I DISCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA NELL AMBITO DEL MARCHIO PRODOTTI PUGLIA PUGLIA

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1 I DISCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA NELL AMBITO DEL MARCHIO PRODOTTI DI PUGLIA REGIONE PUGLIA PUGLIA ASSESSORATO ASSESSORATO ALL AGRICOLTURA ALL AGRICOLTURA FORESTE FORESTE CACCIA CACCIA E E PESCA PESCA OSSERVATORIO OSSERVATORIO PER PER LE LE MALATTIE MALATTIE DELLE DELLE PIANTE PIANTE ANTONIO ANTONIO GUARIO GUARIO 1

2 COSA RICHIEDE OGGI IL IL MERCATO QUALITA DEI PRODOTTI PRODOTTI CERTIFICATI UNA QUANTITA GARANTITA GARANZIA NELLA TUTELA DEL CONSUMATORE 2

3 Esigenze Soddisfatti i bisogni primari Dopo tutti gli scandali alimentari Con la cattiva informazione dei mass-media Con l allontanamento del sito di commercializzazione da quello di produzione Il consumatore ha l esigenza di conoscere l origine dei prodotti ortofrutticoli (tracciabilità), come questi sono stati ottenuti (processo produttivo e salvaguardia dell ambiente) e la loro salubrità e sicurezza alimentare 3

4 LE GARANZIE IGIENICO-SANITARIE e di RISPETTO AMBIENTALE delle PRODUZIONI ORTOFRUTTICOLE 4

5 LE TENDENZE nella DISTRIBUZIONE in crescita, ma variabile in Italia ed Europa: GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA (GDO) DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA (GD) NEGOZI SPECIALIZZATI in calo o molto variabili: IL RESTO: - NEGOZI DI FRUTTIVENDOLO RIONALE - BANCARELLA - AMBULANTE - VENDITA DIRETTA 5

6 LE PRIORITA NEL RAPPORTO CON IL MERCATO SANITA ED IGIENE (libro bianco sulla sicurezza alimentare e relativi adempimenti) PROCESSI TECNOLOGICI (campo, lavorazione, trasformazione) a BASSO IMPATTO AMBIENTALE ASSENZA OGM e/o SOSTANZE CHIMICHE INDESIDERATE (fisiofarmaci,fitoregolatori, additivi vari) PRODOTTI ALIMENTARI con LIMITATO (o NULLO) il RESIDUO di FITOFARMACI di SINTESI RINTRACCIABILITA per la SICUREZZA ALIMENTARE QUALITA DI PRODOTTO (alimentare e sensoriale) SICUREZZA dei LAVORATORI ed ETICA LAVORO 6

7 TIPOLOGIE di PRODOTTO per TIPO di PROCESSI PRODUTTIVI sulla FILIERA (in ITALIA, in EUROPA e nel MONDO) AGRICOLTURA ORGANICA O BIOLOGICA AGRICOLTURA INTEGRATA 7

8 PRODOTTI TIPICI IGP (Indicazione Geografica Protetta) attribuita all origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell area geografica determinata. DOP (Denominazione di Origine Protetta) la qualità o le caratteristiche siano dovute essenzialmente o esclusivamente all ambiente Geografico comprensivo dei fattori naturali ed umani 8

9 IL RAPPORTO con la POLITICA COMUNITARIA REGOLAMENTI AMBIENTALI: Reg. 2092/91 dell AGRICOLTURA ORGANICA (BIO), Reg. 1257/99 e ex Reg. 2078/92, REGOLAMENTI per la VALORIZZAZIONE delle PRODUZIONI: Reg. 2200/96 (OCM = Organizzazione Comune dei Mercati). 9

10 Sostenibilità applicata all agricoltura Obiettivi dell agricoltura sostenibile produrre quantità sufficiente e fonire in modo conveniente alimenti di alta qualità assicurare la redditività delle coltivazioni proteggere e migliorare l ambiente ottimizzare l uso delle risorse naturali combinare le migliori tecnologie disponibili con le pratiche agricole tradizionali in modo adatto alle condizioni/capacità locali migliorare la qualità della vita degli agricoltori, delle comunità rurali e della società ICM: Integrated Crop Management IPM: Integrated Pest Management 10

