DALLA SCUOLA VERSO UN LAVORO SICURO Corso Le basi della Sicurezza e Igiene sul Lavoro STOP
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- Graziana Zanetti
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1 DALLA SCUOLA VERSO UN LAVORO SICURO Corso Le basi della Sicurezza e Igiene sul Lavoro STOP
2 D. Lgs n. 81 TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO STOP
3 TITOLO I PRINCIPI COMUNI TITOLO II LUOGHI DI LAVORO D.Lgs. 81/08 TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DPI TITOLO IV CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI TITOLO V SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO TITOLO VI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI STOP
4 TITOLO VII ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI TITOLO VIII AGENTI FISICI D.Lgs. 81/08 TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO TITOLO IX SOSTANZE PERICOLOSE TITOLO X ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI TITOLO XI PROTEZIONE DA ATMOSFERE ESPLOSIVE TITOLO XII DISPOSIZIONI IN MATERIA PENALE E DI PROCEURA PENALE STOP
5 D.Lgs. 81/08 TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO TITOLO XIII NORME TRANSITORIE E FINALI ALLEGATI STILI DI VITA MISURE DI PREVENZIONE FUMO ALCOL STUPEFACENTI SOSTANZE PSICOTROPE STOP
6 FINE STOP
7 DALLA SCUOLA VERSO UN LAVORO SICURO Corso Le basi della Sicurezza e Igiene sul Lavoro D.Lgs. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI
8 Disposizioni generali Gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro D.Lgs. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI Definizioni Campo di applicazione Misure generali di tutela Valutazione dei rischi Obblighi del datore lavoro, dirigente, preposto Obblighi dei lavoratori Obblighi dei progettisti Contratti d appalto
9 Servizio di prevenzione e protezione D.Lgs. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI Servizio di Prevenzione e Protezione Compiti del Servizio di Prevenzione e Protezione Svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi Riunione periodica di prevenzione e protezione dei rischi
10 Sorveglianza Sanitaria D.Lgs. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI Sorveglianza sanitaria Titoli e requisiti del medico competente
11 Gestione delle emergenze D.Lgs. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI Disposizioni Generali Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato Primo soccorso e prevenzione incendi
12 Consultazione e Partecipazione dei lavoratori Informazione e Formazione dei lavoratori D.Lgs. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Attribuzioni del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Informazione ai lavoratori Formazione e addestramento dei lavoratori
13 FINETitolo I - D.Lgs. 81/08
14 DEFINIZIONI LAVORATORE Persona che indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge una attività lavorativa nell ambito della organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi familiari. Equiparato a lavoratore: - Socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto - Soggetti beneficiari di iniziative di tirocini formativi e di orientamento promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro.. -Allievo di istituti di istruzione ed universitari e partecipanti a corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l allievo sia effettivamente applicato alla strumentazione o ai laboratori in questione. (non concorrono alla determinazione del numero di lavoratori) - Volontari vigili del fuoco, protezione civile e servizio civile
15 DEFINIZIONI DATORE DI LAVORO (D.d.L.) PRIVATO - Soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore -Soggetto che ha la responsabilità dell impresa o unità produttiva (stabilimento o struttura finalizzata alla produzione di beni o servizi, dotata di autonomia finanziaria e tecnicofunzionale) in quanto titolare dei poteri decisionali e di spesa. PUBBLICO Dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non con qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale.
16 DEFINIZIONI SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI (S.P.P.) Insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all azienda finalizzati all attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori RESPONSABILE SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE (R.S.P.P.) Persona designata dal D.d.L. in possesso di attitudini e capacità adeguate ADDETTO AL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE (A.S.P.P.) Persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (R.L.S.) Persona/e elette o designate per rappresentare i lavoratori in materia di salute e sicurezza durante il lavoro
17 DEFINIZIONI MEDICO COMPETENTE Medico in possesso di : - Specializzazione in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica; - Docenza in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in tossicologia industriale o in igiene industriale o in fisiologia e igiene del lavoro o in clinica del lavoro; - Autorizzazione ex art. 55 D.Lgs. 277/91; - Specializzazione in igiene e medicina preventiva o in medicina legale PREVENZIONE Complesso delle disposizioni o misure necessarie, anche secondo la particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell integrità dell ambiente esterno
18 CAMPO DI APPLICAZIONE IN TUTTI I SETTORI DI ATTIVITA PRIVATI O PUBBLICI E A TUTTE LE TIPOLOGIE DI RISCHIO: TUTELA DELLA SALUTE E PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI DURANTE IL LAVORO SI APPLICA (Esempi) Se vi sono lavoratori dipendenti o ad essi equiparati Industria Artigianato Commercio Ferrovie Ospedali, Case di Cura Istituti di Credito, Assicurazione Studi professionistici Amministrazioni Statali e Locali
19 CAMPO DI APPLICAZIONE IN TUTTI I SETTORI DI ATTIVITA PRIVATI O PUBBLICI E A TUTTE LE TIPOLOGIE DI RISCHIO: TUTELA DELLA SALUTE E PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI DURANTE IL LAVORO SI APPLICA tenendo conto delle particolari esigenze connesse al servizio espletato Forze Armate e di Polizia Dipartimento Vigili del fuoco Soccorso pubblico e difesa civile Servizi di Protezione Civile Strutture giudiziarie, penitenziarie Università Istituti di istruzione di ogni ordine e grado Organizzazioni di volontariato Mezzi di trasporto aerei e marittimi
20 MISURE GENERALI DI TUTELA VALUTAZIONE DEI RISCHI Per attrezzature di lavoro, sostanze, sistemazione ambienti di lavoro, processi produttivi, macchine, impianti
21 MISURE GENERALI DI TUTELA ELIMINAZIONE RIDUZIONE RISCHI ALLA FONTE Riduzione dei rischi alla fonte Sostituzione pericolo con minor pericolo Eliminazione dei rischi o, se non possibile, riduzione al minimo Rispetto principi ergonomici Limitazione al minimo degli esposti al rischio PROGRAMMAZ. DELLA PREVENZIONE Attenuazione lavoro monotono e ripetitivo Priorità protezione collettiva rispetto protezione individuale Limitazione agenti chimici, fisici, biologici
22 MISURE GENERALI DI TUTELA Controllo sanitario dei lavoratori ORGANIZZAZIONE GESTIONE Allontanamento per motivi sanitari Misure di emergenza Segnali di avvertimento e sicurezza Manutenzione di ambienti, attrezzature, macchine, impianti, dispositivi di sicurezza Informazione, formazione, consultazione, partecipazione, istruzioni adeguate ai lavoratori
23 LAVORO RISCHIO CONCETTI GENERALI - DEFINIZIONI PERICOLO Potenziale fonte di danno Fonte di possibili lesioni o danni alla salute (UNI EN ) Combinazione di Probabilità e gravità di possibili lesioni o Danni alla salute in situazioni pericolose (UNI EN ) NESSUN EVENTO EVENTO SFAVOREVOLE NESSUN DANNO DANNO
24 P = PROBABILITA di ACCADIMENTO La definizione della probabilità di accadimento (P) fa riferimento principalmente all esistenza di una correlazione più o meno diretta tra la carenza riscontrata e la possibilità che si verifichi l evento indesiderato, tenuto conto della frequenza e della durata delle operazioni/lavorazioni che comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. P Livello Definizione / Criteri 3 Molto probabile - Esiste una correlazione diretta tra mancanza rilevata e verificarsi del danno ipotizzato - Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata nella stessa azienda o in aziende simili - Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe stupore 2 Probabile -La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico e diretto - E noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno - Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe sorpresa 1 Poco probabile - La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate - Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi o addirittura nessun episodio
25 D = DANNO (GRANDEZZA DEL DANNO CHE L EVENTO PUÒ CAUSARE) La definizione della scala di gravità del Danno (D) fa riferimento principalmente alla reversibilità o meno del danno D Livello Definizione / Criteri 3 Grave - Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità totale o letale. - Esposizione cronica con effetti totalmente o parzialmente irreversibili e invalidanti. 2 Medio - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile. - Esposizione cronica con effetti reversibili. 1 Lieve - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile. L incidente -con Esposizione rischio cronica di conseguenze effetti rapidamente mortali, reversibili. anche se improbabile, va considerato come priorità nella programmazione delle misure di prevenzione. N.B.: Ai fini della predisposizione delle misure di sicurezza deve essere preso in considerazione il danno più grave che può essere associato al rischio in esame; anche se il dato aziendale mostra un basso numero di incidenti di quel tipo, di per sé tale dato non autorizza ad adottare misure di sicurezza meno restrittive.
