CARTOGRAFIA BIOCENOTICA DI DETTAGLIO DELLE ZONE A DI UN AREA MARINA PROTETTA MEDIANTE STRUMENTI TECNOLOGICAMENTE AVANZATI

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1 Biol. Mar. Medit. (2006), 13 (1): F. Pititto, G. Torchia, D. Catalano, R. Greco, P. Pelusi* Nautilus Società Cooperativa, Zona Industriale Loc. Trainiti Porto Salvo (VV), Italia. *Consorzio Mediterraneo, Via A. Guattani 9 Pal. B Roma CARTOGRAFIA BIOCENOTICA DI DETTAGLIO DELLE ZONE A DI UN AREA MARINA PROTETTA MEDIANTE STRUMENTI TECNOLOGICAMENTE AVANZATI DETAILED BIOCOENOTIC MAPS OF THE CORE ZONES OF A MARINE PROTECTED AREA BY TECHNOGICALLY ADVANCED TOOLS Abstract Detailed biocoenotic maps of the core zones are essential for the right management, valorisation and protection of a Marine Protected Areas (MPA). Maps (1:2.000) of the two core zones of the MPA of Capo Gallo-Isola delle Femmine (Sicily, Italy) were carried out through the use of technologically advanced tools: Side Scan Sonar, Single Beam Echo sounder, R.O.V. equipped with Super Short Base Line positioning system, PDS 2000 navigation system. Twenty-eight biocoenotic assemblages have been identified and mapped. The coverage surface of some assemblages has been evaluated through 3D modelling software. Some possible applications of the use of these detailed maps in the management and valorisation of a MPA are shown. Key-words: marine parks, mapping, benthos, positioning systems, acoustic beacons. Introduzione La cartografia è uno strumento fondamentale per tutti gli studi in campo biologico marino e, in particolare, per la tutela e la valorizzazione degli ecosistemi costieri. Nel caso delle Aree Marine Protette (AMP) la cartografia biocenotica, inserita in un database GIS, è essenziale per valutare le condizioni ambientali e programmare eventuali interventi di tutela e gestione delle risorse (Gentile e Riggio, 2003). Risulta di fondamentale importanza, quindi, che le Zone A delle AMP siano cartografate con elevato livello di dettaglio. A supporto delle indagini geofisiche e delle immersioni dirette di subacquei, l utilizzo di veicoli a guida remota (ROV) rappresenta un ottimo ausilio alla realizzazione di cartografie biocenotiche, ma comporta alcune difficoltà, legate all esatto posizionamento del veicolo immerso, che possono portare ad una non corretta georeferenziazione delle immagini ottenute (Ardizzone, 1992; Bianchi et al., 2003). Le indagini geofisiche e petrolchimiche in mare si avvalgono da tempo di una serie di sistemi di posizionamento subacqueo basati sul principio della base lunga o della base corta (Cheng, 2005). In campo biologico, strumenti analoghi sono stati impiegati soltanto raramente e nel corso di indagini sul limite inferiore delle praterie a Posidonia oceanica (Descamp et al., 2005; Sgorbini et al., 2002). In questo studio, condotto nell ambito di un progetto di ricerca promosso dal Comune di Palermo, è stata realizzata una cartografia di dettaglio (scala 1: 2.000) delle due Zone A dell AMP di Capo Gallo-Isola delle Femmine con l ausilio di un apparato, innovativo in capo biologico marino, funzionante sul principio della

2 414 F. Pititto, G. Torchia, D. Catalano, R. Greco, P. Pelusi base ultra-corta (Super Short Base Line, SSBL), che fornisce in tempo reale la posizione del ROV impiegato per le indagini visive. Sono discusse le potenzialità della cartografia biocenotica realizzata, una volta inserita in un GIS, come base di partenza sia per l impostazione di attività di ricerca e di approfondimento sia come supporto decisionale ai fini della gestione razionale e della valorizzazione delle risorse dell AMP. Materiali e metodi L AMP di Capo Gallo-Isola delle Femmine è stata istituita nel 2002, ricade nei Comuni di Palermo e Isola delle Femmine ed ha un estensione complessiva di Ha. I rilievi sono stati condotti nelle due zone A dell AMP (Fig. 1), che hanno un estensione totale di 77 Ha. Fig. 1 - Ubicazione dell AMP di Capo Gallo-Isola delle Femmine (da Location of Capo Gallo-Isola delle Femmine MPA (from Le osservazioni sul campo sono state effettuate mediante integrazione di più tecniche di indagine. I rilievi morfologici del