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24 "< (.'())' '0(0(2-)-' 8 11 A. Classi geologiche 9 / 1 1 C 1 $*9*2# 9 > 1 Porzioni di territorio dove le condizioni di pericolosità geomorfologica sono tali da non porre limitazioni alle scelte urbanistiche: gli interventi sia pubblici che privati sono consentiti nel rispetto delle prescrizioni del D.M e s.m.i.. La presenza della Classe I non esclude però la necessità di effettuare verifiche al fine di evidenziare eventuali condizioni di pericolosità alla scala locale, adottando le soluzioni tecniche atte a superare le limitazioni riscontrate. La Classe I comprende zone non soggette ad inondazioni od allagamenti e prive di particolari problematiche di carattere geotecnico. Classe II: aree di moderata pericolosità geomorfologica Porzioni di territorio nelle quali le condizioni di moderata pericolosità geomorfologica possono essere agevolmente superate attraverso l adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici realizzabili a livello di progetto esecutivo esclusivamente nell ambito del singolo lotto edificatorio o dell intorno significativo circostante. Tutti gli interventi devono fare riferimento alle prescrizioni del D. M. 11/03/88 e s.m.i.. Le condizioni di moderata pericolosità si possono manifestare, a seconda dei luoghi: nell'arretramento per erosione di una scarpata; nell instaurarsi di fenomeni di dissesto legati essenzialmente ad interventi antropici (tagli stradali, sbancamenti per edificazioni, ecc.); nell'allagamento essenzialmente di locali interrati ai margini delle aree inondabili; nell allagamento conseguente a fenomeni, a bassa probabilità di accadimento, di tracimazione dei rii in relazione a formazione di sbarramenti o occlusioni delle opere di attraversamento oppure al deflusso superficiale di acque incontrollate in occasione di precipitazioni intense e localizzate; 23

25 nella presenza di una falda freatica poco profonda che può interferire con la realizzazione di strutture interrate. La Classe II è stata suddivisa in due sottoclassi in funzione della natura dei fattori penalizzanti. Porzioni di territorio a moderata pericolosità geomorfologica legata a condizioni di drenaggio superficiale insufficiente o anomalo ed alla presenza di falda prossima al piano campagna. Si tratta di aree soggette a potenziali allagamenti ad opera di acque a bassa energia e zone con problematiche di smaltimento delle acque in corrispondenza di linee di drenaggio superficiali, di fossi di scolo o di fossi irrigui. I settori di pianura che rientrano in questa Classe possono essere oggetto di locali fluttuazioni stagionali della falda freatica, con soggiacenza che può attestarsi a quote prossime al piano campagna. Le problematiche di drenaggio su Prescrizioni tecniche per le aree con problematiche legate al drenaggio superficiale. perficiale insufficiente o anomalo, in prossimità di linee morfologiche di drenaggio, di fossi di scolo o di fossi irrigui, devono essere superate attraverso la realizzazione di adeguate canalizzazioni o il mantenimento in efficienza dei fossi di scolo e dei fossi irrigui. E necessario esplicitare, a livello di progetto esecutivo, il piano di manutenzione ordinaria della rete di drenaggio superficiale di pertinenza privata. Prescrizioni tecniche per le aree con presenza di falda prossima al piano campagna. I nuovi interventi edilizi devono prevedere, quando possibile, l assenza di piani interrati. Nel caso di realizzazione di strutture interrate devono essere adottate soluzioni tecniche in grado di superare tale limitazione, da esplicitare a livello di progetto esecutivo. La fase di progettazione di tutte le opere ad esclusione della manutenzione ordinaria e straordinaria, delle opere interne che non comprendono interventi su elementi strutturali, connessioni verticali ed ampliamenti e della modifica delle destinazioni d uso, ha l obbligo di essere supportata da relazione geologico tecnica. E necessario analizzare, in modo particolare, l assetto idrogeologico dei lotti interessati e di un intorno significativo circostante, con l ausilio di indagini dirette e/o indirette. % 1 3 > 24

