La fauna ittica del tratto montano del fiume Po e dei suoi tributari

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1 Delmastro G.B., Gaggino A., Giachino P.M., Morisi A., Rastelli M. (eds). Ricerche sugli ambienti acquatici del Po Cuneese - Interreg IIIA Aqua. Memorie dell Associazione Naturalistica Piemontese, 2007, 8: La fauna ittica del tratto montano del fiume Po e dei suoi tributari Giovanni B. DELMASTRO * - Giovanni A. C. BALMA* ABSTRACT - The fishes of the montane portion of the Po river and its tributaries (NW Italy). We report on the current presence of bony fish (Osteichtythes) in fifteen collecting localities located along the montane course of the Po river, from the Pian del Re to the lowland area located in the municipality of Revello, and in 35 localities along the tributaries that flow into the Po along its montane portion. Salmo trutta is the commonest and most widespread fish in this area; almost all specimens are of Atlantic stock, and only very few specimens suspected of being from the native stock have been found.at times these appear to be hybrids with introduced trout, but they never make up rich and wellstructured populations. The other Salmonidae that have been recorded are all exotic species: rivers and streams occasionally host Oncorhynchus mykiss, while Salvelinus fontinalis and Salvelinus alpinus have recently been recorded in Lake Fiorenza; this lake apparently also hosts Phoxinus phoxinus, a species that has not been found in the water courses studied here. Barbus caninus is found in a short stretch of the Po between the head of the valley until its confluence with the Croesio stream; this species is associated with Telestes muticellus, which unlike Barbus caninus is quite common and occasionally colonises the lower stretches of some of the Po s tributaries, from Paesana downstream. In this area, Cottus gobio is undergoing a significant and worrying population decline: aside from a handful of records from a high-altitude lake, it lives in the lower portion of the valley, in a brief stretch of the Po and in the lower reaches of several of its right-bank tributaries. Salmo marmoratus is extirpated from the area, and Thymallus thymallus seems to be as well. We briefly compare and contrast the current distribution of the fish fauna with available data from the literature. We also highlight those stretches of water which still maintain a certain interest from an ichthyological point of view, and report on some extremely serious damage being inflicted on lotic ecosystems, which have long had a highly negative impact on the conservation of freshwater habitats and their fish fauna: higher levels of human activity, including tourism; large-scale and continuous introductions of exotic fish species; pollution; channelling and damming of water courses, and especially the captation of springs and the excessive drawing of water for civilian and agricultural use. Key words: NW Italy, Po Valley, lotic waters, bony fishes. RIASSUNTO - Si riporta l attuale presenza di osteitti nelle 15 stazioni individuate sul corso montano del Fiume Po, dal Pian del Re al tratto di pianura nel comune di Revello, e nelle altre 35 localizzate sui tributari che confluiscono in questa sezione montana del fiume. La trota fario (Salmo trutta) è il pesce più diffuso e comune nell area esaminata, quasi sempre rappresentato da soggetti riferibili al ceppo atlantico ; sono stati individuati rarissimi esemplari della presunta forma autoctona, talvolta apparentemente ibridati con trote d introduzione, che però non costituiscono mai popolazioni ricche e ben strutturate. Altri salmonidi rinvenuti sono tutti esotici: nei corsi d acqua compare molto sporadicamente la trota iridea (Oncorhynchus mykiss), mentre Salvelinus fontinalis e Salvelinus alpinus sono stati recentemente segnalati nel lago Fiorenza; in quest ultimo vivrebbe anche la sanguinerola (Phoxinus phoxinus), specie non trovata nei corsi d acqua studiati. Il barbo canino (Barbus caninus) popola un breve tratto del Fiume Po che scorre dall imbocco della valle sino alla confluenza del T. Croesio; la specie è associata al vairone (Telestes muticellus), che a differenza del barbo canino risulta molto più comune e talvolta si spinge a colonizzare anche il tratto terminale di qualche tributario del Po, dal territorio di Paesana a valle. Nella zona lo scazzone (Cottus gobio) è in forte e preoccupante regressione: a parte rare segnalazioni in un bacino lacustre d alta quota, vive nella parte bassa della valle, sia in un breve tratto di Po che nella sezione inferiore di alcuni tributari di destra. La trota marmorata (Salmo marmoratus) e molto probabilmente il temolo (Thymallus thymallus) sono estinti in zona. L attuale distribuzione della fauna ittica viene brevemente confrontata e discussa con i dati bibliografici disponibili. Infine sono evidenziati i tratti dei corsi d acqua che mantengono un certo interesse dal punto di vista ittiologico e si segnalano gravissimi impatti sugli ecosistemi lotici, che da tempo causano seri problemi di conservazione degli ambienti acquatici e della loro ittiofauna. FINALITÀ DELLO STUDIO In primo luogo questo lavoro si prefigge di fornire dei dati sull attuale presenza della fauna ittica nel tratto iniziale del Fiume Po, sostanzialmente quello montano, dalle sue origini a quello che supera l imbocco della valle ed incontra il territorio pianeggiante (fig. 1): si tratta di una sezione di corso d acqua che misura una quarantina di chilometri. In questo studio vengono anche considerati i principali tributari ed alcuni subtributari, soprattutto il loro tratto terminale, che confluiscono in questo tratto iniziale del Po * Museo Civico di Storia Naturale, Laboratorio di Ittiologia, Cas. Post. 89, Carmagnola (TO). gbdelmastro@tiscali.it, vannibalma@aliceposta.it

2 122 (fig. 1). I risultati ottenuti con questa indagine sul campo permettono così di avere un quadro completo ed aggiornato sulla distribuzione dei pesci in tutta l asta fluviale montana del Po ed in parte degli affluenti, evidenziare la successione dei popolamenti ittici, la presenza di taxa di particolare interesse e le aree di maggiore importanza sotto l aspetto della conservazione. Inoltre si è ritenuto di arricchire le considerazioni finali paragonando l attuale situazione con alcuni dati bibliografici sulla distribuzione dei pesci, al fine di operare un primo confronto, puramente orientativo e preliminare ed evidenziare eventuali cambiamenti verificatesi nel tempo, in particolare negli ultimi 15 anni, a proposito della presenza e distribuzione dell ittiofauna. Le problematiche relative agli aspetti genetici e biogeografici della nostra trota fario rimangono quanto mai attuali e dibattute e, ad onor del vero, ancora molto controverse; in questo ambito riteniamo che tali censimenti e le considerazioni qui di seguito riportate possano rappresentare un primo ed indispensabile passo per successive indagini. BREVE INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ED AMBIENTALE Il reticolo idrografico considerato in questa ricerca ittiologica (fig. 1) si sviluppa nella parte nord-occidentale della Provincia di Cuneo, sul bordo sud-occidentale di quella di Torino; esso ricade prevalentemente nel settore eco-geografico 1180 Bassa Val Chisone-Val Germanasca-Val Pellice-Valle Po e, per la parte inferiore del suo bacino idrografico, interessa anche più o meno marginalmente i settori Prealpi Cuneesi (2170) e Pianura cuneese settentrionale (5361). La nomenclatura e codificazione di queste tre aree geografiche appena richiamate sono state