PAT Piano di Assetto del Territorio RELAZIONE

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1 Comune di Grezzana Provincia di Verona PAT Piano di Assetto del Territorio RELAZIONE Sindaco Mauro Bellamoli Settore Attuazione e Pianificazione del Comune Claudio Puttini architetto Progettisti Silvano Carli ingegnere C.M.M.S. ASSOCIATI Marzio Dal Cin architetto Dal Cin & Adorno ASSOCIATI Consulenti Quadro conoscitivo ed informatizzazione Filippo Floresta architetto MapDesk s.r.l. Studio agronomico e VAS Gino Benincà agronomo Studio Benincà Associazione tra Professionisti Piero Martorana agronomo Studio Benincà Associazione tra Professionisti Geologia e Compatibilità idraulica Michele Nobile geologo Geologia Applicata Studio Associato Lorenzo Cadroppi geologo - Geologia Applicata Studio Associato

2 1. DAL DOCUMENTO PRELIMINARE AL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO pag GREZZANA NELL AREA METROPOLITANA VERONESE pag LA SUPERFICIE AGRICOLA TRASFORMABILE pag DETERMINAZIONE DELLA SUPERFICIE AGRICOLA TRASFORMABILE IN ZONE CON DESTINAZIONE DIVERSA DA QUELLA AGRICOLA pag DESTINAZIONE DELLE ZONE DI TRASFORMAZIONE pag LE SCELTE PROGETTUALI DEL PAT pag CARTA DEI VINCOLI E DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Tav. 1 pag CARTA DELLE INVARIANTI Tav. 2 pag CARTA DELLE FRAGILITA Tav. 3 pag CARTA DELLA TRASFORMABILITA Tav. 4 A e 4 B pag IL PAESAGGIO E LA NATURA pag GLI ALLEVAMENTI ZOOTECNICI INTENSIVI pag IL DIMENSIONAMENTO DEL PAT IN RAPPORTO ALLA TRASFORMABILITA ED ALLA ZONA AGRICOLA TRASFORMABILE pag LE POLITICHE INSEDIATIVE DEL PAT pag ATO 1 FONDOVALLE pag ATO 2 COLLINA OVEST pag ATO 3 COLLINA EST pag I RISULTATI ATTESI PER LA POLITICA INSEDIATIVA pag. 42 2

3 1. DAL DOCUMENTO PRELIMINARE AL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO La Giunta Comunale di Grezzana con delibera n 40 in data ha approvato il Documento Preliminare (con i contenuti di cui all art. 3, comma 5, della L.R. 11/04) per la formazione del Piano di Assetto del territorio, proponendo alla Regione Veneto un accordo di pianificazione per la predisposizione dello strumento urbanistico, attivando la procedura concertata di pianificazione (art. 15 L.R. 11/04). In data è stato sottoscritto l Accordo di Pianificazione, a firma del Sindaco del Comune di Grezzana e dell Assessore alle Politiche per il Territorio della Regione Veneta. L Amministrazione di Grezzana ha posto in essere un percorso di pubblicizzazione, partecipazione e concertazione sui contenuti del Documento preliminare, mediante incontri pubblici, attivazione di una sezione dedicata sul sito web del Comune, conferenze ed incontri con i funzionari della Regione veneto. Considerato l esito della concertazione (cfr. Allegato a) alla Delibera della Giunta Comunale n 101 in data ), la Giunta Comunale ha redatto ed approvato la stesura definitiva del Documento Preliminare (Delibera della Giunta Comunale n 101 in data ) quale atto di riferimento per la formazione del Piano di Assetto del Territorio, ed ha inoltre dato avvio al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica. Rimandando alla lettura integrale del Documento Programmatico Preliminare, si sintetizzano nel seguito gli obiettivi posti a base della formazione del PAT. Nel caso di Grezzana, porta della Valpantena per chi proviene da Verona, porto della Lessinia per chi proviene da nord, il territorio deve poter funzionare su due livelli che rendano congruenti il livello territoriale ampio (Verona e la Lessinia) ed il livello locale. Occorre dare significato all adesione dell Amministrazione Comunale al protocollo di intesa per la istituzione della consulta dei sindaci dei comuni dell area metropolitana di Verona, cercando di riconoscere il ruolo svolto dal Comune in un contesto più ampio, specificando il ruolo di Grezzana nella città metropolitana di Verona e più specificatamente nella cintura nord del veronese, quali scenari sia possibile immaginare e quali siano le strategie necessarie al loro perseguimento. La riflessione sull area vasta avrà il compito di creare un interfaccia tra la conoscenza della città di Verona, quella della Lessinia e del territorio di Grezzana e le esplorazioni progettuali, e di tenere costantemente in tensione descrizione e progetto, interpretazione ed immaginazione. Il PAT di Grezzana dovrà esplicitare e dovrà risolvere : la complessità ambientale del territorio; la tutela e la valorizzazione dei beni storico-culturali-ambientali una azione ordinatoria delle commistioni tra residenza, industria, servizi, che hanno occupato in modo indifferenziato ogni lembo del fondovalle; un innovativo approccio allo specifico fenomeno degli allevamenti avicunicoli disseminati nel territorio. Indirizzi programmatici in termini di variazioni della popolazione Il PAT dovrà approntare una strategia che punti non agli incrementi di residenti, quanto ad aumentare la dotazione di servizi ed un miglioramento della qualità di vita. 3

4 Indirizzi programmatici per il sistema ambientale, storico, paesaggistico La ricchezza e la peculiarità del patrimonio ambientale, storico, paesaggistico, unitamente agli elementi di degrado via via succedutisi rappresentano uno degli elementi fondanti del Piano, unitamente alla Valutazione Ambientale Strategica. Permangono zone di paesaggio di alto pregio quale testimonianza della presenza della natura e dell interagire con essa da parte degli uomini nei secoli, esistono di contro zone recentemente e pesantemente aggredite con scarso rispetto e scarsa preveggenza. Pensiamo alla occupazione del fondovalle ed alla disseminazione di allevamenti. Occorre che il PAT aumenti la tutela ed il vincolo, e nel contempo individui ambiti da valorizzare dal punto di vista culturale ed economico-sociale. Per le frazioni della media collina l obiettivo sarà quello di favorire la permanenza degli abitanti espandendo, ove necessario e paesaggisticamente compatibile, i suoli da trasformare a fini residenziali. L obiettivo del PAT per il settore produttivo sarà quello di favorire iniziative di riconversione e trasformazione degli insediamenti esistenti (anche con trasformazioni dal settore secondario al terziario o alla residenza), di mitigazione degli impatti, anche attraverso gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio, della compensazione urbanistica. Obiettivi del PAT per il sistema dei servizi e per il sistema relazionale. Il PAT dovrà ridefinire la dotazione dei servizi comunali di maggiore rilevanza, individuando una localizzazione baricentrica ed ambientalmente e paesaggisticamente sostenibile. Il PAT dovrà favorire e promuovere un sistema di unitario di percorsi pedonali e ciclabili di interconnessione delle località del fondovalle e della fascia collinare, integrato con l insieme 4