26 VALUTAZIONE DEI RISCHI: R = PxD Definiti Probabilità (P) e gravità (D) del Danno, il rischio R viene calcolato con la formula R = PxD e si può rappresentare in una matrice, avente in ascisse la gravità ed in ordinate la probabilità attesa del suo verificarsi P D Tale rappresentazione è il punto di partenza per la definizione delle priorità degli interventi di prevenzione e protezione da adottare. La valutazione numerica e cromatica del livello di rischio permette di identificare la priorità degli interventi da effettuare R 6 = Azioni correttive immediate 3 R 4 = Azioni correttive da programmare con urgenza 1 R 2 = Azioni correttive / migliorative da programmare nel breve-medio termine
27 FATTORI CHE CARATTERIZZANO IL RISCHIO ATTREZZATURE MACCHINE IMPIANTI UOMO RISCHIO AMBIENTE
28 FATTORI DI RISCHIO OCCUPAZIONALE
29 RISCHIO INFORTUNI IMPIGLIAMENTO INTRAPPOLAMENTO SCHIACCIAMENTO TRASCINAMENTO PROIEZIONE MECCANICO CESOIAMENTO ATTORCIGLIAMENTO CONTATTO - TAGLIO URTO PERFORAZIONE ATTRITO - ABRASIONE
30 RISCHIO INFORTUNI ELETTROCUZIONE CONTATTO DIRETTO CONTATTO INDIRETTO
31 RISCHIO CHIMICO
32 RISCHIO CHIMICO Rischio dovuto a sostanze inquinanti che interagiscono con l organismo umano e che possono provocare patologie acute, croniche e irreversibili GAS VAPORI Saldatura: Ossidi di Carbonio,Ossidi di Azoto Uso di solventi: Laboratorio di chimica, Vernici POLVERI Argilla, Legno AEROSOL FIBRE NEBBIE FUMI Minerali (Amianto) Lavorazioni con impiego di olii, Fitofarmaci Saldatura, Stampaggio a caldo plastica
33 RISCHIO FISICO MACCHINE RUMORE IMPIANTI
34 RISCHIO FISICO MICROCLIMA TEMPERATURA, UMIDITA, VENTILAZIONE
35 RISCHIO FISICO ABBAGLIAMENTO ILLUMINAZIONE LUCE SCARSA
36 RISCHIO FISICO RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI LASER, SALDATURA AD ARCO CAMPI ELETTROMAGNETICI MICROONDE VIBRAZIONI UTENSILI AD ARIA COMPRESSA
37 RISCHIO FISICO VIDEOTERMINALI DISTURBI MUSCOLO- SCHELETRICI DISTURBI OCULO-VISIVI
38 RISCHIO DA MMC MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI CERVICALGIE, LOMBALGIE, DISCOPATIE, SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
39 RISCHIO BIOLOGICO LAVORAZIONI CON OLII BATTERI FUNGHI MUFFE VIRUS PARASSITI PRODOTTI ANIMALI PROVENIENZA UMANA LAVORAZIONI ALIMENTARI PRODOTTI ANIMALI LAVORAZIONI AGRICOLE PRODOTTI ANIMALI PROVENIENZA UMANA LAVORAZIONI CON ANIMALI PROVENIENZA UMANA
40 RISCHIO DA STRESS LAVORO CORRELATO ANSIA RESPONSABILITA RITMI ECCESSIVI MONOTONIA RIPETITIVITA TURNI DI LAVORO PRESSIONE INGIUSTIFICATA DEI SUPERIORI MANSIONI SUPERIORI LAVORO A COTTIMO CATENA DI MONTAGGIO LAVORO NOTTURNO MOBBING
41 RAPPORTO RISCHIO - DANNO CAUSA Rischio EFFETTO Danno CHIMICO FISICO BIOLOGICO INFORTUNI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI INFORTUNIO MALATTIA PROFESSIONALE MALATTIA ASPECIFICA
42 DANNO Lesione fisica o alterazione dello stato di salute INFORTUNIO Incidente determinato da una causa violenta in occasione di lavoro dal quale derivi la morte o una invalidità permanente o una inabilità temporanea
43 MALATTIA PROFESSIONALE Malattia causata da attività lavorativa dalla quale derivi la morte o l invalidità permanente o l inabilità temporanea Es: Asbestosi Per provocare una malattia professionale i fattori di rischio devono essere presenti nell ambiente in determinate quantità MALATTIA ASPECIFICA Saturnismo Ipoacusia Insieme di malattie fisiche o psichiche non direttamente collegabili ad una causa determinata, ma riconducibili almeno in parte ad uno o più fattori presenti nell ambiente di lavoro Es: Stanchezza Insonnia
44 PREVENZIONE Insieme di azioni che hanno lo scopo di mantenere lo stato di salute, inteso come benessere psico-fisico dell uomo PREVENZIONE PRIMARIA PREVENZIONE SECONDARIA
45 PREVENZIONE PRIMARIA Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) Eliminazione sostanza nociva Interventi alla sorgente Modifica processo produttivo Modifica impianto Modifica organizz. del lavoro Manutenzione Pulizia Controllo ritmi produttivi
46 PREVENZIONE PRIMARIA Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) Aspirazione localizzata Interventi sulla propagazione Ventilazione generale Modifica organizz. lavoro Spazio Lay-out
47 PREVENZIONE PRIMARIA Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) Dispositivi di protezione individuale Interventi sull uomo Chiusura in cabina Modifica organizz. lavoro Riduzione tempo di esposizione Informazione
48 PREVENZIONE SECONDARIA Ricerca di alterazioni precliniche negli organi, prima che si manifesti la malattia SORVEGLIANZA SANITARIA per gli esposti a fattori di rischio professionali Accertamenti Sanitari Preventivi: prima dell assunzione per il rilascio dell idoneità Accertamenti Sanitari Periodici: per la verifica e il controllo dello stato di salute
49 CACCIA AI RISCHI
50
51 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO OBBLIGHI NON DELEGABILI Elabora, custodisce e aggiorna il Documento contenente: - Valutazione dei rischi - Misure di prevenzione - Programma di attuazione R.L.S. (consultazione) R.S.P.P.+ Med. Comp. Responsabilità di valutazione e attuazione continuativa Designa Responsabile S.P.P. (anche esterno)
52 PRINCIPALI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO e DIRIGENTE Nomina, nei casi previsti, il Medico Competente Designa le squadre di emergenza (pronto soccorso, antincendio) Designa, se dovuti, gli Addetti del Servizio Prevenzione e Protezione Adempie agli obblighi di informazione - formazione - addestramento Fornisce i Dispositivi di Protezione Individuale DPI
53 PRINCIPALI OBBLIGHI DEL PREPOSTO Sovrintende e vigila sull osservanza da parte dei lavoratori degli obblighi di legge e disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza e di uso dei DPI Segnala tempestivamente al D.d.L. o al dirigente le deficienze dei: mezzi e attrezzature di lavoro, DPI e ogni altra condizione di pericolo Frequenta appositi corsi di formazione
54 OBBLIGHI DEI LAVORATORI I LAVORATORI Devono prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro (azioni - omissioni) Osservano le disposizioni e le istruzioni impartite da D.d.L., dirigenti, preposti Utilizzano correttamente attrezzature di lavoro, le sostanze e preparati pericolosi, i mezzi di trasposto, i dispositivi di sicurezza Segnalano immediatamente al D.d.L., dirigenti, preposti le deficienze di macchine, impianti, dispositivi Non manomettono dispositivi di sicurezza, segnalazione, ecc. Non compiono di propria iniziativa operazioni non di loro competenza Si sottopongono ai controlli sanitari previsti Contribuiscono all adempimento degli obblighi imposti dall autorità competente
55 OBBLIGHI DI PROGETTISTI, FABBRICANTI, FORNITORI, INSTALLATORI PROGETTIST I Rispettano i principi generali di prevenzione in materia di salute e sicurezza Scelgono attrezzature, componenti e e dispositivi di protezione rispondenti alle disposizioni legislative e regolamentari in materia FABBRICANTI FORNITORI Sono vietati la fabbricazione, la vendita, il noleggio, la concessione in uso, di attrezzature di lavoro, dispositivi di protezione individuali ed impianti non rispondenti alla legislazione vigente. In caso di locazione finanziaria i beni devono essere accompagnati da attestazione di conformità. INSTALLATORI MONTATORI Installano e montano impianti, attrezzature di lavoro o altri mezzi tecnici secondo le norme salute e sicurezza sul lavoro e secondo le istruzioni dei rispettivi fabbricanti
