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1 Rassegna Stampa Parametri di Ricerca impostati: Intervallo di tempo: dal 30/05/2014 al 05/06/2014 Rassegna Stampa realizzata da SIFA Servizi Integrati Finalizzati alle Aziende Milano Via Mameli, 11 Tel. 02/ Fax 02/

2 Rassegna del 05 giugno 2014 ALT ONLUS Clic Medicina ICTUS: QUANTO CI COSTI? 1 Okmedicina ICTUS, QUANTO CI COSTI? 4 Intopic ICTUS: QUANTO CI COSTI? 6 Liquidarea ICTUS: QUANTO CI COSTI 9 Meteoweb SALUTE: 1 PERSONA SU 5 A RISCHIO UCTUS DA QUI AL Quotidiano Sanità ICTUS. PER OGNI INCREMENTO DEL 10% DI MALATTIE DA TROMBOSI, L'ITALIA 13 PERDE MEZZO PUNTO DI PIL Globalmedianews ICTUS: QUANTO CI COSTI? 15 Healthdesk.it VITA PIÙ LUNGA, ICTUS IN AGGUATO 17 West_info L'ICTUS PUÒ COLPIRE CHIUNQUE, MA PREFERISCE LE DONNE 18 Ansa SALUTE: UNA PERSONA SU 5 A RISCHIO DI ICTUS DA QUI AL 2030 ASSOCIAZIONE ALT LANCIA L'ALLARME PER PAESI INDUSTRIALIZZATI 19

3 Ictus: quanto ci costi? Uno su cinque. Ecco il dato, nudo e crudo, di quanti nei Paesi industrializzati rischiano di essere colpiti da Ictus cerebrale da qui al Previsioni preoccupanti e, purtroppo, fin troppo realistiche. A determinare l'aumento di Ictus, Infarto, Embolia è, paradossalmente, l'allungarsi della vita media. Una conquista sì ma che comporta una maggiore usura del sistema cardio e cerebrovascolare. Che cosa accomuna infarto ictus ed embolia? Come spiega ALT, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, alla base di tutto c'è la Trombosi, ovvero la formazione, in un'arteria o in una vena, di un coagulo di sangue che impedisce il nutrimento delle cellule, uccidendole. Già oggi, l'ictus è uno dei primi 4 big killer in Europa e negli Stati Uniti, con una speciale "predilezione" per le donne, tanto che le malattie cardio e cerebrovascolari vengono spesso definite "la grande epidemia" dei tempi moderni e del prossimo futuro. Sono malattie che, in un caso su tre, portano alla morte, ma anche quando non uccidono devastano il paziente e le famiglie, come sa bene chi le ha vissute, in prima persona o da famigliare. Ma quanto ci costa l'ictus? E le malattie da Trombosi nel loro insieme? Una cifra insostenibile: per ogni incremento del 10% di queste malattie, l'italia perde mezzo punto di PIL. L'Europa dovrà prepararsi a spendere ogni anno da 72 a 183 miliardi di euro solo per curare le persone colpite da Ictus cerebrale: fatte le opportune proporzioni per la sola Italia andiamo dai 12 ai 30 miliardi di euro l'anno (dati di Stroke- American Heart Association). Un costo troppo alto. Nessun servizio sanitario sarà in grado di sostenere spese così grandi. Se poi consideriamo i costi in termini di perdita di produttività, il danno per il nostro Paese aumenta di altri 7 fino a 13 miliardi di euro. Un quadro insopportabile, per società, famiglie, imprese. Il motivo di costi così elevati si ritrova nel fatto che non sempre l'ictus uccide: in 90 malati su 100 lascia segni indelebili, a livello mentale e fisico, solo 10 persone riescono recuperare completamente le funzioni perdute a causa di un Ictus. Perché tante malattie da Trombosi? I fattori che concorrono alla diffusione dell'epidemia di malattie da trombosi, come Infarto, Ictus Embolia, sono moltissimi: età, pigrizia, alimentazione sbilanciata in termini di quantità e qualità, diabete, obesità, aterosclerosi, fumo e droghe, disturbi del ritmo del cuore come la fibrillazione atriale. Tutte situazioni che, progressivamente e inesorabilmente, danneggiano il nostro sistema vascolare, portando alla formazione di trombi. E la genetica: famiglie nelle quali si sono verificati eventi vascolari in età precoce subiranno con maggiore aggressività il danno causato dai fattori di rischio legati allo stile di vita. La genetica non si cambia, ma lo stile di vita si, e uno stile di vita intelligente che modifichi i fattori di ALT ONLUS Pag. 1