proposte da De Biaggi et al. (1990), che per tutto il territorio del Piemonte hanno individuato aree omogenee dal punto di vista ambientale, denominate settori ecogeografici, che rappresentano anche l estrema sintesi ecologica di un complesso di fattori in grado di condizionare la distribuzione della flora e della fauna. Rimandiamo a questo stesso lavoro, che permette di individuare i confini geografici delle tre aree che ci interessano ed ottenere le notizie essenziali sulle loro principali caratteristiche climatiche, litologiche, vegetazionali e zoologiche. Anche per reperire dati riguardanti il bacino imbrifero e le caratteristiche idrologiche ed ambientali, nonché la qualità delle acque di questo tratto montano del Fiume Po, si rimanda alla ricca bibliografia esistente in materia, nell ambito della quale abbiamo individuato: Arpa & Regione Piemonte (2006), Clemente et al. (1998), CREST (1997), Ires (1989), Provincia di Cuneo (2006), Regione Piemonte (1992, 1992a, 2000), Regione Piemonte & Arpa (2006). MATERIALI E METODI I censimenti della fauna ittica sono stati realizzati con elettrostorditore e naturalmente a seguito delle necessarie autorizzazioni rilasciate sia dal settore Tutela flora e fauna, centro di costo Caccia e pesca nelle acque interne della Provincia di Cuneo, che dal Parco del Po cuneese. Il tratto censito per ciascuna stazione individuata nel Po è generalmente compreso tra 120 e 200 metri; nei tributari la sezione considerata è risultata mediamente più breve, con lunghezze intorno ad un centinaio di metri; fa eccezione la stazione inferiore sul Torrente Agliasco, in cui è stato esplorato un tratto intorno ai 350 m di lunghezza e, all opposto, un paio di sezioni nelle quali, per motivi tecnici, ci siamo limitati ad una quarantina di metri. I censimenti sono stati realizzati nel corso di oltre una quindicina di uscite sul campo, dal 05 Ottobre 2004 al 10 Gennaio A parte qualche prevista e piccola difficoltà a percorrere i tratti di certi affluenti caratterizzati da marcate pendenze, e/o in occasione di alcune uscite nei mesi di dicembre e gennaio, in cui i massi emersi erano spesso ricoperti da una pericolosa coltre di ghiaccio, si è generalmente operato nelle condizioni ambientali migliori ed in periodi di pronunciata magra. Il numero di 10 aree campione proposto nel progetto iniziale è stato notevolmente aumentato, fino a raggiungere le 50 stazioni di rilievo riportate in questa versione finale dello studio; di queste, 15 riguardano l asta del Po, mentre le altre 13 e 22 sono state individuate rispettivamente sugli affluenti di sinistra e destra (fig. 1). È evidente che un simile incremento di stazioni di rilievo ittiologico abbia permesso di ottenere un quadro distributivo più ampio, preciso e continuo ed una buona copertura delle acque correnti dell area; in particolare, è risultato ben studiato tutto il settore di fondo valle lungo il corso del Po e la parte inferiore e talora media della valli laterali. Da questa ricerca sono stati invece esclusi tutti gli ambienti acquatici lentici d alta quota, che in questo bacino sono per lo più localizzati sui versanti alla destra del Po (Soldati, 1990; Regione Piemonte, 2003) ed in alcuni casi rivestono anche una certa importanza per dimensioni e pregi paesaggistici ed ambientali. Anche se sembrerebbe che, quanto meno nella prima metà del 1800, questi laghetti fossero privi di pesci (Julini, 1989), sappiamo che ora alcuni di essi ospitano fauna ittica (Lago Fiorenza, Lago Grande di Viso, forse Lago di Alpetto, etc.), mentre altri, con scarsissima profondità, sono anche soggetti a periodiche secche. La presenza di ittiofauna in alcuni di questi bacini d alta quota (L. Fiorenza) è appena accennata nel capitolo Discussione. Dopo gli indispensabili e svariati rilievi (talvolta gli esemplari sono anche stati narcotizzati per l eventuale documentazione fotografica) i soggetti catturati sono sempre stati rilasciati integri, poiché, in questa fase della ricerca, non si è ritenuto di trattenere degli esemplari interi o dei loro campioni di tessuto.

3 123 Fig. 1 - Stazioni di rilievo ittiologico sul Fiume Po (numeri cerchiati), sui tributari di sinistra (triangoli) e su quelli di destra (esagoni); nel riquadro in alto a destra Piemonte e Valle d Aosta.

4 124 RISULTATI Qui di seguito sono riportate tutte le stazioni di rilievo ittico, secondo la numerazione che appare anche in fig. 1. Per primo, e con carattere maiuscolo, è indicato il nome del comune, quindi quello del corso d acqua, seguito dalla località, dalle Coordinate UTM e dall altitudine (i valori di queste ultime due rappresentano per lo più il punto medio del tratto di fiume censito); infine è riportata la data del rilievo. Tutte le pescate sono state realizzate dal primo autore (G.B.D.), che nella lista che segue viene omesso, e compare solo nel caso di più di un rilevatore. Sono elencate prima le 15 stazioni individuate sul Po, da monte verso valle, quindi quelle sui tributari di sinistra, sempre iniziando da quello superiore a quello confluente a quota più bassa, per concludere con le 22 stazioni riguardanti gli affluenti di destra (fig. 1). Gli affluenti sono prevalentemente tributari diretti del Po e solo in alcuni casi risultano suoi sub-affluenti: il Rio Merdarello (affluente del T. Agliasco), i T. Ciosil, R. Bulè, T. Frassaia e R. Daina (inclusi nel bacino del T. Lenta) ed infine il R. Lavesio (affluente del Rio delle Ville). Di seguito ad ogni specie ittica, riportata con il nome scientifico ed in ordine alfabetico, abbiamo volutamente semplificato al massimo l aspetto quantitativo: infatti un segno + tra parentesi indica la presenza di 1 o pochissimi esemplari (fino ad un massimo di 10), mentre due segni + compaiono quando in loco è stata verificata la presenza di molti soggetti, per lo più appartenenti a diverse classi di età, ad indicare una popolazione ricca e ben strutturata. Fiume Po 1 - CRISSOLO, Fiume Po, Pian del Re, N E , m 2020, 05/10/2004: Note: popolazione molto rarefatta e mal strutturata (osservati appena due esemplari adulti in circa 120 m di corso d acqua). Questo tratto appare poco adatto alla vita dei pesci, con buche ridotte in numero e profondità. 2 - CRISSOLO, Fiume Po, Pian Melzè, (fig. 2), N E , m 1715, 05/10/2004: Note: fario piuttosto numerose ed appartenenti a varie classi d età; livrea abbastanza omogenea, con fianco cosparso di circa grosse macchie rossoaranciate con alone biancastro (fig. 10). In questo tratto sono immessi avannotti (locale rif. pers.). 3 - CRISSOLO, Fiume Po, immediatamente a monte della confluenza del Rio Martino, N E , m 1380, 22/10/2004: Note: popolazione rappresentata da individui con varie livree; nell asta principale sono anche presenti esemplari verosimilmente rilasciati in natura da adulti (figg. 7-8). Nel braccio laterale si hanno densità molte elevate. Salmo trutta venne segnalata in questa sezione, e quasi in contemporanea con il nostro rilievo ( ), anche nel recente censimento della fauna ittica piemontese (Regione Piemonte, 2006). 4 - CRISSOLO, Fiume Po, Case Cortili, N E , m 1200, 05/10/2004: Note: popolazione di fario abbastanza ricca e ben strutturata, con varie classi di età. Fig. 2 - F. Po, Crissolo, Pian della Regina, appena a monte della chiesetta ( , foto G.B.D.) 5 - OSTANA, Fiume Po, confluenza del Torrente Laità, N E , m 880, 14/12/2004: Cottus gobio (+), Note: dello scazzone rilevata la presenza di un solo esemplare adulto. Le trote fario invece, ancora una volta senza evidenti caratteri di ibridazione con la trota marmorata, denotano una popolazione ricca e ben strutturata.

