O ammenda fino a 620 SANZIONI Rif: D.Lgs 81/08 D.Lgs. 106/09 6

7 La prevenzione degli infortuni è quindi un aspetto fondamentale della programmazione lavori nei cantieri e deve rappresentare un obbligo per i datori di lavoro e per tutti i lavoratori I PRINCIPI GENERALI DI PREVENZIONE HANNO LO SCOPO DI: Evitare i rischi. Valutare quali rischi non possono essere evitati. Individuare chi potrebbe essere danneggiato e come. Valutare le azioni da intraprendere e pianificare gli interventi Adottare misure di protezione collettiva, con priorità rispetto a quelle di protezione individuale. 7

8 LAVORO IN QUOTA 2 METRI ( DA PIANO CALPESTABILE ) Altezza oltre la quale devo avere una PROTEZIONE ESEMPI DI PROTEZIONE COLLETTIVA RINGHIERA PARAPETTI RETI ANTICADUTA PONTEGGI GUARDIACORPO PIATTAFORMA ELEVATRICE 8

9 D.P.I. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.Lgs 81/2008 Testo Unico Art 74 Definizione Si intende per dispositivo di protezione individuale (D.P.I.) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dalla persona allo scopo di proteggerla da uno o più rischi suscettibili da minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni completamento o accessorio destinato a tale scopo. L impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi E AMMESSO in 4 specifici casi: 1. Durante la predisposizione delle protezioni collettive 2. Se l introduzione delle protezioni collettive risulta impossibile 3. Se dall analisi di valutazione del rischio effettuata dal datore di lavoro, risulta che il lavoro può essere effettuato in condizioni di sicurezza e l impiego di un altra attrezzatura considerata PIU SICURA non è giustificato a causa della breve durata di impiego e delle caratteristiche esistenti dei siti che non può modificare. 4. OVVERO SE E DIMOSTRABILE UNA DIMINUZIONE DEL FATTORE DI RISCHIO ( Dls. n. 235/03 attuazione della Direttiva 2001/45/CE relativa ai requisiti minimi di sicurezza di salute per l uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori) 9

10 D.P.I. LI SCELGO IN BASE AI CONCETTI DI: TRATTENUTA: Impedire all operatore di arrivare a rischio caduta. POSIZIONAMENTO: Permettere all operatore di restare posizionato in quota senza l ausilio delle mani. ARRESTO CADUTE: Per arrestare eventuali cadute dell operatore così come richiesto dalle normative. Art. 116 obblighi d.l.di lavori concernenti l impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi 1) Il d.l. impiega sistemi di accesso e di posizionamento a seguito dei seguenti requisiti: a il sistema comprende almeno 2 funi ancorate separatamente, una per l accesso, la discesa ed il sostegno (fune da lavoro) e l altra con funzione di dispositivo ausiliario (fune di sicurezza). È ammesso l uso di una fune in circostanze eccezionali in cui l uso di una seconda fune rende il lavoro più pericoloso e se sono adottate misure adeguate per garantire la sicurezza 10

11 c fune di lavoro munita di meccanismi sicuri di ascesa e discesa e dotati di sistema autobloccante la fune di sicurezza deve essere munita di un dispositivo mobile contro le cadute che segue gli spostamenti del lavoratore CAMPI DI APPLICAZIONE Lavori su tetti e coperture di edifici Lavori su pareti di edifici e/o strutture di costruzione Lavori su pareti e scarpate di strutture naturali Lavori su parti elevate di impianti Lavori su tralicci e pali Lavori su alberi di alto fusto Lavori in pozzi, silos e luoghi profondi 11

12 Art. 116 Dls. 81/08 prevede che i lavoratori addetti all uso dei sistemi di accesso e posizionamento mediante funi abbiano ricevuto adeguata formazione ALLEGATO XXI ACCORDO STATO, REGIONI E PROVINCIE AUTONOME SUI CORSI DI FORMAZIONE PER LAVORATORI ADDETTI AI LAVORI IN QUOTA Prevede i soggetti formatori Ed il Percorso formativo 12

13 Il modello formativo Modulo base Questionario Modulo A - strutture Prova pratica Modulo B - alberi Prova pratica Attività lavorativa (A / B) Modulo proposti (A / B) Colloquio Aggiornamento quinquennale (A / B) Rischio prevalente: caduta dall alto Elementi fondamentali di riduzione del rischio: - Idoneità psico fisica del lavoratore - Utilizzo DPI corretti Informazione e formazione adeguate - addestramento 13

