Introduzione. Clorinda Maisto. Crimine organizzato e teoria dei giochi 9
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- Daniela Benedetti
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1 Clorinda Maisto. Crimine organizzato e teoria dei giochi 9 Introduzione Economia criminale è il nome coniato negli anni Settanta in innovativi studi svolti dall illustre economista americano Gary Becker (1968). Egli operò una rivoluzione copernicana nell ambito non solo dell analisi economica, ma anche della criminologia, branca questa del sapere penalistico che studia il soggetto criminale, inizialmente descritto da Cesare Lombroso (1876) in rapporto all antropologia, alla medicina legale ed alle discipline carcerarie. Lombroso è considerato il padre di quella che è nota come la teoria del delinquente nato, secondo la quale il comportamento criminale è il risultato di una propensione biologica innata dell individuo ed il delinquente è riconoscibile da speciali caratteristiche somatiche e psichiche 1. La teoria criminale sviluppata da Becker parte da un ipotesi diametralmente opposta a quella lombrosiana. Egli assunse che alla base della decisione di intraprendere un crimine ci sia un forte elemento di calcolo. Il potenziale delinquente, come qualsiasi altro individuo razionale, soppesa vantaggi e svantaggi (costi) derivabili dall azione delittuosa, prima di porla in essere. L atto criminale è visto come il risultato di una decisione individuale basata su un analisi costo-beneficio, in cui il prezzo del crimine gioca un ruolo rilevante. Il prezzo del crimine dipende dalla probabilità di essere ritenuti responsabili dell attività illecita dalle autorità giudiziarie e dalla severità della misura repressiva (sanzione) ad essa correlata. In questo lavoro, individuate, in primis, le caratteristiche salienti della riflessione beckeriana, analizzeremo il mercato del crimine per poi trattare in breve quelle che per Becker sono le politiche pubbliche repressive ottimali, capaci di 1 Lombroso, che può essere considerato il padre della cosiddetta Scuola Positiva (o Scuola Criminale Antropologica), arrivò a sostenere che il delinquente è riconoscibile per le proprie devianze psichiche [il delinquente è una] amorfa costruzione di un soggetto nato per delinquere [Lombroso, 1876].
2 Clorinda Maisto. Crimine organizzato e teoria dei giochi 10 minimizzare i danni, costi sociali, derivabili dal crimine. Proseguiremo proponendo una sintetica rassegna sull economia criminale dato che oggi si rinvengono molti lavori che, esaminando la spinta individuale del delinquente, pongono l attenzione della loro analisi non tanto sul prezzo ed il beneficio del crimine, ma anche sull interazione sociale dell individuo e, quindi, sul contesto socio-culturale in cui vive. In proseguo, quindi, porremo in evidenza alcune fra le principali critiche di quest approccio beckeriano o tradizionale, per soffermarci sulla sua inadeguatezza nello spiegare la criminalità organizzata. Con gli strumenti analitici propri dell approccio tradizionale dell economia criminale non è in verità facile capire il perché il delinquente, soggetto razionale, debba ritenere più conveniente associarsi con altri per commettere un singolo atto delittuoso oppure, il perché, esso debba affiliarsi in maniera stabile e durevole ad una vera e propria organizzazione criminale e dividere con questa il vantaggio (l utilità) derivante da tutti i suoi atti delittuosi realizzati, o realizzabili nel corso della sua vita. In queste brevi note, quindi, si utilizzano gli strumenti analitici propri della teoria dei giochi per spiegare l esistenza delle mafie, ossia del crimine organizzato. Formalizzata l interazione strategica di due delinquenti, A e B, come esempio di dilemma del prigioniero, la rappresenteremo, in un primo caso, quale gioco con un numero finito di strategie e, in un secondo caso, quale gioco ripetuto con un numero infinito di strategie. In questi due casi, pertanto, esamineremo due diversi esempi di dilemma del prigioniero: il primo, con soluzione non cooperativa, il secondo con soluzione cooperativa, resa possibile dall esistenza di un patto di sangue fra gli affiliati all organizzazione malavitosa. La struttura di questo lavoro è quindi la seguente. Nel primo capitolo, sinteticamente illustreremo il contributo di Gary Becker (1968) che, per primo, ha applicato i principi e la metodologia micro-economica (in particolare la relazione costo-beneficio) all analisi del comportamento criminale individuale. Illustreremo, quindi, il mercato del crimine quelle che per Becker sono le politiche e le strategie ottimali che la società può, con maggiore efficacia, adottare per reprimere il fenomeno della criminalità. Nel secondo capitolo, proponiamo una rassegna sintetica sull analisi microeconomica del crimine e porremo in evidenza i suoi limiti. Esamineremo come il crimine organizzato è analizzato nell economia tradizionale beckerina, e ne criticheremo l approccio seguito in quanto è inadeguato per spiegare fenomeni di criminalità organizzata. Presenteremo
3 Clorinda Maisto. Crimine organizzato e teoria dei giochi 11 una breve rassegna dei contributi, presenti nella letteratura, che analizzano le mafie (quali Cosa Nostra, Sacra Corona Unita, N drangheta, etc) e rinverremo nel patto di sangue, l elemento peculiare della struttura del crimine organizzato soffermandoci sulle ragioni per le quali riteniamo necessario riferirci esplicitamente al patto di sangue. Dopo aver formalizzato due diversi dilemmi del prigioniero, formalizzeremo due casi di dilemma del prigioniero, individueremo gli elementi di calcolo che influiscono sulla decisione del singolo di affilarsi al crimine organizzato. Di seguito, nel terzo capitolo, analizzeremo il fenomeno del pentitismo alla luce della L. 45/2001 sui collaboratori di giustizia (i pentiti) e sull articolo 41 bis (carcere duro) del nostro ordinamento penitenziario. Infine, concluderemo.