5 delle aree a verde pubblico, degli impianti sportivi, delle aree boscate, del verde ambientale, delle emergenze archeologiche, storiche e monumentali. Il PAT dovrà concorrere a definire le politiche da adottare per la separazione degli attraversamenti urbani dei traffici di scala sovracomunale rispetto al traffico di interconnessione locale, gerarchicizzando i flussi. Il PAT dovrà concorrere alla definizione del collegamento efficiente del territorio comunale con la tangenziale est di Verona (collegamento di Grezzana con il casello autostradale di Verona Est), e dovrà concorrere alle scelte sul tracciato della galleria delle Torricelle. 5

6 2. GREZZANA NELL AREA METROPOLITANA VERONESE La città di Verona ha adottato il PAT nel mese di marzo del 2006, la Provincia di Verona non ha adottato il PTCP, né ha predisposto sino ad oggi (fine marzo 2006) il Documento Preliminare, la Regione Veneto ha adottato il Documento Preliminare per il nuovo PTRC, essendo datato ai primi anni 90 del secolo scorso il PTRC vigente, mentre il PAQUE (Piano di Area del Quadrante Europa) non comprende il Comune di Grezzana. Un primo riferimento all area metropolitana può discendere da come Verona si autorappresenta rispetto alla questione (estratto dalla Relazione Generale che accompagna il PAT del Comune di Verona, segnalando in grassetto le questioni che più interessano il territorio di Grezzana): LA CITTA E L AREA METROPOLITANA La città di Verona si trova al centro di un area che è storicamente posta in posizione strategica, all incrocio di grandi direttrici di traffico: la padana Torino-Trieste e la dorsale Roma-Brennero. Per la sua storia, per le sue dimensioni demografiche ed economiche e per il sistema di attrezzature che in quest area si sono concentrate, la città e l area metropolitana ad essa riferita svolgono un ruolo importante e specifico sia rispetto agli altri grandi sistemi metropolitani padani (di Milano, di Bologna e di Padova-Treviso-Venezia), sia rispetto all area della Mittel-Europa più direttamente relazionata al sistema economico padano. Le dinamiche che negli ultimi decenni hanno sostenuto questo ruolo, modificando i pesi della popolazione ivi insediata, favorendo l insediamento di nuove attività economiche, rendendo più complesso il sistema delle attrezzature e dei servizi e attuando un diverso grado di mobilità interna all area, sono state ampiamente descritte e valutate nei documenti di analisi che accompagna questo Piano. Pur avendo coscienza che le relazioni che intercorrono tra politiche insediative e dinamiche socioeconomiche non sono mai di tipo diretto, riteniamo tuttavia che molti dei contenuti di questo progetto di Piano trovino la loro ragione proprio nella conferma e nel rafforzamento di un ruolo per Verona di città metropolitana sempre più orientata in un quadro ed in un contesto interregionale ed europeo. Oltre che dai fatti, questo ruolo è confermato anche dai piani e dai programmi di livello sovracomunale che concordemente propongono uno sviluppo urbano e territoriale per l area metropolitana veronese sempre più interrelato con le altre realtà regionali e con l Europa. In una sintesi abbreviata delle politiche di Piano previste per l area veronese dal PRS (Piano Regionale di Sviluppo), dal PTRC (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento), dal PAQE (Piano dell area del Quadrante Europa) e dal PTP (Piano Territoriale Provinciale) trascriviamo i seguenti concetti - obiettivo. Verona è una delle Aree metropolitane del Nord, fondamentale per la sua collocazione e per i suoi caratteri storici, economici, culturali e territoriali. A tal fine le politiche territoriali debbono essere concertate in primo luogo con i Comuni (della corona, ma non solo) che fanno riferimento alla polarità urbana veronese Il sistema urbano metropolitano presiede alla impostazione delle politiche di sviluppo e risulta strategico per l intera comunità regionale. L Area Metropolitana Veronese può trovare una eccezionale prospettiva di sviluppo nel collegamento con le città contermini (Brescia, Trento, Vicenza e Mantova), consentendo alla città e all area metropolitana di svolgere il ruolo di tramite con le altre regioni italiane e di Porta per l Europa che le è proprio. I principali obiettivi da raggiungere all interno di questa area sono: attuare una efficace azione di tutela e valorizzazione ambientale attraverso una più attenta regolazione del rapporto tra attività antropiche e risorse naturali; adattare la filosofia prevista da Agenda 21 al fine di perseguire nello sviluppo urbanistico criteri di sostenibilità; qualificare il sistema insediativo con opportune azioni di tutela, di rifunzionalizzazione e di riuso sia del sistema urbano residenziale, sia di quello industriale in funzione di un riequilibrio dell intero sistema metropolitano; 6

