D.4 LA GESTIONE DEI RIFIUTI

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1 D.4 LA GESTIONE DEI RIFIUTI Introduzione ed inquadramento generale E ancora faticosamente che sul piano nazionale, molto meno su quello regionale, si sta uscendo dalle diverse e molteplici emergenze rifiuti che hanno caratterizzato, con punte quasi drammatiche, l ultimo quarantennio di storia economica ed ambientale del nostro Paese, per metterci al passo, anche su questo tema, con il processo di integrazione europea. I principi comunitari della gestione dei rifiuti, nonché gli obiettivi strategici che ne conseguono, sono stati quasi tutti recepiti dal nostro ordinamento e nella pianificazione di settore, ma la loro attuazione rappresenta ancora una sfida per gran parte delle amministrazioni locali e per una larga fetta del settore produttivo. Essi possono essere brevemente riassunti nei seguenti punti: 1. la gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse e deve essere svolta assicurando un elevata protezione dell ambiente e controlli efficaci tenendo conto della specificità di tutti i rifiuti prodotti ed, in particolare, dei rifiuti pericolosi; 2. la gestione dei rifiuti si conforma a principi di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell utilizzo e nel consumo dei beni da cui originano i rifiuti; 3. al fine di favorire la riduzione dello smaltimento finale, i rifiuti devono essere gestiti dando priorità alle seguenti azioni: riutilizzo, recupero, utilizzazione principale dei rifiuti come combustibile o altro mezzo per produrre l energia; 4. lo smaltimento dei rifiuti urbani è attuato con il ricorso ad una rete integrata di impianti di smaltimento al fine di: a) realizzare l autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali; b) permettere lo smaltimento dei rifiuti in uno degli impianti appropriati più vicini, al fine di ridurre il movimento dei rifiuti stessi; c) utilizzare i metodi e le tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell ambiente e della salute pubblica; 5. in ciascun ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti: 15% entro il 1999; 25% entro il 2001; 35% entro il Valutazioni ed interpretazioni Produzione, raccolta, smaltimento e recupero dei rifiuti Con una produzione di rifiuti urbani pari a tonnellate ed una produzione di rifiuti speciali stimabile attorno a ton., la provincia di Bologna si colloca rispettivamente al primo posto ed al secondo posto della classifica regionale relativa alla produzione dei rifiuti. L analisi della produzione dei rifiuti urbani mostra una tendenza all aumento della produzione degli stessi, stimabile attorno al 3% annuo, con 432

2 una lieve flessione nel 2000, dovuta più ad un assestamento nella metodologia di rilievo dei dati che non ad una vera e propria inversione di tendenza. (Sch. Da D.4.1 a D.4.5 degli allegati tematici). Questi dati corrispondono ad una produzione pro-capite di 574 kg/anno di rifiuti, dato che colloca Bologna al terzultimo posto nella classifica delle province emilianoromagnole (dopo Parma e Piacenza). Se si suddivide il territorio provinciale in quattro sub-ambiti gestionali (si veda la Tav. D.4.1 degli allegati tematici), corrispondenti all attuale organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti urbani, si può evidenziare come sia il bacino Nord, comprendente il comune capoluogo ed i comuni limitrofi ad incidere maggiormente alla produzione dei rifiuti urbani provinciali, sia in termini assoluti che relativi ( ton., 66% della produzione provinciale), seguito dal bacino Est ( ton., 14,7%), il bacino Nord-Ovest ( ton., 12,7%) ed, infine, dal bacino Sud-Ovest ( ton., 6,5% del totale provinciale) (si veda le Tabb. D.4.2, D.4.3, D.4.4, D.4.5 degli allegati tematici). Della produzione totale dei rifiuti urbani, circa ton. sono state raccolte in maniera differenziata, per una percentuale poco inferiore al 20% su base provinciale. In questo caso la posizione della nostra provincia, rispetto al panorama regionale, è solo di un gradino superiore alla provincia di Parma, che si colloca all ultimo posto. Siamo dunque ancora lontani dagli obiettivi sopra richiamati, che fissano nel 25% la percentuale di raccolta differenziata da raggiungersi entro il 2001, nonché dalla media regionale che, al contrario, centra pienamente l obiettivo. Occorre rilevare che l andamento della raccolta differenziata nel tempo è stato senz altro positivo: si è registrato, infatti, un + 4% il primo anno di attuazione del Decreto Ronchi 11, rispetto al 10,72%, un + 3% tra il 1999 ed 1998, ed un % tra il 2000 ed il Tuttavia, vale la pena di notare che l entità dell aumento tende con il tempo a diminuire andando a prefigurare una sorta di stallo. L andamento della raccolta differenziata a livello subprovinciale è molto diversificata. Ragionando in termini di subambiti è il bacino Nord-ovest che fa la parte del leone con una percentuale di raccolta differenziata sulla raccolta totale del 25,49%, seguita dal bacino Est che mostra una percentuale del 20,32%, dal bacino Nord con il 19,88% e chiude il bacino Sud-Ovest con un magrissimo 9,8% (Gra. D.4.1 degli allegati tematici) Entrando più nel dettaglio (Gra. D.4.2 degli allegati tematici) solo due comuni (Crevalcore e San Giovanni in Persiceto) anticipano, superandoli, gli obiettivi nazionali al 2003, tre (Anzola, Imola e Molinella) raggiungono quelli fissati al 2001, una ventina circa (tra cui Bologna ed alcuni comuni di cintura come San Lazzaro, Castenaso, Ozzano, Calderara, Castel Maggiore, Zola Predosa) hanno da poco raggiunto l obiettivo del 15% e faticano a raggiungere quello del 25%, mentre la maggioranza dei comuni bolognesi non raggiunge ancora l obiettivo nazionale del 15%, tra essi i Comuni di San Benedetto Val di Sambro e Loiano, addirittura al di sotto del 5% (vedi anche Tav. D.4.2 degli allegati tematici). La composizione media dei rifiuti raccolti in modo differenziato mostra una frazione rilevante, in termini ponderali, di carta e cartone (quasi il 30%), seguita da: rifiuti 11 D.Lgs. 22/97, decreto che recepisce le direttive comunitarie e costituisce il testo unico che disciplina la gestione dei rifiuti 433