4 rischio che aggrediscono il sistema cardio e cerebrovascolare permette di evitare le malattie da Trombosi, almeno in un caso su tre. L'Ictus non è solo un mondo per vecchi. La fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie (non solo Ictus, ma anche Infarto) è quella compresa fra i 45 e i 64 anni. Le stime parlano di un incremento di almeno 5 punti percentuali all'anno. Parallelamente, aumenteranno diabete e obesità, vere e proprie mine per le nostre arterie, capaci di moltiplicare la probabilità di Ictus anche nei giovani, specie se associate a uno stile di vita scorretto. "La sindrome da immortalità - sottolinea il presidente di ALT, Lidia Rota Vender - tipica di chi non ha ancora 40 anni non solo sta perdendo significato ma sta diventando pericolosa perché porta a sottovalutare la forza negativa dei fattori di rischio legati allo stile di vita, elementi che, invece, possono e devono essere modificati con urgenza, con un atto di intelligenza e di volontà da parte del paziente. Controllo del peso, stop al fumo, porzioni di cibo più piccole e di migliore qualità, minor consumo di alcool e droghe, più movimento: non è mai troppo presto per cominciare a prendersi cura della propria salute". La prevenzione delle malattie da Trombosi funziona davvero: rapidamente, non in anni! I dati lo dimostrano: l'eliminazione dei fattori di rischio riduce la probabilità di eventi, salvando dalla Trombosi almeno una persona su tre. "É urgente e indispensabile fare qualcosa per prevenire l'ictus, a tutti i livelli - continua Lidia Rota Vender - è una sfida possibile. Con la consapevolezza e la forza di volontà e il senso di responsabilità ognuno di noi può prendere in mano il proprio destino. Non esistono ictus buoni o cattivi: l'ictus migliore che possa capitare è quello che non avremo mai. Scegliere di mangiare in modo intelligente, rispettare un programma di attività fisica quotidiana moderata, imparare a tastarsi il polso per scoprire un eventuale disturbo del ritmo del cuore, rivolgersi al medico in caso di necessità, controllare alimentazione, peso, non prendere oppure modificare abitudini pericolose, prestare attenzione alla storia della propria famiglia: sono interventi a basso costo ma ad alto rendimento, per migliorare il proprio stato di salute in generale e per evitare l'ictus cerebrale e le malattie da Trombosi. Pensiamoci, seriamente, adesso. E facciamo la nostra parte, da oggi, da subito". L'emergenza ictus è grande, in molti, associazioni scientifiche e Istituzioni, si mobilitano con l'obiettivo di prevenire l'ictus causato dalla fibrillazione atriale rendendo la cittadinanza consapevole della possibilità che questa aritmia possa essere presente e in modo silenzioso e misconosciuto. ALT è partner insieme a società scientifiche, associazioni di pazienti, università e ordini professionali, AREU e Regione Lombardia, nella campagna STOPall'ICTUS promossa da Rotary International (distretti regionali 2050,2041,2042) e rivolta alla popolazione della Regione Lombardia sui fattori di rischio, le cause, i sintomi, le conseguenze e le terapie dell'ictus: come prevenirlo e come curarlo. "Un elemento di forza della campagna STOPall'ICTUS è la sinergia tra Istituzioni, Società scientifiche, Associazioni come ALT, ALICE e AITA e rete Stroke Unit e ALT ONLUS Pag. 2

5 Centri di Riabilitazione per l'ictus- aggiunge il Dott. Giuseppe Micieli, Direttore del Dipartimento di Neurologia d'urgenza all'istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino di Pavia - a volere affermare l'importanza della collaborazione tra le risorse territoriali e le strutture assistenziali unite nella lotta contro l'ictus". ALT ONLUS Pag. 3

6 Ictus, quanto ci costi? Uno su cinque. Ecco il dato, nudo e crudo, di quanti nei Paesi industrializzati rischiano di essere colpiti da Ictus cerebrale da qui al Previsioni preoccupanti e, purtroppo, fin troppo realistiche. A determinare l'aumento di Ictus, Infarto, Embolia è, paradossalmente, l'allungarsi della vita media. Una conquista sì ma che comporta una maggiore usura del sistema cardio e cerebrovascolare. Che cosa accomuna infarto ictus ed embolia? Come spiega ALT, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, alla base di tutto c'è la Trombosi, ovvero la formazione, in un'arteria o in una vena, di un coagulo di sangue che impedisce il nutrimento delle cellule, uccidendole. Già oggi, l'ictus è uno dei primi 4 big killer in Europa e negli Stati Uniti, con una speciale "predilezione" per le donne, tanto che le malattie cardio e cerebrovascolari vengono spesso definite "la grande epidemia" dei tempi moderni e del prossimo futuro. Sono malattie che, in un caso su tre, portano alla morte, ma anche quando non uccidono devastano il paziente e le famiglie, come sa bene chi le ha vissute, in prima persona o da famigliare. Ma quanto ci costa l'ictus? E le malattie da Trombosi nel loro insieme? Una cifra insostenibile: per ogni incremento del 10% di queste malattie, l'italia perde mezzo punto di PIL. L'Europa dovrà prepararsi a spendere ogni anno da 72 a 183 miliardi di euro solo per curare le persone colpite da Ictus cerebrale: fatte le opportune proporzioni per la sola Italia andiamo dai 12 ai 30 miliardi di euro l'anno (dati di Stroke- American Heart Association). Un costo troppo alto. Nessun servizio sanitario sarà in grado di sostenere spese così grandi. Se poi consideriamo i costi in termini di perdita di produttività, il danno per il nostro Paese aumenta di altri 7 fino a 13 miliardi di euro. Un quadro insopportabile, per società, famiglie, imprese. Il motivo di costi così elevati si ritrova nel fatto che non sempre l'ictus uccide: in 90 malati su 100 lascia segni indelebili, a livello mentale e fisico, solo 10 persone riescono recuperare completamente le funzioni perdute a causa di un Ictus. Perché tante malattie da Trombosi? I fattori che concorrono alla diffusione dell'epidemia di malattie da trombosi, come Infarto, Ictus Embolia, sono moltissimi: età, pigrizia, alimentazione sbilanciata in termini di quantità e qualità, diabete, obesità, aterosclerosi, fumo e droghe, disturbi del ritmo del cuore come la fibrillazione atriale. Tutte situazioni che, progressivamente e inesorabilmente, danneggiano il nostro sistema vascolare, portando alla formazione di trombi. E la genetica: famiglie nelle quali si sono verificati eventi vascolari in età precoce subiranno con maggiore aggressività il danno causato dai fattori di rischio legati allo stile di vita. La genetica non si cambia, ma lo stile di vita si, e uno stile di vita intelligente che modifichi i fattori di rischio che aggrediscono il sistema cardio e cerebrovascolare permette di evitare le malattie da Trombosi, almeno in un caso su tre. L'Ictus non è solo un mondo per vecchi. La fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie (non solo Ictus, ma anche Infarto) è quella compresa fra i 45 e i 64 anni. Le stime parlano di un incremento di almeno 5 punti percentuali all'anno. Parallelamente, aumenteranno diabete e obesità, vere e proprie mine per le nostre arterie, capaci di moltiplicare la probabilità di Ictus anche nei giovani, specie se associate a uno stile di vita scorretto. ALT ONLUS Pag. 4

