RELAZIONE AL PARLAMENTO SUI RAPPORTI TRA L ITALIA E IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE AI SENSI DELL ART.1 DELLA LEGGE 7 NOVEMBRE 1977, N.

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1 RELAZIONE AL PARLAMENTO SUI RAPPORTI TRA L ITALIA E IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE AI SENSI DELL ART.1 DELLA LEGGE 7 NOVEMBRE 1977, N. 882 A cura del Ministero dell Economia e delle Finanze Dipartimento del Tesoro Direzione III Ufficio III Via XX Settembre, Roma

2 Indice Premessa Pag. 3 Principali abbreviazioni e sigle nel testo «4 INTRODUZIONE «5 1. L ATTIVITA DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE «7 1.1 L Attività di Sorveglianza e prevenzione delle crisi Il ruolo del Fondo Monetario nel rafforzamento dell architettura finanzia ria internazionale 1.2 L Attività di Assistenza Finanziaria La revisione della condizionalità dei programmi del Fondo L impegno finanziario del FMI nei confronti dei paesi poveri ««««« L Attività di Assistenza Tecnica «19 2. LA POSIZIONE FINANZIARIA «22 3. L ITALIA E IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE 3.1 La posizione dell Italia con il FMI 3.2 La partecipazione dell Italia all attività del FMI ««« APPENDICE I Cenni storici «28 II Organizzazione del Fondo Monetario Internazionale «29 III I principali strumenti di finanziamento del Fondo Monetario Interna «32 zionale IV Le conclusioni delle riunioni del CMFI e i discorsi del Governatore per l Italia «34 1

3 V Rapporto sulla consultazione del Fondo Monetario con l Italia in base all articolo IV dello statuto (Preliminary Conclusions of the Mission) «62 GLOSSARIO «73 2

4 Premessa L articolo 1 della Legge 7 novembre 1977, n. 882, che ha autorizzato l accettazione e l esecuzione del secondo emendamento allo Statuto del Fondo Monetario Internazionale (FMI), dispone che il Ministro dell Economia e delle Finanze incaricato dell esecuzione della legge e del mantenimento delle relazioni con l amministrazione del Fondo, riferirà annualmente al Parlamento in merito all andamento dei rapporti tra Italia e il Fondo Monetario Internazionale in sede di nota preliminare allo stato di previsione della spesa del Ministero dell Economia e delle Finanze. In osservanza di tale norma s'informa il Parlamento sullo stato dei rapporti con il FMI. La relazione presentata al Parlamento nell ultimo trimestre dell anno, si riferisce all anno finanziario 1 maggio Aprile C è quindi uno scarto, indotto dalla normativa e dalla procedura vigenti, tra il periodo cui la relazione si riferisce e il periodo in cui essa viene materialmente presentata al Parlamento. Tuttavia, al fine di rendere attuale la relazione vengono forniti, ove disponibili, dati e notizie più aggiornati che talvolta, seppur definitivi, non sono stati ancora ufficializzati. Si sottolinea, inoltre, che l unità di conto del FMI è il DSP; le conversioni dei dati finanziari in dollari sono approssimativi e sono forniti per opportuna convenienza. Al 30 Aprile 2002, il cambio DSP/$ era $ 1=DSP 0,788826, e il cambio $/DSP era DSP 1=$ 1,

5 Principali abbreviazioni e sigle nel testo AFRITAC (Africa Regional Technical Assistance Centers) BM (Banca Mondiale) CdA (Consiglio di Amministrazione * ) CMFI (Comitato Monetario e Finanziario Internazionale*) DSP (Diritti Speciali di Prelievo ** ) EFF (Extended Fund Facility**) FAFT (Financial Action Task-Force vedi GAFI**) FSAF (Enhanced Structural Adjustment Facility**) FSAP (Financial Sector Assessment Program**) FMI (Fondo Monetario Internazionale) FSF (Financial Stability Forum**) GAB (General Agreement to Borrow**) GAFI (Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale**) HIPC (Heavily Indebted Poor Countries*) IEO (Independent Evaluation Office*) NAB (New Agreement to Borrow*) OMC (Organizzazione Mondiale per il Commercio) PRGF (Poverty Reduction and Growth Facility**) PRSP (Poverty Reduction Strategy Paper**) ROSC (Report on Observance of Standards and Codes**) SBA (Stand-By Arrangement**) SCA (Special Contingent Account**) SDDS (Special Data Dissemination Standard**) UVI (Ufficio di Valutazione Indipendente*) * Si veda l Appendice I per una più dettagliata descrizione. ** Si veda il Glossario per una più dettagliata descrizione. 4

6 INTRODUZIONE Nel 2001 il Fondo Monetario ha continuato a svolgere una funzione essenziale per assicurare la stabilità del sistema finanziario internazionale. E proseguito nel contempo il processo di riforma del Fondo, volto ad adattarne le caratteristiche e le modalità di intervento alle nuove esigenze del mutato contesto internazionale. Lo sgonfiarsi dalla bolla speculativa nei settori delle nuove tecnologie dell informatica e delle comunicazioni, la crisi finanziaria in Turchia in Argentina, la sfiducia degli investitori americani dopo il fallimento della Enron e gli altri episodi che hanno interessato alcune delle principali società americane, sono tutti fattori che hanno rappresentato altrettanti shock per il sistema finanziario internazionale. In una situazione caratterizzata dal rallentamento dell economia americana, gli attentati terroristici dell 11 settembre hanno messo ulteriormente a rischio la stabilità finanziaria, lasciando temere conseguenze fortemente negative per i paesi emergenti e soprattutto per quelli in via di sviluppo. All indomani dell 11 settembre, le dichiarazioni del Direttore Generale del Fondo e, in novembre, il comunicato dell CMFI dopo la riunione di novembre a Ottawa, hanno contribuito ad allentare le tensioni sui mercati finanziari e a stabilizzare la fiducia degli operatori. In tale contesto, il FMI ha continuato ad impegnarsi nella riforma del sistema monetario internazionale, focalizzando la propria attività nelle aree specifiche del suo mandato, con un particolare impegno nella prevenzione delle crisi finanziarie e nella definizione dei meccanismi per facilitarne la risoluzione. Il Fondo ha inoltre intensificato la propria attività per assistere, insieme con la Banca Mondiale, i paesi più poveri a mettere in atto strategie volte a promuovere la crescita economica e a contribuire efficacemente alla riduzione della povertà. Per una più efficace prevenzione delle crisi il Fondo ha sviluppato ulteriormente i propri strumenti di analisi (early waning system, indicatori di vulnerabilità) e potenziato l attività di sorveglianza a livello multilaterale e bilaterale. L intero processo di sorveglianza è stato oggetto di un approfondito riesame da parte del Consiglio di Amministrazione (CdA) del Fondo al fine di accrescerne l efficacia. In tale occasione è emerso il ruolo cruciale della sorveglianza nei paesi interessati da programmi d intervento finanziariamente assistiti dal Fondo ed è stata sottolineata la necessità di assicurare l autonomia 5