7 razionalizzare ed incentivare l insediamento di nuove attività produttive tecnologicamente avanzate e di un più complesso sistema di attività terziarie favorendone l integrazione e la competitività, nella consapevolezza che tale obiettivo è raggiungibile solo adottando una scala di tipo metropolitano, e non semplicemente comunale; promuovere un sistema di mobilità che renda effettivamente praticabile l idea dell Area metropolitana, riorganizzando le relazioni e la mobilità all interno della città capoluogo e tra questa e gli insediamenti dell area metropolitana; ammodernare il sistema delle grandi reti stradali, ferroviarie e delle infrastrutture civili con particolare riguardo al ruolo di Verona quale centro di servizi e di marketing urbano a scala europea. Da questi obiettivi derivano una serie di interventi che di fatto riguardano tutti i principali elementi della struttura urbana. Ora al di là del diverso grado di coerenza che questo progetto propone nei confronti dei singoli elementi della struttura urbana, è evidente per la politica urbanistica veronese la necessità di costruire un quadro logico con le principali politiche di settore misurato non solo sui fatti della dinamica comunale, ma anche sulle principali relazioni tra struttura urbana e ambiti di riferimento metropolitano, regionale, europeo. Di ciò si fa carico questo progetto, in sintonia con i principali obiettivi dei piani e dei programmi sovraordinati, in coerenza con gli strumenti della politica attuativa di competenza comunale e in coerenza con gli obiettivi programmatici del DOCUMENTO di PROGRAMMA del PIANO STRATEGICO VERONA 2020 e che qui vengono interamente richiamati sia nel loro insieme di quadro generale, sia in quanto individuazione di singole azioni strategiche la cui ricaduta riguardi l azione urbanistica. Infine per quanto riguarda l ambito metropolitano, in assenza di una legge specifica, ma in presenza di una positiva esperienza di protocollo per la istituzione della consulta dei sindaci dei comuni dell area metropolitana occorrerà sviluppare politiche comuni, già in fase di avvio sui temi della mobilità, estendendole anche a quelle azioni di politica urbanistica che dovranno essere condivise all interno di un più ampio livello metropolitano. Il Comune di Grezzana ha sottoscritto il Protocollo di Intesa per la Istituzione della Consulta dei Sindaci dei Comuni dell Area Metropolitana di Verona, nell ambito della formazione del Piano Strategico della Città di Verona, protocollo in cui si afferma: rilevano in particolare gli interlocutori coinvolti che Verona città reticolare, collegata cioè in rete con i centri vicini intorno a una dimensione complessiva di circa abitanti, che ha saputo mantenere una identità forte e coesa, crescendo per alleanze più che per annessioni o eccessive densificazioni aspira ad assumere una dimensione di sistema, in un ottica dimensionale che possa garantire, attraverso lo sviluppo sinergico delle eccellenze e delle rilevanti emergenze a livello individuale, una effettiva prospettiva di leadership territoriale di area;.. considerato in coerenza con tale prospettazione prioritario evitare i rischi di pensare e progettare la politica in una visione municipalistica e di chiusura delle èlites locali; un urbanistica concepita a scala comunale, a partire da Verona; la sottovalutazione del patrimonio culturale e la sua gestione aziendalistica ;.. ritenuto invece di riconoscere la varietà delle principali città vicine e di Verona stessa e di proporre l istituzionalizzazione di un processo di condivisione su scala metropolitana delle seguenti aree di policy: - l urbanistica ed il sistema della mobilità e della grande viabilità; - le principali grandi funzioni metropolitane (Verona sud, porta ad Est, sistema del verde, etc.); - la valorizzazione integrata del patrimonio culturale, anche in ottica di turismo della qualità; - le public utilities (servizi integrati delle aziende ex-municipalizzate) per trasporti, mobilità e servizi; SI CONVIENE 7

8 di istituire la Consulta permanente dei sindaci dell area metropolitana, quale strumento stabile di sviluppo delle metodologie del piano strategico e articolazione delle proposte riferite ai grandi temi dell urbanistica e della grande viabilità, delle principali grandi funzioni metropolitane (Verona sud, porta ad Est, ecc.), della valorizzazione integrata del patrimonio culturale, anche in ottica di turismo della qualità, delle public utilities (servizi integrati delle aziende ex-municipalizzate) per trasporti, mobilità e servizi e della mappa del rischio idrogeologico cui subordinare ogni decisione rilevante in ambito ecologico-ambientale. Assunti questi riferimenti si comprende come sulla questione dell area metropolitana tutto sembra muoversi e tutto sembra stare fermo ed il contributo che realisticamente oggi può dare il Comune di Grezzana è quello di tutelare il territorio e di offrire possibili contributi proponendo un PAT sostenibile. Grezzana nell area Veronese (tratto dal S.I.T. della Provincia di Verona), in grigio le zone urbanizzate Il sistema delle aree metropolitane del Veneto rappresentato negli studi preparatori per il nuovo PTRC 8

9 3. LA SUPERFICIE AGRICOLA TRASFORMABILE 3.1. DETERMINAZIONE DELLA SUPERFICIE AGRICOLA TRASFORMABILE IN ZONE CON DESTINAZIONE DIVERSA DA QUELLA AGRICOLA Tutto il territorio del Comune di Grezzana è territorio montano ai sensi della Legge regionale 3 luglio 1992 n. 19 (BUR n. 72/1992) NORME SULL'ISTITUZIONE E IL FUNZIONAMENTO DELLE COMUNITA' MONTANE, art. 2: Art. 2 - Delimitazione territoriale. 1.Il territorio della Regione classificato montano in applicazione degli articoli 1, 14 e 15 della legge 25 luglio 1952, n. 991, dell articolo unico della legge 30 luglio 1957, n. 657, dell articolo 28 della legge 8 giugno 1990, n. 142 e dell articolo 2 della legge regionale 18 dicembre 1993, n. 51, è ripartito, sulla base dei criteri di unità territoriale, economica e sociale, nelle seguenti zone omogenee, come delimitate nella cartografia allegata alla presente legge:.. 13) zona omogenea della Lessinia comprendente i comuni di: Badia Calavena, Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Dolcè, Erbezzo, Fumane (parte), Grezzana, Marano di Valpolicella (parte), Negrar (parte), Roverè Veronese, S. Ambrogio di Valpolicella (parte), S. Anna d Alfaedo, San Giovanni Ilarione, S. Mauro di Saline, Selva di Progno, Tregnago (parte), Velo Veronese, Vestenanova... L ISTAT così definisce la Zona altimetrica di montagna : Il territorio caratterizzato dalla presenza di notevoli masse rilevate aventi altitudini, di norma, non inferiori a 600 metri nell'italia settentrionale e 700 metri nell'italia centro-meridionale e insulare. Gli anzidetti livelli altitudinali sono suscettibili di spostamento in relazione ai limiti inferiori delle zone fitogeografiche dell'alpinetum, del Picetum e del Fagetum, nonché in relazione ai limiti superiori delle aree di coltura in massa della vite nell'italia settentrionale e dell'olivo nell'italia centro-meridionale e insulare. Le aree intercluse fra le masse rilevate, costituite da valli, altipiani ed analoghe configurazioni del suolo, s'intendono comprese nella zona di montagna. Nel Quadro Conoscitivo si può consultare la Matrice Fauna e Flora per rinvenire caratteristiche della flora che ben si appropriano con la definizone dell ISTAT. Lo studio geologico contenuto nel Quadro Conoscitivo bene descrive le caratteristiche montane del territorio: Il territorio del Comune di Grezzana si trova nella Lessinia centro-meridionale e morfologicamente è caratterizzato per circa il 90% da aree, con quote che raggiungono gli 830 m s.l.m. in prossimità del Monte S. Viola, e per il restante 10% dall area pianeggiante della Val Pantena, dolcemente degradante verso sud... Il fondovalle, inciso dal torrente Valpantena, presenta quote di circa 400 m s.l.m., nelle porzioni più settentrionali, mentre all estremità meridionale del territorio comunale si hanno quote di circa 150 m s.l.m.. La sua pendenza media è dell ordine di 2,5 %... Le colline sono profondamente incise da uno sviluppato reticolo idrografico, a carattere stagionale, e presentano come elementi morfologici predominanti una serie di dorsali allungate in prevalente direzione N-S e convergenza verso sud. Tra queste le principali sono la dorsale costituita dal Monte Comun (751 m s.l.m.) e dal Monte Tondo (703 m s.l.m.), che separa i territori del Comune di Grezzana, sui cui passa il limite spartiacque tra il bacino idrografico della Val Pantena e quello della Valpolicella. La dorsale che collega il Monte S. Viola (830 m s.l.m.), il Monte Castello (708 m s.l.m.), e il Monte Gazzo (500 m s.l.m.) e che funge da spartiacque tra il bacino della Valpantena e quello della Val Squaranto. Le forme geomorfologiche identificate sul territorio possono essere attribuite a tre principali fenomeni morfogenetici: l erosione idrica, i fenomeni gravitativi ed i fenomeni di dissoluzione carsica. 9