3 organici provenienti da attività di manutenzione di parchi e giardini, una frazione mutimateriale composta da vetro e plastica; scarti organici delle mense, anche domestiche; rifiuti ingombranti. Le frazioni più esigue sono quelle costituite da materiali ferrosi e non ferrosi, inerti da costruzione e demolizione, plastica, stracci ed indumenti usati, frazione secca, imballaggi in legno, beni durevoli, pneumatici, batterie ed accumulatori, alluminio, pile e batterie, medicinali scaduti ed altri (Gra. D.4.3 degli allegati tematici). La destinazione dei rifiuti urbani vede ancora un ruolo predominante della discarica (49%), seguito dall incenerimento o termodistruzione (26%), con parte di recupero energetico ed un ruolo marginale del compostaggio, (6%). Il 19% dei rifiuti prodotti, quelli raccolti separatamente, dovrebbero avere una destinazione a recupero; tuttavia, pur non avendo cifre precise alla mano, si presume che solo un 35%-40% sia effettivamente recuperato in impianti dedicati, mentre il sovvallo, ovvero lo scarto, trova collocazione ancora una volta in discarica (Gra. D.4.4 degli allegati tematici). Non sono al momento disponibili elaborazioni per quanto riguarda il comparto dei rifiuti speciali, rispetto al quale deve essere ancora approntata una metodologia di rilievo, validazione e valutazione dei dati e delle tendenze. E presumibile, tuttavia, che anche per essi vi sia una tendenza all aumento della produzione anche se questa ipotesi andrà verificata sulla base, non da ultimo, dell entità e della qualità dello sviluppo economico. L offerta di smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e speciali Nella provincia di Bologna operano, in attesa della definizione e della istituzione dell Agenzia d ambito prevista dalla normativa nazionale e regionale (L.R. 25/99), quattro gestioni separate dei servizi di raccolta e smaltimento/recupero dei rifiuti urbani, relative ai sub-ambiti sopra richiamati: il bacino sud-ovest, ove la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani è affidata al COSEA, consorzio tra 21 comuni della zona montana e di crinale, di cui 6 appartenenti alla provincia di Pistoia; il bacino nord, in cui parte della raccolta e lo smaltimento e recupero dei rifiuti provenienti dal comune di Bologna e dai comuni della cintura bolognese fa capo a SEABO; il bacino nord-ovest i cui rifiuti vengono smaltiti negli impianti gestiti da Nuova Geovis: ad essi afferiscono una decina di comuni; il bacino est, gestito da AMI e comprendente 13 comuni e 6 comuni della provincia di Ravenna La gestione dei rifiuti urbani in provincia di Bologna ha raggiunto, anche grazie alla pianificazione di settore, l autosufficienza attraverso il potenziamento e l integrazione degli impianti secondo un sistema costituito da: 5 discariche controllate ed ubicate nei comuni di Baricella, Sant Agata Bolognese, Gaggio Montano, Imola e Galliera, oltre una sesta in corso di progettazione in comune di Castello di Serravalle, ma a disposizione prevalentemente della Provincia di Modena; 1 termodistruttore in comune di Granarolo dell Emilia; 434

