Bur n. 8 del 24/01/2006

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1 Bur n. 8 del 24/01/2006 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n del 13 dicembre 2005 Legge 499/99 - Programma Interregionale Biodiversità. Approvazione Programma attività [Veterinaria e zootecnia] (Codice interno: ) la Giunta regionale (omissis) delibera 1. di approvare le premesse, che formano parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; 2. di approvare il programma "Conservazione e valorizzazione della biodiversità animale" (allegato A) che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; 3. di stabilire che la realizzazione del Programma di cui al punto 2 sia affidata all'azienda regionale Veneto Agricoltura; 4. di concedere a favore dell'azienda regionale Veneto Agricoltura il finanziamento di euro ,20 quale contributo per la realizzazione del Programma di cui in premessa; 5. di assegnare al Dirigente della Direzione regionale Agroambiente e Servizi per l'agricoltura la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa del suddetto progetto e di dare atto che all'impegno della somma di euro ,20 per la realizzazione del Programma di cui in premessa, si provvederà con successivo provvedimento del medesimo Dirigente; Allegato A Programma Interregionale conservazione e valorizzazione della biodiversità animale. Conservazione genetica e valorizzazione delle razze ovine venete. 1 Obiettivi 1.1. Notizie di sintesi La Regione del Veneto fin dai primi anni '90 ha sostenuto progetti di recupero di razze animali autoctone. In particolare la salvaguardia ed il recupero delle razze ovine ha assunto una sua strutturazione definitiva nel momento in cui ha potuto contare sul supporto di risorse finanziarie sia nazionali che regionali. Attraverso il programma regionale avviato nel 2000 presso l'azienda pilota e dimostrativa di Villiago (Sedico, BL) di Veneto Agricoltura, è stato costituito un Centro di conservazione delle razze ovine autoctone, con lo scopo di recuperare e conservare le razze a rischio di estinzione (Lamon, Vicentina o di Foza) e/o soggette a forte erosione genetica (Alpagota e Brogna). Presso il medesimo centro, sono stati facilmente costituiti i nuclei di conservazione (indicativamente femmine e 7-8 arieti) per le razze Alpagota e Brogna, che presentano ancora un buon numero di animali e allevatori, mentre il reperimento di soggetti idonei per la razza Lamon e la Vicentina o di Foza, è risultato più complesso per l'esiguo numero di capi attualmente individuati. La formazione dei nuclei di razza, attraverso la scelta di soggetti più idonei sulla base dei soli caratteri morfologici o standard di razza, non risulta comunque efficiente per un programma di conservazione; pertanto, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Animali dell'università di Padova, è stato avviato uno studio preliminare di tipizzazione genetica utilizzando specifici marcatori molecolari per le razze ovine. Questa metodologia consente di valutare alcuni parametri molto utili per il programma di conservazione (grado di consanguineità, la presenza di pool di geni specifici per la razza considerata e la somiglianza genetica tra razze morfologicamente simili). Lo standard sanitario dei nuclei selezionati e, in particolare, la sensibilità dei soggetti verso la "scrapie" (encefalopatia trasmissibile specifica degli ovini) vengono monitorati attraverso la collaborazione con l'istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. A supporto dell'attività di conservazione inoltre, sono state sviluppate delle azioni di sensibilizzazione e divulgazione, in collaborazione con gli allevatori e le istituzioni pubbliche, nelle aree di specifico interesse per le razze considerate (Alpago, Lamon-Val Belluna, Asiago e Lessinia) In particolare, attraverso contatti diretti in allevamento, sia mediante visite presso il centro di conservazione si è cercato di sensibilizzare gli allevatori ad una migliore gestione del gregge, al mantenimento della razza in purezza e alla successiva

2 iscrizione dei soggetti negli appositi Registri anagrafici. Sono state approfondite inoltre le conoscenze relative alla qualità di alcuni prodotti (lana e preparazioni a base di carne), in funzione di un loro possibile sviluppo di mercato sia pur di nicchia, in grado di far crescere l'interesse, anche economico, degli allevatori per le razze ovine autoctone Obiettivi generali L'obiettivo principale del programma è quello di arrestare il trend di erosione genetica a cui sono sottoposte da anni le razze ovine autoctone del Veneto, attraverso azioni di salvaguardia. Anche la valorizzazione dei prodotti tipici e tradizionali di queste razze e la sensibilizzazione degli operatori (allevatori, enti