5 PAESANA, Fiume Po, immediatamente a valle della confluenza del Torrente Lenta, N E , m 820, 08/10/2004: Note: nonostante la magra del fiume, qualche difficoltà nel pescare nelle buche, molto ampie e soprattutto profonde. Popolazione di fario piuttosto rigogliosa, e dove gli esemplari adulti sono in netta preponderanza rispetto alle trotelle di lunghezza intorno a 80 mm. 7 - PAESANA, Fiume Po, Calcinere superiori, N E , m 760, 18/10/2004: Note: popolazione di fario molto ricca e ben strutturata. Densità piuttosto elevata. Qualche soggetto sembra presentare lontane tracce di ibridazione con la trota marmorata (figg. 12 e 13). 8 - PAESANA, Fiume Po, Ghisola, ponte per borgata Gardiola, N E , m 650, 22/10/2004: Cottus gobio (+), Note: Cottus gobio è qui presente, ma nuovamente raro; il rapporto scazzone/trota fario è di 1/26.5. La fario, al contrario, risulta comunissima, senza evidenti caratteri dell ibrido con la marmorata, ma solo lontane tracce e la sua popolazione risulta ben strutturata (esemplari da 60 a 375 mm) SANFRONT, Fiume Po, località Damiani (immediatamente a monte del ponte), N E , m 472, 12/05/2006: Barbus caninus (++), Oncorhynchus mykiss (+),, Telestes muticellus (++) Note: va evidenziata la bella popolazione di Barbus caninus. Rilevato un solo esemplare di iridea, mentre tutte le fario presentano livree tipiche del ceppo atlantico SANFRONT, Fiume Po, località Damiani (immediatamente a valle del ponte) (fig. 3), N E , m 470, 14/12/2004: Barbus caninus (+),, Telestes muticellus (++) Note: vairone leggermente più abbondante della trota fario, che continua a non presentare alcuna marcata traccia di ibridazione con la trota marmorata. Barbo canino di poco più numeroso che nella stazione n 10 e, come nel sito 11, rappresentato anche da bellissimi esemplari adulti. Queste stesse tre specie rilevate in loco anche il , in occasione dell ultimo monitoraggio della fauna ittica piemontese (Regione Piemonte, 2006) REVELLO, Fiume Po, Ponte di Martiniana Po, N E , m 385, 15/01/2005, 10/08/2006 e 10/01/2007: Ittiofauna assente, alveo asciutto. 9 - PAESANA, Fiume Po alla confluenza del Torrente Cornaschi, N E , m 620, 17/11/2004: Cottus gobio (+), Note: la fauna ittica è qualitativamente e quantitativamente abbastanza simile a quella della vicina stazione a monte; lo scazzone risulta ancora più raro, con un rapporto intorno ad 1 su 40 fario. In loco sono da poco terminati lavori di sistemazione delle sponde, che sembra non abbiano interessato l alveo di magra del fiume SANFRONT, Fiume Po alla confluenza del Torrente Croesio, N E , m 520, 09/11/2004: Barbus caninus (+), Oncorhynchus mykiss (+),, Telestes muticellus (++) Note: La trota iridea è qui rappresentata da un unico esemplare adulto, mentre il barbo canino da 2 soli esemplari giovani di circa 30 mm (si tratta delle avanguardie di un popolamento che si fa un poco più numeroso scendendo più a valle). Stupisce la totale assenza di scazzoni, qui come nelle due stazioni successive. Fig. 3 - F. Po, Sanfront, immediatamente a valle del ponte in loc. Damiani ( , foto G.B.D.)

6 126 Note: nel corso della prima data, poco più a monte, presso il cimitero di Rifreddo, le condizioni ecologiche appaiono già assai compromesse: ambiente molto eutrofizzato (abbondanti alghe verdastre sui fondali e molte particelle biancastre in sospensione) e con portata estremamente ridotta, soprattutto a causa di una captazione idrica in regione Costanzi, che devia la già poca acqua presente nel fiume in un canale REVELLO, Fiume Po, S. Antonino, Tetti Pertusio, N E , m 336, 10/01/2007: Ittiofauna assente, alveo asciutto REVELLO, Fiume Po, Loc. Paschero, Ponte SS 662 (per Saluzzo), (fig. 4) N E , m 314, 10/08/2006: Ittiofauna assente, alveo asciutto. Affluenti del Po di sinistra 16 - CRISSOLO, Rio di Bric Tivore, loc. Serre Uberto, ponte strada per Pian del Re, N E , m 1530, 30/11/2006: Note: rinvenuto un unico esemplare adulto! Alveo con pendenza accentuata e pochissime buche adatte alla vita delle trote CRISSOLO, Torrente Tossiet, immediatamente a monte della confluenza nel Po, N E , m 1145, 08/10/2004:, Salmo trutta X Salmo marmoratus (+) Note: popolazione di fario piuttosto ricca e ben strutturata, talvolta con livree interessanti (figg. 18, 19, 20); in un solo esemplare di trota risulta evidente una pigmentazione intermedia tra le due specie di salmonidi OSTANA, Torrente Laità, Reg. Bernardi, guado del Sentiero dei Morti, N E , m 1375, 10/10/2005, G.B.D. & M. Rastelli: Note: questa è l unica stazione in cui la presenza di ittiofauna non sia stata accertata con l uso dell elettrostorditore, ma grazie alla semplice osservazione di due esemplari che stazionavano nuotando contro corrente in acque poco profonde OSTANA, Torrente Laità, immediatamente a monte della confluenza nel Po, N E , m 900, 14/12/2004: Note: rispetto al contiguo tratto di Po, la densità di Salmo trutta è nettamente inferiore, anche in relazione alle caratteristiche morfologico-ambientali che caratterizzano il tratto terminale di questo corso d acqua, in particolare la forte pendenza. Fig. 4 - F. Po, Revello, Loc. Paschero, Ponte SS 662 per Saluzzo, ( , foto G.B.D.). Negli ultimi tempi questo tratto del fiume rimane in asciutta totale per molti mesi all anno.