4 2 impianti di compostaggio in comune di Sant Agata Bolognese e di Ozzano dell Emilia; 1 stazione di trasferimento e cernita in comune di Bologna; 2 impianti di selezione. Sulla base del trend di crescita attuale di produzione di rifiuti, assunto a circa il 2.3% annuo e di un trend di incremento della raccolta differenziata, tale da allinearla progressivamente agli obiettivi nazionali, è plausibile stimare una tenuta di tale sistema fino al Nel campo dei rifiuti speciali, la situazione impiantistica è assai più complessa; essa è costituita da: 5 discariche per lo smaltimento di rifiuti inerti; 6 per lo smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi; circa quaranta impianti di trattamento (tra cui autodemolitori, inceneritori, depuratori, trituratori di rifiuti); trenta siti destinati allo stoccaggio preliminare in attesa di una destinazione più consona. Il registro provinciale delle attività che effettuano il recupero dei rifiuti in regime semplificato conta, infine, ben 184 iscritti tra cui spiccano: attività di recupero di inerti da demolizione e costruzione; attività di messa in riserva; attività di ripristino ambientale; attività di recupero energetico. E questo un campo di attività sicuramente in forte espansione benché, contrariamente alle intenzioni, la normativa ponga ancora dei vincoli molto forti, non sempre giustificati sotto il profilo della tutela ambientale e che ha rallentato il processo di integrazione di tali attività nel tessuto produttivo locale. Indicatori per il monitoraggio di efficacia Si ritiene opportuno, per verificare l efficacia della pianificazione ad incidere sul modello di produzione e di gestione dei rifiuti nella provincia di Bologna, proporre i seguenti indicatori prestazionali: per il comparto dei rifiuti urbani: produzione di rifiuti urbani per comune; raccolta totale dei rifiuti urbani per comune; raccolta delle frazioni differenziate di rifiuti per comune; percentuale della raccolta differenziata sulla raccolta totale per comune; destinazione finale delle diverse frazioni di raccolta differenziata ed indifferenziata di rifiuti; misura della capacità di recupero delle varie tipologie di rifiuti raccolti in modo differenziato ed indifferenziato; costi del servizio di raccolta e gestione rifiuti; applicazione della tariffa rifiuti in luogo della tassa. Per il comparto dei rifiuti speciali e speciali pericolosi: produzione di rifiuti speciali per comune, per tipologia di rifiuto e per attività produttiva; destinazione finale delle diverse tipologie di rifiuti speciali; offerta impiantistica per il trattamento/recupero/smaltimento dei rifiuti speciali per comune e per tipologia; 435

5 capacità di smaltimento/trattamento/recupero di rifiuti in un impianto vicino e, comunque, nel territorio provinciale; indice di recupero dei rifiuti speciali per tipologia; sistemi volontari di certificazione ambientale per categoria produttiva; sistemi volontari di certificazione ambientale per impianti di trattamento/recupero/ smaltimento di rifiuti speciali. Metodologia di analisi Il quadro conoscitivo relativo alla produzione, alla raccolta ed alla gestione dei rifiuti prodotti nel territorio regionale ha come principale riferimento l attività svolta dalla Provincia in merito alle funzioni di pianificazione e di controllo nel settore della gestione dei rifiuti attribuito nell ambito del processo di decentramento amministrativo. In particolare, fa riferimento alle attività dell Osservatorio Provinciale Rifiuti, quale strumento individuato dalla Provincia a supporto e verifica della pianificazione di settore. All Osservatorio Provinciale Rifiuti sono affidati soprattutto compiti di monitoraggio tra i quali: raccolta, archiviazione e pubblicazione periodica dei dati inerenti alla produzione, raccolta, smaltimento e recupero delle varie tipologie di rifiuto; raccolta di dati ed informazioni relativi ad esperienze di gestione dei rifiuti attivati in ambito locale; fornitura di dati, informazioni, modelli e rendicontazioni alle Istituzioni (Regione, Ministero), ai rappresentanti della società civile, del mondo produttivo ed ai singoli cittadini. I principali riferimenti per la raccolta e sistematizzazione dei dati sinora disponibili sono stati: i contatti diretti con le Aziende ed i Comuni che periodicamente riferiscono alla Provincia produzione, raccolta e destinazione dei rifiuti urbani; i modelli previsionali utilizzati dall attuale Piano Infraregionale; il rendiconto annuale della Raccolta differenziata redatto dalla Provincia; i Modelli Unici di Dichiarazione ambientale (MUD) inviati obbligatoriamente dagli Enti e dalla Imprese alle sezioni regionali del Catasto nazionale Rifiuti, istitute presso le Camere di Commercio. Allegati e fonti Tav. D.4.1 Bacini di gestione dei rifiuti urbani Tav. D.4.2 La raccolta differenziata nel 2000 Tav. D.4.3 La gestione dei rifiuti: individuazione dei principali impianti Tab. D.4.1 La Provincia di Bologna: raccolta di rifiuti urbani e raccolta differenziata Tab. D.4.2 Bacino Nord: raccolta di rifiuti urbani e raccolta differenziata Tab. D.4.3 Bacino Est: raccolta di rifiuti urbani e raccolta differenziata Tab. D.4.4 Bacino Nord Ovest: raccolta di rifiuti urbani e raccolta differenziata Tab. D.4.5 Bacino Sud-Ovest: raccolta di rifiuti urbani e raccolta differenziata 436

6 Gra. D.4.1 Entità delle raccolte differenziate nel 2000, per quadrimestre e per bacino 2001 Gra. D.4.2 Valori di Raccolta Differenziata su Raccolta Totale, % per Comune Gra. D.4.3 Composizione media della raccolta differenziata Gra. D.4.4 Destinazione finale dei rifiuti urbani 437

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