Guinizzelli praised and explained (da [O] caro padre meo al XXVI del Purgatorio)

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1 the italianist Guinizzelli praised and explained (da [O] caro padre meo al XXVI del Purgatorio) Roberto Rea 1 Dante non gode di buona fama come critico letterario. Negli ultimi decenni, ripercorrendo i giudizi di valore e storiografici espressi da Dante su colleghi e predecessori in modo più o meno esplicito, dalla Vita nova al De vulgari eloquentia alla Commedia, la critica ha più volte insistito sulla loro interessata faziosità, sul loro sistematico asservimento a personali, e mutevoli, esigenze ideologiche e letterarie. 1 Insomma, giudizi dettati da quelli che di volta in volta sono per citare un nota definizione di Marti gli umori del critico militante : rispondenti esclusivamente all intento di fondo di riscrivere la storia della lirica aulica a proprio vantaggio, ridefinendo ruoli e genealogie, riassegnando meriti e demeriti, denunciando e tacendo a seconda delle convenienze. Momento culminante e punto di approdo di questa capziosa strategia critica è l incontro ultraterreno con Guido Guinizzelli nel XXVI del Purgatorio. 2 Episodio davvero cruciale, che permette a Dante di chiudere definitivamente i conti non solo con i suoi predecessori, ma anche con il suo stesso passato di poeta amoroso, se, come pare fuor di dubbio, il fuoco di Purg. XXVI purifica la poesia d amore laica. 3 Tuttavia, il superamento di quell esperienza in nome di una diversa e più alta missione, implicante una superiore consacrazione del proprio ruolo di poeta, non trattiene Dante dal ribadire una volta per tutte, proprio al momento del definitivo congedo da quella stagione e da quei valori, nell ultima cornice del Purgatorio, i nomi di chi ha fondato il canone della migliore lirica volgare e quelli di chi da quel canone doveva rimanere per sempre escluso. Di qui il commosso riconoscimento di Guinizzelli come padre mio e de li altri miei miglior che mai rime d amore usar dolci e leggiadre (vv ), l investitura, per bocca dello stesso poeta bolognese, di Arnaut Daniel come miglior fabbro del parlar materno (v. 117), nonché, infine, l inevitabile condanna di Guittone, esaltato dal grido effimero degli stolti e finalmente vinto dall oggettivo manifestarsi dell eccellenza della

2 2 the italianist poesia stilnovista (vv Così fer molti antichi di Guittone, di grido in grido pur lui dando pregio, fin che l ha vinto il ver con più persone ). L istanza dantesca di revisione storiografica è parsa raggiungere in quest ultimo atto il suo massimo grado di disinvoltura, giacché non si limita a imporre il punto di vista dell autore, ma, come del resto già accaduto nell incontro con Bonagiunta del canto XXIV, ne delega i giudizi ad una delle personalità storiche coinvolte, qui addirittura il padre Guinizzelli. Gli studiosi non hanno avuto dubbi a ravvisare nell episodio una sorta di riduzione del Guinizzelli ad espediente e a pretesto amplificatorio delle idee e dei giudizi del medesimo Dante. Insomma, un padre di fatto plagiato dalla prepotente personalità del figlio. 4 Per quel che riguarda poi la specifica condanna di Guittone, la mistificazione dantesca è sembrata spingersi fino al ribaltamento dell effettiva realtà storica. Come riconobbe per primo Wilkins, 5 in un celebre intervento riconosciuto come a classic point of reference in the critical debate, 6 Dante sembra mettere in bocca al proprio padre un vero e proprio auto da fe, facendogli denigrare quel Guittone verso cui lo stesso poeta bolognese in vita aveva invece mostrato smaccata ammirazione con il deferentissimo sonetto [O] caro padre meo, nel quale riconosceva l aretino come maestro e gli chiedeva di correggere un suo componimento. Proprio all incipit di questo sonetto allude infatti l appellativo padre mio che Dante nell episodio purgatoriale riferisce allo stesso Guinizzelli. 7 Le dichiarazioni polemiche di quest ultimo in veste di spirito purgante costituirebbero quindi la necessaria palinodia dell incauta lode che da vivo aveva voluto tributare a Guittone. Quello dantesco sarebbe insomma un Guinizzelli, per usare l efficace formula di Wilkins, praised and corrected. 2 Questa interpretazione dell episodio purgatoriale, condivisa fino a pochi anni fa in modo pressoché unanime dalla critica, è stata revocata in dubbio da Luciano Rossi, che nella sua edizione commentata del poeta bolognese riconosce nel sonetto un contrafactum che si spinge fin quasi all irriverenza 8, quindi persuasivamente confutata dagli importanti studi di Paolo Borsa e Justin Steinberg. 9 I due studiosi, l uno indipendentemente dall altro e da diverse prospettive muovendo il primo da una reinterpretazione del sonetto [O] caro padre meo e dalla ridefinizione del ruolo culturale del poeta bolognese, il secondo da un attenta riconsiderazione della testimonianza dei Memoriali bolognesi nel relativo contesto storico-politico, hanno mostrato come il sonetto che Guinizzelli invia a Guittone sia da intendersi in senso antifrastico e quindi sarcasticamente polemico. Con la conseguenza che Dante nel Purgatorio non compierebbe alcun abuso nel momento in cui affida al medesimo Guinizzelli la condanna del poeta aretino.

3 Rea Guinizzelli praised and explained 3 Ha infatti ragione Borsa quando insiste sul fatto che l interpretazione tradizionale sia in realtà tutt altro che immune da dubbi e contraddizioni. Pur con tutta la diffidenza che possiamo nutrire verso i giudizi danteschi, riesce infatti difficile pensare che il poeta che fu il principale bersaglio polemico (Borsa, p. 14), non solo di Dante, ma anche di Cavalcanti, sarebbe stato venerato come maestro proprio da colui che quei medesimi poeti riconoscono, nei testi si badi bene ancor prima che nelle dichiarazioni di poetica, come costante modello e padre letterario. 10 Tanto più che l opposizione Guittone e Guido [Guinizzelli] non è solo frutto della sistemazione critica dantesca, se, come sembra più che probabile, il sonetto guittoniano S eo tale fosse ch io potesse stare intendeva assumere come bersaglio polemico soprattutto la poesia della lode guinizzelliana e se i due si trovarono su opposti fronti anche riguardo il cruciale dibattito cortese riguardante la questione del guiderdone amoroso. 11 Inoltre, rimane un dato di fatto la sostanziale diversità delle due maniere poetiche, 12 giacché neppure il Guinizzelli più arcaizzante è comunque accostabile all obscuritas artificiosa e formalistica dell aretino. 13 Lasciano infine perplessi gli stessi contenuti della supposta lode guinizzelliana, soprattutto se raffrontati con altri componimenti diretti a Guittone dai suoi stessi seguaci: per dirla in breve, è mai possibile che, se un guittoniano come Ubertino attacca il presunto saver di frate Guittone e la sua condizione di gaudente coniugato, Guido invece, che davvero guittoniano non appare mai, si sprofonda in una sperticata e poco opportuna lode? Ed è mai possibile che l elogio di un frate gaudente giunga proprio da un bolognese laico e per giunta ghibellino?. 14 In particolare, appare quantomeno incauta l enfatica lode guinizzelliana dei gaudii di cui Guittone gaude tra i gaudenti (vv. 7-8), argomento davvero assai inopportuno, 15 giacché gli appartenenti all Ordo militiae beatae Mariae Virginis gloriosae, detti comunemente frati Gaudenti, avevano, come dimostrano peraltro le autodifese in materia del medesimo Guittone, non pochi problemi a giustificare la disinvoltura con cui conciliavano abito talare e interessi mondani, disinvoltura che aveva guadagnato loro il significativo soprannome di capponi di Cristo. 16 Davvero si può pensare a Guinizzelli come a uno sprovveduto gaffeur? 17 Tali perplessità appaiono tanto più fondate se si colloca lo scambio di sonetti nel contesto socio-politico della Bologna degli anni Sessanta del Duecento, segnato dal conflitto fra la classe notarile e il potente ordine dei frati Gaudenti. 18 Di tale conflitto sarebbero espressione, secondo la persuasiva interpretazione di Steinberg, le stesse rime trascritte nei Memoriali bolognesi istituiti nel 1265 nell interesse dell oligarchia magnatizia per limitare il potere dei medesimi notai, 19 dai quali risultano sistematicamente assenti Guittone e seguaci, mentre sono presenti i Siciliani, Bonagiunta, Guinizzelli, Dante e gli stilnovisti. Ben lungi dal rispondere soltanto a contingenti esigenze giuridiche (riempire gli spazi bianchi dei registri), le poesie dei Memoriali testimonierebbero la resistenza opposta dai notai al governo oligarchico dei magnati controllato da Loderingo degli Andalò e Catalano dei