26 Porzioni di territorio a moderata pericolosità geomorfologica legata alla presenza di versanti da debolmente a mediamente acclivi. Si tratta in gran parte di aree poste alla base dei versanti o nel settore collinare, dove le condizioni geologiche e morfologiche non sono predisponenti all attivazione di fenomeni di dissesto, sempre nel rispetto delle prescrizioni tecniche di seguito riportate e del D. M. 11/03/88 e s.m.i.. Prescrizioni tecniche per le aree a debole e media acclività. Queste aree sono in genere comprese in settori con acclività variabile tra 15 e 25, senza indizi di dissesto in atto o potenziale. Nonostante l assenza di fenomeni di dissesto in atto, tutte le opere ad esclusione della manutenzione ordinaria e straordinaria, delle opere interne che non comprendono interventi su elementi strutturali, connessioni verticali ed ampliamenti e della modifica delle destinazioni d uso, devono essere precedute, in fase di progetto esecutivo, da indagini geologico tecniche in grado di valutare l assetto geomorfologico ed idrogeologico di dettaglio e l influenza che gli interventi edificatori possono avere sulle aree limitrofe (ad esempio definire la presenza di possibili infiltrazioni, o di falda, interferenti con le strutture in progetto ed in caso di opere di scavo, sostegno e riporto, considerare sia la stabilità delle opere stesse sia quella dei settori circostanti). Si devono individuare, nel caso di situazioni di moderata pericolosità geomorfologica riscontrate attraverso le indagini di dettaglio, gli interventi atti a mitigare le condizioni di pericolosità e di rischio. Il punto di recapito deve essere preferibilmente ubicato in corrispondenza di linee di deflusso naturali preesistenti. Si deve in ogni caso operare in modo da evitare lo smaltimento disordinato delle acque superficiali o una loro concentrazione in aree improprie. Non è inoltre consentita la realizzazione di scavi o riporti che modifichino in modo sostanziale l andamento plano-altimetrico locale. Si ritiene che i nuovi interventi non debbano ammettere, come indicazione a carattere generale, riporti di spessore superiore ai metri 2 o strutture di sostegno di altezza maggiore di metri 2,5 fuori terra. Le aree subpianeggianti adiacenti alla fascia di rispetto delle scarpate morfologiche o, nei casi di moderata acclività, le aree ricadenti sulle scarpate stesse, devono essere sottoposte a verifiche di stabilità in relazione alle opere da realizzarsi ed alla stabilità dei settori circostanti. Devono essere adottati, se necessario, gli interventi di sistemazione idrogeologica e consolidamento. Per le aree che ricadono in zone a vincolo idrogeologico, i nuovi interventi devono essere disciplinati a norma della L. R. 45/89 e del D. M. 11/03/88 e s.m.i.. 25

27 " # Classe III : aree di elevata pericolosità geomorfologica e di rischio Porzioni di territorio nelle quali gli elementi di elevata pericolosità geomorfologica e di rischio, derivanti questi ultimi dall urbanizzazione dell area, sono tali da impedirne l utilizzo qualora inedificate, richiedendo, viceversa, l'opportunità di interventi di riassetto territoriale a tutela del patrimonio esistente. I settori di territorio compresi all interno delle aree di dissesto attivo o ricadenti nelle delimitazioni delle Fasce Fluviali sono soggetti alle prescrizioni contenute nelle Norme di Attuazione P.A.I. (art. 9, art. 29, comma 2; art. 30, comma 2; art. 31 comma 4; art. 32, commi 3 e 4; art. 38; art.38bis; art. 39, commi 1, 2, 3, 4, 5, 6; art. 41), se più restrittive di quelle previste per la Classe III l.s.. Nell ambito della Classe III sono state effettuate le distinzioni di seguito elencate. Classe IIIa : aree con elevata pericolosità geomorfologica e di rischio Sono state inserite in questa Classe le porzioni di territorio inedificate, con acclività generalmente superiore ai 25, interessate da elementi di elevata pericolosità geomorfologica, settori di versante con caratteristiche geologiche, morfologiche ed idrogeologiche tali da renderle potenzialmente instabili e zone di affioramento di falde di detrito ancora alimentate. Sono compresi anche i settori con criticità idrauliche legate al reticolo idrografico superficiale e le aree appartenenti alle Fasce A, B e C. Gli ambiti in Classe IIIa, caratterizzati da elevata pericolosità geomorfologica accertata, sono inidonei alla realizzazione di nuovi interventi urbanistici. Prescrizioni tecniche. E vietata ogni edificazione comportante nuove unità abitative. Non sono ammessi incrementi del carico antropico. Gli edifici isolati possono essere sottoposti ad interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, di ristrutturazione edilizia senza cambio di destinazione d uso e di ampliamento funzionale non superiore al 20% del volume esistente, con un massimo di 25 mq e senza incrementi in pianta della sagoma 26

