L energia prodotta e non la potenza installata è misura delle realistiche prospettive di impiego delle fonti rinnovabili

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1 novembre 2009 tecnica energia rinnovabile 27 Angelo Spena L energia prodotta e non la potenza installata è misura delle realistiche prospettive di impiego delle fonti rinnovabili PARTE PRIMA Dati consuntivi in Italia e critica metodologica tra pessimismo della ragione e ottimismo della volontà Memoria presentata e discussa al 64 Congresso Nazionale ATI, L Aquila, 8 11 settembre 2009 Un recente lavoro [1] ha messo in evidenza la necessità di esprimere in termini di energia producibile piuttosto che di potenza installata il contributo delle fonti rinnovabili alla copertura dei fabbisogni energetici, e la insostituibilità a fini comparativi, trattandosi di investimenti ad alta intensità di capitale del tipo pay now, save later, dell uso del numero di ore annuo h di equivalente funzionamento a pieno carico quale parametro elettivo per misurarne la producibilità. Allarma il fatto che i dati consuntivi affidabili [2] indichino che in Italia l energia da fonti rinnovabili non idrauliche venga prodotta in relazione alle potenze installate e quindi ai relativi capitali immobilizzati in quantità inferiori alle attese suscitate dall adozione dei metodi di dimensionamento correnti, sia nazionali [3] che comunitari [4]. Risultano infatti valori medi di producibilità h compresi orientativamente tra 500 e ore/anno, inaccettabilmente bassi. Ciò allunga il reale tempo di ritorno degli investimenti e soprattutto [5] espone il Paese al rischio di non onorare gli impegni negoziati ed assunti in ambito UE [6] nonostante forti esborsi di denaro pubblico per incentivi e agevolazioni. L impietosità dei numeri lascia sospettare che i citati metodi di valutazione dell energia producibile e quindi di redditività prospettica di investimenti in fonti rinnovabili siano fondati su premesse quantitativamente non corrette. A titolo di esempio in Tabella 1 sono Il contributo che l impiego delle fonti rinnovabili è suscettibile di fornire alla copertura dei fabbisogni energetici va espresso in termini di producibilità. La sostenibilità di investimenti ad alta intensità di capitale può essere infatti correttamente valutata solo con il rapporto h tra energia ottenuta e potenza installata. I dati statistici disponibili, denunciando in particolare per le fonti eolica e solare valori medi di h in Italia dell ordine di ore su un totale di annue, pongono un problema di verifica selettiva delle efficienze sul campo non più a lungo eludibile. Schemi di incentivazione il cui aprioristico indirizzo è stato fino ad oggi sottratto a ogni verifica ex post, hanno impedito non solo di selezionare le fonti intrinsecamente più promettenti, ma soprattutto di mettere a fuoco le filiere tecnologiche in cui fondi pubblici e privati possano essere investiti con prospettive di utilità. Sulla base delle quantità di energia realmente ottenute nel contesto climatico italiano dalle filiere di conversione attualmente incentivate, il lavoro delinea scenari la cui analisi può consentire di individuare sia le applicazioni tuttora incapaci di innescare un circolo virtuoso, sia nuovi indirizzi di ricerca e sviluppo in termini di prestazioni delle apparecchiature e di ottimizzazione integrata dei dimensionamenti di sistema. riportati valori di elaborazione comunitaria [7] consuntivi al 1995 e previsionali al 2010 e al 2020 per la intera UE delle producibilità per tipologia di filiera. Anche a prescindere da considerazioni di realismo sulla sostenibilità delle accelerazioni industriali sottintese, è evidente una sistematica pregiudiziale inclinazione, all atto della formulazione di proiezioni future, a disconoscere il dato storico. Prof. Angelo Spena, Coordinatore Dottorato in Ingegneria delle Fonti di Energia, Presidente Corso di Laurea in Ingegneria per l Ambiente e il Territorio; Laboratori di Fisica Tecnica Ambientale, Dipartimento di Ingegneria dell Impresa, Università di Roma Tor Vergata (spena@uniroma2.it).

2 tecnica 28 energia rinnovabile novembre 2009 TABELLA 1 Fonte: 7 Eurostat 1995 Proiezione al 2010 Proiezione al 2020 Impianti P 0 [GW] E 0 [GWh] h 0 = E 0 /P 0 P 1 [GW] E 1 [GWh] h 1 = E 1 /P 1 h 1 h 0 /h 0 P 2 [GW] E 2 [GWh] h 2 = x 100 x 100 E 2 /P 2 h 2 h 0 /h 0 Eolici 2, ,0% ,2% Idroelettrici 87, ,7% ,7% Fotovoltaici 0, ,0% ,0% A biomassa 6, , ,6% ,6% Geotermoelettrici 0, ,0% ,0% Fonte: 19 Fonte: IEA, 2008 I previsti ottimistici incrementi di h, compresi tra il 5% e il 60%, già al 2010, ormai verificabili, risultano smentiti dai fatti. Come è altresì incomprensibile la ratio sottesa alla previsione di incrementi di producibilità eolica da a ore passando da 75 a 180 GW installati (quindi realizzando impianti, tra il 2010 e il 2020, capaci di ore/anno!) essendo intuitivo che i siti via via futuri tendono ad essere, verosimilmente, di seconda scelta. Quanto alle più generali cause delle soprastime di scenario, occorre purtroppo prendere atto che i criteri di analisi adottati dai principali documenti internazionali [4] [6] [8] [9] [10] [11] [12] e italiani [2] [3] [13] [14] [15] [16] [17] presentano almeno due carenze. La prima carenza è metodologica: criteri ed obiettivi trascurano importanti aspetti tecnici in qualità di variabile indipendente. Essi sono fondati sul postulato secondo cui la disponibilità tecnico ambientale (superfici, materie prime, semilavorati, quantità di risorsa solare o eolica ecc) è illimitata, totalmente sottratta a conflitti per usi multipli o a divieti normativi, e pertanto tale da non dover essere mai soggetta a vincoli o essa stessa configurata sotto forma di vincolo (Figura 1). Illuminanti conseguenze al riguardo sono le sconcertanti pendolazioni della posizione comunitaria sulle colture agricole per biocombustibili. Ma quanto detto vale anche per gli usi idrici, per le applicazioni solari (quantità di silicio), per i veicoli elettrici (quantità di litio, lantanio ecc), per la frequente sovrapposizione geografica di bacini per l approvvigionamento di biomassa, e altro ancora. La seconda carenza è di merito: per soprastime che si amplificano a catena, a partire dal dato climatico passando poi per quello tecnologico e per quello prestazionale, le potenzialità possono apparire in taluni casi maggiori perfino di un ordine di grandezza di quelle reali. Valorizzare le fonti rinnovabili di energia è tuttavia esigenza che sale dalla collettività [18]. Nel 2007 [19] un campione italiano di intervistati (Figura 2) ha giudicato il problema energetico essenzialmente causato da sprechi e consumi eccessivi, e solo secondariamente da scarsità delle fonti o da conflitti e crisi internazionali: più che i decisori politici o il mercato, sono ritenuti credibili fattori di cambiamento i comportamenti individuali virtuosi e le tecnologie rispettose dell ambiente. Mentre, come risulta anche da recenti sondaggi in UK [20] dove sette persone su dieci non sono disposte a sostenere spese per mitigare i cambiamenti climatici, le tasse ecologiche vengono per lo più ritenute strumentali alla quadratura dei bilanci piuttosto che a tutelare l ambiente. Tale percezione è tuttavia alquanto lontana dal vero per l Italia: differenti Fonti internazionali riconoscono infatti al nostro