10 Sulla scorta di quanto testè premesso si è applicata la metodologia di calcolo suggerita dalla Regione Veneto per determinare limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazioni diverse da quella agricola, ottenendo il seguente risultato: Superficie Altra Superficie agricola SAU Boschi superficie territoriale ATO (ha) (ha) (ha) (ha) (mq) 1 Capoluogo Stallavena Lugo Collina Ovest Collina Est Totale STC mq SAU mq % SAU/STC 38,13% > 19,2 % Limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazioni diverse da quella agricola SAU mq x 1,3% = mq La superficie della zona agricola trasformabile non può eccedere mq ( x 1,10). La Superficie Agricola Utilizzata è stata determinata tramite analisi delle ortofoto e sopralluoghi sul territorio, ed è graficizzata nella parte agronomica del Quadro Conoscitivo nella Tav. 4 Superficie Agricola Utilizzata, riportata di seguito DESTINAZIONE DELLE ZONE DI TRASFORMAZIONE Le zone di trasformabilità previste dal piano hanno due destinazioni prevalenti: residenza; servizi. La ripartizione delle quantità è la seguente: residenza: mq (44,77 %) servizi: mq (55,23 %) totale mq (100 %) Nel seguito della presente relazione sono illustrate nel dettaglio le caratteristiche delle zone di trasformabilità. 10

11 Superficie Agricola Utilizzata 11

12 4. LE SCELTE PROGETTUALI DEL PAT 4.1. CARTA DEI VINCOLI E DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Tav. 1 La TAV 1 del Piano di Assetto del Territorio, Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale, è una tavola ricognitiva di tutti i vincoli gravanti sul territorio, derivanti da leggi nazionali e regionali. Allo scopo di perseguire la sostenibilità e avere un quadro di riferimento unitario delle disposizioni legislative in materia sono rappresentati in un unica tavola i vincoli di conservazione, di tutela e di prevenzione. Alla categoria conservazione fanno capo tutte le disposizioni contenute nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al D.L. 42/04, ovvero le aree sottoposte a vincolo espresso a seguito di dichiarazione di notevole interesse pubblico, quali le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica; le ville, i giardini e i parchi, che si distinguono per la loro non comune bellezza; i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale; le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze, oltre ai fiumi, i torrenti, i corsi d acqua, i territori coperti da boschi, e le zone di interesse archeologico. Una vasta area a sud del Capoluogo, in ambito collinare, è interessata dal Sito di Importanza Comunitaria (SIC IT ) Val Gallina e Progno Borago, ed un altra area in ambito collinare, sita nella propaggine settentrionale del territorio, è interessata dalla Zona di Protezione Speciale (ZPS IT ) Monti Lessini: Ponte di Veia, Vaio della Marciosa. Una porzione della parte settentrionale del territorio è inclusa nel perimetro del Parco Regionale della Lessinia. Alcune zone del territorio sono ricompresse nel Sistema degli ambiti naturalistico ambientali e paesaggistici di livello regionale, individuati nelle Tavv. 2 e 10 del P.T.R.C., normati dall art. 19 Direttive per la tutela delle risorse naturalistico-ambientali. Tutto il territorio è classificato zona sismica 3 ai sensi del DPR 380/01 per effetto della delibera di Consiglio Regionale 67/03. Alla categoria della prevenzione fanno capo le fasce di rispetto di tutte le infrastrutture tecnologiche quali: strade, cimiteri, cave, discariche, stazioni di comunicazione elettronica, elettrodotti. 12

13 Tav. 1 Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale 13

14 4.2. CARTA DELLE INVARIANTI Tav. 2 La TAV 2 Carta delle Invarianti raggruppa le risorse territoriali morfologiche, paesaggistiche, ambientali, storico-monumentali ed architettoniche, vale a dire le risorse territoriali ed ambientali che costituiscono una importante guida nelle scelte della pianificazione territoriale. Le invarianti identificano le fattispecie materiali ed immateriali da sottoporre a tutela al fine di garantire la sostenibilità delle trasformazioni con i caratteri peculiari del territorio. Le invarianti vanno dunque individuate quali parti del territorio che si ritiene garantiscano irrinunciabili equilibri ambientali e insediativi, e che pertanto non possono essere negoziate nel processo di trasformazione del territorio stesso, anche perché costituiscono nel loro insieme la base di una permanenza ed appartenenza condivisa. Le invarianti vanno dunque intese con una forte carica programmatica e di indirizzo progettuale, considerando irrinunciabili, a meno di onerose alterazioni del senso stesso della pianificazione, specifici modi di essere del territorio. La tavola indica le invarianti: di natura geologica: frane ed aree non idonee; di natura geomorfologia: doline, grotte, ambiti od elementi di valore naturalistico di livello regionale; di natura idrogeologica: corsi d acqua e la relativa vegetazione ripariale, risorgive, sorgenti, aree interessate dalla ricarica degli acquiferi e dai sedimi demaniali dei corsi d acqua pubblici; di natura paesaggistica: cime, crinali e coni visuali, il Vaio del Paradiso ; di natura storico-monumentale: centri storici e forti; di natura architettonica: corti rurali. Legenda della Tav. 2 14

15 Tavola 2 Carta delle Invarianti 15

16 4.3. CARTA DELLE FRAGILITA Tav. 3 La TAV 3 Carta delle Fragilità, costituisce la sintesi di tutti quegli elementi che pongono dei limiti all uso del territorio relativamente alla qualità dei terreni, alla vulnerabilità intrinseca degli acquiferi, al rischio di dissesti idrogeologici, ovvero tutti quei componenti che rendono bassa o improbabile la trasformabilità del territorio, considerando anche le componenti legate alla naturalità ed al patrimonio storico. Sulla base delle analisi, la classificazione delle penalità ai fini edificatori è fondata su indici relativi di qualità dei terreni con riferimento alle possibili problematiche relative: alla stabilità dei versanti nelle aree collinari e montane; ai possibili effetti di inquinamento delle acque sotterranee, alla compressibilità dei terreni, alle caratteristiche geotecniche nei confronti delle opere di fondazione, ai possibili sprofondamenti per la presenza di cavità di dissoluzione carsica o di origine antropica; alla erodibilità ed alla esondabilità dei corsi d acqua, alla sicurezza di arginature o di altre opere idrauliche, alla salvaguardia di singolarità geologiche, geomorfologiche, paleontologiche o mineralogiche, alla protezione delle fonti di energia e delle risorse naturali; La vulnerabilità intrinseca degli acquiferi è riferita alla diversa classificazione delle unità geoambientali, discriminate sulla base di criteri di analisi in relazione alla composizione litologica e alle caratteristiche di permeabilità del sottosuolo, alla composizione ed agli spessori degli strati di alterazione e copertura superficiale, alla morfologia, alla dinamica geomorfologica prevalente, alla geoidrologia degli acquiferi. Oltre a ciò vengono considerate altre componenti correlate alla fragilità, quali le aree boschive, le aree di rispetto dell ambiente naturale, della flora e della fauna, le aree di interesse storico, ambientale ed artistico. Legenda della Tav. 3 16

