Lezione 6 Durabilità delle materie plastiche: fenomeni degradativi e stabilizzazione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Lezione 6 Durabilità delle materie plastiche: fenomeni degradativi e stabilizzazione"

Transcript

1 6.1 Aspetti generali Lezione 6 Durabilità delle materie plastiche: fenomeni degradativi e stabilizzazione Come è già stato detto, le materie plastiche sono sostanze organiche costituite prevalente da atomi di carbonio ed idrogeno (a volte contengono anche atomi di ossigeno, azoto, cloro, zolfo ecc.) legati tra loro a formare catene polimeriche da legami chimici covalenti che possono assorbire energia da sorgenti esterne (elevata temperatura, radiazioni di elevata energia, sollecitazioni meccaniche, ecc.) e/o che in presenza di particolari sostanze possono dar luogo a reazioni chimiche. In entrambi i casi come conseguenza si ha una modifica della struttura molecolare, e quindi delle proprietà delle materie plastiche. Le principali cause di degradazione delle materie plastiche sono pertanto: alta temperatura, ossigeno, radiazioni UV (o di energia superiore), sollecitazioni meccaniche, ma può essere causa di degradazione anche il contatto con acqua, acidi e basi, ozono, batteri, ecc.. Gli effetti negativi della degradazione sono spesso accresciuti dalla contemporanea azione di più fattori tra quelli elencati (ad esempio alta temperatura e ossigeno, radiazioni UV e ossigeno, ecc.), inoltre, per uno stesso fattore, sono accelerati da un aumento di temperatura (come per esempio la reazione con acqua di poliesteri, poliammidi, ecc.). E evidente che alcune di queste cause di degradazione sono inevitabilmente presenti sia durante la trasformazione delle materie plastiche in manufatti (alta temperatura, ossigeno, sollecitazioni meccaniche, tracce di acqua..), sia durante la vita d uso dei manufatti stessi (ossigeno, radiazioni,...). Quindi, per la maggior parte dei polimeri i fenomeni degradativi sarebbero di fatto inevitabili e impedirebbero l uso delle materie plastiche in molte applicazioni se non esistessero additivi stabilizzanti capaci di bloccare le reazioni di degradazione e quindi gli effetti che da esse deriverebbero. Infatti, studi delle reazioni coinvolte nei fenomeni degradativi hanno permesso di comprenderne i meccanismi e di sviluppare additivi che in molti casi, mescolati in piccole percentuali alle materie plastiche (0,05-0,5 % in peso), consentono di eliminare o limitare fortemente le conseguenze in termini di deterioramento delle proprietà. Poichè l entità dei fenomeni degradativi e i rischi che ne derivano dipendono sia dal tipo di materiale che dalle condizioni in cui avviene la fase di lavorazione e in si svolge la vita d uso del manufatto, il tipo e la quantità di additivi necessari ad evitarli devono essere definiti caso per caso sia che si tratti di materiali polimerici vergini sia, ed a maggior ragione, nel caso di riciclo delle materie plastiche. Le conseguenze dei fenomeni degradativi su una certa materia plastica dipendono dal tipo di materia plastica e dalle cause di degradazione; è comunque possibile riassumere schematicamente le principali conseguenze a livello molecolare come da figura 6.1. La più frequente conseguenza di fenomeni degradativi è la rottura di un legame della catena polimerica (a) con diminuzione della lunghezza media delle catene e conseguente progressivo scadimento di proprietà meccaniche (ed in particolare di allungamento e resistenza a rottura). Questo tipo di degradazione interessa quasi tutti i materiali plastici e può essere determinata dalla maggior parte delle cause prima indicate. Un altra possibile conseguenza è la depolimerizzazione delle catene (b), con formazione di monomero; in tal caso i rischi, che si manifestano prevalentemente a temperature molto elevate, nella fase di lavorazione, sono essenzialmente legati alla tossicità dei monomeri formatisi (rischi per l operatore) e alla formazione di bolle all interno del manufatto (diffetosità nel manufatto). Un esempio di questo tipo riguarda ad esempio le resine acetaliche. 1

2 Una terza possibile conseguenza è la formazione di ramificazioni e/o reticolazioni (c) con relativa modifica delle proprietà (in particolare reologiche, ma anche meccaniche); è di questo tipo ad esempio la degradazione causata da ossigeno (e radiazioni) che determina un irrigidimento e un infragilimento progressivo delle gomme (invecchiamento chimico). Figura 6.1 Infine una quarta tipologia di conseguenza è quella in cui la degradazione consiste nella reazione intra- o intercatena di particolari gruppi di atomi presenti nelle catene polimeriche, come ad esempio l eliminazione di piccoli gruppi di atomi con modifica di proprietà quali colore, solubilità ecc. (d). Tale tipo di degradazione è tipica del PVC da cui per riscaldamento si elimina acido cloridrico, ma anche di altri polimeri come polivinilalcol, derivati della cellulosa, e anche la formazione di particolari gruppi di atomi, come perossidi o idroperossidi, che essendo meno stabili degli altri legami covalenti possono modificarne le caratteristiche riducendone la resistenza nel lungo periodo. Molto spesso le conseguenze dei fenomeni degradativi non dipendono solo dal tipo di polimero e di causa di degradazione, ma anche da altri fattori come i fenomeni diffusivi, la presenza di impurità, il grado di cristallinità, l orientamento delle catene, residui catalitici, ecc. Tali fattori si vanno a sommare agli altri rendendo assai difficile la previsione della velocità con cui gli effetti degradativi possono manifestarsi anche per uno stesso tipo di polimero. Tabella 6.1 Cause di degradazione PE PS e derivati PA PVC PU PC PP Gomme PET Alta temperatura x x x xx x x xx x ossigeno x x x x x xx xxx x Radiazioni UV x xx xx x xx xx xx xxx x Acqua ad xx x xx xx alta temperatura Ambiente x xx xxx xx basico Ambiente acido x x x x x Maggiore è il n di x maggiore è il rischio di degradazione 2