7 "La sindrome da immortalità - sottolinea il presidente di ALT, Lidia Rota Vender - tipica di chi non ha ancora 40 anni non solo sta perdendo significato ma sta diventando pericolosa perché porta a sottovalutare la forza negativa dei fattori di rischio legati allo stile di vita, elementi che, invece, possono e devono essere modificati con urgenza, con un atto di intelligenza e di volontà da parte del paziente. Controllo del peso, stop al fumo, porzioni di cibo più piccole e di migliore qualità, minor consumo di alcool e droghe, più movimento: non è mai troppo presto per cominciare a prendersi cura della propria salute". La prevenzione delle malattie da Trombosi funziona davvero: rapidamente, non in anni! I dati lo dimostrano: l'eliminazione dei fattori di rischio riduce la probabilità di eventi, salvando dalla Trombosi almeno una persona su tre. "É urgente e indispensabile fare qualcosa per prevenire l'ictus, a tutti i livelli - continua Lidia Rota Vender - è una sfida possibile. Con la consapevolezza e la forza di volontà e il senso di responsabilità ognuno di noi può prendere in mano il proprio destino. Non esistono ictus buoni o cattivi: l'ictus migliore che possa capitare è quello che non avremo mai. Scegliere di mangiare in modo intelligente, rispettare un programma di attività fisica quotidiana moderata, imparare a tastarsi il polso per scoprire un eventuale disturbo del ritmo del cuore, rivolgersi al medico in caso di necessità, controllare alimentazione, peso, non prendere oppure modificare abitudini pericolose, prestare attenzione alla storia della propria famiglia: sono interventi a basso costo ma ad alto rendimento, per migliorare il proprio stato di salute in generale e per evitare l'ictus cerebrale e le malattie da Trombosi. Pensiamoci, seriamente, adesso. E facciamo la nostra parte, da oggi, da subito". L'emergenza ictus è grande, in molti, associazioni scientifiche e Istituzioni, si mobilitano con l'obiettivo di prevenire l'ictus causato dalla fibrillazione atriale rendendo la cittadinanza consapevole della possibilità che questa aritmia possa essere presente e in modo silenzioso e misconosciuto. ALT è partner insieme a società scientifiche, associazioni di pazienti, università e ordini professionali, AREU e Regione Lombardia, nella campagna STOPall'ICTUS promossa da Rotary International (distretti regionali 2050,2041,2042) e rivolta alla popolazione della Regione Lombardia sui fattori di rischio, le cause, i sintomi, le conseguenze e le terapie dell'ictus: come prevenirlo e come curarlo. "Un elemento di forza della campagna STOPall'ICTUS è la sinergia tra Istituzioni, Società scientifiche, Associazioni come ALT, ALICE e AITA e rete Stroke Unit e Centri di Riabilitazione per l'ictus - aggiunge il Dott. Giuseppe Micieli, Direttore del Dipartimento di Neurologia d'urgenza all'istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino di Pavia - a volere affermare l'importanza della collaborazione tra le risorse territoriali e le strutture assistenziali unite nella lotta contro l'ictus". ALT ONLUS Pag. 5

8 Ictus: quanto ci costi? iociazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Milano, 29 maggio Uno su cinque. Ecco il dato, nudo e crudo, di quanti nei Paesi industrializzati rischiano di essere colpiti da Ictus cerebrale da qui al Previsioni preoccupanti e, purtroppo, fin troppo realistiche. A determinare l'aumento di Ictus, Infarto, Embolia è, paradossalmente, l'allungarsi della vita media. Una conquista sì ma che comporta una maggiore usura del sistema cardio e cerebrovascolare. Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Che cosa accomuna infarto ictus ed embolia? Come spiega ALT, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, alla base di tutto c'è la Trombosi, ovvero la formazione, in un'arteria o in una vena, di un coagulo di sangue che impedisce il nutrimento delle cellule, uccidendole. Già oggi, l'ictus è uno dei primi 4 big killer in Europa e negli Stati Uniti, con una speciale "predilezione" per le donne, tanto che le malattie cardio e cerebrovascolari vengono spesso definite "la grande epidemia" dei tempi moderni e del prossimo futuro. Sono malattie che, in un caso su tre, portano alla morte, ma anche quando non uccidono devastano il paziente e le famiglie, come sa bene chi le ha vissute, in prima persona o da famigliare. Ma quanto ci costa l'ictus? E le malattie da Trombosi nel loro insieme? Una cifra insostenibile: per ogni incremento del 10% di queste malattie, l'italia perde mezzo punto di PIL. L'Europa dovrà prepararsi a spendere ogni anno da 72 a 183 miliardi di euro solo per curare le persone colpite da Ictus cerebrale: fatte le opportune proporzioni per la sola Italia andiamo dai 12 ai 30 miliardi di euro l'anno (dati di Stroke- American Heart Association). Un costo troppo alto. Nessun servizio sanitario sarà in grado di sostenere spese così grandi. Se poi consideriamo i costi in termini di perdita di produttività, il danno per il nostro Paese aumenta di altri 7 fino a 13 miliardi di euro. Un quadro insopportabile, per società, famiglie, imprese. Il motivo di costi così elevati si ritrova nel fatto che non sempre l'ictus uccide: in 90 malati su 100 lascia segni indelebili, a livello mentale e fisico, solo 10 persone riescono recuperare completamente le funzioni perdute a causa di un Ictus. ALT ONLUS Pag. 6