fondo marino sono stati eseguiti con il sistema Side Scan Sonar modello EG&G 260 percorrendo delle rotte parallele alla linea di costa. Sono stati adottati i seguenti parametri: frequenza operativa di 100 khz; range laterale di 200 m per lato; sovrapposizione (overlap) minima del 30% fra due sonogrammi adiacenti. I rilievi batimetrici sono stati effettuati impiegando un ecoscandaglio idrografico modello Honeywell Elac LAZ 4700 a tecnologia single beam. Il software di navigazione PDS 2000 ha registrato, istante per istante, la posizione dell imbarcazione appoggio e delle unità immerse (Side Scan Sonar, Ecoscandaglio, ROV).

3 Cartografia biocenotica di dettaglio nelle zone A di una AMP 415 La cartografia biocenotica è stata redatta applicando il metodo fisionomico (Bianchi et al., 2003). Le ispezioni visive sono state condotte nel mese di ottobre 2004, con l ausilio di un ROV, modello Super Achille, munito di telecamera digitale ad alta risoluzione. In totale il ROV ha percorso 21 transetti ortogonali alla linea di costa e spaziati di 80 m l uno dall altro, distanza corrispondente a 1/25 della scala di restituzione (Ardizzone, 1992). Nella zona compresa fra due transetti adiacenti sono state condotte indagini spot con il ROV allo scopo di ottenere la migliore interpolazione possibile. Il posizionamento della nave oceanografica è stato realizzato mediante un sistema GPS differenziale (DGPS), quella del veicolo immerso con un sistema Simrad HPR (Hydroacustic Position Reference) 400 funzionante sul principio della base ultra-corta. Un transponder (beacon) installato sul veicolo immerso risponde con un impulso acustico ad un altro impulso proveniente dal trasduttore solidale alla nave. In base all intervallo di tempo trascorso tra l interrogazione e la risposta ed alla misura degli angoli orizzontale e verticale del beacon rispetto alla nave, il sistema stabilisce la distanza (range) fra l imbarcazione ed il ROV e fornisce la posizione del veicolo immerso con uno scarto massimo dell ordine di 1-2 m. I dubbi di interpretazione dei filmati sono stati risolti con uno studio sistematico su campioni raccolti in immersione ARA mediante grattaggio di superfici standard. Considerando l elevata eterogeneità del fondo marino, per la rappresentazione cartografica è stata impiegata una simbologia numerica, in luogo di quella classica proposta da Meisnez et al. (1983), al fine di facilitare la lettura e la consultazione delle carte realizzate. L adozione dei simboli convenzionalmente utilizzati, infatti, rende agevole la consultazione delle carte su videoterminale ma risulta di difficile lettura su supporto cartaceo. Sulla base della presenza di habitat determinanti (Chemello, 2001; Relini, 2000; RAC/SPA, 1995), le unità biocenotiche individuate sono state divise su tre livelli di vulnerabilità: a (alto), b (medio), c (basso) (Tab. 1 e Fig. 4). Le informazioni raccolte sono state inserite in un GIS basato sulla piattaforma Esri ArcGis. L ausilio dei software 3D Analyst e Surfer 8 ha permesso di ricostruire sperimentalmente la morfologia del fondo marino di due aree caratterizzate da pendenze differenti e di stimare le superfici tridimensionali ricoperte dalle unità biocenotiche presenti tenendo conto del fattore pendenza del fondo. L algoritmo di calcolo utilizzato è basato sul modello TIN (Triangulated Irregular Network), che consiste nella ricostruzione tridimensionale del fondo mediante triangoli di dimensioni differenti (Csillag, 2003; Mitasova et al., 2002). Risultati L impiego del sistema Simrad HPR 400 applicato alla cartografia biocenotica ha apportato un notevole contributo allo studio realizzato, consentendo la continua verifica e la registrazione della posizione del ROV in immersione. Il sistema è stato testato con successo fino ad una distanza lineare di circa 350 m fra il beacon ed il trasduttore e fino alla profondità massima di 55 m, limite inferiore delle indagini effettuate. Le ispezioni con il ROV si sono arrestate alla profondità di 10 m. Al di sopra di questa batimetrica, infatti, il veicolo immerso entra in una zona di ombra acustica, non ricevendo alcun segnale dall imbarcazione.