11 Integrated Crop Management (ICM) CROP NUTRITION MONITORING AND AUDITING CROP PROTECTION IPM CROP VARIETY AND ROTATION SOIL AND WATER MANAGEMENT ICM ORGANISA- TIONAL MANAGEMENT PREVENTION INTERVEN- TION OBSERVATION WASTE & POLLUTION MANAGEMENT WILDLIFE & LANDSCAPE MANAGEMENT ENERGY MANAGEMENT 11

12 QUALITA e CERTIFICAZIONE alcuni richiami Certificazione, in generale: verificato e controllato da ente terzo indipendente. Qualità di sistema aziendale ISO 9001: certificazione del sistema di organizzazione aziendale finalizzato alla qualità della medesima. Volontaria. Certificazione di Prodotto per la Qualità di prodotto : certificazione di una o più caratteristiche di un prodotto che si intende valorizzare al trade e al consumatore. Volontaria. Dlgs 155 del 1997 (HACCP): individuazione e prevenzione dei punti critici in materia di igiene e sanità dei prodotti alimentari. Obbligatorio per stabilimenti. 12

13 QUALITA e CERTIFICAZIONE alcuni richiami EUREP GAP (Euro Retailer s and Producer s Working Group) ) (Good( Agricultural Practice): certificazione dei processi produttivi nella fase di campo, richiesta dalle Grandi Catene della Distribuzione Moderna,, in particolare anglossassone europea ed extra europea. BRC (British Retailer s Consortium): certificazione dei processi produttivi nella fase di magazzino, richiesta dalle Grandi Catene e Inglesi ed Anglosassoni in generale. GFS (Global Food Safety): linea guida per la certificazione dei processi produttivi nella fase di campo e di magazzino, richiesta dalla Distribuzione dei paesi area WTO. AGROCONFIANCE: proposta di certificazione di filiera agroalimentare, dal campo fino al consumatore, realizzata dalle organizzazioni agricole a e dalla GDO francesi. Q e S: proposta di certificazione di filiera, formulata dalla Distribuzione (coinvolta la produzione agricola) Tedesca. 13

14 RINTRACCIABILITA : Regol.. CE 178/2002 (in materia di sicurezza alimentare) Rintracciabilità: : Regolamento CE n. 178/2002 del 28 gennaio 2002 che stabilisce i principi generali della legislazione alimentare, istituisce l Authority europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare. Avrà carattere obbligatorio in materia di sicurezza alimentare. Sistema di Rintracciabilità o Tracciabilità: discende direttamente dalla norma UNI 10939:

15 RINTRACCIABILITA : Regol.. CE 178/2002 (in materia di sicurezza alimentare) La rintracciabilità è la possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, di un mangime, di un animale destinato alla produzione alimentare o di una sostanza destinata o atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione 15

16 RINTRACCIABILITA : Reg.. CE 178/2002 (in materia di sicurezza alimentare) fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione, qualsiasi fase, importazione compresa, a partire dalla produzione primaria di un alimento inclusa fino al magazzinaggio, al trasporto, alla vendita o erogazione al consumatore finale 16

17 PER IL MERCATO ITALIANO Il marchio rappresenta uno strumento per migliorare il livello qualitativo dei prodotti offerti. Riconoscimenti DOP, IGP, per paese (2002) 10% 22% 9% 11% Germania 20% 14% 14% Portogallo Grecia Italia Francia Altri Spagna Il mercato italiano annovera 136 prodotti DOP e IGP 17

18 PER IL MERCATO ITALIANO Il marchio rappresenta uno strumento per migliorare il livello qualitativo dei prodotti offerti. DOP e IGP: paniere italiano Dop Igp Formaggi Ortofrutta Carni preparate Oli d'oliva Altri prodotti 18