locali, ecc.), sono obiettivi parimenti importanti e sinergici al fine di conservare la biodiversità animale Obiettivi specifici Azione 1: Avviare uno schema di conservazione Il metodo di conservazione previsto verrà impostato mediante l'applicazione di uno schema di gestione denominato "Ram Circle" che prevede: a- l'individuazione di aziende di "allevatori-custodi" che dovranno disporre di un numero sufficiente di capi, garantire continuità nel tempo alle loro attività e aderire ad un programma di assistenza tecnica e di conservazione genetica; b- l'utilizzo del nucleo di conservazione situato presso il centro di Villiago (Sedico, BL) per la selezione dei riproduttori, l'addestramento degli arieti e per la creazione di un database di profili del DNA (utilizzando marcatori molecolari quali gli AFLP e/o microsatelliti, secondo le indicazioni del DAD-IS della FAO). L'impiego di uno schema di conservazione del tipo Ram Circle basato sulla integrazione tra un nucleo di conservazione ed aziende di "allevatori-custodi" ha lo scopo di creare una maggior sinergia e coinvolgimento degli allevatori. Lo schema prevede infatti che i maschi siano selezionati entro ciascun allevamento che partecipa allo schema e poi trasferiti per gli accoppiamenti negli altri allevamenti, ruotando così i soli riproduttori maschi, mentre le femmine selezionate non migrano tra un allevamento e l'altro. In considerazione del diverso numero di allevatori riconosciuti per ogni singola razza, inizialmente lo schema di conservazione verrà testato sulle razze Alpagota e Brogna, e successivamente esteso alle altre. Azione 2: Caratterizzazione e distanza genetica delle razze ovine venete con altre razze autoctone di regioni limitrofe e/o cosmopolite Si tratta di valutare con strumenti efficaci la reale importanza della specificità delle razze (pool genico) oggetto del programma di conservazione, rispetto a razze fenotipicamente simili o diverse aventi culle di origine limitrofe o geograficamente molto lontane. L'analisi per la caratterizzazione genetica delle razze ovine prevede le seguenti fasi sperimentali: - estrazione del DNA genomico dalle matrici organiche (sangue e pelo); - amplificazione tramite PCR (Polimerase Chain Reaction) dei loci microsatellite prescelti; - analisi elettroforetica dei prodotti di amplificazione; - lettura e analisi dei risultati ottenuti mediante specifico software. L'estrazione di DNA sarà effettuata presso il laboratori convenzionati, mentre per quanto riguarda l'analisi con marcatori microsatellite, saranno integrati nuovi marcatori rispetto a quelli già utilizzati nel precedente progetto. La scelta del tipi di marcatori verrà condotta sulla base delle indicazioni della FAO per la tipizzazione delle razze ovine. Si prevede di genotipizzare le seguenti razze: - razze ovine venete (Alpagota, Foza, Lamon e Brogna) raccogliendo un sufficiente numero di campioni sulla popolazione esistente; - altre razze ovine italiane di aree montane limitrofe (Bergamasca, Fiemmese, ecc.); - razze ovine cosmopolite (come la Suffolk). Dall'analisi con marcatori molecolari si otterranno informazioni sugli indici di eterozigosità e polimorfismo PIC (Polimorphism Information Content), che consentiranno di valutare il grado di eterogeneità genetica presente all'interno della popolazione analizzata. Inoltre queste informazioni permetteranno di valutare le distanze genetiche per indagare la struttura della popolazione in esame e quindi la diversità o i rapporti fra le razze analizzate, oltre all'eventuale presenza di sottogruppi genetici. Azione 3: Informazione e sensibilizzazione delle comunità locali sull'importanza della salvaguardia della biodiversità animale. Questa azione prevede il coinvolgimento a livello locale, ovvero nelle aree di origine e limitrofe delle razze ovine venete, di operatori pubblici e privati, con lo scopo di aumentare l'attenzione verso il problema della salvaguardia di questa risorsa genetica. Nello specifico, sarà programmata di concerto con altri enti (APA, Comunità Montane, ecc.) la partecipazione a manifestazioni fieristiche in ambito locale e/o regionale, corsi di formazione per allevatori custodi, azioni di valorizzazione e conoscenza dei prodotti tradizionali di queste razze Risultati attesi Il principale risultato che si prevede di ottenere è senza dubbio la salvaguardia delle 4 razze considerate, attraverso: - lo sviluppo e l'avvio di uno schema di conservazione; - la creazione di nuclei di conservazione per le 4 razze ovine venete, tipizzati sia per lo standard fenotipico di razza sia attraverso marcatori molecolari; - la produzione di riproduttori selezionati per gli allevatori custodi; - la sensibilizzazione a livello locale sui prodotti delle razze ovine autoctone.