14 Rischio sospensione Rischio di sospensione: cosciente (prolungata e continuativa) comporta la compressione dei vasi degli arti inferiori ed il conseguente disturbo del ritorno del sangue venoso; incosciente patologia da imbracatura che consiste in un rapido peggioramento delle funzioni vitali. Ipotesi: Il sangue che ristagna nelle gambe non torna indietro, la quantità di sangue per irrorare il cervello e gli altri organi vitali è inadeguata. PIANO DI EMERGENZA : deve essere predisposta, nell ambito della valutazione dei rischi, una apposita procedura che preveda l intervento di emergenza in aiuto dell operatore sospeso sulle funi. Ogni squadra deve essere composta per quanto riguarda il numero delle persone e le loro capacità in modo da garantire autonomamente l intervento in emergenza. Oltre che prevedere un apposita procedura di allertamento del soccorso pubblico: 118 D.lgs. 626/94 Rischi ambientali: - caduta oggetti - scivolosità dei supporti - abbattimenti non controllati - scariche elettriche - puntura o morsi di animali pericolosi o insetti - condizioni meteo avverse Rischi concorrenti: - scarsa aderenza calzature - rapido raffreddamento o congelamento - colpo di calore 14

15 Rischio residuo La relazione sulla valutazione dei rischi deve contenere indicazioni su quali siano i RISCHI RESIDUI presenti dopo l adozione di tutte le misure tecniche, organizzative e procedurali tecnicamente fattibili. Potenziale rischio ancora presente in cantiere dopo l intervento di eliminazione, riduzione o contenimento del pericolo riscontrato. CHE COSA E UNA CADUTA? CADUTA non è volontaria non è preparata non è ammortizzata SALTO è volontario è preparato è ammortizzato 15

16 DIFFERENZA TRA SALTO E CADUTA Domanda: Peso 70 kg e cado da un metro di altezza. Quale è la forza di peso registrata al suolo? Risposta: P= 70 KG X 9,81 X 1= 668,70 DAN ARROTONDATI A 700 DAN = 700 KG BEN 10 VOLTE DI PIU!!! NOTE: Per fortuna i nostri riflessi reagiscono facendo agire i nostri muscoli che svolgono così una formidabile funzione ammortizzante TEST DI CADUTA 16

17 FATTORE DI CADUTA Rapporto tra dislivello di caduta e lunghezza di fune che assorbe la forza di arresto E l elemento di valutazione della capacità di assorbimento dell energia da parte della fune Le funi semistatiche EN 1891 assorbono in sicurezza fino a un fattore di 0,30 e resistono in sicurezza fino a un fattore 1. COME SI CALCOLA: Lunghezza della caduta fratto lunghezza della fune che assorbe la caduta FATTORE DI CADUTA 17

18 TIRANTE D ARIA Spazio libero minimo richiesto per un corretto arresto della caduta per evitare l impatto contro ostacoli o il suolo. OCCORRE CALCOLARLO SCRUPOLOSAMENTE L EFFETTO PENDOLO L ancoraggio non è sulla mia verticale 18

19 TIPOLOGIE DI CADUTA CADUTA LIBERA La distanza di caduta, prima che il sistema di arresto inizi a prendere carico è superiore a 60 CM sia in direzione verticale che su pendio CADUTA LIBERA LIMITATA La distanza di caduta, prima che il sistema di arresto inizi a prendere carico è uguale o inferiore a 60 CM sia in direzione verticale che su pendio CADUTA CONTENUTA E una caduta dove la persona che sta cadendo è trattenuta dall azione combinata di un idonea posizione di ancoraggio, lunghezza del cordino e dispositivo di trattenuta. La massima distanza di arresto non può essere superiore a 60 CM CADUTA TOTALMENTE PREVENUTA Situazione in cui si realizza la condizione di prevenzione totale di rischio di caduta dall alto, tramite un sistema di trattenuta che impedisce alla persona di raggiungere la zona in cui sussiste il rischio di caduta dall alto CADUTA LIBERA = MAGGIORE A 60 CM 19

20 CADUTA LIBERA LIMITATA = MINORE DI 60 CM CADUTA CONTENUTA 20

21 CADUTA TOTALMENTE TRATTENUTA = CADUTA IMPOSSIBILE Art.115 sistemi di protezione contro le cadute dall alto 1- è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione composti da diversi elementi non necessariamente presenti contemporaneamente, quali i seguenti: Assorbitori di energia Connettori Dispositivi di ancoraggio Dispositivi retrattili Guide o linee vita flessibili Guide o linee vita rigide Imbracature 2- Comma abrogato dall Art. 115 del D.Lgs. 3 agosto 2009, n