7 della funzione della sorveglianza rispetto alle attività per la definizione e il monitoraggio dei programmi. Il rafforzamento dell attività di sorveglianza si è accompagnato ad un accresciuta trasparenza verso l esterno. E aumentato il numero dei documenti del Fondo distribuiti al pubblico, anche attraverso lo sviluppo del sito web ( I paesi membri, inoltre, sono stati incoraggiati a fornire tempestivamente informazioni sulla loro situazione economica e finanziaria anche autorizzando la pubblicazione dei rapporti prodotti dallo staff. Nel 2002, si sono susseguiti diversi cambiamenti al vertice del FMI. Si sono dimessi dal proprio incarico il primo vice-direttore Generale Stanley Fischer, il Consigliere economico Micheal Mussa e il Direttore del Dipartimento delle politiche di sviluppo Jack Boorman. Ad affiancare il Direttore Generale del Fondo sono stati chiamati Anne Krueger, che succede a Stanley Fischer, Kenneth Rogoff e Timothy Geithner, rispettivamente come Consigliere economico e capo del Dipartimento delle Politiche di Sviluppo. Gerd Hausler è stato eletto Direttore del Dipartimento dei Mercati dei Capitali Internazionali. Anoop Singh è stato nominato Direttore delle Operazioni Speciali e successivamente, nel giugno 2002, Direttore del Dipartimento Emisfero Occidentale. Infine, l Ufficio di Valutazione Indipendente è diventato operativo, con Montek Singh Alhluwalia come Direttore. 6

8 1. L ATTIVITÀ DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE 1.1. L Attività di sorveglianza e prevenzione delle crisi In risposta ai profondi mutamenti che hanno caratterizzato il contesto economico internazionale negli anni recenti, si sono ampliate le aree di interesse nell ambito delle quali il Fondo esercita la propria azione di sorveglianza. Tale azione è divenuta l asse portante del rinnovato impegno del Fondo per la prevenzione delle crisi finanziarie internazionali. La crescente integrazione dei mercati finanziari internazionali e la maggiore interdipendenza economica comportano, in situazioni di turbolenza dei mercati, un considerevole aumento dei flussi finanziari che rende più complesso intervenire ex-post per la risoluzione delle crisi e accresce i rischi di possibile contagio. Pertanto, l orientamento del Fondo verso la prevenzione delle crisi si è fondato su una più efficace azione di sorveglianza, volta a esaminare i fattori di vulnerabilità dei paesi membri, concentrando in particolare l attenzione sul settore finanziario, sul conto capitale, sulla gestione delle riserve e del debito estero. Per rendere più efficace l azione di prevenzione, il Fondo ha continuato ad approfondire le metodologie per valutare la probabilità di insorgenza delle crisi valutarie (early warning, indicatori di vulnerabilità finanziaria) e ha realizzato notevoli progressi per sviluppare codici e standard concordati a livello internazionale che i paesi membri sono stati incoraggiati ad adottare. L azione di sorveglianza è stata condotta sia a livello multilaterale (attraverso il World Economic Outlook, l attività dell International Capital Markets Departement - istituito nel 2001, e a livello regionale come per esempio con l Unione Europea), sia a livello bilaterale, attraverso le consultazioni previste dall art. IV degli Articles of Agreement. L attività di sorveglianza del Fondo è stata ulteriormente potenziata con l introduzione degli esercizi FSAP (Finantial Sector Assessment Program) e ROSC (Rapporto sull Osservanza di Standard e Codici), realizzati in collaborazione con la Banca Mondiale e con gli altri standard setting bodies, e finalizzati a valutare il grado di attuazione e recepimento di standard e codici internazionali. Per dare maggiore credibilità alla propria azione e per creare, al tempo stesso, un quadro più adeguato per le decisioni di investimento del settore privato, il Fondo ha assicurato crescente trasparenza alle operazioni di sorveglianza, attraverso la pubblicazione, d intesa con i paesi interessati, di note informative e degli stessi rapporti relativi alle consultazioni effettuate in base 7

9 all articolo IV dello Statuto, allegando alle conclusioni dello staff le eventuali osservazioni formulate dalle autorità dei paesi interessati. Nell aprile 2002 il CdA del FMI ha completato il riesame biennale dei principi che regolano l attività di sorveglianza nel FMI. E emersa l opportunità di meglio integrare l azione di sorveglianza a livello multilaterale e regionale con la sorveglianza bilaterale realizzata attraverso le consultazioni con le autorità dei singoli paesi membri. E stato inoltre affermato il principio che la funzione di sorveglianza nei paesi interessati da programmi con il Fondo debba essere svolta con maggiore autonomia rispetto alle attività legate alla definizione e monitoraggio dei programmi stessi. Il CdA tornerà a riesaminare la questione della sorveglianza nel corso del Nel 2002 sono state effettuate in totale 130 consultazioni bilaterali, per 48 delle quali sono state diffuse note informative al pubblico, mentre in 82 casi è stato pubblicato il testo integrale del rapporto preparato dal Fondo. La pubblicazione del rapporto è volontaria e la decisione spetta ai singoli stati membri. L ipotesi di adottare come regola generale una presunzione favorevole alla pubblicazione dei rapporti non ha fino ad ora coagulato il necessario consenso all interno del CdA Il ruolo del Fondo monetario nel rafforzamento dell architettura finanziaria internazionale L ambizioso progetto di riforma dell architettura del sistema finanziario internazionale prevede lunghi tempi di attuazione. Nel corso del 2002 sono stati conseguiti progressi sostanziali nelle seguenti aree. Trasparenza La trasparenza delle informazioni sia da parte del FMI sia da parte dei paesi membri è un elemento centrale della riforma del sistema finanziario internazionale. L esigenza di accrescere la trasparenza è stata sottolineata con molta chiarezza dal CMFI in occasione degli Spring Meetings del 2000 ed è stata sistematicamente ribadita nelle riunioni successive. In parallelo, il Fondo ha adottato una serie di misure tese a migliorare la comunicazione con il pubblico riguardo alle proprie politiche e a quelle degli stati membri. In particolare il CdA del FMI, oltre a molti documenti e alle conclusioni (Summing Up) delle principali riunioni, ha deciso di diffondere anche le informazioni relative alla posizione finanziaria e alle transazioni con il Fondo dei vari paesi membri, nonché di pubblicare periodicamente il proprio bilancio operativo e la situazione di liquidità. 8

