D.Lgs. 81/08 LA SICUREZZA SUL LAVORO NELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

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1 D.Lgs. 81/08 LA SICUREZZA SUL LAVORO NELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO 1

2 Dobbiamo capire per prima cosa se l associazione rientra nel campo di applicazione della norma 2

3 D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Art Definizioni 1. Ai fini ed agli effetti delle disposizioni di cui al presente decreto legislativo si intende per: a) «LAVORATORE»: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un attività lavorativa nell ambito dell organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato:. il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui all articolo 18 della Legge 24 giugno 1997, n. 196, i volontari del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile 3

4 NB: è stata eliminata la frase che all interno dell art. 2 comma 1 lettera a includeva nella definizione di lavoratore: il volontario, come definito dalla legge 1 agosto 1991, n. 266; 4

5 D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Art Definizioni 1. Ai fini ed agli effetti delle disposizioni di cui al presente decreto legislativo si intende per: b) «DATORE DI LAVORO»: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l'assetto dell'organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell'organizzazione stessa o dell'unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. 5

6 D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Art. 3 - Campo di applicazione 12-bis. Nei confronti dei volontari di cui alla legge 1 agosto 1991, n. 266, e dei volontari che effettuano servizio civile si applicano le disposizioni relative ai lavoratori autonomi di cui all articolo 21. Con accordi tra il volontario e l associazione di volontariato o l ente di servizio civile possono essere individuate le modalità di attuazione della tutela di cui al precedente periodo. Ove il volontario svolga la propria prestazione nell ambito dell organizzazione di un datore di lavoro, questi è tenuto a fornire al volontario dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti in cui è chiamato ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività. Egli è altresì tenuto ad adottare le misure utili ad eliminare o, ove ciò non sia possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze tra la prestazione del volontario e altre attività che si svolgano nell ambito della medesima organizzazione 6

7 D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Art. 21 Disposizioni relative ai lavoratori autonomi 1. I lavoratori autonomi devono: a) utilizzare attrezzature di lavoro conformi alle norme b) munirsi di dispositivi di protezione individuale ed utilizzarli conformemente alle norme c) munirsi di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le proprie generalità qualora effettuino la loro prestazione in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto 2. I soggetti di cui al comma 1, relativamente ai rischi propri delle attività svolte e con oneri a proprio carico hanno facoltà di: a) beneficiare della sorveglianza sanitaria b) partecipare a corsi di formazione specifici in materia di salute e sicurezza sul lavoro, incentrati sui rischi propri delle attività svolte 7

8 PERCHE APPROFONDIRE LE TEMATICHE LEGATE ALLA SICUREZZA SUL LAVORO? Garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori Numero elevato di infortuni anche mortali E RICORDATE CHE NON ESISTONO LUOGHI SICURI... 8

9 PIANIFICAZIONE DELLA SICUREZZA NELL ATTIVITA SULLA BASE DELLE DISPOSIZIONI PREVISTE DAL D.Lgs. 81/08. 9

10 PIANIFICAZIONE DELLA SICUREZZA NELL ATTIVITA NOMINA FORMALE DEI SOGGETTI COINVOLTI NEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA EFFETTUAZIONE DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE NECESSARIE A RIDURRE IL RISCHIO FORMALIZZAZIONE DI UN PROGRAMMA TEMPORALE DI ATTUAZIONE DELLE MISURE INDIVIDUATE ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FORMAZIONE ED INFORMAZIONE DEI LAVORATORI IN MERITO AI RISCHI INDIVIDUATI. 10

11 CHI SONO I SOGGETTI COINVOLTI NELLA GESTIONE DELLA SICUREZZA? DATORE DI LAVORO MEDICO COMPETENTE (Dott. XXXXXXXX) LAVORATORI RESP. SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (RSPP) RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) ADDETTI SQUADRE: - ANTINCENDIO - PRIMO SOCCORSO - EVACUAZIONE 11

12 CHI SONO I SOGGETTI COINVOLTI NELLA GESTIONE DELLA SICUREZZA? DATORE DI LAVORO LAVORATORI SONO LAVORATORI ANCHE: - I SOCI LAVORATORI - I COLLABORATORI CO.CO.PRO. - I TIROCINANTI - GLI STAGISTI - I VAUCHER 12

