Comune di Seravezza (LU)

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1 Comune di Seravezza (LU) VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO VIGENTE PER LA RIPERIMETRAZIONE DELLA ZONA AC Centro Storico del Capoluogo (Piano Particolareggiato) Relazione tecnica Febbraio 2016 Il Funzionario responsabile Arch. Andrea Tenerini

2 Il Regolamento Urbanistico (R.U.) del Comune di Seravezza (approvato e successivamente pubblicato sul BURT n 16 del 21 aprile 2010) individua e disciplina la formazione di diversi Piani attuativi, volti a dare concreta ed operativa esecuzione alle politiche e alle Strategie di Sviluppo Territoriale, nonché alle disposizioni e alle conseguenti prescrizioni statutarie definiti dal Piano Strutturale (P.S.) comunale. In questo quadro è in particolare individuato, sostanzialmente in congruenza con la perimetrazione dell U.T.O.E. n 1 Seravezza (capoluogo) il Piano Attuativo (Particolareggiato) del Centro Storico del Capoluogo (articolo 24 delle N.T.A.), comprendente l area del centro storico di Seravezza (capoluogo del comune) circoscritta dal fiume Serra e dal fiume Vezza fino ad includere i tessuti urbani limitrofi ai due corsi d acqua caratterizzati da forme urbane dense e compatte del tutto analoghe a quelle di impianto storico. La definizione normativa specifica inoltre che i tessuti urbani trovano negli edifici a carattere monumentale, nei palazzi prospicienti strade e piazze gli elementi qualificanti di un più vasto insediamento definito dal tessuto fitto dell edilizia di base in cui si riscontrano gradi di conservazione fisica e tipologica differenziati... Al fine di dare attuazione operativa agli obiettivi stabiliti dal P.S., il R.U. stabilisce che il P.A. deve essere finalizzato a definire e a disciplinare in dettaglio le regole per la realizzazione degli interventi sul patrimonio edilizio esistente, degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia, le conseguenti destinazioni d uso e funzioni ammissibili, le modalità di esecuzione delle opere e dei progetti per la riqualificazione degli spazi e delle attrezzature pubbliche. I parametri dimensionali ed urbanistici, nonché le altre disposizioni regolamentari, tipologiche, ambientali, necessarie alla formazione del P.A., unitamente alle destinazioni d uso compatibili, sono indicati nella specifica scheda norma di cui all allegato A alle norme del R.U.. Nella stessa scheda norma sono inoltre fissate specifiche prescrizioni finalizzate a regolamentare le possibilità di trasformazioni degli immobili di proprietà e di uso pubblico anche mediante interventi da regolamentare con Piano Complesso di Intervento, di iniziativa pubblica, che potrà essere adottato e approvato anche come stralcio di anticipazione dello stesso Piano Attuativo. In particolare sono principali indicazioni della scheda norma precedentemente richiamata: - Ambito territoriale di riferimento: U.T.O.E. 1 Seravezza (Capoluogo). - Tipo di zona e identificazione: AC centro storico soggetto a Piano Particolareggiato. - Denominazione e localizzazione: Centro Storico del Capoluogo. - Obiettivo e finalità: Il Piano Particolareggiato ha come obiettivo prioritario la tutela, il recupero e la riqualificazione del Centro storico di Seravezza, anche attraverso: la valorizzazione e il restauro del patrimonio storico-culturale, la promozione degli ambiti contermini ai corsi d acqua, il riordino degli spazi pubblici, la riorganizzazione dei percorsi storici e pedonali, della viabilità, il potenziamento del sistema dei parcheggi; il tutto con la finalità di valorizzare il sistema insediativo secondo criteri rispettosi dell identità e delle risorse storico-culturali, fisiche, naturali e antropiche. - Modalità di attuazione: Piano Attuativo art. 65 l.r. 1/05 con i contenuti di cui all art. 67.Interventi ammessi: Fino alla Ristrutturazione Urbanistica di cui all art