10 Per rendere più efficace e continuativo il processo di valutazione, nel corso del 2002, è diventato operativo l Ufficio di Valutazione Indipendente (UVI). L UVI è una struttura indipendente rispetto al Consiglio di Amministrazione del Fondo (Board of Directors), le cui valutazioni e raccomandazioni possono però influenzare le decisioni del CdA e della Direzione. Per garantire e rafforzare l indipendenza dell UVI, è previsto che: a. il Direttore dell Ufficio provveda direttamente alla selezione del personale e che lo staff dell UVI riferisca direttamente al Direttore; b. il bilancio dell UVI sia separato dal bilancio del FMI e approvato con apposita procedura; c. il programma di lavoro dell UVI sia stabilito dal Direttore, tenendo conto delle consultazioni svoltesi con le autorità nazionali, con il mondo accademico e con le ONG 1. Il CdA del Fondo pur esaminando il programma, non è chiamato ad approvarlo. Per la definizione del programma, vengono selezionati argomenti nell ambito delle diverse attività del Fondo, fermo restando che le valutazioni dell UVI sono comunque realizzate ex post. Il programma per il comprende: a) l aggiustamento fiscale nei programmi con il Fondo; b) l analisi di tre recenti casi di crisi finanziaria: Indonesia, Corea e Brasile; c) l utilizzo ripetuto delle risorse del Fondo. Per gli anni successivi il programma verrà definito annualmente, sulla base di un piano triennale scorrevole, tenendo anche conto dei temi inclusi nel programma di attività del CdA. Standard e codici Ai fini del rafforzamento del sistema finanziario internazionale un importanza centrale hanno assunto lo sviluppo e la diffusione di standard e codici internazionali. L attuazione degli standard internazionali, dando maggiore trasparenza alle politiche dei governi, contribuisce inoltre a rendere più efficienti le decisioni di investimento degli operatori internazionali. L efficacia stessa dell azione di sorveglianza è legata alla disponibilità, alla qualità e alla tempestività delle informazioni e delle statistiche economico-finanziarie rilasciate dai paesi membri. E perciò evidente che la sorveglianza sull adozione di codici e standard rappresenta un aspetto centrale dell azione del Fondo per assicurare la stabilità del settore finanziario e contribuire alla prevenzione delle crisi. Alla luce di queste considerazioni, il FMI ha attivamente concorso alla definizione e alla promozione di standard e codici in campo economico e finanziario. Sono stati riconosciuti 11 1 Nel febbraio 2002 è stato organizzato un incontro a Roma cui hanno partecipato il Direttore dell UVI Ahluwalia e rappresentanti del mondo accademico, politico (erano invitati, attraverso i Presidenti, i membri delle Commissioni Esteri della Camera e del Senato) e della società civile del nostro paese. Tale incontro ha offerto l opportunità di discutere sull attività dell Ufficio di Valutazione Indipendente (Independent Evaluation Office-IEO) e sul suo programma di lavoro. 9

11 standard ancorché non tutti rilevanti allo stesso tempo e per ciascun paese. Tali standard riguardano la trasparenza fiscale, monetaria e finanziaria, la vigilanza sulle banche, il sistema dei pagamenti, la regolamentazione dei mercati mobiliari e del settori assicurativo, la contabilità del settore pubblico, il governo dell impresa e la diffusione e trasparenza dei dati statistici. Il rapporto sull osservanza degli standard e codici (ROSC) costituisce il principale strumento per valutare come ad essi si adeguino i singoli stati membri. La partecipazione all esercizio ROSC si compone di 11 moduli corrispondenti ai singoli standard e avviene su base volontaria da parte dei paesi membri, i quali possono attribuire diversa priorità ai vari moduli in relazione alle proprie specifiche esigenze. Al termine della valutazione è prevista la preparazione di un rapporto, che può essere reso pubblico con il consenso del paese interessato. In totale, alla data del 30 aprile 2002, sono stati completati 228 moduli ROSC (relativi a 76 economie) di cui 165 (relativi a 59 economie) pubblicati. Rispetto ai dati del 2001 i moduli ROSC completati sono più che raddoppiati. Una valutazione più specifica sul settore finanziario è condotta, in collaborazione con la Banca Mondiale, attraverso il Financial Sector Assessment Program (FSAP), le cui relazioni finali (pubblicate su richiesta del paese interessato) rappresentano la base per la valutazione sulla stabilità del sistema finanziario (Financial System Stability Assessment FSSAs) e concorrono a migliorare la qualità dell azione di sorveglianza. Alla fine del 2002, 27 paesi avevano completato il proprio FSAP mentre altri 50 paesi si erano impegnati a partecipare al programma. Sulla base delle indicazioni del CMFI, il CdA del Fondo ha riconosciuto nel luglio 2002 che le raccomandazione del GAFI per la lotta al riciclaggio dei capitali ed al finanziamento del terrorismo costituiscono a tutti gli effetti il dodicesimo standard riconosciuto dal Fondo. In collaborazione con la Banca Mondiale e con il GAFI, il Fondo ha pertanto definito una metodologia per la realizzazione del relativo modulo ROSC e ha avviato un progetto pilota della durata di dodici mesi. Il coinvolgimento del settore privato nella risoluzione delle crisi finanziarie Il dibattito sulle modalità con le quali coinvolgere il settore privato nella risoluzione delle crisi finanziarie ha costituito un importante tema di discussione in seno al CdA del Fondo. La limitata disponibilità di risorse delle istituzioni finanziarie internazionali ha portato a porre l accento sull opportunità di assicurare un crescente coinvolgimento del settore privato nella risoluzione delle crisi. Una maggiore partecipazione degli operatori privati nella ripartizione dell onere delle crisi dovrebbe infatti incentivare una più attenta analisi del rischio nelle operazioni di investimento, limitando l azzardo morale e il conseguente malfunzionamento dei mercati dei capitali. 10