3 Poiché l entità dei fenomeni degradativi per un certo polimero possono condizionare in modo rilevante le proprietà di un manufatto durante la vita d uso, fino a rendere il materiale non più rispondente alle specifiche di progetto o a comprometterne la possibilità di riciclo, occorre provvedere a proteggere il materiale con la giusta quantità di adeguati additivi ed a verificarne la durabilità con opportuni test. In tabella 6.1 sono riportati criteri indicativi per capire i rischi per ciascun polimero rispetto a diverse cause di degradazione. 6.2 Test per la verifica della durabilità In assenza di un opportuna protezione (che generalmente si ottiene attraverso l impiego di additivi) la maggior parte delle materie plastiche può essere soggetta, durante la vita d uso, a dei fenomeni degradativi che possono determinare uno scadimento di proprietà meccaniche fino a causare prematuri fenomeni di cedimento o alterazione inaccettabile delle specifiche d uso (ad esempio cambio di colore). Per evitare che ciò succeda occorre eseguire test in grado di valutare la permanenza delle proprietà desiderate per tempi che possono essere anche molto lunghi (anni). E chiaro che i test non possono durare tanto a lungo quanto è lungo il tempo per cui vogliamo che le proprietà si mantengano entro i valori di progetto, per cui è necessario ricorrere a test accelerati, capaci di dare in tempi ragionevoli (alcune settimane, un mese) la risposta desiderata. In altre parole, bisogna creare le condizioni per cui in tempi brevi avvengano quei fenomeni degradativi che nelle condizioni d uso avverrebbero in tempi lunghi. Il modo più semplice per accelerare le reazioni chimiche, e quindi anche quelle che determinano i fenomeni degradativi, è un aumento di temperatura; e quindi in genere i provini vengono mantenuti in un forno dove circola aria (ma a volte anche un altro gas) a temperature molto più alte di quelle d uso, valutando come variano alcune proprietà nel tempo. Nel definire la temperatura a cui mantenere i campioni occorre tenere presente sia il campo di temperatura in cui il materiale si troverà ad operare durante l uso, sia le caratteristiche chimico-fisiche del materiale stesso. Questo ultimo aspetto è assai importante al fine di poter estrapolare con una certa affidabilità i risultati ottenuti in tempi brevi per ricavare informazioni a tempi lunghi. Per avere il massimo effetto di riduzione del tempo di risposta sarebbe preferibile eseguire le prove alla temperatura più alta possibile, tuttavia, se l aumento di temperatura tra la massima temperatura d uso e la temperatura di prova determina nel materiale transizioni termiche importanti, è possibile che i fenomeni fisici coinvolti siano diversi da quelli operanti nelle condizioni d uso ed in grado di modificare il meccanismo di degradazione, e quindi si corre il rischio di avere risposte non affidabili. Ad esempio, il polipropilene (PP) ha una Tg di ca. -10 C e una Tm di ca. 165 C e viene largamente utilizzato per articoli che svolgono la funzione d uso nell abitacolo delle auto dove la temperatura potrà raggiungere valori massimi di C. In questo caso se si scegliesse per il test un valore di temperatura superiore a 165 C, il materiale sarebbe liquido (fuso) anziché solido semicristallino e molti fenomeni coinvolti nel processo di degradazione sarebbero alterati in modo sostanziale rispetto alle condizioni d uso (ad esempio i fenomeni diffusivi, la quantità di materiale amorfo, ecc.); per il PP i test accelerati sono perciò eseguiti a temperature di 150 C, valore per cui il materiale è ancora un solido semicristallino. Analogamente, per il polistirene (PS) che è amorfo ed ha una Tg di +100 C, i test accelerati possono essere eseguiti fino a temperature non superiori a C in quanto a temperature superiori a 100 C la mobilità delle catene, e quindi la diffusività dell ossigeno e la reattività delle catene risulterebbe molto più alta che a temperature inferiori a Tg. Nel caso in cui il manufatto debba svolgere la sua vita d uso all esterno, e quindi sia soggetto agli effetti delle radiazioni UV, il materiale può essere sottoposto ad irraggiamento accelerato in camere chiuse dove lo spettro della luce solare è riprodotto da una lampada allo xenon (xenotest). 3

4 Naturalmente se il manufatto deve funzionare in un ambiente in cui siano presenti sostanze potenzialmente aggressive verso il materiale (ozono, ambiente acido o basico, ecc.) è necessario predisporre test che simulino le condizioni d uso, accelerando la risposta con aumento di temperatura e/o di concentrazione della sostanza aggressiva. I fenomeni degradativi possono avvenire anche durante la trasformazione del materiale da granulo a manufatto; in tal caso comunque i tempi per cui il materiale si viene a trovare in condizioni di possibile degradazione sono generalmente di pochi minuti, e quindi, se è utile o necessario valutare tali effetti degradativi, si riproducono le stesse condizioni nell esperimento e si valuta l effetto sulle proprietà. Relativamente alle proprietà che conviene misurare per verificare l entità dei fenomeni degradativi, queste dipendono dalla risposta che si vuole ottenere e dalla natura del materiale. Se nel progetto è stata individuata una specifica proprietà particolarmente critica si possono programmare esperimenti per valutare gli effetti delle condizioni di esercizio proprio su questa proprietà, se invece si vuole più genericamente valutare la degradazione del materiale, la tabella 6.2 indica, per alcune tra le materie plastiche più comuni, quali sono le proprietà che è preferibile misurare. Criteri PE, PP e loro copolimeri infragilimento xx PS e derivati Tabella 6.2 PA PU PC POM (resine acetaliche) Elastomeri termoplastici x ingiallimento x xx x xx xx x Proprietà meccaniche in trazione (1) x x xx x x xx x Resistenza x xx x x x x all urto Prove in flessione x x Viscosità in x x x soluzione Perdita di xx peso (1) In particolare allungamento a rottura e resistenza a rottura PET e PBT In tabella 6.2 con (xx) si indicano i principali criteri di verifica per un certo materiale. Naturalmente gli effetti degradativi possono essere contrastati con additivi opportuni; il tipo di additivo (o meglio la miscela di additivi) più efficace varia con la natura chimica del materiale plastico e con le condizioni di prova, quindi quando i fenomeni degradativi possono essere importanti, è bene verificare l efficacia di diverse formulazioni di additivi per lo stesso materiale, impiegando i test di tabella 6.2 per confrontarne gli effetti. In figura sono riportati esempi di resistenza alla degradazione per uno stesso materiale additivato con diverse formulazioni di additivi. 4

5 Figura 6.2 Figura 6.3 5

6 Figura 6.4 Figura 6.5 6

Materiali polimerici. Plastiche ed Elastomeri (o gomme) Termoplastici e Termoindurenti

Materiali polimerici. Plastiche ed Elastomeri (o gomme) Termoplastici e Termoindurenti Materiali polimerici Polimeri sintetici e polimeri naturali Plastiche ed Elastomeri (o gomme) Termoplastici e Termoindurenti Alcuni scheletri a cinque atomi di carbonio L aggiunta della pelle di atomi

Dettagli

Tecnologie Materie Plastiche Modulo1 Materiali Lezione 01. Marzo 08 - Pag 1/12

Tecnologie Materie Plastiche Modulo1 Materiali Lezione 01. Marzo 08 - Pag 1/12 ITIS Giulio Natta Istituto Tecnico Industriale per la meccanica e le materie plastiche - Liceo Scientifico Tecnologico Via XX settembre 14/A - Rivoli TO Tecnologie Materie Plastiche Modulo1 Materiali Lezione

Dettagli

LAVORAZIONE DEI POLIMERI I processi per trasformare granuli e pastiglie in prodotti finiti sono numerosi.