4 416 F. Pititto, G. Torchia, D. Catalano, R. Greco, P. Pelusi Fig. 2 - Carta biocenotica della Zona A antistante il Monte Gallo. Il poligono delimita i confini della Zona A, la simbologia numerica delle unità biocenotiche fa riferimento alla Tab. 1. Biocenotic map of core zone in front of Monte Gallo. The polygon defines the core zone, the numeric symbols for the assemblages are these reported in Tab. 1. L integrazione dei dati raccolti ha consentito di definire e delimitare sulla carta, in scala 1:2.000 e con buon livello di precisione, i confini di 28 diverse unità descrittive tra biocenosi, facies e mosaici di biocenosi differenti (Tab. 1, Figg. 2 e 3). Complessivamente 18 diverse unità sono state individuate e definite nella Zona A di Isola delle Femmine e 15 nell area antistante il Monte Gallo. I fondi delle due aree studiate risultano dominati, nella porzione superficiale cartografata, da biocenosi fotofile e semifotofile fra cui si evidenzia, in particolare l Associazione Dictyopteretum polypodioidis Berner Nella fascia più profonda della zona A di Isola delle Femmine è rilevante la biocenosi del Coralligeno, a livello della quale è possibile distinguere in alcuni settori la facies a Paramuricea clavata. Il 20% circa della Zona A di Isola delle Femmine risulta interessata da biocenosi bentoniche ritenute ad alta vulnerabilità, il 52% è colonizzato da unità biocenotiche di vulnerabilità intermedia. Nella Zona A di Capo Gallo non sono state individuate biocenosi che ricadono nella fascia di vulnerabilità a, mentre il 36,8% della superficie è colonizzata da unità che si possono considerare mediamente vulnerabili (livello b ). Considerando il grado di strutturazione della biocenosi (Chemello e Russo, 2001), i mosaici in cui la P. oceanica è rada o presente

5 Cartografia biocenotica di dettaglio nelle zone A di una AMP 417 Tab. 1 - Unità biocenotiche e relativa percentuale di copertura nelle Zone A e nelle aree adiacenti. Per ogni unità sono inoltre indicati il numero della simbologia impiegata nelle carte (N) e il livello di Vulnerabilità V (a=alta, b=media, c=bassa). IDF = Isola delle Femmine; CG = Capo Gallo. Assemblages and respective coverages (%) in the core areas and in neighbouring zones. The numeric symbols utilised in the maps (N) and the level of Vulnerability V (a=high, b=medium, c=low) for each assemblage are reported. IDF = Isola delle Femmine; CG = Capo Gallo. Unità biocenotiche V Copertura zone A (%) Copertura (%) zone adiacenti N IDF CG IDF CG 1 Biocenosi delle Sabbie Fini Ben Calibrate (SFBC) c 0,0 0,0 0,0 2,8 2 Biocenosi delle Sabbie Grossolane e Ghiaie Fini sotto l Influenza delle c 18,3 3,0 1,3 14,1 Correnti di Fondo (SGCF) 3 Prateria a Posidonia oceanica su roccia a 6,3 0,0 17,2 0,0 4 Biocenosi fotofila della Roccia Infralitorale di Moda Battuta (RIPB) c 0,0 4,3 0,0 0,3 5 Biocenosi circalitorale di substrato duro senza concrezionamento b 3,5 0,0 0,0 0,0 (Precoralligeno) 6 Biocenosi del Coralligeno a 1,8 0,0 1,7 0,0 7 Facies a Paramuricea clavata (Coralligeno) a 0,5 0,0 0,0 0,0 8 Insieme di biocenosi fotofile infralitorali su substrato duro b 16,5 3,8 7,9 7,0 9 Mosaico di biocenosi fotofile della roccia infralitorale e Posidonia b 1,8 0,0 3,3 0,0 oceanica su roccia 10 Mosaico di prateria a Posidonia oceanica e sabbie grossolane b 0,0 0,3 0,0 