Luigi Facta fu alpino, ufficiale della 27a compagnia del battaglione Val Pellice, all'inizio degli anni '80 del secolo scorso.

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1 "Tranta sold" n 3 - settembre 1996 Luigi Facta un alpino statista Luigi Facta nacque a Pinerolo il 13 settembre 1861 nella casa che si trova tuttora nella piazza omonima, di fronte alla Chiesa di San Rocco, come ricorda la targa commemorativa posta sulla facciata della casa medesima. Compiuti gli studi e conseguita la laurea in giurisprudenza, iniziò l'esercizio della professione forense e presto divenne un insigne civilista, apprezzato e consultato. Luigi Facta fu alpino, ufficiale della 27a compagnia del battaglione Val Pellice, all'inizio degli anni '80 del secolo scorso. Un ritratto dell'eminente statista non è però possibile senza considerare la sua lunga attività al servizio del Paese, fino ai massimi vertici dello Stato. Si è ritenuto pertanto fare qui di seguito un profilo a completamento della personalità di Luigi Facta. Nel 1884 fu eletto consigliere comunale e cominciò così una brillante carriera al servizio delle istituzioni. Il suo impegno non si limitò alla amministrazione comunale, ma svolse anche incarichi di carattere sociale e culturale nelle istituzioni benefiche della città. Luigi Facta svolse anche una notevole attività pubblicistica, in particolare sulla storia della città di Pinerolo. La sua presenza nelle riunioni del Consiglio comunale fu di stimolo per approfondite discussioni sui primi fermenti sindacali che crearono dei seri conflitti con la borghesia del tempo. Facta rappresentò quindi in queste divergenze, un punto d'incontro fra le diverse componenti politiche e sociali. Si giunse così alle elezioni generali del 1892, dove Luigi Facta, can didato da un gruppo di amici liberali, venne eletto deputato al Parlamento, nello schieramento politico di Giovanni Giolitti per il Collegio di Pinero lo, subentrando all'on. Luigi Tegas costretto a rinunciare alla propria can didatura. Le prime due legislature trascorsero serenamente permettendo all'on. Facta di mettere a frutto non solo i suoi studi, ma anche le importanti relazioni personali coltivate in quegli anni. Nel novembre 1903 Facta verrà nominato Sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia dove resterà fino al dicembre 1905, nei gabinetti Giolitti, Tittoni e Fortis. Nel maggio 1906 Giolitti affidò a Facta la delega di Ministro degli Interni, in un governo che vide un notevole ricambio di cariche. Durante il 3 Ministero Giolitti, Luigi Facta assunse il ruolo di consigliere del Presidente, adoperandosi a volte per appianare divergenze o minacce di sissio ne nello stesso gruppo dei parlamentari liberali.

