Rischi da Pesticidi in ambito occupazionale
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1 Rischi da Pesticidi in ambito occupazionale Fabriziomaria Gobba Cattedra di Medicina del Lavoro Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro Reggio Emilia, Aula Magna P. Manodori, Sabato 25 Gennaio 2014
2 PESTICIDI PRODOTTI FITOSANITARI Proteggere i vegetali da organismi dannosi (antiparassitari) Favorire o regolare il metabolismo, esclusi fertilizzanti (fitoregolatori) Conservare prodotti vegetali (es. antigermoglianti) Eliminare piante infestanti (diserbanti) Eliminare parti vegetali o limitare/evitare accrescimento indesiderato (DLgs 194, DPR 290/01)
3 Specificità: Interferire con il ciclo vitale della specie biologica di cui è necessario limitare/impedire la proliferazione (organismo bersaglio) dispersi nell ambiente per raggiungere tali specie Difficile selettività assoluta dell azione possono causare effetti anche su organismi non target ( forme di vita utili, o semplicemente non nocive, uomo) Per questa ragione è necessario mettere a punto strumenti adeguati per la valutazione e gestione del rischio.
4 Specificità tossicologiche dei prodotti fitosanitari. Composti usualmente da - Principio attivo - Coadiuvanti - Coformulanti I prodotti fitosanitari sono miscele che contengono sostanze attive, molecole di struttura variamente complessa, prodotte usualmente per sintesi dall industria chimica, additivate con coadiuvanti per migliorare l efficacia (emulsionanti, adesivanti, ecc.), diluite in altri prodotti chimici, i coformulanti (diluenti inerti) per migliorarne le caratteristiche e consentirne un più efficace uso sul campo.
5 Specificità tossicologiche dei prodotti fitosanitari. In termini generali, la sostanza attiva è contenuta nella formulazione commerciale in ragione del 20% - 1% in peso (la parte rimanente essendo costituita dai coadiuvanti e coformulanti, deliberatamente aggiunti in modo da disperdere in modo ottimale la sostanza attiva una volta spruzzata sulle colture). Di conseguenza, solo una frazione corrispondente del materiale solido (più frequentemente) o liquido concentrato che viene a contatto con l operatore è costituita dalla sostanza attiva.
6 Specificità tossicologiche dei prodotti fitosanitari. Le sostanze attive sono obbligatoriamente oggetto di ampi studi di tossicità, efficacia e sicurezza il cui esito positivo è vincolante perché venga concessa l autorizzazione all impiego. Per questa ragione, per i prodotti fitosanitari esiste una buona disponibilità di dati sin dal momento dell introduzione in commercio, paragonabile a quella disponibile per i farmaci, e maggiore di quella disponibile per la gran parte delle sostanze chimiche di uso industriale (es. vedi Min. Salute, Banca dati dei prodotti fitosanitari, Min. Politiche Agricole, alimentari e forestali, altri)
7 Specificità tossicologiche dei prodotti fitosanitari. Fase pre-marketing : informazioni chimico-fisiche e tossicologiche delle sostanze attive, dei loro formulati, dei metaboliti e dei prodotti di degradazione ambientale, tra cui coefficienti di distribuzione (lipidi, acqua), di assorbimento cutaneo, dati tossicocinetici, etc. Il produttore propone un Acceptable Operator Exposure Level (AOEL) espresso in mg/kg di peso corporeo e per giornata lavorativa. AOEL rappresenta la massima dose sistemica che, assunta dal lavoratore tutti i giorni dell anno di lavoro e per l intera vita lavorativa, consente di non sviluppare effetti nocivi conseguenti al prodotto specifico (CEC 1991, CEC 2001, EC 1997). L Ente autorizzatore nazionale o europeo può accettarlo o meno. La normativa europea prescrive, per la verifica dell AOEL, l applicazione di modelli di calcolo messi a punto da Enti nazionali e recepiti dalla UE come idonei, quali German Model, UK-POEM, EU- POEM.
8 Da: Moretto, 2009
9 Da: Moretto, 2009
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13 Specificità tossicologiche dei prodotti fitosanitari. l etichetta deve riportare, tra le informazioni contenute: - le dosi raccomandate di impiego; - le istruzioni per impedire l impropria dispersione ambientale del prodotto; - i DPI eventualmente necessari affinchè, operando nelle condizioni indicate, la dose assunta non ecceda quella massima consentita.