3 78 l.r. 1/05 - comma 1- lettera f), così come definita all art. 18 del R.U.. - Principali Parametri urbanistici ed edilizi: - Alloggi residenziali consentiti: n 20 da recupero di volumi di altro tipo - Volumetria residenziale massima: mc da recupero - Altra volumetria ammessa: 40 posti letto in mc di Turistico/Ricettivo da recupero; mc di Commerciale/Direzionale da recupero. - Destinazioni d uso ammesse: Pubbliche e di uso pubblico, residenziali, commerciali, ricettive, uffici, terziario, servizi e piccoli laboratori artigianali per lavorazioni di prodotti tipici locali, atelier ed ambienti per l attività artistica, sociale, assistenziale e la promozione culturale ed intellettuale, o per un utilizzo ai fini turistici. - Disposizioni per la redazione delle indagini geotecniche a supporto del P.A. e della progettazione esecutiva: In sede di predisposizione del Piano Attuativo si prescrive di indicare dettagliatamente la pericolosità dell area da un punto di vista sismico, geomorfologico ed idraulico, secondo le indicazioni dell Elaborato 6.2. (delle stesse indagini geologico tecniche). In relazione ad essa dovrà essere determinata la fattibilità degli interventi previsti secondo quanto indicato all articolo 87 del R.U. e dovranno essere osservate le prescrizioni e le limitazioni di cui agli articoli 87 e 88 dello stesso R.U.. La scelta di realizzare il Piano attuativo (particolareggiato) del centro storico di Seravezza si qualifica come passaggio cruciale e nodale tra la disciplina di P.S. e la sua declinazione in forma operativa (rappresentata dalla specifica scheda norma) del R.U., nel quale si individua come tema portante della dimensione strategica e statutaria dello strumento di pianificazione l idea del progetto pubblico, inteso nell accezione più estesa del termine, ovvero quale prodotto articolato di previsioni, interventi e azioni volti a dare concretezza esecutiva alle politiche di governo per la valorizzazione e promozione del capoluogo. Occorre inoltre in questo quadro precisare che l intero centro storico è già stato oggetto, in epoca precedente a quella di formazione del P.S. e del R.U., di studi e approfondimenti di natura urbanistica conclusisi con la formazione di un Piano di Recupero (P.d.R.) redatto ai sensi della ex L.R. 59/1980. E per questi motivi che le disposizioni del R.U. stabiliscono tra l altro che in attesa del Piano Attuativo sono fatte salve le previsioni e la disciplina del P.d.R. vigente (redatto nell ambito dei Piani di Recupero dei centri di Antica formazione della montagna) approvato con deliberazione C.C. n 102 del 22/12/2003, pubblicato sul B.U.R.T. n 7 del 18/02/2004, con le modifiche alle N.T.A. e agli altri elaborati grafici e cartografici di progetto introdotti dal R.U. [ ] che mantengono la loro efficacia fino alla definitiva approvazione del piano attuativo. Resta pertanto inteso che le elaborazioni e il sistema delle conoscenze prodotte nell ambito del P.d.R., unitamente a quelle del P.S. e del R.U., sono state il naturale punto di partenza per l avvio dei lavori di redazione del P.A. di che trattasi. Come si evince da quanto sin qui descritto il P.S. prima e il R.U. poi producono un quadro di riferimento normativo ampio e complesso in cui le correlazioni tra lo strumento della pianificazione e l atto di governo del territorio definiscono in termini spaziali l area (oggetto di piano attuativo), gli obiettivi di carattere generale, i carichi ammissibili e i termini della declinazione dei contenuti strategici e statutari in azioni ed interventi, sottoponendo al contempo gli stessi strumenti ed atti (e quindi le relative disposizioni a previsioni) agli specifici processi valutativi (valutazione ambientale e - 3 -

4 strategica) previsti dalle normative vigenti, fornendo al contempo (sin dal P.S. e con maggiore dettaglio nel R.U) misure e prescrizioni, nonchè strumenti di controllo e verifica degli effetti (schede prescrittive di valutazione integrata descritte ne successivi paragrafi) da considerare al momento della redazione del P.A.. La cartografia di Quadro progettuale del R.U. vigente (U.T.O.E. n 1 Seravezza Capoluogo) contiene una perimetrazione del Piano di Recupero (P.d.R.) vigente non del tutto congruente con quella rappresentata nelle cartografie dell atto di governo originario. In particolare, ritagliano la perimetrazione sugli isolati edificati, sono state erroneamente escluse dalla perimetrazione del P.d.R. le viabilità e gli spazi pubblici limitando quindi l efficacia e le disposizioni del piano al solo patrimonio edilizio e agli spazi aperti pertinenziali. In questa sede quindi, anche in funzione delle specifiche finalità assegnate dal R.U. al nuovo Piano particolareggiato per il centro storico, significativamente orientate alla progettazione dello spazio pubblico, si intende ricomprendere nel perimetro l insieme complessivo e articolato dell organismo urbano, comprensivo evidentemente degli spazi pubblici e della viabilità. In questo quadro inoltre in funzione del riconoscimento del Sito UNESCO si vuole anche ricomprendere all interno del perimetro del Piano Particolareggiato alcune parti fondamentali dell insediamento storico che risultano