3 novembre 2009 tecnica Su ogni grande risorsa naturale si affacciano infatti interessi antagonisti [23] per i quali è necessario trovare un punto di equilibrio e di minimo conflitto, in un quadro complesso di intersettorialità metodologiche e culturali, intersecate da interterritorialità geografiche e giurisdizionali, e nei casi più impegnativi anche soggette a priorità aventi ragioni etiche [24]. Affinché gli impieghi delle fonti rinnovabili superino l età infantile, occorre tuttavia anche acquisire know how mirato a supportare corrette decisioni di investimento, conferire oggettività alle procedure usate per formulare i business plan, e aggiornarne continuamente i dati di ingresso. Oggetto di dogmatismi intellettuali, ancora oggi invece sia in Italia che nella UE incentivazioni e sostegni non sono vincolati né a criteri né e verifiche di efficienza. Contraddicendo il basilare assunto che essi debbano contribuire a instaurare circoli virtuosi atti a superare le barriere all ingresso dei nuovi mercati, ciò ha finora impedito di seenergia rinnovabile 29 Paese grandi progressi nell intensità energetica e nella impronta ecologica (Figura 3) oggi le più basse tra gli ex dodici fondatori della UE, mentre il rendimento medio di conversione termoelettrica è il più alto d Europa (45%) [8]. Più realistico e netto è il risultato di una recente [21] indagine circa la opportunità di approfondire la ricerca: le fonti rinnovabili tendono in tal caso a consolidarsi nella opinione pubblica come la prima assoluta priorità (Figura 4). È a questo punto legittimo chiedersi quanto le precedenti percezioni, cornice sociologica delle attese circa le fonti rinnovabili, siano influenzate dai media. Uno studio [22] semantico dei testi di articoli di informazione energetica e ambientale da carta stampata, reti televisive e internet (Figura 5), mentre individua nelle fonti rinnovabili (31%) la classe di argomenti più frequentemente trattati (cui seguono bilanci, fusioni e alleanze degli operatori del settore al 20%, strategie di crescita aziendali al 19%, scenari futuri in termini di prezzi e tecnologie al 12%, normativa al 10%), rileva che i temi più trascurati sono l ambiente e Kyoto (8%). Nei paragrafi seguenti saranno affrontati gli aspetti oggettivi del problema. È questa ormai una necessità imprescindibile per il fatto che di fronte ad atteggiamenti e aspettative individuali forti e diffuse, ma connotate da tante divergenze tra realtà, percezione e informazione, solo una onesta e trasparente comunicazione può scongiurare disillusioni da reiterazione di promesse non mantenute, può acquisire consenso informato (la cui mancanza rende vulnerabile e ad alto rischio ogni progetto energetico di lungo termine) e soprattutto può confutare la prospettazione di rischiose nuove opportunità industriali cui potrebbe pericolosamente conseguire in particolare in Italia la creazione di posti di lavoro effimeri. Bilanci consuntivi e stato dell arte Fonte: 1 Fonte: 21 Fonte: 22

4 tecnica 30 energia rinnovabile novembre 2009 TABELLA 2 Fonte: 27 Fonte Giorno medio annuo Scarto rispetto alla kwh/m 2 giorno Norma UNI Milano UNI Atlante Solare Europeo ,8% ENEA ,8% Roma UNI Atlante Solare Europeo ,2% ENEA ,2% Trapani UNI FIGURA 6 Italia. Coefficienti di deflusso (Fonte: 23) FIGURA 7 Italia. Indici IS e Ir di residualità energetica idraulica per Regione Atlante Solare Europeo ,7% ENEA ,6% lezionare, nel contesto climatico e territoriale nazionale, le filiere tecnologiche in cui fondi pubblici e privati possano essere spesi con qualche prospettiva di utilità e redditività. La fonte idraulica La fonte idraulica rappresenta il 90% della produzione mondiale di energia elettrica da fonti rinnovabili e costituisce nella sua tendenza alla saturazione un limpido esempio di attingimento limitato, vincolato e conflittuale. (Non si capisce tra l altro perché simmetriche limitazioni non debbano essere riconosciute ed accettate per le altre rinnovabili). In termini di progresso tecnologico e progettuale, ulteriori affinamenti sono tuttavia ancora possibili, soprattutto in termini di approccio sistemico alla governance dei bacini idrografici. Pur in presenza di enti trasversali e mirati (autorità di bacino, ato ecc), spesso manca in Italia una funzione di raccordo dei diversi piani, e di sintesi. Per quanto possa sembrare scontato, solo ad un approccio di sistema sarebbe apparso evidente (con conseguenti possibilità di più tempestivi allarmi) che, con un coefficiente di deflusso quasi doppio (Figura 6), l Aniene piuttosto che il Tevere avrebbe provocato nel Lazio, nel dicembre 2008, danni relativamente più repentini e ingenti. A scopo ricognitivo del grado di saturazione relativa della risorsa idraulica sotto il profilo energetico, è stata recentemente proposta una mappatura del territorio italiano [1] su scala più ampia di quella relativa a singole curve idrodinamiche, e cioè per regioni, da effettuare in termini di rapporto IS tra energia idroelettrica prodotta E (kwh/anno) e piovosità media ragguagliata d area pm (mm/anno) corretta dal coefficiente di deflusso C e moltiplicata per i km 2 d area S e per il dislivello orografico logaritmico medio dolm (m) della macroarea considerata. Con i fattori di ragguaglio si ha in termini omogenei (g è l accelerazione di gravità): I S = E/pm C S d olm (g 10 3 /3.600) Siffatto rapporto, più che in valore assoluto, ha utilità in termini relativi quale indicatore di massima della attuale intensità d uso, risultandone immediatamente il complementare indice di residualità energetica I R = 1 I S un espressivo indicatore della residua potenzialità produttiva dei bacini imbriferi della macroarea. I risultati sono riportati in Figura 7. Appare evidente la buona saturazione delle regioni alpine e dell Umbria, mentre Puglia e Sicilia confermano l assenza di una vocazione energetica idraulica. Anche Liguria, Marche, Toscana e Lazio appaiono suscettibili di apprezzabili residue potenzialità. Considerato