7 PAESANA, Rio Fua, Calcinere, ponte SS 662, N E ; m 790; 17/11/2004: Pesci assenti. Note: l alveo è privo d acqua. Poche centinaia di metri a monte risulta una portata molto esigua PAESANA, Rio delle Combe, abitato di Calcinere inf.i, N E ; m 730; 22/11/2006: Pesci assenti, alveo privo d acqua PAESANA, Rio Merdarello, C.na Mariotta, imm. a monte della sua confluenza nel Torrente Agliasco, N E ; m 566; 22/11/2006:, Telestes muticellus (++) Note: popolazione di fario assai ricca e ben strutturata; vaironi concentrati in alcune buche più ampie e profonde. In questo interessante tratto, alimentato da sorgenti e caratterizzato da acque apparentemente pulite e cristalline, nonostante un attenta ricerca, non sono stati rinvenuti barbo canino e, soprattutto, Cottus gobio PAESANA, Torrente Agliasco, Ghisola, Pianlavarino, immediatamente a valle della confluenza del Rio Rivoira, N E , m 780, 22/11/2006: Note: per motivi tecnici il rilievo ittiologico con elettrostorditore è stato limitato a circa 40 metri di corso d acqua; in questo breve tratto sono state trovate solamente trotelle PAESANA, Torrente Agliasco, regione C.na Belloni, immediatamente a monte della confluenza nel Po, N E , m 550, 15/01/2005:, Telestes muticellus (+) Note: circa il 5% delle trote con aree del corpo ricoperte da muffa biancastra (specialmente nella regione caudale). Acque all apparenza molto eutrofizzate, con schiuma sotto cascatelle e massi sommersi molto sdrucciolevoli per patina di alghe brune SANFRONT, Rio Carrera (?), Loc. Vecchia Centrale, ultimi 120 m prima della confluenza nel Po, N E , m 515, 10/01/2007: Cottus gobio (+),, Telestes muticellus (++) Note: un singolo esemplare adulto di scazzone; anche qui vaironi concentrati in alcune ampie buche. Quest area presenta pregevoli aspetti naturalistici: il rio in questione, che poco a valle della Vecchia Centrale risulta totalmente senz acqua, al momento del rilievo è esclusivamente alimentato da piccole sorgenti e permeazioni situate alla sua destra SANFRONT, Rio Reinaudo, Loc. Galliano, N E , m 590, 10/01/2007: Pesci assenti per alveo in secca SANFRONT, Rio Convallo Tofu, da Madonna delle Grazie alla confluenza nel Po, N E , m 490, 10/01/2007: Pesci assenti. Note: è presente qualche pozza d acqua isolata, ma senza fauna ittica. Dopo la captazione delle numerose sorgenti che un tempo alimentavano il rio (anni 50-60) esso va sempre più frequentemente in secca (locale rif. pers ) RIFREDDO, Rio Freddo, Loc. Meira Rolando, N E , m 419, 30/11/2006: Note: nonostante il lungo tratto indagato (280 m) rilevata la presenza di appena 9 trote (trotelle ed adulti); stupisce l assenza di altre specie, primo fra tutti il vairone. È verosimile che il rio abbia accusato un recente e pesante sconvolgimento ambientale e sia stato poi ripopolato artificialmente con fario. Affluenti del Po di destra 29 - CRISSOLO, Rio Martino, immediatamente a monte della confluenza nel Po, N E , m 1390, 22/10/2004: Note: riscontrata la presenza di pochi esemplari (5), tutti adulti: popolazione scarsa e mal strutturata. Come per altri piccoli affluenti del Po localizzati nell alta valle, il rio in questione presenta pendenza piuttosto accentuata e quindi con limitati ambienti favorevoli alla vita delle trote CRISSOLO, Comba Sbarrine, immediatamente a monte della confluenza nel Po, N E , m 1300, 08/10/2004: Note: i pochi esemplari di fario che vivono in questo tratto, tutti adulti, presentano una livrea abbastanza omogenea, con circa grosse macchie rosso-aranciate con alone biancastro (già rinvenute con buona frequenza nel Po presso il Pian della Regina ed in altre stazioni di campionamento) ONCINO, Torrente Ciosil, località Meire Bigorie, N E , m 1485, 17/11/2004: Note: alcune trote presentano una fitta punteggiatura di macchioline nerastre rotondeggianti su dorso e fianchi (fig. 22). Una derivazione lascia praticamente in asciutta l alveo che si trova a valle della stessa presa ONCINO, Rio Bulè, immediatamente a monte del ponte sulla stradina per Meire Bigorie, N E , m 1495, 15/01/2005: Note: popolamento di fario mal strutturato ed in gran prevalenza costituito da soggetti adulti. Anche su questo corso d acqua, presso il suddetto ponte, è ben visibile una presa d acqua che riduce drasticamente la portata nella sezione di alveo sottostante (fig. 5) ONCINO, Torrente Frassaia, Ciaputur, immediatamente a valle del ponte della stradina per Biaton-

8 128 net, N E , m 1240, 07/11/2006: Note: piccole sorgenti sulla sponda destra rimediano in misura parziale al prelievo prodotto da una presa a monte ONCINO, Rio Daina, al ponte della strada tra Ruata e Serre, N E , m 1140, 08/10/2004: 35 - ONCINO, Torrente Lenta, immediatamente a monte del ponte della strada tra Ruata e Serre, N E , m 1120, 18/10/2004: Note: come nella stazione contigua e successiva popolazione ricca e ben strutturata (5-25 cm LT); rari soggetti presentano una fitta machiettatura di pigmento rosso (figg. 25, 26) ONCINO, Torrente Lenta, immediatamente a valle del ponte della strada tra Ruata e Serre, N E , m 1100, 07/11/2006: Note: si opera in periodo di magra particolarmente pronunciata ONCINO, Torrente Lenta, immediatamente a monte della confluenza nel Po, N E , m 825, 14/12/2004: Note: qualche difficoltà tecnica nel rilevamento, sia per le profonde buche (nonostante la magra del periodo), sia per il ghiaccio che rende quasi impossibile il procedere sulle rocce emerse. Nonostante una attenta ricerca non è stata rilevata traccia di Cottus gobio. Come nelle due stazioni a monte sono evidenziabili rari soggetti di Salmo trutta che sembrano presentare, almeno in misura parziale, alcuni caratteri della livrea riconducibili al ceppo autoctono, come la frammentazione delle macchie parr sulle parti inferiori dei fianchi (fig. 29) PAESANA, Torrente Cornaschi, Erasca, circa 500 m a monte di Borgata Ramate, N E , m 780, 22/11/2006: Cottus gobio (+), Note: per motivi tecnici il rilievo ha interessato solamente una trentina di metri di corso d acqua. Sono presenti buche piuttosto ampie e profonde con numerose trote adulte ed un singolo esemplare di scazzone. Poco più a valle della stazione è localizzata una presa d acqua (fig. 6) che riduce la portata del 70-80% circa PAESANA, Torrente Cornaschi, tra il ponte SS 662 e la confluenza nel Po, N E , m 635, 17/11/2004: Note: in questo tratto la portata idrica è ridotta al minimo, e costituita da un esile rivolo d acqua; quasi tutti gli esemplari sono concentrati in una buca in prossimità del ponte. Fig. 5 - Presa d acqua sul Rio Bulè (Oncino) presso il ponte della stradina per Meire Bigorie ( , foto G.B.D.)