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19 Dati: Stime Agrofarma
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22 FITOSANITARI DI IMPIEGO COMUNE IN AMBITO LAVORATIVO Composti Organofosforici: Utilizzati come insetticidi, ed anche come erbicidi (es. glifosate) Nella loro struttura si riconosce un atomo di fosforo centrale legato a quattro sostituenti, ad uno dei quali (ossigeno o zolfo) mediante un doppio legame. Dei restanti tre sostituenti, tutti a legame semplice, due sono gruppi metossilici o etossilici mentre il terzo è un gruppo R più o meno lungo, legato al fosforo mediante un atomo di ossigeno o di zolfo. Il gruppo R determina la diversità tra i vari composti. I più noti sono il malathion ed il parathion. Come i carbammati, essi sono molto reattivi nei confronti dell'acqua e pertanto vengono utilizzati al posto degli organoclorurati.
23 SOSTANZE DI IMPIEGO COMUNE IN AMBITO LAVORATIVO Carbammati: Utilizzati come insetticidi, ma anche come erbicidi e fungicidi. Sono esteri alchilici dell'acido carbammico in cui un ulteriore gruppo alchilico sostituisce un atomo di idrogeno del gruppo -NH 2. Sostanze più note: carbofuran, carbaryl, aldicarb. Interferiscono con il metabolismo inibendo l'acetilcolinesterasi; gli erbicidi e fungicidi molto meno/nulla. Preferiti agli organoclorurati in quanto essendo meno stabili possono essere idrolizzati in composti più semplici aventi una minore tossicità.
24 SOSTANZE DI IMPIEGO COMUNE IN AMBITO LAVORATIVO Ditiocarbammati: Utilizzati come fungicidi Entrambi gli atomi di idrogeno del gruppo amminico possono essere sostituiti da gruppi alchilici. Agiscono interferendo con i processi di assimilazione dell'ossigeno o con l'attività di metalloenzimi o enzimi sulfidrilici. Tiourami, dilmetil-ditiocarbammati, etilen-bis-ditiocarbammati; Un esempio di ditiocarbammato è il metham-sodio.
25 Erbicidi Dipiridilici: Costituiti da due anelli piridilici in cui gli atomi di azoto portano dei sostituenti alchilici; il suffisso -quat è infatti dovuto alla presenza, nella molecola, di un atomo di azoto quaternario. Sono erbicidi molto utilizzati, che agiscono come essiccanti; I più importanti di questa classe sono il diquat ed il paraquat.
26 Triazine: Utilizzate soprattutto come erbicidi. Composte da un anello eterociclico aromatico nel quale gli atomi di azoto si alternano ad atomi di carbonio. Ai tre atomi di carbonio sono legati due sostituenti amminici e un atomo di cloro. La più nota è l'atrazina Le triazine agiscono sulle specie vegetali inibendone la fotosintesi: la capacità di alcune piante di metabolizzarle è responsabile della loro selettività. Caratterizzate da basso grado di tossicità L'assorbimento di radiazione UV porta alla loro degradazione in seguito alla perdita dei gruppi alchilici dei sostituenti amminici.
27 Fenossiacidi clorurati Utilizzati come diserbanti. Costituiti da un'unità fenossicarbossilica (derivati dell'acido acetico o dell'acido propionico) variamente sostituita con cloro sull'anello aromatico. I più noti sono il 2,4-D (acido 2,4-diclorofenossiacetico) ed il 2,4,5-T (acido 2,4,5-triclorofenossiacetico) non più in uso in Italia. Il più importante problema ambientale della 2,4,5_T è la possibile contaminazione da dibenzodiossine.
28 Esposizione occupazionale a fitofarmaci settore industriale (lavoratori addetti alla produzione o alla formulazione); settore agricolo (distribuzione in campo aperto e in ambiente confinato, rientro in coltura); altri (trattamenti di disinfestazione, derattizzazione, veterinaria, cura degli animali domestici, ecc.)
