Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio
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- Marcellina Graziano
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1 Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio DIREZIONE GENERALE PER LA PROTEZIONE DELLA NATURA SOSTANZE PERICOLOSE NEGLI AMBIENTI MARINI ITALIANI IL PROGRAMMA DI MONITORAGGIO DELL AMBIENTE MARINO COSTIERO Irene Di Girolamo Stefano Bataloni Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio in applicazione dei propri compiti istituzionali conduce da circa 15 anni un attento controllo sugli ambienti marini costieri italiani attraverso dei programmi di monitoraggio di durata triennale. Questi Programmi sono realizzati per rispondere ad un preciso obbligo normativo indicato nella Legge n. 979 del 31 dicembre 1982, Disposizioni per la difesa del mare. Essa prevede che lo Stato Italiano organizzi una rete di osservazione della qualità dell ambiente marino che effettui periodici controlli sul mare con rilevamento di dati oceanografici, chimici, biologici e microbiologici; lo Stato dovrà anche provvedere ad istituire un Centro Nazionale di coordinamento generale e di raccolta. Alla base della Legge 979/82 vi è l assunto che i dati derivanti da una siffatta rete di osservazione, raccolti in un unica struttura centralizzata, costituiscano un indispensabile supporto decisionale nei casi di emergenza da inquinamenti scaturiti da trasporti marittimi e da attività umane che insistono lungo le coste. D altra parte questi dati rappresentano anche un indispensabile strumento per valutare ed indirizzare le politiche territoriali e di gestione della fascia costiera. Per questo motivo i programmi di monitoraggio condotti dal Ministero in questi anni hanno avuto lo scopo di verificare lo stato di qualità dei mari italiani essenzialmente da un punto di vista ambientale ed ecologico. L obiettivo non è stato infatti quello di valutare la salubrità del mare, cioè l impatto che le sue acque possano eventualmente avere sulla salute umana, ma piuttosto verificare quanto e in che modo le attività dell uomo alterino l ambiente marino costiero. Il Programma di Monitoraggio Il Programma di Monitoraggio attualmente in corso ha preso avvio nel giugno 2001 ed ha visto il coinvolgimento, in regime di convenzione, di tutte e 15 le Regioni costiere italiane. Nello scorso giugno 2004, in vista del termine triennale del Programma, il Ministero ha provveduto a concedere una proroga di 6 mesi delle attività. Alla fine di dicembre del 2004, per impedire che le attività di controllo ambientale del Programma di Monitoraggio, di riconosciuta alta valenza istituzionale e tecnica, potessero risentire di eventuali interruzioni, è stata concessa una ulteriore proroga di 15 mesi a decorrere dal 1 gennaio In fase di predisposizione di questo Programma il Ministero, in stretta collaborazione con i rappresentati dei principali Enti di Ricerca di riferimento e delle Regioni costiere, si è impegnato nel miglioramento e nell aggiornamento dei sistemi di rilevamento dei fenomeni di inquinamento; ciò è stato ottenuto, rispetto al passato, ampliando il campo delle indagini a praticamente tutti i comparti dell ambiente marino costiero, introducendo nuovi e più significativi parametri da tenere sotto controllo e intensificando la frequenza temporale dei prelievi di campioni da analizzare. Inoltre, sono stati considerati prioritari tutti quegli aspetti che avessero potuto concorrere ad ottimizzare ed uniformare il livello delle conoscenze tanto degli operatori nei laboratori periferici preposti ai controlli quanto dei responsabili degli Uffici Mare nelle diverse Regioni: un
2 grande lavoro, quindi, è stato fatto per giungere alla definizione di un protocollo operativo e di metodologie analitiche uniformi. A questo si è accompagnata anche una importante attività di formazione e aggiornamento degli operatori periferici attraverso un piano didattico ad hoc, articolato in corsi teorici e pratici tenuti da specialisti di settore a livello nazionale, su varie problematiche attinenti il controllo della qualità degli ambienti marini costieri. Per poter valutare il grado di uniformità raggiunto nelle attività di indagine è stato peraltro predisposto, nel 2004, un esercizio di intercalibrazione con la quasi totalità dei laboratori operanti nel Programma ed in collaborazione con un Ente