9 Perché tante malattie da Trombosi? I fattori che concorrono alla diffusione dell'epidemia di malattie da trombosi, come Infarto, Ictus Embolia, sono moltissimi: età, pigrizia, alimentazione sbilanciata in termini di quantità e qualità, diabete, obesità, aterosclerosi, fumo e droghe, disturbi del ritmo del cuore come la fibrillazione atriale. Tutte situazioni che, progressivamente e inesorabilmente, danneggiano il nostro sistema vascolare, portando alla formazione di trombi. E la genetica: famiglie nelle quali si sono verificati eventi vascolari in età precoce subiranno con maggiore aggressività il danno causato dai fattori di rischio legati allo stile di vita. La genetica non si cambia, ma lo stile di vita si, e uno stile di vita intelligente che modifichi i fattori di rischio che aggrediscono il sistema cardio e cerebrovascolare permette di evitare le malattie da Trombosi, almeno in un caso su tre. L'Ictus non è solo un mondo per vecchi. La fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie (non solo Ictus, ma anche Infarto) è quella compresa fra i 45 e i 64 anni. Le stime parlano di un incremento di almeno 5 punti percentuali all'anno. Parallelamente, aumenteranno diabete e obesità, vere e proprie mine per le nostre arterie, capaci di moltiplicare la probabilità di Ictus anche nei giovani, specie se associate a uno stile di vita scorretto. "La sindrome da immortalità - sottolinea il presidente di ALT, Lidia Rota Vender - tipica di chi non ha ancora 40 anni non solo sta perdendo significato ma sta diventando pericolosa perché porta a sottovalutare la forza negativa dei fattori di rischio legati aito stile di vita, elementi che, invece, possono e devono essere modificati con urgenza, con un atto di intelligenza e di volontà da parte del paziente. Controllo del peso, stop al fumo, porzioni di cibo più piccole e di migliore qualità, minor consumo di alcool e droghe, più movimento: non è mai troppo presto per cominciare a prendersi cura della propria salute". La prevenzione delle malattie da Trombosi funziona davvero: rapidamente, non in anni! I dati lo dimostrano: l'eliminazione dei fattori di rischio riduce la probabilità di eventi, salvando dalla Trombosi almeno una persona su tre. "É urgente e indispensabile fare qualcosa per prevenire l'ictus, a tutti i livelli- continua Lidia Rota Vender - è una sfida possibile. Con la consapevolezza e la forza di volontà e il senso di responsabilità ognuno di noi può prendere in mano il proprio destino. Non esistono ictus buoni o cattivi: l'ictus migliore che possa capitare è quello che non avremo mai. Scegliere di mangiare in modo intelligente, rispettare un programma di attività fisica quotidiana moderata, imparare a tastarsi il polso per scoprire un eventuale disturbo del ritmo del cuore, rivolgersi al medico in caso di necessità, controllare alimentazione, peso, non prendere oppure modificare abitudini pericolose, prestare attenzione alla storia della propria famiglia: sono interventi a basso costo ma ad alto rendimento, per migliorare il proprio stato di salute in generale e per evitare l'ictus cerebrale e le malattie da Trombosi. Pensiamoci, seriamente, adesso. E facciamo la nostra parte, da oggi, da subito". L'emergenza ictus è grande, in molti, associazioni scientifiche e Istituzioni, si mobilitano con l'obiettivo di prevenire l'ictus causato dalla fibrillazione atriale rendendo la cittadinanza consapevole della possibilità che questa aritmia possa essere presente e in modo silenzioso e misconosciuto. ALT è partner insieme a società scientifiche, associazioni di pazienti, università e ordini professionali, AREU e Regione Lombardia, nella campagna STOPa//1CTUS promossa da ALT ONLUS Pag. 7

10 Rotary International (distretti regionali 2050,2041,2042) e rivolta alla popolazione della Regione Lombardia sui fattori di rischio, le cause, i sintomi, le conseguenze e le terapie dell'ictus: come prevenirlo e come curarlo. "Un elemento di forza della campagna STOPall'ICTUS è la sinergia tra Istituzioni, Società scientifiche, Associazioni come ALT, ALICE e AITA e rete Stroke Unit e Centri di Riabilitazione per l'ictus - aggiunge il Dott. Giuseppe Micieli, Direttore del Dipartimento di Neurologia d'urgenza all'istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino di Pavia - a volere affermare l'importanza della collaborazione tra le risorse territoriali e le strutture assistenziali unite nella lotta contro l'ictus". ALT ONLUS Pag. 8

11 Ictus: quanto ci costi? iociazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Milano, 29 maggio Uno su cinque. Ecco il dato, nudo e crudo, di quanti nei Paesi industrializzati rischiano di essere colpiti da Ictus cerebrale da qui al Previsioni preoccupanti e, purtroppo, fin troppo realistiche. A determinare l'aumento di Ictus, Infarto, Embolia è, paradossalmente, l'allungarsi della vita media. Una conquista sì ma che comporta una maggiore usura del sistema cardio e cerebrovascolare. Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Che cosa accomuna infarto ictus ed embolia? Come spiega ALT, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, alla base di tutto c'è la Trombosi, ovvero la formazione, in un'arteria o in una vena, di un coagulo di sangue che impedisce il nutrimento delle cellule, uccidendole. Già oggi, l'ictus è uno dei primi 4 big killer in Europa e negli Stati Uniti, con una speciale "predilezione" per le donne, tanto che le malattie cardio e cerebrovascolari vengono spesso definite "la grande epidemia" dei tempi moderni e del prossimo futuro. Sono malattie che, in un caso su tre, portano alla morte, ma anche quando non uccidono devastano il paziente e le famiglie, come sa bene chi le ha vissute, in prima persona o da famigliare. Ma quanto ci costa l'ictus? E le malattie da Trombosi nel loro insieme? Una cifra insostenibile: per ogni incremento del 10% di queste malattie, l'italia perde mezzo punto di PIL. L'Europa dovrà prepararsi a spendere ogni anno da 72 a 183 miliardi di euro solo per curare le persone colpite da Ictus cerebrale: fatte le opportune proporzioni per la sola Italia andiamo dai 12 ai 30 miliardi di euro l'anno (dati di Stroke- American Heart Association). Un costo troppo alto. Nessun servizio sanitario sarà in grado di sostenere spese così grandi. Se poi consideriamo i costi in termini di perdita di produttività, il danno per il nostro Paese aumenta di altri 7 fino a 13 miliardi di euro. Un quadro insopportabile, per società, famiglie, imprese. Il motivo di costi così elevati si ritrova nel fatto che non sempre l'ictus uccide: in 90 malati su 100 lascia segni indelebili, a livello mentale e fisico, solo 10 persone riescono recuperare completamente le funzioni perdute a causa di un Ictus. ALT ONLUS Pag. 9