17 Tav. 3 Carta delle Fragilità 17

18 4.4. CARTA DELLA TRASFORMABILITA Tavv. 4A e 4B Il P.R.G. di Grezzana, approvato dalla Regione Veneto nel 1992, aggiornato ed integrato sino al recentissimo passato con varianti parziali, si è dimostrato adeguato a rispondere agli aspetti quantitativi della domanda e alle esigenze immediate di espansione, specie per il settore residenziale, ma ha manifestato, come del resto la quasi generalità dei P.R.G., tutta la rigidezza di una concezione urbanistica di tipo deterministico e vincolistico, non più in grado di rispondere in tempi congrui alle mutazioni della società e dell economia. Il PAT configura un ribaltamento della pianificazione urbanistica che ora mette in primo piano il territorio e la sua tutela, mentre la tradizionale tecnica urbanistica forniva regole e metodi rivolti a formare e organizzare le parti di territorio da costruite o già costruite, considerando il resto del territorio quale riserva per le future espansioni. Con il PAT si affrontano le tematiche di tutto il territorio perseguendo il fine di promuovere e realizzare uno sviluppo sostenibile e durevole, finalizzato a soddisfare le necessità di crescita e di benessere dei cittadini, senza pregiudizio per la qualità della vita delle generazioni future, nel rispetto delle risorse naturali. Le azioni del PAT, sintetizzate nella Tavola 4, si possono distinguere in: azioni strategiche: fissare il limite alla nuova edificazione individuare gli ambiti di riqualificazione e riconversione per limitare l espansione e ridurre le presenze manifatturiere progettare le piste ciclabili riorganizzare i nodi viabilistici principali ridurre il numero e l impatto degli allevamenti intensivi azioni di tutela, qualificazione, valorizzazione per: i centri storici le corti rurali la zona agricola la rete ecologica ed il Vaio del Paradiso Il territorio è stato suddiviso in tre ambiti territoriali omogenei (vedi Norme Tecniche di Attuazione Allegato A Ambiti Territoriali Omogenei (ATO), corrispondenti al Fondovalle, alla Collina Est, alla Collina Ovest. Il Fondovalle è stato ulteriormente suddiviso in tre sub-ambiti, corrispondenti al Capoluogo, alla frazione di Stallavena, alle frazioni di Lugo-Bellori. 18

19 La legenda della Tav. 4A Carta della Trasformabilità 19

20 Tav 4A Carta della Trasformabilità 20

21 Tav. 4B Carta della Trasformabilità Categorie dei manufatti nei Centri Storici 21

22 5. IL PAESAGGIO E LA NATURA Il PTRC individua nel territorio di Grezzana alcune Risorse naturali ed ambientali, normandole all art. 19 delle NTA, il PAT prevede all art. 10 obiettivi di salvaguardia e tutela, individuando nella Tav 1 dette risorse. Dopo lo studio sul paesaggio e le specifiche analisi condotte in sede di Quadro Conoscitivo per le Matrici inerenti la Biodiversità, Flora e Fauna, Paesaggio, e le risultanze della VAS, il PAT propone un ambito per la formazione di un parco/riserva naturale di interesse comunale, inserendo tale ambito nella Carta delle Invarianti e nella Carta della Trasformabilità (cfr. art. 43 NTA Tav 2 e Tav 4). Tra gli elementi costitutivi della Rete Ecologica il Vaio del Paradiso risulta individuato come Nodo 22

23 Nella Tavola 2 del PAT il Vaio del Paradiso è individuato come invariante Nella Tavola 4 del PAT il Vaio del Paradiso è individuato come ambito per la formazione di un parco di interesse comunale, normato dall art. 43 delle NTA. 43. Ambiti per la formazione dei Parchi e delle riserve naturali di interesse comunale. Vaio del Paradiso. Rif. Legislativo: L.R. 16/08/84 n. 40, art. 27 Art. 13, comma 1, lett. b),c) ed e), L.R. 11/04; Rif.: Tav. 2 Carta delle Invarianti Tav. 4 A Carta della Trasformabilità Riguarda una zona che per la sua collocazione nell ambito delle estreme pendici meridionali dei Monti Lessini, per la sua localizzazione e limitata alterazione antropica, e per i valori ambientali e storico testimoniali che la caratterizzano, costituisce elemento centrale del progetto di tutela e di riequilibrio dell'ecosistema comunale e costituisce l ambito preferenziale per l istituzione di un parco e/o riserva naturale di interesse comunale Il Vaio del Paradiso, nel suo insieme, costituisce un sistema unitario di tutela e valorizzazione ambientale, ecologica e storico-documentale, e contribuisce in modo determinante al miglioramento della qualità urbana e territoriale. Detto ambito è riservato alla futura istituzione di un parco e/o riserva di interesse locale Il P.I. individua gli edifici soggetti a demolizione per il raggiungimento degli obiettivi di tutela e valorizzazione ambientale, e disciplina il procedimento e le modalità di attribuzione e gestione del credito edilizio, secondo quanto previsto dagli indirizzi generali delle presenti norme A norma dell art. 36 della L.R. 11/2004, la demolizione di opere incongrue, elementi di degrado, o conseguenti ad interventi di miglioramento della qualità ambientale ricadenti nell area di cui al presente articolo e finalizzata a conseguirne gli obiettivi di tutela, determina a favore dell avente titolo un credito edilizio. 23