5 novembre 2009 tecnica energia rinnovabile 31 che la producibilità degli impianti idroelettrici esistenti, media tra le varie tipologie, è stata nel 2007 in Italia pari a h/anno (Figura 8), è pertanto presumibile che le potenzialità residue possano essere ancora apprezzabili. La fonte eolica In Italia la fonte eolica risulta dai dati storici poco utilizzabile in quanto velocità significativamente al di sopra della soglia di inserzione degli aerogeneratori (circa 3,5 m/s) si verificano molto raramente in pochi siti (Sardegna, Basilicata, Puglia, Molise) e mai sulla stragrande maggioranza del territorio nazionale. Installazioni off shore potrebbero marginalmente migliorare tale situazione [25]. In Figura 9 sono riportati i valori, regione per regione, del numero di ore annuo h di equivalente funzionamento a pieno carico degli impianti censiti dal GSE [2]. Anche tenendo conto di un fermo fin del 12% per indisponibilità di rete conseguente a problemi di bilanciamento come lamentato da ANEV e riconosciuto da Terna [26], il valore consuntivo medio italiano di h non supererebbe al più le h/anno. FIGURA 8 Italia. Producibilità per Regione Fonte: GSE, 2008 La fonte solare Vanno preliminarmente precisati due aspetti. Anzitutto, i dati climatici quale che sia la fonte statistica, nazionale o internazionale risultano sempre [27], in maggiore o minore misura, soprastimati (Tabella 2). Inoltre, le superfici utilizzabili all atto pratico sono sempre inferiori fin di un ordine di grandezza a quelle ufficialmente prospettate [10], non tanto perché stimate lorde e quasi sempre calcolate due volte, per usi concorrenti cioè sia termici che fotovoltaici, ma soprattutto perchè a rendimenti inferiori quali quelli che di fatto si verificano come si vedrà più avanti corrispondono aree inversamente maggiori. Gli usi termici, pur presentando sul campo valori medi delle efficienze istantanee anche tripli rispetto a quelli fotovoltaici, risultano caratterizzati da bassi valori di h, dell ordine di 500 h/anno (Figura 10), peraltro non dissimili da quanto accade nel resto della UE. Va peraltro considerato che le statistiche sui collettori termici, sia perché generalmente finanziati in c/capitale e non in c/energia, sia perché non operanti su rete, sia perché costituiti da una pletora di impianti piccoli, spesso artigianali e inadeguatamente condotti e mantenuti, sono da ritenere intrinsecamente meno precise di altre, seppure ancora significative. Quanto agli usi fotovoltaici, le producibilità sul campo degli attuali pannelli, per ragioni intrinseche agevolmente dimostrabili [28] ma poco divulgate, risultano inferiori alle attese. Il valore medio di h calcolato sui dati statistici globali del GSE (Figura 11) rilevati su oltre impianti convenzionati e relativi al 2008, primo anno di vigenza piena del nuovo conto energia, sarebbe di 870 FIGURA 9 Italia, anno solare Ore di equivalente funzionamento a pieno carico degli impianti eolici Fonte: GSE, 2008 FIGURA 10 Italia, anno solare Producibilità h di impianti solari termici Fonte: GSE, 2008

6 tecnica 32 energia rinnovabile novembre 2009 h/anno per il 2008 [29]. Anche considerando la carenza di varie informazioni accessorie agenti con effetti di segno opposto ritardi nelle concessioni, impianti a inseguimento e altro appare sostanzialmente confermato l ordine di grandezza di ore/anno risultante dai bilanci degli anni precedenti, ad esempio del 2007 valutato pro quota. È preoccupante osservare come ancora le più recenti indicazioni ENEA CNES [16] del 2008, sia pure già ridimensionate rispetto alle precedenti ENEA ISES [17] del 2002, prevedano mediamente h per il Nord d Italia, 1250 h per il Centro (erano nel documento del 2002), fino a h per il Sud (1.500 nel documento del 2002). Se confermati nel 2009, i dati consuntivi 2007 e 2008 comporterebbero l esigenza di una ulteriore revisione al ribasso delle mappe predittive istituzionali. FIGURA 11 Italia. Ore di equivalente funzionamento a pieno carico di impianti solari fotovoltaici. Nuovo Conto Energia, anno 2008 Biomassa e biocarburanti La biomassa è fonte energetica millenaria, largamente impiegata nel mondo sia pure con transazioni private che sfuggono alla grande contabilità energetica ufficiale, ed è economicamente competitiva similmente all energia del vento, anche grazie allo sconto virtuale riconoscibile in corrispondenza dei costi evitati per la manutenzione boschiva. Sotto il profilo quantitativo, la biomassa è tuttavia relativamente poco abbondante: unico caso nella storia dell uomo di avvicendamento energetico per ragioni di quantità invece che di costo (cioè di impatto ambientale ante litteram da estinzione), il suo contributo integrativo è quantitativamente modesto. Sotto il profilo qualitativo, la producibilità di impianti a biomassa, in quanto svincolata da intermittenze e casualità climatiche, è invece elevata, unica confrontabile con quella delle centrali fossili; per l Italia [11] il dato IEA nel 2005 è di h/anno (corrispondente ad un coefficiente di utilizzazione del 48,5 %) e il dato IEFE nel 2007 [13] è di h/anno (59,4%). Quanto ai biocarburanti, anche considerato l impiego finora pressoché esclusivo nei trasporti, una rappresentazione delle problematiche che sia omogenea alle precedenti non è possibile. Molteplici sono i conflitti che il loro impiego innesca sull uso della terra, dell acqua, e soprattutto per gli aspetti etico e ambientale: i biocarburanti emettono tra l altro più inquinanti in termini non solo di CO 2 (biodiesel) ma soprattutto [24] di altri composti (N2O ecc), e coinvolgono il sistema idrico in una delicata questione etica circa la priorità per usi irrigui: proclamata solennemente per l alimen tazione umana e animale (in Italia ex Lege 183 del 1989), tale priorità dovrebbe valere anche per l ali mentazione motoristica? Bibliografia [1] A. Spena, L energia prodotta e non la potenza installata misurano le realistiche prospettive delle fonti rinnovabili. Dati consuntivi in Italia e critica metodologica tra pessimismo della ragione e ottimismo della volontà, Atti 3 Congresso Nazionale AIGE, Parma, Giugno [2] GSE, Statistiche sulle fonti rinnovabili in Italia, anno 2007, Roma, [3] ENEA, Rapporto energia e ambiente 2007 Analisi e scenari, Roma, Luglio [4] DG TREN, EU Energy Security and Solidarity Action Plan: Second Strategic Energy Review, Bruxelles, November [5] Presidenza del Consiglio dei Ministri, Energia: temi e sfide per l Europa e per l Italia, Position Paper del Governo Italiano, 10 settembre [6] EU Council and Parliament, Directive on the Promotion of the Use of Energy from Renewable Sources, Bruxelles, 17 December [7] EREC, Renewable Energy Target for Europe 20% By 2020, Bruxelles, [8] IEA, Deploying Renewables Principles for Effective Policies, Annex I and Annex II, [9] IEA, Scientific Breakthroughs for a Clean Energy Future, Paris, 6 7 may [10] G. Resch, R. Haas, T. Faber, The Future Potential for Renewable Energies Assessment of Their Mid Term Realisable Potential up to 2020 at Global Scale, Energy Economics Group, IPSEE, Wien, [11] IEA, World Energy Outlook 2007, OECD/IEA, Paris, [12] WEC, 2007 Survey of Energy Resources, London, [13] GSE IEFE, Prospettive di sviluppo delle tecnologie rinnovabili per la produzione di energia elettrica, Roma, 14 maggio [14] C. Manna, L Italia e il SET Plan: scenari ed effetti, Workshop ENEA, Roma, 18 marzo 2008.