3 2 Strumenti Gli obiettivi di cui al precedente punto 1.3 sono perseguibili attraverso i seguenti strumenti: a) analisi molecolari di laboratorio ed elaborazioni statistiche dei dati, per l'individuazione di specifici marcatori genetici per la tipizzazione delle razze ovine; b) individuazione elettronica (attraverso bolo ruminale) di tutti i soggetti che partecipano allo schema di conservazione per facilitare la rilevazione dei dati in allevamento; c) disponibilità di riproduttori con standard fenotipico idoneo, per ridurre il livello di consanguineità nei nuclei; d) partecipazione a manifestazioni fieristiche; e) produzione di materiale divulgativo Attrezzature e beni durevoli Non previsti in questa fase progettuale Beni di consumo Per gli obiettivi di cui al punto 1.3 si prevede di acquistare il sotto elencato materiale di consumo: a- boli ruminali e/o bottoni auricolari con microchip per identificazione elettronica degli animali (circa 200); b- materiale per la recinzione delle aree di pascolo (rete, pali, batterie per recinto elettrificato); c- alimenti (fieno, mangimi, integratori); d- acquisto di altri riproduttori (stimato in circa capi/anno); e- farmaci veterinari e vaccini; f- materiale vario Risorse umane Per il presente progetto saranno impegnati: - un tecnico, responsabile dell'esecuzione del progetto (Settore Ricerca e Sperimentazione Agraria e Ittica di Veneto Agricoltura); - personale tecnico e operaio aziendale (azienda pilota e dimostrativa di Veneto Agricoltura di Villiago); - un tecnico a tempo parziale (collaboratore esterno); - personale tecnico-scientifico di strutture convenzionate (Dip. di Scienze Animali, Univ. di Padova, Ist. Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ecc.) Risorse finanziarie Categoria di costo Anni 2006/07 Manodopera aziendale (centro di Villiago) ,00 Materiale durevole - Materiali di consumo ,00 Servizi, consulenze e convenzioni ,00 Missioni, rimborsi spese 2.000,00 Divulgazione 4.000,00 Spese generali 2.000,00 Totale , Strutture attivate, soggetti pubblici e privati coinvolti per gli interventi di conservazione della biodiversità Il progetto sarà coordinato dall'azienda regionale Veneto Agricoltura. Nella formazione della rete di allevatori custodi delle razze del presente progetto, verranno coinvolte sia le Associazioni provinciali allevatori (APA) delle province interessate, sia altri enti territoriali come le Comunità Montane. Per la parte relativa alla definizione dello schema di conservazione e per le analisi molecolari con marcatori microsatellite specifici per le razze considerate, si richiederà la collaborazione di strutture universitarie in grado di garantire un efficace servizio, oltre che di assumere la relativa responsabilità scientifica. 3 Ripartizione dei tempi di realizzazione delle attività previste nel presente progetto anno attività trimestri Attività di gestione dei nuclei (centro di conservazione di Villiago) Definizione ed avvio dello schema di conservazione Tipizzazione genetica e confronto tra le razze ovine Attività di divulgazione e sensibilizzazione

4 4 Interventi previsti 4.1. Collegamenti con attività e altri progetti in corso di svolgimento Il progetto si innesta sul programma pluriennale già condotto da Veneto Agricoltura per la difesa della biodiversità in agricoltura, e in particolare per la conservazione delle razze ovine venete Indicazione della necessità di conservazione delle razze ai fini di mantenere la biodiversità animale di interesse agrario L'allevamento ovino da carne e/o misto (latte-carne) è stato quasi completamente abbandonato anche nelle aree marginali di montagna essendo scarsamente remunerativo per gli allevatori. Tuttavia esiste sul territorio un limitato numero di allevatori, che per ragioni preminentemente culturali e di tradizione svolge un importantissimo ruolo di custode della biodiversità. Per un prossimo futuro è auspicabile che la salvaguardia della biodiversità possa essere realizzata, oltre che con il sostegno di specifici interventi pubblici, anche