24 PRESCRIZIONI E VINCOLI GENERALI Il P.A.T., sottopone alla specifica disciplina di parco di interesse locale, ai sensi dell articolo 27 della L.R. 40/84 i beni immobili che rientrano nel regime giuridico di cui agli artt. 822, 823, 824, 825, 826 del Codice Civile, ricadenti all interno dell ambito territoriale di tutela corrispondenti al Vaio del Paradiso; Nelle more dell approvazione del P.I. e del Piano Ambientale, alle aree classificate dal precedente comma quali Parchi di interesse locale, si applicano le misure di salvaguardia previste dalla L.R. 40/84, e, su tutte le altre aree, fatte salve le norme speciali previste negli specifici ambiti di tutela, si applicano le seguenti norme generali Sugli edifici classificati dal P.A.T. di valore storico artistico e su quelli comunque soggetti a vincolo monumentale ed artistico si applicano le norme specifiche di tutela che li riguardano Per le altre costruzioni esistenti sono ammessi gli interventi di cui all'art. 3, comma 1, lett. a),b), c) e d) del D.P.R. 380/ Al di fuori di quanto previsto dai commi precedenti e dalle norme specifiche che seguono, non sono in ogni caso ammessi nuovi interventi edilizi, tra quelli definiti dall art. 3 del D.P.R , n. 380, diversi da opere pubbliche e di pubblico interesse Sono consentiti limitati lavori di miglioria fondiaria purché realizzati nel rispetto degli obiettivi di tutela elencati nelle direttive del presente articolo e con esclusione di sbancamenti e terrazzamenti che modifichino il regime idraulico delle acque, o l assetto idrogeologico o determinino una alterazione significativa del paesaggio preesistente e del profilo dei terreni. Il PAT riconosce la Rete ecologica locale indicandone all art. 46 direttive e vincoli di conservazione e tutela. Il territorio è interessato anche dal Sito di Importanza Comunitaria (SIC IT ) Val Gallina e Progno Borago, dalla Zona di Protezione Speciale (ZPS IT ) Monti Lessini: Ponte di Veia, Vaio della Marciosa, per i quali si è provveduto alla redazione delle Valutazioni di Incidenza Ambientale. All art. 11 delle NTA, il PAT fornisce direttive e vincoli per la formazione del Piano di Gestione. ZPS IT

25 SIC IT

26 6. GLI ALLEVAMENTI ZOOTECNICI INTENSIVI Come più volte segnalato nel Documento Preliminare, gli allevamenti zootecnici intensivi esistenti rappresentano uno dei problemi del territorio di Grezzana sia dal punto di vista paesaggistico che igienicosanitario. La individuazione degli allevamenti: 26

27 La VAS ha analizzato gli indicatori Emissione di ammoniaca, Emissione di protossido di azoto, che bene esemplificano le problematiche igienico-sanitarie legate agli allevamenti. EMISSIONI DI AMMONIACA Le emissioni di NH 3 in agricoltura sono dovute da una parte alla volatizzazione di questa sostanza nel corso della permanenza delle deiezioni nei ricoveri, dei trattamenti e dello stoccaggio e un altra parte viene persa in atmosfera con la distribuzione dei reflui in campo. Il Comune di Grezzana è suddiviso in 3 ATO, una delle quali è ulteriormente divisa in 3 subato. Una di queste denominata Collina Est ricopre un area pari a più della metà dell intera superficie comunale e una superficie agricola utilizzata di ha sui ha totali; inoltre, nella suddetta ATO sono presenti ben 40 allevamenti intensivi sui 50 totali distribuiti su tutto il territorio comunale. Le immediate conseguenze di questa distribuzione sono le elevate quantità di emissioni di ammoniaca sia in valore assoluto che per kmq. La seconda zona significativa è la Collina Ovest che con una superficie di quasi 11 kmq presenta 6 allevamenti e un emissione di ammoniaca di circa Kg/anno. Il fondovalle è ripartito in 3 ATO di cui due, Capoluogo e Stallavena, vicine per quantità di emissioni per kmq, presentano basso impatto visto che i valori delle emissioni sono al di sotto della media provinciale, che viene superata solo da Collina Est. La terza, quella di Lugo, con due allevamenti produce emissioni di ammoniaca elevate tanto da superare i livelli di emissioni di 1.1., 1.2, e 2. ATO Allevamenti intensivi - emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) Superficie territoriale Superficie agricola utilizzata Allevamenti intensivi Emissioni di ammoniaca Emissioni di ammoniaca Media provinciale (mq) (ha) (n.) (Kg/anno) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) Capoluogo Stallavena Lugo Collina Ovest Collina Est Totale Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) valori ATO media provinciale Capoluogo Stallavena Lugo 2 - Collina Ovest 3 - Collina Es t EMISSIONI DI PROTOSSIDO DI AZOTO Le emissioni di N 2 O dovuti agli allevamenti zootecnici sono attribuibili principalmente agli interventi di stoccaggio delle deiezioni, alle emissioni dirette prodotte con la somministrazione di azoto tramite l utilizzo dei reflui e a quelle indirette dovute alle deposizioni di NH 3 e NO X e ai fenomeni biochimici a esse correlate (processi anaerobici di denitrificazione). Le considerazioni che si possono affrontare in 27

28 questo capitolo sono le medesime già fatte per le emissioni di ammoniaca. L ATO denominata Collina Est, presentando all interno del proprio territorio la maggior parte degli allevamenti, 40 su 50, registra di conseguenza valori elevati di emissioni di N 2 O: il contributo di questa ATO alle emissioni totali di N 2 O (Kg/anno) è pari a circa il 72%. A seguire la Collina Ovest e Lugo, quest ultima però seconda più importante fonte di emissioni come valori apportati alla superficie dopo Collina Ovest. Stallavena (395 Kg/anno/Kmq) e Capoluogo (292 Kg/anno/Kmq) si collocano nelle ultime posizioni con valori inferiori alla media provinciale. ATO Allevamenti intensivi - emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) Superficie territoriale Superficie agricola utilizzata Allevamenti intensivi Emissioni di protossido di azoto Equivalenti anidride carbonica Emissioni di protossido di azoto Media provinciale (mq) (ha) (n.) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) Capoluogo Stallavena Lugo Collina Ovest Collina Est Totale ,00 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) valori ATO media provinciale Capoluogo Stallavena Lugo 2 - Collina Ovest 3 - Collina Est Dal punto di vista paesaggistico la situazione è altrettanto grave, essendo rilevabili facilmente gli elementi detrattori indotti dagli allevamenti. A ciò si aggiunga la problematica connessa con la normativa sulle distanze da tenere dagli allevamenti per i nuovi insediamenti. Il PAT affronta il problema all art. 45 delle NTA, che così recita: 45. Allevamenti zootecnici intensivi esistenti Rif. Legislativo: Art. 50, L.R. 11/2004 Rif.: Tav. 4 Carta delle Trasformabilità 28