internazionale di riferimento a livello comunitario. Attraverso questo esercizio, consistito nella distribuzione a tutti i laboratori di campioni standard e nella analisi statistica dei risultati delle indagini condotte su tali campioni, si è potuto accertare che nel complesso il Programma di Monitoraggio è in grado di restituire informazioni sulla qualità dell ambiente marino costiero con una buona efficienza, omogeneità e confrontabilità tra le diverse aree geografiche. E stata posta una notevole attenzione anche a tutto ciò che riguarda il flusso delle informazioni, l archiviazione e la gestione dei dati. Il Programma, infatti, prevede che siano le Regioni costiere, avvalendosi della collaborazione di ARPA e di Istituti Universitari, a raccogliere campioni, ad eseguire le analisi e a raccogliere i dati, andando in questo modo a costituire quella rete di osservazione sulla qualità dell ambiente marino prevista dalla Legge 979/82; questa rete è attualmente composta da oltre 40 laboratori sparsi su tutto il territorio nazionale e vede impegnate oltre 350 persone tra responsabili, amministratori e tecnici. Una volta raccolti, i dati devono essere inviati, secondo modalità e tempistiche ben definite ed uniformi, al Centro Nazionale di coordinamento; tale struttura è localizzata all interno del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, è stata denominata Si.Di.Mar. e provvede quotidianamente ad archiviare, gestire e convalidare tutti i dati trasmessi dalle Regioni. Una notevole innovazione rispetto ai precedenti Programmi di Monitoraggio fu introdotta quando si predispose un sistema completamente informatizzato, operante nell ambiente di internet, per il trasferimento dei dati dalle Regioni al Si.Di.Mar. Nell ottica della massima condivisione delle esperienze, delle attività svolte e delle informazioni raccolte, infine, a partire dal giugno 2002 il Ministero ha reso disponibili sul proprio sito internet istituzionale ( ambiente_marino/presentazione.asp) tutti i risultati delle analisi effettuate nell ambito del Programma di Monitoraggio. Questi risultati sono presentati in forma aggregata, georeferenziata, elaborati statisticamente, e riportati attraverso semplici rappresentazioni grafiche che permettano la consultazione e la comprensione delle informazioni anche ad utenti non esperti. E stato tuttavia reso possibile, agli utenti che ne fossero interessati, scaricare i risultati analitici non elaborati a seguito di una semplice procedura di registrazione. Da tutti questi sforzi, pertanto, ne è scaturito un Programma di Monitoraggio per il controllo della qualità dell ambiente marino costiero che ad oggi per quantità, qualità e completezza di informazioni raccolte non ha eguali né a livello Europeo né a livello Mediterraneo; ne è nato inoltre un sistema efficiente e coordinato che vede lo Stato e le Regioni lavorare in sinergia, mettendo in campo tutte le competenze e le professionalità scientifiche e tecniche necessarie per una efficace politica di tutela del mare. Finalità del Programma di Monitoraggio Il Programma di Monitoraggio attualmente in corso è stato elaborato dai tecnici della Direzione per la Difesa Mare del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio in collaborazione con l ICRAM, l Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare, e poi discusso e condiviso con i principali Enti di Ricerca nazionali (quali APAT, ENEA, Istituto Superiore di Sanità, Istituto di Ricerca Sulle Acque del CNR e il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le 2
3 Scienze del Mare) nonché con le maggiori Associazioni Ambientaliste operanti nel settore. Sono stati identificati alcuni obiettivi prioritari: - valutare parallelamente, e in differenti comparti ambientali, lo stato di qualità del mare sia in aree particolarmente sottoposte ad impatti antropici sia in altre caratterizzate da alti gradi di naturalità; - raccogliere in una banca dati, presso il Si.Di.Mar, tutti i dati emersi a livello nazionale e metterli a disposizione, con modalità differenti, di vari utenti; - introdurre, applicare e valutare su scala nazionale metodologie analitiche e operative di nuova introduzione. Aspetti economico-finanziari del Programma di Monitoraggio I finanziamenti previsti per l esecuzione del Programma di Monitoraggio vengono impegnati e successivamente erogati dal Ministero al fine di coprire i costi delle