9 SANFRONT, Torrente Croesio, immediatamente a valle del santuario di Madonna dell Oriente, N E , m 720, 09/11/2004: Cottus gobio (+),. Note: la prima specie è assai rara (2 soli esemplari). Anche in questo caso le fario non mostrano caratteri riferibili ad ibridi con S. marmoratus. Qui si evidenzia una discreta portata, ma prima dell abitato di Croesio vi sono almeno 2 prese d acqua che prosciugano completamete il torrente (vedasi stazione successiva) SANFRONT, Torrente Croesio, dalla confluenza nel Po al ponte della SS 662, N E , m 535, 09/11/2004: Ittiofauna assente per asciutta dell alveo. Note: alcuni locali riferiscono che l asciutta stagionale di questo tratto è un fenomeno che si verifica normalmente. Cottus gobio (+),, Telestes muticellus (+) Note: rilevata la presenza di un paio di scazzoni e una decina di vaironi; trote fario abbondanti e riferibili a varie classi di età. Anche in questa sezione il corso d acqua dimostra di essere uno dei tributari più belli ed interessanti, con buona portata idrica ed acque cristalline MARTINIANA PO, Rio Lavesio, Pramorello, N E , m 630, 20/05/2005: Note: apparentemente la densità di trote è assai bassa, ma in questo sito sembra si sia verificato un mal funzionamento dell elettrostorditore, che risulta invece molto efficace nella stazione successiva SANFRONT, Torrente Albetta, S. Agata, Fonte del Castagnè, N E , m 560, : Cottus gobio (+), Note: il popolamento di scazzone è interessante (sono stati rinvenuti una decina di soggetti lungo un centinaio di metri di corso d acqua, che fanno di questo tratto il 2 più ricco dell intera vallata). Trote fario assai numerose e comprese in tutte le classi di età (sino a 31 cm di lunghezza totale) SANFRONT, Torrente Albetta, loc. Case Braide - Fonte Verrè, N E , m 455, 05/01/2007, G.B.D. & M. Evangelista: Note: in occasione del rilevamento le acque sembrano piuttosto abbondanti e trasparenti: tuttavia la popolazione di fario, unica specie, è costituita da pochi soggetti giovani (6-15 cm). Anche per l assenza di altri taxa ittici, verrebbe da pensare che il corso d acqua sia stato recentemente sottoposto ad un marcato sconvolgimento ambientale, seguito da una semina di sole trotelle SANFRONT, Torrente Gambasca, loc. Ruà dei Nari (presso bivio per Barra inferiore), N E , m 570, 30/11/2006: Cottus gobio (++), Note: la popolazione di fario è ricca e ben strutturata, come quella di scazzone, ma decisamente meno numerosa. Tuttavia, in base alle nostre ricerche, questo è il popolamento di Cottus gobio più abbondante ed interessante di tutte le acque correnti della Valle Po, che merita certamente tutela: inoltre esso può essere posto in relazione al fatto che su questo corso d acqua sembrino inferiori i prelievi idrici e ci sia una certa continuità sino alla confluenza nel Po? 45 - GAMBASCA, Torrente Gambasca, loc. Case Bernardi, N E , m 430, 05/01/2007, G.B.D. & M. Evangelista: Fig. 6 - Presa d acqua sul Torrente Cornaschi, Erasca (Paesana) ( , foto G.B.D.)

10 MARTINIANA PO, Rio Lavesio, ex Molino Tais, N E , m 570, 20/05/2005: 48 - MARTINIANA PO, Rio delle Ville, immediatamente a monte del ponte sulla strada per Saluzzo, N E , m 400, 05/01/2007, G.B.D. & M. Evangelista: Note: una certa eutrofizzazione si evidenzia già in questo tratto, ma si farà molto pesante subito a valle del ponte, dove vengono scaricate acque biancastre, puzzolenti e schiumose MARTINIANA PO, Rio Ceresa, C.na la Rossa, (a monte del ponte sulla strada per Saluzzo) N E , m 370, 10/01/2007: Note: si tratta di un piccolissimo rio tributario del Po, ma con discreta portata ed acque cristalline. Presenti solo rari esemplari adulti di fario REVELLO, Rio di Volo, 250 m a Est di S. Antonino, N E , m 348, 05/01/2007, G.B.D. & M. Evangelista: Fauna ittica assente per asciutta dell alveo. DISCUSSIONE Tutte le specie ittiche rinvenute nel corso dei campionamenti, così come qualche altra citata qui di seguito, fanno parte della classe zoologica dei pesci ossei (Osteichthyes). Non sono state individuate lamprede, che generalmente vengono trattate nella fauna ittica, anche se fanno capo ad una classe diversa, quella dei Petromyzontes (Hardisty, 1986). Molto interessante è la segnalazione della cattura di un esemplare di lampreda di mare (Petromyzon marinus) nel Po presso Saluzzo intorno al 1860 (Festa, 1892); oggi questa specie è ritenuta estinta nel Po piemontese. La lampreda di ruscello (Lethenteron zanandreai) è il secondo taxon di lampreda citato per il Piemonte (Zanandrea, 1962; Delmastro & Balma, 1989): in questo caso si tratta di specie non migratrice ed endemica, in drammatica contrazione, forse prossima alla scomparsa in Piemonte occidentale; ancora presente nel tratto di Po compreso tra Cardè e Carignano, è stata anche rinvenuta in sparuti individui negli interessanti ambienti di risorgiva presso Staffarda (Delmastro et al., 2006). Anche in questa parte del lavoro, in linea di massima, è stata seguita la nomenclatura proposta da Kottelat (1997), così come la successione delle famiglie, salvo aggiornamenti più recenti. Il confronto dei dati attuali con quelli presentati dalla Carta Ittica Regionale è stato realizzato sia con le due pubblicazioni ufficiali (Regione Piemonte, 1992 e 1993) che con la versione preliminare e ciclostilata della stessa, dove le località di rilievo sono riportate in forma più dettagliata, e compaiono brevi annotazioni faunistiche ed ecologiche per ciascuna stazione (Regione Piemonte, 1991). Fam. Cyprinidae Barbo canino, Barbus caninus Bonaparte, 1839 Nell area indagata il barbo canino popola la sezione del solo Fiume Po che scorre all imbocco della valle e si spinge per un brevissimo tratto all interno di questa, sino alla confluenza con il T. Croesio: in pratica è stato trovato in tre stazioni contigue sul Po e mai nei tratti terminali dei tributari indagati (raro nelle stazioni 10 e 12, ben più numeroso nella 11). Nel complesso, la popolazione che colonizza questo breve tratto è piuttosto ridotta e, purtroppo, vista la totale asciutta del Po a valle di Rifreddo, spesso isolata dagli altri popolamenti già segnalati, più o meno recentemente, per il tratto di Po scorrente nella prima pianura cuneese (Regione Piemonte, 1991, 1992, 1993 e 2006). In quest area protetta, la presenza di questo bellissimo e minacciato endemismo del distretto padano-veneto (Bianco & Delmastro, 2004), è di notevole interesse. Sanguinerola, Phoxinus phoxinus (Linnaeus, 1758) L unica segnalazione relativa alla valle Po, peraltro effettuata al di fuori di questo studio, riguarda il Lago Fiorenza, 2113 m s.l.m., dove uno di noi (G.B.D.) il osservò alcuni sciami di questo piccolo ciprinide in più punti, presso la sponda del lago. Questa presenza era già stata annotata da Tortonese (ined.); strano che Phoxinus phoxinus non sia stato riconfermato in questo bacino dallo studio di Gentili et al. (2002a). È possibile che la