4 Clorinda Maisto. Crimine organizzato e teoria dei giochi 12 Cap. 1. L economia criminale da Becker ad oggi Introduzione Il presente capitolo fornisce cenni sintetici all economia criminale partendo dalla teoria beckeriana degli anni Sessanta fino alle teorie economiche più recenti. Economia criminale è il nome coniato dall economista americano Gary Becker (1968), il quale, nel corso dei suoi studi, ha operato una vera rivoluzione copernicana nell ambito non solo dell analisi economica, ma anche della criminologia (Bonanno e Pastore, 2003). La teoria criminale elaborata da Becker parte da una visione del crimine che risulta essere opposta a quella sviluppata da Lombroso (1876) 2. L economista americano reputa che alla base della decisione di intraprendere un attività criminosa vi sia un forte elemento di calcolo: il potenziale delinquente, come qualsiasi altro individuo razionale, soppesa vantaggi e svantaggi ovvero benefici e costi derivabili dall azione delittuosa, prima di porla in essere. Egli deciderà di delinquere quando i benefici sono superiori o, al massimo, uguali ai costi. Secondo questa impostazione, il costo non dipende solo dall entità e dalla severità delle sanzioni, ma anche dalla probabilità di essere acciuffati e condannati. Altri fattori che incidono sulla decisione di delinquere sono il reddito disponibile per altre attività legali ed illegali 3, l inclinazione personale a 2 Cesare Lombroso ha elaborato la teoria del cosiddetto delinquente nato. Tale teoria identifica il criminale attraverso i caratteri psichici e somatici. Punto focale della teoria lombrosiana è l innatismo. 3 Secondo Becker (1968), un individuo decide di violare una norma se l utilità attesa da questa violazione eccede il livello di soddisfazione al quale può pervenire utilizzando in altro modo il suo tempo e le sue risorse.
5 Clorinda Maisto. Crimine organizzato e teoria dei giochi 13 compiere reati e le circostanze ambientali 4. Inoltre, si assume che un ipotetico criminale razionale sia informato sui costi e sui benefici delle sue decisioni, sia in grado cioè di valutare se e quando commettere un azione criminale anziché restare nella legalità. Questo approccio, come si vedrà, ha implicazioni importanti anche per l analisi dell efficacia delle politiche anti-crimine. Il secondo paragrafo darà conto dei contributi più recenti i quali hanno tentato di mostrare come la commissione del reato non sia determinata solo da valutazioni individuali, o, meglio, come tali valutazioni individuali siano, a loro volta, influenzate profondamente dall interazione dell individuo con il contesto sociale, economico e culturale in cui egli vive (Sah, 1991). Seguiranno, infine, alcune osservazioni conclusive. 1. I fondamenti teorici beckeriani In passato, erroneamente, economia e criminalità erano viste come due fenomeni distinti (Amoroso, 2000) poiché la criminalità era vista come esterna alla società. Seppur in misura minima, inoltre, un certo grado di criminalità era considerato inevitabile, se non fisiologico. Da qualche decennio, invece, questa profonda dicotomia ha subito una trasformazione. Essa è diventata economia criminale. Tale terminologia è stata coniata per la prima volta negli anni Sessanta dal Premio Nobel nel 1992, Gary Becker (1968) 5. Egli si avvicinò alla criminologia con una visione della criminalità che risulta essere opposta a quella di Cesare Lombroso (1876), considerato unanimemente il maestro e padre dell antropologia criminale. 4 Spesso i giuristi accusano l economia del crimine di non tener conto dello scarso senso etico del delinquente, ciò che la condurrebbe ad una visione meccanicistica del crimine. In realtà, si tratta di un osservazione che si fonda su una semplificazione della teoria beckeriana. In primo luogo, infatti, quando si parla di calcolo dei benefici e costi del crimine, ci si riferisce all individuo medio considerato come una media degli individui di una certa comunità. Inoltre, la morale incide sulla forma funzionale della utilità percepita soggettivamente dei benefici e dei costi dell attività illecita ed è anche influenzata da circostanze ambientali. I lavori empirici si propongono proprio di stimare i parametri della funzione di utilità del crimine, parametri che possono essere diversi da un individuo all altro, da un contesto all altro. 5 Per motivi di brevità la discussione nel testo è ridotta ai suoi termini più essenziali. Per una trattazione più dettagliata ed analitica del pensiero Beckeriano in particolare e dell economia del crimine più in generale, si vedano Savona (1993); Marselli e Vannini (1999); e Bonanno e Pastore (2003).
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