attraverso lo sviluppo di nicchie di mercato per i prodotti fortemente caratterizzati da aspetti di tipicità e alta qualità. L'esperienza del centro per la conservazione per le razze ovine autoctone di Villiago, rappresenta uno dei pochi esempi di questo tipo a livello nazionale, attorno al quale può essere costituita una rete di allevatori interessati alla conservazione delle razze ovine. Attualmente, lo scarso interesse dimostrato dagli allevatori, l'età media degli stessi e le difficili condizioni della zootecnia di montagna, hanno ostacolato l'avvio di programmi di conservazione. Da uno scenario in cui il tradizionale allevatore di montagna va scomparendo, risulta prioritario individuare nuove tipologie aziendali multifunzionali in grado di assicurare uno spazio anche all'attività di conservazione (agriturismo, fattorie didattiche, istituti tecnici o professionali per l'agricoltura) Coinvolgimento di testimoni privilegiati nelle azioni di conservazione Nell'esecuzione delle attività previste nel presente progetto saranno coinvolti, oltre che gli allevatori interessati e loro associazioni (APA) gli enti locali territoriali (Comuni, Provincia e Comunità Montane), anche esperti a livello nazionale di Università e Centri di Ricerca. 5 Modalità di monitoraggio 5.1. Indicatori fisici Il progetto interesserà i nuclei di animali presenti presso il centro di conservazione delle razze ovine autoctone di Villiago (circa 140 capi) oltre a 5-6 allevatori custodi che inizieranno l'applicazione dello schema di conservazione Indicatori economici La valutazione della ricaduta economica delle azioni di conservazione della biodiversità sul comparto dell'allevamento ovino regionale è difficilmente quantificabile nel breve e medio periodo. Ciò nonostante si ritiene che la difesa della biodiversità animale, e nello specifico delle razze ovine venete, possa rappresentare nel lungo periodo un importante fattore di diversificazione produttiva per le aziende agricole presenti nelle aree marginali montane. Il progetto interessa un comparto di circa 60 aziende situate in area montana, principalmente ad indirizzo misto, con una PLV media stimata per azienda (limitatamente all'allevamento degli ovini) di poco superiore a euro Azioni di sensibilizzazione degli operatori e divulgazione Per la parte informativa e divulgativa si prevedono: incontri tecnici con allevatori nelle aree interessate (coinvolgendo circa persone); - 1 convegno a livello regionale, in occasione di specifiche manifestazioni di settore; - 1 corso per allevatori e tecnici esperti valutatori delle razze ovine venete; - la produzione di schede tecniche (1000 copie). INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DI RAZZE AVICOLE LOCALI DEL VENETO "CO.VA" 1 Obiettivi 1.1. Notizie di sintesi L'intervento denominato COVA (Conservazione e Valorizzazione di razze avicole venete), prende in considerazione alcune delle razze che per aspetti storici, socio-culturali e potenzialità produttive, sono state giudicate interessanti e meritevoli di tutela e valorizzazione. Tra le cause dell'attuale limitata diffusione di queste razze, si possono citare la diffusa offerta di prodotti standardizzati e l'impiego di incroci in grado di raggiungere elevate prestazioni produttive. Lo sviluppo di microfiliere locali e di nicchia, quale strategia da contrapporre alla realtà del mercato risulta particolarmente interessante nel settore avicolo, soprattutto grazie all'impiego di razze locali. Di seguito si ricordano le razze coinvolte: Robusta Maculata, Robusta Lionata, Ermellinata di Rovigo, Pepoi, Padovana Camosciata, Padovana Dorata, Polverara Nera e Bianca, Faraona Camosciata, Anatra Mignon, Anatra Germanata Veneta, Tacchino Ermellinato di Rovigo, Tacchino Comune Bronzato Obiettivi generali Il progetto ha lo scopo di conservare la biodiversità e quindi salvaguardare quelle razze a limitata diffusione. Questo permette non solo di tutelare e di mantenere un patrimonio culturale e storico che le razze autoctone conservano in sé, ma rappresenta anche un bene da difendere e da trasmettere alle generazioni future, per il miglioramento della qualità della vita Obiettivi specifici Prosecuzione del Piano di conservazione