28 edilizia esistente. E consentita l edificazione di strutture pertinenziali non a fini abitativi. Non sono ammessi incrementi del carico antropico. Gli interventi di ampliamento funzionale possono essere consentiti, in ambiti esterni a dissesti attivi o incipienti, solo in seguito alla realizzazione di indagini geologico tecniche di dettaglio in grado di valutare puntualmente le condizioni di pericolosità geomorfologica ed idrogeologica. Per le attività agricole potranno essere consentite nuove edificazioni che riguardino in senso stretto edifici per attività agricole e residenze rurali connesse alla conduzione aziendale, previa verifica delle condizioni di pericolosità geomorfologica e comunque solo in assenza di alternative praticabili. Sono da escludersi le aree di dissesto attivo l.s. o le aree ricadenti all interno delle fasce di rispetto dei corsi d acqua. Gli interventi consentiti devono assicurare il mantenimento e il miglioramento delle condizioni di drenaggio superficiale dell'area, l'assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche presenti e con la sicurezza delle opere di difesa esistenti. Sono consentite tutte le opere di sistemazione idrogeologica, di tutela del territorio e di difesa del suolo e gli interventi di carattere pubblico non altrimenti localizzabili (secondo l art. 31 della L.R. 56/77). 1 / ()? 6 1, 1> 1 27

29 Classe IIIb l.s.: aree edificate di pericolosità geologica e di rischio Comprende aree edificate nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e di rischio sono tali da imporre interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico a tutela del patrimonio urbanistico esistente. Nell ambito di questa Classe sono state effettuate delle distinzioni (Classe IIIb 2, Classe IIIb3 e Classe IIIb4) allo scopo di definire con maggior dettaglio le prescrizioni a carattere urbanistico e le tipologie di intervento atte alla mitigazione della pericolosità geologica. Prescrizioni tecniche. In assenza di interventi di riassetto territoriale sono consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico abitativo. Nuove opere o costruzioni saranno ammesse (Classe IIIb 2) solo a seguito dell attuazione degli interventi di riassetto e dell avvenuta minimizzazione della pericolosità. Ovvero alla verifica della loro efficacia qualora gli interventi di riassetto territoriale risultassero già realizzati. Gli interventi di riassetto necessari potranno essere realizzati secondo un piano organico (cronoprogramma degli interventi) predisposto congiuntamente all Amministrazione Comunale. Gli interventi strutturali e non strutturali potranno ad esempio prevedere, quale intervento minimale, l adozione e la realizzazione di un piano di manutenzione ordinaria per la pulizia degli alvei e la contestuale elaborazione di un adeguato Piano di Protezione Civile. Si può ipotizzare che gli interventi di riassetto possano essere realizzati anche da uno o più soggetti privati, a patto che l approvazione del progetto ed il collaudo delle opere siano di competenza dell Ente pubblico. Le valutazioni relative alla mitigazione del rischio, di competenza dell Amministrazione comunale, dovranno essere sviluppate sulla scorta di considerazioni e documentazioni tecniche specifiche, redatte da professionisti abilitati, in collaborazione con l Ufficio Tecnico comunale. Valgono comunque le prescrizioni della Classe II. Per le ristrutturazioni, gli ampliamenti e/o le nuove costruzioni che comportino un incremento del carico antropico vengono richieste le relazioni tecniche che accertino la realizzazione e lo stato manutentivo degli interventi di riassetto che hanno permesso la minimizzazione della pericolosità geomorfologica. 28