13 COME SONO STRUTTURATI I CORSI DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA? 4 ORE DI FORMAZIONE GENERALE 4-12 ORE DI FORMAZIONE SPECIFICA PER IL NOSTRO TIPO DI ATTIVITA, A MENO DI CASI PARTICOLARI, LA DURATA COMPLESSIVA DOVREBBE ESSERE = 8 ORE E INOLTRE PREVISTO UN AGGIORNAMENTO PERIODICO OBBLIGATORIO DELLA DURATA DI 6 ORE DA EFFETTUARSI OGNI 5 ANNI 13

14 COME SONO STRUTTURATI I CORSI DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA? 4 ORE DI FORMAZIONE GENERALE 4-12 ORE DI FORMAZIONE SPECIFICA LA FORMAZIONE DEVE ESSERE INOLTRE RIPETUTA IN OCCASIONE DI: - Nuove assunzioni o somministrazioni (entro 60 giorni) - Trasferimento o cambio mansione - Introduzione di nuove attrezzature di lavoro, nuove tecnologie oppure nuove sostanze o preparati pericolosi 14

15 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO IL DATORE DI LAVORO HA L'OBBLIGO DI ELIMINARE O RIDURRE AL MINIMO I RISCHI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI E PROGRAMMARE TUTTI GLI INTERVENTI DI ULTERIORE MIGLIORAMENTO CHE RISULTINO NECESSARI. PER ESEMPIO: sostituire, se possibile, sostanze, utensili o macchine pericolose con altre meno pericolose utilizzare quantità minori di sostanze nocive cercare le migliori condizioni di lavoro per l'uomo (rispetto dei principi ergonomici) far usare i mezzi personali di protezione fissare modi di lavorare sicuri; fare la regolare manutenzione di impianti, macchine, utensili; far controllare periodicamente la salute dei lavoratori da un medico. In ogni caso, una grande importanza per la prevenzione deve essere data alla informazione e alla formazione dei lavoratori: per lavorare in sicurezza, i lavoratori devono sapere quali sono i rischi presenti sul lavoro e devono essere ben addestrati alla mansione svolta 15

16 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO IN PARTICOLARE IL DATORE DI LAVORO E OBBLIGATO A: fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale richiedere l osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste dal programma di sorveglianza sanitaria e vigilare affinché i lavoratori obbligati non siano adibiti alla mansione lavorativa specifica senza il prescritto giudizio di idoneità adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento nelle unità produttive con più di 15 lavoratori, convocare la riunione annuale Per le inadempienze a tali obblighi sono previste le seguenti sanzioni penali a carico del Datore di Lavoro: ARRESTO DA 2 a 4 MESI oppure ammenda da 750 a euro. a seconda delle prescrizioni disattese. 16

17 OBBLIGHI DEI LAVORATORI CIASCUN LAVORATORE DEVE PRENDERSI CURA DELLA PROPRIA SICUREZZA E DELLA PROPRIA SALUTE E DI QUELLA DELLE ALTRE PERSONE PRESENTI SUL LUOGO DI LAVORO, SU CUI POSSONO RICADERE GLI EFFETTI DELLE SUE AZIONI O OMISSIONI, CONFORMEMENTE ALLA SUA FORMAZIONE ED ALLE ISTRUZIONI E AI MEZZI FORNITI DAL DATORE DI LAVORO. PIU IN PARTICOLARE I LAVORATORI DEVONO: osservare le disposizioni e le istruzioni per il lavoro date dall'azienda utilizzare correttamente (ed averne cura) macchinari, utensili, attrezzature, sostanze, mezzi di trasporto, mezzi di sicurezza e di protezione segnalare immediatamente i guasti dei sistemi di prevenzione e protezione o le condizioni di pericolo sottoporsi agli accertamenti sanitari previsti contribuire con il datore di lavoro a mantenere sicurezza e salute nell'ambiente di lavoro E INVECE NON DEVONO togliere o modificare i sistemi di protezione e sicurezza compiere di propria iniziativa azioni che non siano di loro competenza e che possano compromettere la sicurezza 17