29 Esposizione nel settore industriale: pochi principi attivi per prolungati periodi di tempo esposizione relativamente costante Stima del rischio più semplice. Esposizione in agricoltura ed altri: Numerose sostanze/miscele variabili per brevi periodi di tempo Esposizioni intermittenti, e comunque a livelli molto variabili in dipendenza del tipo di coltura, del clima o del microclima, del tipo di mansione svolta, dei mezzi impiegati per la distribuzione, ecc. Uso variabile/scorretto/inadeguato DPI
30 VIE DI PENETRAZIONE DEI FITOFARMACI IN AMBITO OCCUPAZIONALE Prevalenti via inalatoria e cutanea Assorbimento gastroenterico di norma ridotto, da deglutizione di piccole particelle depositate a livello delle prime vie aeree. Accordo di dati su minore importanza della quota inalatoria (aerosol o vapori) rispetto a quella cutanea (eccezione dei fumiganti: composti molto volatili). Fenske RA, Elkner KP, 1990 Kolmodin-Hedman B et al, 1983 Contaminazione mani e altre zone cutanee scoperte o non adeguatamente protette da indumenti, può rappresentare quote significative della quantità assorbita (fino a oltre il 50% della dose totale. (Davis JE, 1980) L esposizione per inalazione assume un ruolo non trascurabile nelle attività industriali (Aprea C et al, 1998)
31 Principali fasi di lavoro in agricoltura che comportano un rischio di esposizione Miscelatura Applicazione Rientro Pulizia e manutenzione
32 PRINCIPALI FASI A RISCHIO a) miscelatura e riempimento irroratrice con formulato commerciale b) distribuzione in campo c) lavaggio irroratrice e contenitori vuoti dei fitofarmaci d) manutenzione irroratrice e relativi componenti (filtri, ugelli, ecc) Da: Balsari e Oggero, Università di Torino, 2010
33 Attività a rischio nel comparto agricolo 1) Miscelatura e Carico Prelievo dei fitosanitari dalle confezioni, miscelatura (sostanze chimiche, acqua ), trasferimento nel serbatoio del mezzo di irrorazione; preparazione miscela finale da applicare sulla coltura da trattare (fase più a rischio della mansione è versamento della miscela nel serbatoio: possibilità di esposizioni anche elevate). Esposizione dell operatore sia per via orale (inalatoria e per ingestione di polveri) che cutanea, attraverso la contaminazione delle mani e delle altre aree del corpo non protette oppure dell abbigliamento indossato. Maggiore esposizione dell operatore se: -elevata concentrazione del principio attivo nel prodotto manipolato; -elevato numero giornaliero di carichi (aumento probabilità di contatto estemporaneo, di sversamento accidentale, di inalazione di polveri); -preparazione miscela in ambiente confinato rispetto a ambiente aperto; -sono utilizzati formulati in polvere o liquidi, rispetto ai formulati in granuli (esposizione virtualmente assente per uso di sacchetti solubili); -pre-miscelazione con pala (formulati in polvere), rispetto al versamento diretto (formulati liquidi).
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35 Attività a rischio nel comparto agricolo 2) Applicazione sulla coltura L operatore distribuisce il prodotto, in genere una soluzione in acqua dei prodotti necessari, il più possibile omogenea e di composizione costante nel tempo, sul terreno o direttamente sulle piante da trattare. Nel caso di terreni pianeggianti e di forma apprezzabilmente regolare, l applicazione avviene generalmente con mezzi meccanici (trattori con autobotte al traino o veicoli semoventi speciali): la distribuzione omogenea del volume di sospensione acquosa avviene con dispositivi che generano dispersioni di gocce d acqua in aria, di dimensioni tali da non generare nebbie in grado di disperdersi in modo incontrollato sotto l azione delle correnti d aria. L applicazione in campo è in genere la fase del trattamento che concorre in misura maggiore all esposizione dell operatore e le diverse tecniche di dispersione del prodotto condizionano in misura notevole l entità dell esposizione individuale.