30 Classe III b2 : aree con pericolosità geomorfologica e di rischio che necessitano di interventi di riassetto. Questa Classe comprende settori edificati e lotti interclusi che sono stati parzialmente inondati o che sono considerati attualmente inondabili, aree con gravi problematiche di drenaggio e di allontanamento delle acque di falda e delle acque superficiali, aggravate anche alle condizioni di elevata acclività, e zone edificate in contesti con forme morfologiche legate a condizioni climatiche e geomorfologiche diverse dalle attuali (frane stabilizzate) ma la cui stabilità può essere compromessa dall evoluzione del reticolo idrografico o da interventi antropici non appropriati. Prescrizioni tecniche per: Villaggio S. Maria, Zona C.na Boggialla, Zona Imai e Canton Bertero. Tali aree potranno essere rese edificabili dopo la realizzazione degli interventi di riassetto territoriale, quali ad esempio risagomature d alveo, asportazione di vegetazione ripariale, difese di sponda, rimodellamento del terreno, raccolta ed allontanamento delle acque di deflusso superficiale ecc.. e successivo monitoraggio, in relazione ai condizionamenti gravanti sulle singole aree. In assenza di interventi di sistemazione, per il patrimonio edilizio esistente sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, di ristrutturazione, di ampliamento funzionale non superiore al 20% del volume esistente. E consentita l edificazione di strutture pertinenziali non a fini abitativi. In assenza di interventi di sistemazione non è consentito l incremento del carico antropico. Gli interventi ammessi sono quelli indicati al successivo punto B del presente articolo ( paragrafo 8.4 della relazione geologica). Per le attività agricole possono essere consentite nuove edificazioni che riguardino in senso stretto edifici per attività agricole e residenze rurali connesse alla conduzione aziendale, previa verifica delle condizioni di pericolosità geomorfologica e comunque solo in assenza di alternative praticabili. Sono da escludersi le aree di dissesto attivo l.s. o le aree ricadenti all interno delle fasce di rispetto dei corsi d acqua. Per le opere infrastrutturali pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili, vale quanto indicato all art. 31 della L.R.. 56/77 e s.m.i.. 29

31 Dopo la realizzazione ed il collaudo degli interventi di riassetto territoriale necessari per conseguire la minimizzazione della pericolosità esistente, sarà possibile realizzare gli interventi edilizi previsti al punto B del presente articolo ( paragrafo 8.4 della relazione geologica). l ampliamento e il completamento di edifici esistenti, il cambio di destinazione d uso e la realizzazione di nuove edificazioni, nel rispetto delle seguenti condizioni: il primo piano abitabile/agibile comportante la presenza continuativa di persone, dovrà essere posto al di sopra della quota di massima escursione della falda e ad una quota superiore al battente idrico previsto in caso di allagamento/inondazione (per le aree in Classe IIIb 2 il battente massimo previsto è dell ordine di 40 cm dall attuale piano campagna; vedi Elaborati Geologici); non è ammessa la realizzazione di piani interrati o seminterrati a quote inferiori di quelle indicate al precedente punto; è ammessa la costruzione di piani seminterrati o interrati, a quote più basse di quelle elencate al primo punto, purché adibiti esclusivamente ad autorimessa, cantine, depositi senza presenza continuativa di persone, nel caso di interventi pubblici ricompresi in strumenti urbanistici complessi che prevedono le specifiche indagini di cui al D.M. 11 marzo 1988 lett. H. Tali indagini dovranno comprendere uno studio che evidenzi, mediante idonee sezioni quotate, ortogonali al corso d acqua, l effettivo andamento del terreno in rapporto alla quota della piena di riferimento e alla quota di massima escursione della falda e dimostri la fattibilità degli interventi; gli interventi dovranno assicurare il mantenimento e il miglioramento delle condizioni di drenaggio superficiale dell'area, l'assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche presenti e con la sicurezza delle opere di difesa esistenti. # $