18 OBBLIGHI DEI LAVORATORI CIASCUN LAVORATORE DEVE PRENDERSI CURA DELLA PROPRIA SICUREZZA E DELLA PROPRIA SALUTE E DI QUELLA DELLE ALTRE PERSONE PRESENTI SUL LUOGO DI LAVORO, SU CUI POSSONO RICADERE GLI EFFETTI DELLE SUE AZIONI O OMISSIONI, CONFORMEMENTE ALLA SUA FORMAZIONE ED ALLE ISTRUZIONI E AI MEZZI FORNITI DAL DATORE DI LAVORO. PIU IN PARTICOLARE I LAVORATORI DEVONO: Per le inadempienze a tali obblighi sono previste le seguenti sanzioni penali a carico dei lavoratori: ARRESTO FINO AD 1 MESE oppure ammenda da 200 a 600 euro. 18

19 INFORMAZIONE DEI LAVORATORI OGNI LAVORATORE DEVE AVERE UNA INFORMAZIONE ADEGUATA SU: quali pericoli sono legati all'uso di sostanze, impianti, macchine, utensili quali rischi per la sicurezza e la salute sono presenti nell'azienda quali rischi comporta la propria mansione che cosa ha fatto l'azienda per ridurre i rischi cosa fare in caso di pericolo, incendio o incidente le persone a cui rivolgersi in caso di emergenza chi è il responsabile del servizio aziendale di prevenzione come deve lavorare per ridurre al minimo i rischi quali sono i mezzi di protezione disponibili e come usarli correttamente Le informazioni non possono essere generiche ma devono riguardare l'ambiente di lavoro in cui il lavoratore opera e la sua mansione. 19

20 CHI SONO GLI ENTI PREPOSTI AL CONTROLLO ASL UFFICIO PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO (via M. Moretti, 99 Cesena e via Della Rocca - Forlì) DIREZIONE PROVINCIALE DEL LAVORO VIGILI DEL FUOCO CARABINIERI 20

21 COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DEFINIZIONI PERICOLO: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore (a esempio materiali o attrezzature di lavoro, metodi e pratiche di lavoro, sostanze chimiche, ecc..) avente il potenziale di causare danni DANNO: lesione fisica o alterazione dello stato di salute (infortunio sul lavoro, malattia professionale, ecc..) RISCHIO: probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno nelle condizioni di impiego, ovvero di esposizione di un determinato fattore 21

22 COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ESEMPIO - il CIANURO 22

23 COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PROCEDIMENTO DI QUANTIFICAZIONE DEL RISCHIO Il rischio di ogni evento incidentale risulta definito da due fattori: La frequenza (P), cioè la possibilità che l evento si verifichi in un determinato intervallo di tempo La magnitudo (M), cioè l entità delle possibili perdite e dei danni conseguenti al verificarsi dell evento Ovvero il Rischio è dato da R = M x P 23

24 COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO 24

25 Improbabile COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO QUANTIFICAZIONE DELLA SCALA DELLE PROBABILITA Val. Livello Definizioni/criteri - La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti; - Non sono noti episodi già verificatisi; 1 - Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità. 25

26 Poco probabile COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO QUANTIFICAZIONE DELLA SCALA DELLE PROBABILITA Val. Livello Definizioni/criteri - La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi; - Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi; 2 - Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa. 26

27 Probabile COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO QUANTIFICAZIONE DELLA SCALA DELLE PROBABILITA Val. Livello Definizioni/criteri - La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico o diretto; - E noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno; 3 - Il verificarsi del danno ipotizzato, susciterebbe una moderata sorpresa in azienda. 27

28 Altamente probabile COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO QUANTIFICAZIONE DELLA SCALA DELLE PROBABILITA Val. Livello Definizioni/criteri 4 - Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori; - Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata nella stessa Azienda o in aziende simili o in situazioni operative simili (consultare le fonti di dati su infortuni e malattie professionali, dell Azienda, della A.S.L., dell ISPESL, etc.); - Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe alcuno stupore in Azienda. 28

29 Lieve COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO QUANTIFICAZIONE DELLA SCALA DELL ENTITÀ DEL DANNO Val. Livello Definizioni/criteri - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile - Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili. 1 29