22 DPI per la protezione e la prevenzione delle cadute dall alto DPI per il posizionamento sul lavoro e la prevenzione delle cadute dall alto (sono ammessi quando il movimento è previsto su una superficie orizzontale o per un pendio non eccedente i 15 di inclinazione) DPI contro le cadute dall alto: - sistemi di discesa (discensori meccanici con sistema di bloccaggio) - sistemi di arresto caduta sono ammessi su pendii non superiori ai 45 di inclinazione (retrattile, sist.gu idato su linea di ancoraggio rigida, su linea di ancoraggio flessibile, sist. di arresto con assorbimento di energia) IL RESPONSABILE DELL IMPRESA DEVE ASSICURARSI: Che l utilizzo che viene fatto dei DPI sia appropriato al tipo di intervento ed ai rischi. Che i DPI siano sempre in buone condizioni ed efficienza. Che i DPI deteriorati od usurati siano rimessi in condizioni ottimali o sostituiti. I DPI commercializzati devono essere contrassegnati con il marchio: 22

23 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE CATEGORIE DEI D.P.I. I CATEGORIA: autocertificazione CE Racchiude i DPI che proteggono da rischi fisici di lieve entità e sono di semplice progettazione Guanti, scarpe ECC 2 CATEGORIA: attestato di certificazione CE Raggruppa i DPI che proteggono dai rischi medi con possibilità di danni temporanei Casco, occhiali, cuffie ECC 3 CATEGORIA: attestato di certificazione CE + cont rollo prodotto finito + controllo qualità di fabbricazione Include i DPI che proteggono da rischi gravi e/o permanenti e dalla morte Tutti i DPI anticaduta, maschere antigas, semifacciali, tuta alluminizata, auto protettori ECC 23

24 NORME TECNICHE D.P.I. CASCO PER IL LAVORO IN QUOTA Pur non facendo parte dei DPI anticaduta, il casco è di fondamentale importanza nel lavoro in quota, svolge la Duplice funzione di protezione del capo dell operatore sia Dalla caduta di oggetti dall alto che dall impatto contro ostacoli. Deve avere una calotta ad alta Protezione, una bardatura comoda e stabile sulla testa ed Un sottogola con sgancio ad un carico di sicurezza per l operatore, in caso di impigliamento o sollevamento. EN

25 EN 795 i dispositivi di ancoraggio TENUTA MINIMA 1000 Dan 25

26 Classe A Ancoraggi strutturali Classe B Dispositivi d ancoraggio provvisori e trasportabili 26

27 Classe C Sistema d ancoraggio basato su supporti di assicurazione flessibili orizzontali Carriponte 27

28 Tetti inclinati Tetti piani 28

29 Lavori in facciata Classe D Sistemi d ancoraggio attrezzati con supporti di assicurazione rigidi o orizzontali 29

30 Classe E Ancoraggi composti da corpi morti da posizionare su superfici orizzontali Inclinazione massima: 5 ELEMENTI DI COLLEGAMENTO La scelta è in funzione della posizione dell ancoraggio: È situato sopra o sotto il nostro punto di aggancio? ANCORAGGIO SOTTO IL POSTO DI LAVORO CORDINO CON DISSIPATORE D ENERGIA (EN 355) Prerogative: Raggio d azione possibile:2 metri Allungamento massimo del dissipatore: 1,75 metri Spazio necessario in caso di caduta: Minimo 6 metri 30

31 CORDINO CON DISSIPATORE DI ENERGIA ELEMENTI DI COLLEGAMENTO La scelta è in funzione della posizione dell ancoraggio: È situato sopra o sotto il nostro punto di aggancio? ANCORAGGIO SOPRA IL POSTO DI LAVORO Sono possibili più soluzioni: Dispositivi anticaduta di tipo retrattile ( EN 360 ) Cordino senza dissipatore d energia ( EN 354 ) Dispositivi anticaduta di tipo guidato su linea di ancoraggio rigida o flessibile( EN 353 ) Funi semistatiche da lavoro ( EN 1891 ) con relativi discensore, dispositivo anticaduta e assorbitore di energia 31

32 CORDINO/LONGIA ( EN 354 ) Di qualunque tipo sia corda 1 catena 2 cavo 3 fettuccia 4 Un cordino non deve mai essere più lungo di 2 metri Un cordino tessile assorbe in parte L energia contenuta nel mio corpo Al momento dell urto. Questo tipo di cordino è da preferire. DISPOSITIVI ANTICADUTA DI TIPO RETRATTILE ( EN 360 ) 32