5 Scopo principale di un piano di conservazione di una razza a limitata diffusione è il suo mantenimento in purezza. Un piano di conservazione può essere di 3 tipi: in situ: se il mantenimento delle razze avviene all'interno dei loro sistemi produttivi; ex situ: se si utilizzano tecniche basate sulla crio-conservazione di materiale genetico (es. seme, oociti, embrioni) o se si allevano animali fuori dal loro ambiente originario; misto: se si utilizza una combinazione dei primi due tipi. Per le razze avicole venete si è scelta la prima tipologia, ossia quella di mantenere ed allevare in situ le risorse genetiche storicamente presenti e diffuse nel territorio regionale. E' evidente che quando la popolazione da conservare non risulta in produzione, il programma di conservazione può risultare costoso, specialmente quando sono coinvolte diverse razze e i nuclei di selezione per ciascuna razza da conservare sono numerosi. Pertanto, il principale fattore di costo di un piano di conservazione è rappresentato dalla dimensione effettiva della popolazione, ossia dell'effettivo numero di soggetti maschi e femmine geneticamente diversi tra loro. Generalmente in una popolazione selezionata casualmente, per non superare la soglia dell'1% di consanguineità per generazione (soglia a rischio), si stima che il numero minimo consentito di soggetti non dovrebbe risultare inferiore a 50 individui, dei quali 50% maschi e 50% femmine. Tale numerosità può tuttavia essere modificata come da tabella (Meuwissen, 1999) utilizzando diversi rapporti tra maschi e femmine. Per le razze avicole venete si è scelta l'ipotesi 2 creando nuclei di selezione con 20 maschi e 34 femmine. Ipotesi Numero di maschi Numero di femmine E' importante ricordare che gli individui che formano la generazione di partenza o base population di un piano di conservazione siano scelti al fine di massimizzare la variabilità genetica tra loro. Nell'applicare un piano di conservazione dovrebbe essere garantito il più largo numero di animali fondatori al fine di minimizzare la parentela media entro il gruppo scelto. Tale obiettivo può essere perseguito efficacemente se si dispone di un'identificazione (es. marcatura alare) e di una registrazione delle genealogie dei soggetti. Per questo fine si è avviato nell'ambito del progetto di conservazione delle razze avicole venete la costituzione di registri anagrafici per ciascuna razza in conservazione prevedendo l'identificazione individuale dalla nascita, per ciascun soggetto. Nel caso di popolazioni prive di registrazioni genealogiche, il semplice prelievo di un campione di sangue e la conseguente applicazione di tecniche di genetica molecolare, consentono di analizzare il DNA e di quantificare la relazione tra razze e tra individui entro razza, tipizzando i singoli soggetti per una serie di marcatori molecolari. A questo proposito, i marcatori molecolari utilizzati nell'ambito del piano di conservazione delle razze avicole venete sono stati gli AFLP (Amplified, Fragment Length Polymorphism) che rappresentano una sorta di codice a barre specifico per ciascun soggetto. Gli animali che vengono scelti per la riproduzione devono, da un lato garantire la conservazione degli standard morfologici di razza e dall'altro evitare una diminuzione della variabilità genetica che incrementa i rischi di depressione da consanguineità. La scelta quindi dei riproduttori risulta molto delicata ed importante per la buona riuscita di un piano di conservazione. Per rendere tale fase la più efficace possibile è prevista, nell'ambito del progetto di conservazione delle razze avicole venete, la raccolta e la successiva analisi dei dati relativi ai parametri produttivi e riproduttivi. Queste attività permettono di caratterizzare in modo più analitico le razze in conservazione e garantiscono la creazione di una base dati unica nel