30 Medio COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO QUANTIFICAZIONE DELLA SCALA DELL ENTITÀ DEL DANNO Val. Livello Definizioni/criteri - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile - Esposizione cronica con effetti reversibili 2 30

31 Grave COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO QUANTIFICAZIONE DELLA SCALA DELL ENTITÀ DEL DANNO Val. Livello Definizioni/criteri - Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale - Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti 3 31

32 Gravissimo COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO QUANTIFICAZIONE DELLA SCALA DELL ENTITÀ DEL DANNO Val. Livello Definizioni/criteri - Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale - Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti 4 32

33 COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PROCEDIMENTO Si identificano i pericoli presenti nel ciclo lavorativo; Si individuano i conseguenti potenziali rischi di esposizione in relazione allo svolgimento delle lavorazioni, sia per quanto attiene ai rischi per la sicurezza che per la salute; Si verifica l idoneità delle attrezzature di lavoro, dei prodotti e dei preparati chimici impiegati; Si controlla l idoneità dei provvedimenti adottati; Si formula un elenco di priorità da eseguire, qualora si riscontri la necessità di ulteriori misure a seguito della valutazione svolta; Si dimostra a terzi (enti di controllo, lavoratori, ecc.) lo svolgimento e l esito della valutazione intrapresa. 33

34 COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO La scadenza del 31/05/13 riguarda proprio quest ultimo punto in quanto sono state abolite le autocertificazioni IL DVR deve essere quindi redatto per iscritto, eventualmente utilizzando le metodiche previste dal D.M. 30/11/12 (DVR Standardizzato) 34

35 COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Può essere utile in questa fase. L osservazione dell ambiente di lavoro (vie di accesso, condizioni dei pavimenti, sicurezza dei macchinari, fumi, polveri, rumori, ecc.); L identificazione e l esame dei compiti eseguiti sul posto di lavoro; L esame delle attrezzature utilizzate; L osservazione del lavoro in corso di esecuzione; L identificazione e l esame dei compiti eseguiti eccezionalmente od occasionalmente (manutenzioni particolari ecc..); L esame dei fattori esterni che possono interferire con l attività (DUVRI) Per ottenere i migliori risultati è necessario coinvolgere tutto il personale addetto nei vari processi lavorativi, in quanto proprio da chi è quotidianamente a contatto con la realtà produttiva, possono pervenire suggerimenti e considerazioni utili 35

36 COME SI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO QUALE DIFFERENZE TRA MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE? L attuazione di tutte le misure per ridurre il rischio mediante la riduzione della sola frequenza viene comunemente chiamata prevenzione L attuazione di tutte le misure tese alla riduzione della sola magnitudo viene, invece, chiamata protezione 36

37 I RISCHI NELLE ATTIVITA LAVORATIVE LE TIPOLOGIE DI RISCHIO (A) RISCHI PER LA SICUREZZA (Rischi di natura infortunistica); (B) RISCHI PER LA SALUTE (Rischi di natura igienico ambientale); 37

38 PRIMA DI ANALIZZARE NELLO SPECIFICO LA DOCUMENTAZIONE DA REDIGIRE, SI DEVE CAPIRE LA SUA DUPLICE FUNZIONE: - Documento che dimostra l assolvimento di un obbligo normativo; - Strumento che permette al Datore di Lavoro di mappare in modo approfondito le problematiche della salute e della sicurezza dei lavoratori, permettendogli così di prendere gli opportuni provvedimenti 38

39 ESTRATTO D.M. 30/11/12 E obbligatoria la data certa!! 39

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41 41 ESTRATTO D.M. 30/11/12

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60 VALUTAZIONI DEL RISCHIO SPECIFICHE Rischio Incendio Videoterminalisti Rischio Stress-Lavoro Correlato Rischio Movimentazione Manuale dei Carichi Rischio Movimenti Ripetitivi agli arti superiori Rischio Chimico Rischio Rumore Rischio Vibrazioni Rischio Biologico Rischio Cancerogeno Rischio Esplosione 60