4 4 the italianist Catalani, fondatori dell ordine dei Gaudenti e amici del confratello, nonché ideologo del medesimo ordine, Guittone d Arezzo. 20 Alla luce di tale sociopolitical framework underlying the literary debate between Guittone and Guinizzelli (Steinberg, p. 43), assai difficilmente il sonetto che il giudice ghibellino bolognese Guido Guinizzelli invia al frate gaudente Guittone d Arezzo potrà essere stato ispirato da sincera e devota ammirazione. 21 Più verosimilmente, il componimento is poking fun at both the institution of the Jovial Friars and the poetic style of Guittone 22 e andrà quindi letto in senso ironico e provocatorio. 23 Così doveva intenderlo il medesimo Dante, il quale, molto probabilmente, aveva ben chiare e condivideva anche le implicazioni socio-politiche dell attacco guinizzelliano, se nel Purgatorio per decretare la riprovazione della poesia del gaudente Fra Guittone per bocca di Guinizzelli ricorre ai medesimi rimanti pregio : privilegio : collegio (Purg., XXVI ) che aveva adottato nell incontro infernale con i fondatori dello stesso ordine dei Gaudenti, i già citati Loderingo degli Andalò e Catalano dei Catalani, dannati fra gli ipocriti tristi (Inf., XXIII ) Dante dunque nell episodio purgatoriale, affidando a Guinizzelli la condanna di Guittone, non ribalta nessuna verità storica. Rende esplicito ciò che il sonetto guinizzelliano lasciava certo per un lettore moderno molto più ambiguamente di quanto non dovesse essere per un contemporaneo informato sui fatti implicito. Quello che ci si propone ora di dimostrare è che anche la pars construens del discorso del Guinizzelli dantesco, cioè l additamento di Arnaut Daniel come miglior fabbro, non sia un arbitraria forzatura di Dante, come da sempre unanimemente ritenuto, ma venga similmente autorizzata dallo stesso sonetto guinizzelliano [O] caro padre meo. Tra le pieghe dell abbondante esegesi che da sempre avvolge l episodio purgatoriale, c è un dato giudicato finora piuttosto marginale. Contini nel suo famoso intervento su Dante personaggio-poeta notò come un primo riferimento al sonetto guinizzelliano fosse inserito all interno del racconto purgatoriale mediante la ripresa dei rimanti rari (i)mbarchi : marchi di [O] caro padre meo (vv. 2 e 6) nelle battute iniziali pronunciate dall anima purgante di Guido (Purg., XXVI ): 25 Beato te, che de le nostre marche, ricominciò colei che pria m inchiese, per morir meglio, esperïenza imbarche! Ma ancora più rilevante risulta il fatto che tali rimanti fossero stati già adoperati da Arnaut Daniel in Si m fos Amors ( embarc e marc ; vv. 3 e 35). Questa coincidenza,

5 Rea Guinizzelli praised and explained 5 nei pochissimi casi in cui è stata notata, è stata valorizzata esclusivamente in prospettiva dantesca. In pratica, vi si è voluta ravvisare la volontà del medesimo Dante di insinuare comunque la predominanza della maestria arnaldiana sin dalle prime movenze dell incontro purgatoriale. 26 Non ci si è invece affatto interrogati sul significato della presenza di questi rimanti nel sonetto [O] caro padre meo. La questione non è di poco conto. Premesso che, come ormai largamente assodato in ambito di lirica romanza, l inserimento di una rima rara non è quasi mai stilisticamente (e ideologicamente) neutrale, 27 la scelta guinizzelliana di adottare rimanti arnaldiani nel sonetto rivolto contro Guittone potrebbe caricarsi, soprattutto alla luce delle dichiarazioni attribuite da Dante al personaggio Guinizzelli nel Purgatorio, di implicazioni tutt altro che marginali. Vale quindi la pena soffermarsi sui rimanti di [O] caro padre meo. Il loro esame puntuale rivela infatti che giocano un ruolo ben più decisivo di quanto non sia apparso finora. A partire dalla corrispondenza appena citata, che risulta in realtà più estesa di quanto segnalato, coinvolgendo tre rimanti su quattro della rima in archi delle quartine guinizzelliane: Arnaut, Si m fos Amors (BdT 29, 17 ; vv. 3, 11, 35): ja de mos jorns no m calgra far embarc don si belh dig mi tenon de joi larc que per vos son estrag caval e marc Guinizzelli, [O] caro padre meo (vv. 2, 6, 8): non bisogna ch alcun omo se mbarchi, che sembr à più via che Venezi à marchi; ch al me parer li gaudii àn sovralarchi. Si tratta di una coincidenza senz altro pregnante, poiché i rimanti in questione sono identificabili come arnaldiani non solo in ambito trobadorico, 28 ma anche in ambito italiano, dove l uso guinizzelliano della rima in archi non pare avere precedenti, ritrovandosi esclusivamente nell anonimo Cogli occhi, amor m archi (v. 1), marchi (v. 3), marchi (v. 5), marchi (v. 7) che dipende molto probabilmente dallo stesso sonetto di Guittone a Guido. 29 Anche l altra rima della quartine guinizzelliane, quella in aude, presenta tre rimanti su quattro sostanzialmente riconducibili ad Arnaut, 30 che li adotta nella canzone En breu brizara: 31 Arnaut, En breu brizara (BdT 29, 9 ; vv. 9, 17, 33): Amors es de pretz la claus Falhirs emendatz es laus Tan dopti que per non-aus Guinizzelli, [O] caro padre meo (vv. 1, 3, 5): [O] caro padre meo, de vostra laude ché n vostra mente intrar vizio non aude, a ciascun rëo sì la porta claude