7 dicembre 2009 Quanto alla fonte eolica, non può sorprendere il fatto che, con velocità del vento sempre inferiori a quelle di pieno carico [31] degli aerogeneratori (intorno a m/s, Figura 12), il coefficiente di utilizzazione medio non superi in Italia il 18 19%. E trattasi d altra parte dei siti più favorevoli, quelli ovviamente per primi sperimentati: ciò è confermato dal confronto tra le producibilità prevedibili sulla base dei dati del CESI [32] e le producibilità consuntive per il 2007 del GSE (Figura 13). I valori medi per regione sostanzialmente coincidono, risultando anzi proprio per la selettività che ha finora caratterizzato le scelte dei primi siti in molti casi queste ultime addirittura più elevate. Una recente elaborazione GSE conferma che ancora nel 2008 solo il 20% degli impianti ha generato per più di h/anno, e che addirittura il 10% dei siti è rimasto del tutto improduttivo (Figura 14). Al fine di enucleare correlando consuntivi coefficienti di utilizzazione di macroarea (regione) con le potenziali dispotecnica energia rinnovabile 53 Angelo Spena L energia prodotta e non la potenza installata è misura delle realistiche prospettive di impiego delle fonti rinnovabili PARTE SECONDA Considerazioni sugli incentivi e sulle filiere tecnologiche sostenibili dal sistema industriale Il contributo che l impiego delle fonti rinnovabili è suscettibile di fornire alla copertura dei fabbisogni energetici va espresso in termini di producibilità. La sostenibilità di investimenti ad alta intensità di capitale può essere infatti correttamente valutata solo con il rapporto h tra energia ottenuta e potenza installata. I dati statistici disponibili, denunciando in particolare per le fonti eolica e solare valori medi di h in Italia dell ordine di ore su un totale di 8760 annue, pongono un problema di verifica selettiva delle efficienze sul campo non più a lungo eludibile. Schemi di incentivazione il cui aprioristico indirizzo è stato fino ad oggi sottratto a ogni verifica ex post, hanno impedito non solo di selezionare le fonti intrinsecamente più promettenti, ma soprattutto di mettere a fuoco le filiere tecnologiche in cui fondi pubblici e privati possano essere investiti con prospettive di utilità. Sulla base delle quantità di energia realmente ottenute nel contesto climatico italiano dalle filiere di conversione attualmente incentivate, il lavoro delinea scenari la cui analisi può consentire di individuare sia le applicazioni tuttora incapaci di innescare un circolo virtuoso, sia nuovi indirizzi di ricerca e sviluppo in termini di prestazioni delle apparecchiature e di ottimizzazione integrata dei dimensionamenti di sistema. Prospettive tecnologiche La fonte idraulica Circa la fonte idraulica emerge l utilità di approfondimenti di sistema che consentano di guidare la pianificazione e la gestione di bacini interagenti, di individuarne le principali criticità e di intuirne le residuali potenzialità produttive: le quali appaiono dai risultati ottenuti appartenere in Memoria presentata e discussa al 64 Congresso Nazionale ATI, L Aquila, 8 11 settembre 2009 buona misura alla generazione distribuita e in particolare alla piccola generazione (minidraulica), quest ultima caratterizzata da producibilità elevate (sfiorano in Italia [30] le ore/anno) e pertanto da attraente redditività. Siffatte informazioni possono tra l altro utilmente concorrere, in paesi emergenti o extra UE, a calibrare la finalizzazione di politiche globali di Emission Trading. La fonte eolica La PARTE PRIMA è stata pubblicata sul numero di novembre. Prof. Angelo Spena, Coordinatore Dottorato in Ingegneria delle Fonti di Energia, Presidente Corso di Laurea in Ingegneria per l Ambiente e il Territorio; Laboratori di Fisica Tecnica Ambientale, Dipartimento di Ingegneria dell Impresa, Università di Roma Tor Vergata (spena@uniroma2.it).

8 tecnica 54 energia rinnovabile dicembre 2009 FIGURA 12 Distribuzione pluriennale di frequenza delle velocità semiorarie del vento vs curva di resa di un generatore eolico. Laboratori di Fisica Tecnica Ambientale Roma Tor Vergata, anni (Fonte: 31) nibilità anemologiche emergenti cause di inefficienza sistemiche (di rete elettrica, territoriali, da accettazione sociale), talune delle quali altrimenti non immediatamente distinguibili, è stata anche per la fonte eolica effettuata una mappatura del territorio sostanzialmente analoga a quella svolta per la fonte idraulica. Dai risultati riportati in Figura 15, la cui valenza conoscitiva è peraltro di natura essenzialmente comparativa, emerge una tendenziale soprastima di sistema. Tale soprastima, più marcata per i siti meno favoriti dal vento (e verosimilmente anche dovuta alla caduta in difetto dei metodi previsionali basati sulle curve di Weibull, cui la gran parte delle distribuzioni statistiche italiane appare difficilmente riconducibile), mostra essere rischiose soprattutto le valutazioni effettuate in condizioni limite di convenienza. Sulla base di quanto constatato, le possibili vie di progresso tecnologico appaiono essenzialmente di carattere progettuale, e tra queste ogni utile approfondimento riguardante: studi delle possibili opzioni fluidodinamiche migliorative delle macchine, in particolare per l ottenimento di maggiore ripidità della rampa di potenza (riduzioni della velocità di inserzione sono viceversa povere di contributo energetico); mappature anemometriche di siti off shore; messa a punto e validazione di procedure per l estra po lazione, da campagne di breve durata, di dati finalizzati a scegliere e dimensionare i generatori eolici per il medio lungo periodo. La fonte solare FIGURA 13 Producibilità previsionali su base CESI, e consuntive 2007 degli impianti eolici in esercizio, per Regione FIGURA 14 Curve complementari dei diagrammi di durata della produzione degli impianti eolici in Italia. (Fonte: GSE, 2009) Anche relativamente alla fonte solare non può destare sincera meraviglia il fatto che le prestazioni sul campo di sistemi alimentati da collettori e pannelli risultino così insoddisfacenti. Purtroppo la comunità scientifica, anche internazionale, si concentra su approfondimenti di dettaglio e trascura la complessità dei sistemi ingegnerizzati reali. È privo di senso prevedere prestazioni costantemente pari ai valori di targa di un componente, se questo si trova di fatto sempre, sia pure in diversa misura, lontano dalle condizioni di prova in laboratorio. Questo fatto è maggiormente evidente (ed altrettanto sistematicamente sottaciuto) nel caso dei pannelli fotovoltaici, omologati in condizioni particolarmente vantaggiose (STC) ma altamente improbabili sul campo. È accaduto così al GSE nell ambito di un interessante approccio con reti neurali [33] di effettuare previsioni di resa eccessive non tanto in termini di potenza massima raggiunta, quanto dell integrale energia cumulata nel tempo (area sottesa dalle curve blu e gialla in Figura 16). La successiva Figura 17 illustra come ciò possa accadere [34] in impianti fissi. Via via che la radiazione collimata si allontana dalla normale al pannello si verificano infatti progressive perdite di radiazione per riflessione e per minore densità energetica