LAVORAZIONE DEI POLIMERI I processi per trasformare granuli e pastiglie in prodotti finiti sono numerosi. LAVORAZIONE DEI POLIMERI I processi per trasformare granuli e pastiglie in prodotti finiti sono numerosi. Generalmente i polimeri non vengono trasformati allo stato puro, ma miscelati con additivi che

Dettagli

Materiali polimerici. Plastiche ed Elastomeri (o gomme) Termoplastici e Termoindurenti

Materiali polimerici. Plastiche ed Elastomeri (o gomme) Termoplastici e Termoindurenti Materiali polimerici Polimeri sintetici e polimeri naturali Plastiche ed Elastomeri (o gomme) Termoplastici e Termoindurenti Alcuni scheletri a cinque atomi di carbonio L aggiunta della pelle di atomi

Dettagli

MATERIALI POLIMERICI

MATERIALI POLIMERICI MATERIALI POLIMERICI I materiali polimerici sono formati da numerose unità ripetitive (chiamate monomero) legate chimicamente tra loro. Monomero: Etilene Polimero: Polietilene n = grado di polimerazione

Dettagli

LE MATERIE PLASTICHE Struttura e proprietà chimiche e meccaniche delle materie plastiche

LE MATERIE PLASTICHE Struttura e proprietà chimiche e meccaniche delle materie plastiche LE MATERIE PLASTICHE Struttura e proprietà chimiche e meccaniche delle materie plastiche Materie Plastiche Pagina 1 di 8 I materiali plastici sono costituiti da POLIMERI Un polimero (dal greco molte parti)

Dettagli

Polimeri in campo farmaceutico

Polimeri in campo farmaceutico Chiara Sinico Tecnologia Farmaceutica Applicata Dipartimento di Scienze della Vita e dell Ambiente Università degli Studi di Cagliari POLIMERI: definizione Un polimero può essere definito come una molecola

Dettagli

Degrado dei materiali non-metallici 1 materiali polimerici. Deterioramento dei polimeri. I polimeri possono subire un deterioramento per

Degrado dei materiali non-metallici 1 materiali polimerici. Deterioramento dei polimeri. I polimeri possono subire un deterioramento per Deterioramento dei polimeri I polimeri possono subire un deterioramento per - attacco di solventi solubilità, resistenza agli agenti chimici, eliminazione dei additivi (e.g. plastificanti), rigonfiamento

Dettagli

POLIMERI ORGANICI: plastiche gomme e altro

POLIMERI ORGANICI: plastiche gomme e altro POLIMERI ORGANICI: plastiche gomme e altro PVC PE PET Kevlar Sono alcuni degli innumerevoli usi dei polimeri sintetici Resina epossidica La chimica dei polimeri organici Plastica, gomma, tessuti sintetici,

Dettagli

Il processo di cura - tecniche di studio Calorimetria a scansione differenziale (DSC) La calorimetria differenziale a scansione è la principale tecnica di analisi termica utilizzabile per caratterizzare

Dettagli

FISICA DEI MATERIALI POLIMERICI - non solo chimica e ingegneria - Giancarlo Locati

FISICA DEI MATERIALI POLIMERICI - non solo chimica e ingegneria - Giancarlo Locati Alla scoperta della fisica dei materiali FISICA DEI MATERIALI POLIMERICI - non solo chimica e ingegneria - Giancarlo Locati 6-9 settembre 2010 - Piancastagnaio Plastics Logic Reader l etilene

Dettagli

Soluzioni tecnologiche e materiali innovativi Tecniche utilizzabili e trattamenti superficiali

Soluzioni tecnologiche e materiali innovativi Tecniche utilizzabili e trattamenti superficiali Soluzioni tecnologiche e materiali innovativi Tecniche utilizzabili e trattamenti superficiali L evoluzione concettuale del packaging Imballaggio funzionale o Active Packaging contenere adeguatamente il

Dettagli

Principi di Biochimica

Principi di Biochimica Principi di Biochimica Augusto Innocenti Biologo Nutrizionista Perfezionamento in Biochimica e Biologia Molecolare Phd in Neurobiologia e Neurofisiologia Materia: Atomi e Molecole La materie è costituita

Dettagli

LA PLASTICA: CLASSIFICAZIONE E TIPI

LA PLASTICA: CLASSIFICAZIONE E TIPI LA PLASTICA: CLASSIFICAZIONE E TIPI Le plastiche sono resine sintetiche o polimeri sintetici ottenute per mezzo di complessi procedimenti chimici (polimerizzazione). La materia prima originaria è il petrolio

Dettagli

INTRODUZIONE 1 1. BREVE STORIA DELLE MATERIE PLASTICHE LE TAPPE FONDAMENTALI 3 2. LE MATERIE PLASTICHE I POLIMERI 9

INTRODUZIONE 1 1. BREVE STORIA DELLE MATERIE PLASTICHE LE TAPPE FONDAMENTALI 3 2. LE MATERIE PLASTICHE I POLIMERI 9 INDICE INTRODUZIONE 1 1. BREVE STORIA DELLE MATERIE PLASTICHE 3 1.1 LE TAPPE FONDAMENTALI 3 2. LE MATERIE PLASTICHE 9 2.1 I POLIMERI 9 2.2 IL PESO MOLECOLARE E IL SUO RUOLO 11 2.3 MATERIALI AMORFI E CRISTALLINI

Dettagli

SENSO GENERALE : I poliesteri sono polimeri contenenti nella catena GRUPPI CARBOSSILICI. e hanno una formula generale

SENSO GENERALE : I poliesteri sono polimeri contenenti nella catena GRUPPI CARBOSSILICI. e hanno una formula generale polyethyleneterephthalate DEFINIZIONE : In senso generale i poliesteri sono polimeri contenenti nella catena gruppi carbossilici. SENSO GENERALE : Con il termine generale di poliestere, si intende tutta

Dettagli

Bio-Monomeri e Polimeri (BiMoP) Life12/env/it/600 Layman Report

Bio-Monomeri e Polimeri (BiMoP) Life12/env/it/600 Layman Report Bio-Monomeri e Polimeri (BiMoP) Le attività tecniche del progetto europeo BiMoP furono dedicate alla produzione di monomeri e poliesteri insaturi a base di acido itaconico (IA). Questi nuovi materiali

Dettagli

APPUNTI DI TECNOLOGIA

APPUNTI DI TECNOLOGIA APPUNTI DI TECNOLOGIA LA PLASTICA Classificazione e tipi Fabbricazione Riciclaggio DOWNLOAD MAPPA CONCETTUALE published by Danilo Eandi 2013 NOTA dell autore Prof. Danilo Eandi, docente di Tecnologia presso