analisi da eseguire e quelli relativi all utilizzo delle imbarcazioni per raggiungere i punti di campionamento; tali costi sono stati definiti, prima dell inizio del Programma, in seguito ad una ricognizione sui tariffari professionali dei più importanti laboratori scientifici pubblici italiani e successivamente sottoposti al vaglio dell Ufficio del Territorio di Roma del Ministero delle Finanze al fine di ottenerne un parere di congruità. L importo del finanziamento annuo per ciascuna regione è stato stabilito in funzione del numero di aree di indagine previste dal Programma ed è ripartito in due tranche: il 70% del totale stanziato all inizio di ciascun anno di attività e il 30% (a saldo) stanziato alla fine. Al saldo di fine anno, ai sensi del dettato convenzionale che lega le Regioni partecipanti al Ministero, vengono eventualmente sottratti, secondo criteri univoci e trasparenti, i costi analitici per tutti i dati mancanti e per i ritardi nell invio degli stessi. Fino ad oggi il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio ha stanziato fondi per oltre 6,5 milioni di euro all anno per la realizzazione del Programma di Monitoraggio. Articolazione del Programma di Monitoraggio Come accennato, il Programma è focalizzato sulla qualità ambientale del mare, tralasciando gli aspetti legati alla sua salubrità. In questo senso le analisi microbiologiche, diversamente da quanto previsto nei programmi di controllo per la attribuzione della balneabilità delle spiagge, sono ridottissime. Si è scelto invece di valutare in parallelo diversi comparti ambientali sui quali svolgere indagini approfondite; (Figura 1) oltre alle analisi sulla contaminazione chimica di sedimenti e biota, sulla concentrazione di nutrienti nella colonna d acqua, vengono svolte indagini sulla dinamica delle popolazioni animali e vegetali, a vita libera come quelle planctoniche o legate al fondale marino come quelle bentoniche, e sui fattori che ne determinano le alterazioni. Le aree indagate dal Programma di Monitoraggio Le aree sottoposte ad indagini nell ambito del Programma di Monitoraggio sono state scelte a seguito di una analisi dei dati raccolti nei Programmi antecedenti. Da questa analisi è emerso che la maggior parte delle aree che venivano controllate in passato erano caratterizzate da risultati analitici del tutto sovrapponibili ed erano localizzate abbastanza omogeneamente dal punto di vista spaziale; alcune altre aree viceversa si differenziavano nettamente, presentando per alcuni parametri dei valori analitici sensibilmente più alti della media. Apparve evidente che alcune zone dei nostri mari avevano minori necessità di controllo rispetto ad altre e pertanto si passò da una monitoraggio a tappeto dei nostri ambienti marini costieri ad un monitoraggio più mirato e focalizzato essenzialmente su alcune aree critiche. Alle aree critiche, inoltre, sono state affiancate, in ogni Regione, delle aree di controllo, cioè delle aree quanto più possibile vicine ad una condizione naturale. Queste aree sono servite da controllo, da punto zero per valutare esattamente il livello di compromissione delle aree critiche; alcune di esse sono situate all interno di Aree Marine Protette. Nella definizione del 3
4 numero complessivo di aree di indagine per Regione, tuttavia, si è anche tenuto conto della estensione della linea di costa di ciascuna di esse. In totale vengono controllate 81 aree marine dislocate lungo tutte le coste italiane. 63 di queste sono state scelte come aree critiche mentre altre 18 sono state selezionate come aree di controllo. In ciascuna di queste aree sono state fissate tre stazioni di campionamento, poste mediamente a 500, e metri dalla linea di costa lungo un transetto perpendicolare alla costa stessa, in corrispondenza delle quali vengono effettuati i prelievi per le analisi di acqua e plancton; inoltre, sono stati anche fissati un punto per il prelievo dei sedimenti, uno per i mitili ed una zona per l analisi della Posidonia oceanica (Figura 2). Le analisi e le indagini previste Il quadro riassuntivo del protocollo analitico è riportato nella Figura 3 Sono state privilegiate le indagini sulla contaminazione dei sedimenti e dei mitili (molluschi bivalvi), poiché questi comparti ambientali, al contrario dell acqua, conservano per mesi talvolta per anni, la memoria di tutte le sostanze con cui sono venuti a contatto Sotto il