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29 Reg. CEE 2078/92 PROGRAMMA AGROAMBIENTALE REGIONALE ADELFIA 25 GIUGNO 2003 REG. CEE 2200/ O.C.M- ORTOFRUTTA PIANO DI DI SVILUPPO RURALE (P.S.R) PROGRAMMI DI AGRICOLTURA E QUALITA 2 TRACCIABILITA IMPATTO AMBIENTALE NECESSITA DI CERTIFICARE LA PRODUZIONE DISCIPLINARI DI PRODUZIONE 29

30 Agrumi Ciliegio Pesco Vite da tavola N 80 del 25 giugno

31 DISCIPLINARE NORMATIVA PER LA PRODUZIONE INDICAZIONI OBBLIGATORIE ESCLUSIONE PER MANCATO RISPETTO CONSIGLI E INDICAZIONI TECNICHE ADATTAMENTO ALLE ESIGENZE AZIENDALI 3 1

32 DISCIPLINARE DI DI PRODUZIONE REGOLA L INTERO PROCESSO PRODUTTIVO AREA AREA DI DI PRODUZIONE SCELTE SCELTE VARIETALI TECNICHE TECNICHE D IMPIANTO D IMPIANTO TRASFORMAZIONE ASPETTI ASPETTI DI DI COMMERCIALIZZAZIONE CONCIMAZIONE DIFESA DIFESA DAI DAI PARASSITI RACCOLTA 32

33 PREMESSA FINALITA DEL DISCIPLINARE A CHI VA INDIRIZZATO Aziende Tecnici Associazioni Enti che gestiscono marchi qualità Istituzioni pubbliche e private Servizi di sviluppo e divulgazione Istituti di ricerca e divulgazione DOP. IGP. Sistemi di certificazione EUREP-GAP 33

34 AREA DI DI APPLICAZIONE DEFINISCE SU QUALE COMPRENSORIO HA VALIDITA Nazionale Regionale Area molto ristretta DESCRIVE DELL AREA DI APPLICAZIONE Caratteristiche climatiche Caratteristiche pedologiche Condizioni socio economiche 34

35 IMPATTO DEL DISCIPLINARE NELL AMBIENTE CONSERVARE GLI EQUILIBRI NATURALI Consentire lo sviluppo di animali e piante che vivono nell ambiente Favorire ripari naturali come siepi muretti aree naturali Evitare la coltivazione a ridosso dei muretti e delle siepi 35

36 SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO E OBBLIGATORIO IMPIANTARE MATERIALE DI PROPAGAZIONE SANO Sementi Piante Conformità varietale Certificazione fitosanitaria va assicurata dove vi è presenza di parassiti di lotta obbligatoria SI SPECIFICA IL DIVIETO DI MATERIALE GENETICAMENTE MODIFICATO 36

37 SCELTA DEL PORTAINNESTO E DELLE VARIETA IL LA SCELTA VA FATTA IN FUNZIONE DEL COMPRENSORIO SU CUI VIENE APPLICATO DISCIPLINARE A carattere nazionale o regionale Si consigliano tutte le varietà presenti sul territorio A carattere locale Si consigliano le o la varietà tipiche della zona 37

38 SCELTA DEL PORTAINNESTO E DELLE VARIETA DESCRIZIONE DEI PORTAINNESTI E DELLE VARIETA CONSIGLIATE In funzione della zona di coltivazione dell adattamento al terreno del periodo di maturazione della vigoria della pianta dell autofertilità o meno della suscettibilità alle avversità Precoci Tardive Medio tardive 38

39 MODALITA DI DI IMPIANTO IN FUNZIONE DELLA QUALITA DA OTTENERE VANNO INDICATE In asciutto N Max di piante per ettaro In irriguo Tecnica colturale Fertilità del terreno Forma di allevamento scelto Della organizzazione aziendale 39

40 FORME DI DI ALLEVAMENTO CONSIGLI SULLA FORMA DI ALLEVAMENTO In funzione della varietà scelta della tipicità della zona CONSIGLI SULL ALTEZZA DELL IMPALCATURA 40