9 dicembre 2009 tecnica Purtroppo, molte superficiali convenzioni del genere appena illustrato costituiscono, nelle correnti applicazioni delle fonti rinnovabili, la regola piuttosto che l eccezione; e concorrono tutte consapevolmente o no a sovrastimare le previsioni di energia producibile. La competitività di una fonte rinnovabile è invero inscindibilmente fondata [28], una volta accertata l esistenza del prerequisito quantitativo di cui alle premesse del presente lavoro, sulla simultanea bontà della terna cde di parametri: costo unitario, durata, efficienza. Con le attuali filiere fotovoltaiche, la cosiddetta parità di rete tende pertanto a risultare un ossimoro: è infatti difficile concepire quasi una fatica di Sisifo un incrocio tra due curve monotone, delle quali quella decrescente sia dipendente per via della notevole incidenza (tra il 10% e il 40%) del costo dell energia necessaria per la fabbricazione dei pannelli da quella crescente. Nelle Figure 19 e 20 sono rappresentati i costi totali specifici annui della disponibilità ed uso della potenza installata per impianti sia a combustibile fossile che fotovoltaici rispettivamente in assenza e in presenza di incentivi, al variare del prezzo del petrolio. Di fatto la grid parity (in cui si dovrebbe tenere oltretutto anche conto della influenza del prezzo del petrolio sui costi fissi fotovoltaici) non solo appare traguardo precluso in assenza di incentivi, ma rischia di esserlo anche in preenergia rinnovabile 55 superficiale, oltre ad attenuazioni e distorsioni dello spettro incidente. Trattasi di cause tutte, concorrenti e simultanee, di riduzione della potenza acquisita, solo lievemente talora contrastate, nelle ore estremali e meno importanti della giornata, da opposti effetti di temperatura. Se ben approfondita e calibrata, una buona simulazione [35] può consentire di replicare (Figura 17) e di conseguenza di predire in modo soddisfacente la reale prestazione del componente (Figura 18). Se si aggiunge che, a valle della captazione, un sistema impiantistico complesso intermediario tra il pannello e la rete elettrica introduce ulteriori inefficienze (con rendimento in cascata, detto di Balance of System BOS, dell ordine del 75%), è evidente quanto sia irrealistico e fuorviante assumere il rendimento in STC del pannello quale parametro moltiplicativo per il calcolo dell energia acquisibile dall intero sistema, appena correggendolo con i soli effetti di temperatura. È verosimile infatti che, sull arco di un anno e alle nostre latitudini, il rendimento medio globale di sistema non superi di molto il 60% di quello nominale del pannello. FIGURA 15 Producibilità teorica e misurata degli impianti eolici censiti dal GSE nel 2007, in funzione della velocità statistica media del vento La terna cde FIGURA 16 Scostamento tra gli andamenti della curva di carico prevista (in blu) e consuntiva da telelettura (in giallo) nel Sud Italia. (Fonte: GSE, 2008) FIGURA 17 Rendimento rispettivamente misurato e simulato di un pannello fotovoltaico sul campo. Laboratori di Fisica Tecnica Ambientale Roma Tor Vergata, Giugno (Fonte: 34)

10 senza dei medesimi ai valori attuali (2009) qualora la producibilità non compia un radicale salto di qualità (Figura 21). Mentre le attuali tecnologie di captazione solare termica sono giudicabili mature e unica prospettiva di sviluppo sia pure modesto si delinea [36] nella integrazione nelle strutture edilizie, purtroppo i futuri materiali fotecnica 56 energia rinnovabile dicembre 2009 FIGURA 18 Andamento dei fattori correttivi del rendimento per un pannello fotovoltaico sul campo: ηt = effetto della temperatura, ηr = effetto del coefficiente di rinvio del vetro, ηλm = effetto della massa d aria e della risposta spettrale. Laboratori di Fisica Tecnica Ambientale Roma Tor Vergata, Giugno (Fonte: 35) FIGURA 19 tovoltaici, a fronte di costi unitari c minori, avranno sia efficienze e che durate d inferiori a quelle dei pannelli al Silicio [28], destinati per questi aspetti a rimanere di fatto insuperati. A titolo d esempio, in Figura 22 sono riportati andamenti misurati del rendimento sul campo di singole celle sperimentali DSC. Anche per le tecnologie solari si delineano pertanto residue vie di progresso di carattere più che altro progettuale di sistema, in particolare fondate sulla simulazione, quali ad esempio: rivalutazioni aggiornate dei maggiori benefici ottenibili con sistemi ad inseguimento mono e biassiale, considerato che sono oggi meglio quantificabili le cause di inefficienza in assenza di tali dispositivi; calibrazione della scelta della filiera termica (collettori piani, selettivi o meno, o sotto vuoto) o fotovoltaica (Silicio mono o policristallino, amorfo, CIS ecc) sulle peculiarità climatiche locali per un accoppiamento ottimo tra captatore e sito. Biomassa e biocarburanti Come per l energia solare, la pianificazione dell impiego della biomassa richiede attente verifiche e riscontri circa le superfici dei bacini di approvvigionamento, affinché più impianti non prevedano di insistere sullo stesso bacino, contandolo più volte. Ciò vale anche in caso di ricorso al mercato internazionale del cippato, il quale incontra, sia pure su più ampia scala, il medesimo problema. Quanto infine ai biocarburanti, appare quanto meno inopportuno sotto il profilo etico anche solo prendere in considerazione quelli di prima generazione (essenzialmente bioetanolo e biodiesel) nella misura in cui entrano in conflitto con l alimentazione umana e animale [24]. In ogni caso anche per quelli di seconda generazione peraltro allo stadio iniziale della ricerca si porrà il problema tipico delle biomasse, l irrisorietà cioè dei contributi energetici ottenibili (dell ordine dell 1%) una volta che sia stata scrupolosamente verificata la effettiva disponibilità di suolo. Prospettive industriali FIGURA 20 Al di là delle citazioni di incrementi percentuali di potenza installata e dei relativi volumi di vendite pur sempre di nicchia [15] [16], vuote di significato ai fini di valutazioni energetiche, si va comunque diffondendo la convinzione che le energie rinnovabili possano costituire forti opportunità di investimento sia nella produzione di tecnologie che nella progettazione, realizzazione e gestione di impianti. E si va del pari ponendo [13] la seria questione se per l Italia possano così costituirsi valide e solide prospettive industriali e occupazionali. Sarebbe anzitutto opportuno separare le valutazioni tra parti alta e bassa della filiera. In quest ultima, pertinente al terzo settore e delle costruzioni, tipicamente snella, trasversale e riconvertibile, già oggi si

