IL QUARTIERE L esperimento urbanistico dell agglomerato urbano Ina Casa di Rimini

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1 IL QUARTIERE L esperimento urbanistico dell agglomerato urbano Ina Casa di Rimini

2 Pretolani Giovanni Albani Ilaria Benzi Pietro Ciavattini Ayelen Pasquini Filippo Quadrelli Silvia Valentini Denis Fotografie: Moretti Lorenzo 2

3 Il quartiere: modulo della città L area oggetto d esame è la sintesi della definizione dei quartieri del linguaggio comune: zona circoscritta della città con peculiari caratteri storici, urbanistici, funzionari ecc.. (quartiere dormitorio;quartiere satellite). In particolare ancor più in sintesi: Nucleo autonomo per tradizione e funzioni all interno di un agglomerato urbano. Tra il centro storico e l area del Marecchia era evidente una distanza che poneva le basi per edificare un quartiere. Il medesimo fosse di una sua autonoma cioè evidenziava caratteristiche tali per un era concepito come singola parte distinguibile dall intero organismo urbano. Il particolare quartiere prevedeva al suo interno quello che era necessario ad assicurarsi lo svolgimento di uno o più attività umana in autonomia all interno rispetto all insieme di cui fa parte. Nell impianto urbanistico dei quartieri si distinguono i cosiddetti TIPI EDILIZI prevalentemente residenziali cioè quegli elementi che caratterizzano e differenziano i quartieri stessi. Il quartiere come modulo delle città è stato assunto dall urbanistica moderna ( degli anni 30) come elemento modulare dell organizzazione della residenza nella città soprattutto per quanto riguarda gli ampiamente urbani e le nuove città. 1 il principio fondamentale e applicato è la definizione di un equilibrio interno al quartiere fra le abitazioni e il SERVIZI rivolti alla popolazione. Ina-Casa Per ina-casa si intende l intervento dello stato per realizzare edilizia pubblica nel territorio italiano nell immediato dopo guerra con i fondi gestiti da un organizzazione dell istituto nazionale delle assicurazioni. Caratteri generali. Con la legge del 28 febbraio 1949 n 43 il parlamento approvò il progetto per incrementare l occupazione operaia, agevolando le costruzioni di case. Il progetto durò fino al Il ministro Fanfani fu un grande promotore dell iniziativa,tanto che dai giornalisti questo progetto venne chiamato piano Fanfani. L intervento dell ina-casa voleva rilanciare l edilizia e favo- 3

4 rire inoltre l assorbimento di una considerevole massa di disoccupati per la costruzione di alloggi a basso costo per le famiglie. Nei primi 7 anni furono investiti complessivamente 334 miliardi di lire per la costruzione di alloggi. Alla fine dei 14 anni di durata i vani realizzati diventarono in totale circa , pari a alloggi. Il piano ina-casa alla sua scadenza aprì cantieri che porteranno, com era negli intenti legislativi, a impiegare molta mano d opera stabile, circa lavoratori edili all anno costituenti l impegno pari al 10% delle giornate operai dell epoca. Nella lettura topografica,nel nostro caso la città di Rimini, s intravede un impronta di centro storico dentro e fuori le mura dove la città si identifica in quartieri avventi particolare caratteristiche storiche, topografiche e urbanistiche. Quando l urbanesimo divenne un fenomeno di dimensioni preoccupanti la città promosse un espansione varia che nel nostro caso specifico vide l espropriazione e la realizzazione del piano Ina casa e- manando nel 49 la cosiddetta legge Fanfani. E in questa specifica. che permette altri vani e concetti sociali di nascita di un quartiere. Per tale ricostruzione lo studio specifico del quartiere Ina-casa Marecchia mette in evidenza ed enfatizza il binomio tra urbanistica, architettura e convivenza sociale. Il nostro percorso non prevede un racconto storico della nascita e dell evoluzione del quartiere ma un esame della sua impronta nel cotesto espansionistico della città, nella ricerca archi Rimini e la situazione edilizia del dopoguerra 4

5 nario abitativo fortemente precario. Nella città l indice di affollamento medio era di 1,1 persona per vano, per altro con scarse condizioni igieniche. Di conseguenza furono formulate nuove proposte per l ubicazione di nuove case utilizzando stili e tipologie abitative più in voga e più adatte. tettonica normale e nello sviluppo della socializzazione. Rimini uscì dalla guerra distrutta dai bombardamenti;molti insediamenti abitativi erano stati distrutti e c era la assoluta necessità di dare a tutti i cittadini un tetto sulla testa, perciò vennero emanate a livello nazionale leggi speciali per la ricostruzione di case che assegnavano finanziamenti per i comuni colpiti dai danni della guerra. Questa urgenza, aggiunta all aumento dell inurbamento, fece perdere alla città la sua configurazione ottocentesca; le case e gli edifici, concentrati soprattutto nel centro storico, vennero ricostruiti con caratteri architettonici molto differenti ed essenziali, spesso senza i bisogni primari. A tutte queste realizzazioni furono apportati evidenti intereventi di miglioramento e manutenzione negli anni e si costruirono nuove aree abitabili nel centro storico e verso il mare. Le prime notazioni ufficiali riguardanti le condizioni abitative del comune di Rimini risalgono a un indagine promossa delle autorità del 1884 che gettava luce su uno sce- L INA-CASA Marecchia Il progetto e stato elaborato nel dallo IACP di Forli, fa parte del piano di sviluppo promosso e finanziato dall INA casa alla fine di via Condotti oggi via Dario Campana, asse viario che collega questo quartiere direttamente con il centro della città. I corpi di fabbrica si elevano per 4 e 5 piani e gli alloggi sono costituiti da 4 e 5 vani, sono dotati di un discreto livello di finiture. Il progetto del complesso non interessa solo la tipologia abitativa in senso stretto, ma si preoccupa di inserire al suo interno tutte quelle infrastrutture e servizi che lo possono rendere autosufficiente ; il quartiere viene considerato come un organismo sociale in simbiosi con altri organismi analo- 5

6 ghi. Oltre all autosufficienza funzionale, i quartieri dell ina casa, ente che operò dal 1949 al 1963, sono caratterizzati anche da una spiccata autonomia formale, che li rende riconoscibili rispetto al resto della città e questo deriva dalla presenza di uno schema urbanistico di aggregazione che si allontana da una crescita frammentata dell edilizia privata, per caratterizzarsi invece quale intervento unitario, frutto di un progetto complessivo. L autonomia formale del quartiere si manifesta attraverso la pianificazione del costruito e degli spazi aperti secondo aggregazioni tipologiche riconoscibili e ricorrenti, e una gerarchizzazione dei tracciati che spesso presuppone la presenza di una arteria di circonvallazione che rappresenta il limite dell edificato, sottolineandone la specificità rispetto al contesto. Paola di Biagi Il Piano Ina-Casa e l Italia degli anni 50 Donzinelli editore, Roma, BIBLIOGRAFIA - AA.VV. L edilizia Residenziale Pubblica a Rimini all Unità d Italia ad oggi Istituto Luigi Sturzo Fanfani e la casa, gli anni cinquanta e il modello italiano di welfare state. Il piano Ina-Casa Rubinetto editore, Roma, 2002 Adriano Cecchini Storia di Rimini. Un quartiere sul Marecchia La Stamperia editore, Rimini,

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