considerate nell ambito dello specifico Piano di Gestione (vedi nello specifico l elaborato QP8 del P.A.) in modo da garantire, attraverso la disciplina del Piano Particolareggiato, la definizione di previsioni ed interventi ritenuti necessari al conseguimento di obiettivi e azioni indicati come fondamentali per la conservazione e valorizzazione dello stesso Sito. Si prefigura pertanto la necessità che contestualmente al Piano particolareggiato, venga anche redatta una Variante al R.U. di natura meramente cartografica (rettifica per mero errore materiale), volta a rendere congruente i diversi perimetri ed ad assicurare, mediante un unica ed univoca delimitazione, il massimo delle possibilità di azione nell ambito del progetto pubblico. Si tratterà in definitiva di rettificare il perimetro indicato nel R.U. vigente in modo da inglobare all interno del Piano Particolareggiato, oltre che tutte le partizioni spaziali ricadenti nel previgente Piano di Recupero, anche parti del capoluogo che per loro natura e dislocazione risultano avere interrelazioni di tipo funzionale e paesistico percettivo con il Sito UNESCO formalmente riconosciuto. Detta variante, volta nella sostanza a migliorare l efficacia e l operatività del futuro Piano particolareggiato, risulta evidentemente del tutto ininfluente sulla valutazione dei possibili effetti determinabili dal nuovo Piano Attuativo, in quanto la valutazione di quest ultimo ricomprende, include ed esaurisce le possibilità di considerazione della natura ed intensità gli effetti anche della Variante al R.U.. In tal senso infatti è stato avviato il procedimento di V.A.S. attraverso la redazione del rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità che si è concluso con la dichiarazione di non assoggettabilità di cui alla Determinazione del Responsabile del Settore Lavori Pubblici e ambiente n. 145 dell 11 febbraio Pertanto la variante al R.U. vigente corrisponde ad una adeguamento cartografico del perimetro indotto dalla formazione del P.A., unitamente dunque corrispondono a strumenti della pianificazione urbanistica inseriti in un quadro valutativo che per sua natura deve considerarsi coerente con il processo di formazione del complessivo piano comunale (P.S. e R.U.), compatibile con gli effetti (anche di natura cumulativa) - 4 -

5 eventualmente determinabili con la sua attuazione (anche in ragione degli esiti del processo di valutazione integrata già eseguiti alle diverse scale) e che vede negli articoli 110, 111 e 112 delle N.T.A dello stesso R.U. i riferimenti di approfondimento degli aspetti valutativi ritenuti (ex ante) eventualmente necessari nella fase finale attuativa ed operativa. In relazione a quanto esposto ai precedenti paragrafi, è opportuno evidenziare che : - Per le caratteristiche della variante e per i contenuti meramente cartografici che esprime, si rientra nella categorie previste dall art. 30 della L.R. 65/14; - Che per la sua caratterizzazione meglio espressa al precedente punto, non necessita delle indagini geologico tecniche e del relativo deposito rientrando nelle tipologie di cui all art. 3 comma 4 del D.P.G.R. 53/R del 23 ottobre 2011, mentre il P.A. è corredato delle indagini soggette a deposito; - Che per le caratteristiche evidenziate e per i contenuti del P.A. ad essa correlato non sono previsti impegno di nuovo suolo libero e pertanto non rientra nelle categorie di cui all art. 25 della L.R. 65/14; - le previsioni potenzialmente introducibili con il P.A. e la relativa Variante di R.U. risultano pertinenti gli obiettivi di qualità paesaggistica, nonché di tutela, recupero e valorizzazione del Sito riconosciuto patrimonio mondiale dell UNESCO e del suo ambito di influenza e pertinenza (corrispondente con lo stesso centro storico di cui è parte); Con deliberazione di consiliare n. 37 del 27 marzo 2015 la Regione Toscana ha approvato la Variante di implemetazione ed integrazione del Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) vigente, con valenza di Piano Paesaggistico regionale (P.P.R.), non separando la questione e le tematiche paesistiche da quella strategiche e dunque il tema del paesaggio dal piano territoriale regionale. Nello specifico gli elaborati dello strumento di pianificazione così variato consistono di: - Disciplina di piano e relativi allegati ed appendici; - Carta topografica di base (in scala 1:50.000) e relativa descrizione testuale, estesa a tutto il territorio regionale e considerata uno degli elaborati di livello regionale; - Carte dei caratteri del