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Basilio Grassi
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La Cassazione conferma la propria giurisprudenza in materia di causalità e di ricognizione della posizione di garanzia nei reati colposi omissivi impropri Romapedia 1 DSC_4115, foto di David Macchi,

1 La Cassazione conferma la propria giurisprudenza in materia di causalità e di ricognizione della posizione di garanzia nei reati colposi omissivi impropri Romapedia 1 DSC_4115, foto di David Macchi, licenza CC BY- NC-ND 2.0, flickr. com Nota a Cass., sez. IV, 15 novembre 2016, n La IV Sezione penale della Corte di cassazione è tornata, di recente, a ribadire, in linea di massima, la propria costante giurisprudenza in materia di causalità nei reati colposi omissivi impropri, in relazione ad un caso particolarmente

2 esemplificativo, così ricostruito. Una bambina di quattro anni, mentre gioca con un videogioco nei locali di uno stabilimento balneare, rimane folgorata, morendo sul colpo (mentre un parente, intervenuto per soccorrerla, riporta lesioni gravissime), a causa del fatto che il cavo di messa a terra interno al macchinario era stato reciso durante un precedente intervento di manutenzione e che, peraltro, l interruttore differenziale salvavita dell impianto elettrico non aveva rilevato l anomala tensione né interrotto il contatto, in quanto non sufficientemente sensibile. Vengono chiamati a rispondere di omicidio e lesioni personali per colpa, peraltro aggravati dalla violazione delle norme di prevenzione contro infortuni sul lavoro, sia il titolare dello stabilimento balneare, sia il proprietario del macchinario (peraltro anche gestore della ditta di manutenzione dello stesso). I giudici di merito di primo grado e d appello condannano gli imputati, e medesima decisione è presa altresì dalla Suprema Corte, che perviene a condanna, rigettando i ricorsi in tema di causalità, di posizioni di garanzia e dell aggravante della violazione delle norme antinfortunistiche. Ebbene, la Corte fa qui manifesta applicazione della propria giurisprudenza in materia di reati omissivi impropri. Anzitutto, infatti, le condotte degli imputati vengono considerate di natura omissiva, ed il nesso causale ritenuto integrato valutando come equivalenti e concorrenti le due condotte (art. 41, c. 1, c.p.), senza dunque che possa ritenersi che una delle due sia stata tale da escludere l apporto causale dell altra. Invero, si rinviene qui un punto problematico: può davvero considerarsi che la condotta di recisione del cavo di messa a terra, sicuramente attiva, contenga in sé una componente omissiva il non accorgersi del danno, il non avervi posto rimedio, il non aver, in definitiva, controllato sufficientemente l apparecchio tale da trasfigurarla in condotta omissiva impropria?

3 In secondo luogo, la Cassazione passa alla ricostruzione delle posizioni di garanzia degli imputati, indispensabili per poter ritenere integrata la responsabilità ex art. 40, cpv., c.p. Invero, l accertamento al riguardo è particolarmente lacunoso, e sembra addossare al gestore dello stabilimento una generica posizione di garanzia incentrata sull obbligo di controllare il macchinario a tutela della sicurezza della clientela nonché di vigilare, in maniera analoga, sull impianto elettrico dello stabilimento. Sicuramente, per quanto riguarda quest ultimo profilo, la posizione di garanzia pare ravvisabile. Nonostante la Corte non si soffermi sulla ricognizione delle norme di legge da cui possa ritrarsi tale dovere di controllo, esse sono invero presenti e la giurisprudenza di legittimità al riguardo è ferma nel farne applicazione (per fare un es., e rimanere nel generico, si considerino gli artt e 2050 c.c., sull esercizio di attività pericolose). In definitiva, quindi, può ben ritenersi gravante sul gestore di uno stabilimento balneare il dovere di controllarne l impianto elettrico, affinché risulti sicuro per gli avventori (ed anche nel caso in cui detto gestore non abbia le competenze specifiche al riguardo, dovendosi attivare altrimenti, e non risultando sgravato dalla posizione per ciò solo; forse che è un datore di lavoro incompetente in maniera di sicurezza, per fare un esempio, viene scriminato, per questo motivo, in caso ometta di predisporre le opportune misure di prevenzione o di rivolgersi ad un esperto, mediante delega, affinché ottemperi a tale compito?). Non altrettanta certezza pare potersi ravvisare, invece, quanto al primo profilo dell obbligo di controllo gravante sul gestore dello stabilimento, ossia quello relativo al macchinario stesso. Ebbene, in relazione a detto dovere, essendo il cavo reciso all interno del macchinario e potendo il soggetto in questione fare legittimo e ragionevole affidamento sulla correttezza degli adempimenti relativi al macchinario stesso da parte di chi di dovere, ossia del coimputato non si vede come se ne possa affermare una posizione di garanzia senza sconfinare in un applicazione occulta di responsabilità oggettiva.