3,9 11 Insieme di biocenosi semifotofile della roccia infralitorale c 8,6 37,8 5,4 6,0 12 Mosaico di biocenosi semifotofile della roccia infralitorale e Posidonia b 2,9 0,0 2,4 0,0 oceanica su roccia 13 Mosaico di biocenosi semifotofile della roccia infralitorale e biocenosi c 0,0 2,3 0,0 0,0 sciafile della roccia infralitorale senza concrezionamento 14 Mosaico di biocenosi semifotofile della roccia infralitorale, biocenosi b 3,0 0,5 12,1 0,0 sciafile della roccia infralitorale senza concrezionamento e Posidonia oceanica su roccia 15 Mosaico di biocenosi semifotofile della roccia infralitorale, biocenosi c 0,0 8,7 0,0 3,4 sciafile della roccia infralitorale e sabbie grossolane 16 Mosaico di biocenosi semifotofile della roccia infralitorale, biocenosi b 0,0 8,2 0,0 7,4 sciafile della roccia infralitorale senza concrezionamento, Posidonia oceanica sparsa e biocenosi delle sabbie grossolane 17 Mosaico di biocenosi semifotofile della roccia infralitorale e sabbie c 0,0 1,6 0,0 0,0 grossolane 18 Mosaico di biocenosi semifotofile della roccia infralitorale e b 14,8 9,6 7,4 27,8 Precoralligeno 19 Mosaico di biocenosi semifotofile della roccia infralitorale, b 0,0 6,2 0,0 0,4 Precoralligeno e sabbie grossolane 20 Mosaico di biocenosi sciafile della roccia infralitorale senza b 0,7 0,0 0,0 0,0 concrezionamento e Posidonia oceanica su roccia 21 Mosaico di biocenosi sciafile della roccia infralitorale e Precoralligeno b 3,4 5,7 11,0 18,9 22 Mosaico di biocenosi sciafile della roccia infralitorale, Precoralligeno e b 5,3 0,0 8,2 1,7 biocenosi delle sabbie grossolane 23 Mosaico di biocenosi sciafile della roccia infralitorale senza b 0,0 0,0 0,0 1,8 concrezionamento, prateria a Posidonia oceanica e biocenosi delle sabbie fini 24 Mosaico di biocenosi sciafile della roccia infralitorale senza c 0,8 5,5 3,0 1,0 concrezionamento e biocenosi delle sabbie grossolane 25 Mosaico di biocenosi sciafile della roccia infralitorale senza b 0,1 2,5 8,3 3,5 concrezionamento, prateria di Posidonia e biocenosi delle sabbie grossolane 26 Mosaico di biocenosi sciafile della roccia infralitorale inferiore e facies a a 0,0 0,0 0,5 0,0 Paramuricea clavata 27 Mosaico di biocenosi del Coralligeno e biocenosi delle sabbie grossolane a 11,2 0,0 8,1 0,0 28 Mosaico di biocenosi delle sabbie grossolane e biocenosi dei fondi Detritici Costieri (DC) c 0,4 0,0 2,1 0,0

6 418 F. Pititto, G. Torchia, D. Catalano, R. Greco, P. Pelusi in macchie sparse sono stati inclusi nel livello b di vulnerabilità. Le indagini biocenotiche hanno permesso di individuare alcune aree ad elevata vulnerabilità anche nelle vicinanze delle Zone A. Il versante occidentale dell Isolotto delle Femmine, in particolare, ha mostrato una serie di unità biocenotiche, ritenute altamente vulnerabili, che interessano il 28% dell area esterna cartografata. I dati raccolti in questo studio rendono quindi auspicabile un allargamento della zona a protezione integrale anche su questo versante. Fig. 3 - Carta biocenotica della zona A intorno all Isola delle Femmine. Il poligono delimita i confini della Zona A, la simbologia numerica delle unità biocenotiche fa riferimento alla Tab. 1. Biocenotic map of core zone around Isola delle Femmine. The polygon defines the core zone, the numeric symbols for the assemblages are these reported in Tab. 1. I risultati della modellizzazione tridimensionale del fondo marino sono una sperimentazione delle teorie già utilizzate in campo terrestre (Csillag, 2003; Mitasova et al., 2002). Relativamente all unità biocenotica individuata a Capo Gallo (una porzione di Mosaico di biocenosi semifotofile, sciafile e sabbie grossolane), il modello ha fornito un incremento della superficie del 4% rispetto ai dati ottenuti dalla cartografia classica in due dimensioni. Si può quindi ritenere trascurabile la