paesaggio (in scala 1:50.000) e relativa descrizione testuale, estesa a tutto il territorio regionale e considerata uno degli elaborati di livello regionale; - Abachi (descrittivi) delle invarianti strutturali regionali; - Carta dei sistemi morfogenetici - Invariante I (in scala 1: e 1: ); - Carta della rete ecologica Invariante II (in scala 1: e 1: ); - Carta del sistema insediativo storico e contemporaneo; Carta dei morfotipi insediativi; Carta delle figure componenti i morfotipi insediativi III (tutte in scala 1: ) e relative all invariante III ( Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, infrastrutturali e urbani ). Ancora in relazione all invariante di cui sopra si ha la Carta del territorio urbanizzato (in scala 1:50.000); - Carta dei morfotipi rurali Invariante IV, (in scala 1: e 1: ); - 5 -

6 - I paesaggi storici della Toscana (cartografia ricognitiva in scala 1: ); - Iconografia della Toscana: viaggio per immagini; - Visibilità e caratteri percettivi. L insieme della cartografia elencata (che correda anche le schede dei 20 Ambiti di paesaggio in cui risulta articolato il territorio Toscano) si correla direttamente la con disciplina e le disposizioni relative alle invarianti strutturali dettagliate nelle stesse schede degli ambiti di paesaggio e comprendente: - definizione e obiettivi generali (in relazione agli Abachi delle Invarianti Strutturali); - obiettivi specifici e disposizioni normative (riferiti agli Elaborati cartografici); - obiettivi di qualità e direttive correlate (riferiti alle singole schede d ambito). Per quanto riguarda invece la disciplina dei beni paesaggistici, allegato specifico alla disciplina generale del piano, oltre gli obiettivi e le direttive (definite nello stesso apposito allegato normativo), si hanno: a) per Beni ex art. 136 del Codice, le specifiche prescrizioni d uso come formulate nelle relative Schede e comprensive delle cartografie recanti l individuazione, delimitazione e rappresentazione degli immobili e delle aree dichiarate di notevole interesse pubblico (vincolo diretto); - Sezione 1 Identificazione del vincolo - Sezione 2 Analitico descrittiva del vincolo - Sezione 3 Cartografia identificativa del vincolo scala 1: Sezione 4 Disciplina articolata in Indirizzi, direttive e prescrizioni d uso b) per i Beni ex art. 142 del Codice, le specifiche prescrizioni d uso comprensive delle cartografie recanti l individuazione, delimitazione e rappresentazione delle aree tutelate per legge (vincolo indiretto - ex Galasso, riferite alle cartografie ricognitive in scala 1:10.000): - Definizioni (riferite allo specifico elaborato denominato Ricognizione, delimitazione, rappresentazione a scala idonea ) - Disposizioni generali - Obiettivi (da perseguire negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica) - Direttive (da recepire negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica) - Prescrizioni (da rispettare negli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia) Nel solo caso delle aree tutelate per legge appartenenti alla tipologia dei territori costieri si hanno ulteriori disposizioni di dettaglio (obiettivi e prescrizioni) contenute nelle apposite Schede dei sistemi costieri. c) la disciplina degli ulteriori contesti ai sensi dell articolo 143 (siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale universale dell Unesco) Ai fini della presente Variante di R.U. (esclusivamente di riconfigurazione del perimetro cartografico) di specifico interesse risultano le determinazioni normative di efficacia del piano regionale, in particolare: a) Per quanto riguarda l efficacia del Piano rispetto agli altri piani (articolo 18), il P.P.R. dispone che alla data di pubblicazione sul BURT della delibera di approvazione del presente piano: a) le prescrizioni, e le prescrizioni d'uso e le direttive contenute nella disciplina relativa allo Statuto del territorio prevalgono sulle disposizioni difformi contenute negli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica, negli atti di pianificazione degli enti gestori delle aree naturali protette, nei piani e programmi di - 6 -