sanguinerola sia stata introdotta in altri laghi d alta quota dell area. Nel reticolo idrografico, invece, anche molto recentemente, è stata segnalata nel Po, immediatamente a valle della confluenza del Bronda ed in alcune stazioni successive (Regione Piemonte, 2006). Vairone, Telestes muticellus (Bonaparte, 1837) La sua odierna distribuzione nel tratto di Po indagato ricalca sostanzialmente quella del barbo canino; in più, il vairone colonizza anche il tratto terminale di qualche tributario, dal territorio di Paesana a valle; la sua presenza piuttosto discontinua in questi affluenti di fondovalle è verosimilmente giustificata dalle estreme condizioni ecologiche che spesso li caratterizzano, come pesante eutrofizzazione e frequenti secche dell alveo. Il vairone, con il barbo canino, viene riconfermato per il Po a Sanfront da Regione Piemonte (2006). Nel recente passato stupisce molto la sua mancata segnalazione nel tratto del Po presso il comune di Martiniana Po (Regione Piemonte, 1991, 1992 e 1993), così come quella di Barbus caninus; contrariamente a quanto si verifica ai giorni nostri, vennero qui citate le due specie di trota, compresi i loro ibridi, e lo scazzone; non si può escludere a priori che in quegli anni la mancanza di barbo canino e vairone nel tratto di Martiniana fosse semplicemente dovuta ad una omissione durante la compilazione dei verbali di censi-

11 131 mento sul campo o ad un successivo errore di trascrizione sulle schede pubblicate. Sempre nel lavoro della Carta Ittica, il vairone viene dato come molto abbondante nella stazione più a valle, oltre Saluzzo, e qui compare anche il barbo canino, ma con una popolazione molto più ridotta. Di un certo interesse è una segnalazione storica per il Lago Fiorenza (Tortonese, ined.), non riconfermata in tempi a noi più vicini. Fam. Salmonidae Trota iridea, Oncorhynchus mykiss (Walbaum, 1792) La cattura di due soli esemplari in altrettante stazioni di rilevamento sul Fiume Po denota l eccezionalità e la sporadicità della sua attuale presenza nel reticolo idrografico; si tratta di esemplari sfuggiti casualmente da qualche allevamento anche in zona erano o sono a tutt oggi presenti o rilasciato nel corso di un ripopolamento con trote fario. Come è noto, si tratta di un salmonide originario dei bacini idrografici che sfociano nell Oceano Pacifico settentrionale, sia nel continente americano che in quello asiatico (Gandolfi et al., 1991; Lee et al., 1980). Conosciuta anche con la denominazione scientifica meno aggiornata di Salmo gairdneri, è stata praticamente esportata in tutto il mondo (Welcomme, 1988) ed è la specie di trota che anche da noi viene più frequentemente allevata per il consumo umano; negli ambienti acquatici naturali italiani si riproduce solamente in casi eccezionali e nel recente passato veniva comunemente usata anche per i ripopolamenti, mentre oggigiorno questa abitudine è sempre meno frequente (Gandolfi et al., 1991). Trota marmorata, Salmo marmoratus Cuvier, 1829 Questa interessante specie di salmonide, la cui distribuzione originaria comprenderebbe oltre al Nord Italia ed i bacini adriatici di Slovenia e Croazia anche il Montenegro e l Albania (Crivelli, 1996; Povz et al., 1996), veniva segnalata anche nel tratto del Fiume Po esaminato, benchè nelle due stazioni considerate (Oncino e Martiniana Po), già allora fosse indicata solo come presente e non abbondante o molto abbondante (Regione Piemonte, 1991, 1992 e 1993). Una ulteriore e più datata conferma della sua presenza nel tratto di fondovalle del fiume è reperibile nel lavoro di Sommani (1961), che ne riporta la distribuzione nel Nord Italia. Ai giorni nostri la specie è completamente scomparsa dal tratto superiore del Po: in effetti, nella decina di stazioni in cui poteva essere potenzialmente presente, non se ne è trovata traccia, né di esemplari puri, né di altri riferibili ad ibridi di prima generazione. In svariati altri soggetti raccolti nel tratto montano medio ed inferiore è stata osservata una macchiettatura bruna più marcata e fitta sulle parti dorsali e latero-superiori, che potrebbe essere genericamente interpretata come una traccia di lontana ibridazione con la marmorata, ma non incrocio di prima generazione (figg. 11, 12, 13); tuttavia questo tipo di pigmentazione scura va valutata con molta attenzione, anche tenendo presente che caratterizza certe livree di fario alpina di origine mediterranea, quindi ritenuta autoctona (Berrebi et al., 2006; Lasserre & Berrebi, 2005; Nella nostra ricerca un solo ed unico soggetto chiaramente riconducibile ad un ibrido tra fario e marmorata è stato rintracciato nel tratto terminale di un tributario (T. Tossiet); esso rappresenta un esile traccia che testimonia la passata presenza della specie, che evidentemente ha avuto un totale e gravissimo tracollo, sino a giungere all estrema conseguenza della locale estinzione. Oggigiorno la marmorata continua a colonizzare il Po pochi chilometri più a valle dell ultima stazione individuata in questo studio (Regione Piemonte, 2006). Trota fario, Salmo trutta Linnaeus, 1758 La trota fario o trota di torrente è senza dubbio il pesce più diffuso e comune nell area esaminata: compare con continuità in tutto il Po, dall origine all alta pianura e popola praticamente tutti i torrenti e ruscelli suoi tributari con acque perenni. Anche in relazione al fatto che i rilievi sono stati eseguiti in periodo di pronunciata magra, nel fiume principale sono state riscontrate con una certa frequenza delle densità piuttosto alte (sino ad un massimo di un esemplare ogni 0,40 m 2 ), che risultano molto inferiori negli affluenti caratterizzati da forti pendenze. I tre soggetti più grandi osservati durante questi campionamenti (su esemplari totali esaminati) misuravano 375 mm (F. Po, loc. Ghisola e T.Agliasco) e 380 mm di lunghezza totale (F. Po, confluenza Rio Martino). Con una certa frequenza la specie è stata anche introdotta in laghetti alpini d alta quota; in zona, nel Lago Fiorenza, un paio di esemplari in caccia vennero osservati dal primo autore il , che ne pescò altri all inizio degli anni 70 nell emissario dello stesso lago; la presenza di Salmo trutta è stata riconfermata più di recente in questo bacino lacustre da Gentili et al. (2002a). In letteratura sono reperibili numerosissimi studi che segnalano svariate popolazioni di trota fario autoctona su Alpi ed Appennino settentrionale, ma ben più raramente, al contrario, alcuni autori sono orientati ad escludere che sulle Alpi occidentali italiane e più in generale nel bacino del Po siano presenti ceppi nativi di Salmo trutta (Forneris et al., 2005). L argomento genetica ed origine delle nostre trote fario a tutt oggi risulta confuso e controverso; si pensi che nei fiumi italiani recenti studi di genetica hanno evidenziato la presenza di tutti e cinque i ceppi di trota che popolano le acque d Europa: il raggruppamento mitocondriale che fa capo al ceppo altantico, a quelli danubiano, mediterraneo, adriatico ed a quello marmoratus ; una situazione estremamente complessa, quindi, che dovrebbe essere esclusivamente ricondotta alle persistenti e massicce immissioni da parte dell uomo (Lucarda, 2003). Anche in Valle Po Salmo