Dettagli

LA DIFFUSIONE. M At 1 A. dm dt

LA DIFFUSIONE. M At 1 A. dm dt LA DIFFUSIONE Il trasferimento di massa, all interno di un solido, di un liquido o di un gas o di un altra fase solida è detto diffusione ( trasporto di materiale mediante movimento di atomi). La diffusione

Dettagli

Stabilità Ossidativa e Qualità del Biodiesel

Stabilità Ossidativa e Qualità del Biodiesel Stabilità Ossidativa e Qualità del Biodiesel Paolo Bondioli INNOVHUB Stazioni Sperimentali Industria Divisione SSOG Milano Milano, 9 Novembre 2011 Sommario 1.Due parole sull ossidazione delle sostanze

Dettagli

CAPITOLO 1 POLIMERI E COMPORTAMENTO VISCOELASTICO

CAPITOLO 1 POLIMERI E COMPORTAMENTO VISCOELASTICO CAPITOLO 1 POLIMERI E COMPORTAMENTO VISCOELASTICO 1.1) I POLIMERI Sono dette polimeri molecole, naturali o sintetiche, di grandi dimensioni (ovvero macromolecole) costituite da una sequenza di unità concatenate

Dettagli

SISTEMI DI PRODUZIONE

SISTEMI DI PRODUZIONE SISTEMI DI PRODUZIONE Dario Antonelli Lezione B4 Introduzione alla lezione Proprietà dei polimeri Descrizione dei principali tipi di polimeri Principali processi produttivi 1 Moduli del corso A: I materiali

Dettagli

I PROTIDI ASPETTI GENERALI

I PROTIDI ASPETTI GENERALI I PROTIDI ASPETTI GENERALI I PROTIDI O PROTEINE SONO SOSTANZE ORGANICHE AZOTATE, DI STRUTTURA MOLTO COMPLESSA, PRESENTI IN OGNI FORMA DI VITA. LE PROTEINE SONO COMPOSTI QUATERNARI, OSSIA SONO FORMATE DA

Dettagli

Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener

Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV ESERCIZIO 4.1 E dato il diagramma di stato del sistema Pb-Sn (figura 1). Figura 1 Diagramma di stato Pb-Sn 1. Determinare le fasi

Dettagli

Chimica. Gli stati di aggregazione della materia

Chimica. Gli stati di aggregazione della materia Chimica Gli stati di aggregazione della materia La materia si presenta in natura in tre modelli di aggregazione dei suoi costituenti (atomi, molecole o ioni): solido, liquido, aeriforme. Da un punto di

Dettagli

L'analisi termica come metodo utile per l'identificazione delle plastiche ed il controllo qualità di materiali riciclati

L'analisi termica come metodo utile per l'identificazione delle plastiche ed il controllo qualità di materiali riciclati L'analisi termica come metodo utile per l'identificazione delle plastiche ed il controllo qualità di materiali riciclati Desenzano del Garda Food Contact Expert 25 Giugno 2015 Temperature T Cos è l Analisi

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Pag. 1/5 Sessione ordinaria 2016 M179 ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE Indirizzo: ITMP - MECCANICA, MECCATRONICA ED ENERGIA ARTICOLAZIONE MECCANICA E MECCATRONICA OPZIONE TECNOLOGIE DELLE

Dettagli

L ACQUA E LE SUE PROPRIETÀ

L ACQUA E LE SUE PROPRIETÀ L ACQUA E LE SUE PROPRIETÀ L acqua è una sostanza indispensabile per tutte le forme di vita. Ogni molecola di acqua (H2O) è formata da due atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno, uniti tramite due legami

Dettagli

Degrado dei materiali non-metallici 1 materiali polimerici. Contenuto

Degrado dei materiali non-metallici 1 materiali polimerici. Contenuto Contenuto o legame chimico C C - legame covalente, energia di legame - struttura tetragonale dei quattro legami del carbonio reazioni di polimerizzazione - poliaddizione, esempi - policondensazione, esempi

Dettagli

struttura interna composizione chimica meccaniche e tecnologiche

struttura interna composizione chimica meccaniche e tecnologiche Un trattamento termico è un insieme di operazioni fatte su un materiale solido per modificarne la struttura interna, la composizione chimica e le proprietà meccaniche e tecnologiche E composto da: 1. Fase

Dettagli

Massa degli atomi e delle molecole

Massa degli atomi e delle molecole Dallo studio dei volumi di gas nelle reazioni chimiche alle masse degli atomi e delle molecole Lo stato fisico di di un gas è descritto da tre grandezze fisiche: PRESSIONE (p) VOLUME (V) TEMPERATURA (T)

Dettagli

FORMATURA PER CONTATTO E SPRUZZO o SPRAY-UP

FORMATURA PER CONTATTO E SPRUZZO o SPRAY-UP Tecnologie a Stampo Aperto FORMATURA PER CONTATTO E SPRUZZO o SPRAY-UP SCHEMATIZZAZIONE FASI del PROCESSO MATERIALI VANTAGGI 1. costi d impianto limitati; 2. semplicità; 3. produzione maggiore SVANTAGGI

Dettagli

SCIENZA E TECNOLOGIA DEI MATERIALI

SCIENZA E TECNOLOGIA DEI MATERIALI DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE E ARCHITETTURA (DICAR) Corso di laurea magistrale in Ingegneria meccanica Anno accademico 2016/2017-1 anno 9 CFU - 1 semestre Docenti titolari dell'insegnamento ANTONINO

Dettagli

Le materie plastiche Chimica e tecnologie chimiche

Le materie plastiche Chimica e tecnologie chimiche Cosa sono... Le materie plastiche Chimica e tecnologie chimiche materiali artificiali polimerici con STRUTTURA MACROMOLECOLARE Monomeri e polimeri Materiali plastici... si dividono in TERMOPLASTICI ELASTOMERI

Dettagli

DSC. Il confronto dei termogrammi dei polimeri analizzati mostra che quello termicamente più stabile è il PBA.

DSC. Il confronto dei termogrammi dei polimeri analizzati mostra che quello termicamente più stabile è il PBA. Il confronto dei termogrammi dei polimeri analizzati mostra che quello termicamente più stabile è il PBA. Il principio di base di queste tecnica consiste nel ricavare informazioni sul materiale riscaldandolo

Dettagli

Università degli studi G. d Annunzio Chieti-Pescara

Università degli studi G. d Annunzio Chieti-Pescara Università degli studi G. d Annunzio Chieti-Pescara Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di laurea in Scienze Geologiche TESI DI LAUREA DI PRIMO LIVELLO in Chimica Ambientale SINTESI

Dettagli

Indice XIII. Prefazione

Indice XIII. Prefazione Indice Prefazione XIII Capitolo 1 LA STRUTTURA DEI MATERIALI: COSA, COME, PERCHÉ 1 Alberto Cigada e Barbara Del Curto 1.1. Design e materiali 2 1.2. Alcune domande 2 1.3. Il livello di indagine 3 1.4.