41 SISTEMAZIONE DEL TERRRENO INDICAZIONI SULLE MODALITA DI PREPARAZIONE DEL TERRENO PRIMA DELL IMPIANTO Aratura profonda Spietramento Livellamento del terreno per evitare: Ristagni Asfisia Erosioni del suolo 41

42 MESSA A DIMORA DELLE PIANTE CONSIGLI SU QUANDO EFFETTUARE TALE OPERAZIONE In funzione della varietà scelta della tipicità della zona di evitare fenomeni di stess stess delle condizioni del terreno CONSIGLI SU COME FARE TALE OPERAZIONE In funzione della profondità 42 della possibilità di apportare dell acqua

43 CONCIMAZIONE INDICAZIONI SULLA CONCIMAZIONE IN PRE-IMPIANTO INDICAZIONI SULLA CONCIMAZIONE DURANTE LA FASE VEGETATIVA In funzione della forma di allevamento quantità di produzione ottenibile della distribuzione temporale degli elementi nutritivi 43

44 CONCIMAZIONE INDICAZIONI IN MODO OBBLIGATORIO DELLE QUANTITA MASSIME DI Azoto Anidride fosforica Potassio SI RENDE OBBLIGATORIO UNA ANALISI DEL TERRENO PER AREE OMOGENEE Primo dell impianto Ogni 5 anni durante la produzione Indicare i parametri delle analisi 44

45 CONCIMAZIONE SUGGERIMENTI SULLE TECNICHE DI FERTIRRIGAZIONE Indicando i vantaggi la possibilità di ridurre le quantità rientrando nei parametri ammessi SUGGERIMENTI SULLETECNICHE DI SOVESCIO E DI CONCIMAZIONE ORGANICA 45

46 IRRIGAZIONE SUGGERIMENTI SULL TECNICHE DI IRRIGAZIONE Indicando i diversi metodi da adottare Localizzato a microportate il periodo in cui va fatta in funzione della fase fenologica i turni di irrigazione il fabbisogno idrico della coltura OBBLIGARE AD EFFETTUARE ANALISI Chimiche ogni 5 anni Batteriologiche ogni 3 anni Divieto dei metodi a scorrimento 46

47 CONTROLLO DELLE AVVERSITA OBBLIGO DEL RISPETTO DELLE SCHEDE DI DIFESA INTEGRATA 47

48 CRITERI DI SCELTA DEI PRODOTTI FITOSANITARI DA UTILIZZARE NELL AMBITO DEI DISCIPLINARI DI PRODUZIONE

49 Criteri per la definizione di norme tecniche di difesa delle colture e del controllo delle infestanti Decisione della Commissione Europea N. C(96) 3864 del 30/12/96 PROMOZIONE DI UNA DIFESA FITOSANITARIA CHE DETERMINI IL MINOR IMPATTO VERSO L UOMO E L AMBIENTE E CHE CONSENTA DI OTTENERE PRODUZIONI ECONOMICAMENTE ACCETTABILI

50 APPLICAZIONE DELLE REGOLE Difesa fitosanitaria integrata Definizione delle norme tecniche e loro aggiornamento attraverso una specifica procedura Controllo delle erbe infestanti Impiego di prodotti meno residuali

51 PRINCIPI E CRITERI GENERALI Promozione di una difesa fitosanitaria che determini il minor impatto verso l uomo e l ambiente e che consenta di ottenere produzioni economicamente accettabili Integrated Production - IOBC/WPRS Sviluppo di una corretta gestione fitoiatrica basata su due momenti decisionali

52 VALUTAZIONE DELLA NECESSITA DI INTERVENIRE E SCELTA DEL MOMENTO DECISIONALE CRITERI PER LA DIFESA DAI FITOFAGI CRITERI PER LA DIFESA DALLE MALATTIE CRITERI PER LA GESTIONE DALLE INFESTANTI RAZIONALIZZARE L IMPIEGO DEI MEZZI DI DIFESA SELEZIONE QUALITATIVA DEI MEZZI DI DIFESA OTTIMIZZAZIONE DELLE MODALITA DI DISTRIBUZIONE 5 2