territorio nazionale, in continuo aggiornamento e di utile impiego per la quotidiana gestione del piano e per la successiva fase di valorizzazione di queste razze Risultati attesi Alla base di un piano di conservazione, c'è la necessaria conoscenza e monitoraggio della risorsa da conservare, che non può limitarsi al semplice mantenimento di caratteristiche morfologiche tipiche della razza, ma deve anche prevedere lo sviluppo di strategie di selezione, di piani di riduzione della consanguineità e di programmi di integrazione e valorizzazione al fine di diffonderla nel territorio e di renderla indipendente dai finanziamenti pubblici. 2 Strumenti La realizzazione del progetto CO.VA. oltre al coinvolgimento del Dipartimento di Scienze Zootecniche dell'università di Padova per la consulenza scientifica e dell'istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie per gli aspetti igienico-sanitari (in particolare per verificare la presenza della Salmonella Pullorum) e di profilassi veterinaria, vede il coinvolgimento di alcuni Istituti Professionali ed Agrari veneti quali Centri di conservazione. La scelta di calare il Progetto di conservazione presso gli Istituti Agrari, è dettata dalla valenza, oltre che sperimentale anche didattica del progetto e dalle competenze e disponibilità riscontrate nelle scuole coinvolte. Allo scopo di organizzare le attività inerenti all'applicazione del piano di conservazione, è stato istituito un gruppo di lavoro con la partecipazione di rappresentanti per ogni struttura coinvolta. Questo favorisce lo scambio di competenze e la formazione del personale coinvolto Attrezzature e beni durevoli Il progetto prevede che in ogni Centro di conservazione avvenga il ciclo completo di produzione e riproduzione. Ogni Istituto quindi è tenuto ad allestire degli spazi "a pulcinaia" per il primo e secondo periodo di allevamento, utilizzando lampade a raggi

6 infrarossi per il riscaldamento dei pulcini, abbeveratoi, mangiatoie e posatoi per il riposo notturno. Per il secondo periodo di allevamento vengono allestiti dei "parchetti" per il razzolamento degli animali, recintando dei terreni con reti e pali. Durante la fase della riproduzione le femmine dovranno disporre di nidi per la deposizione delle uova. Le uova "idonee" per genealogia saranno incubate in incubatrici e fatte schiudere in apposite camere di schiusa Beni di consumo - spese di allevamento e riproduzione presso i Centri di conservazione: truciolo; mangime e granaglie; gabbie per il trasporto; prodotti di ferramenta e di falegnameria per la realizzazione di strutture operative come cancelli, retini e pannelli di cattura, angolari antisoffocamento, ecc. - spese di consulenza e servizi: collaborazione tecnico/scientifica con l'università di Padova e con l'istituto Zooprofilattico delle Venezie, collaborazioni con le ASL di competenza territoriale; ecc. - spese per l'acquisto di prodotti veterinari: vaccini, prodotti disinfettanti, provette e siringhe per le analisi, ecc. - spese varie: spese di piccola manutenzione, ecc Risorse umane Per il presente progetto saranno impegnati: - un tecnico, responsabile dell'esecuzione del progetto (Settore Ricerca e Sperimentazione Agraria e Ittica di Veneto Agricoltura); - personale tecnico e operaio aziendale (azienda pilota e dimostrativa di Veneto Agricoltura di Sasse Rami); - personale tecnico-scientifico di strutture convenzionate (Istituti Tecnici Agrari,ecc.) Risorse finanziarie Categorie di costo Anni 2006/07 Personale dipendente ,00 Materiale durevole - Materiale di consumo ,00 Servizi e consulenze ,00 Divulgazione 3.000,00 Spese generali 4.892,20 Totale , Strutture attivate, soggetti pubblici e privati coinvolti per gli interventi di conservazione della biodiversità Il progetto sarà coordinato dall'azienda regionale Veneto Agricoltura e coinvolgerà l'azienda pilota dimostrativa di Sasse Rami, dove ha sede il Centro di conservazione delle razze avicole venete e gli enti di seguito elencati: - IPSAA "A. della Lucia" di Feltre (BL), IPSAA "C. Cavour" di Castelfranco Veneto (TV) e di sede coordinata di Montebelluna, ITAS "Cerletti" di Conegliano (TV), ITAS "Duca degli Abruzzi" di Padova, Dipartimento di Zootecnia dell'università di Padova, Istituto Zooprofilattico delle Venezie di Legnaro, Uffici Veterinari ASL di competenza territoriale e gli allevatori dell'associazione Gallina Polverara. 