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1 I SIMBOLI RELIGIOSI NELLA COMUNITA MULTICULTURALE

2 SIMBOLO La nostra società si è trasformata in senso multiculturale e multireligioso frequente utilizzo di simboli anche e soprattutto religiosi quale fattore di riconoscimento e di reciproca aggregazione.

3 Il simbolo può essere definito essenzialmente come un tipo di segno: un oggetto un espressione grafica un particolare comportamento E testimonianza diretta della stessa appartenenza confessionale.

4 I simboli sono totalmente svincolati dalla lingua e pertanto t sono capaci di veicolare il loro significato ifi in maniera semplice, universale ed immediata. SEMPLICI : portatori di significato e lo comunicano con immediatezza. UNIVERSALI : sciolti dalla nazionalità e dalla lingua. D IMPATTO : coinvolgono la sfera emotiva. Svolgono una funzione aggregativa (symballo=mettere insieme), in quanto segni d appartenenza e di riconoscimento uniscono i fedeli Ma anche una funzione disgregativa (diàballò) per coloro che in quel segno non si riconoscono.

5 SIMBOLI / ABBIGLIAMENTO Oggetti o indumenti a carattere simbolico attraverso i quali il fedele manifesta la propria p appartenenza religiosa turbante per i sikh e pugnale (kirpan) kippah per gli ebrei Velo (o burqa) per le islamiche

6 Il Kirpan Pugnale (con lama di 17 cm) emblema della resistenza al male Oggetto offensivo o simbolo religioso i? Trib. Cremona 19/02/2009: Un indiano sikh va assolto ex art. 4, l. 18 aprile 1975, n. 110 dal reato di porto ingiustificato di armi od oggetti atti ad offendere, in quanto il kirpan, pugnale della lunghezza di circa 17 cm che egli portava con sé, costituisce un segno distintivo di adesione a una regola religiosa e, quindi, una modalità di espressione della fede religiosa, garantita dall art. 19 Cost.

7 Corte di Cassazione, Sez. Penale Sentenza 16 giugno 2016, n La ragione di natura religiosa, costituita dalla adesione alle regole e alle tradizioni della religione Sikh, non giustifica il porto del coltello in un ufficio pubblico, dovendo la manifestazione delle pratiche religiose necessariamente adeguarsi ai valori ifondamentali dell ordinamento giuridico italiano, coi quali non possono entrare in contrasto, nel cui ambito assume rango primario la tutela della sicurezza pubblica e dell incolumità delle persone assicurata dalla disciplina delle armi e degli altri oggetti atti ad offendere, che non può certamente legittimare la condotta del ricorrente.

8 Velo islamico Art. 5 della l. n. 152/1975, Disposizioni a tutela dell ordine pubblico: E vietato l uso di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo oatto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo evitare che l utilizzo di caschi o di altri mezzi possa avvenire con la finalità di evitare il riconoscimento divieto assoluto solo in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico Burqa si tratta di un utilizzo che generalmente non è direttoade evitare ilriconoscimento riconoscimento, ma costituisce isce attuazione di una tradizione di determinate popolazioni e culture

9 Si consente nel nostro ordinamento che una persona indossi il velo per motivi religiosi o culturali; le esigenze di pubblica sicurezza sono soddisfatte dal divieto di utilizzo in occasione di manifestazioni e dall obbligo per tali persone di sottoporsi all identificazione d f e alla rimozione del velo, ove necessario a tale fine Min. Interno Circ. n. 4 del l1995 autorizza l uso dl del copricapo nelle foto destinate alle carte d identità, purchè risultino ben visibili i tratti del viso

10 Il velo nei Tribunali Consiglio Superiore della Magistratura, delibera 22 febbraio 2012: Caso di una interprete di fede musulmana che, invitata dal giudice a scoprire il capo in ottemperanza all obbligo di legge, si rifiutava di eseguire la richiesta e si allontanava rinunciando all incarico deve essere garantito il pieno rispetto di quelle condotte che senza recare turbamento al regolare e corretto svolgimento dell udienza costituiscono legittimo esercizio del diritto di professare la propria religione, anche uniformandosi ai precetti che riguardano l abbigliamento ed altri segni esteriori.

11 Il velo nelle scuole pubbliche Parere del Garante regionale dei diritti della persona del 17 febbraio 2015: eventuali misure restrittive sarebbero illegittime e contrarie alle disposizioni nazionali ed europee la misura del divieto di indossare il velo islamico in classe, appare incoerente con gli obiettivi proclamati di contrastare le forme di razzismo, bullismo e discriminazione religiosa. Rispetto dei diritti civili delle minoranze Gli studenti vanno educati al rispetto delle differenze, alla convivenza, al dialogo e alla lotta alle discriminazioni i i i i ed in particolare all islamofobia.