11 dicembre 2009 tecnica energia rinnovabile 57 vanno consolidando significative presenze sul territorio nazionale. Per non svilirne le prospettive, il relativo know how meriterebbe, sulla base delle evidenziate carenze progettuali, di essere potenziato e reso esperto dal monitoraggio degli impianti via via realizzati. Molto più problematica appare la questione industriale. Circa la parte alta della filiera infatti recenti documenti comunitari [7] [37] stimano tra 500 e miliardi di euro gli investimenti necessari in Europa per la implementazione del pacchetto Clima Energia 20 20, con un potenziale occupazionale complessivo fin di 2,0 2,5 milioni di unità. Un più recente studio GSE del 2009 [13], le cui conclusioni sono sintetizzate in Figura 23, stima nell ordine del 10% del totale (100 miliardi di euro in 12 anni gli investimenti e gli occupati complessivi) la quota relativa all Italia, e prospetta scenari differenziati per percentuali di impegno della industria nazionale. Lo scenario di maggiore sforzo industriale porterebbe nel 2020 ad una produzione incrementale di energia da fonti rinnovabili rispetto al 2008 di 95,9 TWh/anno con un investimento cumulato in 12 anni di 163,2 miliardi di euro Lo scenario meno impegnativo porterebbe invece a 41,9 TWh/anno a fronte di 118,8 miliardi di euro. I soli costi fissi di produzione del kwh, ripartiti su 20 anni, oscillerebbero pertanto entro una forbice di 8 14 cent/kwh. Trattasi di valori alti ma non proibitivi, anche considerato che le attualizzazioni sui precedenti 12 e sui successivi 20 anni, pur tendendo a compensarsi, agirebbero lievemente al ribasso. Ciò che preoccupa maggiormente è però la divaricazione prestazionale del mix di filiere rispetto alla situazione attuale. Elaborando i dati (Figura 24) risulta infatti che in assenza di incentivi come è sano attendersi oltre il 2020 per tecnologie già oggi mature per spuntare costi medi della potenza ad esempio inferiori a 4 keuro/kw installato occorreranno in media, tra le diverse filiere, da un minimo di h/anno di funzionamento a pieno carico nella migliore (e industrialmente più invasiva) ipotesi, a un massimo di h/anno nella più conservativa; e proporzionalmente di più, al diminuire della soglia di costo specifico della potenza. Poiché oggi la media pesata dei valori di h è inferiore a h/anno se si escludono gli impianti a biomassa, è inevitabile che qualora non si dovessero migliorare sensibilmente nel prossimo decennio i valori medi di producibilità di ciascuna filiera si debba agire sul peso relativo delle filiere, puntando decisamente sulla biomassa, e solo marginalmente su impianti eolici off shore; in tale scenario nessun concreto futuro si prospetterebbe invece per la conversione fotovoltaica. È d altra parte curiosamente sottaciuto il fatto che l industria fotovoltaica abbia tratto la sua ragion d essere essenzialmente quale sbocco pilotato alla crisi del comparto dei semiconduttori presso i tre principali produttori mondiali (Germania, Giappone, California) scaricando sulla verticalizzazione del ciclo del silicio diseconomie e FIGURA 21 Producibilità minima per la competitività degli impianti fotovoltaici in presenza e in assenza di incentivi, al variare del prezzo del petrolio ma senza tener conto della sua influenza sui costi fissi fotovoltaici FIGURA 22 Andamento del rendimento di una cella fotovoltaica sperimentale DSC sul campo. Laboratori di Fisica Tecnica Ambientale Roma Tor Vergata, Settembre 2009 FIGURA 23 Ipotesi di copertura dei fabbisogni energetici italiani al Costi cumulativi in Mld di euro. Bau, 40,8; Tecno1, 118,8; Tecno2, 163,2; Vinco1, 127,2; Vinco1 2, 91,2. (Fonte: GSE IEFE, 2009)

12 tecnica 58 energia rinnovabile dicembre 2009 Conclusioni FIGURA 24 Soglie di costo medio della potenza specifica del mix di rinnovabili al variare di h per lo scenario Business as usual (B Bau) e per due scenari estremali (A Tecno1; C Tecno2) ENGLISH abstract crescenti costi di smaltimento, con l inevitabile corollario di incentivi atti a sorreggere un mercato a valle costruito ad hoc. Nulla di più lontano dallo scenario industriale italiano. Sotto il profilo occupazionale è altresì evidente che oltre il 2020 (o comunque nel lungo termine anche considerato che ripensamenti sono nella UE la regola piuttosto che l eccezione), risultando ormai l impiego delle rinnovabili prossimo a saturazione quantitativa (territori per la biomassa, siti eolici vantaggiosi ecc.), a meno di improbabili prospettive su mercati extra UE si porrà il problema della riconversione industriale e della riqualificazione professionale delle risorse attivate (il solo mercato di sostituzione, per la intrinseca necessità di lunga durata delle apparecchiature, si delinea comunque di volumi relativi modesti). Anche sotto tale aspetto i settori termotecnico (biomassa) ed elettromeccanico (eolico) appaiono meno rischiosi ed estemporanei, robusti e radicati nel tessuto industriale nazionale. Non è difficile intuire che, essendo tra l altro la citata migliore opzione anche la più industrialmente invasiva, a seconda dei punti di vista la questione possa assumere le caratteristiche di una sfida, o di un azzardo. Energy Output rather than Available Power is Measure of the Potential for Renewables Part I: Methodology Criticism and Survey of Performances in Italy Part II: Incentives, Technologies and Related Industrial Affordability The affordability of industrial investments of the pay now save later type is, in the field of energy, based on the estimate of the producibility, namely of the ratio between output energy and available power. A survey of the Italian plants supported by governmental incentives shows this ratio ranging in the field of h per year for wind and solar devices. This means that to obtain 1 kwh from renewables a power from 5 to 7 times the power of a current technology station should be available. This requiring a pressing reassessment of all the policy on renewables, the paper deals with criteria and considerations for a severe screening of the virtuous technologies. Se i dati meteoclimatici di disponibilità possono risultare soprastimati del 10 20% e se le prestazioni attribuite alle apparecchiature non tengono conto delle differenze tra il modo di comportarsi sul campo piuttosto che in condizioni standard di prova; se l insieme di questi scostamenti può portare a producibilità inferiori fin anche del 30 40% rispetto alle previsioni; se sono in Italia rarissimi i luoghi sufficientemente ventosi e se i generatori eolici, pur installati nei siti ovviamente migliori, sono operativi mediamente per poco più di ore/anno, non raggiungono mai il pieno carico e uno su dieci è inoperoso tutto l anno; se collettori e pannelli solari funzionano da 500 a ore/anno per ragioni sistemiche intrinsecamente non sovvertibili; se tutto questo è vero è allora improcrastinabile una presa d atto. Essa dovrà consentire una seria e realistica riflessione sui limiti e sulla frustrazione delle aspettative che talune politiche, palesemente irrealizzabili, sono suscettibili di ingenerare. Purtroppo, carenze metodologiche che ignorano vincoli e interazioni sistemiche, amplificano nel lungo termine le conseguenze di estrapolazioni di situazioni iniziali di nicchia non sostenibili su scala globale. Se la grande comunicazione si sofferma sulla crescita della potenza installata ma non c è informazione sull energia prodotta (eppure ogni incremento di potenza installata non associato a crescenti producibilità, invece di un successo prefigura uno spreco); e se la comunità scientifica anche internazionale si concentra su approfondimenti di dettaglio e non coglie tutte queste verità peraltro in palese controtendenza sotto più aspetti non è allora infondato il timore che anche nel settore delle fonti rinnovabili, in assenza di chiarezza sul nodo delle priorità tra i settori industriali da incentivare nella green economy, possa maturare una bolla speculativa. E poiché i dati consuntivi veri delle producibilità monitorate mostrano che in Italia, all atto pratico, per ottenere 1 kwh dal vento o dal sole occorre installare una potenza da cinque a sette volte più grande di quella di una centrale tradizionale, gli impianti fino ad oggi incentivati sono da considerare sostanzialmente dimostrativi ma ben poco contributivi alla copertura dei fabbisogni energetici. Irrinunciabile risorsa le fonti rinnovabili, ma non con le filiere attuali. Gran parte di queste tecnologie non appaiono meritevoli di incentivazione né commerciale né industriale, per la evidente ragione che, tal quali, non sono in grado di innescare alcun circolo virtuoso. Una totale revisione dei criteri, delle strategie e dei settori oggetto di incentivazioni, non più indiscriminatamente elargibili a pioggia, è ineludibile. È altresì urgente trasferire gran parte degli investimenti dalla incentivazione di tecnologie odierne poco produttive, alla ricerca di rinnovabili di nuova generazione. È di fatto curioso che [20] contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il Protocollo di Kyoto non ha

