Antonio Pizzolante 1. Docente di Disegno al liceo scientifico statale G. Ferraris a Varese. PRISMI on line 2013 pagina 1. prismi.liceoferraris.

Transcript

1 Antonio Pizzolante 1 Irruente, irrequieto, volitivo, tenace, passionale, Pablo Picasso moriva quarant anni fa a Moungins in Provenza a 92 anni. Nato a Malaga il 25 ottobre 1881 da Don Josè Ruiz Blasco insegnante di disegno e Maria Picasso, di origini genovesi. Apprende le prime lezioni di disegno in ambito familiare, poi la frequentazione di scuole d arte, dapprima a La Coruna in Galizia, dove il padre era stato trasferito per un impiego più remunerativo, in seguito a Barcellona dove prosegue gli studi nell Accademia di San Fernando. E in quest ambito che si forgia lo spirito culturale del giovane Picasso collaborando con le riviste artistiche Joventut e Art Joven e frequentando locali artistici-letterari come la taverna Ai quattro gatti. Ma è a Parigi che l artista catalano mette a fuoco tutta la sua potenzialità creativa. Nei primi anni del secolo, la capitale francese è catalizzatrice di spiriti liberi, patria della sensazione visiva impressionista, attrae personaggi provenienti da tutta Europa in cerca di fortuna ma soprattutto di confronto con una società che era ormai instradata verso una nuova visione del mon- 1 Docente di Disegno al liceo scientifico statale G. Ferraris a Varese. PRISMI on line 2013 pagina 1

2 do, in cui il progresso tecnologico, aveva attecchito con velocità e risoluzione. La sua vita è costellata da incontri importanti, tra Montmartre e Montparnasse si ritrova con Gauguin, Matisse, Picabia, Denis, Modigliani, Lèger, artisti che lasceranno tracce indelebili nella storia dell arte. Dal 1904 Picasso si stabilisce nella capitale francese, dopo un primo soggiorno nel 1901, stringe amicizia con un drappello di menti originali chiamata poi banda Picasso : il generoso Max Jacob e l'avaro Apollinare, sempre insieme a Marie Laurencin, l'opportunista; Rousseau il doganiere, adorabile e ingenuo, Van Dongen così mondano, Braque il "rivale", l'amico-nemico Matisse, il mercante Vollard, pieno d'intuito. Accanto, comprimari di rango: Gertrude Stein, che vagava fiutando capolavori, o Marinetti, straripante di foga oratoria. Sono gli anni in cui l arte cerca nuove sperimentazioni, che vanno oltre l attimo fuggente e Picasso particolarmente incline ai cambiamenti, passa da una tavolozza essenzialmente satura di blu, verso cromatismi rosa più dolci e malinconici. Poi il guizzo del genio si incarna in cinque prostitute della malfamata via d Avignone a Barcellona: è il mese di Luglio del 1907, la nascita dell opera Les Demoiselles d Avignon, è allo stesso tempo del cubismo e dell arte moderna. Il nuovo linguaggio concertato con l amico George Braque, meditato sulla volumetria di Cèzanne, sconvolge la visione della realtà non la imita ma magistralmente la reinventa: in una rappresentazione prima analitica e poi sintetica dove le figure si dipanano sulla superficie della tela senza menzogna, consapevoli del proprio destino. Les Demoiselles d Avignon, 1907 PRISMI on line 2013 pagina 2

3 Non finisce tutto con il cubismo, Picasso nella sua libera incoerenza, approda tra il 1916 e il 1924 ad una figurazione più naturalistica attuata da immagini monumentali, modellate su un iconografia greca e romana esempio di tale metamorfosi sono le Due donne che corrono lungo la spiaggia del Donne che corrono sulla spiaggia, 1922 Fu il viaggio in Italia nel 1917 con Jan Cocteau a decretarne la trasformazione, in quelle dieci settimane Picasso ammirò le meraviglie indiscusse della città eterna, alternando l intenso lavoro per le scene e i costumi per il balletto russo Parade sotto la regia di Djagilev. Nei suoi scritti lui stesso chiarisce tale svolta stilistica: Le molte maniere che io ho usato nella mia arte non devono essere considerate un evoluzione, o passi verso un ideale sconosciuto di pittura. Quando ho trovato qualcosa da esprimere, l ho fatto senza passare al passato o al futuro. Non credo di avere usato elementi radicalmente differenti nelle maniere differenti che ho usato nella pittura. Se i soggetti che ho voluto esprimere hanno suggerito diversi modi di espressione, non ho esitato ad adottarli. PRISMI on line 2013 pagina 3

4 Ritratto di Dora Maar, 1937 Dopo il dirompente sconquasso del primo conflitto mondiale, a cui Picasso non partecipa, sono le accattivanti teorie surrealiste di Andrè Breton, dei primi anni venti, a conquistare i pensieri del pittore catalano. In uno scritto di quegli anni fortemente fecondi dirà: Io miro alla somiglianza più profonda, più reale del reale, che raggiunga il surreale. Nei fatti, le opere di questo periodo, non aderiranno mai pienamente alla poetica dell irrazionale, mai si assoceranno integralmente all incongruenza fatale della rappresentazione onirica, piuttosto avranno sempre, una debita distanza con la verità della visione cubista. Tale visione non verrà abbandonata nemmeno quando la pittura si fa testimone del dramma di Guernica in cui la brutalità dell uomo si rivela in tutte la sua contraddittorietà. La tragedia più violenta, diventa denuncia politica, compiuta con la grande tela dedicata al massacro da parte dei tedeschi, verso la cittadina basca il 26 aprile Il capolavoro di Guernica presente al Padiglione Spagnolo dell esposizione Universale della Parigi del 1937 consacra Picasso definitivamente tra le righe della storia. PRISMI on line 2013 pagina 4