12 Perché tante malattie da Trombosi? I fattori che concorrono alla diffusione dell'epidemia di malattie da trombosi, come Infarto, Ictus Embolia, sono moltissimi: età, pigrizia, alimentazione sbilanciata in termini di quantità e qualità, diabete, obesità, aterosclerosi, fumo e droghe, disturbi del ritmo del cuore come la fibrillazione atriale. Tutte situazioni che, progressivamente e inesorabilmente, danneggiano il nostro sistema vascolare, portando alla formazione di trombi. E la genetica: famiglie nelle quali si sono verificati eventi vascolari in età precoce subiranno con maggiore aggressività il danno causato dai fattori di rischio legati allo stile di vita. La genetica non si cambia, ma lo stile di vita si, e uno stile di vita intelligente che modifichi i fattori di rischio che aggrediscono il sistema cardio e cerebrovascolare permette di evitare le malattie da Trombosi, almeno in un caso su tre. L'Ictus non è solo un mondo per vecchi. La fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie (non solo Ictus, ma anche Infarto) è quella compresa fra i 45 e i 64 anni. Le stime parlano di un incremento di almeno 5 punti percentuali all'anno. Parallelamente, aumenteranno diabete e obesità, vere e proprie mine per le nostre arterie, capaci di moltiplicare la probabilità di Ictus anche nei giovani, specie se associate a uno stile di vita scorretto. "La sindrome da immortalità - sottolinea il presidente di ALT, Lidia Rota Vender - tipica di chi non ha ancora 40 anni non solo sta perdendo significato ma sta diventando pericolosa perché porta a sottovalutare la forza negativa dei fattori di rischio legati aito stile di vita, elementi che, invece, possono e devono essere modificati con urgenza, con un atto di intelligenza e di volontà da parte del paziente. Controllo del peso, stop al fumo, porzioni di cibo più piccole e di migliore qualità, minor consumo di alcool e droghe, più movimento: non è mai troppo presto per cominciare a prendersi cura della propria salute". La prevenzione delle malattie da Trombosi funziona davvero: rapidamente, non in anni! I dati lo dimostrano: l'eliminazione dei fattori di rischio riduce la probabilità di eventi, salvando dalla Trombosi almeno una persona su tre. "É urgente e indispensabile fare qualcosa per prevenire l'ictus, a tutti i livelli- continua Lidia Rota Vender - è una sfida possibile. Con la consapevolezza e la forza di volontà e il senso di responsabilità ognuno di noi può prendere in mano il proprio destino. Non esistono ictus buoni o cattivi: l'ictus migliore che possa capitare è quello che non avremo mai. Scegliere di mangiare in modo intelligente, rispettare un programma di attività fisica quotidiana moderata, imparare a tastarsi il polso per scoprire un eventuale disturbo del ritmo del cuore, rivolgersi al medico in caso di necessità, controllare alimentazione, peso, non prendere oppure modificare abitudini pericolose, prestare attenzione alla storia della propria famiglia: sono interventi a basso costo ma ad alto rendimento, per migliorare il proprio stato di salute in generale e per evitare l'ictus cerebrale e le malattie da Trombosi. Pensiamoci, seriamente, adesso. E facciamo la nostra parte, da oggi, da subito". L'emergenza ictus è grande, in molti, associazioni scientifiche e Istituzioni, si mobilitano con l'obiettivo di prevenire l'ictus causato dalla fibrillazione atriale rendendo la cittadinanza consapevole della possibilità che questa aritmia possa essere presente e in modo silenzioso e misconosciuto. ALT è partner insieme a società scientifiche, associazioni di pazienti, università e ordini professionali, AREU e Regione Lombardia, nella campagna STOPa//1CTUS promossa da ALT ONLUS Pag. 10

13 Rotary International (distretti regionali 2050,2041,2042) e rivolta alla popolazione della Regione Lombardia sui fattori di rischio, le cause, i sintomi, le conseguenze e le terapie dell'ictus: come prevenirlo e come curarlo. "Un elemento di forza della campagna STOPall'ICTUS è la sinergia tra Istituzioni, Società scientifiche, Associazioni come ALT, ALICE e AITA e rete Stroke Unit e Centri di Riabilitazione per l'ictus - aggiunge il Dott. Giuseppe Micieli, Direttore del Dipartimento di Neurologia d'urgenza all'istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino di Pavia - a volere affermare l'importanza della collaborazione tra le risorse territoriali e le strutture assistenziali unite nella lotta contro l'ictus". ALT ONLUS Pag. 11