33 CORDINO DI POSIZIONAMENTO ( EN 354 ) FUNE SEMISTATICA DA LAVORO ( EN 1891 ) Le funi semistatiche EN 1891 assorbono in sicurezza fino a un fattore di 0,30 e resistono in sicurezza fino a un fattore 1. 33

34 CONNETTORI ( EN 362 ) ( MOSCHETTONI GANCI MANOTUBE ) Per ridurre la probabilità di un apertura involontaria, i ganci e i moschettoni devono essere a chiusura automatica e a bloccaggio automatico o manuale. ESSI SI DEVONO APRIRE CON ALMENO DUE MOVIMENTI MANUALI CONSECUTIVI E INTENZIONALI Connettori Norma: EN362 Uso: collegamento dispositivi anticaduta 34

35 DISCENSORE ( EN 341 ) ( EN C ) ANTICADUTA SCORREVOLE ( EN 353 ) ( EN A ) 35

36 TRATTENUTA DEL CORPO IMBRACATURA ANTICADUTA ( EN 361 ) Bretelle + cosciali IMBRACATURA BASSA DI POSIZIONAMENTO ( EN 813 ) Cintura + cosciali CINTURA DI POSIZIONAMENTO ( EN 358 ) TRATTENUTA DEL CORPO (EN 361) 36

37 TRATTENUTA DEL CORPO (EN 813) TRATTENUTA DEL CORPO (EN 358) 37

38 IMBRACATURA DA LAVORO 38

39 IMBRACATURE ( EN 361 ) Se i punti di ancoraggio sternale o dorsale sono posizionati troppo in BASSO ATTENZIONE PERICOLO! In caso di caduta la mia imbracatura si comporterà come una semplice cintura Se i punti di ancoraggio sternale o dorsale sono posizionati troppo in ALTO ATTENZIONE PERICOLO! C è il rischio che parti del dispositivo individuale colpiscano la nuca o il mento Il d.l. fornisce ai lavoratori interessati una formazione adeguata. 39

40 PROTEZIONE INDIVIDUALE SI BASA SU 3 PUNTI INDISSOCIABILI ANCORAGGI ELEMENTI DI COLLEGAMENTO TRATTENUTA DEL CORPO NELLA CATENA DI SICUREZZA LA DEBOLEZZA DI UN ANELLO DETERMINA LA DEBOLEZZA DI TUTTA LA CATENA I 4 elementi della catena di sicurezza L ancoraggio Il collegamento L imbracatura La formazione 40

41 Se lavoro regolarmente con dispositivi di protezione individuale, è consigliato che essi siano parte di una dotazione personale. Devo impegnarmi di conseguenza a prenderne cura e ad eseguirne continue verifiche periodiche. 41

42 CORDINO/LONGIA ( EN 354 ) Cosa devo verificare PRIMA E DOPO OGNI UTILIZZO: Lo stato delle estremità, che devono essere rifinite dal fabbricante e non presentare alcun segno di usura. La guaina deve essere in buono stato. Procedo ad una verifica al tatto per controllare che l anima del mio cordino non si sia indurita o schiacciata in seguito ad un uso scorretto. NOTE: Lo stesso controllo viene svolto per le corde di supporto ai sistemi anticaduta. 42

43 IMBRACATURE ( EN 361 ) Devo controllare principalmente: Lo stato delle fettucce Lo stato delle cuciture I cosciali non devono Essere né allentati Né troppo stretti RACCOMANDAZIONE GENERALE PER LA MANUTENZIONE DEI D.P.I. SEGNALARE OGNI ANOMALIA O CATTIVO FUNZIONAMENTO DEI D.P.I. ALLA PERSONA RESPONSABILE DI TALE MATERIALE (art.78 T.U.) 43

44 REGISTRO Ogni attrezzo anticaduta deve avere una propria scheda di manutenzione dove vengono registrati tutti gli interventi e gli esiti Nome fabbricante Numero lotto Anno costruzione Data acquisto Data messa in servizio Data ispezioni 44

45 Esempio di Scheda di Manutenzione METODOLOGIE OPERATIVE 45

46 Terminazione della fune con asola cucita. 46

47 Nodo delle guide con frizione, comunemente chiamato nodo a otto RESISTENZA Realizzando un nodo si DIMINUISCE la capacità di resistenza di una corda: da 2200 KG a circa il 30 % in meno Ogni nodo provoca questo calo di resistenza ma in modo variabile Il Nodo a otto è l unico CODIFICATO nel lavoro Permette di far fronte a QUALSIASI situazione corrente 47

48 Nodo barcaiolo. 48

49 Ancoraggio di classe B Provvisorio trasportabile, realizzato su albero. Ancoraggio di classe B Provvisorio trasportabile, realizzato su albero: rappresenta il concetto di ancoraggio espresso dalla linea guida. 49

