Ricerca di psicologia sociale e della comunicazione: LA MINACCIA DELLO STEREOTIPO per le DONNE

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1 Ricerca di psicologia sociale e della comunicazione: LA MINACCIA DELLO STEREOTIPO per le DONNE

2 Gli individui sono costantemente bombardati da informazioni provenienti dall ambiente esterno. Tali input, siano essi visivi o uditivi, vengono però trasformati in rappresentazioni simboliche, ovvero immagini impoverite del mondo reale. Così ogni individuo mette in atto un processo cognitivo detto di categorizzazione: creando dei modelli detti esemplari. Nel momento in cui la categorizzazione è applicata per raggruppare gli esseri umani, tale meccanismo porta ad associare un individuo a un gruppo poiché condivide con i suoi membri determinate caratteristiche. È da qui che nascono i cosiddetti stereotipi.

3 Gli stereotipi sono schemi rigidi e impermeabili al cambiamento, formati da credenze e opinioni, socialmente condivise, attribuite a gruppi sociali; questi schemi finiscono per influenzare le relazioni e i comportamenti sia di chi li applica sia di chi ne è colpito

4 E se pensiamo che la creazione di stereotipi avvenga solamente in televisione siamo soggetti a questo fin da piccoli a cominciare dai cartoni animati che ci sembrano trasposizioni di comuni fiabe per bambini ed invece nascondono modelli di genere molto accentuati. La differenza di genere nelle fiabe si realizza tramite due figure principali ricorrenti: un Principe e la Principessa. Nella maggioranza dei cartoni animati, il titolo del film coincide sempre con quello della protagonista. La principessa di turno è ben lontana dall essere una combattente attiva artefice del proprio destino, e si limita a dipendere da un principe per diventare un adulta realizzata.

5 Video: spot «giulietta» censurato

6 Ci viene mostrata un eterogeneità di protagoniste, ma desideri e obiettivi sono appiattiti e unici. Riguardo ai principi dei cartoni invece raramente sappiamo, o ci ricordiamo, i nomi non importa chi siano, ma ciò che essi personificano. Accanto alla figura della donna buona e inattiva, docile e remissiva si affiancano altri prototipi di figure femminili: si tratta di donne che non sono generalmente né mogli né madri e per questo rappresentate come streghe malvagie, oppure come fate buone; entrambe personaggi non umani, ma fantastici. Si può notare come anche le attività svolte diversificano i personaggi; l uomo coraggioso e valoroso e la donna casalinga e remissiva.

7 Se fin da piccole le bambine vengono influenzate da questo prototipo di donna, non c è da sorprendersi se le adolescenti aspirano a questo genere di stereotipo

8 Video: spot «intimo jadea»

9 Come dimostrato dalla ricerca di Maria Giuseppina Pacilli e Angelica Mucchi-Faina, docenti dell Università degli Studi di Perugia da cui è emerso che ragazzi e ragazze risentono entrambi dei modelli televisivi; tuttavia, solo nel campione di ragazze si è riscontrato che all'aumentare delle ore di fruizione televisiva aumenta l'interesse per gli interventi di chirurgia estetica mentre diminuisce l'importanza assegnata al successo personale tramite competenza. Si rinforza e sedimenta quindi l esperienza di oggettivazione del corpo femminile in base a cui le donne vedono se stesse e sono viste come se il loro corpo fosse l unico elemento possibile in grado di rappresentarle (Fredrickson&Roberts, 1997).

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11 Valeria Lukyanova, definita la barbie umana che si è sottoposta a oltre un migliaio di interventi per assomigliare alla famosa bambola.

12 Un dato inquietante è che l età in cui si innestano le prime preoccupazioni per il proprio corpo avviene intorno ai sei anni di età (Ambrosi Randic, 2000; Dohnt & Tiggemann,2006). Si pone quindi con urgenza il problema di una regolamentazione che garantisca un uso responsabile dell immagine della donna nei mezzi di comunicazione e che venga garantito un adeguato supporto psicologico.