2 Alla fine del 1909 Giolitti, che ebbe un grave insuccesso politico, rassegnò le dimissioni. Gli subentrò Sidney Sonnino che si dimise però, a seguito di un'iniziativa dell'on. Facta, nel marzo Venne allora proposto da Giolitti Luigi Luzzati che costituì un governo con molti fedelissimi giolittiani. Facta venne nominato Ministro delle Finanze. A seguito dell'alto riconoscimento che venne dato all'on. Facta con la nomina a Ministro, il Consiglio comunale di Pinerolo deliberò, nell'aprile 1910, la preparazione di grandi festeggiamenti, nei quali tutta la città venne coinvolta. Fu organizzato nel maneggio coperto Caprilli un grande banchetto con oltre duemila persone e fu posta a ricordo dell'avvenimento una lapide sulla facciata dell'edificio. Alla fine del 1910 il governo Luzzati rassegnò le dimissioni e Giolitti costituì il suo 4' Ministero, ove Facta venne confermato Ministro delle Finanze. Le elezioni dell'ottobre 1913, le prime dopo l'introduzione del suffragio universale voluto proprio da Giolitti, non dettero una solida maggioranza al Presidente del Consiglio. Pertanto nel gennaio 1914 dette le dimissioni e gli subentrò Antonio Salandra e per Facta iniziò un lungo pe nodo di attività politica parlamentare. Nel clima politico che si affacciò in quel periodo, Luigi Facta fu un sincero e convinto neutralista. Parecchie iniziative che lo impegnarono furono tese ad evitare il coinvolgimento dell'italia nella guerra. All'inizio di maggio del 1915 Giolitti, assertore di una politica non interventista, propose al Presidente Salandra di riprendere le trattative con l'austria, ma dopo che Facta ebbe organizzato una originale manifestazione di solidarietà a Giolitti da parte di oltre 400 deputati e senatori che sottolinearono la loro adesione alla politica neutralistica, Salandra rassegnò le dimissioni. Il Sovrano non accetterà le dimissioni di Salandra, rassicurato da Giolitti che affermò di non volere la caduta del Ministero. Questa posizione causò a Facta notevole sgomento e delusione. Comunque l'italia entrò in guerra con l'austria il 24 maggio 1915 e per tre lunghi anni la Nazione dovette affrontare durissime battaglie ed immani sacrifici da parte dei combattenti. Nella tragedia della guerra, il 29 giugno 1916, Facta perse il figlio Giovanni - pilota nel Corpo Aeronautico - in un'azione bellica nel cielo di Asiago. Intanto la situazione politica precipita e nel marzo 1916 Salandra venne costretto a cedere la Presidenza del Consiglio a Paolo Boselli che costi tu! un governo di unità nazionale. Mentre già all'inizio del 1917 si verificarono i primi segni di cedimento del fronte interno, con sommosse operaie per la mancanza del pane che si trasformeranno presto in aperta ribellione contro la guerra. Nel dicembre 1917, dopo la ritirata sul Piave, Boselli rassegnò le dimissioni e venne sostituito da Vittorio Emanuele Orlando, ma Facta non fece parte del nuovo governo. L'offensiva italiana sul Grappa e sul medio Piave, sferrata nell'ottobre 1918, si concluse con la vittoria di Vittorio Veneto e l'armistizio di Villa Giusti il 4 novembre 1918.

3 L'Italia uscì dalla guerra in una situazione di forte tensione. Nel 1919 nacque il Partito Popolare e il Presidente Orlando avviò un rimpasto governativo a seguito del quale Facta venne chiamato ad entrare nel Gabinetto come Ministro Guardasigilli. Nel giugno 1919, comunque, Orlando rassegnò le dimissioni e gli successe Francesco Saverio Nitti. In agosto venne poi varata la riforma elettorale che sancì il sistema proporzionale ed il 16 novembre 1919 si svolsero le ele zioni con la conferma, nel collegio di Pinerolo, dell'on. Facta nell'ambito di una lista d'ispirazione giolittiana. Divenne Presidente della Giunta del Bilancio della Camera, fino a quando Giolitti lo chiamerà a far parte del 5 Ministero, costituitosi nel giugno Facta assumerà, nell'agosto successivo, il dicastero delle Finanze che lascierà nel luglio 1921, con le dimissioni del Gabinetto Giolitti. Subentrerà Ivanoe Bonomi, con un governo improvvisato, che cadrà all'inizio del Nel febbraio 1922 Facta presentò il suo primo Gabinetto superando, sia pure con qualche contrasto, la diffidenza dei popolari, per i quali non ebbe alcuna stima e considerazione, soprattutto sulle manovre di Don Sturzo. A Pinerolo, per celebrare l'importante evento, il Consiglio comunale deliberò, il 13 luglio 1922, di collocare sulla facciata del palazzo municipale una targa per ricordare i sei lustri di vita parlamentare di Luigi Facta. Sebbene consapevole dei suoi limiti politici, Facta promosse importanti iniziative come la Conferenza Internazionale di Genova tenutasi dal 10 aprile al 19 maggio 1922 con la quale propose di preparare la ricostruzione economica dell'europa, ma la posizione politica dell'on.facta si fece insostenibile quando nel luglio 1922 il Partito Popolare provocò la caduta del governo. Dopo vari tentativi falliti di Orlando, Bonomi, Meda, De Nava e di nuovo Orlando, il Sovrano convocò Facta e lo convinse ad accettare di formare un secondo governo che ottenne la fiducia. Da allora cominciò il grande gioco di Mussolini per conquistare il potere. Luigi Facta diffidò di Mussolini, ma tenne sino all'ultimo, nei suoi confronti, un comportamento leale e corretto, mediò con Michele Bianchi l'eventuale partecipazione dei fascisti ad un governo di larga intesa, contattò Gabriele D'Annunzio, fece comunque ogni sforzo per contrastare, nell'ambito della legalità, la nascita con la forza di un governo Mussolini. Constatò però inutile ogni tentativo di mediazione, e quindi passò alle maniere forti e propose al Sovrano, nell'ottobre 1922, lo stato d'assedio. Intanto i sostenitori di Mussolini giunsero alle porte di Roma, pronti ad entrare in azione. Il 28 ottobre 1922 il governo emanò lo stato d'assedio, ma quando Facta si presentò al Re per la firma, Vittorio Emanuele III si rifiutò. Venne così meno lo stato d'assedio e quindi Mussolini, ormai sicuro di riuscire nel suo tentativo di conquistare il potere, richiese ed ottenne la Presidenza del Consiglio.