profilo operativo: ogni quindici giorni vengono raccolti campioni di acqua e di plancton, ogni sei mesi vengono effettuate analisi sui sedimenti e sui mitili per verificarne la contaminazione da metalli pesanti, da composti organoclorurati (DDT, PCB, ecc.), da idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e da composti organostannici (TBT) Annualmente infine vengono indagate le comunità bentoniche, valutando lo stato di salute anche di un ecosistema particolarmente rilevante dal punto di vista ambientale e di notevole pregio naturalistico quale le praterie di Posidonia oceanica. Le sostanze pericolose ricercate nel Programma di Monitoraggio Come risulta dalla Figura 3, tra le sostanze indagate nel Programma di Monitoraggio rientrano numerose sostanze pericolose, anche se non tutte quelle previste dalla Direttiva Quadro sulla Tutela delle Acque 2000/60/CE e dalle successive Decisioni CE. Tali sostanze, vengono ricercate soltanto nei sedimenti e nei mitili, i comparti dell ambiente marino in cui prioritariamente si accumulano qualora siano presenti nell ambiente marino. Per la matrice acqua, viceversa, il Programma di Monitoraggio non prevede nessun tipo di controllo analitico teso a definire uno stato chimico delle acque mentre si concentra maggiormente sulla individuazione dello stato trofico. Per il plancton, le comunità macrozoobentoniche e la Posidonia oceanica, invece, le indagini sono mirate alla analisi di parametri che rivestono una particolare importanza per la valutazione dello stato ecologico del comparto ambientale. L elenco delle sostanze pericolose ricercate nel Programma di Monitoraggio è riportato in Tabella 1 Alcuni risultati emersi dal Programma di Monitoraggio : le sostanze pericolose negli ambienti marini italiani Dal giugno 2001 al febbraio 2005 sono stati raccolti complessivamente da tutte le Regioni partecipanti oltre campioni sui quali sono state effettuate oltre analisi. Lo studio e l elaborazione dei dati ambientali derivanti da queste analisi sta fornendo risultati importanti e significativi. Di seguito vengono riportati i risultati riguardanti i valori medi di concentrazione rilevati nel solo 2004 nei sedimenti marini e nei mitili per alcune delle sostanze pericolose incluse tra quelle ricercate nel Programma di Monitoraggio Va osservato che questi risultati rivestono un carattere puramente preliminare e descrittivo: una loro corretta interpretazione dovrà necessariamente presupporre una più attenta analisi di tutti i fattori ambientali di contorno nonché una trattazione più approfondita dal punto di vista statistico dei dati raccolti. 4
5 Sedimenti Per la valutazione dello stato di contaminazione dei sedimenti marini da parte delle sostanze pericolose si è scelto di confrontare i valori medi di concentrazione osservati in ogni area di indagine con i limiti di concentrazione adottati come Standard di Qualità Ambientale, da raggiungere entro il 2008, dal Decreto Ministeriale n. 367 del 6 novembre Si sono presi in considerazione solo i dati relativi al cadmio, al cromo, al mercurio, al piombo, agli IPA totali e ai PCB totali. Nella presentazione di questi dati si è cercato di tenere presente anche l influenza della granulometria dei sedimenti: la percentuale in peso della frazione più fina dei sedimenti infatti è uno dei fattori più importanti di cui tener conto nella valutazione della concentrazione di una sostanza chimica in essi poiché è proprio in tale frazione che si manifestano maggiormente i fenomeni di accumulo di inquinanti. Dal suddetto confronto (Figure 4 e 5) è emerso che alcune aree marine del Friuli V.G, del Veneto, della Liguria, della Campania e della Sardegna meridionale hanno fatto registrare i valori più elevati rispetto agli SQA. In particolare si sono osservati valori elevati di cadmio, cromo, mercurio e piombo nell area antistante la Laguna di Venezia (Cavallino); valori elevati di cromo e di PCB totali alla Foce del Torrente Lerone (tra l abitato di Cogoleto e Arenzano) e nei pressi Vado Ligure; valori elevati di mercurio, piombo e IPA totali nelle aree antistanti il Golfo di Napoli; valori elevati di piombo nei pressi di Cagliari e di cadmio nelle aree antistanti Sant Antioco e Capo Carbonara. Sono inoltre stati registrati valori elevati di PCB totali nel tratto di mare antistante le coste tirreniche della Calabria e valori elevati di cadmio nei pressi di