7 Cartografia biocenotica di dettaglio nelle zone A di una AMP 419 differenza tra i due tipi di analisi. Al contrario, per la Facies a P. clavata presente a Isola delle Femmine lo scarto tra la stima di copertura 3D e quella 2D è risultata pari al 23,5% (Tab. 2). Tab. 2 - Differenza tra una stima 2D ed una 3D della superficie colonizzate da due diverse unità biocenotiche. Difference between estimations 2D and 3D of the surfaces colonised by two biocoenotic units. Unità indagate Copertura 2D (m²) Copertura 3D (m²) Differenza in % Facies a Paramuricea 23, clavata Mosaico di biocenosi semifotofile, sciafile e sabbie grossolane ,87 Livello di vulnerabilità a Livello di vulnerabilità b Livello di vulnerabilità c Fig. 4 - Carta della Vulnerabilità per la zona A di Isola delle Femmine. Vulnerability map of core zone around Isola delle Femmine.

8 420 F. Pititto, G. Torchia, D. Catalano, R. Greco, P. Pelusi Conclusioni L adozione del sistema Simrad HPR 400 ha permesso di eliminare i problemi di posizionamento dovuti alla scarsa coerenza di posizione del veicolo subacqueo rispetto all imbarcazione di appoggio e ha facilitato la restituzione georeferenziata dei transetti percorsi. Uno fra i punti critici per l ottenimento di un dato di tipo cartografico (Ardizzone, 2000) è stato quindi risolto. La precisione ottenuta nei posizionamenti, associata alla disponibilità dei dati derivati dagli altri rilievi, ha permesso di produrre carte con un elevato livello di dettaglio nella localizzazione e delimitazione delle diverse unità biocenotiche. Le ricadute applicative di una cartografia di dettaglio ottenuta integrando i sistemi sopra citati, in particolare il posizionamento con base ultra-corta, sono molteplici e consentono all Ente gestore di pianificare una serie di attività e, per esempio: 1) di scegliere ed effettuare con precisione uno o più percorsi subacquei ad hoc da realizzare nel corso di monitoraggi periodici o in seguito ad eventi straordinari; 2) di ricercare e localizzare con precisione la presenza di eventuali elementi di perturbazione sul fondo marino (ad es. cime, reti o altri attrezzi da pesca abbandonati); 3) di programmare e gestire le zone di immersione a scopo ricreativo anche in alcune porzioni delle zone A, creando delle aree entry-no take (Villa et al., 2002) come già avviene in altre AMP italiane (Odorico e Piron, 2005; Polo et al., 2005); 4) di ottimizzare le ricerche scientifiche, individuando con precisione le sub-aree da utilizzare, come nel caso della sperimentazione del ripopolamento dell aragosta rossa (Palinurus elephas) svolte nell ambito dello stesso progetto di ricerca sull AMP (Nautilus, 2005). L integrazione delle apparecchiature e degli strumenti di elaborazione impiegati possono essere inoltre un valido supporto nella esatta delimitazione e nello studio di biocenosi