12 Pertanto, il Comitato Monetario e finanziario internazionale del FMI nel settembre 2000 ha concordato un quadro di riferimento per il coinvolgimento del settore privato (PSI) nella prevenzione e nella risoluzione delle crisi finanziarie internazionali. Per affrontare le soluzioni di crisi, il framework di Praga privilegia soluzioni orientate al mercato e su base volontaria, ma in grado, comunque, di assicurare la sostenibilità del debito nel medio periodo e di consentire ai paesi debitori di riguadagnare l accesso al mercato finanziario internazionale. Le recenti esperienze, come quella turca o argentina, hanno dimostrato come gli approcci volontari al PSI non sempre abbiano successo. Diversi ostacoli, non ultimi i crescenti costi di coordinamento fra debitore sovrano e creditore privati, riducono le possibilità che un paese ritorni velocemente ad una posizione debitoria sostenibile attraverso soluzioni concordate, tempestive e ordinate. Per superare tali difficoltà e creare incentivi per un più efficace coordinamento dei creditori sono possibili due approcci: i) un approccio contrattuale, basato sulla generalizzata introduzione Collective Action Clauses (CACs) nei contratti di emissione del debito; che permettono di estendere erga omnes le decisioni assunte da una maggioranza qualificata di creditori; ii) un approccio statutario, attraverso la definizione di un trattato internazionale (o la modifica degli Articles of Agreement del Fondo) per istituire un Sovereign Debt Restructuring Mechanism (DSPM), come proposto nel novembre scorso da Anne Krueger, Vice Direttore Generale del Fondo. L utilizzo delle CACs mira a facilitare la risoluzione di crisi finanziarie in quanto permette di raggiungere un accordo con una maggioranza qualificata di detentori di un titolo per rinegoziarne i termini. Fino ad oggi, tuttavia, i paesi emergenti sono stati riluttanti ad introdurre questo tipo di clausole nelle loro emissioni di debito, soprattutto temendone gli effetti segnaletici negativi e il rischio di incorrere in maggiori costi nell accesso al mercato internazionale dei capitali. Pertanto si è avviata una riflessione sugli incentivi più appropriati per favorire l adozione delle CACs. A tal fine può essere importante l azione di leading by example svolta dai paesi industrializzati, e in primo luogo dai paesi europei che, nel recente Consiglio Ecofin informale di Copenaghen, hanno dato la propria disponibilità a includere alcune clausole nelle proprie emissioni effettuate in giurisdizioni estere. Un ruolo altrettanto significativo possono inoltre giocare i processi di standardizzazione delle clausole (come quello in corso in seno al G10), una più stretta collaborazione con il settore privato e un orientamento favorevole all introduzione delle CACs da parte dei regolatori nei maggiori centri finanziari internazionali. 11

13 Le CACs, tuttavia, facilitano i processi di coordinamento con riferimento ad un determinato contratto di emissione e non risultano pertanto vincolanti rispetto alle diverse categorie di debito né si estendono all intero stock di debito esistente. L approccio statutario consentirebbe di superare tali limitazioni, interessando potenzialmente tutte le categorie di creditori. L istituzione di un DSPM, come proposto recentemente dal Fondo, consentirebbe infatti al debitore sovrano di ottenere una moratoria temporanea dei pagamenti accompagnata da una protezione rispetto ad eventuali ricorsi giudiziari, a condizione di impegnarsi a negoziare con i creditori in buona fede e di attuare le necessarie politiche di aggiustamento. La realizzazione del meccanismo richiede la ratifica di un trattato internazionale o l emendamento degli Articles of Agreements del Fondo. Tale approccio, per quanto richieda tempi lunghi e procedure complesse, presenterebbe indiscutibili vantaggi. In primo luogo esso consentirebbe di identificare una singola istituzione responsabile di assicurare uniformità interpretativa. In secondo luogo l approccio statutario facilita la creazione di una singola entità giuridica internazionale (single international judicial entity) cui assegnare funzioni arbitrali e di supervisione dei processi di voto. La posizione ripetutamente espressa dal Governo italiano è che occorre studiare in modo più approfondito sia l approccio contrattuale sia quello statutario per la ristrutturazione del debito sovrano. Si tratta infatti di due strumenti complementari che devono essere perseguiti in parallelo, in quanto parti del quadro di riferimento framework di Praga L attività di assistenza finanziaria Nel corso del 2002, l assistenza finanziaria del Fondo ha avuto tre principali sviluppi: 1. Un aumento dei prestiti a seguito del peggioramento della bilancia dei pagamenti di molti paesi membri e alle difficoltà che molti di essi hanno riscontrato nell accesso al mercato internazionale dei capitali; 2. Un intensificarsi dell azione del Fondo a favore dei paesi poveri, attraverso l attuazione delle iniziative per l alleggerimento del debito e dell erogazione dei prestiti a tasso agevolato; 3. L avvio da parte del Fondo di un riesame sull entità e sulla distribuzione del capitale sottoscritto (dodicesima revisione delle quote), che si concluderà nel

14 Nel 2002 il valore complessivo del prestiti erogati da parte del FMI è fortemente aumentato, passando da 14,3 miliardi di DSP nel 2001 a 39,4 miliardi di DSP nel 2002 (Tavola 1). Queste risorse sono state erogate con l approvazione di nove nuovi SBA, e l aumento degli SBA in essere con l Argentina e la Turchia (per complessivi 12,7 miliardi di DSP). Nel corso del 2002 non sono stati approvati nuovi finanziamenti a valere sulla EFF né assunti impegni per quanto riguarda la Compensatory Financing Facility o le Contingent Credit Lines. Tavola 1 Prestiti SBA approvati nel 2002 Paesi beneficiari Data di approvazione (1) Ammontare approvato (mln. DSP) Argentina 07/09/ ,3 Brasile 14/09/ ,4 Bulgaria 27/02/02 240,0 Guatemala 01/04/02 84,1 Lituania 30/08/01 86,5 Perù 01/02/02 255,0 Turchia 04/02/ ,6 Uruguay 01/04/02 594,1 Yugoslavia 11/06/01 200,0 TOTALE 39439, La revisione della condizionalità dei programmi del Fondo Nel 2002 la revisione della condizionalità, associata ai programmi del Fondo, ha continuato ad essere uno dei principali temi in discussione in seno al CdA del FMI. Con il termine condizionalità si intende l insieme delle misure correttive richieste dal Fondo ai paesi beneficiari dei prestiti e alla cui attuazione è condizionata l erogazione dei fondi. Essa riveste perciò un duplice scopo: da un lato, permette di far sì che il paese ponga rimedio ai problemi che minano la stabilità della sua economia e che hanno dato luogo alla richiesta di sostegno del Fondo; dall altro, permette di salvaguardare le risorse comuni del FMI, in modo che possano rendersi disponibili tempestivamente qualora altri paesi membri ne avessero bisogno. Il dibattito sulla condizionalità è tornato alla ribalta di recente in seguito al progressivo espandersi delle misure correttive di politica economica incluse nei programmi del Fondo. In particolare, la condizionalità si è allargata fino ad abbracciare una gamma molto estesa ed articolata 13