Crotone e alla Foce del Fiume Sinni, in Basilicata, nonché valori elevati di mercurio nella zona del Golfo di Augusta. Viceversa valori più bassi rispetto agli SQA sono stati osservati, seppur con qualche eccezione, negli ambienti marini antistanti le coste adriatiche dall Emilia Romagna alla Puglia e quelli antistanti la Toscana. Mitili Non essendo stato ancora fissato alcuno Standard di Qualità per questo tipo di matrice ambientale e non potendosi quindi effettuare un confronto con dei precisi limiti di concentrazione, si è cercato, in questo caso, di mettere in luce le variazioni osservate tra le aree oggetto di indagine da parte del Programma di Monitoraggio. Si sono presi in considerazione solo i dati di concentrazione media del 2004 relativi al cadmio, al cromo, al mercurio, al piombo e ai PCB totali. Rispetto ai sedimenti marini si osservano fenomeni di contaminazione più diffusa soprattutto per quanto riguarda il cadmio e il piombo (Figure 6 e 7). In particolare i valori più elevati di cadmio sono stati osservati lungo le coste della Campania, della Sardegna, del Veneto, del Friuli e in alcune aree delle Marche, della Sicilia e della Calabria mentre quelli più elevati di piombo sono stati registrati in molte aree del Mar Tirreno ma anche del Mar Adriatico settentrionale, della Puglia e della Calabria ionica. Diversamente le concentrazioni più elevate di cromo sono state osservate in alcune aree lungo le coste della Toscana e della Sardegna mentre quelle di mercurio sono state riscontrate in nei mitili di alcune aree antistanti la Liguria, la Toscana, il Veneto e la Calabria. Infine i valori di concentrazione più elevati per i PCB totali sono stati osservati lungo le coste della Liguria e quelle della Sardegna. Le aree con i valori più bassi di concentrazione sono invece quelle antistanti l Abruzzo, l Emilia Romagna, la Puglia e quelle affacciate sul Golfo di Taranto. 5
6 Figura 1 6
7 Figura 2 7
8 Programma di Monitoraggio dell ambiente marino costiero I PARAMETRI ANALIZZATI IN CIASCUN COMPARTO AMBIENTALE COMPARTO ACQUA Fitoplancton PLANCTON Zooplancton SEDIMENTO MARINO BIOTA - MITILI (Mytilus galloprovincialis) Posidonia oceanica BENTHOS Biocenosi delle Sabbie Fini Ben Calibrate PARAMETRI T, ph, salinità, ossigeno disciolto, clorofilla a, azoto ammoniacale, azoto nitroso, azoto nitrico, azoto totale, fosforo totale, ortofosfato, silicati, trasparenza I ANNO: densità delle Diatomee, densità dei Dinoflagellati, densità dell altro fitoplancton II ANNO: lista delle specie e densità I ANNO: densità dei Copepodi, densità dei Cladoceri, II ANNO: lista delle specie e densità Granulometria, Composti organoclorurati, Metalli pesanti, Idrocarburi Policiclici Aromatici, Carbonio organico Totale, Composti organostannici (TBT), Saggi biologici, Spore di clostridi solfitoriduttori Composti organoclorurati, Metalli pesanti, Idrocarburi Policiclici Aromatici, Composti organostannici (TBT) Densità fogliare, Lepidocronologia, Fenologia, Marcaggio del limite inferiore Lista delle specie completa o lista delle specie guida della biocenosi. Numero di individui per specie e parametri strutturali della biocenosi. Figura 3 8
9 Programma di Monitoraggio dell ambiente marino costiero LE SOSTANZE PERICOLOSE RICERCATE NEI SEDIMENTI E NEI MITILI METALLI PESANTI IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI CICLODIENE DERIVATI IDROCARBURI CLORURATI IDROCARBURI AROMATICI ALOGENATI ORGANOMETALLI Arsenico Cadmio Mercurio Cromo Nichel Piombo Antracene Benzo(g,h,i)perilene Benzo(a)pirene Indeno(1,2,3- cd)pirene Fluorantene Benzo(b)fluorantene Benzo(k)fluorantene Naftalene IPAtot Aldrin Dieldrin a-hch ß-HCH?-HCH DDE DDD DDT PCB totali Esaclorobenzene TBT Tabella 1 9
10 Programma di Monitoraggio dell ambiente marino costiero SOSTANZE PERICOLOSE RICERCATE NEI SEDIMENTI MARINI Confronto con gli SQA ex DM 367/2003 CADMIO CROMO MERCURIO PIOMBO Figura 4 10
11 Programma di Monitoraggio dell ambiente marino costiero SOSTANZE PERICOLOSE RICERCATE NEI SEDIMENTI MARINI Confronto con gli SQA ex DM 367/2003 IPA totali PCB totali Figura 5 11
12 Programma di Monitoraggio dell ambiente marino costiero SOSTANZE PERICOLOSE RICERCATE NEI MITILI CADMIO CROMO MERCURIO PIOMBO Figura 6 12
13 Programma di Monitoraggio dell ambiente marino costiero SOSTANZE PERICOLOSE RICERCATE NEI MITILI PCB totali Figura 7 13
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