53 IMPOSTAZIONE DEI DISCIPLINARI LE PRINCIPALI AVVERSITA per le quali si effettuano i trattamenti per le quali specificamente non si devono effettuare interventi

54 IMPOSTAZIONE DEI DISCIPLINARI CRITERI DI INTERVENTO INDICAZIONI TECNICHE PER IL CONTROLLO DELL AVVERSITA AGRONOMICO, BIOLOGICO, BIOTECNICO, CHIMICO ECC.

55 IMPOSTAZIONE DEI DISCIPLINARI SOSTANZE ATTIVE EFFICACIA NEI CONFRONTI DELL AVVERSITA TOSSICITA PER L UOMO DANNOSITA ALL AGROECOSISTEMA COMPORTAMENTO NELL AMBIENTE RESIDUALITA SUI PRODOTTI ALIMENTARI

56 MODIFICHE DEI DISCIPLINARI VANNO VALUTATE LE ESIGENZE LOCALI DEL TERRITORIO REGIONALE NECESSITA DI ESSERE AGGIORNATO CON RAPIDITA NUOVI PRINCIPI ATTIVI NUOVE COLTURE NUOVE AVVERSITA UTILIZZARE LE DEROGHE IN CASO DI EVENTI (AVVERSITA O NUMERO DI INTERVENTI) NON PROGRAMMATI CHE RIVESTONO CARATTERE DI ECCEZIONALITA

57 VANTAGGI UNA CRESCITA SOCIALE DELL AREA DI DI PRODUZIONE UNA ASSISTENZA SPECIFICA FINALIZZATA ALL OTTENIMENTO DELLA PRODUZIONE FORZA CONTRATTUALE SUL SUL MERCATO 57

58 GRAZIE PER L ATTENZIONE Antonio GUARIO REGIONE PUGLIA ASSESSORATO ALL AGRICOLTURA OSSERVATORIO PER LE MALATIE DELLE PIANTE Lungomare Nazario Sauro BARI Tel FAX aguario@regione.puglia.it 58

59 5 9

60 CRITERI PER IL CONTROLLO DELLE INFESTANTI Scelta di una strategia di intervento che: sia mirata sui bersagli favorisce gli interventi di post e quelli di pre emergenza Previsione della composizione floristica Valutazione della flora effettivamente presente

61 DIFESA INTEGRATA DIFESA INTEGRATA Elementi caratterizzanti l iter per l applicazione del Reg. CEE 2078/92 Principi e criteri generali definiti dalla UE e riconosciuti da MIPA e Regioni Enti Ufficiali proponenti (Regioni) Comitato Nazionale Tecnico Scientifico riconosciuto da UE, MIPA e Regioni Enti Ufficiali che gestiscono e controllano l applicazione (Regioni con la supervisione della UE)

62 Antonio GUARIO REGIONE PUGLIA ASSESSORATO ALL AGRICOLTURA OSSERVATORIO PER LE MALATIE DELLE PIANTE Lungomare Nazario Sauro BARI Tel FAX

63 6 3

64 CRITERI PER LA DIFESA DAI FITOFAGI Valutazioni aziendali o zonali per aree omogenee Individuazione delle avversità * principali * secondarie Metodi di monitoraggio Valutazione danno economico Definizione soglia economica di intervento Individuazione antagonisti naturali Rapporto tra antagonisti e avversità Metodi di monitoraggio Sensibilità nei confronti dei principi attivi Scelta della strategia di difesa più opportuna Andamento delle infestazioni Grado di pericolosità Esame complessivo di tutte le avversità presenti Esame complessivo antagonisti presenti Modalità d azione dei p.a. disponibili Situazione meteo e previsioni del tempo