15 di misure strutturali, spesso non cruciali per l attuazione dei programmi finanziati dal Fondo. L'espansione della condizionalità ha perciò creato la percezione che il Fondo abbia travalicato il proprio mandato e le proprie competenze. Inoltre, essa è vista come causa dell indebolimento della volontà delle autorità dei paesi beneficiari di far proprie le misure di politica economica richieste dai programmi (ownership del programma). Tuttavia attraverso la condizionalità il Fondo monetario mira a perseguire due obiettivi aggiuntivi: a) rafforzare la credibilità dei paesi con programma aiutandoli a riguadagnare rapidamente accesso al mercato dei capitali; b) incentivare l'esecuzione di programmi di riforma e incoraggiare in tal modo il coinvolgimento del settore privato nella risoluzione delle crisi finanziarie. L'espansione della condizionalità è stata una conseguenza dell'estensione del mandato del Fondo. Inizialmente chiamato a intervenire sui problemi di bilancia dei pagamenti di natura prettamente macroeconomia, il Fondo ha nel tempo ampliato i suoi obiettivi fino a includervi la promozione della crescita, il ritorno al mercato dei capitali da parte di paesi in crisi e l'eliminazione delle cause strutturali degli squilibri esterni. Più recentemente, il mandato del Fondo è stato ulteriormente esteso a nuove aree di politica (tra le quali trasparenza e governance), causando una ulteriore estensione della condizionalità. Il processo in corso di riforma della condizionalità (streamlining conditionality) intende rendere quest' ultima più efficiente e mirata, senza peraltro indebolirla. Le riforme strutturali critiche per il raggiungimento degli obiettivi macroeconomici di un programma devono essere oggetto di condizionalità, ma sulla base di un criterio di parsimonia. A tal fine, la riforma della condizionalità mira ad evitare che i programmi del Fondo raggiungano un eccessivo livello di dettaglio. Inoltre, tale riforma richiede una più chiara divisione dei compiti e una più stretta collaborazione fra il Fondo e la Banca Mondiale. L orientamento a favore di una razionalizzazione e semplificazione della condizionalità è volto allo stesso tempo anche ad accrescere il senso di ownership delle autorità del paese che ha richiesto il sostegno del Fondo. In tal modo il programma di aggiustamento potrà essere attuato senza venir considerato una mera imposizione del FMI. Fra le misure esistenti per assicurare una certa flessibilità nell'esercizio della condizionalità, la definizione di prior action permette l'esecuzione di riforme urgenti in maniera anticipata rispetto al programma, segnalando nel contempo l'impegno delle autorità a intraprendere misure di riforma, soprattutto quando l'esperienza passata indichi performance poco soddisfacenti da parte del paese membro. L'opinione di accrescere il ricorso alle prior action non è però condivisa. Si ritiene invece che sia necessaria una migliore definizione dei programmi e una maggiore selettività nei 14

16 finanziamenti. Infine, le revisioni dei programmi (program reviews) restano gli strumenti chiave per verificare l'attuazione del programma di aggiustamento e il rispetto della condizionalità L impegno finanziario del FMI nei confronti dei paesi poveri L obiettivo della riduzione della povertà nei paesi a reddito più basso è una delle principali sfide del nostro tempo. Nel 2002, le incertezze sulla situazione economica internazionale, soprattutto dopo gli attentati terroristici dell 11 settembre, hanno ulteriormente aggravato lo stato e le prospettive dei paesi più poveri. La necessità di affrontare questa sfida ha portato la comunità internazionale ad adottare un nuovo approccio coordinato per affrontare la lotta alla povertà. La conferenza sul finanziamento dello sviluppo (Financing for Development) svoltasi a Monterrey nel marzo del 2002 ha consentito di definire un nuovo quadro di riferimento per il conseguimento degli obiettivi di crescita e riduzione della povertà fissati dalle Nazioni Unite nei Millennium Development Goals. Tale quadro di riferimento si basa su una partnership tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo, nella quale le due parti hanno precisi compiti e condividono la responsabilità per il raggiungimento dei risultati. Questa impostazione è stata recentemente riaffermata nella Conferenza mondiale di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile. In questo quadro il FMI ha svolto un ruolo chiave intensificando, in collaborazione con la Banca Mondiale, il proprio impegno sul fronte dell assistenza tecnica e finanziaria per sostenere gli sforzi di riforma economica e istituzionale nei paesi più poveri. Numerose iniziative sono state adottate nel corso del 2002 per rafforzare gli strumenti d intervento del Fondo a favore dei paesi più poveri e per rivederne il funzionamento alla luce dell esperienza maturata. Strumento centrale del piano di riduzione della povertà, e quindi dell intervento del Fondo monetario e della Banca Mondiale, è la Strategia di riduzione della povertà (Poverty Reduction Strategy Paper - PRSP), documento che, nella fase di preparazione dei programmi, viene predisposto dai governi in stretta collaborazione con vari soggetti della società civile, consentendo così un alto grado di partecipazione e di ownership per il programma stesso. Dall introduzione di questo strumento nel 1999, undici paesi hanno preparato il loro PRSP, mentre 43 paesi hanno presentato un documento breve a carattere preliminare (Interim PRSP). Uno studio recente sull esperienza iniziale del PRSP, condotto dalla Banca Mondiale e dal Fondo in collaborazione con i paesi che hanno elaborato i documenti, i donatori e le agenzie di cooperazione, incluse 15

17 associazioni non governative e rappresentanti della società civile, ha confermato il valore di questo strumento, pur osservando che ci sono ancora ampi margini di miglioramento. La presentazione di un PRSP costituisce la premessa indispensabile per poter beneficiare sia dei programmi finanziati dal Fondo Monetario attraverso la PRGF sia della riduzione del debito concessa dall Iniziativa HIPC sia, più in generale, dell assistenza ai paesi più poveri da parte della Banca Mondiale. La preparazione dei PRSP fornisce non solo l occasione per promuovere programmi di stabilizzazione macroeconomica, ma anche iniziative di assistenza tecnica finanziate dal Fondo e dalla Banca Mondiale. Più in generale esso rappresenta lo strumento per realizzare un migliore e più efficiente coordinamento tra i diversi donatori. La PRGF è stata istituita nel 1999 allorché l Interim Committee (il predecessore del CMFI) decise la sostituzione dell Enhanced Structural Adjustment Facility (ESAF) con una nuova Poverty Reduction and Growth Facility (PRGF) mirata a rendere gli sforzi per la riduzione della povertà un elemento chiave della strategia economica orientata alla crescita. La PRGF pertanto non è solo finalizzata alla stabilizzazione macroeconomica, ma anche ad una concreta politica di riduzione della povertà e di miglioramento delle condizioni sociali, rappresentando uno strumento fondamentale per tentare di colmare lo squilibrio in termini di sviluppo tra le varie zone del mondo. Nel marzo del 2002, il CdA del FMI ha compiuto anche una prima valutazione sull efficacia della PRGF. Nonostante il fatto che l esperienza sia ancora troppo recente, il bilancio è positivo. E emerso tuttavia che il forte aumento nel livello degli impegni PRGF nel 2001, ove confermato negli anni seguenti, potrebbe determinare l esaurimento prima del previsto delle risorse disponibili a meno che non intervengano nuovi apporti finanziari da parte di paesi donatori. 2 Nel 2002, 9 paesi hanno ottenuto prestiti in forma concessionale, attraverso la PRGF, (Armenia, Azerbaijan, Capo Verde, Costa D Avorio, Guinea, Kirgiz, Mongolia, Pakistan, e Sierra Leone), mentre in altri quattro casi si è proceduto a un aumento di prestiti concessi in precedenza. L importo complessivo impegnato è stato pari ad oltre 1,8 miliardi di DSP. Gli esborsi finanziari effettivi invece sono stati pari a 1,0 miliardi di DSP, in aumento rispetto agli 0,6 miliardi dell anno precedente. 2 La PRGF è finanziata dai paesi membri, con apporti aggiuntivi rispetto alla sottoscrizione delle quote del Fondo. Tali finanziamenti confluiscono in un apposito PRGF Trust ove affluiscono anche risorse proprie del Fondo monetario. All interno di questo Trust le operazioni di prestito sono condotte attraverso un conto prestiti, un conto riserve e un conto sussidi. Le risorse del conto prestiti sono raccolte mediante prestiti a tassi di mercato contratti dal Trust con le istituzioni finanziarie indicate dai paesi donatori. Il conto sussidi è il conto attraverso il quale si concedono doni. Il conto riserve permette l utilizzo per effettuare i pagamenti dei propri prestiti nel caso in cui i fondi provenienti dalla restituzione dei prestiti erogati dal conto prestiti o le risorse del conto sussidi si rivelino insufficienti. 16