13 Ci sono 4 modelli di base con cui i media influenzano lo spettatore: MODELLO DELL APPRENDIMENTO SOCIALE (1967) MODELLO DELL AGENDA SETTING(1972) MODELLO DEGLI USI E GRATIFICAZIONI (1973) MODELLO DELLA COLTIVAZIONE ( ): sostiene che la tv è in grado di plasmare: percezione, atteggiamenti, valori e comportamenti degli individui nei confronti della realtà, proprio per la sua natura di agente di socializzazione. Le immagini offerte dalla TV mostrano un ambiente simbolico della vita moderna, e vengono a lungo andare, fatte proprie dagli spettatori. Questo finisce per creare schemi fissi e rigidi di una realtà semplificata e per molti aspetti irreale.

14 Gli stereotipi di genere sono tra i più frequenti e anche maggiormente condivisi dalla società: possono portare a una forte limitazione per le donne, nel pensiero così come nell azione, poiché vengono influenzate scelte e aspettative riguardanti il futuro.

15 In una ricerca del 1983 Archer e colleghi evidenziarono come i media presentassero con maggior frequenza visi maschile e corpi femminili. Questo finiva per confermare l associazione tra maschi e qualità intellettuali, e donne e qualità fisiche ed emotive. Infatti, le persone ritratte con maggior focus sul volto sono giudicate più intelligenti (fenomeno del face-ism); le donne al contrario tendono ad essere smembrate, rappresentate solo con parti del corpo, in particolare con gli attributi sessuali primari e secondari (fenomeno del body-ism). Lo smembramento del corpo femminile porta a identificare la persona con il proprio corpo, o parti di esso; l oggetto-corpo è ridotto a mero strumento da guardare e valutare nella sua funzione di oggetto sessuale (Bartky, 1990); citando Friedrikson & Roberts (1997) come corpi che esistono a uso e consumo di altri.

16 Video: «the perfect woman»

17 L esposizione ai media che forniscono stereotipi femminili innesca l oggettivazione sessuale del corpo; come riportato nel libro Deumanizzazione scritto dalla prof. Chiara Volpato docente di Psicologia Sociale all Università Bicocca di Milano. Le ricerche mostrano che l esposizione a modelli idealizzati ed irraggiungibili di corpo femminile fa innescare nelle donne: diminuzione dell autostima, disturbi dell umore, sintomi depressivi, disturbi alimentari. Anche la salute fisica risente negativamente della sessualizzazione: le ragazze insoddisfatte del loro corpo tendono, per esempio, a fumare di più. La fascia di età più pericolosa risulta l adolescenza. La mercificazione dell immagine femminile comporta pesanti conseguenze per la vita delle donne, come spiega la teoria dell oggettivazione.

18 TEORIA DELL OGGETTIVAZIONE (Barbara Fredrickson e Tomi-Ann Roberts 1997): oggettivare significa ridurre le donne ad oggetti di consumo, uguali, interscambiabili, privi di individualità; alle donne vengono richiesti pochi atteggiamenti stereotipati, ruoli limitati, corpi e volti identici che servono come strumento per raggiungere un obiettivo di carattere economico oppure per piacere personale.

19 Auto-oggettivazione: quando sono oggettivate, le donne interiorizzano la prospettiva dell osservatore e si considerano oggetti il cui valore dipende dall aspetto fisico. Ed è qui che si innesca l auto-oggettivazione, processo chiave mediante il quale donne e ragazze imparano a pensare a se stesse come ad oggetti del desiderio altrui.

20 L auto-oggettivazione e la sessualizzazione hanno fatto sì che la donna perdesse l autostima e un immagine obiettiva di se stessa.

21 Video: «the real beauty sketches»

22 Arriva un momento in cui le donne smettono di sentirsi sicure di loro stesse. Un momento in cui cominciano a sentirsi inferiori agli uomini. In cui cominciano a credere, e di conseguenza a vivere, negli stereotipi che la società ha creato per loro. Uno spot mostra come le donne siano spesso vittime del loro stesso pregiudizio.

23 Video: «always like a girl»

24 A cura di: Lisa Antonilli Angelica Gana Erica Garritano Federica Rea Eleonora Valentini Giada Ventilii

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