29 45.01 Trattasi degli allevamenti zootecnici intensivi esistenti, individuati nella tavola 4 Carta delle Trasformabilità. (L individuazione ha il solo scopo di evidenziare la localizzazione degli allevamenti e dunque non indica nessuna destinazione futura, né ambito di pertinenza, né limite fisico alla nuova edificazione). DIRETTIVE Il P.I. individua: a) gli ambiti degli allevamenti zootecnici intensivi esistenti, aggiornando il censimento sulla base di un indagine e schedatura puntuale con distinzione delle tipologie di allevamento; b) gli ambiti in cui è consentito il permanere degli allevamenti a fronte di opere di mitigazione ambientale e/o di interventi relativi alla tutela igienico-sanitaria; c) i criteri per l assegnazione anche differenziata dei crediti edilizi agli edifici soggetti a demolizione in seguito alla dismissione degli allevamenti zootecnici intensivi, per il raggiungimento degli obiettivi di tutela igienicosanitaria, valorizzazione ambientale e paesaggistica, disciplinando il procedimento e le modalità di attribuzione e gestione del credito stesso; d) il credito edilizio potrà essere utilizzato anche in A.T.O. diverso da quello di dismissione. Per alcuni allevamenti, identificati con le lettere A e B e C D nella Carta della Trasformabilità, si prevede la possibilità di utilizzare il credito edilizio nell area di dismissione o nelle aree immediatamente circostanti. Il P.A.T. disciplina la trasformazione degli allevamenti indicati con le lettere A e B e C D nella carta della trasformabilità, prescrivendo che l intervento dovrà essere realizzato secondo le direttive seguenti: 1) forme di mitigazione ambientale con piantumazione di essenze tradizionali volte a ridurre l impatto visivo dell intervento edilizio; 2) impiego di materiali tradizionali con preferenza a quelli con caratteristiche bioecologiche, e in grado di contenere il consumo energetico; 3) specifica redazione di valutazione di compatibilità ambientale correlata con la VAS; 4) forme architettoniche semplici, altezza limitata ad un piano o due piani fuori terra (un piano f.t. per l allevamento identificato con la lettera A, due piani f.t. per gli allevamenti indicati con la lettera B e C ), utilizzo di coperture verdi e/o tradizionali, serramenti in legno, intonaci a calce, uso della pietra lavorata a vista; 5) impiego di sistemi di depurazione delle acque reflue con applicazione sistemi naturali quali la fitodepurazione, recupero delle acque gialle, recupero acque piovane, ecc.; 6) percorsi carrabili e/o pedonali realizzati con pavimentazione permeabile, ghiaia, prato, ecc. 7) osservare le prescrizioni impartite dal Prontuario relativo alle nuove edificazioni ed al recupero dell edificazione esistente nelle zone agricole (allegato A alle presenti norme). Il P.I. potrà attribuire crediti edilizi espressi in metri cubi di edilizia residenziale, sino ad un massimo del 40% delle superfici coperte lorde degli allevamenti schedati secondo il precedente punto a), moltiplicate per una altezza virtuale di ml. 3, Il P.I. disciplina: le modalità di rilascio del credito edilizio nelle aree di dismissione di cui alle lettere A e B e C D nella carta della trasformabilità, tenendo conto della vetustà dell allevamento, dell entità e del tipo di conduzione, dell impatto paesaggistico ed igienico-sanitario e delle direttive impartite al punto L utilizzo del credito edilizio dovrà avvenire comunque sulla base della formazione di P.U.A, proposti dagli aventi titolo e da approvarsi nei termini di legge. PRESCRIZIONI E VINCOLI Nelle more di approvazione del P.I. si applicano agli allevamenti intensivi le norme del vigente P.R.G., ove non in contrasto con le disposizioni della L.R. 11/2004 e le norme igienico sanitarie vigenti Per l allevamento identificato con la lettera D, a parziale modifica di quanto previsto ai punti precedenti, il P.A.T. prescrive che la possibilità di utilizzare il credito edilizio nell area di dismissione o nelle aree immediatamente circostanti, definite dal P.I., sia volta ad una destinazione d uso per attrezzature turistico ricreative, culturali e sportive, unitamente a strutture ricettive turistico alberghiere di supporto alle predette attività, in tale area l intervento sarà obbiettivato alla realizzazione di impianti sportivi, ricreativi e specialistici ed all accoglimento dei suoi fruitori, destinati soprattutto all arricchimento della dotazione generale di questo tipo di servizio nei confronti dell utenza turistica. 29

30 Il PAT prevede che non si tratti pertanto di assolvimento di dotazioni di standard ed il futuro complesso potrà essere, purché convenzionato, realizzato e gestito da privati. Il P.I. potrà determinare gli impegni dei privati in ordine alla gestione ed alle condizione d uso dei complessi nelle varie articolazioni funzionali oltre alla modalità e tempi di attuazione. Il P.U.A. non potrà avere estensione territoriale minore di quella indicata dal P.A.T. e dovrà garantire gli standards in relazione alle destinazioni specifiche ammesse. Nella VAS è stata effettuata una valutazione di compatibilità paesaggistica per valutare l effetto della dismissione degli allevamenti individuati con le lettere A e C nella Tav. 4A del PAT, con la previsione di utilizzare in loco il credito edilizio. Per la dismissione dell allevamento D si rimanda al seguito della presente relazione. 30

31 7. IL DIMENSIONAMENTO DEL PAT IN RAPPORTO ALLA TRASFORMABILITA ED ALLA ZONA AGRICOLA TRASFORMABILE Nell Allegato A alle NTA Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) è esplicitato con apposite tabelle il dimensionamento del PAT, che qui viene commentato in relazione ai contenuti della Carta della Trasformabilità ed in relazione con la superficie della zona agricola trasformabile in zone con destinazione diversa da quella agricola. La superficie agricola trasformabile è di mq che, secondo la direttiva regionale, può essere modificata in diminuzione o in aumento sino al 10%, ossia può variare tra mq e mq Il PAT di Grezzana prevede di trasformare circa mq della superficie agricola, superficie inferiore al limite di mq Le zone di trasformabilità previste dal piano hanno due destinazioni prevalenti: residenza; servizi. La ripartizione delle quantità è la seguente: residenza: mq (47,38 %) servizi: mq (52,62 %) totale mq (100 %) Nel dettaglio le superfici di trasformabilità sono quantificate ed identificate nel seguito: Sub ATO 1 Capoluogo mq