56 CONTRATTO DI APPALTO E CONTRATTO D OPERA DATORE DI LAVORO VERIFICA IDONEITA TECNICO PROFESSIONALE FORNISCE INFORMAZIONI SUI RISCHI SPECIFICI COOPERA ALL ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE COORDINA E PROMUOVE LA COOPERAZIONE E IL COORDINAMENTO DEGLI INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (RISCHI DI INTERFERENZA) ELABORA IL DOCUMENTO UNICO VALUTAZIONE RISCHI INTERFERENZE (DUVRI) IMPRESE APPALTATRICI LAVORATORI AUTONOMI L obbligo di coordinamento non si estende ai rischi specifici propri dell attività delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi
57 SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DATORE DI LAVORO ISTITUISCE IL S.P.P. Designa il responsabile e una o più persone Il S.P.P. può essere in tutto o in parte esterno all azienda. Sempre interno se: - ind. a rischio rilevante - ind. estrattive con > 50 dip - ind. con > 200 dipendenti - strutture ricovero e cura > 50 dip - centrali termoelettriche - impianti radioprotezione - fabbricazione esplosivi - Numero sufficiente - Capacità adeguate - Mezzi e tempo adeguati Organizza S.P.P. Fornisce al S.P.P. tutte le informazioni necessarie
58 SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE E strumento del Datore di Lavoro COMPITI - Individua e valuta i rischi - Elabora misure preventive e protettive - Elabora procedure di sicurezza - Progetta informazione e formazione - Fornisce informazioni ai lavoratori Riceve le informazioni necessarie dal D.d.L. e su queste è tenuto al segreto industriale
59 SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DATORE DI LAVORO Az. artigiane e industriali fino a 30 add. az. agricole e zootecniche fino a 10 add. az. pesca fino a 20 add. altre fino a 200 add. Escluse aziende con rischi particolari e strutture di ricovero e cura SVOLGIMENTO DIRETTO DEI COMPITI DEL S.P.P. Anche con supporto esterno Deve frequentare specifici corsi di formazione e aggiornamento periodico
60 SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE RIUNIONE PERIODICA Partecipanti: - D.d.L. - Medico Competente - R.S.P.P. - R.L.S. Periodicità: Ordinaria: minimo annuale Straordinaria: - variazioni significative - su richiesta del R.L.S. Esamina: - Documento valutazione rischi - Andamento infortuni, malattie professionali, sorveglianza sanitaria - Criteri per la scelta e efficacia Dispositivi Protezione Individuale - Programmi di informazione e formazione Nel corso della riunione possono essere individuati codici di comportamento e obiettivi di miglioramento della sicurezza.
61 SORVEGLIANZA SANITARIA E EFFETTUATA DAL: MEDICO COMPETENTE interno, esterno, pubblico, privato COMPRENDE: ACCERTAMENTI PREVENTIVI ACCERTAMENTI PERIODICI VALUTAZIONE IDONEITA ALLA MANSIONE SPECIFICA Collabora con D.d.L. e S.P.P. per misure di tutela Accertamenti sanitari preventivi e periodici Visite mediche richieste dal lavoratore Visite mediche per cambio mansione Giudizi di idoneità alla mansione specifica Cartella sanitaria e di rischio per ogni lavoratore Visita ambienti almeno 1 volta all anno con R.S.P.P. Informazioni ai lavoratori e a R.L.S Comunica i risultati collettivi anonimi nella riunione periodica Collabora con D.d.L. a organizzare il Pronto Soccorso Collabora all attività di informazione e formazione
62 EMERGENZE - DISPOSIZIONI GENERALI DATORE DI LAVORO Organizza i rapporti con l esterno (VV.FF., Ospedali, ecc.) per le emergenze Designa i lavoratori addetti alle squadre di emergenza Prende provvedimenti e programma gli interventi Informa i lavoratori sulle misure prese e i comportamenti da tenere Osserva i diritti dei lavoratori DECRETI MINISTERIALI D.M. 10/03/1998 Linee guida per la PREVENZIONE INCENDI e per le emergenze secondo il tipo di attività D.M. 388/2003 Disposizioni sul PRONTO SOCCORSO aziendale
63 LAVORATORE DIRITTI DEI LAVORATORI IN CASO DI PERICOLO GRAVE E IMMEDIATO Si allontana dal posto di lavoro o dalla zona pericolosa Non può subire pregiudizio alcuno e deve essere protetto da qualsiasi conseguenza dannosa Nell impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, prende misure per evitare le conseguenze di tale pericolo Non può subire pregiudizio per tale azione a meno che non abbia commesso una grave negligenza
64 PRIMO SOCCORSO E PREVENZIONE INCENDI PRIMO SOCCORSO Predispone il piano di primo soccorso Organizza la squadra di primo soccorso Designa e forma i lavoratori addetti alla squadra Adotta cassette di Primo Soccorso o Pacchetti di Medicazione secondo la natura dei rischi e ne garantisce il controllo periodico PREVENZIONE INCENDI Predispone il piano di Emergenza (ove previsto) Effettua le esercitazioni di evacuazione (ove previsto) Organizza la squadra di prevenzione incendi ed evacuazione Designa e forma i lavoratori addetti alla squadra Organizza i controlli periodici dei presidi antincendio
65 CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (R.L.S.) ELETTO - oltre i 15 dipendenti dai lavoratori tra le R.S.U. - fino a 15 dipendenti tra i lavoratori o tra più aziende (ambito territoriale / comparto) NUMERO MINIMO 1 fino a 200 dipendenti 3 da 201 a 1000 dipendenti 6 oltre i 1000 dipendenti
66 Ha libero accesso ai luoghi di lavoro Viene adeguatamente formato Partecipa alle riunioni periodiche ATTRIBUZIONI DEL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (R.L.S.) Opera E consultato -Sulla valutazione e prevenzione dei rischi -Nella designazione degli addetti al S.P.P., antincendio, evacuazione, pronto soccorso, Medico Competente Riceve - Valutazione dei rischi e documentazione su prevenzione rischi, su sostanze, organizzazione, ambiente lavoro, ecc. - Informazioni dall Organo di Vigilanza - Promuove individuazione e attuazione delle misure di prevenzione - Fa osservazioni all Organo di Vigilanza in visita - Fa proposte sull attività di prevenzione - Segnala al R.S.P.P. i rischi individuati - Ricorre all Organo di Vigilanza in caso di necessità
67 FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO DEI LAVORATORI IL D.d.L. DEVE ADDESTRARE CIASCUN LAVORATORE - All assunzione - Al cambio mansione - Al cambio di attrezzature, tecnologie, sostanze - Se necessari, all uso di DPI di 3.a categoria e dei dispositivi di protezione dell udito L addestramento deve essere fatto da persona esperta sul luogo di lavoro
68 SOGGETTI 81/08 LEGGI DURATA Datore di Lavoro autonominato RSPP Responsabile Servizio Prevenzione Protezione RSPP - non DDL D.Lgs. 81/08 Art. 34 (D M.Lavoro-Sanità) D. Lgs. 195/2003 Accordo Stato - Regioni ore (c.2) aggiornamenti (c.3) Mod. A 24 Mod.B da 12 a 68 Mod.C 24 aggiornamenti Addetto SPP D.Lgs. 195/2003 Come sopra no C Rappresentante Lavoratori Sicurezza RLS (RLST) D.Lgs. 81/08 Art. 37 e ore aggiornamento Dirigenti D.Lgs. 81/08 Art. 15 SECONDO VAL. AZIENDA Preposti D.Lgs. 81/08 Art. 37 com 7 DA DEFINIRE aggiornamenti Addetti Prevenzione Incendi (rischio elevato-mediobasso) D.Lgs. 81/08 Art. 46 D.M Min. Interno ore
69 DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso L ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro D.Lgs. 81/08 TITOLO III CAPO I USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E RISCHIO ELETTRICO