32 ()?, 9 1 " 5 % * 1 &) = % > * = %> > = % 9 -'9.#*$$&09-*()'- Classe III b3 : aree con pericolosità geomorfologica e di rischio che necessitano di interventi di riassetto. In questa Classe sono inclusi settori edificati e lotti interclusi che sono stati parzialmente inondati o che sono considerati attualmente inondabili ma con maggiore probabilità rispetto a quelli inseriti in Classe IIIb2. Si tratta di aree poste in vicinanza al corso del rio Vaccaro, aree ricadenti in settori di versante con dissesti attualmente in fase quiescente o caratterizzati da accumuli detritici di elevato spessore, con scadenti caratteristiche geotecniche e la cui stabilità potrebbe essere compromessa in seguito alla realizzazione di nuovi interventi antropici. 31

33 Prescrizioni tecniche per: Zona Imai, Cascina Verna, Fornas, Zona Borgo Nuovo e Via Almese-Via Avigliana. In assenza di interventi di sistemazione non è consentito l incremento del carico antropico. Gli interventi ammessi sono quelli indicati al punto B del presente articolo ( paragrafo 8.4 della relazione geologica). per il patrimonio edilizio esistente sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, di ristrutturazione, di ampliamento funzionale non superiore al 20% del volume esistente. E consentita l edificazione di strutture pertinenziali non a fini abitativi. Non sono ammessi incrementi del carico antropico. Per le opere infrastrutturali pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili, vale quanto indicato all art. 31 della L.R.. 56/77 e s.m.i.. Dopo la realizzazione ed il collaudo degli interventi di riassetto territoriale necessari per conseguire la minimizzazione della pericolosità esistente, sarà possibile realizzare gli interventi edilizi previsti al punto B del presente articolo ( paragrafo 8.4 della relazione geologica) solo un modesto incremento del carico antropico della popolazione attualmente insediata. Da escludersi nuove unità abitative o completamenti. Per le attività agricole potranno essere consentite nuove edificazioni che riguardino in senso stretto edifici per attività agricole e residenze rurali connesse alla conduzione aziendale, previa verifica delle condizioni di pericolosità geomorfologica e comunque solo in assenza di alternative praticabili. Sono da escludersi le aree di dissesto attivo l.s. o le aree ricadenti all interno delle fasce di rispetto dei corsi d acqua. Gli interventi di riassetto territoriale dovranno ad esempio prevedere risagomature d alveo, asportazione di vegetazione ripariale, difese di sponda, rimodellamento del terreno, drenaggi superficiali e/o profondi, raccolta ed allontanamento delle acque di deflusso superficiale ecc.. e successivo monitoraggio, in relazione ai condizionamenti gravanti sulle singole aree. B ()?, " 32

34 * '9.#*$$&09-*()'- 1 1 Classe III b4 : aree inondate o che presentano un elevato rischio di inondazione con riconoscimento situazioni di pericolo. La Classe IIIb4 rappresenta settori edificati e lotti interclusi posti in aree che sono state inondate o che presentano un elevato rischio di inondazione, per le quali sono state riconosciute situazioni di pericolo più o meno grave ed imminente. Prescrizioni tecniche per: Zona Imai In tali aree, anche a seguito della realizzazione di opere di riassetto territoriale necessarie per conseguire la minimizzazione della pericolosità esistente, non sarà possibile alcun incremento del carico antropico e non si potranno realizzare nuove unità abitative o completamenti. Gli interventi consentiti sono quelli indicati al punto B del presente articolo ( paragrafo 8.4 della relazione geologica). Per gli edifici esistenti sono ammessi esclusivamente gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, le opere interne senza interventi su elementi strutturali o connessioni verticali e l edificazione di pertinenze dell attività insediativa (non a fini abitativi). Non sono consentiti gli aumenti di superficie e volume ed i cambiamenti di destinazione d uso che comportino aumento del carico antropico. Per le opere infrastrutturali pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili, vale quanto indicato all art. 31 della L.R.. 56/77 e s.m.i.. Dopo la realizzazione ed il collaudo degli interventi di riassetto territoriale, necessari per conseguire la minimizzazione della pericolosità esistente, sarà possibile realizzare gli interventi edilizi previsti al punto B del presente articolo ( paragrafo 8.4 della relazione geologica). 33