14 Salute: 1 persona su 5 a rischio ictus da qui al 2030 Renato Sansone venerdì 30 maggio 2014, 18:17 di Una persona su cinque nei Paesi industrializzati rischia di essere colpita da ictus cerebrale da qui al A determinare l'aumento di ictus, infarto, embolia e' l'allungarsi della vita media, come rileva Alt (Associazione per la lotta alla trombosi) in una nota. E il costo di ictus e delle malattie da trombosi nel loro insieme e' "insostenibile: per ogni incremento del 10% di queste malattie - continua Alt - l'italia perde mezzo punto di Pil. L'Europa dovrà' prepararsi a spendere ogni anno da 72 a 183 miliardi di euro solo per curare le persone colpite da ictus, mentre per la sola Italia, andiamo dai 12 ai 30 miliardi di euro l'anno". Un costo "troppo alto perche' nessun servizio sanitario sarà' in grado di sostenere spese cosi' grandi - prosegue - Se poi consideriamo i costi in termini di perdita di produttività', il danno per il nostro Paese aumenta fino a 13 miliardi di euro. Il motivo di costi cosi' elevati sta nel fatto che non sempre l'ictus uccide: in 90 malati su 100 lascia segni indelebili, solo 10 persone riescono recuperare completamente le funzioni perdute". La fascia di età' che subirà' il maggior incremento di ictus e infarto e' quella fra i 45 e i 64 anni. Le stime parlano di un aumento del 5% l'anno. "La sindrome da immortalità' - sottolinea la presidente di Alt, Lidia Rota Vender - tipica di chi non ha ancora 40 anni sta diventando pericolosa, perche' porta a sottovalutare la forza negativa dei fattori di rischio legati allo stile di vita. Controllo del peso, stop al fumo, porzioni di cibo più' piccole e di migliore qualità', minor consumo di alcool e droghe, più' movimento: non e' mai troppo presto per cominciare a prendersi cura della propria salute. L'eliminazione dei fattori di rischio riduce la probabilità' di eventi, salvando dalla trombosi almeno una persona su tre". ALT ONLUS Pag. 12

15 Ictus. Per ogni incremento del 10% di malattie da trombosi, l'italia perde mezzo punto di Pil Quotidiano on line di informazione sanitaria Martedì 03 GIUGNO 2014 Studi e Analisi stampa E' quanto emerge dai dati della Stroke- American Heart Association diffusi dall'associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari. La fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie è quella compresa fra i 45 e i 64 anni. 02 GIÙ - Per ogni incremento del 10% di ictus e di malattie da trombosi, l'italia perde mezzo punto di PIL. L'Europa dovrà prepararsi a spendere ogni anno da 72 a 183 miliardi di euro solo per curare le persone colpite da Ictus cerebrale: fatte le opportune proporzioni, per la sola Italia andiamo dai 12 ai 30 miliardi di euro l'anno. E' quanto segnalano i dati di Stroke- American Heart Association diffusi dall' Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari. "Un costo troppo alto - sottolinea Alt in una nota - Nessun servizio sanitario sarà in grado di sostenere spese così grandi. Se poi consideriamo i costi in termini di perdita di produttività, il danno per il nostro Paese aumenta di altri 7 fino a 13 miliardi di euro. Un quadro insopportabile, per società, famiglie, imprese. Il motivo di costi così elevati si ritrova nel fatto che non sempre l'ictus uccide: in 90 malati su 100 lascia segni indelebili, a livello mentale e fisico, solo 10 persone riescono recuperare completamente le funzioni perdute a causa di un Ictus". Ma l'ictus non è solo un mondo per vecchi. La fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie (non solo Ictus, a ALT ONLUS Pag. 13

16 ma anche Infarto) è quella compresa fra i 45 e i 64 anni. Le stime parlano di un incremento di almeno 5 punti percentuali all'anno. Parallelamente, aumenteranno diabete e obesità, vere e proprie mine per le nostre arterie, capaci di moltiplicare la probabilità di Ictus anche nei giovani, specie se associate a uno stile di vita scorretto. "La sindrome da immortalità - sottolinea il presidente di Alt, Lidia Rota Vender - tipica di chi non ha ancora 40 anni non solo sta perdendo significato ma sta diventando pericolosa perché porta a sottovalutare la forza negativa dei fattori di rischio legati allo stile di vita, elementi che, invece, possono e devono essere modificati con urgenza, con un atto di intelligenza e di volontà da parte del paziente. Controllo del peso, stop al fumo, porzioni di cibo più piccole e di migliore qualità, minor consumo di alcool e droghe, più movimento: non è mai troppo presto per cominciare a prendersi cura della propria salute". ALT ONLUS Pag. 14

17 Ictus: quanto ci costi? maggio 29, 2014 Uno su cinque. Ecco il dato, nudo e crudo, di quanti nei Paesi industrializzati rischiano di essere colpiti da Ictus cerebrale da qui al Previsioni preoccupanti e, purtroppo, fin troppo realistiche. A determinare l'aumento di Ictus, Infarto, Embolia è, paradossalmente, l'allungarsi della vita media. Una conquista sì ma che comporta una maggiore usura del sistema cardio e cerebrovascolare. Che cosa accomuna infarto ictus ed embolia? Come spiega ALT, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, alla base di tutto c'è la Trombosi, ovvero la formazione, in un'arteria o in una vena, di un coagulo di sangue che impedisce il nutrimento delle cellule, uccidendole. Già oggi, l'ictus è uno dei primi 4 big killer in Europa e negli Stati Uniti, con una speciale "predilezione" per le donne, tanto che le malattie cardio e cerebrovascolari vengono spesso definite "la grande epidemia" dei tempi moderni e del prossimo futuro. Sono malattie che, in un caso su tre, portano alla morte, ma anche quando non uccidono devastano il paziente e le famiglie, come sa bene chi le ha vissute, in prima persona o da famigliare. Ma quanto ci costa l'ictus? E le malattie da Trombosi nel loro insieme? Una cifra insostenibile: per ogni incremento del 10% di queste malattie, l'italia perde mezzo punto di PIL. L'Europa dovrà prepararsi a spendere ogni anno da 72 a 183 miliardi di euro solo per curare le persone colpite da Ictus cerebrale: fatte le opportune proporzioni per la sola Italia andiamo dai 12 ai 30 miliardi di euro l'anno (dati di Stroke- American Heart Association). Un costo troppo alto. Nessun servizio sanitario sarà in grado di sostenere spese così grandi. Se poi consideriamo i costi in termini di perdita di produttività, il danno per il nostro Paese aumenta di altri 7 fino a 13 miliardi di euro. Un quadro insopportabile, per società, famiglie, imprese. Il motivo di costi così elevati si ritrova nel fatto che non sempre l'ictus uccide: in 90 malati su 100 lascia segni indelebili, a livello mentale e fisico, solo 10 persone riescono recuperare completamente le funzioni perdute a causa di un Ictus. Perché tante malattie da Trombosi? I fattori che concorrono alla diffusione dell'epidemia di malattie da trombosi, come Infarto, Ictus Embolia, sono moltissimi: età, pigrizia, alimentazione sbilanciata in termini di quantità e qualità, diabete, obesità, aterosclerosi, fumo e droghe, disturbi del ritmo del cuore come la fibrillazione atriale. Tutte situazioni che, progressivamente e inesorabilmente, danneggiano il nostro sistema vascolare, portando alla formazione di trombi. E la genetica: famiglie nelle quali si sono verificati eventi vascolari in età precoce subiranno con maggiore aggressività il danno causato dai fattori di rischio ALT ONLUS Pag. 15