7 settore qualificabili come atti di governo del territorio ai sensi della normativa regionale; b) le direttive contenute nella disciplina dello Statuto del territorio relativa ai beni paesaggistici, in conformità con le disposizioni del comma 3 dell articolo 145 del Codice, integrano la disciplina dello statuto del territorio contenuta negli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica, e prevalgono sulle eventuali disposizioni difformi. Per questa disposizione quindi, stante la perentorietà del dispositivo normativo, mutuato dal Codice, non si ravvisano necessità, prima dell adeguamento generale del P.S. vigente, di specifiche indicazioni o azioni conformative, essendo (ex lege) il piano regionale integrativo dalla pianificazione territoriale locale. In ogni caso, pur escludendo la verifica di conformità circa i vincoli diretti (art. 136 del Codice) in quanto non interessano l ambito soggetto a variante, si evidenzia che in merito alle aree tutelate per legge (art. 142 del Codice) l ambito della variante interferisce con le aree di cui all art. 142 c.1, lettera g del Codice, ovvero I territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento come definiti dall art. 2 del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 227, così come disciplinati all art. 12 dell allegato 8b del PIT/PPR. Poiché l interferenza rilevata deriva dalla lettura della cartografia identificativa dei vincoli del piano regionale, avente in questo caso valore esclusivamente ricognitivo, e dati i contenuti della variante non si ravvisano elementi di contrasto con quanto indicato dal PIT/PPR, rimandando alla fase attuativa del correlato P.A., l accertamento della sussistenza del bosco per la effettiva e definitiva dichiarazione di conformità. In ogni caso, al fine di garantire comunque il massimo controllo di conformità con le disposizioni del P.P.R., si è introdotto nel quadro progettuale del P.A. e della relativa Variante di R.U., la seguente norma di salvaguardia:... Le previsioni e le conseguenti disposizioni del R.U. e dei relativi Piani Attuativi (P.A.) si applicano nel rispetto delle disposizioni e delle prescrizioni contenute nella specifica Disciplina dei beni paesaggistici contenuta nel P.I.T. con Valenza di Piano Paesaggistico approvato con D.C.R. n 37 del 27 marzo Qualsiasi intervento di natura urbanistica ed edilizia, compreso l attività edilizia liberamente eseguibile, da realizzarsi nelle aree e sui beni di cui agli articoli 136 e 142 del Codice per i Beni Culturali e il Paesaggio, è consentito e ammesso solo se conforme alle prescrizioni della specifica disciplina dei beni paesaggistici precedentemente richiamata. In considerazione di quanto sopra espresso, occorre in questo specifico caso fare diretto riferimento alle sole indicazioni contenute nella Scheda d ambito di paesaggio entro cui l ambito della variante ricade, per la verifica di coerenza con lo strumento regionale. Nello specifico la scheda di paesaggio relativa all ambito di paesaggio n 2 Versilia e costa apuana, mette a sistema elementi descrittivi e di sintesi (interpretativa) da un lato ed elementi progettuali dall altro (invarianti strutturali), concludendosi nella sezione Disciplina d uso in cui si pongono in relazione obiettivi di qualità e direttive. In particolare in relazione alla proposta di variazione normativa al R.U., tra tutti gli obiettivi espressi nella scheda, si rileva un potenziale livello di interrelazione con i seguenti obiettivi e le specifiche direttive correlate che non rilevano profili di contrasto o non coerenza: - 7 -

8 Infatti possono verificarsi solo potenziali elementi di interrelazione Variante al R.U. e componenti territoriali indicate dalla scheda dell ambito di paesaggio. Tuttavia l analisi delle direttive correlate evidenzia come la Variante di R.U., non contenenti comunque previsioni che comportano impegno di suolo non edificato. In questo quadro pertanto la stessa variante risulta sostanzialmente conforme con la disciplina di P.P.R. non variando altro che il perimetro dell ambito che consegue obiettivi e finalità del tutto coerenti con quelli espressi in sede regionale (direttive correlate). In relazione alla complessiva disciplina paesaggistica è del tutto evidente, stante la tipologia di variante ed il suo contenuto, che risulta sostanzialmente impraticabile qualsiasi riscontro con le indicazioni formulate nella disciplina delle invarianti, così come rappresentate nella scheda d ambito e pertanto non si riscontra la necessità della formulazione di valutazioni di conformità. Per quanto riguarda invece la disciplina degli ulteriori contesti (articolo 15) occorre precisare che il Piano individua quali ulteriori contesti, ai sensi dell articolo 143, c.1, lettera e) del Codice, i Siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale Universale (WHL) dell'unesco. In questo quadro, fermo restando che le disposizioni relative a questa particolare fattispecie di beni paesaggistici, avranno efficacia dall approvazione - 8 -