6 6 the italianist Nella tradizione italiana tali rimanti risultano pure sufficientemente esclusivi, trovando in parte riscontro solo nel sonetto 192 (nell edizione Egidi) di Guittone (sonetto dedicato alla Temperanza): congaude (v. 9), laude (v. 11), aude (v. 13). Si tratta di una rima di estremo interesse, perché utilizzata da Guido anche nell ultima strofa di Al cor gentil, che sembra essere, anche sulla base di questo significativo legame, quella, fra le canzoni guinizzelliane, che presenta più carte in regola per poter essere allegata al sonetto in questione. 32 Ma decisivi per il riconoscimento della strategia guinizzelliana risultano i rimanti delle terzine cimi vimi limi, che scandiscono la provocatoria richiesta di correzione in cui culmina il sonetto, e che trovano puntuale riscontro nell arnaldiana Canso do ill mot: Arnaut, Canso do ill mot (BdT 29, 6; vv. 2-3, 12-14): fas pus era botono ill vim, e l aussor sim obri e lim motz de valor ab art d Amor Guinizzelli, [O] caro padre meo (vv. 10, 12, 14): al saver vostro, che l aguinchi e cimi, ch ell è congiunta certo a debel vimi: per vostra correzion lo vizio limi. Si tratta di una serie rimica che, com è noto, riveste un ruolo cruciale nella lirica di Arnaut, perché veicolata alla personale rivendicazione di una superiore maestria tecnica ispirata dal diretto magistero di Amore. 33 Un asserzione destinata a risuonare non solo nella celeberrima autodefinizione con cui Dante liquida la precedente tradizione lirica proprio in nome dell intimo insegnamento di Amore in Purgatorio, XXIV E io a lui: I mi son un che, quando Amor mi spira, noto, e a quel modo ch e ditta dentro vo significando ma anche nell orgogliosa dichiarazione con cui Cavalcanti chiude in modo perentorio la sua polemica con l Orlandi in Di vil matera, vv : Già non vi toccò lo sonetto primo Amore ha fabricato ciò ch io limo. 34 Nonostante che Arnaut derivi l uso della serie e le sue stesse dichiarazioni di poetica da Raimbaut d Aurenga, 35 e nonostante che altri trovatori dopo di lui abbiano adottato deliberatamente la medesima rima in ima in relazione al discorso metapoetico, ossia alle dichiarazioni del rimatore in merito al fare poesia, ai propri orientamenti stilistici e poetici (Santini, pp ), in area italiana tali rimanti, nonché la relativa rivendicazione di una superiore abilità tecnica affinata da Amore in persona, sono recepiti e riconosciuti come di matrice eminentemente arnaldiana. A testimoniarlo basta, credo, l unica altra attestazione della serie nella tradizione italiana che possiamo supporre grosso modo coeva a quella guinizzelliana. 36 Mi riferisco alla sua ripresa nella canzone Del meo voler di

7 Rea Guinizzelli praised and explained 7 Inghilfredi, segnata sin dall incipit da inequivocabili richiami alla celebre sestina di Arnaut. 37 In Del meo voler la rima in ima assume una funzione preminente proprio ai fini dell additamento del modello provenzale, essendo l unica ripetuta del componimento (stanza I: rima lima (vv. 2 e 5); stanza V percima dicima (vv. 51 e 54)), nonché quella su cui Inghilfredi impernia la rivendicazione del proprio trobar clus ( comenzo scura rima ; v. 2), arnaldianamente inteso come risultato di un supremo affinamento tecnico e intellettuale ( in lavoreo e lima ; v. 5). 38 Ad ulteriore dimostrazione della ricezione della serie come arnaldiana in ambito italiano si può, guardando alla sua successiva fortuna, chiamare in causa il sonetto denunciante i difetti della Commedia attribuito a Cino da Pistoia, dove i rimanti lima e cima precedono, nell ambito della critica rivolta a Dante circa la scelta dei poeti eletti a protagonisti dell episodio purgatoriale, l esplicita citazione del nome di Arnaut: 39 Infra gli altri diffetti del libello che mostra Dante signor d ogni rima, son duo sì grandi, ch a dritto si stima che n haggia l alma sua loco non bello. L un è che ragionando con Sordello et con molti altri della dotta lima, non fece motto a Honesto di ben cima, ch era presso ad Arnaldo Danïello Importa infine sottolineare che né Inghilfredi né Cino né nessun altro poeta italiano duecentesco recepisce il rimante arnaldiano vim, che trova quindi esclusiva corrispondenza nell occorrenza guinizzelliana del sostantivo vimi ([O] caro padre meo, v. 12), dato che assicura di per sé la diretta dipendenza di Guido da Arnaut. 4 Se quanto appena osservato è vero, non ci si può esimere dal domandarsi per quale ragione Guinizzelli in un sonetto in cui si prende gioco della conversione e della maniera poetica di Guittone adotti dei rimanti di chiara matrice arnaldiana o che comunque rinviano alle dichiarazioni di poetica dello stesso Arnaut. In altre parole, che significato può assumere nell ambito di un attacco polemico contro Guittone un allusione di tale portata al trobar car del maestro provenzale? Nella Toscana del terzo quarto del XIII secolo si può riscontrare un positivo interesse verso la lirica arnaldiana, che, benché non equiparabile alla celebrazione messa in atto da Dante dalle petrose al Purgatorio (e quindi ribadita da Petrarca

8 8 the italianist nei Trionfi), testimonia un apprezzamento della novità di quella poesia già prima dell operazione dantesca. Il primo prudente riconoscimento di Contini, formulato nella prefazione all edizione a cura di Toja della Rime del trovatore, di un Arnaut che aveva già lasciato il segno non solo, com è palese, nell Ighilfredi della già citata canzone Del meo voler, ma anche in Bonagiunta e Monte Andrea (ma in quest ultimo, secondo lo studioso, nello spirito più che nella lettera ), 40 andrà infatti corroborato e esteso alla luce delle recenti ricerche di Giovanna Santini sulla tradizione provenzale e italiana delle rime care di matrice arnaldiana (pp ). Dagli articolati percorsi ricostruiti da Santini emergono diversi nomi di poeti della seconda metà del secolo tra cui Pallamidesse Belindote, Tomaso da Faenza, Panuccio dal Bagno, di cui si veda in particolare la canzone Poi che mia voglia varcha, Chiaro Davanzati e, soprattutto, Monte Andrea, la cui canzone Tanto m abonda matera è un vero e proprio collettore di rime danieline (Santini, pp ) che attestano una buona ricezione in area toscana delle rimas caras del trovatore che Dante, qualche decennio più tardi, eleggerà a miglior fabbro (Santini, pp ). A questi nomi di poeti che riconobbero nella lirica di Arnaut un valido modello, bisogna aggiungere quello dello stesso Guinizzelli. 41 Con la precisazione però che Guido, al contrario dei suoi contemporanei, pare cogliere di Arnaut non tanto quello che, come appena osservato, è il tratto caratteristico più vistoso e quindi immediatamente imitato della sua lirica, ovvero l esibizione in rima di termini rari e foneticamente marcati, bensì la densità espressiva di alcune fulminanti metafore e immagini, anticipando così, anche per questa via, la ricezione dantesca. Penso, ad esempio, all immagine arnaldiana, senza riscontri a quanto pare nella lirica trobadorica, dell assalto di Amore in persona di Autet e bas (BdT 29, 5), per joi qu ai d els e del temps chan, mas Amors mi assauta (v. 8), ripresa nella sua icasticità in Lo vostro bel saluto, Amor m assale e già non ha reguardo s elli face peccato over merzede (vv. 3-4) e in Dolente, lasso, ché tu m assali, Amore, e mi combatti (v. 2), quindi riproposta, con la consueta prontezza che conferma la bontà dell intuizione guinizzelliana, da Dante, Spesse fiate, ch Amor m assale subitanamente (v. 5). Similmente, l uso guinizzelliano del verbo spogliare per esprimere la riduzione allo stremo dell amante di Fra l altre pene che pur lo stringe e di forza lo spoglia (v. 8) ricalca, anche nella figura sintattica, quello di Arnaut in Canson do ill mot (BdT 29, 6; v. 24): per tal trebalh que de joi lo despuelha ; in questo caso è Cavalcanti a dare seguito alla ripresa guinizzelliana, in Quando di morte e di vertù lo spoglia l afanno che m ha già quasi conquiso? (vv. 9-10) recuperando però dall originale danielino soggetto e enjambement. Direttamente ad Arnaut sembra pure doversi ricondurre l esteso paragone dell amante con la foglia caduta e secca di Sì sono angostïoso ( Disnaturato son come la foglia quand è caduta de la sua verdura, e tanto più che m è secca la scoglia ; vv. 5-7), che assorbe lessico e sintassi dal topos invernale dell esordio di