di particolare pregio (ad esempio nel caso della Facies a Paramuricea clavata). Sulla base dei risultati ottenuti, si ritiene che la conoscenza dell estensione tridimensionale delle unità biocenotiche presenti in un area possa essere un valido ausilio nella predisposizione di piani adeguati di monitoraggio e tutela. In base ai calcoli effettuati un modello tridimensionale dovrebbe essere applicato nelle cartografie su fondi con pendenze superiori a 35. In questo caso, infatti, il valore di superficie ottenuta con la ricostruzione 3D fornisce dei valori di superficie superiori di oltre il 20% rispetto a quelli ottenuti con il modello di proiezione classico. Si rendono necessari, peraltro, ulteriori studi volti al perfezionamento della metodica di modellizzazione tridimensionale. Summary Biocenotic maps are a powerful tool for the study in marine biology. A detailed cartography of benthic biocenoses is essential for the right management, protection and valorisation of Marine Protected Areas (MPA). Within a framework of a Project financed by the Palermo Municipality, detailed (1:2.000 scale) maps of the Capo Gallo-Isola delle Femmine MPA core zones (Sicily, Italy) were carried out through the use of technolocally advanced tools. The applied methods included the integration of: differential GPS (DGPS), Side Scan Sonar (S.S.S.), Hydrographic echosounder, Remote Operated Vehicle (ROV), PDS 2000 navigation system and scuba

9 Cartografia biocenotica di dettaglio nelle zone A di una AMP 421 divers spot surveys. Furthermore,because of the detailed representation scale, a Simrad HPR 400 positioning system (Ultra Shot Base Line principle) was used. This tools, which is usually employed in geophysics surveys, gives the underwater vehicle s position instantly and with metric precision thanks to a transducer climbed onto the ROV. Twenty-eight assemblages were identified, positioned and delimitated. Rather than the classical biocenotic symbolism, numerical symbolism was used in the paper maps. The extension of the area colonized by two assemblages was evaluated by also taking into account 3D modeling software. This approach gave an idea of the error in the two-dimension cartography caused by the bottom inclination. This error is particularly relevant for assemblages such as Coralligenous and Precoralligenous biocenoses which are normally present on steep bottom. On the basis of this study, a correction through a 3D approach is recommended for all areas where the slope is greater than 35. The assemblages were ordered hierarchically, according to their vulnerability; three levels were identified. In the core area of Isola delle Femmine the 20% of the surface is colonised by high vulnerable assemblages; in the core area of capo Gallo no one assemblages identified belongs to the group of high sensitive areas. Some examples of the possible utilisation of these detailed maps as tools for the management of the MPA are given. Ringraziamenti Gli Autori desiderano ringraziare la Dott.ssa Barbara Borgese per la collaborazione nella revisione dei testi in lingua inglese. Bibliografia ARDIZZONE G.D. (1992) Cartografia bentonica con sistemi video controllati a distanza. Oebalia, 17 (2) (Suppl.): ARDIZZONE G.D. (2000) La rappresentazione cartografica nelle ricerche di Biologia Marina in