13 dicembre 2009 tecnica energia rinnovabile 59 stimolato questo genere di ricerche anzi gli investimenti in ricerca sono precipitati dagli anni Ottanta. Esistono fortunatamente oggi potenti mezzi conoscitivi per non ripetere gli errori del passato. Condizione irrinunciabile è che di ciascuna filiera sia accertata l esistenza del prerequisito quantitativo riguardante le disponibilità primarie (materie prime, superfici lorde ecc.), e che essa possegga chiaramente già in nuce valori promettenti, cioè superiori a congrue rispettive soglie, della terna di parametri cde costo durata efficienza. Nell ambito delle tecnologie attuali, meritevoli di residuo sostegno appaiono tuttavia quelle attività di cui nella presente trattazione si è denunciata l incompletezza, quali studi di sistema e simulazioni del clima e delle prestazioni di impianti e componenti, nella misura in cui basati sulle più recenti e avanzate conoscenze possano costituire un solido corpo metodologico. Allo scopo di valorizzare almeno sotto questo aspetto investimenti già effettuati, potrebbe rivelarsi utile tesaurizzare l esperienza acquisibile sul campo, costituendo, con il monitoraggio degli impianti ormai in esercizio, banche di dati prelevati in forma finalizzata al perfezionamento dei modelli di cui sopra. Bibliografia [1] A. Spena, L energia prodotta e non la potenza installata misurano le realistiche prospettive delle fonti rinnovabili. Dati consuntivi in Italia e critica metodologica tra pessimismo della ragione e ottimismo della volontà, Atti 3 Congresso Nazionale AIGE, Parma, Giugno [2] GSE, Statistiche sulle fonti rinnovabili in Italia, anno 2007, Roma, [3] ENEA, Rapporto energia e ambiente 2007 Analisi e scenari, Roma, Luglio 2008 [4] DG TREN, EU Energy Security and Solidarity Action Plan: Second Strategic Energy Review, Bruxelles, November [5] Presidenza del Consiglio dei Ministri, Energia: temi e sfide per l Europa e per l Italia, Position Paper del Governo Italiano, 10 settembre [6] EU Council and Parliament, Directive on the Promotion of the Use of Energy from Renewable Sources, Bruxelles, 17 December [7] EREC, Renewable Energy Target for Europe 20% By 2020, Bruxelles, [8] IEA, Deploying Renewables Principles for Effective Policies, Annex I and Annex II, 2008 [9] IEA, Scientific Breakthroughs for a Clean Energy Future, Paris, 6 7 may [10] G. Resch, R. Haas, T. Faber, The Future Potential for Renewable Energies Assessment of Their Mid Term Realisable Potential up to 2020 at Global Scale, Energy Economics Group, IPSEE, Wien, IN CONCLUSIONE 1. Sono altamente rischiosi gli investimenti non supportati da realistici studi di fattibilità calibrati sulle specificità dei siti e sulle reali prestazioni delle apparecchiature, e non giustificati da approfondite analisi predittive diverse da quelle correnti. 2. Investimenti in capacità produttive italiane di macchine e impianti per le fonti rinnovabili, mirati a costituire massa critica industriale, vanno soppesati con grande prudenza poiché rischiano alla prova dei fatti di creare nuovi posti di lavoro effimeri, se non tempestivamente riconvertibili o quanto meno proiettabili sullo scenario internazionale. 3. Realistiche valutazioni di indici di complessità sistemica (e delle correlate possibilità di governance) unite ad analisi di rischio per differenti schemi regolatori, quali ad esempio certificati verdi, Recs e altro, soprattutto se mirate a scenari energetici di paesi emergenti, potrebbero sostenere e motivare il rilancio di un approccio globale alle politiche di Emission Trading, in tal caso con ricadute positive e soprattutto non effimere sull industria italiana. 4. Quanto infine al giudizio ex post sulla utilità degli incentivi già erogati si propone qui in ossequio al terzo principio fondamentale enunciato dalla IEA nel 2008 secondo il quale [8] gli incentivi devono essere transitori, decrescenti nel tempo di calcolarne un indicativo Valore di Virtuosità VV = V1 x V2, in cui: V1 sia il reciproco del costo unitario annuo della potenza installata, con riferimento ad una grandezza dimensionale (ad esempio mq di pannello, ettari di suolo, area del rotore ecc): V1 = m 2 /C. È indicatore delle economie di scala possibili nella produzione industriale dei dispositivi (aerogeneratori, pannelli ecc) e nel relativo impatto territoriale; V2 sia la resa in energia della grandezza estensiva caratteristica, ad esempio kwh annui/m 2. È indicatore della maggiore efficienza ottenibile con l innovazione tecnologica. Il valore VV = (m 2 x anno/c ) x (kwh/m 2 x anno) = kwh/c dovrebbe essere risultato crescente nel periodo (almeno un triennio) in cui sono stati applicati gli incentivi, e così anche entrambi e separatamente sia V1 che V2). Diversamente, se cioè gli incentivi non riescono con evidenza ad innescare il necessario circolo virtuoso, la filiera dimostra di non avere futuro. I dati sono disponibili. Non resta che fare i conti. [11] IEA, World Energy Outlook 2007, OECD/IEA, Pa ris, [12] WEC, 2007 Survey of Energy Resources, London, [13] GSE IEFE, Prospettive di sviluppo delle tecnologie rinnovabili per la produzione di energia elettrica, Roma, 14 maggio [14] C. Manna, L Italia e il SET Plan: scenari ed effetti, Workshop ENEA, Roma, 18 marzo [15] CNES, Rapporto preliminare sullo stato attuale del solare termico nazionale, Ministero dell Ambiente, Roma, Gennaio [16] CNES, Rapporto preliminare sullo stato attuale del solare fotovoltaico nazionale, Ministero dell Ambiente, Roma, Gennaio [17] ENEA ISES, L energia fotovoltaica, Sviluppo sostenibile n. 22, Roma, [18] A. Spena et Al, Scientific and Technological Aspects of Sustainable Energy Systems, Expert Group Meeting Draft Report, UN, Geneva, October [19] Observa, Osservatorio Scienza e Società, Il Sole24ore, 15 marzo [20] B. Lomborg, Attenti a non replicare Kyoto, Il Sole24ore, 17 maggio [21] Observa, Science in Society, Il Sole24ore, 6 agosto 2009.