18 In termini complessivi, a fine aprile 2002, sono stati 36 i paesi che hanno ricevuto aiuto dal Fondo attraverso la PRGF per un totale di risorse impegnate pari a 4,6 miliardi di DSP. Tavola 2 - Accordi PRGF concessi durante il 2002 Paesi beneficiari Data di approvazione (1) Ammontare approvato (mln. DSP) Armenia 23/05/01 69,0 Azrerbaigian 06/07/01 80,5 Capo Verde 10/04/02 8,6 Ciad 16/01/02 5,6 Costa d Avorio 29/03/02 292,7 Etiopia 18/03/02 13,0 Ghana 27/06/02 37,0 Guinea 02/05/01 64,3 Kighizistan 06/12/01 73,4 Mali 26/06/01 4,7 Mongolia 28/09/01 28,5 Pakistan 06/12/ ,7 Sierra Leone 26/09/01 130,8 TOTALE 1841,8 L altro strumento di intervento nei confronti dei paesi più poveri è costituito dall iniziativa HIPC per la riduzione del debito dei paesi maggiormente indebitati (Heavily Indebted Poor Countries). Attraverso la riduzione del debito estero, l HIPC (opportunamente rafforzata nel 1999) consente di ridurre l onere di servizio del debito, risparmiando risorse da destinare a politiche volte a stimolare la crescita economica e a ridurre i livelli di povertà. Il processo con cui i singoli paesi possono beneficiare dell Iniziativa HIPC si articola in diverse fasi. In una prima fase i paesi devono aver definito un PRSP e adottato programmi di riforma e di aggiustamento nel contesto della PRGF. Durante questa fase, il paese continua a ricevere la tradizionale assistenza finanziaria in forma agevolata dalle istituzioni multilaterali e dai principali donatori nonché la riduzione del debito dai creditori bilaterali (Club di Parigi). Se la performance del paese è ritenuta soddisfacente, al termine di questa prima parte del percorso HIPC, il paese in questione raggiunge il decision point. Nel caso in cui l analisi del debito evidenzi la sua insostenibilità, i creditori bilaterali e commerciali ristrutturano i pagamenti in scadenza. 17

19 È quindi a partire da questo punto che il paese diventa effettivamente beneficiario dell Iniziativa HIPC, e si impegna a consolidare la propria performance nell ambito dei programmi di assistenza del Fondo e della Banca. Infine, quando al termine di questa seconda fase il paese raggiunge il completion point, esso riceve ulteriori aiuti finanziari grazie ai quali il livello del debito dovrebbe definitivamente attestarsi su livelli compatibili con una crescita economica sostenuta. E prevista inoltre la possibilità di un ulteriore riduzione del debito al completion point (cd. topping up) per quei paesi che presentino, a causa di fattori esterni inaspettati e indipendenti dalle politiche economiche poste in essere nel frattempo, un significativo peggioramento degli indicatori del debito rispetto alle proiezioni formulate decision point. L obiettivo è di assicurare che al completion point i paesi raggiungano un livello di debito sostenibile e possano uscire definitivamente dalla trappola del debito. L ulteriore alleggerimento del debito viene quindi concesso solo in casi eccezionali e considerando la situazione di ciascun paese nella sua individualità. Il Burkina Faso è stato il primo paese a beneficiare di tale assistenza addizionale. Al termine del 2002, 26 paesi hanno ottenuto aiuti finanziari nell ambito dell iniziativa HIPC raggiungendo il decision point cui dovrebbe essere assicurata una riduzione di debito per complessivi 40 miliardi di dollari. Alla stessa data 5 paesi (Bolivia, Burkina Faso, Mozambico, Tanzania e Uganda) hanno raggiunto il completion point. Tavola 3 Impegni ed esborsi del Fondo nell iniziativa HIPC al 30 aprile 2002 Ammontare Ammontare (in milioni di DSP) (in milioni di DSP) Paesi impegnato erogato Paesi impegnato erogato Benin 18,4 7,4 Malawi 23,1 2,3 Bolivia 65,5 65,5 Mali 44,4 17,2 Burkina Faso 44,0 33,0 Mauritania 34,8 16,9 Camerun 28,5 2,5 Mozambico 108,0 108,0 Ciad 14,3 2,9 Nicaragua 63,0 - Costa d'avorio 16,7 - Niger 21,6 1,5 Etiopia 26,9 4,0 Ruanda 33,8 9,1 Gambia 1,8 0,1 Senegal 33,8 8,2 Gana 90,1 9,9 Sierra Leone 98,5 23,6 Guinea 24,2 2,4 Tanzania 96,4 96,4 Guinea Bissau 9,2 0,5 Uganda 121,7 121,7 Guyana 56,2 31,7 Zambia 468,8 117,2 Honduras 22,7 4,5 Madagascar 16,6 2,1 Totale: 27 membri 1.582,9 688,7 18