Mediterraneo. Biol. Mar. Medit., 7 (1): BIANCHI C.N., ARDIZZONE G.D., BELLUSCIO A., COLANTONI P., DIVIACCO G., MORRI C., TUNESI L. (2003) La cartografia del benthos. In: Gambi M.C., Dappiano M. (eds), Manuale di Metodologie di Campionamento e Studio del Benthos Marino Mediterraneo. Biol. Mar. Medit., 10 (Suppl.): CHEMELLO R., RUSSO G.F. (2001) MaREP, una metodica per la valutazione della qualità ambientale nelle aree marine protette. Valtrend Ed., Napoli: 46 pp. CHENG W.H. (2005) Study mobile underwater positioning system with expendable and multifunctional bathythermographs. Ocean. Engineering, 32: CSILLAG F. (2003) Geogaphical Information Systems and Environmental Modelling. CEU Department of Environmental Science and Policy, Budapest: 6 pp. DESCAMP P., PERGENT G., BALLESTA L., FOULQUIE M. (2005) Underwater acoustic positioning systems as tool for Posidonia oceanica beds survey. C.R. Biologies, 328: GENTILE A., RIGGIO S. (2003) Sviluppo di un Database GIS come strumento di gestione in un piano di monitoraggio e controllo della fascia costiera. Biol. Mar. Medit., 10 (2): MEISNEZ A., BOUDOURESQUE C.F., FALCONETTI C., ASTIER J.M., BAY D., BLANC J.J., BOURCIER M., CINELLI F., CIRIK S., CRISTIANI G., DI GERONIMO I., GIAC- CONE G., HARMELIN J.G., LAUBIER L., LOVRIC A.Z., MOLINIER R., SOYER J., VAMVAKAS C. (1983) - Normalisation des symboles pour la représentation et la cartographie des biocénoses bentiques littoraux de Méditerranée. Ann. Inst. Océan., Paris, 59 (2): MITASOVA H., DRAKE T., HARMON R., HOFIERKA J., MC NINCH J. (2002) Spatiotemporal monitoring of evolving topography using LIDAR, Real Time Kinematic GPS and sonar data. Proceedings of the Open source GIS-GRASS user conference Trento, Italy, September 2002: NAUTILUS (2005) Interventi per la caratterizzazione ambientale e la valorizzazione dell Istituenda Area Marina Protetta di Capo Gallo. Rapporto interno: 133 pp.

10 422 F. Pititto, G. Torchia, D. Catalano, R. Greco, P. Pelusi ODORICO R., PIRON M. (2005) Riserva naturale di Miramare (TS): Meccanismi di controllo delle visite subacquee. Workshop internazionale Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull ambiente: esperienze mediterranee a confronto, Roma Febbraio 2005: (in stampa). POLO F., ZUPPA F., TEMPESTA M. (2005) Creazione di un protocollo per il monitoraggio del disturbo legato alla fruizione subacquea nel sistema di gestione ambientale (certificato EMAS I ) della Riserva Naturale Marina di Miramare (Trieste). Workshop internazionale Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull ambiente: esperienze mediterranee a confronto, Roma Febbraio 2005: (in stampa). RAC/SPA (1995) - Protocol concerning specially protected areas and biological diversity in the Mediterranean. UNEP-MAP RAC/SPA, Simpact (Tunisia): 46 pp. RELINI G. (2000) Nuovi contributi per la conservazione della biodiversità in Mediterraneo. Biol. Mar. Medit., 7 (3): SGORBINI S., PEIRANO A., COCITO S., MORGIGNI M. (2002) An underwater tracking system for mapping marine communities: an application to Posidonia oceanica. Oceanol. acta, 22: VILLA F., TUNESI L., AGARDY T. (2002) Zoning Marine Protected Areas through Spatial Multiple-Criteria Analysis: the case of the Asinara Island Marine Reserve of Italy. Conservation Biology, 16 (2):

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