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19 139 trutta si presenta in una varietà assai ampia di livree, di cui si propone una documentazione fotografica molto parziale (figg. 7-29). Questa variabilità si è appena ricordato che è altresì dovuta all immissione di ceppi non autoctoni di trote che, talora ibridandosi naturalmente o per mano dell uomo con le nostre trote native, ha determinato dei gravi fenomeni di inquinamento genetico, con la scomparsa o rarefazione delle trote indigene (Lucarda, 2003). Dal momento che questo fenomeno, e più in generale le caratteristiche genetiche degli individui, sono spesso (ma non sempre) rilevabili anche a livello fenotipico, cioè di colorazione (Lucarda, 2003), sarebbe auspicabile che le svariate livree cui si è fatto cenno in precedenza, potessero facilitare il riconoscimento dei vari ceppi di origine e quindi anche l individuazione delle presunte trote fario autoctone delle nostre vallate. Noi abbiamo verificato come la stragrande maggioranza dei numerosi soggetti di Salmo trutta rilevati nel corso di questa ricerca in Valle Po presentasse dei fenotipi che possono essere ricondotti con grande probabilità al ceppo atlantico (e forse danubiano?) (figg. 7, 8, 10, 17(?), 21, 27) e quindi a quello normalmente allevato in cattività ed introdotto con molti decenni di continue e massicce semine in natura (le caratteristiche principali di queste colorazioni sono richiamate nella lunga didascalia delle figg. 7-29). Solo in pochi casi abbiamo incontrato esemplari che differivano da queste livree e presentavano fenotipi - peraltro piuttosto variabili - ipoteticamente e/o parzialmente riconducibili al ceppo autoctono o ad ibridi di quest ultimo (figg. 9, 14, 15, 16, 18, 19, 20, 22, 23, 25, 26, 28, 29 e relativa didascalia).tali soggetti, rari e per lo più isolati, sono stati rinvenuti preferibilmente in certi tratti di corso d acqua, dove però non costituivano delle popolazioni strutturate; essi presentavano delle caratteristiche cromatiche che, ribadiamo, almeno parzialmente sono date come caratteristiche di certe popolazioni autoctone di trote fario delle Alpi Occidentali, sia sul nostro versante padano che, soprattutto, su quello transalpino (Berrebi et al., 2006; Lasserre & Berrebi, 2005; In effetti, in certi corsi d acqua alpini francesi, sono state individuate delle ricche ed interessanti popolazioni di fario che hanno avuto origine dal bacino del Mediterraneo, quindi certamente da considerarsi autoctone e che pure colonizzano vari ambienti acquatici alpini con diverse entità genetiche ben differenziate. Del resto, l ipotetica presenza delle stesse specie ittiche d acqua fredda su entrambi i versanti alpini non può essere esclusa a priori; al contrario, si è visto che la catena alpina non ha sempre funzionato da insormontabile barriera per tali organismi acquatici (Bianco, 1995), che in certi casi possono essere in comune tra il versante padano e quelli transalpini (cfr. la parte della discussione relativa a Cottus gobio). Ribadiamo che sulla genetica di questo pesce stanno lavorando molti ricercatori, che oltretutto sembrano procedere prevalentemente in modo non coordinato (e quest ultimo aspetto ci sembra indispensabile per poter effettuare delle efficaci comparazioni). La realtà è che oggigiorno non solo siamo ancora ben lontani dal poter disporre di un quadro Figg Alcuni esempi dell ampia variabilità cromatica riscontrata in soggetti adulti di Salmo trutta rinvenuti nel tratto montano del Fiume Po e nei suoi affluenti. Le località di provenienza degli esemplari sono elencate seguendo la successione precedentemente adottata per le stazioni di campionamento (vedasi fig. 1 e capitolo Risultati ). Figg. 7-11: F. Po, confluenza Rio Martino ( , foto G.B.D.); fig. 12: F. Po, confluenza T. Lenta ( , foto G.B.D.); figg : F. Po, loc. Ghisola ( , foto G.B.D.); figg : T. Tossiet, tratto terminale ( , foto G.B.D.); fig. 21: Comba Sbarrine, immediatamente a monte della confluenza nel Po ( , foto G.B.D.); fig. 22: T. Ciosil, loc. M. Bigorie ( , foto G.B.D.); figg : T. Lenta, loc. Serre (la fig. 23 del , le 4 successive del ), foto G.B.D.); figg : T. Lenta, presso confluenza nel Po ( , foto G.B.D.). Esemplari con alcune pinne incomplete e/o logore sono certamente di allevamento, e rilasciati in natura da adulti (esemplari pronta-pesca ) (fig. 8). Soggetti con le tipiche pigmentazioni del ceppo atlantico e/o di origine allevativa sarebbero ad esempio riferibili alle figg. 7, 8, 10, 21, 27); generalmente in queste trote esotiche sono evidenziabili le seguenti tipologie di livrea: poche macchioline nere su opercolo (fino a quindici, di solito < 8), dorso e fianchi; nessuna, o più spesso poche grosse macchie rosse con areola biancastra distribuite in modo piuttosto regolare su ciascun fianco; macchie parr assenti oppure, se presenti anche nell adulto, non numerose (per lo più < 11), piuttosto arrotondate e disposte nella parte mediana del fianco (non frammentate in quella inferiore); linea laterale per lo più ben visibile; talvolta la pinna caudale presenta il bordo inferiore orlato di una linea bianca ed una nera. Al contrario, differenti livree caratterizzano certe popolazioni alpine autoctone di fario del ceppo mediterraneo : un numero elevato di macchioline scure di forma irregolare fittamente distribuite su opercolo (qui di solito > 15), dorso e fianco (figg. 9, 14, 22, 23, 25, 26), una diffusa pigmentazione rossa sui fianchi (figg. 19, 25, 26, 28) e, se presenti, macchie parr mediamente più numerose (solitamente > 10), strette e frammentate sul fianco inferiore (figg. 16, 18, 19, 20, 29); linea laterale scarsamente visibile. Tuttavia, spesso gli esemplari appena citati presentano contemporaneamente anche altri caratteri tipici delle trote introdotte: questa evenienza suggerisce la possibilità di diffusi fenomeni di ibridazione tra le presunte fario autoctone e quelle di origine esotica. Lo studio dell origine e della genetica e quindi anche del fenotipo delle trote fario del versante alpino padano è poi ulteriormente complicato dalla presenza di Salmo marmoratus, capace di produrre ibridi fertili con la trota di torrente: una marcata presenza di punti neri sulla regione dorsale e sui fianchi può essere talvolta ricondotta a parentela con Salmo marmoratus (in figg. 11, 12 e 13 presunti ibridi di generazione successiva ad F1 tra trote fario e S. marmoratus; in particolare, le figg. 11 e 13 potrebbero riguardare ibridi tra probabili fario del ceppo atlantico, mentre la fig. 12 un soggetto di S. trutta autoctona).

