SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale
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- Dorotea Carletti
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1 SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale Scheda di dettaglio del Tipo Forestale RB10X - Robinieto Superficie totale (ha): Percentuale su superficie boscata regionale (%): 6,2 Descrizione: Popolamenti di robinia, spesso puri, talvolta in mescolanza con querce ed altre latifoglie. Cedui, fustaie sopra ceduo e boschi di neoformazione, situati a partire dalla fascia planiziale fino a quella pedemontana dei rilievi collinari interni. Cenosi tendenzialmente mesofile e neutrofile. Localizzazione: Diffusi in tutto il territorio regionale, in particolare nella fascia pedomontana del Piemonte centro-settentrionale, sui rilievi collinari interni (Langhe settentrionali, nell'alto Monferrato, Roero, sul versente settentrionale delle Colline del Po) e lungo le fasce fluviali (soprattutto sugli affluenti in sinistra idrografica del Po). Estesi robinieti sono inoltre presenti fra l'acquese e la fascia preappenninica delle Valli Curone e Borbera. Isolati nuclei sono infine presenti nei settori mesalpici di alcune valli alpine. Classificazione fitosociologica: Balloto nigrae-robinion Hadac et Sofron 80; più mesofilo, con elementi originari del Carpinion Issl. 31 em. Oberd. 53 nella var. con latifoglie mesofile; più acidofilo con elementi del Quercion robori-petraeae Br. - Bl. 32 nella var. con castagno; anche con elementi del Salicio eleagni Aich.33 e, talvolta, specie mesoxerofile nel st. di greto; con presenza di specie xerofile nel st. steppico (quest'ultimo solo in Valle d'aosta). Corine: Habitat Natura 2000:
2 SOTTOTIPI E VARIANTI CODICE DENOMINAZIONE SUPERFICIE (ha) RB10B var. con latifoglie mesofile RB10C var. con castagno 2825 RB10D var. con ailanto 75 RB10E var. con sclerofille esotiche 64 RB10F var. con Prunus serotina 700 RB10J soprassuolo con residui di arboricoltura da legno 517 RB10K bosco pascolato RB10W soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici 6 RB10Y soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati RB10Z soprassuolo distrutto da incendio 32 RB13J st. di greto soprassuolo con residui di arboricoltura da legno RB13K st. di greto bosco pascolato RB13W st. di greto soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici RB13X st. di greto 1715 RB13Y st. di greto soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati RB13Z st. di greto soprassuolo distrutto da incendio RB14J st. steppico soprassuolo con residui di arboricoltura da legno RB14K st. steppico bosco pascolato RB14W st. steppico soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici RB14X st. steppico RB14Y st. steppico soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati RB14Z st. steppico soprassuolo distrutto da incendio Note alla variabilità: Possibili confusioni: Questo Tipo forestale non presenta particolari problemi di identificazione o confusione.
3 DATI DENDROMETRICI Numero di piante per ha: 843 Area basimetrica media per ha (mq/ha): 17 Volume medio ad ha (mc/ha): 127,5 Diametro medio di area basimetrica media (cm): 16 Composizione dendrometrica: Specie Presenze (%) Volumi (%) Altre latifoglie 12,7 13,4 Castanea sativa Miller 3,0 3,8 Fraxinus excelsior L. 2,1 1,7 Fraxinus ornus L. 2,1 0,9 Latifoglie mesofile 3,4 4,5 Prunus avium L. 3,5 3,5 Querce 2,2 8,2 Robinia pseudoacacia L. 70,6 63,6
4 DATI SELVICOLTURALI Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive: In queste cenosi la robinia si insedia, generalmente, per invasione secondaria su incolti o per infiltrazione a seguito di ceduazioni in boschi circostanti i coltivi. Il rapido sviluppo ed il temperamento eliofilo dimostrato dalla specie è tale per cui queste cenosi tendono a rimanere stabili solo se ceduate regolarmente. Tendenze evolutive verso boschi misti si hanno con la comparsa di specie autoctone diverse in funzione dei diversi ambiti stazionali di diffusione del Tipo. Nella variante a Prunus serotina questa specie può risultare ancora più invadente della robinia. Nel sottotipo di greto la robinia si afferma sui sedimenti grossolani (lenti di ghiaia) dove si mantiene rada e tende localmente a deperire. Interventi da evitare: Indipendentemente dall'obiettivo gestionale sono da evitare il taglio dei portaseme di specie autoctone, in particolare se farina e frassino maggiore, nonché il ripristino della ceduazione nei cedui invecchiati presenti all'interno delle Aree protette. Raccomandazioni per la difesa della biodiversità: Trattandosi di cenosi antropogene non si evidenziano elementi gestionali strettamente connessi alla tutela della biodiversità; in titti i casi è sempre opportuno preservare i soggetti di specie autoctone, in particolare attraverso la matricinatura a