70 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO DEFINIZIONI ATTREZZATURA DI LAVORO Qualsiasi macchina, apparecchio, utensile od impianto destinato ad essere usato durante il lavoro Le attrezzature devono essere conformi alle normative di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto (CE) Le attrezzature costruite in assenza del recepimento di direttive comunitarie devono essere conformi ai requisiti generali di sicurezza elencati nell allegato V
71 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Mette a disposizione attrezzature adeguate al lavoro e idonee ai fini sicurezza e salute Attua misure tecniche e organizzative per ridurre al minimo i rischi connessi al loro uso Le sceglie in base al lavoro, tenendo conto sia dei rischi derivanti da: uso, ambiente d utilizzo e interferenze con altre attrezzature
72 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Definisce idonee regole per la circolazione delle attrezzature di lavoro mobili tenendo conto della sicurezza sia dei conducenti sia dei pedoni Provvede affinché le attrezzature destinate al sollevamento dei carichi siano utilizzate seguendo precisi criteri di sicurezza
73 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Prende misure perché tutte le attrezzature siano installate ed utilizzate correttamente e fatte oggetto di una idonea manutenzione Provvede affinché le attrezzature di cui all allegato VII ( es. scale aeree, funi e catene, generatori di calore ecc.) siano sottoposte a verifica sia ad ogni installazione che successivamente a cadenza periodica Provvede all aggiornamento ai requisiti minimi di sicurezza delle attrezzature sulla base di provvedimenti regolamentari eventualmente adottati
74 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Mette a disposizione dei lavoratori le informazioni e le istruzioni d uso sulla sicurezza (in forma loro comprensibile) Assicura ai lavoratori incaricati una formazione adeguata e specifica sull uso corretto e sicuro
75 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO OBBLIGHI DEI LAVORATORI Si sottopongono ai programmi di formazione e addestramento Le utilizzano secondo le informazioni e l addestramento ricevuti Hanno cura delle attrezzature, non vi apportano modifiche e segnalano immediatamente difetti o inconvenienti
76 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO SCALE A PORTATILI A PIOLI UTILIZZARE SOLO QUANDO l uso di altre attrezzature più sicure non si giustifica a causa di: - limitato livello di rischio e breve durata lavori - caratteristiche esistenti dei siti (non modificabili) - Adeguate caratteristiche tecniche (UNI EN 131) - Idonee dimensioni (altezza sup. al min. indispensabile)
77 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO SCALE A PORTATILI A PIOLI DEVONO ESISTERE PROCEDURE PER L USO PER ASSICURARE LA STABILITÀ DURANTE L IMPIEGO: a) Posate su supporto stabile, resistente, adeguatamente dimensionato e immobile, in modo da assicurare pioli orizzontali b) Agganciate per evitare movimenti e oscillazioni c) Precauzioni per evitare scivolamento dei piedi Piede snodabile con denti in gomma zigrinata
78 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO SCALE DOPPIE Appoggio e presa sicuri per il lavoratore Dispositivi contro l apertura
79 Sporgere oltre livello d accesso (presa sicura) a) Dispositivi di fermo dei vari elementi (sfilo) USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO SCALE A PIOLI PER L ACCESSO AD ALTRI PIANI b) Fissare stabilmente prima dell accesso al piano Il trasporto a mano di pesi su una scala a pioli non deve precludere la presa sicura per l operatore
80 RISCHIO ELETTRICO
81 CONTATTO DIRETTO RISCHIO ELETTRICO Contatto con una parte normalmente in tensione VITE DI UN MORSETTO ATTACCO DI UNA LAMPADA O DI UN FUSIBILE ALVEOLO DI UNA PRESA PARTE CONDUTTTRICE DI UN CAVO ELETTRICO ECC.
82 CONTATTO INDIRETTO RISCHIO ELETTRICO Contatto con una massa o una parte conduttrice a seguito di un guasto all isolamento INVOLUCRO MOTORE ELETTRICO INVOLUCRO APPARECCHIATURA ELETTRICA PARTE METALLICA DI UNA STRUTTURA ELETTRIFICATA ECC.
83 SONO LAVORI ELETTRICI ESEGUIRE MISURE E VERIFICHE SU IMPIANTI ELETTRICI ESEGUIRE ATTIVITA SU BANCO PROVE E MISURE
84 SONO LAVORI ELETTRICI ESEGUIRE VERIFICHE A DISTANZA SU IMPIANTI ELETTRICI ESEGUIRE INSTALLAZIONI, CABLAGGI E ALLACCIAMENTI DI IMPIANTI
85 Chi può eseguire lavori elettrici? PERSONA ESPERTA (PES) = Persona formata in possesso di specifica istruzione ed esperienza tali da consentirle di evitare i pericoli che l elettricità può creare PERSONA AVVERTITA (PAV) = Persona formata, adeguatamente istruita in relazione alle circostanze contingenti, da persone Esperte, per metterla in grado di evitare i pericoli che l elettricità può creare PERSONA IDONEA (PEI) = Persona a cui sono riconosciute le capacità tecniche e comportamentali adeguate ad eseguire specifici lavori sotto tensione. PES o PAV + riconoscimento da parte del Datore di Lavoro IL DATORE DI LAVORO DEVE ATTRIBUIRE AI SUOI DIPENDENTI (per iscritto) LE CONDIZIONI DI PES - PAV - PEI PERSONA COMUNE (PEC) = Persona non esperta e non avvertita nel campo delle attività elettriche
86 PROCEDURE ESERCIZIO NORMALE Manovre di esercizio: modificare lo stato dell impianto per avviare- collegare apparecchi progettati per essere utilizzati senza rischio (per quanto tecnicamente possibile) Manovre per lavori: messa fuori servizio o in servizio per lavori sugli impianti Manovre di emergenza su impianti di distribuzione elettrica al pubblico Misure Prove Ispezioni Eseguite anche da PEC Eseguite solo da PES o PAV Eseguite anche da PEC sotto la sorveglianza e controllo di PES o PAV Eseguite solo da PES
87 RISCHIO ELETTRICO
88 NO RISCHIO ELETTRICO
89 RISCHIO ELETTRICO
90 RISCHIO ELETTRICO
91 FINE Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08
92 DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso L ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro D.Lgs. 81/08 TITOLO III - CAPO II USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
93 D.P.I. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI D.P.I. è qualunque attrezzatura debba essere indossata per proteggere da un rischio I D.P.I. devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti con altri mezzi Gli indumenti e le uniformi di lavoro, a meno che non proteggano da qualche rischio, non sono DPI
94 D.Lgs. 475/92 - TUTTI I DPI DEVONO ESSERE DOTATI DI MARCATURA CE E ACCOMPAGNATI DA UNA NOTA INFORMATIVA CE I D.P.I. devono essere: adeguati al rischio da prevenire adeguati alle condizioni del luogo di lavoro ergonomici adattabili all'utilizzatore In caso di rischi multipli che richiedono l uso simultaneo di più D.P.I., questi devono essere compatibili tra loro e mantenere la necessaria efficacia
95 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Valutare i rischi non eliminabili con altri mezzi Individuare le caratteristiche dei D.P.I. necessari Individuare le condizioni di utilizzo Fornire a tutti i lavoratori i necessari D.P.I. Assicurarne efficienza, igiene e sostituzione Fornire adeguate istruzioni per l uso corretto Informare e formare i lavoratori Addestramento, almeno per i D.P.I. salvavita e di protezione dell'udito Richiedere ai lavoratori l uso dei D.P.I.