9 Rea Guinizzelli praised and explained 9 Quan chai (BdT 29, 16; vv. 1-4): Quan chai la fuelha dels aussors entressims e l freg s erguelha don seca l vais e l vims. Altro esordio danielino che sembra aver esercitato forti suggestioni su Guinizzelli è quello celebrante i molteplici colori della natura di Er vei vermeills (BdT 29, 4, vv. 1-2), Er vei vermeills, vertz, blaus, blancs, gruocs, vergiers, plais, plans, tertres e vaus, rifuso anch esso, con la sola variazione all interno della serie cromatica del bianco in oro, nella figura particolarmente cara a Guido della similitudine di Io voglio del ver: Verde river a lei rasembro e l âre, tutti color di fior, giano e vermiglio, oro ed azzurro e ricche gioi per dare (vv. 5-7). Così non può non lasciare traccia nella lirica di Guido anche il più famoso incipit della sestina, quasi un marchio di fabbrica arnaldiano: si confronti Lo ferm voler qu el cor m intra (Lo ferm voler, v. 1) con Guinizzelli Madonna mia: ch Amore e stella fermaron volere (v. 10). E se, come propone Brugnolo e come pare verosimile, il verbo pingere dell iterato adynaton di Donna, l amor mi sforza ( credo pinger l aire. A pinger l air son dato ; vv ) deve essere inteso nel senso di spingere (e non di dipingere, come vuole la maggior parte dei commentatori), 42 verrebbe ripresa da Guido anche l altrettanto celebre firma che Arnaut appone nel congedo Ab guai so (BdT 29, 10; v. 43): Ieu sui Arnautz q amas l aura. Chi invece sembra, almeno inizialmente, non aver affatto apprezzato le potenzialità della lirica arnaldiana, o di averlo comunque fatto solo in minima parte, è, sorprendentemente, proprio Guittone, nonostante si proponga esplicitamente come alfiere del trobar clus. 43 Di fronte alla vastità della produzione guittoniana e all apparente consonanza di maniera poetica con il trovatore diciamo, per ora, la condivisione dell opzione per una maniera riconducibile alle soluzioni formali del trobar clus, stupisce l esiguità dei riscontri arnaldiani nelle poesie dell aretino. Nel Guittone amoroso del canzoniere laurenziano gli unici casi di probabile imitazione di Arnaut sono rappresentati dalla rima in agra del sonetto De coralmente amar, forse direttamente prelevata da Arnaut, En breu brizara (BdT 29, 9), con cui condivide due rimanti, e dal sintagma ferm ò l volere del sonetto Poi pur di servo, che richiama il già citato incipit della sestina. 44 Per il resto, non pare esserci molto altro. Del Sal ha osservato che l imitazione del trovatore nel canzoniere dell aretino,, sembra piuttosto episodica; scarsa è anche l incidenza metrica e verbale della sestina, tradizionale vettore della fortuna metrica e verbale di Arnaut in Italia. 45 Pure dal già citato saggio di Santini sulla ricezione delle rime arnaldiane in Italia, sembra emergere, per quel che riguarda Guittone, un interesse tardo e almeno in parte mediato, giacché sono molto più frequenti le occorrenze di rime arnaldiane nei componimenti di Guittone scritti successivamente alla conversione (p. 173; n. 94). Insomma, trovano nella sostanza conferma quelle che erano state le conclusioni già di De Lollis, che nel suo saggio del 1922 dedicato proprio ad Arnaldo e Guittone, osservava che Guittone volle esser ad ogni

10 10 the italianist costo il campione del trobar clus in Italia. Ma non seguì come Dante, a un certo momento, le orme di Arnaldo. 46 A questo punto, però, soprattutto quando entrano in gioco i modelli provenzali, l etichetta di trobar clus, che convenzionalmente si applica alla maniera di Guittone in opposizione a una precedente tradizione, inaugurata dal Notaro e rilanciata in Toscana da Bonagiunta, assimilabile, per soluzioni stilistiche e retoriche, al modello del trobar leu rischia di rivelarsi insufficiente e richiede perciò ulteriori precisazioni. Nella lirica trobadorica la contrapposizione tra trobar leu e trobar clus, culminata nella famosa querelle fra Raimbaut d Aurenga e Giraut de Bornelh, viene infatti superata dall affermarsi di una nuova maniera preziosa, denominata trobar car o prim o ric. Tale ideale stilistico, promosso negli anni Sessanta del XII secolo dallo stesso Raimbaut, può essere inteso come un tentativo di superiore sintesi tra i due precedenti orientamenti: una poesia che, pur ereditando le soluzioni stilistiche del trobar clus, sublimate in un ricercato tessuto fonico, retorico e verbale (valorizzato soprattutto in sede rimica), esprime contenuti tuttavia limpidi e diretti, com era proprio del trobar leu. 47 Di tale differenziazione fra le diverse opzioni stilistiche del trobar doveva avere chiara coscienza lo stesso Guittone, il quale, nel famoso planh composto in occasione della morte del poeta Giacomo da Lèona, per celebrare l eccezionale maestria tecnica dell amico, opera, appunto, una distinzione fra una maniera piana, una sottil e una cara (Comune perta fa comun dolore, vv ): 48 Tu, frate mio, ver bon trovatore in piana e n sottile rima e n cara e in soavi e saggi e cari motti Questa tripartizione, che, come ha notato Rossi, si fonda sui testi originali dei trovatori e non è reperibile nella trattatistica all epoca accessibile, rispecchia fedelmente quella fra trobar leu (rima piana ), trobar clus (rima sottile ) e trobar car (rima cara ), 49 cui l aretino fa corrispondere, rispettivamente, soavi e saggi e cari motti (v. 18). In sintesi, si può quindi affermare che anche nel ristretto perimetro della poesia Toscana del Duecento non solo c era, com è stato notato, trobar clus e trobar clus (Giunta, p. 236), ma ci doveva pure essere, almeno presso i poeti più solidi e aggiornati, una buona consapevolezza del relativo dibattito teorico e delle diverse opzioni che avevano segnato l evoluzione dei modelli trobadorici. Naturalmente, quando si guarda alla prassi poetica, la distinzione tra trobar clus e trobar car non poteva essere netta né poteva imporre scelte inconciliabili, come del resto già presso le ultime generazioni di trovatori, tuttavia, almeno sul piano teorico e su quello dei grandi modelli di riferimento, doveva essere viva e operante. La ricezione delle rimas caras arnaldiane, non soggette alla mediazione del dominante