14 60 60 news news di Paola Mezzalira tecnica dicembre 2009 nasce NürnbergMesse Italia a supporto delle imprese italiane La NürnbergMesse è una delle 20 maggiori società fieristiche del mondo e, in Europa, fa parte dei top ten. Il portafoglio comprende oltre 100 saloni e congressi internazionali nel sito di Norimberga e nel resto del mondo. Alle manifestazioni del NürnbergMesse Group (organizzate in proprio, in cooperazione con vari partner o ospitate nelle sue strutture) partecipano ogni anno oltre espositori (internazionalità: 37%), visitatori professionali (internazionalità: 20%) e consumatori. Il NürnbergMesse Group è presente con società affiliate in Paesi come, ad esempio, la Cina, il Nordamerica, il Brasile e, novità, l Italia. Esso dispone inoltre di una rete di circa 50 rappresentanze attive in 73 Paesi. La NürnbergMesse Italia, l ultima società affiliata della NürnbergMesse ufficialmente presentata al pubblico lo scorso 19 novembre a Milano, è affidata all amministrazione di Stefania Calcaterra e dal suo team giovane e dinamico. La filiale supporta le imprese italiane che partecipano a saloni all estero, sia come espositori sia come visitatori. Nel contempo assiste clienti vecchi e nuovi nelle rispettive attività di mercato. Con un azione di consulenza individuale fa conoscere alle ditte italiane il portafoglio di manifestazioni della NürnbergMesse nel mondo e le aiuta ad aprirsi nuovi mercati all estero. Il servizio prestato dalla NürnbergMesse Italia comincia ben prima dell organizzazione di una fiera: il team tiene aggiornati i suoi clienti sul portafoglio di manifestazioni del NürnbergMesse Group nel mondo per mezzo di e mail e depliant, in colloqui personali illustra l importanza delle fiere come strumento di marketing a clienti acquisiti e futuri, richiama l attenzione delle aziende sui saloni specializzati, i seminari e le conferenze del NürnbergMesse Group come piattaforma per lo scambio internazionale di conoscenze e, oltre a ciò, consiglia clienti vecchi e nuovi nell impostazione concettuale della rispettiva partecipazione fieristica. Al fine di supportare le aziende italiane nella penetrazione di nuove piazze, la NürnbergMesse Italia ha pronta un ampia proposta informativa sui mercati settoriali dei paesi più disparati. Non di rado, infatti, le imprese non dispongono dei dati e fatti rilevanti in merito. Ne consegue che valutano in modo scorretto il comportamento consumistico dei potenziali clienti stranieri e, nelle loro attività di marketing, si limitano a mercati già sperimentati. Così facendo non riconoscono le chance offerte da nuove regioni emergenti. Inoltre, i saloni specializzati che si tengono in Paesi lontani come, ad esempio, la Cina e la Russia, sono in parte ancora sconosciuti in Italia. La NürnbergMesse Italia aiuta gli espositori interessati nella scelta fornendo informazioni sulla struttura del pubblico e i temi chiave. NÜRNBERGMESSE ITALIA SRL italia@nuernbergmesse.com ww.nm italia.it [22] Osservatorio di Pavia ed extrapola, Il Sole24ore, 12 luglio [23] A. Spena, Fondamenti di Energetica, CE DAM, Padova, [24] A. Spena, G. D Angiolini, R. Rota, Prime valutazioni parametriche sulle prospettive di impiego dei biocarburanti sullo scenario energetico, normativo e territoriale europeo, Atti 3 Congresso Nazionale AIGE, Parma, Giugno [25] G. Gaudiosi, Problematiche e prospettive dell eolico off shore in Italia, Il sole a 360 gradi, n. 4, aprile [26] F. Rendina, Eolico penalizzato dalle dispersioni, Il Sole24ore, 10 maggio [27] F. Groppi, C. Zuccaro, Impianti solari fotovoltaici, Delfino Ed., Agosto [28] A. Spena, Le fonti rinnovabili di energia, Aracne, Roma, [29] GSE, Il fotovoltaico Risultati del Conto Energia al 31 dicembre 2008, Roma, aprile [30] AEEG, Monitoraggio dello sviluppo degli impianti di Generazione Distribuita per l anno 2006, Roma, Marzo [31] A. Spena, C. Di Tivoli, Valutazione della potenza specifica ottenibile in condizioni reali da un generatore eolico: una analisi di lungo termine in tre siti italiani, Atti 63 Congresso Nazionale ATI, Palermo, Settembre [32] CESI, Atlante Eolico, Milano, [33] G. Niglio, G. Scorsoni, Previsioni a breve della produzione da fonti rinnovabili intermittenti: l esperienza del GSE, Atti 2 Congresso Nazionale AIGE, Pisa, Sett [34] A. Spena, V. Annoscia, Modelling Spectral Response and Reflectivity Effects: Comparison With Outdoor Measurements on PV Modules, 24th EU PVSEC, Hamburg, September [35] A. Spena, V. Annoscia, Evaluation of Spectral Response and Reflectivity Effects on The Outdoor Performance of PV Modules, Atti 63 Congresso Nazionale ATI, Palermo, Settembre [36] A. Spena, S. Bartocci, C. Di Tivoli, Stima delle realistiche possibilità di copertura dei fabbisogni termici dell edilizia con energia solare sulla base delle prospettive tecnologiche, Atti 64 Congresso Nazionale ATI, L Aquila, Settembre [37] EU Commission, Advanced Renewable Strategy, Bruxelles, 2008.

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