Dettagli

Idrocarburi Saturi. Reazioni

Idrocarburi Saturi. Reazioni Idrocarburi Saturi Reazioni Fonti ed usi Gli alcani lineari, ramificati e ciclici si ottengono principalmente dalla lavorazione (frazionamento, cracking, etc.), del petrolio. Fonti ed usi Gli alcani, soprattutto

Dettagli

Polimeri e Biopolimeri di interesse farmaceutico. Stefano Piotto Simona Concilio

Polimeri e Biopolimeri di interesse farmaceutico. Stefano Piotto Simona Concilio Polimeri e Biopolimeri di interesse farmaceutico Stefano Piotto piotto@unisa.it Simona Concilio sconcilio@unisa.it 1 Polimeri III 2 Legami e struttura dei polimeri Legami intramolecolari: covalenti Legami

Dettagli

- Lezione 2 I materiali polimerici: considerazioni preliminari

- Lezione 2 I materiali polimerici: considerazioni preliminari - Lezione 2 I materiali polimerici: considerazioni preliminari 2.1 Impieghi dei materiali polimerici Se osserviamo l andamento della produzione di diversi materiali nel secolo appena concluso (Figura 2.1)

Dettagli

Corso di Macromolecole LO STATO VETROSO

Corso di Macromolecole LO STATO VETROSO LO STATO VETROSO er studiare lo stato fisico del sistema ed introdurre quindi la discussione sullo stato vetroso si può descrivere come esso varia al variare della temperatura. Ø partendo dal cristallo

Dettagli

a) determinare le fasi presenti, la loro quantità (percentuale) e la loro composizione in una lega Pb30% - Sn a 300, 200 e 184, 180 e 20 C.

a) determinare le fasi presenti, la loro quantità (percentuale) e la loro composizione in una lega Pb30% - Sn a 300, 200 e 184, 180 e 20 C. ESERCIZIO 1 E dato il diagramma di stato del sistema Pb-Sn (figura). a) determinare le fasi presenti, la loro quantità (percentuale) e la loro composizione in una lega Pb30% - Sn a 300, 200 e 184, 180

Dettagli

Proprietà meccaniche. Proprietà dei materiali

Proprietà meccaniche. Proprietà dei materiali Proprietà meccaniche Proprietà dei materiali Proprietà meccaniche Tutti i materiali sono soggetti a sollecitazioni (forze) di varia natura che ne determinano deformazioni macroscopiche. Spesso le proprietà

Dettagli

Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener

Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV Prof. Dott. Bernhard Elsener Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata Soluzione Esercitazione IV ESERCIZIO 4.1 E dato il diagramma di stato del sistema Pb-Sn (figura 1). Figura 1 Diagramma di stato Pb-Sn 1. Determinare le fasi

Dettagli

ELASTOMERI ELASTOMERI

ELASTOMERI ELASTOMERI ELASTOMERI Gli elastomeri o gomme, sono materiali polimerici le cui dimensioni possono variare enormemente so

Dettagli

L IMPIEGO DI UN PARTICOLARE ADDITIVO NELLA FABBRICAZIONE DEI MATERIALI REFRATTARI

L IMPIEGO DI UN PARTICOLARE ADDITIVO NELLA FABBRICAZIONE DEI MATERIALI REFRATTARI L IMPIEGO DI UN PARTICOLARE ADDITIVO NELLA FABBRICAZIONE DEI MATERIALI REFRATTARI 01 DESCRIZIONE DELL ADDITIVO REFRASUD L additivo, allo stato liquido, è costituito da idrocarburi saturi ( C15 a C20 ),

Dettagli

Metallurgia e Materiali non Metallici. Prova di trazione. Marco Colombo.

Metallurgia e Materiali non Metallici. Prova di trazione. Marco Colombo. Metallurgia e Materiali non Metallici Prova di trazione Marco Colombo marco1.colombo@polimi.it 16/03/2016 La prova di trazione uniassiale Una delle più comuni e importanti prove distruttive, si ricavano

Dettagli

Comportamento meccanico dei polimeri

Comportamento meccanico dei polimeri Comportamento meccanico dei polimeri Proprietà meccaniche dei Polimeri Il comportamento meccanico può essere molto diverso a seconda della tipologia del polimero. In generale tre comportamenti principali:

Dettagli

GLI ALCANI. Michele Kodrič

GLI ALCANI. Michele Kodrič GLI ALCANI Michee Kodrič DEGLI ALCANI VEDREMO: (CARATTERISTICE (NOMENCLATURA (FORMULAZIONE (COMPOSTI PRINCIPALI (REATTIVITA (OTTENIMENTO (ISOMERIA DI CATENA (GRUPPI ALCILICI 1 CARATTERISTICE DEGLI ALCANI

Dettagli

Corso di Laurea in Ingegneria Edile

Corso di Laurea in Ingegneria Edile Dip. di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale Università Federico II di Napoli Corso di Laurea in Ingegneria Edile Corso di Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata (Prof.

Dettagli

Tecnologie dei vetri e dei

Tecnologie dei vetri e dei Tecnologie dei vetri e dei polimeri organici PROPRIETA DEI VETRI Per i processi di formatura è importante conoscere il comportamento viscositàtemperatura del vetro. La lavorabilità del vetro dipende dalla

Dettagli

CICLO PRODUZIONE LENTI ORGANICHE

CICLO PRODUZIONE LENTI ORGANICHE CICLO PRODUZIONE LENTI ORGANICHE La materia prima, con cui si costruiscono le lenti organiche, è costituita da molecole più o meno complesse (monomeri). Questi materiali sono definiti termoindurenti in

Dettagli

I composti organici e i loro polimeri

I composti organici e i loro polimeri I ARBIDRATI I composti organici e i loro polimeri La diversità molecolare della vita è basata sulle proprietà del ARBNI. Un atomo di carbonio può formare quattro legami covalenti. Questi legami gli permettono

Dettagli

DEGRADAZIONE DEI MATERIALI POLIMERICI

DEGRADAZIONE DEI MATERIALI POLIMERICI DEGRADAZINE DEI MATERIALI PLIMERICI DEGRADAZINE Processo che induce una modificazione anche limitata nel materiale polimerico, ma che produce un effetto rilevante sulla sue proprietà (es. la scissione