11 Rea Guinizzelli praised and explained 11 modello guittoniano, presso la seconda generazione di poeti italiani, i cosiddetti siculo-toscani, testimonia l interesse per quella specifica corrente lirica. 50 La scelta di Guittone è stata invece un altra. Le sue poesie tese all oscurità del dettato rimandano non al trobar car di Raimbaut e Arnaut, bensì al precedente ideale stilistico del trobar clus, da lui perseguito soprattutto mediante la frammentazione della sintassi, l artificiosità verbale, l ostentato ricorso all equivocatio, massimamente in rima. 51 In particolare, Guittone sembra ispirarsi direttamente al grande modello marcabruniano, se lo scuro detto che egli rivendica come personale cifra stilistica (Tuttor s eo veglio o dormo, vv ): Scuro saccio che par lo mio detto, ma che parlo a chi s entend ed ame rappresenta, come osservato da Leonardi, un allusione precisa alla paraul escura di Marcabru, ovvero all autore provenzale più motivato ideologicamente e a un programma poetico in cui la difficoltà è funzionale ad un ardua razo (come per la ragione che abbonderà a frate Guittone) (Leonardi, Canzoniere, pp. xix-xxi). Volendo fare ancora riferimento alla tripartizione fissata nel planh per Giacomo da Lèona, la scelta dell aretino è soprattutto per la sottile rima, che corrisponde, sul piano dei contenuti, ai saggi motti, vale a dire, nel suo caso, all espressione di un saver imperniato su una dottrina eticamente (e ideologicamente) inclinata. Insomma, Guittone, e poi con ancora maggiore convinzione Fra Guittone, tenta di imporre in Toscana, rivendicandolo orgogliosamente, un ideale stilistico che recupera i caratteri distintivi del trobar clus provenzale, a partire dall artificiosa obscuritas del dettato, rimanendo invece piuttosto freddo nei confronti del più attuale modello delle rimas caras arnaldiane, recepito da diversi suoi contemporanei. Tutto ciò non poteva sfuggire a Guinizzelli, che, peraltro, pur percorrendo a sua volta altre vie, più personali e innovative, senz altro conosceva e apprezzava, come abbiamo visto, il modello lirico danielino. Ecco allora che le allusioni al trobar car di Arnaut contenute in [O] caro padre meo potrebbero assumere un significato ben preciso. Al momento di mettere in atto un attacco su larga scala, che coinvolge non solo la maniera poetica, ma anche la personalità morale e politica dell avversario, Guido non si lascia sfuggire l opportunità di denunciare come ormai superata l obscuritas rigida e artificiosa del trobar clus guittoniano, additandogli la limpida e raffinata plasticità del trobar car arnaldiano. Questo pare potersi desumere non solo dalla scelta, comunque emblematica, dei rimanti, ma anche da un complessivo riesame stilistico-retorico del sonetto guinizzelliano e della relativa risposta guittoniana, che converrà a questo punto rileggere per intero: 52

12 12 the italianist Guinizzelli, [O] caro padre meo: O] caro padre meo, de vostra laude non bisogna ch alcun omo se mbarchi, ché n vostra mente intrar vizio non aude, che for de sé vostro saver non l archi: a ciascun rëo sì la porta claude, che sembr à più via che Venezi à marchi; entr a Gaudenti ben vostr alma gaude, ch al me parer li gaudii àn sovralarchi. Prendete la canzon, la qual io porgo al saver vostro, che l aguinchi e cimi, ch a voi ciò solo com a mastr accorgo, ch ell è congiunta certo a debel vimi: però mirate di lei ciacun borgo per vostra correzion lo vizio limi. Guittone, Figlio mio dilettoso: Figlio mio dilettoso, in faccia laude non con descrezïon, sembrame, m archi; lauda sua volonter non saggio l aude, se tutto laudator giusto ben marchi; per che laudar te te non cor me l aude, tutto che laude merti a laude marchi: laudando sparte bon de valor laude, legge orrando di saggi e non di marchi. Ma se che degno sia figlio m acorgo, no amo certo guaire a tte dicimi, ché volonteri a la tua lauda accorgo; la grazia tüa che padre dicimi, ché figli ò tale assai pago, corgo, purché vera sapienza a ppoder cimi. È evidente che Guido adotti per l occasione un registro stilisticamente molto marcato, che si distacca dalla sua maniera consueta. Ma siamo proprio certi che, come da più parti osservato, il suo proponimento di fondo sia quello di comporre un sonetto chiaramente mimetico della maniera dell aretino? 53 Il lessico tende per usare una efficace categoria continiana verso un raffinato, ma tutto sommato controllato, plurilinguismo: ci sono latinismi (la serie rimica laude, aude, claude, gaude ), provenzalismi ( sovralarchi ), costrutti gallicizzanti (la preposizione a con valore strumentale), termini dialettali ( aguinchi ), forme rare ( accorgo affido ). 54 Più notevole è l alta densità di traslati: dalla metafora nautica del v. 2 ( [i]mbarchi ) ai predicati riferiti al vizio dei vv. 3-5 ( [i]n vostra mente intrar vizio non aude ; archi ; la porta claude ), fino, passando per l iperbole del v. 6 ( che Venezi à marchi ), all estesa metafora agricola dei vv ( aguinchi e cimi vimi ; per chiudere su quella artigianale del v. 14 ( lo vizio limi ). Ma per quanto riguarda quelli che possono essere considerati i caratteri fondanti dello scuro detto di Guittone, cioè le rime equivoche di ardua decifrazione, gli artificiosi giochi retorico-verbali, le insistite figure etimologiche, si registra davvero poco o nulla. La rima l archi sopralarchi è più ricca che equivoca contraffatta e comunque risulta tutt altro che ambigua. L unico espediente guittoniano risulta significativamente essere la misurata adnominatio dei vv. 7-8 Gaudenti gaude gaudii che, ben lungi dall esaurirsi in un virtuosismo formale, rappresenta in realtà il fulcro dell attacco guinizzelliano, ironizzando sui poco spirituali gaudi di cui gioiscono i Gaudenti. Nel complesso si può quindi affermare che la ricchezza linguistico-retorica, valorizzata soprattutto in sede rimica, non compromette il dettato del sonetto, che, al di là del suo valore antifrastico di fondo, risulta chiaro dei suoi contenuti. Se volessimo applicare un etichetta stilistica al componimento, la più confacente sarebbe quella del trobar car.