4 In occasione del cinquantenario della fondazione delle Truppe Alpine, venne manifestata l'intenzione di costituire a Pinerolo una Sezione dell'as sociazione Nazionale Alpini e di conseguenza si diede vita ad un comitato promotore per favorire e raccogliere le adesioni. L' on. Luigi Facta, rimasto un alpino dal cuore generoso e sensibile, fu tra i primi ad aderire; successivamente nell'adunanza del 3 aprile 1923 nacque ufficialmente la Sezione A.N.A. di Pinerolo. Nella stessa seduta in segno di stima e considerazione l'on. Facta venne nominato Presidente onorario della Sezione. Terminò così nel 1923 per Luigi Facta un lungo periodo di vita parla mentare e conseguentemente si ritirò a Pinerolo dedicandosi alla professione forense, circondato dall'affetto dei suoi concittadini ed elettori. Il Re Vittorio Emanuele III mostrò la sua riconoscenza all'insegne statista nominandolo, il 18 settembre 1924, Senatore del Regno. Facta si occupò, in quel periodo, attivamente della sua città e visse i suoi ultimi anni di vita in silenzio. Così fino ai primi di novembre 1930 quando la malattia che lo colpì nell'estate lo portò alla morte all'età di 69 anni. Agli imponenti funerali, svoltisi a Pinerolo, parteciparono altissime personalità ed innumerevoli cittadini per rendere omaggio all'insigne statista che aveva saputo guadagnarsi, in una vita spesa al servizio delle istituzioni, grande stima e simpatia. Luigi Facta fu uomo di Stato retto ed onesto, ogni suo atto politico fu sempre svolto al servizio della Nazione, con senso del dovere e senza alcuna ambizione personale; venne a volte liquidato come un personaggio privo di personalità, sotto la totale influenza di Giovanni Giolitti, considerato, da alcuni storici, come un uomo politico scaltro ed opportunista. E' comunque un giudizio ingiusto e parziale. Gli stessi avvenimenti dell'ottobre 1922 dimostrarono che Luigi Facta fu determinato nell'imporre la legalità e soltanto la decisione del Sovrano vanificò i provvedimenti emanati dal Presidente del Consiglio. Ancora ultimamente su "La Stampa" lo storico Lucio Villari ha rilasciato un giudizio che riabilita in pieno la figura di Facta e rende giu stizia all'opera svolta dall'illustre statista nei fatali avvenimenti del Luigi Massaia Nota: - Un particolare ringraziamento va alla Società Storica Pinerolese per lo studio di Edoardo Massimo Fiammotto su "Luigi Facta : una difesa" pubblicato sul Bollettino n 1-2 del 1993, senza l'ausilio del quale il presen te articolo non sarebbe stato possibile. Bibliografia

5 - Antonino Répaci: La marcia su Roma - mito e realtà - Voll. I e II Ed. Canesi, Roma 1963; - Danilo Veneruso: La vigilia del fascismo - Ed. Il Mulino, Bologna 1975; - Vittorio Morero: La società pinerolese in cinquant'anni di storia ( ) - Tipogr. dei Padri Giuseppini, Pinerolo 1964; - Nino Valeri: Da Giolitti a Mussolini - Ed. Il Saggiatore, Milano 1967; - Marcello Soleri: Memorie - Ed. Einaudi, Torino 1949; - Giovanni Giolitti: Memorie della mia vita --Ed. Garzanti, Milano Pierluigi Battista: "Amato come Facta? Ma non scherziamo" in "La Stampa" del 2 febbraio pag. 3.

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