gruppi. Indirizzi di intervento: Ad esclusione di taluni popolamenti presenti all'interno di Aree protette o con funzione di protezione diretta, i robinieti evidenziano una prevalente destinazione produttivo-protettiva. In tale ottica si possono indivuare diverse opportunità gestionali, nell'ambito di due obiettivi9 gestionali principali: -valorizzazione dei cedui e delle fustaie, da perseguire in ambito agricolo per la produzione di legname da ardere o per la difesa spondale - rinaturalizzazione, da attuare all'interno delle aree protette, nei Siti della Rete natura 2000 o nei boschi ricchi di latifoglie autoctone. In funzione dei suddetti obiettivi e dell'assetto strutturale e della composizione dei popolamenti si possono delinerare tre modalità gestionali principali: - gestione del ceduo con turno tradizionale: idoneo per cedui in purezza (semplici o matricinati) o misti (ceduo composto), dove il il turno potrà variare fra 5 e 25 anni. Nei cedui misti con latifoglie, in particolare se composti e spesso impoveritio di latifoglie, è auspicabile aummentare la quota di specie autoctone presenti, anche attraverso un passaggio alla matricinatura per gruppi. I turni minimi potranno essere utilizzati per i popolamenti con funzione di protezione. - gestione del ceduo con turno allungato: idoneo sia per popolemti puri che misti, ove l'obiettivo è di costituire un afustai da polloni, con rinnovazione mista da seme e da polloni. Il turno pootrà variare fra 30 e 40 anni, con diradamenti selettivi (2-3 interventi) con designazione dei candidati. - gestione della fustaia: idonea per cedui invecchiati oltre il turno consuetudinario e ricchi di latifoglie autoctone, ovvero per popolamenti inseriti in aree protette o SIC. L'obiettivo è la creazione di una fustaia attraverso un taglio di avviamento, favorendo l'affermazione delle latifoglie autoctone.
5 SPECIE PRESENTI Elenco delle specie, in ordine alfabetico, che costituiscono il corredo floristico dell unità tipologica Nome latino Acer campestre L. Aegopodium podagraria L. Agropyron repens (L.) Beauv. Ailanthus altissima (Miller) Swingle Allium ursinum L. Anemone nemorosa L. Arabidopsis thaliana (L.) Heynh. Arrhenatherum elatius (L.) Presl. ssp. elatius Athyrium filix-foemina (L.) Roth Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. Bromus sterilis L. Bryonia dioica Jacq. Cardamine heptaphylla (Vill.) O.E.Schulz Carex brizoides L. Carex liparocarpos Gaudin Carex sylvatica Hudson Carpinus betulus L. Castanea sativa Miller Chelidonium majus L. Colchicum autumnale L. Cornus sanguinea L. Crataegus monogyna Jacq. Cruciata glabra (L.) Ehrend. Dryopteris filix-mas (L.) Schott Duchesnea indica (Andrews) Focke Euonymus europaeus L. Fragaria vesca L. Fraxinus excelsior L. Galium aparine L. Geranium nodosum L. Geum urbanum L. Hedera helix L. Helleborus viridis L. Holcus lanatus L. Humulus lupulus L. Hypericum perforatum L. Leucojum vernum L. Ligustrum vulgare L. Lonicera caprifolium L. Lonicera japonica Thunb. Lonicera xylosteum L. Luzula pilosa (L.) Willd. Parietaria officinalis L. Poa nemoralis L. Poa trivialis L. Polygonatum multiflorum (L.) All. Polygonatum odoratum (Miller) Druce Populus nigra L. Prunus avium L. Prunus spinosa L. Pulmonaria officinalis L. Nome volgare Acero campestre Carpino bianco Sanguinello Biancospino Fusaggine Frassino maggiore Ligustro Pioppo nero Ciliegio selvatico Prugnolo
6 Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. Quercus robur L. Robinia pseudoacacia L. Rubus caesius L. Rubus hirtus W. et K. Rubus ulmifolius Schott Salvia glutinosa L. Sambucus nigra L. Silene alba (Miller) Krause Solidago gigantea Aiton Stellaria media (L.) Vill. Symphytum tuberosum L. Tamus communis L. Tilia cordata Miller Ulmus minor Miller Urtica dioica L. Veronica chamaedrys L. Viburnum lantana L. Vinca minor L. Viola alba Besser Viola reichenbachiana Jordan ex Boreau Viola riviniana Rchb. Rovere Sambuco nero Tiglio cordato Lentaggine Aspetti fisionomici del sottobosco: Il sottobosco è composto da un denso strato arbustivo o arboreo inferiore di sambuco nero e/o ciliegio tardivo (quest'ultimo solo nel Piemonte nord-orientale), mentre nel piano erbaceo vi è la comparsa di diverse specie nitrofile e sinantropiche, sovente a carattere graminoide (Holcus mollis, Elymus caninus e E. intermedius) anche nelle stazioni più secche Rinnovazione: Molto frequenti ed abbondanti sono i semenzali per buona parte delle specie forestali; raramente però essi riescono ad affermarsi, in particolare nei popolamenti ancora regolarmente ceduati. La rinnovazione della farnia è pressoché assente; all'opposto il frassino maggiore riesce ad affermarsi molto facilmente. Specie: robinia, frassino maggiore, pioppo tremolo, carpino bianco, farnia. Note alle specie presenti:
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