50 Ancoraggio di classe B provvisorio trasportabile, realizzato su struttura metallica portante. Ancoraggio di classe A1 strutturale per superfici verticali, orizzontali ed inclinate. La struttura in acciaio certificata dal costruttore rappresenta il dispositivo di ancoraggio; il dispositivo di ancoraggio, posato a regola d arte, seguendo le istruzioni del costruttore, costituisce il punto di ancoraggio. 50

51 Sistema di ancoraggio con moltiplicatore. Sistema di ancoraggio: comprende uno o più ancoraggi e DPI di protezione delle cadute, collegati opportunamente tra di loro. PER REALIZZARE PUNTI SICURI DI ANCORAGGIO Le funi devono essere ancorate mediante appositi dispositivi a strutture in grado di sopportare: Il peso dell operatore Il peso dell attrezzatura da lavoro Il peso di un eventuale soccorritore Eventuali sollecitazioni dinamiche di una caduta 51

52 LA REALIZZAZIONE DEI PUNTI DI ANCORAGGIO PER OGNI LAVORO CON FUNI DEVE ESSERE PREVISTA DAL PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA E DEVE AVVENIRE SOTTO IL CONTROLLO E LA VERIFICA DEL PREPOSTO TIPOLOGIE DI LAVORO I lavori con funi sono raggruppati in funzione al punto di accesso e di uscita rispetto il luogo di lavoro: accesso uscita caso dall alto verso l alto A - A dall alto verso il basso A - B dal basso verso il basso B - B 52

53 Caso A - A 53

54 CASO A - B CASO B - B 54

55 Prevenzione dalle cadute: Le sette regole d'oro 1) Valutazione dei rischi Valutazione dei rischi propri del cantiere connessi a: - tipologia di attività lavorativa svolta; - condizioni climatiche e meteorologiche; - morfologia del sito; - presenza di fattori di rischio potenziali esterni; - presenza di lavori e cantieri limitrofi; - congestione del sito. 55

56 2) Valutazione del quadro clinico e psicoattitudinale Valutazione del quadro clinico e psicoattitudinale dell'operatore a cura del medico competente e del datore di lavoro. 3) Privilegiare i DPC Nelle opere di prevenzione e protezione contro le cadute dall'alto si devono privilegiare le protezioni di tipo collettivo 4) Utilizzo dei DPI Nel caso in cui non sia possibile predisporre adeguate misure di sicurezza di tipo collettivo, gli operatori de-vono fare uso di dispositivi di protezione individuali (DPI), distinguendo e verificando ogni singolo compo-nente: Punto di ancoraggio: - verifica di resistenza statica a 10 kn - innesto dei punti di ancoraggio a parti strutturali rigide Collegamento con l operatore: - scelta di collegamenti a seconda delle esigenze dei lavori; - scelta di collegamenti a seconda del tipo di dispositivo che si adotta. lmbragatura: - scelta dell'imbragatura a seconda delle esigenze dei lavori; - scelta dell'imbragatura a seconda del tipo di dispositivo che si adotta. Elementi di collegamento: - scelta di moschettoni, ganci e pinze opportuni 56

57 5) Tirante d'aria ed effetto pendolo Occorre considerare, sempre eventuali conseguenze derivanti dall'effetto pendolo e dal, tirante d'aria, a seconda del dispositivo anticaduta utilizzato. Bisogna seguire fedelmente le specifiche disposizioni riportate sui manuali di istruzione all uso dei mezzi di protezione utilizzati, avendo cura di riporli in ambienti ventilati, non riscaldati e asciutti. Si deve evitare il contatto con sostanze caustiche, spigoli o altro che possa deteriorare le parti di fibra e cuoio. Prima di ogni utilizzo ne va verificata l efficienza e l integrità Qualora i dispositivi entrino in azione, vanno inviati presso il centro di assistenza della casa fornitrice per le revisioni del caso. 6) Evitare comportamenti a rischio Evitare le situazioni ed i comportamenti a rischio anche se si è opportunamente imbracati. 7) Segnaletica La segnaletica deve essere posizionata presso il luogo dove esiste la possibilità di incidente o dove i rischi si possono manifestare; pertanto non si deve ritenere esaustiva in alcun modo l installazione di un unico cartello che riassuma i rischi in essere o potenziali presenti in cantiere. - Rischio di caduta o inciampamento nel luogo in cui risiede tale rischio; - Obbligo di imbracatura dove insisterà il punto di ancoraggio 57

58 GRAZIE E BUON LAVORO 58

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