12 Simboli religiosi nelle carceri Dp D.p.r. 30giugno , n. 230 Regolamento recante norme sull ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà: riconosce al detenuto il diritto di esporre, nella propria camera individuale d o nel proprio spazio di appartenenza nella camera a più posti, immagini e simboli dll della propria confessione religiosa (art. 58, comma 2), il cui esercizio costituisce una proiezione diretta del dldiritto i di libertà religiosa i (art. 19 Cost.).

13 ..nei seggi elettorali Caso Montagnana Nominato scrutatore presso un seggio elettorale a Cuneo, si rifiuta di adempiere all incarico incarico. Il suo diniego dipendeva dalla presenza dei crocifissi nelle aule dei seggi che comportava la violazione della libertà di coscienza degli elettori e del principio di laicità dello Stato. Di fatto, però, nel suo seggio non c era il Di fatto, però, nel suo seggio non cera il crocifisso.

14 Cassazione penale 439 / 2000 Il rispetto del principio di laicità e della libertà di coscienza ha direttamente determinato il rifiuto La libertàdicoscienzaè è un «bene costituzionalmente rilevante» e va tutelata nella massima estensione compatibile con altri beni costituzionalmente rilevanti Costituisce giustificato motivo di rifiuto dell ufficio di presidente, scrutatoreo o segretario la manifestazione della libertà di coscienza, il cui esercizio determini un conflitto tra la personale adesione al principio supremo di laicità dello Stato e l adempimento dell incarico a causa dell organizzazione elettorale in relazione alla presenza nella dotazione obbligatoria di arredi dei locali destinati a seggi elettorali, pur se casualmente non di quello di specifica designazione, del crocifisso o di altre immagini religiose.

15 Tribunale di Napoli, Ordinanza 26 marzo 2005 La mera esposizione del crocifisso, nel quale si identifica ancora oggi,sotto il profilo spirituale, la largamaggioranzadei cittadini italiani, in assenza di qualsivoglia divieto normativo, costituisce la testimonianza di tale diffuso sentimento, senza alcuna valenza discriminatoria nei confronti delle altre religioni, la cui libera professione è senza alcun dubbio consentita e garantita dallo Stato. Né da tale presenza pare derivare alcuna violazione e/o condizionamento quanto al libero esercizio del diritto di voto, dovendosi in primo luogo ricondurre tale simbolo alla radicata tradizione ionereligiosa e culturale del Paese, senza necessariamente dedurne un interferenza, anche solo indiretta, rispetto alle varie consultazioni (politiche, amministrative i ti o referendarie).

16 Il crocifisso nelle aule dei Tribunali Circolare del Ministro Rocco, Ministro Grazia e Giustizia, 29 maggio 1926, n. 2134/1867 recante Collocazione del crocifisso nelle aule di udienza, che recita: Prescrivo che nelle aule d udienza, sopra il banco dei giudici e accanto all effige di Sua Maestà il Re sia restituito il crocifisso, secondo la nostra tradizione. i Il simbolo venerato sia solenne ammonimento di verità e giustizia. I capi degli uffici giudiziari vorranno prendere accordi con le Amministrazioni Comunali affinché quanto esposto sia eseguito con sollecitudine e con decoro di arte quale si conviene all altissima funzione della giustizia

17 Caso giudice Tosti Il magistrato Luigi Tosti si rifiuta di tenere udienza finché all intero Tribunale di Camerino non fossero stati rimossi i crocifissi presenti Cassaz. Penale 28482/2009: La circolare del ministro di grazia e giustizia del 1926 è atto amministrativo generale privo di fondamento normativo Detta circolare contrasta con : il principio supremo di laicità dello Stato il principio di libertà di coscienza e religione, inteso non solo in senso positivo (tutela della fede professata dal credente) ma anche in senso negativo (tutela del non credente che rifiuta di avere una fede) Viene però disposta l espulsione del giudice dalla Magistratura poiché, essendogli stata concessa possibilità di tenere udienza in aula priva di simboli religiosi, si rendeva insussistente la lesione del suo diritto di libertà di religione. Il suo rifiuto di tenere udienza rientra nel reato di omissione di atti d ufficio.

18 Cass., SS.UU., sentenza 9 febbraio 2011, n L arredo Larredo laico dell aula delle Sezioni Unite, doveviene viene esercitata al massimo livello la funzione della Corte, si pone in contrapposizione all eventuale arredo confessionale delle aule dei giudici di merito e non può non essere interpretato nel senso che essa garantisce l esatta osservanza e l uniforme interpretazione della legge e l unità del diritto oggettivo nazionale, al di fuori di ogni influenza di tipo confessionale.

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