96 CRITERI DI INDIVIDUAZIONE E USO DEI D.P.I. Allegato VIII UNI EN 458 UNI UNI EN 169 UNI EN 170 UNI EN 171 UNI 9609 = protezione dell udito = protezione delle vie respiratorie = protezione occhi con filtri per saldatura = protezione occhi con filtri per radiazioni UV = protezione occhi con filtri per radiazioni infrarosse = indumenti protettivi da agenti chimici
97 OBBLIGHI DEI LAVORATORI Sottoporsi ai programmi di formazione e addestramento sull uso corretto dei D.P.I. Utilizzarli correttamente Averne cura e non modificarli Segnalare immediatamente qualsiasi difetto o inconveniente
98 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE di 3 A CATEGORIA (salvavita) Dispositivi di protezione individuale di progettazione complessa destinati a proteggere da rischi di morte o di lesione grave o a carattere permanente RIENTRANO IN 3 a CATEGORIA ANCHE GLI APPARECCHI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE Marcatura CE XXX 9913 CE 0086 EN 149 FFP3
99 ELENCO D.P.I. di 3 A CATEGORIA Protezione delle vie respiratorie contro aerosol solidi, liquidi o contro i gas; Protezioni isolanti, comprese quelle per immersione subacquea; DPI contro le aggressioni chimiche e le radiazioni ionizzanti; DPI per attività in ambienti con temperatura d'aria > 100 C oppure < -50 C; DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall'alto; DPI destinati per attività che espongano a tensioni elettriche pericolose;
100 INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO ALL USO DEI D.P.I. di 3 A CATEGORIA D.Lgs. 81/08 INFORMAZIONE FORMAZIONE TEORICA ADDESTRAMENTO NORMA UNI FORMAZIONE TEORICA Contenuti Durata 8-20 h (autorespiratori) Aggiornamenti 1-2 all anno ADDESTRAMENTO FORMATORE Competente, formato e segue aggiornamenti
101 D.P.I. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI Protezione del capo Protezione degli occhi Protezione dell udito Protezione delle vie respiratorie Protezione dei piedi Protezione delle mani
102 FINE Titolo III Capo II D.Lgs. 81/08
103 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
104 RESPIRATORI A FILTRO Respiratori a filtro non assistiti Dipendenti dall atmosfera ambiente Contro polveri Contro gas e vapori Combinati: contro gas, vapori e polveri Respiratori a filtro a ventilazione assistita o forzata Indipendenti dall atmosfera ambiente
105 RESPIRATORI A FILTRO CONDIZIONI DI UTILIZZO NON devono essere utilizzati nelle seguenti condizioni: Percentuale di Ossigeno in aria < al 17% Concentrazione alta dei contaminanti (maggiore dei limiti di utilizzo dei respiratori a filtro) Presenza di gas/vapori con scarse proprietà di avvertimento (sostanza inodore o soglia olfattiva maggiore del limite di soglia) Non nota la natura e/o concentrazione dei contaminanti
106 RESPIRATORI ISOLANTI Indipendenti dall atmosfera ambiente
107 ESEMPI DI MARCATURA DEL RESPIRATORE O FILTRO FFP3 P3
108 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELL UDITO
109 Danni da rumore Superamento della soglia del dolore, trauma acustico Aggravamento dei disturbi precedenti e danni uditivi cronici Fastidio, irritabilità, cefalea, affaticamento, calo concentrazione Livello rumore (dba) Conversazione difficoltosa, difficoltà nei lavori di precisione e in lavori intellettuali Fastidio nel sonno Nessuno 0-35
110 CLASSIFICAZIONE DEI PROTETTORI AURICOLARI Cuffie Archetti Inserti auricolari Preformati riutilizzabili Malleabili/ Espandibili monouso Personalizzati
111 SCELTA DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELL UDITO CARATTERISTICHE DEL RUMORE Tipo e livello Temperatura e umidità FATTORI AMBIENTALI Segnali di avvertimento Presenza di polvere FATTORI ORGANIZZATIVI FATTORI INDIVIDUALI Lavoro fisico Durata di utilizzo Giudizio su comfort Praticità, taglia adeguata Individuazione dei protettori per l udito idonei Patologie dell orecchio
112 GUIDA ALLA SCELTA DEL PROTETTORE AURICOLARE Tipo di lavoro/ ambiente di lavoro Ambienti con alta T e umidità - Lavoro fisico Ambienti polverosi Dispositivo migliore Dispositivo sconsigliato Esposizione ripetuta a rumori di breve durata Esposizione continua a rumori dannosi Contemporaneità con altri dispositivi di protezione
113 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE MANI
114 SCELTA DEI GUANTI DI PROTEZIONE FATTORI DI RISCHIO Sostanze chimiche Spruzzi incandescenti Scivolamento della presa Materiali taglienti, abrasivi Microrganismi Elettricità Caldo/freddo FATTORI ORGANIZZATIVI Sensibilità tattile, destrezza Variabilità del lavoro Durata di utilizzo Morbidezza, traspirabilità, cuciture ALTRI FATTORI Sostanze allergizzanti, irritanti Individuazione dei guanti idonei Disponibilità taglie
115 FATTORI DI RISCHIO I pittogrammi indicano da quali rischi i guanti proteggono RISCHI MECCANICI TAGLIO DA LAMA RISCHI CHIMICI E MICROBIOLOGICI CALORE E FUOCO FREDDO ELETTRICITA STATICA
116 GUANTI PER I RISCHI MECCANICI fabbricante XXX YYY T 10 taglia modello pittogramma per il rischio meccanico abcd CE marcatura di conformità resistenza all abrasione (0-4) resistenza alla perforazione (0-4) resistenza al taglio (0-5) resistenza allo strappo (0-4)
117 GUANTI PER I RISCHI MECCANICI - esempi Fibra Kevlar. Resistenza al taglio e calore per contatto Ricoperto in poliuretano. Resistenza al taglio e abrasione Tessuto jersey impregnato in NBR (Nitrile-Buthadiene- Rubber). Protezione dall olio e grasso Nitrile
118 GUANTI PER I RISCHI CHIMICI E MICRORGANISMI Es: consultazione della tabella delle resistenze chimiche di un catalogo Tipo sostanza Tipo guanto Giudizio Lattice naturale Neoprene Sconsigliato Medio Solvente (toluene) Nitrile Buono PVC Fluoroelastomero Medio Eccellente
119 GUANTI PER LA PROTEZIONE TERMICA Livelli di prestazione Resistenza all infiammabilità Resistenza al calore da contatto Resistenza al calore convettivo Resistenza al calore radiante Resistenza a piccoli spruzzi di metallo fuso XX4X Resistenza a grandi proiezioni di metallo fuso
120 GUANTI PER LAVORI SOTTO TENSIONE CEI EN CEI 11-3: Specifica per guanti e muffole di materiale isolante per lavori sotto per tensione
121 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DEGLI OCCHI
122 TIPOLOGIE DI RISCHI MECCANICI Lancio di detriti; collisione con oggetti statici; scivolamento; presenza di pulviscolo o particelle fini; abrasione; ustione da liquidi bollenti o solidi fusi ELETTRICI Contatto con parti in tensione o esposizione ad archi elettrici da cortocircuito RADIAZIONI Radiazioni infrarosse; abbagliamento; radiazioni ultraviolette; laser CHIMICI Penetrazione di polveri molto fini, aerosol, liquidi, fumi, vapori e gas, agenti/virus biologici
123 MARCATURA DEL D.P.I. Montatura Identificazione del fabbricante I EN 166 CE 3 F *Resistenza meccanica Norma di riferimento Marcatura di conformità Campo di utilizzo * Dove applicabile