13 Rea Guinizzelli praised and explained 13 La risposta di Guittone, invece, a ben guardare, va in un altra direzione, che presuppone una diversa opzione stilistica di fondo. Il sonetto risulta intessuto pressoché esclusivamente di rime equivoche ed equivoche contraffatte, operate come variazioni su quattro rimanti guinizzelliani, che rendono l interpretazione non solo ardua, ma come si sente in dovere di premettere lo stesso Contini inevitabilmente congetturale (Poeti del Duecento, II, 485). Anche per quel che riguarda i virtuosismi verbali, siamo su altri livelli, con l abnorme adnominatio: laude (v. 1); lauda (v. 3); laudator (v. 4); laudar e laude (v. 5); laude (v. 6; due volte); laudando e laude (v. 7); lauda (v. 11). A complicare il tutto interviene anche la disposizione franta e artificiosa delle parole, che rende difficilmente riconoscibili o intenzionalmente ambigue relazioni e funzioni sintattiche, come ad esempio nel caso dei vv. 3-4 letti da Rossi: lauda sua volonter-non, saggio, l aude se tutto, laudator giusto, ben marchi. 55 Non c è dubbio che tali esibiti virtuosismi linguistici e formali siano programmaticamente funzionali all oscurità del dettato. In questo caso l etichetta da applicare sarà senz altro quella del trobar clus. Insomma, un attenta rilettura linguistico-retorica dei due sonetti mostra, a mio avviso, che Guittone a Guinizzelli non dà, come comunemente ritenuto, une leçon technique, 56 bensì una lezione della sua tecnica, o meglio, dell ideale stilistico del suo personale trobar clus, rispondendo così alla provocazione di Guido, che nel suo sonetto gli aveva maliziosamente additato il più prezioso e aggiornato modello delle rimas caras arnaldiane. 5 Naturalmente, giova ripetere, l additamento della poesia di Arnaut è solo un aspetto dell attacco mosso a Guittone: integra e completa una polemica che mirava a destabilizzare il ruolo e la figura di una delle personalità culturali più influenti del suo tempo. Si tratta tuttavia di un aspetto non marginale, soprattutto in prospettiva dantesca. Giacché se ne deve dedurre che anche il riconoscimento della superiore maestria di Arnaut, come altre fondamentali conquiste della poesia di Dante, muove da un intuizione di Guinizzelli, che viene, al solito, acquisita e promossa ideologicamente. 57 Così, quando Dante affida alla voce di Guinizzelli la condanna della maniera di Guittone e la celebrazione della poesia di Arnaut, non mistifica affatto le opinioni e la funzione storica del poeta bolognese, bensì le ribadisce in modo inequivocabile. Riadattando la fortunata formula di Wilkins, potremmo dire che quello dantesco è un Guinizzelli praised and explained. Insomma, la storia della poesia aulica tracciata da Dante in Purgatorio, sarà pure interessata e faziosa e questo non dovrebbe comunque stupire, giacché, si sa, la storia la scrivono i

14 14 the italianist vincitori, ma risulta, almeno per quel che riguarda le posizioni e le scelte di quei medesimi vincitori, sostanzialmente veritiera. 58 Note 1 Si vedano, in particolare, Mario Marti, Con Dante tra i poeti del suo tempo (Lecce: Milella, 1966); Teodolinda Barolini, Dante s poets. Textuality and Truth in the Comedy (Princeton: Princeton University Press, 1984), traduzione italiana: Il miglior fabbro: Dante e i poeti della Commedia (Torino: Bollati Boringhieri, 1993); Claudio Giunta, La poesia italiana nell età di Dante: la linea Bonagiunta-Guinizzelli (Bologna: Il Mulino, 1998). 2 La bibliografia sul canto è, come si sa, amplissima; mi limito a ricordare i contributi di Aurelio Roncaglia, Il canto XXVI del Purgatorio (Roma: Signorelli, 1955); Angelo Monteverdi, Canto XXVI, in Lectura Dantis Scaligera: Purgatorio (Firenze: Le Monnier, 1965), pp ; Gianfranco Folena, Il canto di Guido Guinizzelli, Giornale Storico della Letteratura Italiana, CLIV (1977), ; Mario Marti, Il XXVI del Purgatorio come omaggio d arte: Guinizzelli e Daniello nel cammino poetico di Dante, in Studi su Dante (Galatina: Congedo, 1984), pp ; Luigi Blasucci, Autobiografia letteraria e costruzione narrativa nel XXVI del Purgatorio, Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, 3.18 (1988), III, , cui si può aggiungere il più recente Francesco Sberlati, Maestri e amici nel XXVI del Purgatorio, Studi e problemi di critica testuale, 65 (2002), Così Giunta (p. 54), che rimanda a Blasucci: La condanna dantesca non è aneddotica ma ideologica; di qui la scelta non di due comprimari, ma di due maestri della lirica amorosa (p. 1053). 4 Le citazioni sono tratte da Marti, p. 166, e si veda pure più avanti: il giudizio su Guittone è anche qui giudizio dantesco (pur non ignorando che con Guittone il Guinizzelli ebbe a polemizzare), e anzi tipicamente dantesco, così come soltanto danteschi sono i giudizi su Arnaldo Daniello e su Girardo di Bornello. Direi che la sovrapposizione di Dante sulla figura del Guinizzelli in questi versi è piena e totale. 5 Si veda Ernest Hatch Wilkins, Guinizelli praised and corrected (1917), in The Invention of the Sonnet and Other Studies in Italian Literature (Roma: Edizioni di Storia e Letteratura, 1959), pp Si veda Prue Shaw, A note on Purgatory XXVI, 126, Modern Language Review 84.3 (1989), L allusione è parsa certa anche a Contini, secondo cui l episodio è assai meno una dichiarazione di guinizzellismo che, sotto forma di palinodia, una proclamazione antiguittoniana ; Gianfranco Contini, Dante come personaggio-poeta della Commedia (1958), in Un idea di Dante (Torino: Einaudi, 1976), pp (pp ). Si veda anche Poeti del Duecento, a cura di Gianfranco Contini, 2 voll. (Milano-Napoli: Ricciardi, 1960), II, Si veda Guido Guinizzelli, Rime, a cura di Luciano Rossi (Torino: Einaudi, 2002), pp. xxv-xxviii e Rossi riconosce dietro il sonetto guinizzelliano una volontà parodica di fondo. Si è espresso a favore di una lettura in senso ironico del sonetto anche Roberto Antonelli, Dal Notaro a Guinizzelli, in Da Guido Guinizzelli a Dante. Nuove prospettive sulla lirica del Duecento, Atti del Convegno di Studi (Padova-Monselice, maggio 2002), a cura di Furio Brugnolo e Gianfelice Peron (Padova: Il Poligrafo, 2004), pp (p. 144, n. 81). 9 Si vedano Paolo Borsa, La nuova poesia di Guido Guinizzelli (Fiesole: Cadmo, 2007) (il capitolo I del libro, che contiene l interpretazione che qui interessa, era stato pubblicato con il titolo La tenzone tra Guido Guinizzelli e frate Guittone D Arezzo, in Studi e problemi di critica testuale, LXV (2002), 47-88); J. Steinberg, Accounting for Dante. Urban Readers and Writers in Late Medieval Italy (Notre Dame: University of Notre Dame Press, 2007). 10 Sull ampio e costante magistero esercitato da Guinizzelli su Cavalcanti si vedano Lino Leonardi, Guinizzelli e Cavalcanti, in Brugnolo e Peron, pp ; Roberto Rea, Cavalcanti poeta. Uno studio sul lessico lirico (Roma: Nuova Cultura, 2008), pp Si veda Borsa, pp (con rinvio, per quel che riguarda la questione della ricompensa amorosa, a Antonelli, pp ). Inoltre non appare inverosimile