20 3. L attività di assistenza tecnica Il FMI offre ai paesi membri assistenza tecnica e finanzia attività di formazione in diverse aree: fiscale, monetaria, statistica, legale e informatica. Il maggiore sforzo in termini di risorse del Fondo Monetario dedicate all assistenza tecnica è legato al rafforzamento della capacità dei paesi membri di formulare e implementare delle politiche economiche solide ed efficaci. L assistenza tecnica è un importante beneficio dei membri del FMI ed è soprattutto a dono. Negli ultimi anni sta assumendo sempre maggiore importanza nelle strategie di assistenza ai paesi membri e costituisce ormai una componente importante dell attività del Fondo. Nel 2002, il FMI ha fornito all incirca lo stesso livello di assistenza tecnica dell anno precedente. Il personale del Fondo e gli esperti esterni hanno dedicato circa 340 anni/uomo a programmi di assistenza tecnica, un ammontare mediamente in linea con quello negli ultimi cinque anni. Un incremento di circa il 9 per cento rispetto al 2001 si è registrato nell attività di formazione (training) svolta dall IMF Institute. La distribuzione a livello regionale dell assistenza tecnica del Fondo è rimasta sostanzialmente invariata, con circa i tre quarti dell assistenza tecnica offerta ai paesi a basso e medio reddito. Il FMI inoltre, oltre le risorse proprie destinate ad assistenza tecnica e formazione, amministra anche i finanziamenti concessi per gli stessi fini, da molteplici donatori bilaterali e multilaterali. I finanziamenti vengono amministrati o attraverso il Conto quadro per l assistenza tecnica (Framework Administered Account for Technical Assistance) o attraverso la ripartizione degli oneri finanziari dei progetti che il FMI realizza su delega di altre organizzazioni internazionali (cfr. United Nation Development Program e altre agenzie ONU). 3 Nel 2002, le fonti esterne di finanziamento hanno contribuito per circa il 25 per cento delle attività di assistenza tecnica e di formazione, con il Giappone che fornisce il 70 per cento dei finanziamenti esterni e che continua ad essere il maggiore donatore bilaterale. 3 Per quanto riguarda il contributo italiano per le attività di assistenza tecnica si veda il paragrafo L Italia e il Fondo Monetario Internazionale. 19

21 AFRITAC Nel corso del 2002 il FMI ha lanciato un iniziativa per l apertura di due centri di assistenza tecnica, uno nell Africa francofona e l altro in quella anglofona. Lo spirito dell iniziativa consiste nel fornire assistenza tecnica, in particolare capacity building, specificatamente tarata sulle esigenze dei paesi africani, cosa che giustificherebbe la necessità di insediare in loco questi centri. Questi saranno dotati di autonomia operativa e impiegheranno ciascuno 5 membri dello staff più un coordinatore. In aggiunta, verrebbero affiancati altri consulenti a breve termine assunti in funzione della expertise di volta in volta necessarie. Per la scelta dei paesi in cui tali centri verranno insediati, è stata scelta Dar-es-Salaam in Tanzania, per il centro in Africa orientale; mentre per l Africa occidentale è stata scelta Abidjan in Costa D Avorio. Il fabbisogno complessivo stimato è di circa 27 milioni di dollari per entrambi i centri. Il FMI coprirà tale fabbisogno con un contributo di circa 8 miliardi. Il resto sarà messo a disposizione dai vari donatori in tre anni. GRAFICO 1 L'Assistenza Tecnica per area (valori in percentuale) Area statistica 13% Area giuridica 5% Altre aree 3% Formazione 17% Area monetaria e dei cambi 30% Area fiscale 32% 20

22 GRAFICO 2 Assistenza Tecnica per regione America Latina e Caraibi 7% non regionali 21% Africa 23% Altro 5% Medio Oriente 8% Europa 17% Asia e Pacifico 19% 21

23 2. LA POSIZIONE FINANZIARIA Le operazioni di prestito e le altre transazioni finanziarie del Fondo sono finanziate principalmente attraverso la sottoscrizione di quote di capitale da parte dei paesi membri. La distribuzione delle quote tra i paesi membri riflette il peso economico che ciascuno di questi ha nell economia mondiale e il loro potenziale bisogno di risorse del Fondo. Il valore di ciascuna quota è infatti ottenuto in base a delle formule che tengono conto di determinate variabili (il PIL, la variabilità degli introiti da esportazioni, il grado di apertura verso l estero e le riserve). Si procede a una revisione delle quote, ed eventualmente a un loro complessivo aumento, ogni cinque anni tenendo conto degli sviluppi economici al livello mondiale. La prossima revisione è prevista per il prossimo gennaio. Il valore percentuale delle quote determina il diritto di voto per ciascun membro. Pertanto nel sistema di rappresentanza del FMI non vale il principio una paese, un voto. Le risorse utilizzabili sono rappresentate da valuta degli stati membri che hanno una solida situazione finanziaria e DSP. 4 Parte di queste risorse risultano essere impegnate per i prestiti già concessi. Quindi, le risorse utilizzabili non impegnate sono quelle che possono essere effettivamente messe a disposizione per i nuovi prestiti e per far fronte agli eventuali tiraggi dei paesi membri nei limiti delle rispettive posizioni di riserva (pari al 25 per cento della quota versata). Al 30 giugno 2002, le risorse utilizzabili non impegnate ammontavano a 66,3 milioni di DSP, pari a circa il 31,6 per cento delle quote totali. Il Fondo può attingere risorse anche attraverso prestiti concessi da parte di paesi membri (che diventerebbero in questo modo paesi creditori del FMI). Tali accordi General Arrangement to Borrow e New Arrangement to Borrow se attivati, renderebbero disponibili ulteriori 34 miliardi di DSP. Il Fondo deve inoltre mantenere un sufficiente grado di liquidità per far fronte alle potenziali esigenze finanziarie dei suoi membri. Il rapporto di liquidità - fra le risorse nette utilizzabili non impegnate e le passività liquide - tradizionalmente impiegato per valutare la posizione di liquidità del Fondo, è a giugno 2002 del 105,2 per cento, con un decremento del 37 per cento rispetto al dato del In termini di esborsi finanziari, i paesi membri hanno prelevato 29,1 miliardi di DSP dal conto generale delle risorse. L ammontare del nuovo credito è stato compensato in parte dai rimborsi dei prestiti erogati negli anni precedenti. I rimborsi complessivi sul conto generale delle risorse sono 4 Si tratta di trentotto paesi, selezionati in base alla situazione della bilancia dei pagamenti e delle riserve internazionali, del mercato dei cambi, del debito estero. 22