124 MARCATURA DEL D.P.I. Oculari Tipo di filtro: da 2 a 6 Grado di protezione da luce solare Identificazione del fabbricante 3 2,5 I 1 S 9 N K Classe ottica: da 1 a 3 Resistenza meccanica Resistenza all appannamento Campo di utilizzo Resistenza all abrasione
125 SCELTA DELLA PROTEZIONE APPROPRIATA Temperatura ambiente AMBIENTE DI LAVORO TEMPO DI UTILIZZO Sbalzi di Temperatura Corretta visione dei colori Presenza di elementi abrasivi Presenza di solventi o corrosivi Peso Aerazione Qualità ottica Campo visivo LAVORATORE Dimensioni e peso Compatibilità con altri D.P.I. Correzione ottica
126 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DEI PIEDI
127 TIPOLOGIE DI RISCHI MECCANICI Caduta di oggetti; perforazione della suola; scivolamento; abrasioni; vibrazioni; urti al malleolo e caviglia; urti o schiacciamento del metatarso ELETTRICI Accumulo di cariche elettrostatiche; contatto con parti in tensione TERMICI Calore per contatto; calore radiante; fuoco/fiamme; freddo/intemperie; proiezione di materiali incandescente CHIMICI Penetrazione di polveri o prodotti nocivi; gocciolamento di prodotti chimici aggressivi; contaminazione chimica batteriologica
128 CATEGORIE Calzature da Lavoro (EN 347 CategoriaO) Calzature Protettive (EN 346 Categoria P) Calzature di Sicurezza (EN 345 Categoria S) Assicurano Comfort e solidità definite da norma europea Assicurano Comfort e solidità definite da norma europea. Sono dotate di puntale protettivo per le dita in caso di urti pari a 100J e di schiacciamento sotto un carico massimo di 1000daN Assicurano Comfort e solidità definite da norma europea. Sono dotate di puntale protettivo per le dita in caso di urti pari a 200J e di schiacciamento sotto un carico massimo di 1500daN
129 CLASSIFICAZIONE Codice Denominazione Classificazione Scarpe in pelle o altri materiali, I con eccezione della gomma pura o delle scarpe completamente in polimero Scarpe completamente in gomma II o scarpe in polimero (scarpe
130 SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE DELLE SCARPE Categorie S P O Requisiti essenziali Requisiti integrativi SB PB I o II Dotazione di base S1 P1 O1 I S2 P2 O2 I S3 P3 O3 I S4 P4 O4 II S5 P5 O5 II Area tallone chiusa. Antistatica. Assorbimento energia area tallone. Resistenza suola agli oli. Come S1, P1, O1, + materiale tomaia resistente alla penetrazione all acqua. Come S2, P2, O2, + resistenza penetrazione suola a lamina d acciaio. Antistatica. Assorbimento energia area tallone. Resistenza suola e tomaia agli oli. Come S4, P4, O4, + resistenza penetrazione suola con lamina d acciaio.
131 REQUISITI AGGIUNTIVI SIMBOLO REQUISITO/CARATTERISTICHE PRESTAZIONE P Resistenza alla perforazione della suola 1000 N E Assorbimento energia in zona tallone 20 J A Calzatura antistatica Tra 0,1 e 1000 M C Calzatura conduttiva < 0,1 M WRU Penetrazione e assorbimento di acqua della tomaia 60 min. CI Isolamento dal freddo Prova a 20 C HI Isolamento dal caldo Prova a 150 C HRO Resistenza al calore per contatto Prova a 300 C ORO Resistenza agli idrocarburi Aumento vol. 12%
132 ESEMPIO DI TIMBRATURA DI CALZATURE Fabbricante XXX YYY T 44 Taglia Articolo Norma di riferimento abcd EN CE Marcatura di conformità Categoria S3 Mese ed anno di fabbricazione
133 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DEL CAPO ELMETTI
134 TIPOLOGIE DI RISCHI MECCANICI Cadute di oggetti, urti, impigliamento dei capelli, ecc. ELETTRICI Contatto diretto con parti in tensione, cariche elettrostatiche TERMICI CHIMICI Caldo/freddo, proiezione di materiali in fusione, fiamme, ecc. Gocciolamenti, spruzzi, ecc. di prodotti chimici
135 CLASSIFICAZIONE Casco antiurto per l industria ( EN 812 ) Elmetto di protezione per l industria ( EN 397 ) Destinato a proteggere dagli effetti di un urto della testa contro un oggetto duro e immobile, tale da causare lacerazione o altre ferite superficiali Destinati a proteggere dal rischio di lesione per effetto di: caduta di gravi, cadute accidentali, contatto con elementi taglienti, contatto con parti calde o fredde, folgorazione e schiacciamento per intrappolamento
136 REQUISITI OBBLIGATORI Assorbimento degli urti Resistenza alla penetrazione Resistenza alla fiamma Rottura del sottogola Etichetta
137 REQUISITI FACOLTATIVI Temperatura molto bassa Temperatura molto alta Proprietà elettriche Deformazione laterale Spruzzi di metallo fuso
138 GUIDA ALLA SCELTA Caratteristiche generali Comfort Leggerezza Predisposizione altri D.P.I. Scelta nei colori
139 ETICHETTA Elenco delle voci sempre presenti in Etichetta Numero della norma di riferimento Marchio o nome del costruttore Anno e trimestre di costruzione Tipo di elmetto (designazione del fabbricante) Taglia o gamma di taglie Abbreviazione del materiale della calotta Elenco dei requisiti facoltativi dichiarati in Etichetta Temperatura molto bassa Temperatura molto alta Isolamento elettrico Deformazione laterale Spruzzo metallo fuso
140 DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso L ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro D.Lgs. 81/08 TITOLO VII ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI
141 VIDEOTERMINALI
142 DEFINIZIONI VIDEOTERMINALI (VDT): Le apparecchiature dotate di schermo alfanumerico o grafico costituite da personal computer, sistemi di videoscrittura, di elaborazione dati, di testi o di immagini. Vengono esclusi da tale ambito: Le macchine calcolatrici I sistemi di videoscrittura senza schermo I sistemi portatili non utilizzati continuativamente nei luoghi di lavoro I pannelli di controllo
143 DEFINIZIONI LAVORATORE VIDEOTERMINALISTA: colui che utilizza il VDT in modo sistematico o abituale per 20 ore settimanali Il lavoro al videoterminale, di per sé non costituisce un rischio per la salute dell operatore. È invece la sua utilizzazione in condizioni ambientali e/o organizzative inadeguate che può determinare l insorgenza di problemi per l integrità fisica e mentale dell operatore.
144 DISTURBI DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI Sono legati al mantenimento prolungato e fisso, talvolta non ergonomicamente esatto, della postazione di lavoro. Possono manifestarsi con senso di pesantezza, tensione, indolenzimento, dolore muscolare a: collo, schiena, spalle, braccia, mani DISTURBI OCULO-VISIVI bruciore, arrossamento, prurito, lacrimazione, visione confusa, fastidio per la luce
145 DISTURBI DISTURBI PSICOLOGICI Questi sono disturbi difficilmente classificabili, in quanto causati normalmente da una non corretta organizzazione del lavoro o dal contenuto intellettuale dell attività svolta, che possono indurre a fenomeni di ansia, nervosismo, irritabilità, depressione ed alterazione dell umore
146 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO LE POSTAZIONI DI LAVORO AL VIDEOTERMINALE DEVONO ESSERE, A PRESCINDERE DAL NUMERO DI ORE DI UTILIZZO, CONFORMI A QUANTO CONTENUTO NELL ALLEGATO VII (adeguatezza dei sedili, dei piani di lavoro, dell ambiente, ecc.)