5 Guernica, 1937 Oggi l artista spagnolo è un long seller celebrato e glorificato in sette musei monografici, tra i più importanti quelli di Antibes, Malaga, Barcellona, Parigi, solo nel 2012 sono state inaugurate 70 mostre e pubblicati 42 libri. Questo significa però che non tutte le ciambelle possono essere sfornate con il buco. Per essere più chiari, non tutte le manifestazioni sono degne della dirompente opera picassiana, strumentazioni possibili dietro un business culturale di basso livello, sono sempre dietro l angolo, anche in esposizioni declinate da critici ed editori come capisaldi per la ricerca sull autore. La business Art è il gradino subito dopo l arte affermava Andy Warhol, tutto si sacrifica sull ara inviolabile degli affari in una liturgia che si reitera senza indugi e scrupoli. Nella mostra Picasso, capolavori del Museo Nazionale di Parigi allestita a Palazzo Reale di Milano sono apparse ombre con tali lineamenti. L evento è stato acclamato dai media come l avvenimento più atteso della stagione 2012/2013, con tutte le caratteristiche del grande show culturale pronto a far incetta di visitatori domenicali, storici smaniosi, artisti modaioli, scolaresche vocianti e politici di turno. Tutto si è celebrato su un red carpet di rispetto per una esposizione tanto gridata ma non necessariamente imperdibile, che non ha aggiunto niente alla conoscenza dell artista catalano intanto visitatissima, solo al 19 dicembre si contavano PRISMI on line 2013 pagina 5

6 biglietti staccati e si annunciava il proseguimento della mostra dal 6 al 26 di gennaio. Un successo inatteso? Certamente calcolato dagli organizzatori, ma soprattutto dagli sponsor, che sempre di più, in questi ultimi anni, per manifestazione di tale portata, puntano sul potere della marca come scrive Vincenzo Trione sul Corriere della Sera, un potere che ha il sapore di business, di commerciabilità del prodotto, di vendibilità e resa dell evento, che poco si conformano con l interezza dell arte, con la sua autenticità spirituale, che Picasso aveva sostenuto e difeso quando giunse a Parigi nei primissimi anni del 900. Non è la prima volta che Picasso incontra Milano, memorabile l esposizione del 1953 con Guernica nella Sala delle Cariatidi in una città fortemente provinciale, in un Italia confinata dall autarchia del ventennio, che aveva votato il partito comunista secondo schieramento del Paese. La mostra del 53 con due tappe, la prima alla Galleria d arte Moderna di Roma, la seconda appunto a Milano, fu osteggiata e contrastata dai poteri forti, ma voluta decisamente dal PCI, che in quel tempo, si proponeva come formazione politica alternativa e vedeva nel mito ormai mondiale di Picasso, il nuovo, la modernità, l attualità del pensiero visivo, che in Guernica diventava denuncia esplosiva, contro le ceneri ancora fumanti del secondo conflitto mondiale. La grande tela attualmente al Reina Sofia di Madrid per l occasione aveva aperto le porte dell immensa Sala delle Cariatidi segnata da crolli, incendi e bombardamenti bellici un iniziativa per scongiurare e riflettere su orrori di tale entità. Nel 2001 già storicizzato e battuto a suon di dollari nelle maggiori case d asta mondiali Picasso viene ripresentato a Milano in una versione meno esaustiva. Donna che piange, 1937 PRISMI on line 2013 pagina 6

7 La mostra di questa stagione sostenuta da 24 ore cultura e curata da Anne Baldessari direttrice del Museo Picasso di Parigi, arriva in Italia dopo l approdo in 15 musei, nelle capitali di mezzo mondo, in un allestimento senza eccessi critici, analogie e relazioni storiche. Nella messa in scena espositiva di 250 opere, poche sono state di grande interesse, limitate quelle appartenenti al periodo blu e rosa e i capolavori propriamente cubisti si contavano sulle dita delle mani, nemmeno una ceramica delle archiviate, molte delle quali realizzate nei prolifici anni di Vallauris nel sud della Francia. Una produzione inesauribile, quella di Picasso, catalogata in sculture, dipinti, quasi disegni senza contare le stampe tra incisioni e litografie. Un artista che ha lavorato molto, tanto da ridefinire il linguaggio dell arte. L unico uomo che dopo Shakespeare ha espresso il mondo e se stesso in modo totale secondo Italo Calvino, ma soprattutto ha saputo stabilire tra vita e opere un connubio indissolubile e per certi versi inestricabile in cui il gioco creativo si è attuato nella incondizionata libertà di essere e fare. Picasso mentre disegna con la luce, 1949 PRISMI on line 2013 pagina 7