4 Ciononostante, pare sufficiente il primo profilo per ritenere integrata la posizione di garanzia dell imputato in questione. Meno complicata la costruzione della posizione di garanzia sul secondo imputato ossia sul proprietario del macchinario in quanto agevolmente rinvenibile a causa della triplice qualifica soggettiva ricoperta da costui, ossia quella non solo di proprietario ma anche di installatore e di manutentore del macchinario in questione. Assodato che è stato a causa di un intervento di manutenzione da costui (o da chi per lui) effettuato che il cavo interno di messa a terra è stato reciso, sembra davvero che la posizione di garanzia possa essere affermata senza particolari problemi. Non condivisibile, invece, pare la conferma dell aggravante delle violazione delle norme antinfortunistiche (art. 589, c. 2, e 590, c. 3, c.p.), in quanto, pur essendo, nuovamente, espressione della costante giurisprudenza di legittimità, non sembra che possa avallarsi l orientamento per cui la normativa in questione in realtà definirebbe una sorta di spazio oggettivo di applicazione, includente non solamente datori di lavoro, lavoratori e soggetti equiparati, ma anche terzi, del tutto estranei alla gestione del lavoro, ma per qualche motivo entranti in contatto con tale spazio. Di conseguenza, basterebbe che un soggetto (verosimilmente un cliente, come in questo caso) si venga trovare in un luogo di lavoro (lo stabilimento balneare) e che la violazione sia riconducibile alla normativa antinfortunistica (come sicuramente è quella sulla gestione di macchinari elettronici e del sistema elettrico nel complesso), affinché risulti sussistente l aggravante. In definitiva, la sentenza si pone in netta continuità rispetto al tradizionale orientamento della IV Sezione sulla causalità omissiva impropria, e dunque, come spesso accade, risulta quanto meno ambigua su alcuni aspetti. In primo luogo, sulla corretta qualificazione della condotta, spesso considerata omissiva in realtà in maniera aprioristica; in

5 secondo luogo, sul grado di specificità ritenuto sufficiente non solo (o non tanto) per ricostruire la posizione di garanzia, ma anche (e forse soprattutto) per motivare adeguatamente sul punto (quasi che il fatto stesso di rivestire una qualificazione soggettiva liminare rispetto a doveri di controllo genericamente intesi e socialmente accettati possa essere sufficiente ad integrare il vero e proprio obbligo giuridico di impedire l evento di cui parla l art. 40, cpv.); in terzo luogo, e soprattutto, sull accertamento della colpa, che viene, ancora una volta, lasciato in disparte, ritenuto in parte assorbito dal nesso causale ed in parte presunto, senza dedicarvi eccessivo spazio. Nonostante le perplessità, tuttavia, sembra che la sentenza sia pervenuta a condannare giustamente, in quanto sono effettivamente rinvenibili in capo agli imputati ben precise (e normativamente definite) posizioni di garanzia; in quanto il nesso causale (anche nell accezione omissiva) risulta sicuramente integrato, ed in quanto non pare che sussistano quanto meno dalla lettura della sentenza di legittimità circostanze capaci di escludere la colpa degli imputati (i due nessi fra colpa ed evento, peraltro, risultano entrambi sicuramente integrati). Non condivisibile, invece, appare l ascrizione dell aggravante di cui si è detto. Fonti: M. MARIOTTI Sulla responsabilità del gestore di uno stabilimento balneare e del manutentore di un videogioco per la morte di una bambina rimasta folgorata, in dirittopenalecontemporaneo.it del 26 aprile 2017; R. BLAIOTTA Causalità giuridica, Torino, 2010, passim. FABRIZIO TORELLI

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