147 LA POSTAZIONE DI LAVORO LO SCHERMO VIDEO DEVE ESSERE: collocato correttamente in relazione alle finestre (luce) regolabile secondo le esigenze dell operatore ad una distanza di lettura di cm. (accomodamento) dislocato in modo da avere il bordo superiore all altezza degli occhi dell operatore (collo, cefalea muscolo-tensiva)
148 LA POSTAZIONE DI LAVORO LA COLLOCAZIONE CORRETTA IN RELAZIONE ALLE FINESTRE finestratura posta su 1 solo lato: ottimale se a Nord Est - Nord Nord Ovest dotata di schermatura idonea
149 LA POSTAZIONE DI LAVORO ILTAVOLO DI LAVORO DEVE AVERE: piano: ottimale 160 x 90 cm. altezza: regolabile da cm. in funzione dell operatore ed inclinabile leggermente in avanti spazio per le gambe: larghezza min. = 70 cm. lunghezza min. = 60 cm (ginocchio) = 80 cm (piedi) colore: toni neutri (attenzione ai riflessi) occorre un canale passacavi
150 altezza: variabile da 42 LA POSTAZIONE DI LAVORO IL SEDILE O SEDIA DEVE AVERE: 55 cm. (girevole) basamento: a 5 razze, grande almeno come il piano del sedile piano: 40x40 cm. concavo, anatomico, soffice e rivestito di materiale traspirante, con bordo arrotondato (compressione dei vasi e dei nervi) e possibilmente inclinabile in avanti (< 2 ) e indietro (< 14 ) schienale: regolabile in altezza e inclinazione con imbottitura lombare braccioli: non indispensabili, comunque corti e chiusi
151 POGGIAPIEDI LA POSTAZIONE DI LAVORO necessario quando l altezza minima del tavolo rimane eccessiva dimensioni: 40x30x15 cm inclinazione: < 20 non deve scivolare PORTADOCUMENTI utile per la videoscrittura inclinabile 30 piano 70 rispetto al posizionato alla stessa distanza dello schermo (accomodamento)
152 REGOLE DI COMPORTAMENTO PER I LAVORATORI Posizionare il VDT in maniera ottimale per evitare i riflessi e/o sfarfallii dello schermo: oscurare le finestre per migliorare la visibilità ed il contrasto regolare il contrasto e la dimensione dei caratteri in modo ottimale; inclinare il monitor per ridurre i riflessi utilizzare se necessario uno schermo antiriflesso; mantenere pulito il monitor e lo schermo protettivo
153 REGOLE DI COMPORTAMENTO PER I LAVORATORI Mantenere una posizione corretta regolando la posizione del sedile e/o l altezza del tavolo di lavoro e/o dello schermo in modo che: Gli occhi siano ad una distanza non inferiore a cm dal monitor e alla stessa altezza del bordo superiore dello schermo; Gli avambracci siano appoggiati al piano di lavoro e i polsi non piegati; Angoli dei gomiti, fianchi e gambe superiori a 90 Utilizzare la sedia di lavoro in modo che sia orientata e rivolta verso il video I piedi devono essere ben poggiati a terra o, solo se necessario, su un poggiapiedi Mouse il più possibile vicino al corpo Richiedere, se necessario, un leggio portadocumenti
154 REGOLE DI COMPORTAMENTO PER I LAVORATORI PER CHI UTILIZZA IL VDT IN MODO SISTEMATICO: Effettuare interruzioni, (cambiamenti di attività) di 15 minuti ogni due ore di attività continuativa al VDT; Dopo un uso continuativo del VDT è necessario ripristinare la corretta impostazione della colonna vertebrale con degli opportuni esercizi e movimenti del tronco dorsale, della testa e del collo; Non trascurare eventuali riduzioni della capacità visiva segnalandole al medico competente; Sottoporsi alla visita medica specialistica se prevista
155 RIASSUMENDO LA POSTAZIONE DI LAVORO è ottimale quando è assicurata la flessibilità più ampia possibile in tutte le sue componenti
156 FINETitolo VII - D.Lgs. 81/08
157 DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso L ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro D.Lgs. 81/08 Titolo V SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
158 D.Lgs. 81/08 tit.v TUTTE LE PRESCRIZIONI E I DIVIETI DEVONO ESSERE RICHIAMATI TRAMITE APPOSITA SEGNALETICA OVE NECESSARIO DEVONO ESSERE PREDISPOSTI APPOSITI CARTELLI DI AVVERTIMENTO LA SEGNALETICA DEVE ESSERE CONFORME A PRECISE DISPOSIZIONI DI LEGGE LA SEGNALETICA NON DEVE GENERARE EQUIVOCI LE DIMENSIONI DELLA SEGNALETICA DEVONO ESSERE PROPORZIONATE ALLA DISTANZA DA CUI DEVONO ESSERE PERCEPITI I MESSAGGI
159 SEGNALETICA GENERALE TUTTE LE ATTREZZATURE ANTINCENDIO PRESENTI DEVONO ESSERE SEGNALATE CON APPOSITI CARTELLI I PERCORSI INDIVIDUATI PER GLI ESODI E L EVACUAZIONE DEVONO ESSERE SEGNALATI IDONEAMENTE TUTTE LE USCITE DI SICUREZZA DEVONO ESSERE INDIVIDUATE TRAMITE APPOSITE SEGNALAZIONI NEI LOCALI O ATTIVITA OVE NECESSITANO VANNO INDICATI I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DA ADOTTARE DEVE ESSERE INDICATO L INTERRUTTORE GENERALE DELL ALIMENTAZIONE ELETTRICA DEVE ESSERE SEGNALATA L UBICAZIONE DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO
160 FINETitolo V D.Lgs. 81/08
161 DIVIETO I CARTELLI DI DIVIETO SONO DI FORMA CIRCOLARE CON PITTOGRAMMI NERI SU FONDO BIANCO E BORDO ROSSO CON STRISCIA TRASVERSALE ROSSA ACQUA NON POTABILE DIVIETO DI ACCESSO AI NON AUTORIZZATI DIVIETO DI SPEGNERE CON ACQUA NON TOCCARE VIETATO FUMARE O USARE FIAMME LIBERE VIETATO AI PEDONI VIETATO FUMARE
162 AVVERTIMENTO I CARTELLI DI AVVERTIMENTO SONO DI FORMA TRIANGOLARE CON PITTOGRAMMI NERI SU FONDO GIALLO E BORDO NERO SOSTANZA CORROSIVA RISCHIO BIOLOGICO RISCHIO DI INCIAMPO SOSTANZA VELENOSA SOSTANZA COMBURENTE TENSIONE ELETTRICA PERICOLOSA
163 PRESCRIZIONE I CARTELLI DI PRESCRIZIONE SONO DI FORMA CIRCOLARE CON PITTOGRAMMI BIANCHI SU FONDO AZZURRO CALZATURE DI SICUREZZA OBBLIGATORIE GUANTI DI PROTEZIONE OBBLIGATORI PROTEZIONE OBBLIGATORIA VIE RESPIRATORIE PROTEZIONE OBBLIGATORIA DEGLI OCCHI PROTEZIONE OBBLIGATORIA DELL UDITO
164 SALVATAGGIO I CARTELLI DI SALVATAGGIO SONO DI FORMA RETTANGOLARE-QUADRATA CON PITTOGRAMMI BIANCHI SU FONDO VERDE PERCORSO/USCITA DI EMERGENZA DIREZIONE DA SEGUIRE PRONTO SOCCORSO LAVAGGIO PER OCCHI BARELLA
165 ANTINCENDIO I CARTELLI PER ATTREZZATURE ANTINCENDIO SONO DI FORMA RETTANGOLARE-QUADRATA CON PITTOGRAMMI BIANCHI SU FONDO ROSSO ESTINTORE LANCIA ANTINCENDIO DIREZIONE DA SEGUIRE SCALA ANTINCENDIO
166 DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso L ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro D.Lgs. 81/08 Titolo IX SOSTANZE PERICOLOSE E LABORATORIO DI CHIMICA
167 SOSTANZE PERICOLOSE COME SI RICONOSCONO? ETICHETTATURA DI PERICOLO obbligatoria quando la sostanza o il preparato sono classificati pericolosi Contiene informazioni concise ma ben definite sui rischi nell uso della sostanza/preparato Deve essere redatta in italiano
168 ETICHETTATURA DI PERICOLO SIMBOLI ED INDICAZIONI DI PERICOLO obbligatori quando la sostanza/preparato è classificato pericoloso devono essere riportati anche sui contenitori nei quali si effettuano eventuali travasi (es. diluizione di soluzioni concentrate) SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO PER LA SICUREZZA Esplosivo Comburente Facilmente Infiammabile Estremamente Infiammabile
169 ETICHETTATURA DI PERICOLO SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO PER LA SALUTE Tossico Altamente tossico Corrosivo Nocivo Irritante SIMBOLO E INDICAZIONE DI PERICOLO PER L AMBIENTE Pericoloso per l ambiente
170 ETICHETTATURA DI PERICOLO FRASI R FRASI DI RISCHIO Indicano la natura dei rischi specifici che l'utilizzo dei prodotti pericolosi comporta Es.: R10 Infiammabile R20 Nocivo per inalazione R38 Irritante per la pelle FRASI S CONSIGLI DI PRUDENZA Indicano le precauzioni da prendere durante l'utilizzo di prodotti pericolosi Es.: S18 Conservare lontano da fiamme e scintille S24 Evitare il contatto con la pelle S37 Usare guanti adatti
171 COME SI RICONOSCONO? SCHEDA DI SICUREZZA Fornisce informazioni più complete ed estese dell etichetta; le informazioni devono essere scritte in modo chiaro ed aggiornate periodicamente. Caratteristiche: obbligatoria quando la sostanza/preparato è classificato pericoloso fornita gratuitamente redatta in italiano composta da 16 voci obbligatorie deve essere conservata nel luogo dove si utilizzano le sostanze pericolose per poter essere consultata in caso di emergenza
172 I PRINCIPALI RISCHI IL LABORATORIO DI CHIMICA Rischi di lesioni dovute a: - contenitori e attrezzature in vetro che in caso di rottura possono causare lesioni per ferite da taglio - apparecchiature di riscaldamento che possono causare ustioni termiche - uso sbagliato di apparecchiature sotto pressione - impianto elettrico in cattive condizioni (elettrocuzione) - manipolazione di sostanze chimiche, che possono anche causare irritazioni e intossicazioni per contatto con la pelle e/o inalazione.