9 del Piano, in questa sede merita comunque evidenziare le principali indicazioni in modo da verificarne, sin da ora gli elementi di coerenza e conformità. In particolare il P.P.R. dispone che gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo del territorio, i piani di settore, i piani di gestione e gli interventi devono perseguire nei Siti UNESCO i seguenti obiettivi: a) valorizzare e manutenere i paesaggi e il patrimonio culturale dei Siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale Universale (WHL) dell'unesco, attraverso politiche di gestione che costituiscano un esempio di eccellenza rispetto ai valori riconosciuti in un ottica di sviluppo sostenibile, salvaguardandone l identità estetico-percettiva, storico culturale e paesaggistica; b) salvaguardare il patrimonio insediativo di valore storico-culturale,testimoniale ed identitario e i caratteri paesaggistici dell'intorno territoriale nelle loro componenti idro-geo-morfologiche ecosistemiche, vegetazionali e insediative, nonché le reciproche relazioni funzionali e percettive; c) assicurare il riconoscimento, la conoscenza e la permanenza delle identità locali che rafforzano l'autenticità e la valenza identitaria dei Siti. Inoltre gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territori e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a definire per i Siti UNESCO misure di salvaguardia e di utilizzazione volte a (si riportano solo le indicazioni aventi attinenza con il caso in questione): a) individuare, riconoscere, tutelare e valorizzare i beni di eccezionale valore universale rappresentati dall insieme degli elementi materiali e immateriali che costituiscono il patrimonio culturale e naturale ricompresi all interno dei Siti e l'immagine documentale e identitaria,nonché la memoria collettiva del territorio; b) individuare l'intorno territoriale inteso come spazio connesso morfologicamente, funzionalmente, storicamente e percettivamente al patrimonio insediativo di valore storico-culturale, identitario e testimoniale dei Siti, costituito da centri, borghi, nuclei e tessuti storici ed emergenze architettoniche, anche tramite la definizione di una perimetrazione cartografica; c) individuare i coni e i bersagli visivi (fondali, panorami, skylines) che si aprono verso i beni, con particolare riferimento a quelli che si aprono dai tracciati panoramici (tratti stradali e ferroviari) e dai punti di belvedere accessibili al pubblico; d) tutelare e valorizzare i caratteri costitutivi del patrimonio insediativo di valore storico-culturale, identitario e testimoniale e promuovere azioni volte alla sua manutenzione, recupero e valorizzazione: 1. salvaguardando i peculiari caratteri morfologici, architettonici, cromatici appartenenti alla consuetudine edilizia dei luoghi e i rapporti consolidati tra edificato e spazi aperti/parchi/giardini di impianto storico; 2. assicurando il mantenimento delle aree libere e a verde che qualificano il tessuto insediativo e in stretta relazione con lo stesso,situate a margine dell edificato storico o intercluse nel tessuto edilizio storico, conservandone i caratteri tradizionali e la consistenza; 3. garantendo la conservazione e qualificazione dei margini urbani storicizzati; 4. escludendo interventi che possano compromettere la qualità morfologica ed estetico-percettiva dell aggregato storico; e) garantire una continuità d uso dei nuclei, centri, tessuti urbani e giardini storici delle emergenze architettoniche, al fine di mantenerli vitali nei contesti di appartenenza, assicurando la compatibilità tra destinazione d'uso e conservazione dei - 9 -

10 valori culturali e paesaggistici; f) salvaguardare le relazioni funzionali e percettive tra patrimonio insediativo di valore storico- culturale e l' intorno territoriale : 1. mantenendo la leggibilità della struttura insediativa (con particolare riferimento a quella di crinale); 2. valorizzando i collegamenti storicamente consolidati con particolare riferimento al mantenimento della rete dei percorsi e sentieri; 3. evitando nuove espansioni e l'installazione di impianti che alterino l'integrità morfologica e percettiva dei centri e nuclei storici, nonché le visuali panoramiche che traguardano gli insediamenti e i rapporti di reciproca intervisibilità; g) tutelare e valorizzare gli elementi caratterizzanti il paesaggio rurale di valore testimoniale, culturale e identitario nelle sue componenti ambientali e antropiche anche promuovendo migliore