61 61

62 ANALISI ED APPROFONDIMENTO DI ALCUNE TIPOLOGIE DI RISCHIO 62

63 RISCHI DERIVANTI DAGLI IMPIANTI ELETTRICI 63

64 RISCHI DERIVANTI DAGLI IMPIANTI ELETTRICI Dichiarazione di conformità dell impianto elettrico (se successivo al 1990) Dichiarazione di rispondenza (se successivo al 1990) Controlli periodici da far eseguire da personale competente Denuncia dell impianto di messa a terra all INAIL e all ASL competente per territorio Verifiche periodiche dell impianto di messa a terra da parte dell ASL o di organismi abilitati Illuminazione di emergenza 64

65 RISCHI DERIVANTI DAGLI IMPIANTI ELETTRICI MECCANISMI DI ELETTROCUZIONE Folgorazione per contatti elettrici di tipo diretto Folgorazione per contatti elettrici di tipo indiretto PRINCIPALI DISPOSITIVI DI SICUREZZA Impianto di messa a terra Dispositivo Salvavita Dispositivo magnetotermico 65

66 RISCHI DERIVANTI DAI LAVORI ELETTRICI 66

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68 RISCHI DERIVANTI DAGLI IMPIANTI ELETTRICI MA SOPRATTUTTO SI RICHIEDE IL CORRETTO UTILIZZO DEGLI IMPIANTI E DELLE ATTREZZATURE DA PARTE DI TUTTI 68

69 RISCHI DERIVANTI DAGLI IMPIANTI ELETTRICI MA SOPRATTUTTO SI RICHIEDE IL CORRETTO UTILIZZO DEGLI IMPIANTI E DELLE ATTREZZATURE DA PARTE DI TUTTI 69

70 RISCHI DERIVANTI DAGLI IMPIANTI ELETTRICI MA SOPRATTUTTO SI RICHIEDE IL CORRETTO UTILIZZO DEGLI IMPIANTI E DELLE ATTREZZATURE DA PARTE DI TUTTI 70

71 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE 71

72 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE Cos è un videoterminale? Il Titolo VII definisce: videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato 72

73 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE Cos è un videoterminale? Quali danni può causare? 73

74 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE I PRINCIPALI EFFETTI SULLA SALUTE CONNESSI ALL USO DEL VDT SONO: Affaticamento visivo Disturbi muscolo scheletrici Stress 74

75 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE Su una indagine svolta su lavoratori italiani di cui adibiti all uso al VDT per almeno 4 ore/giorno è emerso che: 75

76 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE 76

77 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE In genere il lavoro intenso al VDT non genera malattie agli occhi, ma può evidenziare un difetto precedentemente non avvertito Pertanto i disturbi arrecati, a lungo termine, possono anche indurre vere e proprie malattie! 77

78 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE I disturbi più comuni all APPARATO VISIVO sono: affaticamento visivo; bruciore; fastidio alla luce; stanchezza alla lettura; visione annebbiata o sdoppiata; lacrimazione; senso di corpo estraneo. 78

79 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE I disturbi più comuni all apparato LOCOMOTORE sono: mal di schiena (postura e postazioni incongrue) disturbi del collo, delle spalle e delle braccia (errate modalità operative) tendiniti, tenosinoviti o sindrome del tunnel carpale (sforzi, uso intenso e scorretto di mouse e tastiera) dolori o crampi alle gambe 79

80 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE I disturbi più comuni all apparato LOCOMOTORE sono principalmente imputabili a: mantenimento prolungato della postura, con difficoltà di irrorazione sanguigna dei muscoli; rapidità con la quale si susseguono gesti ripetitivi. 80

81 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE Altri tipologie di disturbi sono: mal di testa; stress imputabile a: - incapacità nell uso del software; - inadeguatezza del software; - errata organizzazione del lavoro (p.es. lavoro monotono svolto per tempi prolungati); - rumore ambientale; - microclima inadeguato. 81

82 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE NELL USO DEL VDT NON VI E INVECE ALCUN PERICOLO PER: emissione di raggi X (assenti negli schermi piatti); campi elettromagnetici (entità ampiamente inferiore ai limiti ammessi); campi elettrostatici degli schermi (entità inferiore ai limiti ammessi). 82

83 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE Cos è un videoterminale? Quali danni può causare? Quando l attività è considerata a rischio? 83