36 Contaminazione puntiforme Trasporto Stoccaggio Riempimento Lavaggio Gestione residui
37 2) Applicazione sulla coltura In questa fase, l entità dell esposizione e la sua pericolosità dipendono da: -quantità complessiva di fitosanitario applicata nella giornata di lavoro; -estensione della superficie trattata; -natura del fitosanitario scelto e concentrazione della sostanza attiva; -attività biocida della quantità raccomandata di sostanza attiva per trattare efficacemente il terreno, secondo estensione e tipo di patologia/infestazione; -tipo di coltura su cui è effettuata l applicazione: esposizioni generalmente più elevate per le colture alte ( trattate dall operatore dirigendo il getto verso l alto rispetto alla propria posizione, p.e. trattamenti di vigneti ed alberi da frutta) rispetto alle colture basse (trattate dirigendo il getto verso il basso rispetto all operatore, p.e. diserbo del mais o del riso); -la quantità o volume di acqua necessaria a disperdere la quantità raccomandata di prodotto sulla superficie di terreno da trattare (concentrazione del prodotto e della sostanza attiva nella miscela che investe le colture); -tempo necessario a trattare la superficie di terreno considerata, in funzione della sua estensione, delle sue caratteristiche (pendenza, organizzazione delle colture) e delle modalità scelte o necessarie per il trattamento (attrezzatura).
38 Oltre il 30% dei trattori utilizzati per la distribuzione dei fitofarmaci nei frutteti Piemontesi è senza cabina o con una cabina senza alcun tipo di filtro (indagine DEIAFA) Con cabina e filtri 67% Con cabina ma senza filtri 13% Senza cabina 20% 0% 20% 40% 60% 80%
39 Il 10% dei frutticoltori effettua il trattamento senza l impiego di cabina e non utilizza alcun dispositivo di protezione. (indagine DEIAFA). Maschera 8% Maschera e tuta 12% Maschera + tuta + guanti 70% Nulla 10% 0% 20% 40% 60% 80%
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41 Attività a rischio nel comparto agricolo 3) Rientro Operazioni prevalentemente manuali sulle piante o loro strutture di supporto (permanenti o temporanee), nel campo già trattato, con contatto delle mani o (incidentalmente) di altre parti del corpo con le superfici su cui i fitofarmaci si sono depositati. Varie operazioni, con tempi di contatto più o meno lunghi: potatura, legatura dei tralci, pulizia manuale dalle erbe infestanti, raccolta dei rifiuti vegetali dal terreno. Esposizione per contatto diretto delle parti del corpo non protette con le superfici su cui i fitofarmaci si sono depositati (contributo limitato da inalazione o ingestione di polveri, se non in condizioni di vento). Esposizione cutanea risente di: altezza da terra delle piante e loro densità (distanza nel filare e tra filari contigui). Mancato uso di guanti da lavoro. Colture in serra: l ambiente di lavoro è di fatto uno spazio confinato; i prodotti applicati permangono per un tempo superiore, maggiore umidità ambientale, temperatura più elevata: influiscono sull esposizione cutanea e inalatoria, generalmente aumentandole.
42 Attività a rischio nel comparto agricolo 4) Pulizia e manutenzione ordinaria delle macchine agricole e dei D.P.I. riutilizzabili. Questa fase avviene ordinariamente al termine delle attività giornaliere di trattamento: consiste nella pulizia delle macchine agricole, nello svuotamento e nella bonifica dei serbatoi dai residui e nell esecuzione di eventuali piccole riparazioni o regolazioni di dispositivi. In alcuni casi, questa attività è quella che principalmente concorre a determinare l esposizione degli addetti (Baldi et al., 2006). Esposizione principalmente per contatto diretto delle parti del corpo non protette con le parti delle macchine agricole insudiciate. Livelli di esposizione dipendono da: -entità della contaminazione delle parti del macchinario; -durata degli interventi (anche intesa come percentuale rispetto al tempo totale di lavoro); -età e stato generale dell attrezzatura.
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44 DPI: Costi (indicativi) Maschera respiratoria con filtri a carboni attivi: (solo cartuccia ) Guanti resistente agenti chimici : Tuta resistente agenti chimici : TOTALE < 100 Euro!!
45 Conclusioni Prodotti fitosanitari Numerosissimi principi attivi, ancora pià numerosi prodotti commerciali Dati sulla tossicità generalmente disponibili Profonde differenze tra esposizione nella produzione e quella nell uso Esposizioni molto variabili (sostanze e modalità d uso differenti), discontinue /intermittenti Valutazione del rischio certamente complessa
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