15 Rea Guinizzelli praised and explained 15 l ipotesi di Santangelo recentemente ripresa da Luciano Rossi di riconoscere nello stesso Guinizzelli, e non in Bernart de Ventadorn, come comunemente ritenuto, l obiettivo polemico del manifesto guittoniano Ora parrà s eo saverò cantare (Borsa, p. 183 e relativi rimandi). 12 Borsa, pp. 17 ss. La tradizionale interpretazione di un giovane Guinizzelli guittoniano pare inoltre difficilmente accettabile anche sulla base delle recenti scoperte di Armando Antonelli, Nuovi documenti sulla famiglia Guinizelli, in Brugnolo e Peron, pp , da cui si desume che Guinizzelli era molto probabilmente coetaneo, se non più anziano, di Guittone. 13 Anche la canzone Lo fin pregi avanzato, tradizionalmente considerata guittoniana, rappresenta piuttosto un esempio di trobar clus di chiara ispirazione occitanica, soprattutto nelle invenzioni lessicali e nelle scelte metriche (Rossi, Rime, p. 23). 14 Si veda Borsa, pp Sulle implicazioni politicosociali della polemica si veda più avanti. 15 Si veda a riguardo anche Rossi, Rime, p. xxv. 16 Come scrive Villani (Nuova cronica, VIII. 13), i Gaudenti seguiro al nome il fatto, cioè d intendere più a godere ch ad altro. 17 Parla esplicitamente di una gaffe Sanguineti, in Guido Guinizzelli, Poesie, a cura di Edoardo Sanguineti (Milano: Mondadori, 1986), p. x. 18 Si veda Steinberg, pp , da integrare con Borsa, pp Si veda Steinberg: the Memoriali bolognesi represented a more or less direct attack on the independence of the notarial guild by appropriating their legal authority and fides publica (p. 30), e anche Borsa, pp Si veda Steinberg: the transcription by the notaries can be read as an expression of autonomy against both the professional control formerly imposed upon them with the istitution of the Memoriali and the cultural repression carried out by Guittone and the Jovial Friar order (p. 44). 21 Il progetto della milizia gaudente non poteva, dunque, incontrare il favore di Guinizelli, il quale, coerentemente schierato su posizioni ghibelline, da un lato non avrebbe potuto tollerare che il tentativo di conciliazione delle parti e di moralizzazione della classe aristocratica fosse affidato a un istituzione patrocinata dall autorità ecclesiastica né, dall altro, avrebbe potuto concepire che la legittimazione del primato della declinante nobiltà militare cittadina passasse attraverso una sacralizzazione dei suoi attributi laici, secondo un preciso disegno politico pontificio di controllo e direzione dei ceti dirigenti comunali, evidente fin dalla fondazione dell ordine. Inoltre, poiché il principato aristocratico costituiva l autentico fondamento della milizia della Vergine, determinante per l elezione dei suoi membri, la posizione dei gaudenti sulla nobilitas, in particolare sullo scorcio degli anni Sessanta, era invece chiara, e verosimilmente incompatibile con la sapientia giuridica, oltre che con la ferma presa di posizione anti-guelfa, del giudice Guinizzelli (Borsa, pp e ). 22 Steinberg, p. 37. In questa direzione possono essere interpretati, in particolare, l attacco [O] caro padre meo, che mimics the language Fra Guittone uses in addressing his new devotional public, perhaps most importantly, Padre dei padri miei e mio messere, addressed to none other than Fra Loderingo degli Andalò, nonché il ricorso ai termini gaudio (vv. 5 e 6) e reo (v. 4), spesso adoperati da Fra Guittone nei suoi componimenti. 23 Secondo Borsa l istanza ironico-parodica si spinge fino a prevedere una voluta duplice significazione (p. 29), che fa leva sulla visual ambiguity dell antica forma manoscritta (p. 49): il testo è concepito da Guinizzelli in modo che siano consentite due diverse letture: sul recto, per così dire, la laude di frate Guittone (con annessa richiesta di correzione), il messaggio apparente; sul verso la critica del suo falso saver, il vero messaggio (p. 45). 24 Si veda Borsa, pp Si veda Contini, Dante come personaggio-poeta, pp e Poeti del Duecento, II, , quindi Monteverdi, p. 31 e Mauro Braccini, Paralipomeni al Personaggio-Poeta (Purg., XXVI ), in Testi e interpretazioni. Studi del Seminario di Filologia romanza dell Università di Firenze (Milano-Napoli: Ricciardi,1978), pp (p. 209, n. 1). 26 Così Braccini, p. 209 n. 1. Gli unici altri studiosi che hanno segnalato l origine danielina della rima sono stati Nievo Del Sal, Guittone (e i guittoniani) nella Commedia, Studi danteschi, 61 (1989), (p. 125 n. 46), e Borsa, p Così Giovanna Santini, Tradurre la rima. Sulle origini del lessico rimico nella lirica italiana del Duecento (Roma: Bagatto, 2007), p. 141.