Dettagli

MATERIALI POLIMERICI

MATERIALI POLIMERICI MATERIALI POLIMERICI Caratteristiche generali I materiali polimerici sono isolanti sia termici che elettrici, hanno bassa densità volumica, e quindi sono leggeri, sono facilmente formabili e quindi è possibile

Dettagli

Le lavorazioni: la formatura. Le lavorazioni: la formatura. Le lavorazioni industriali

Le lavorazioni: la formatura. Le lavorazioni: la formatura. Le lavorazioni industriali Le lavorazioni: la formatura Le lavorazioni: la formatura Le lavorazioni industriali Il processo di fusione La fusione in forma transitoria La fusione in forma permanente Esercizi sulla fusione 2 2006

Dettagli

MATERIE PLASTICHE (ARMONIZZATA)

MATERIE PLASTICHE (ARMONIZZATA) MATERIE PLASTICHE (ARMONIZZATA) 29 QUANTE MATERIE PLASTICHE? BOTTIGLIE Trasparenti Semirigide Rigide PVC, PET LDPE, HDPE HDPE, PP, PVC, PET BICCHIERI/VASSOI FILM Estensibili Avvolgimento Accoppiati SACCHETTI

Dettagli

LEGGI PONDERALI DELLA CHIMICA

LEGGI PONDERALI DELLA CHIMICA LEGGI PONDERALI DELLA CHIMICA LEGGE DI LAVOISIER (1743-1794) In ogni reazione la massa totale dei reagenti è uguale alla massa totale dei prodotti. Massa Totale R = Massa Totale P Esempio rame + zolfo

Dettagli

DECRETO DEL MINISITERO DELL AMBIENTE 05/02/1998 SUCCESSIVE MODIFICHE E INTEGRAZIONI. ALLEGATO 1 Suballegato 1

DECRETO DEL MINISITERO DELL AMBIENTE 05/02/1998 SUCCESSIVE MODIFICHE E INTEGRAZIONI. ALLEGATO 1 Suballegato 1 DECRETO DEL MINISITERO DELL AMBIENTE 05/02/1998 E SUCCESSIVE MODIFICHE E INTEGRAZIONI. ALLEGATO 1 Suballegato 1 Norme tecniche generali per il recupero di materia dai rifiuti non pericolosi. 6. RIFIUTI

Dettagli

La scelta delle materie prime e lo studio accurato di. Sin dalla sua costituzione, la Kòmmi ha avuto come

La scelta delle materie prime e lo studio accurato di. Sin dalla sua costituzione, la Kòmmi ha avuto come Sin dalla sua costituzione, la Kòmmi ha avuto come ambizione quella di essere un azienda in grado di coniugare l esperienza con l innovazione nel campo della trasformazione dei materiali polimerici. Presente

Dettagli

Trasformazioni chimiche degli inquinanti Cenni su stratosfera e troposfera Dinamica degli inquinanti A.A

Trasformazioni chimiche degli inquinanti Cenni su stratosfera e troposfera Dinamica degli inquinanti A.A Università di Roma Tor Vergata Trasformazioni chimiche degli inquinanti Cenni su stratosfera e troposfera Dinamica degli inquinanti A.A. 2012-2013 1 Composizione chimica dell atmosfera Oltre ad O 2 e N

Dettagli

La Concentrazione. C i = m i / M,

La Concentrazione. C i = m i / M, La Concentrazione La concentrazione, C i, di un composto chimico i all interno di un sistema a più componenti, definisce il rapporto C i = m i / M, dove m i è la massa di i e M = ( i m i ) è la massa totale

Dettagli

modulo: CHIMICA DEI POLIMERI

modulo: CHIMICA DEI POLIMERI CORSO PON Esperto nella progettazione, caratterizzazione e lavorazione di termoplastici modulo: CHIMICA DEI POLIMERI Vincenzo Venditto influenza delle caratteristiche strutturali, microstrutturali e morfologiche

Dettagli

Le fibre tessili naturali sono quelle esistenti in natura, le tecnofibre - più comunemente conosciute come fibre chimiche - invece sono quelle

Le fibre tessili naturali sono quelle esistenti in natura, le tecnofibre - più comunemente conosciute come fibre chimiche - invece sono quelle Le fibre tessili. La fibra tessile è l'insieme dei prodotti fibrosi che, per la loro struttura, lunghezza, resistenza ed elasticità, hanno la proprietà di unirsi, attraverso la filatura, in fili sottili,

Dettagli

Dai gruppi funzionali a polimeri. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Dai gruppi funzionali a polimeri. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Dai gruppi funzionali a polimeri Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti DAI GRUPPI FUNZIONALI A POLIMERI Lo studio dei composti macromolecolari è uno degli indirizzi più importanti della chimica moderna

Dettagli

Studio su attivatore acqua T-SONIK OM TREELIUM S.A. Data documento tecnico 7 agosto Tipologia di indagine

Studio su attivatore acqua T-SONIK OM TREELIUM S.A. Data documento tecnico 7 agosto Tipologia di indagine Pagina 1 di 9 Studio su attivatore acqua T-SONIK OM TREELIUM S.A. Data documento tecnico 7 agosto 2015 Tipologia di indagine STUDIO Redatto e approvato da Ing. Luca Spinelli I risultati contenuti nel presente

Dettagli

PROVA 1. Dati i composti con formula KBr e HClO 2 :

PROVA 1. Dati i composti con formula KBr e HClO 2 : PROVA 1 Dati i composti con formula KBr e HClO 2 : 1) Individuare a quale categoria di composti appartengono (ossidi,anidridi,idrossidi,acidi,sali) 2) Determinare le valenze o i numeri di ossidazione di

Dettagli

Le materie plastiche sono molto diffuse e hanno sostituito materiali tradizionali in molte applicazioni rilevanti Sono materiali molto giovani e

Le materie plastiche sono molto diffuse e hanno sostituito materiali tradizionali in molte applicazioni rilevanti Sono materiali molto giovani e Le materie plastiche sono molto diffuse e hanno sostituito materiali tradizionali in molte applicazioni rilevanti Sono materiali molto giovani e molto diversi dai materiali tradizionali Mancanza di esperienza

Dettagli

14. Transizioni di Fase_a.a. 2009/2010 TRANSIZIONI DI FASE

14. Transizioni di Fase_a.a. 2009/2010 TRANSIZIONI DI FASE TRANSIZIONI DI FASE Fase: qualsiasi parte di un sistema omogenea, di composizione chimica costante e in un determinato stato fisico. Una fase può avere le stesse variabili intensive (P, T etc) ma ha diverse

Dettagli

NYLON-CARBON DUREZZA & TRAZIONE

NYLON-CARBON DUREZZA & TRAZIONE NYLON-CARBON DUREZZA & TRAZIONE D R. F L A V I A N A C A L I G N A NO D R. M A S S I M O L O R U S S O D R. I G N A Z I O R O P P O L O N Y LO N - C A R BON PROVE DI DUREZZA E DI TRAZIONE INTRODUZIONE

Dettagli

Appendice 1.1 Lo stato gassoso... 5 Appendice 1.2 Radioattività e chimica nucleare... 8 Esercizi svolti Esercizi da svolgere...