20 140 sufficientemente chiaro su questo discusso argomento, ma non abbiamo neppure iniziato una ricerca genetica comparata e coordinata per le fario alpine italiane. In relazione a queste complesse problematiche, riteniamo che possa risultare di un certo interesse individuare sul reticolo idrografico i principali fenotipi presenti; grazie a questi dati originali ed aggiornati si potranno pianificare i passi successivi della ricerca, che potrà culminare nella raccolta dei campioni per l indagine genetica vera e propria, che a sua volta dovrà essere verificata e confrontata con gli altri studi condotti sulle popolazioni di tutto l arco alpino. Salmerini, Salvelinus Richardson, 1836 Nell area in esame, il salmerino di fonte Salvelinus fontinalis (Mitchill, 1814) è stato segnalato nel Lago Fiorenza, dove 5 esemplari vennero pescati con la rete (Gentili et al., 2002a). Però, per lo stesso bacino, viene anche citato in Conseil Supèrieur de la Pêche (2006) l Omble chevalier che si riferisce ad un altra specie del medesimo genere (Gerdeaux, 2001): Salvelinus alpinus (Linnaeus, 1758). Nel primo caso si tratta di un salmonide nativo dell America nord-orientale introdotto in altri settori orientali del Canada e Stati Uniti e nelle regioni temperate di altri continenti (Lee et al., 1980); in Italia ha colonizzato con un discreto successo certe acque lacustri (Gandolfi et al., 1991), mentre di solito accusa problemi a permanere nelle acque correnti, forse a causa della competizione con le trote. Per quanto riguarda invece S. alpinus, chiamato semplicemente salmerino in italiano, si ha a che fare con un Salmonidae anche nativo del Vecchio continente. In definitiva nel Lago Fiorenza sarebbero presenti entrambi (naturalmente nel caso in cui la loro determinazione sia stata eseguita correttamente nelle due diverse fonti bibliografiche). Temolo, Thymallus thymallus (Linnaeus, 1758) Benchè non ci sia stato possibile rintracciare segnalazioni storiche, né materiali museologici che accertino la sua presenza nel tratto montano del Po, non c è motivo di dubitare che il temolo colonizzasse anche questa sezione del fiume. Infatti, da antiche cronache piemontesi, risulta che la specie avesse una distribuzione assai ampia, che andava dal Casotto e Corsaglia, subaffluente ed affluente del Tanaro, ai tributari di sinistra del Po, fin sul Toce e Ticino (Carignani, 2000; Julini, 1989). Oltre tutto, ancora nel Settembre 2004, anche se assai ridotto in numero, era possibile rinvenirlo nel Po cuneese, a partire da appena 5-6 km a valle dell ultima stazione da noi considerata (Regione Piemonte, 2006). La progressiva e rimarchevole rarefazione del temolo nei corsi d acqua piemontesi, già evidenziata nella seconda metà degli anni 60 (Sommani, 1969), anche per lo stesso Po (Gandolfi & Le Moli, 1977), è proseguita nei decenni successivi: un recente studio realizzato su questa specie nel cuneese (Gentili et al., 2002) ha rilevato una situazione più che preoccupante, che vede il temolo in fortissima riduzione nei corsi d acqua in cui era presente e talora abbondante (Stura di Demonte); inoltre, in nessun tratto fluviale indagato in questa provincia è stata rilevata una popolazione strutturata in modo adeguato. In conclusione è assai verosimile ipotizzare che agli inizi del 900 o forse ancor prima, il temolo sia scomparso anche dal fondovalle della media e bassa valle Po, analogamente a quanto è accaduto alla trota marmorata; d altro canto, nel nostro Paese Thymallus thymallus ha una distribuzione simile a quella di Salmo marmoratus (Sommani, 1961; Gandolfi et al., 1991). Fam. Cottidae Scazzone, Cottus gobio Linnaeus, 1758 Molto recentemente Šlechtová et al. (2004) hanno studiato il DNA mitocondriale degli scazzoni cisalpini e, confrontandolo con quello di altre popolazioni viventi al di là dell arco alpino, tra cui i bacini del Rodano, Reno, Elba e Danubio, hanno verificato come non vi sia una rilevante diversificazione tra i nostri scazzoni e quelli transalpini (tra l altro, nei vari campioni analizzati dal Piemonte occidentale, figurano anche alcuni esemplari del Po presso Cardè). Nel caso del nostro Cottus gobio, quindi, la catena alpina non avrebbe funzionato da perfetta e totale barriera geografica, di conseguenza non si è potuta convalidare l ipotesi della specie Cottus ferrugineus quale endemismo del bacino Adriatico (Šlechtová et al., 2004). Le segnalazioni di questo pesciolino bentonico frigofilo riportate nella Carta Ittica per il tratto alpino medio-basso del Fiume Po (Regione Piemonte, 1991, 1992 e 1993) possono essere parzialmente confermate da questi rilievi. Già una quindicina di anni orsono la specie era indicata solo come presente, e quindi certamente non risultava comune; una situazione ancora più drastica sembra caratterizzare oggigiorno la sua presenza in questo tratto di fiume: compare nel Po a partire da circa 880 m s.l.m., ed in modo discontinuo popola certe sezioni di fiume nel territorio di Paesana; manca invece nelle stazioni più a valle, dove dovrebbe essere presente; in effetti sulla Carta Ittica viene riportata una segnalazione per Martiniana Po (Ponte di Rifreddo) (Regione Piemonte, 1991). Nel Po, anche sotto l aspetto quantitativo, Cottus gobio risulta estremamente rarefatto (in totale sono stati osservati appena 6 esemplari!). Nei tributari di sinistra è stato individuato un solo esemplare nel Rio Carrera, mentre è più costante la sua presenza nei tributari di destra: nel Cornaschi e Croesio risulta sempre molto raro (1-2 soggetti per stazione), un poco più consistente la popolazione in un tratto dell Albetta ed infine appare piuttosto rigoglioso il popolamento del Gambasca. Talvolta la specie è stata anche introdotta con successo in laghetti alpini d alta quota: il suo rinvenimento nel Lago Fiorenza (G.B.D. obs. pers ) è stato riconfermato di recente da Gentili et al. (2002a); decenni fa, sempre in questo bacino lacustre, veniva dato come abbondante (Tortonese, ined.).

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