84 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE Cos è un videoterminale? Quali danni può causare? Quando l attività è considerata a rischio? UTILIZZO NON OCCASIONALE DEL VDT CON TEMPI SUPERIORI ALLE 20 ORE SETTIMANALI 84

85 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE Cos è un videoterminale? Quali danni può causare? Quando l attività è considerata a rischio? Cosa di intende per utilizzo del videoterminale? Quali sono le misure da attuare? 85

86 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE AMBIENTE DI LAVORO Corretto posizionamento di tavolo e videoterminale; 86

87 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE AMBIENTE DI LAVORO Corretto posizionamento di tavolo e videoterminale; Corretta illuminazione del locale e della postazione di lavoro; oppure - illuminazione generale compresa tra 200 e 400 lux - tra lux con una fonte di luce localizzata (lampada da tavolo) - lampade a soffitto di tipo a lamelle o a griglia non posizionate sulla testa dell operatore 87

88 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE AMBIENTE DI LAVORO Corretto posizionamento di tavolo e videoterminale; Corretta illuminazione del locale e della postazione di lavoro; Scarsa riflessione della luce di ambienti e arredi; Ricambio aria ambiente (almeno 25 m 3 /h per persona); Velocità dell aria compresa tra 0,05 e 0,15 m/s in inverno e non superiore a 0,25 m/s in estate; Corretta umidificazione: umidità relativa tra 40-60%; Corretta temperatura: C d inverno e d estate, con sbalzo massimo di 6-7 C verso l esterno. 88

89 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE POSTAZIONE DI LAVORO POSTAZIONE ERGONOMICA; 89

90 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE POSTAZIONE DI LAVORO POSTAZIONE ERGONOMICA; 90

91 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE POSTAZIONE DI LAVORO POSTAZIONE ERGONOMICA; SEDIA REGOLABILE IN 2 MODALITA 91

92 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE POSTAZIONE DI LAVORO POSTAZIONE ERGONOMICA; SEDIA REGOLABILE IN 2 MODALITA 92

93 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE POSTAZIONE DI LAVORO POSTAZIONE ERGONOMICA; SEDIA REGOLABILE IN 2 MODALITA ; POSIZIONAMENTO DEL MONITOR; 93

94 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE POSTAZIONE DI LAVORO POSTAZIONE ERGONOMICA; SEDIA REGOLABILE IN 2 MODALITA ; POSIZIONAMENTO DEL MONITOR; POSIZIONAMENTO DELLA TASTIERA; 94

95 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE POSTAZIONE DI LAVORO POSTAZIONE ERGONOMICA; SEDIA REGOLABILE IN 2 MODALITA ; POSIZIONAMENTO DEL MONITOR; POSIZIONAMENTO DELLA TASTIERA; ADOZIONE DELLE IDONEE REGOLAZIONI (monitor, dispositivi) 95

96 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE SCHERMO STABILE, ORIENTABILE ED INCLINABILE LIBERAMENTE LUMINOSITA CORRELATA ALL AMBIENTE IN CUI SI OPERA; CARATTERI DEFINITI E CHIARI (usare le apposite regolazioni); CONTRASTO OPPORTUNAMENTE REGOLATO. 96

97 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Prevedere pause dal lavoro al VDT secondo le seguenti modalità: - in base a quanto prevista dalla contrattazione collettiva o aziendale oppure in loro assenza 15 minuti di pausa ogni 120 minuti di lavoro. - fare esercizi agli occhi (guardare fuori dalla finestra o oggetti lontani, non leggere giornali!!) e muoversi per sgranchire i muscoli Alternanza tra lavoro al VDT e lavoro in posizione eretta (l ideale sarebbe: 60% seduto; 30% in piedi; 10% in movimento, alternando frequentemente le posture); Tenere a distanza le stampanti dalla postazione VDT; Usare le scale al posto dell ascensore; Non chiamare al telefono il vicino di stanza ma andare di persona. 97

98 RISCHI DERIVANTI DALL USO DEL VIDEOTERMINALE LAVORATORE Prevedere visita medica periodica: - Ogni 2 anni se età del lavoratore superiore a 50 anni o se già presenti specifiche problematiche; - 5 anni negli altri casi; - A discrezione del medico competente nei casi particolari. 98

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