Appendice 1.1 Lo stato gassoso... 5 Appendice 1.2 Radioattività e chimica nucleare... 8 Esercizi svolti Esercizi da svolgere... INDICE CAPITOLO 1. ATOMI, IONI E MOLECOLE... 1 1.1. Il modello atomico della materia... 1 1.2. Le particelle subatomiche... 2 1.3. Massa atomica, peso atomico, peso molecolare, unità di massa atomica...

Dettagli

DEFINIZIONE DI POLIMERI

DEFINIZIONE DI POLIMERI DEFINIZIONE DI POLIMERI LA LORO STRUTTURA Polimero deriva dal greco poli (molti) e meros (unità o parte), e sono grosse molecole costituite da catene di molecole più piccole chiamate monomeri. Plastico

Dettagli

ANALISI DI POLIMERI TERMOPLASTICI MEDIANTE FT-IR E DSC

ANALISI DI POLIMERI TERMOPLASTICI MEDIANTE FT-IR E DSC ANALISI DI POLIMERI TERMOPLASTICI MEDIANTE FT-IR E DSC Massimo Bertucci D.1 INTERAZIONE DELLA RADIAZIONE IR CON I LEGAMI CHIMICI D.2 MOTI VIBRAZIONALI Modi di stiramento e deformazione di un gruppo metilene

Dettagli

1. INDIVIDUAZIONE DEL MATERIALE E SPECIFICHE MERCEOLOGICHE

1. INDIVIDUAZIONE DEL MATERIALE E SPECIFICHE MERCEOLOGICHE 1. INDIVIDUAZIONE DEL MATERIALE E SPECIFICHE MERCEOLOGICHE 1.1 NOME COMMERCIALE COMPLETO E NUMERO DI RIFERIMENTO Voce 470 RESIDUI DA TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE IN POLISTIROLO (PS) 1.2 TIPOLOGIA E CARATTERISTICHE

Dettagli

Scienza dei Polimeri

Scienza dei Polimeri Scienza dei Polimeri FILIPPO CANGIALOSI Proprietà e Lavorazione delle Materie Plastiche Guida pratica per i tecnici dell'industria www.plasticando.it Plastic@ndo INDICE PARTE PRIMA: ELEMENTI DI SCIENZA

Dettagli

Polimeri e Biopolimeri di interesse farmaceutico. Stefano Piotto Simona Concilio

Polimeri e Biopolimeri di interesse farmaceutico. Stefano Piotto Simona Concilio Polimeri e Biopolimeri di interesse farmaceutico Stefano Piotto piotto@unisa.it Simona Concilio sconcilio@unisa.it 1 Polimeri II 2 Cos é un polimero? La parola deriva dal greco poli, che significa molte

Dettagli

Dicroismo circolare e chiralità. Una molecola si dice chirale se non è sovrapponibile alla sua immagine speculare.

Dicroismo circolare e chiralità. Una molecola si dice chirale se non è sovrapponibile alla sua immagine speculare. Dicroismo circolare Dicroismo circolare e chiralità Una molecola si dice chirale se non è sovrapponibile alla sua immagine speculare. Dicroismo circolare e chiralità Le molecole chirali assorbono in

Dettagli

A_Test di valutazione di CHIMICA:

A_Test di valutazione di CHIMICA: COGNOME NOME... C.I./Patente n... MATRICOLA NO SI, n:... Prova di accertamento per la determinazione di eventuali debiti formativi A_Test di valutazione di CHIMICA: Cosa studia in generale la chimica A)

Dettagli

RISCHIO CHIMICO: DPI. A5.1-app. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO A Unità didattica

RISCHIO CHIMICO: DPI. A5.1-app. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO A Unità didattica Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole RISCHIO CHIMICO: DPI MODULO A Unità didattica A5.1-app CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03 DPI Riferimenti normativi

Dettagli

LIGNINA. Composto fenolico condensato (C--C), costituito dal condensarsi di precursori aromatici in un processo di polimerizzazione irreversibile

LIGNINA. Composto fenolico condensato (C--C), costituito dal condensarsi di precursori aromatici in un processo di polimerizzazione irreversibile LIGNINA Composto fenolico condensato (C--C), costituito dal condensarsi di precursori aromatici in un processo di polimerizzazione irreversibile Nelle piante sono presenti anche i monomeri liberi: non

Dettagli

Trasparente e con alta resistenza all'urto, ottime carattestiche elettriche.

Trasparente e con alta resistenza all'urto, ottime carattestiche elettriche. POLICARBONATO (lexan, makrolon) Peso specifico 1,2 - Temp.-50/+130 Trasparente e con alta resistenza all'urto, ottime carattestiche elettriche. Utilizzato per ripari infrangibili trasparenti, ripari di

Dettagli

Corso di Laurea in Ingegneria Edile

Corso di Laurea in Ingegneria Edile Dip. di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale Università Federico II di Napoli Corso di Laurea in Ingegneria Edile Corso di Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata (Prof.

Dettagli

L Ozono. COS È L OZONO Ozono Stratosferico

L Ozono. COS È L OZONO Ozono Stratosferico L Ozono Classe 3 a C Federica Bartesaghi Beatrice Copes Luca Gnecchi Silvia Mattavelli Andrea Miceli Davide Piazza Filippo Spini Tiziano Valli LECCO Serie storica delle concentrazioni mensili di O 3 COS

Dettagli

03/02/2016. Il Legno. Struttura Anatomica. Classificazione del Legname. Altre caratteristiche macroscopiche. Composizione Chimica

03/02/2016. Il Legno. Struttura Anatomica. Classificazione del Legname. Altre caratteristiche macroscopiche. Composizione Chimica Il Legno Il legno è un MATERIALE BIOLOGICO, prodotto da organismi viventi. La STRUTTURA MICROSCOPICA è costituita da elementi cellulari sottili ed allungati, variamenti disposti a seconda della specie,

Dettagli

ADESIVI PER IMBALLAGGIO ALIMENTARE: R&D al tempo dei NIAS

ADESIVI PER IMBALLAGGIO ALIMENTARE: R&D al tempo dei NIAS 5 CNGRESS SCIENTIFIC NAZINALE Food Contact Expert Desenzano, 22 23 giugno 2015 ADESIVI PER IMBALLAGGI ALIMENTARE: R&D al tempo dei NIAS Rel. Dott.ssa Boara Maddalena ADESIVI per imballaggio flessibile