35 B. Determinazione dell incremento del carico antropico per le Classi IIIb In riferimento all art. 30, comma 3 della L.R. 56/77, alla Circ. P.G.R. n. 7/LAP ed alla D.G.R. 7 aprile 2014 n , le limitazioni di incremento del carico antropico si riferiscono agli ambiti inseriti in Classe IIIb. Con incremento del carico antropico si intende quell insieme di interventi urbanistico-edilizi che generano un aumento, non momentaneo ma stabile nel tempo, di presenza umana a fini abitativi, lavorativi e per l utilizzo di servizi. Pertanto, ai fini della valutazione dell incremento del carico antropico relativamente al riuso ed eventuale incremento del patrimonio edilizio esistente nelle aree classificate IIIb2, IIIb3 e IIIb4, si fa riferimento alle indicazioni che seguono. a. Non costituisce incremento del carico antropico: 1. Utilizzare i piani terra dei fabbricati esistenti per la realizzazione di locali accessori (autorimesse, locali di sgombero, ecc.); 2. realizzare edifici accessori (box, tettoie, ricovero attrezzi, ecc..) sul piano campagna, nel rispetto delle prescrizioni delle norme di attuazione del PAI; 3. realizzare interventi di adeguamento igienico funzionale, intendendo come tali tutti quegli interventi edilizi che richiedono ampliamenti fino ad un massimo di 25 mq, purché questi non comportino incrementi in pianta della sagoma edilizia esistente; 4. sopraelevare e contestualmente dismettere i piani terra ad uso abitativo di edifici ubicati in aree esondabili caratterizzate da bassi tiranti e basse energie (es. aree EmA); 5. utilizzare i sottotetti esistenti in applicazione della L.R. 21/98 qualora ciò non costituisca nuove ed autonome unità abitative. b. Costituisce modesto incremento del carico antropico: 1. il recupero funzionale di edifici o parti di edifici esistenti ad uso residenziale, anche abbandonati, nel rispetto delle volumetrie esistenti anche con cambio di destinazione d uso; 2. il recupero funzionale di edifici o parte di edifici esistenti ad uso diverso di quelli di cui al punto 1, anche abbandonati, nel rispetto delle volumetrie esistenti e con cambi di destinazioni d uso; 3. il frazionamento di unità abitative di edifici (residenziali o agricoli), purché ciò avvenga senza incrementi di volumetria; 4. gli interventi di ampliamento degli edifici esistenti comportanti un aumento in pianta non superiore al 20% per un massimo di 200 mc, attraverso scelte progettuali e tipologie costruttive volte a diminuire la vulnerabilità degli edifici rispetto al fenomeno atteso; 5. gli interventi ammessi dall art. 3 della L.R. 20/09. c.costituisce incremento del carico antropico: 1. ogni cambio di destinazione d uso che richieda, nel rispetto dell art. 21 del L.R. 56/77 e smi, maggiori dotazioni di standard urbanistici rispetto alle destinazioni d uso in atto alla data di adozione della variante al piano regolatore (ad esempio da magazzino a residenza) e comunque ogni cambio di destinazione verso l uso residenziale; 2. qualsiasi incremento delle unità immobiliari esistenti alla data di adozione della variante al PRG in eccedenza rispetto a quanto concesso nel caso di modesto incremento di cui alla precedente lett. b; 34

36 3. ogni ampliamento delle unità immobiliari che non rientri strettamente in attività di adeguamento igienico-funzionale, di cui alla precedente lettera a. e negli ampliamenti di cui al punto 3 della precedente lett. b; 4. gli interventi di cui agli articoli 4 e 7 della L.R. 20/ / '9.#*$$&09-*()'- * 1 > / % / 1 / 1 /

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