173 I PRINCIPALI RISCHI IL LABORATORIO DI CHIMICA Rischi di lesioni dovute a: - contenitori e attrezzature in vetro che in caso di rottura possono causare lesioni per ferite da taglio - apparecchiature di riscaldamento che possono causare ustioni termiche - uso sbagliato di apparecchiature sotto pressione - impianto elettrico in cattive condizioni (elettrocuzione) - manipolazione di sostanze chimiche, che possono anche causare irritazioni e intossicazioni per contatto con la pelle e/o inalazione.
174 IL LABORATORIO DI CHIMICA LE MISURE DI PREVENZIONE Il laboratorio è un vero e proprio ambiente di lavoro nel quale è possibile infortunarsi o intossicarsi; seguite sempre le indicazioni e le istruzioni operative che vi vengono indicate Non inventatevi Piccoli Chimici e fate molta attenzione ad ogni operazione che dovere svolgere; NE VA DELLA VOSTRA SALUTE E DI QUELLA DEI VOSTRI COMPAGNI! NELLE PAGINE CHE SEGUONO TROVERETE LE PRINCIPALI NORME DA APPLICARE PER RIDURRE I RISCHI PRESENTI NEI LABORATORI
175 ALCUNI SUGGERIMENTI PER LAVORARE IN SICUREZZA IN LABORATORIO Sono proibiti scherzi, burle, ecc. E vietato bere, mangiare, fumare Non portare niente alla bocca E vietato pipettare con la bocca usare sempre la propipetta I capelli lunghi devono essere racchiusi in cuffie o almeno legati dietro la nuca I camici devono essere ben allacciati Non portare in tasca forbici o altri oggetti taglienti E sconsigliato l uso di lenti a contatto Utilizzare sempre i Dispositivi di Protezione Individuale quando previsti Sono proibiti esperimenti non autorizzati
176 ALCUNI SUGGERIMENTI PER LAVORARE IN SICUREZZA IN LABORATORIO Leggere sempre ed attentamente le etichette sui contenitori Non abbandonare materiale non identificabile nelle aree di lavoro etichettare sempre i contenitori Mantenere sempre perfettamente chiusi i contenitori con i prodotti chimici Mantenere ordine e pulizia sul banco di lavoro Rimuovere prontamente dal banco la vetreria non utilizzata Non appoggiare recipienti o bottiglie o apparecchi vicino al bordo del banco Bonificare ed asciugare subito le superfici su cui siano cadute sostanze chimiche
177 ALCUNI SUGGERIMENTI PER LAVORARE IN SICUREZZA IN LABORATORIO Non toccare le maniglie delle porte con i guanti sporchi di prodotti chimici E vietato indossare i guanti fuori del laboratorio Raccogliere, separare ed eliminare in modo corretto i rifiuti chimici, solidi e liquidi, prodotti nel laboratorio Non introdurre in laboratorio sostanze ed oggetti estranei all attività (es. cappotti, zaini, ecc.) I cassetti e gli armadietti dei banchi vanno tenuti chiusi Non ostruire l accesso alle attrezzature antincendio o di soccorso e alle uscite di emergenza Se vi capita qualsiasi tipo di incidente, riferite subito al preposto
178 DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso L ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro PROMOZIONE DELLA SALUTE STILI DI VITA: FUMO, ALCOL, STUPEFACENTI E SOSTANZE PSICOTROPE
179 FUMO - MISURE DI PREVENZIONE Il divieto di fumo si applica nei locali pubblici, in quelli privati aperti al pubblico o ad utenti. Perché? - il fumo è una sostanza tossica, irritante, cancerogena - il 75% del fumo generato nel fumare una sigaretta viene rilasciato nell ambiente - i lavoratori dipendenti sono considerati utenti dei locali in cui prestano la loro attività lavorativa - si è comunque sanzionati se si fuma in presenza di donne in gravidanza e bambini fino a 12 anni di età - il divieto di fumo NON si applica in abitazioni private, camere di albergo, locali idonei per fumatori, luoghi di lavoro in cui non sono presenti lavoratori dipendenti e non accede utenza - ai datori di lavoro (o collaboratori da essi delegati) spetta il compito di vigilare sul rispetto del divieto Le sanzioni riguardano sia i trasgressori sia i datori di lavoro che non affiggano i cartelli, non vigilino, non abbiano attuato misure attive.
180 ALCOL - MISURE DI PREVENZIONE è vietato assumere alcol durante il lavoro e/o pausa pranzo per: -chi usa gas tossici, fuochi artificiali, esplosivi, fitosanitari -chi fa manutenzione degli ascensori -tutte le mansioni sanitarie -gli insegnanti -chi lavora con il porto d armi -chi lavora alla guida di veicoli stradali (patente B, C, D, E) -chi si occupa di circolazione dei treni, navi, aerei -chi usa macchine movimento terra, carrelli elevatori -lavori in edilizia e attività in quota oltre i 2 metri, in cave e miniere Perché? - essendo un divieto il tasso alcolico nel sangue deve essere zero - occorrono 1-2 ore per smaltire un bicchiere di vino o una lattina di birra o un superalcolico - Il metabolismo è diverso se si è uomo/donna, magro/grasso - l alcol rallenta i tempi di reazione, i riflessi e la concentrazione, la percezione del pericolo - sono previsti controlli alcolimetrici
181 STUPEFACENTI E SOSTANZE PSICOTROPE MISURE DI PREVENZIONE MANSIONI A RISCHIO (anche per un assunzione solo sporadica): -uso di gas tossici, fuochi artificiali, esplosivi -guida di veicoli stradali (patente C, D, E) -circolazione dei treni, navi, aerei -macchine movimento terra, carrelli elevatori Perché? - le sostanze stupefacenti agiscono come deprimenti, eccitanti, allucinogeni, stimolanti, narcotici, sedativi - le sostanze psicotrope sono ansiolitici, sonniferi, antidepressivi... - il 40-50% dei tossicodipendenti lavora - il 25% dei giovani lavoratori usa sostanze illegali - l uso di queste sostanze (anche solo sporadico) riduce i tempi di reazione, aumenta la stanchezza, diminuisce la concentrazione aumenta il rischio di infortuni, altera la percezione del pericolo, riduce la performance lavorativa, provoca assenteismo - sono previsti controlli per la verifica di assenza di assunzione
D.Lgs. 81/08 TITOLO VII ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI
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