3 Ripartizione dei tempi di realizzazione delle attivita' previste nel presente progetto anno attività trimestri Incubazione e schiusa Allev. I e II periodo Scelta dei riproduttori Raccolta delle uova Pesata dei riproduttori Analisi DNA e Pullurosi Controlli sanitari Rotaz. maschi riprod. Manut. recinti pollai 4 Interventi previsti 4.1. Collegamenti con attività e altri progetti in corso di svolgimento Il progetto si innesta sul programma pluriennale già condotto da Veneto Agricoltura per la difesa della biodiversità in agricoltura e in particolare per la conservazione delle razze avicole venete Indicazione della necessità di conservazione delle razze ai fini di mantenere la biodiversità animale di interesse agrario Il programma di conservazione e di valorizzazione di razze avicole locali venete si accorda con quanto indicato dal

7 regolamento comunitario 1804/98 sulla produzione di animali con metodo biologico in cui si suggerisce l'utilizzo di razze autoctone caratterizzate da maggiore rusticità ed adattabilità all'ambiente. Appare inoltre necessario approfondire la conoscenza delle caratteristiche produttive e qualitative delle razze autoctone, per rispondere alla richiesta sempre maggiore di prodotti di qualità da parte del mercato Molte indicazioni in tal senso provengono anche da Amministrazioni Provinciali e Comunali, Associazioni di categoria e agriturismi Coinvolgimento di testimoni privilegiati nelle azioni di conservazione Per testimoni privilegiati si intendono tutti i soggetti esterni, in particolare le strutture scientifiche indicate al precedente punto 2.5, che da tempo collaborano alle iniziative di ricerca e sperimentazione attivate da Veneto Agricoltura e che possono essere considerati i testimoni più rappresentativi del settore. 5 Modalità di monitoraggio 5.1. Indicatori fisici Operativamente il progetto CO.VA. è attivo presso 4 Istituti Agrari del Veneto con 5 sedi di allevamento nelle aree geografiche di Feltre, Padova, Castelfranco Veneto, Montebelluna e Conegliano. Veneto Agricoltura per sottolineare ulteriormente la valenza regionale del progetto, ha istituito presso la propria azienda "Sasse Rami" di Ceregnano il Centro di Conservazione delle razze avicole del Veneto Indicatori economici La valutazione della ricaduta economica delle azioni di conservazione della biodiversità sul comparto avicolo regionale sono difficilmente quantificabili nel breve e medio periodo. Ciò nonostante si ritiene che la difesa della biodiversità animale, e nello specifico delle razze avicole venete, possa rappresentare nel lungo periodo, un importante fattore di diversificazione produttiva per le aziende agricole multifunzionali (agriturismo, fattorie didattiche, ecc.) Azioni di sensibilizzazione degli operatori e divulgazione Come già accennato, la scelta di calare il Progetto di conservazione presso gli Istituti Agrari è dettata dalla valenza oltre che sperimentale, anche didattica del progetto e dalle competenze e disponibilità riscontrate nelle scuole coinvolte. Gli allevamenti presso le aziende degli Istituti sono diventati meta di studenti che partecipano con passione a tutte le operazioni, sia pratiche (scelte di razza, rotazione dei riproduttori maschi, ecc) che informatiche, con l'inserimento di tutti i dati di allevamento. Inoltre allo scopo di organizzare le attività inerenti all'applicazione del piano di conservazione, è stato istituito un "Gruppo di Lavoro" con la partecipazione di rappresentanti di ogni struttura partecipante. Questo favorisce lo scambio di competenze e la formazione del personale coinvolto. Verranno prodotte anche apposite schede tecniche.

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