65 VALUTAZIONE DELLA NECESSITA DI INTERVENIRE E SCELTA DEL MOMENTO DECISIONALE CRITERI PER LA DIFESA DAI FITOFAGI CRITERI PER LA DIFESA DALLE MALATTIE

66 CRITERI PER LA DIFESA DALLE MALATTIE Valutazioni aziendali o zonali per aree omogenee Scelta della strategia di difesa più opportuna Modelli previsionali Interazione ospite - patogeno - clima Specifici monitoraggi aerobiologici Valutazioni previsionali Correlazione tra andamento climatico e aspetti epidemiologici Accertamento dei sintomi Accertamento comparsa infezioni Soglia d intervento

67 VALUTAZIONE DELLA NECESSITA DI INTERVENIRE E SCELTA DEL MOMENTO DECISIONALE CRITERI PER LA DIFESA DAI FITOFAGI CRITERI PER LA DIFESA DALLE MALATTIE CRITERI PER LA GESTIONE DALLE INFESTANTI

68 VALUTAZIONE DELLA NECESSITA DI INTERVENIRE E SCELTA DEL MOMENTO DECISIONALE CRITERI PER LA DIFESA DAI FITOFAGI CRITERI PER LA DIFESA DALLE MALATTIE CRITERI PER LA GESTIONE DALLE INFESTANTI RAZIONALIZZARE L IMPIEGO DEI MEZZI DI DIFESA SELEZIONE QUALITATIVA DEI MEZZI DI DIFESA 6 8

69 SELEZIONE QUALITATIVA MEZZI DI DIFESA Efficacia nei confronti delle avversità Priorità ai mezzi a minor impatto Impiego dei prodotti di origine naturale Criteri di selezione dei prodotti di sintesi Scelta cv resistenti o tolleranti Uso mat. propagazione sano Pratiche agronomiche: es. rotazioni, concim., irrigaz. Mezzi fisici (solarizzazione) Mezzi biotecnici: es. attrattivi Mezzi biologici: es. antagonisti Ammessi tutti i prodotti previsti dal Reg. 2092/91 e regolarmente registrati in Italia Tossicità per l'uomo Acuta e cronica Impatto con l'ambiente Residualità Selettività nei confronti degli ausiliari

70 Selezione qualitativa Prodotti fitosanitari - Tossicità per l uomo Acuta Esclusione o limitazione dei formulati commerciali classificati come: Molto Tossici : T+ Tossici : T Nocivi : Xn Es: Paration Metil Paration Cronica Limitazione di prodotti con frasi di rischio quali: R40 R63 Limitazione di prodotti con valutazioni della CCTN in merito a: Mutagenesi: 2 e 3 Cancerogenesi: 2 e 3 Embriotossicità: 2 e 3

71 VALUTAZIONE DELLA NECESSITA DI INTERVENIRE E SCELTA DEL MOMENTO DECISIONALE CRITERI PER LA DIFESA DAI FITOFAGI CRITERI PER LA DIFESA DALLE MALATTIE CRITERI PER LA GESTIONE DALLE INFESTANTI RAZIONALIZZARE L IMPIEGO DEI MEZZI DI DIFESA SELEZIONE QUALITATIVA DEI MEZZI DI DIFESA OTTIMIZZAZIONE DELLE MODALITA DI DISTRIBUZIONE 7 1

72 RIDUZIONE QUANTITATIVA Impiego di dosi adeguate o ridotte Impiego di attivanti Localizzazione dei prodotti Impiego di attrezzature efficienti Buona preparazione dei letti di semina o potature adeguate Ottimizzazione dei volumi di distribuzione

73 DIFESA INTEGRATA Principi e criteri generali definiti dalla UE e riconosciuti da MIPA e Regioni PROPONENTI Associazioni o enti a carattere pubblico REGIONE O PROVINCIA Privati o Cooperative Organismi tecnico-scientifici riconosciuti

74 Riportare le difficoltà nell applicare il disciplinare i vantaggi la difficoltà di non operare da solo ma in forma aggregata 74

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