18 legati allo stile di vita. La genetica non si cambia, ma lo stile di vita si, e uno stile di vita intelligente che modifichi i fattori di rischio che aggrediscono il sistema cardio e cerebrovascolare permette di evitare le malattie da Trombosi, almeno in un caso su tre. L'Ictus non è solo un mondo per vecchi. La fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie (non solo Ictus, ma anche Infarto) è quella compresa fra i 45 e i 64 anni. Le stime parlano di un incremento di almeno 5 punti percentuali all'anno. Parallelamente, aumenteranno diabete e obesità, vere e proprie mine per le nostre arterie, capaci di moltiplicare la probabilità di Ictus anche nei giovani, specie se associate a uno stile di vita scorretto. "La sindrome da immortalità - sottolinea il presidente di ALT, Lidia Rota Vender- tipica di chi non ha ancora 40 anni non solo sta perdendo significato ma sta diventando pericolosa perché porta a sottovalutare la forza negativa dei fattori di rischio legati allo stile di vita, elementi che, invece, possono e devono essere modificati con urgenza, con un atto di intelligenza e di volontà da parte del paziente. Controllo del peso, stop al fumo, porzioni di cibo più piccole e di migliore qualità, minor consumo di alcool e droghe, più movimento: non è mai troppo presto per cominciare a prendersi cura della propria salute". La prevenzione delle malattie da Trombosi funziona davvero: rapidamente, non in anni! I dati lo dimostrano: l'eliminazione dei fattori di rischio riduce la probabilità di eventi, salvando dalla Trombosi almeno una persona su tre. "É urgente e indispensabile fare qualcosa per prevenire l'ictus, a tutti i livelli - continua Lidia Rota Vender - è una sfida possibile. Con la consapevolezza e la forza di volontà e il senso di responsabilità ognuno di noi può prendere in mano il proprio destino. Non esistono ictus buoni o cattivi: l'ictus migliore che possa capitare è quello che non avremo mai. Scegliere di mangiare in modo intelligente, rispettare un programma di attività fisica quotidiana moderata, imparare a tastarsi il polso per scoprire un eventuale disturbo del ritmo del cuore, rivolgersi al medico in caso di necessità, controllare alimentazione, peso, non prendere oppure modificare abitudini pericolose, prestare attenzione alla storia della propria famiglia: sono interventi a basso costo ma ad alto rendimento, per migliorare il proprio stato di salute in generale e per evitare l'ictus cerebrale e le malattie da Trombosi. Pensiamoci, seriamente, adesso. E facciamo la nostra parte, da oggi, da subito". L'emergenza ictus è grande, in molti, associazioni scientifiche e Istituzioni, si mobilitano con l'obiettivo di prevenire l'ictus causato dalla fibrillazione atriale rendendo la cittadinanza consapevole della possibilità che questa aritmia possa essere presente e in modo silenzioso e misconosciuto. ALT è partner insieme a società scientifiche, associazioni di pazienti, università e ordini professionali, AREU e Regione Lombardia, nella campagna STOPall'ICTUS promossa da Rotary International (distretti regionali 2050,2041,2042) e rivolta alla popolazione della Regione Lombardia sui fattori di rischio, le cause, i sintomi, le conseguenze e le terapie dell'ictus: come prevenirlo e come curarlo. "Un elemento di forza della campagna STOPall'ICTUS è la sinergia tra Istituzioni, Società scientifiche, Associazioni come ALT, ALICE e AITA e rete Stroke Unit e Centri di Riabilitazione per l'ictus - aggiunge il Dott. Giuseppe Micieli, Direttore del Dipartimento di Neurologia d'urgenza all'istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino di Pavia - a volere affermare l'importanza della collaborazione tra le risorse territoriali e le strutture assistenziali unite nella lotta contro l'ictus". a cura della redazione ALT ONLUS Pag. 16