24 stati pari a 19,2 miliardi di DSP, che comprendono i rimborsi anticipati di Brasile (3,3 miliardi di DSP), Corea (1,9 miliardi di DSP), Russia (1,9 miliardi di DSP) e Turchia (4,5 miliardi di DSP). Di conseguenza, il credito netto alla fine dell anno fiscale ammontava a 52,1 miliardi di DSP, circa 9,9 miliardi in più rispetto all anno precedente ma ben al di sotto rispetto al picco raggiunto durante le recenti crisi finanziarie. Sulla base di tali informazioni si può concludere che la posizione finanziaria si è indebolita durante questo anno ma rimane tuttavia non preoccupante. Tavola 4 Risorse finanziarie e posizione di liquidità del FMI Risorse finanziarie giugno 2002 TOTALI in valuta degli stati membri 149,4 206,5 206, ,3 DSP 0,7 2,5 2,4 1,5 1,9 riserve auree 3,6 4,9 5,9 5,9 5,9 altre attività 0,3 0,3 0,6 0,7 0,8 disponibili attraverso l attivazione GAB 11, / NAB Non utilizzabili 1 111,5 119,3 105,5 114,7 118,4 Utilizzabili 53,6 94,9 109,7 102,5 99,3 risorse impegnate 24,5 17,6 17,1 21,7 17,3 quota minima precauzionale 2 9,6 14,3 15,1 15,5 15,7 Utilizzabili non impegnate 19,5 63,0 77,6 65,4 66,3 Saldo disponibile attraverso il GAB / NAB 18,6 34,0 34,0 34,0 34,0 Passività liquide 60,6 54,8 47,4 56,9 63,0 posizione di riserva 56,3 54,8 47,4 56,9 63,0 indebitamento arretrato GAB /NAB 4, Rapporto di liquidità (in percentuale) 32,2 115,0 163,7 115,0 105,2 1) Si tratta principalmente di riserve auree e di risorse in valuta impiegate dagli stati membri. 2) E' fissata al 10 per cento della quota di ciascun membro. 23

25 3. L ITALIA E IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE 3.1. La posizione dell Italia con il Fondo Monetario Internazionale L Italia è membro del Fondo Monetario dal Nel Consiglio di Amministrazione è rappresentata da un Direttore Esecutivo, che viene formalmente nominato dai Ministri economici del gruppo di paesi che fanno parte della sua constituency 5. Tali paesi sono l Albania, la Grecia, Malta, il Portogallo e San Marino. Recentemente (maggio 2002) Timor Est ha terminato la procedura per diventare membro effettivo del Fondo ed è entrato a far parte della nostra constituency. La posizione di Direttore Esecutivo spetta solo all Italia. A seguito dell undicesima revisione delle quote, conclusasi nel settembre 1997, la quota dell Italia è aumentata da 4.590,7 a 7.055,5 milioni di DSP e rappresenta il 3,36 per cento del totale. La legge n. 33, con la quale il Parlamento ha autorizzato l aumento della quota italiana, è stata approvata il 18 febbraio Il personale di nazionalità italiana che lavora presso il FMI, con l esclusione di quello impiegato presso l ufficio del direttore esecutivo, rappresenta il 2,11 per cento di quello totale, in sensibile aumento rispetto al 1990, quando la percentuale era solo dell 1,4 per cento, ma essa rimane al di sotto della nostra quota di partecipazione. Dal giugno 2001 il nuovo Direttore esecutivo italiano al FMI è il Professore Pier Carlo Padoan che ha sostituito il Professor Riccardo Faini La partecipazione dell Italia all attività del Fondo Monetario Internazionale Durante la Presidenza italiana del G7, terminata alla fine del 2001, i ministri finanziari hanno approvato un rapporto sulla riforma dell architettura finanziaria internazionale. Nel documento si dà particolare risalto al ruolo guida del Fondo Monetario nel promuovere codici e standard e nel favorire un ordinato e ben strutturato processo di liberalizzazione dei movimenti di capitale. A livello europeo è continuato il processo finalizzato a meglio coordinare le posizioni degli stati membri dell Unione Europea sulle questioni in discussione al FMI. L esigenza di assicurare 5 Gruppo di paesi che si alternano nelle varie cariche. Il Direttore esecutivo in seno al CdA rappresenta i governi degli altri stati della sua constituency. 24

26 un più efficace coordinamento deriva anche dal fatto che i paesi europei sono membri di differenti constituency. A tal fine si è agito attraverso: a) una regolare attenzione ai problemi del FMI che si è avvalso di un apposito gruppo di lavoro sulle questioni internazionali (Working Group on IMF and Related Issues - WGIMF) 6 ; b) la sistematica consultazione tra i rappresentanti europei al Fondo monetario; c) il collegamento sistematico tra il WGIMF e i rappresentanti europei al Fondo monetario. Attraverso l attività del WGIMF è stato possibile definire posizioni comuni su questioni quali il coinvolgimento del settore privato nella risoluzione delle crisi finanziarie internazionali, l accesso alle risorse del Fondo, il finanziamento allo sviluppo, il ruolo del Fondo nei paesi poveri, i rapporti tra FMI e Banca Mondiale in materia di condizionalità. Il disegno di legge PRGF L Italia si è impegnata a contribuire a favore della PRGF con un prestito di complessivi 800 milioni di DSP, per coprire le necessità finanziarie del conto PRGF nel periodo Si tratta in sostanza di un prestito della Banca d Italia al PRGF Trust (che è lo strumento operativo che assicura al PRGF i necessari apporti finanziari ed è un soggetto giuridicamente e in termini di patrimonio distinto dal FMI) a tassi equivalenti a quelli conseguibili impiegando le riserve in valuta sul mercato in attività analoghe per scadenza e rischio. 8 A salvaguardia di tali risorse interviene la garanzia dello Stato. Una garanzia che presumibilmente non sarà mai escussa, ma che ribadisce l impegno dello Stato italiano al finanziamento degli interventi del Fondo a favore dei paesi più poveri. Attualmente è all esame, in prima lettura, presso la Commissione Affari Esteri del Senato, il disegno di legge (Atto Senato 1171), con il quale si accorda la garanzia dello Stato. L assistenza tecnica italiana Nell ambito di iniziative di cooperazione, in data 16 novembre 2001, è stato istituito all interno del Framework Administered Account for Technical Assistance del FMI, un subaccount 9 di 4 miliardi di lire, da destinare al finanziamento di attività di assistenza tecnica dirette all attuazione degli standard internazionali nei paesi dell Europa centrale ed orientale. Il CdA del FMI ha più volte sottolineato l importanza di attività di assistenza tecnica per i paesi meno 6 IL WGIMF è presieduto dal dott. Lorenzo Bini Smaghi, Capo della Direzione Relazioni Finanziarie Internazionali del Dipartimento del Tesoro. 7 Una prima tranche pari a 250 milioni di DSP era stata richiesta dal Fondo nel 1999 per contribuire all ESAF. Nel frattempo nel corso del 2001, a seguito della trasformazione dell ESAF in PRGF, l Italia, su richiesta del Fondo, ha accordato un ulteriore prestito di 550 milioni. 8 Tali risorse vanno a incidere sulle riserve ufficiali e dunque non determinano impatti sul bilancio dello Stato. 9 L Italia è l ottavo donatore ad istituire in ambito FMI questo tipo di subaccount. 25

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