sostenibilità delle attività economiche ad esso connesse: 1. conservando gli elementi testimoniali del paesaggio rurale di interesse storico; 2. mantenendo in efficienza l infrastrutturazione ecologica costituita da elementi vegetali lineari (siepi, vegetazione ripariale) e puntuali(piccoli nuclei forestali, grandi alberi camporili, laghetti e pozzi); 3. salvaguardando l esistenza della rete della viabilità minore e le sistemazioni idraulico-agrarie; 4. favorendo nelle trasformazioni derivanti dalle esigenze economiche e sociali dell agricoltura il mantenimento degli assetti agrari tradizionali, della diversificazione colturale, della leggibilità dei rapporti tra usi storicamente consolidati e trame agrarie e recuperando i significati simbolici degli elementi rappresentativi del paesaggio agrario storico; 5. conservando le relazioni morfologiche, percettive e, ove possibile,funzionali fra manufatti rurali e il paesaggio agrario; 6. contenendo i processi di deruralizzazione dell'edilizia storica anche attraverso politiche di incentivazione; 7. arginando i processi di abbandono e di rinaturalizzazione del mosaico colturale; 8. limitando gli effetti negativi della frammentazione degli agroecosistemi; h) individuare le zone di compromissione paesaggistica e gli elementi di disturbo delle visuali e promuovere gli interventi di riqualificazione, anche incentivando la delocalizzazione di manufatti, strutture e impianti non compatibili con la conservazione dei Siti; i) promuovere progetti e azioni di valorizzazione finalizzati alla rivitalizzazione dei Siti e alla riproduzione/sviluppo del patrimonio storico-culturale anche in considerazione delle dinamiche in atto a scala d ambito di paesaggio; j) promuovere forme di fruizione turistica sostenibile salvaguardando i valori storici, paesaggistici, culturali e le tradizioni locali, favorendo lo sviluppo di un sistema turistico che riconnetta il Sito al territorio circostante, anche attraverso la creazione, il recupero e/o la riqualificazione delle risorse connettive multimodali, caratterizzate da modalità di spostamento sostenibili (quali ferrovie dismesse); k) promuovere la realizzazione di opere per l accessibilità degli spazi urbani e delle strutture ai sensi del DPR 503/96, del DM 236/89, della LR 47/91, della L 104/92, della LR 47/91, della LR 65/2014, e del relativo regolamento tutti i luoghi della cultura, i beni culturali e paesaggisti, le viabilità ad essi afferenti con interventi strettamente rispondenti alle linee guida per il superamento delle barriere architettoniche negli immobili vincolati emanate dal MIBAC nel 2008;

11 o) assicurare la continuità dell'identità culturale connessa alla permanenza delle funzioni civili e processi culturali e incentivare il mantenimento di un equilibrio tra le diverse destinazioni d'uso consolidate nel sistema insediativo; p) privilegiare e favorire il mantenimento di funzioni pubbliche e/o di interesse pubblico negli spazi urbani anche al fine di evitare l'allontanamento delle comunità locali dai luoghi di fruizione collettiva; q) promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e paesaggistico dei Siti attraverso: 1. la formazione della popolazione ai diversi livelli d istruzione e delle diverse maestranze volta all insegnamento e all aggiornamento delle tecniche d intervento sul patrimonio medesimo, anche attraverso cantieri scuola e laboratori didattici da istituirsi in loco; 2. attività divulgative rivolte alla comunità locali e con iniziative partecipate volte alla valorizzazione del patrimonio culturale immateriale; 3. la catalogazione e l accessibilità informatiche dei beni inseriti nei Siti. Per quanto riguarda la disciplina paesaggistica dei cosiddetti ulteriori contesti sopra riportata, è del tutto evidente che la Variante di R.U., in quanto strumento operativo per lo specifico Piano di Gestione del Sito riconosciuto patrimonio mondiale dell UNESCO, è per sua natura e per specifiche finalità conforme alle disposizioni del P.P.R. in relazione agli stessi Siti riconosciuti patrimonio mondiale dell UNESCO. Per quanto riguarda inoltre la coerenza interna, si afferma ancora il profilo di non contrasto e conformità circa quanto disposto dalla scheda del R.U. vigente, puntualmente descritti al paragrafo 1 della presente relazione, in quanto non si apporta nessuna variazione alle indicazioni, anche parametriche, in essa contenute. Seravezza, 11 febbraio 2016 Il Funzionario Responsabile Arch. Andrea Tenerini

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