19 Vita più lunga, ictus in agguato Da qui al 2030 una persona su cinque tra quelle che vivono nei Paesi industrializzati rischia di essere colpita da ictus cerebrale. A determinare l'aumento di ictus, infarto ed embolia è, paradossalmente, l'allungarsi della vita media che, se da una parte è certamente una conquista, dall'altra comporta una maggiore usura del sistema cardio e cerebrovascolare. Ad accomunare infarto ictus ed embolia, spiega l'alt, l'associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari, alla base di tutto c'è la trombosi, cioè la formazione, in un'arteria o in una vena, di un coagulo di sangue che impedisce il nutrimento delle cellule, uccidendole. Già oggi, l'ictus è uno dei primi quattro big killer in Europa e negli Stati Uniti. Che, insieme con le altre malattie da trombosi, ci costa cifre stratosferiche: per ogni incremento del 10% di queste patologie, l'italia perde mezzo punto di Pil. L'Europa dovrà prepararsi a spendere ogni anno da 72 a 183 miliardi di euro solo per curare le persone colpite da ictus cerebrale: fatte le proporzioni, per la sola Italia andiamo dai 12 ai 30 miliardi l'anno. I termini di perdita di produttività, poi, il danno per il nostro Paese aumenta di un'altra cifra variabile tra 7 e 13 miliardi di euro. Ai quali si aggiungono i "costi" umani e sociali. Non sempre, per esempio, l'ictus uccide: in 90 malati su 100 lascia segni indelebili, a livello mentale e fisico; solo dieci persone riescono recuperare completamente le funzioni perdute a causa di un Ictus. I fattori che concorrono alla diffusione delle malattie da trombosi sono molti: età, pigrizia, alimentazione sbilanciata in termini di quantità e qualità, diabete, obesità, aterosclerosi, fumo e droghe, disturbi del ritmo del cuore come la fibrillazione atriale. E la genetica: famiglie nelle quali si sono verificati eventi vascolari in età precoce subiranno con maggiore aggressività il danno causato dai fattori di rischio legati allo stile di vita. La fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie (non solo ictus, ma anche infarto) è quella compresa fra i 45 e i 64 anni. Le stime parlano di un incremento di almeno 5 punti percentuali all'anno. «La sindrome da immortalità - sottolinea il presidente di Alt, Lidia Rota Vender - tipica di chi non ha ancora quaranta anni, non solo sta perdendo significato ma sta diventando pericolosa perché porta a sottovalutare la forza negativa dei fattori di rischio legati allo stile di vita, elementi che, invece, possono e devono essere modificati con urgenza, con un atto di intelligenza e di volontà da parte del paziente. Controllo del peso, stop al fumo, porzioni di cibo più piccole e di migliore qualità, minor consumo di alcool e droghe, più movimento: non è mai troppo presto per cominciare a prendersi cura della propria salute. Sono interventi a basso costo ma ad alto rendimento, per migliorare il proprio stato di salute in generale e per evitare l'ictus cerebrale e le malattie da trombosi. Pensiamoci, seriamente, adesso. E facciamo la nostra parte - conclude RotaVender - da oggi, da subito». La prevenzione delle malattie da trombosi funziona davvero: rapidamente, non in anni. I dati lo dimostrano: l'eliminazione dei fattori di rischio riduce la probabilità di eventi, salvando dalla trombosi almeno una persona su tre. Se vuoi ricevere gratuitamente notizie su Vita più lunga, ictus in agguato lascia il tuo indirizzo nel box sotto e iscriviti: Powered by News@me ALT ONLUS Pag. 17

20 L'Ictus può colpire chiunque, ma preferisce le donne Nei Paesi industrializzati, 1 persona su 5 rischia di essere colpita da Ictus cerebrale da qui al Si tratta di uno dei primi 4 big killer in Europa e negli Stati Uniti, ha una speciale predilezione per le donne e non riguarda solo gli anziani. Lo rende noto, in Italia, l'alt (Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari), in un comunicato dove spiega anche che le malattie da Trombosi nel loro insieme ci costano caro: per ogni incremento del 10% di queste patologie, il nostro Paese perde mezzo punto di PIL e ci dovremmo preparare a spendere, ogni anno, da 12 a 30 miliardi per curare le persone colpite da Ictus cerebrale. Un ammontare che nel Vecchio Continente andrà da 72 a 183 miliardi l'anno. ALT ONLUS Pag. 18

21 Salute: una persona su 5 a rischio di ictus da qui al 2030 Associazione Alt lancia l'allarme per paesi industrializzati MILANO (ANSA) - MILANO, 30 MAG - Una persona su cinque nei Paesi industrializzati rischia di essere colpita da ictus cerebrale da qui al A determinare l'aumento di ictus, infarto, embolia è l'allungarsi della vita media, come rileva Alt (Associazione per la lotta alla trombosi) in una nota. E il costo di ictus e delle malattie da trombosi nel loro insieme è "insostenibile: per ogni incremento del 10% di queste malattie - continua Alt - l'italia perde mezzo punto di Pil. L'Europa dovrà prepararsi a spendere ogni anno da 72 a 183 miliardi di euro solo per curare le persone colpite da ictus, mentre per la sola Italia, andiamo dai 12 ai 30 miliardi di euro l'anno". Un costo "troppo alto perchè nessun servizio sanitario sarà in grado di sostenere spese così grandi - prosegue - Se poi consideriamo i costi in termini di perdita di produttività, il danno per il nostro Paese aumenta fino a 13 miliardi di euro. Il motivo di costi così elevati sta nel fatto che non sempre l'ictus uccide: in 90 malati su 100 lascia segni indelebili, solo 10 persone riescono recuperare completamente le funzioni perdute". La fascia di età che subirà il maggior incremento di ictus e infarto è quella fra i 45 e i 64 anni. Le stime parlano di un aumento del 5% l'anno. "La sindrome da immortalità - sottolinea la presidente di Alt, Lidia Rota Vender - tipica di chi non ha ancora 40 anni sta diventando pericolosa, perché porta a sottovalutare la forza negativa dei fattori di rischio legati allo stile di vita. Controllo del peso, stop al fumo, porzioni di cibo più piccole e di migliore qualità, minor consumo di alcool e droghe, più movimento: non è mai troppo presto per cominciare a prendersi cura della propria salute. L'eliminazione dei fattori di rischio riduce la probabilità di eventi, salvando dalla trombosi almeno una persona su tre". (ANSA). ALT ONLUS Pag. 19

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