32 Sub ATO 1 Capoluogo mq Sub ATO 3 Lugo mq ATO 2 Vigo mq

33 ATO 2 mq ATO 3 Azzago mq ATO 3 Arzerè mq

34 8. LE POLITICHE INSEDIATIVE ED INFRASTRUTTURALI DEL PAT 8.1. ATO 1 FONDOVALLE ATO 1 "Fondovalle" Sub ATO 1 "Capoluogo" Stato Attuale Carico aggiuntivo PAT Abitanti nuovi abitanti 220 nuovi standards 30 Abitanti n Standards mq mc mc/ab mq/ab futuri n Standards futuri mq differenza standards mq Residenziale Commerciale Quantità aggiuntive mq Quantità aggiuntive mq Direzionale Quantità aggiuntive mq Quantità aggiuntive mq Sub ATO 2 "Stallavena" Residenziale Sub ATO 3 "Lugo" Residenziale Totale ATO 1 "Fondovalle" ATO 1 "Fondovalle" Abitanti futuri n Standards futuri mq Totali Il carico aggiuntivo si concentra nell ATO 1 Fondovalle, ed in particolare nel Sub ATO 1 Capoluogo specie per la presenza di una zona di riqualificazione e riconversione e nel Sub ATO 3 Lugo specie per la presenza di una zona di trasformabilità a destinazione residenziale. Il Sub ATO 1 aumenta i volumi residenziali di mc, e le superfici Commerciali e Direzionali di mq. Non aumentano le superfici Industriali ed Artigianali. Quanto sopra in coerenza con il Documento Programmatico Preliminare e con le risultanze della concertazione. L incremento degli abitanti nel Sub ATO 1 si attesta in circa unità nel decennio di validità del PAT, con una previsione di concentrarne circa l 80% nella zona appositamente prevista dal PAT quale Area di riqualificazione e riconversione, normata dall art. 40 e 41 delle NTA. Nella medesima zona di riqualificazione e riconversione potranno insediarsi gli operatori del commercio e delle attività direzionali per le superfici sopra indicate. In aderenza all area, verso Nord, il PAT prevede una vasta zona destinata a servizi (mq ), normata dall art. 42 delle NTA Servizi di interesse comune di maggior rilevanza. La zona a servizi è posta in posizione baricentrica tra il Capoluogo e la frazione di Stallavena, e collegata/collegabile con il nuovo Centro Sportivo previsto sempre sulla direttrice Capoluogo/Stallavena. 34

35 L Area di riqualificazione e riconversione rappresenta dunque la scommessa del PAT, da far crescere con il protagonismo che l amministrazione saprà assumere con il primo Piano del Sindaco (Piano degli Interventi), perseguendo l obiettivo di allargare il centro e diminuire le commistioni tra residenza/servizi/attività produttive. 35

36 Nel Sub ATO 1 è prevista anche una zona di trasformabilità collocata nella parte est del Capoluogo, oltre la Strada dei Lessini, nella direttrice che porta alla frazione di Romagnano. In detta zona è ipotizzabile una espansione della residenza, che in certa misura possa dare dignità di nuovo quartiere alle espansioni recenti, comprendendo anche la riconversione di un allevamento zootecnico intensivo. 36

37 Nel Sub ATO 3 Lugo è prevista una zona di trasformabilità a destinazione residenziale, posta in modo da potenziare la struttura urbana di Lugo. Nella VAS è stato analizzato nel dettaglio l impatto paesaggistico risultante dalla edificazione della zona, specificando le direttive da assumere nel Piano degli Interventi e nello Strumento Attuativo. Nell ATO 1 sono previsti interventi dal punto di vista infrastrutturale per la formazione di una pista ciclabile tra il Capoluogo e Stallavena, per bypassare il Centro Storico di Stallavena nella direzione di Alcenago, per risolvere alcuni nodi critici sulla rete della viabilità principale. in rosso il bypass di Stallavena, ed i nodi viabilistici da riqualificare in bleu la pista ciclabile 37

38 8.2. ATO 2 COLLINA OVEST ATO 2 "Collina ovest" Stato Attuale Carico aggiuntivo PAT Abitanti n Standards mq mc nuovi abitanti 220 mc/ab nuovi standards 30 mq/ab Abitanti futuri n Standards futuri mq differenza standards mq Residenziale ATO 2 "Collina ovest" Abitanti futuri n Standards futuri mq Totali Per l ATO 2 Collina Ovest è previsto un modesto incremento del carico aggiuntivo, riservandolo sostanzialmente alla possibile dismissione di allevamenti zootecnici intensivi, fatto salvo quanto previsto in particolare per l allevamento indicato nella Tav. 4 A con la lettera D. E inoltre previsto di ampliare la zona a servizi posta nella frazione baricentrica all ATO nella frazione di Vigo. Nell ATO 2 è prevista una zona F già di fatto utilizzata come Palestra di roccia e percorso di motocross. La zona sborda nall ATO 1 Fondovalle in quanto comprende la parete verticale della Palestra di roccia. 38

39 Nel Sub ATO 2 è prevista la possibilità di dimettere un allevamento intensivo di dimensioni invero rilevanti. Nell art. 45 delle NTA viene prevista una specifica destinazione ad attrezzature turistico ricreative, culturali e sportive, unitamente a strutture ricettive turistico alberghiere di supporto alle predette attività in caso di dismissione dell allevamento. 39

40 45. Allevamenti zootecnici intensivi esistenti.. PRESCRIZIONI E VINCOLI Per l allevamento identificato con la lettera D, a parziale modifica di quanto previsto ai punti precedenti, il P.A.T. prescrive che la possibilità di utilizzare il credito edilizio nell area di dismissione o nelle aree immediatamente circostanti, determinate dal P.I., sia volta ad una destinazione d uso per attrezzature turistico ricreative, culturali e sportive, unitamente a strutture ricettive turistico alberghiere di supporto alle predette attività, in tale area l intervento sarà obbiettivato alla realizzazione di impianti sportivi, ricreativi e specialistici ed all accoglimento dei suoi fruitori, destinati soprattutto all arricchimento della dotazione generale di questo tipo di servizio nei confronti dell utenza turistica. Il PAT prevede che non si tratti pertanto di assolvimento di dotazioni di standard ed il futuro complesso potrà essere, purché convenzionato, realizzato e gestito da privati. Il P.I. potrà determinare gli impegni dei privati in ordine alla gestione ed alle condizione d uso dei complessi nelle varie articolazioni funzionali oltre alla modalità e tempi di attuazione. Il P.U.A. non potrà avere estensione territoriale minore di quella indicata dal P.A.T. e dovrà garantire gli standards in relazione alle destinazioni specifiche ammesse. 40

41 8.3. ATO 3 COLLINA EST ATO 3 "Collina est" Stato Attuale Carico aggiuntivo PAT Abitanti n Standards mq mc nuovi abitanti 220 mc/ab nuovi standards 30 mq/ab Abitanti futuri n Standards futuri mq differenza standards mq Residenziale ATO 3 "Collina est" Abitanti futuri n Standards futuri mq Totali Per l ATO 3 Collina Est è previsto un incremento del carico aggiuntivo pari a 273 abitanti, riservandone una quota di circa 180 alla possibile dismissione di allevamenti zootecnici intensivi. Le modeste zone di trasformabilità sono individuate nelle frazioni di Azzago ed Arzarè. Azzago Arzarè 41

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