16 16 the italianist Si veda ancora Santini, p. 143 (pure per la successiva fortuna di tali rimanti nella poesia trobadorica). 29 Si veda I Poeti della Scuola Siciliana, 3 voll., vol. III: Poeti siculo-toscani, a cura di Rosario Coluccia (Milano: Mondadori, 2008), pp Si noti inoltre che la canzone arnaldiana Si m fos Amors godrà di buona fortuna presso gli stilnovisti, venendo imitata nel movimento incipitario da Cavalcanti e citata da Dante nel De vulgari eloquentia (II. xiii. 2). Si veda Roberto Rea, Stilnovismo cavalcantiano e tradizione cortese (Roma: Bagatto, 2007), p In ambito trobadorico la serie si ritrova anche in Berenguer de Palol 8 (BdT 47, 11), claus (v. 5), suaus (v. 12), laus (v. 19), repaus (v. 26) n aus (v. 33), enclaus (v. 36) e Giraut de Borneil 65 (BdT 242, 67), laus (v. 7), repaus (v. 14), suaus (v. 21), naus (v. 28), paus (v. 35), bertaus (v. 42), claus (v. 49), aus (v. 53). 31 Si noti che anche questo componimento arnaldiano è stato probabilmente ripreso da Cavalcanti: si confrontino i vv e traga m ams los huoills crancs s a lieis vezer no ls estuich con Perché non fuoro, vv. 1-2 Perché non fuoro a me gli occhi dispenti o tolti, sì che de la lor veduta. Aggiungo questo tassello al quadro tracciato in Rea, Stilnovismo cavalcantiano, pp Si veda Borsa, pp (di cui si vedano pure le successive argomentazioni) e Steinberg, pp , con relativi rimandi bibliografici. 33 Un analoga dichiarazione contrassegna l altrettanto celebre esordio di Ab guai so (BdT 29, 10), dove si ritrovano due dei tre rimanti ripresi da Guido ( quan n aurai passat la lima e sieu so del pe tro qu al cima ; vv. 4 e 11). Si veda pure Quan chai la fuelha (BdT 29, 16), entressims, vims (vv. 2 e 4) ( refrims, prims ; vv. 5 e 7). 34 Si veda Rea, Stilnovismo cavalcantiano, pp Cavalcanti, assumendo lo stesso Amore come maestro e garante dell inarrivabile perfezione del proprio canto, dimostra di aver recepito e di condividere appieno la novità delle dichiarazioni di Arnaut. Soltanto per Arnaut infatti, a differenza di quanto accade con il suo diretto predecessore Raimbaut d Aurenga è Amore che indora le parole, è Amore che porta il poeta all utilizzo di quegli artifici criticati dal grande moralista [Marcabru]. L Amore che canta Arnaut Daniel è in grado di elevare e affinare l animo come le parole: Amore è la causa del perfezionamento sentimentale e retorico del poeta ; Paolo Canettieri, Il gioco delle forme nella lirica dei trovatori (Roma: Bagatto, 1996), p. 197; si veda anche Linda M. Paterson, Troubadours and Eloquence (Oxford: Clarendon Press, 1975), p Si veda Canettieri, pp , che rimanda in particolare a En aital rimeta prima (BdT 389, 26), nella quale è da riconoscere il nucleo generatore dell arnaldiana Canso do ill mot. Si noti comunque che i rimanti rambaldiani in questione si trovano distribuiti in due diverse serie: prim (v. 2), lim (v. 10), cim (v. 18), rim (v. 26), escrim (v. 34), grim (v. 42); cui si può aggiungere Aissi mou (BdT 389, 3), prim (v. 25), rim (v. 26), rim (v. 37), prim (v. 38), vim (v. 73), cim (v. 74), cim (v. 85), vim (v. 86). 36 Nella lirica successiva la serie di rimanti in im di Canso do ill mot trova comunque corrispondenti soltanto parziali (si veda Santini, p. 311). 37 Si vedano da ultimi Santini, pp e M. Berisso in I Poeti della Scuola Siciliana, III, La serie rimica è ripresa da Onesto da Bologna, S io non temesse: prima (v. 1), lima (v. 3), cima (v. 5), lima (v. 7). Guido Orlandi 3b, 14 chi prima vòl dorare e poi lo lima è invece da ricondurre a Peire d Alvernha[?], Abans qe il blanc (BdT 323, 1; v. 23) quan vol daurar e puois lima. 39 Cito il testo da Luca Carlo Rossi, Una ricomposta tenzone (autentica?) fra Cino da Pistoia e Bosone da Gubbio, Italia Medievale e Umanistica, XXXI (1988), 45-79, cui si rimanda anche per la questione della paternità ciniana del sonetto. 40 Si veda Gianfranco Contini, Prefazione, in Arnaut Daniel, Canzoni, a cura di Gianluigi Toja (Firenze: Sansoni, 1960), p. xi. 41 Per avere un idea chiara e completa in proposito sarebbe necessaria un indagine approfondita e specifica del tipo Arnaut in Guinizzelli, tuttavia, mi sembra che già da un primo sondaggio si possano trarre indicazioni importanti. Alcuni dei raffronti citati qui di seguito (precisamente il terzo, il quarto e il quinto) muovono da segnalazioni contenute nella tesi di laurea di Carlo Gugliotta, Le fonti di Guido Guinizzelli, Sapienza Università di Roma,

17 Rea Guinizzelli praised and explained Si veda Furio Brugnolo, Spunti per un nuovo commento a Guinizzelli, in Intorno a Guido Guinizzelli, a cura di Luciano Rossi e Sara Alloatti Boller (Alessandria: Edizioni dell Orso, 2002), pp (pp ). 43 Sulle dichiarazioni di poetica di Guittone si veda da ultimo Borsa, pp Si veda Guittone d Arezzo, Canzoniere. I sonetti d amore del codice Laurenziano, a cura di Lino Leonardi (Torino: Einaudi, 1994), pp e Si veda Del Sal, p. 125 n. 47. Luciano Rossi, Guittone, i trovatori e i trovieri, in Guittone d Arezzo nel settimo centenario della morte, Atti del Convegno internazionale di Arezzo, aprile 1994, a cura di Michelangelo Picone (Firenze: Cesati, 1995), pp , indica come unica ripresa arnaldiana il celeberrimo sonetto 78 (pp ). 46 Si veda Cesare De Lollis, Arnaldo e Guittone (1922), in Scrittori d Italia. Cesare De Lollis, a cura di Gianfranco Contini e Vittorio Santoli (Milano-Napoli: Ricciardi, 1968), pp (p. 13). 47 Si veda Canettieri, pp Tra gli studi precedenti si aggiunga almeno Aurelio Roncaglia, Trobar clus : discussione aperta, Cultura Neolatina, 29 (1969), pp. 5-51; Costanzo Di Girolamo, Trobar clus e trobar leu, Medioevo romanzo, VIII ( ), 11-35; Paterson; Ulrich Mölk, Trobadorlyrik. Eine Einführung (Monaco: Artemis, 1982), traduzione italiana, La lirica dei trovatori (Bologna: Il Mulino, 2000), pp Cito da Poeti del Duecento, I, Così Rossi, Guittone, i trovatori e i trovieri, p. 13. L interpretazione mi sembra preferibile a quella di Contini, che identifica nella sottile rima la poesia morale e nella cara il trobar clus, e a quella di Bruni, che registra soltanto l opposizione trobar leu vs trobar clus (si vedano osservazioni e rimandi del medesimo Rossi). 50 Si rinvia ancora a Santini, pp Sullo stile di Guittone, ispirato dagli ideali del trobar clus, si vedano almeno Alberto Del Monte, Guittone dell aridità ( ), in Studi sulla poesia ermetica medievale (Napoli: Giannini, 1953), pp ; Achille Tartaro, Il manifesto di Guittone e altri studi fra Due e Quattrocento (Roma: Bulzoni 1974), pp ; Leonardi, Canzoniere, pp. xix-xxiv. 52 Cito i due testi da Borsa, pp. 14 e 53-54, ma per il primo sonetto al v. 6 scrivo marchi con la minuscola: mi sembra infatti significativa anche in tal senso la corrispondenza con Arnaut, Si m fos Amors, v. 35 citato sopra, dove marc vale marchi, denari. 53 Così Borsa, p 26; ma si veda anche Rossi, Rime, p. xxvxxvi. 54 Si veda anche la puntuale analisi di Borsa, pp Si veda Guinizzelli, Rime, pp , nonché la stessa rilettura del sonetto proposta da Borsa, pp Così Claude Margueron, Recherches sur Guittone d Arezzo (Paris: Presses Universitaire de France, 1966), p Anche in questo caso, inoltre, ciò avviene non senza la decisiva mediazione di Cavalcanti, che a sua volta aveva individuato in Arnaut un modello fecondo (si veda Rea, Stilnovismo cavalcantiano, pp ). 58 Tale discorso si può estendere al ruolo assegnato a Bonagiunta nell altro celebre incontro purgatoriale (si veda Rea, Stilnovismo cavalcantiano, pp ). Roberto Rea, Università di Roma Tor Vergata, Italy (roberto.rea@uniroma2.it) Department of Italian Studies, University of Reading and Departments of Italian, University of Cambridge and University of Leeds / X

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