Dettagli

Università IUAV di Venezia S.B.D. A 2077 BIBLIOTECA CENTRALE

Università IUAV di Venezia S.B.D. A 2077 BIBLIOTECA CENTRALE Università IUAV di Venezia S.B.D. A 2077 BIBLIOTECA CENTRALE ") 'ì \ ),I.1 e \. Alberto Cigada I Barbara Del Curto I Roberto Frassine I Gabriele Fumagalli I Marinella Levi I Claudia Marana I MariaPia Pedeferri

Dettagli

15/04/2011 CO 2 BIODEGRADAZIONE I MICRORGANISMI POSSONO AGIRE SUI COMPOSTI INQUINANTI. qualunque trasformazione venga operata sul substrato

15/04/2011 CO 2 BIODEGRADAZIONE I MICRORGANISMI POSSONO AGIRE SUI COMPOSTI INQUINANTI. qualunque trasformazione venga operata sul substrato BIODEGRADAZIONE qualunque trasformazione venga operata sul substrato I MICRORGANISMI POSSONO AGIRE SUI COMPOSTI INQUINANTI MINERALIZZAZIONE UTILIZZANDOLI COME FONTE DI NUTRIENTI (CARBONIO O AZOTO) CO 2

Dettagli

Trasparente e con alta resistenza all'urto, ottime carattestiche elettriche.

Trasparente e con alta resistenza all'urto, ottime carattestiche elettriche. POLICARBONATO (lexan, makrolon) Peso specifico 1,2 - Temp.-50/+130 Trasparente e con alta resistenza all'urto, ottime carattestiche elettriche. Utilizzato per ripari infrangibili trasparenti, ripari di

Dettagli

Inquinamento ARIA. Inquinamento ARIA. Inquinamento ARIA. Inquinamento ARIA

Inquinamento ARIA. Inquinamento ARIA. Inquinamento ARIA. Inquinamento ARIA COMBUSTIONE: principi Processo di ossidazione di sostanze contenenti C ed H condotto per ottenere energia termica (calore) C,H + O 2 calore + gas comb. COMBUSTIBILE + COMBURENTE CALORE + RESIDUI [ARIA]

Dettagli

Lezione 1 GEOTECNICA Docente: Ing. Giuseppe De Venuto

Lezione 1 GEOTECNICA Docente: Ing. Giuseppe De Venuto Lezione 1 GEOTECNICA Docente: Ing. Giuseppe De Venuto e-mail: devenuto@tin.it Genesi e struttura dei terreni I terreni sono il risultato dei processi di alterazione fisica, chimica, organica e di disintegrazione

Dettagli

PROPRIETÀ MECCANICHE DEI POLIMERI. Proprietà meccaniche

PROPRIETÀ MECCANICHE DEI POLIMERI. Proprietà meccaniche PROPRIETÀ MECCANICHE DEI POLIMERI Informazioni necessarie per la progettazione di componenti in materiale polimerico: MODULO DI YOUNG (RIGIDEZZA) RESISTENZA ULTIMA DUTTILITÀ / FRAGILITÀ Ricavate da curve

Dettagli

Sommario della lezione 5. Esercizi sui concetti di Mole e Composizione percentuale. Formule chimiche

Sommario della lezione 5. Esercizi sui concetti di Mole e Composizione percentuale. Formule chimiche Sommario della lezione 5 Esercizi sui concetti di Mole e Composizione percentuale Formule chimiche Qual è la massa molecolare del glucosio? Il glucosio è costituito da molecole di formula C 6 H 12 O 6.

Dettagli

dove plastica è...movimento!

dove plastica è...movimento! dove plastica è...movimento! Company Profile Profilo aziendale Società trainante di un Gruppo di aziende operanti a vari livelli con le materie plastiche, Poliblend ha realizzato un ottima penetrazione

Dettagli

LE FASI: LA POST-FORMATURA incollaggio, saldatura, decorazione, stampa, metallizzazione EMISSIONI DI SOSTANZE CHIMICHE DA TERMOPLASTICI

LE FASI: LA POST-FORMATURA incollaggio, saldatura, decorazione, stampa, metallizzazione EMISSIONI DI SOSTANZE CHIMICHE DA TERMOPLASTICI LE FASI: PRE-FORMATURA FORMATURA: trattamento della materia prima; rammollimento pressurizzazione, pompaggio del fluido,, stripping sostanze volatili LA FORMATURA LA POST-FORMATURA FORMATURA: incollaggio,

Dettagli

STAMPAGGIO PER COMPRESSIONE o COMPRESSION MOLDING

STAMPAGGIO PER COMPRESSIONE o COMPRESSION MOLDING Tecnologie a Stampo Chiuso STAMPAGGIO PER COMPRESSIONE o COMPRESSION MOLDING SCHEMATIZZAZIONE VANTAGGI SVANTAGGI tempi ciclo alquanto bassi (tipici da 1 a 6 minuti) elevati volumi di produzione qualità

Dettagli

LA CHIMICA DEL CARBONIO

LA CHIMICA DEL CARBONIO LA CHIMICA DEL CARBONIO E QUELLA PARTE DELLA CHIMICA CHE STUDIA IL CARBONIO E TUTTI I SUOI DERIVATI. I COMPOSTI DEL CARBONIO POSSONO ESSERE NATURALI (PROTEINE, ACIDI NUCLEICI, LIPIDI E CARBOIDRATI) colesterolo

Dettagli

I Materiali Polimerici

I Materiali Polimerici I Materiali Polimerici I Materiali Polimerici Un polimero è costituito da molte unità molecolari ricorrenti, unite tra di loro per addizione sequenziale di molecole di monomero. Molte molecole del monomero

Dettagli

Caratteristiche di materiali

Caratteristiche di materiali Caratteristiche di materiali Caratteristiche macroscopiche Lavorazione Microstruttura Formula chimica Legami chimici Struttura atomica Meccaniche Materiale Fisiche Elettriche Megnetiche Termiche Meccaniche

Dettagli

MATERIALI COMPOSITI: comportamento meccanico

MATERIALI COMPOSITI: comportamento meccanico MATERIALI COMPOSITI: comportamento meccanico Materiali tradizionali Proprietà Metalli Ceramiche Polimeri in massa in fibre Resistenza a trazione Rigidezza Tenacità Resistenza all'impatto Limite di fatica

Dettagli

Compound termoplastici e CNT: l esperienza LATI

Compound termoplastici e CNT: l esperienza LATI Seminario 16/V/2013 Compound termoplastici e CNT: l esperienza LATI Luca Posca Technical Service Coordinator Special compounds development LATI: Compound termoplastici speciali LATILUB Anti attrito e usura

Dettagli