OBIETTIVO AMBIENTE SRL RUMORE PROFESSIONALE RIPRODUZIONE RISERVATA INDICE

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2 INDICE SCOPO DELLA PRESENTE VALUTAZIONE DEI RISCHI...3 RIFERIMENTI NORMATIVI...3 SVILUPPO DELLA PRESENTE RELAZIONE TECNICA...4 DATI GENERALI DELL AZIENDA...5 DATI DELL AMBIENTE E DEI CICLI DI LAVORO OGGETTO DELL INDAGINE...5 DATI OCCUPAZIONALI...5 ELENCO DEI MEZZI UTILIZZATI...6 TERMINI E DEFINIZIONI...7 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA E CONDIZIONI DI MISURA...8 METODOLOGIA DI CALCOLO...9 INCERTEZZA SUL LIVELLO DI ESPOSIZIONE GIORNALIERO...10 TABELLA SINOTTICA DELLE RILEVAZIONI EFFETTUATE...12 CALCOLO DELL ESPOSIZIONE PERSONALE AL RUMORE...13 METODOLOGIA UTILIZZATA PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA ESPOSIZIONE A RUMORE...17 CONCLUSIONI...22 LAY-OUT IDENTIFICATIVO DEI PUNTI DI MISURA...24 REPORT DELLE MISURE

3 SCOPO DELLA PRESENTE VALUTAZIONE DEI RISCHI La presente valutazione determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'esposizione al rumore durante il lavoro e in particolare per l'udito. Nell ambito della valutazione di cui all articolo 28, D.Lgs. 81/08 il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici in modo da identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle norme di buona tecnica ed alle buone prassi. La valutazione dei rischi derivanti da esposizioni ad agenti fisici è programmata ed effettuata, con cadenza almeno quadriennale, da personale qualificato nell ambito del servizio di prevenzione e protezione in possesso di specifiche conoscenze in materia. La valutazione dei rischi è aggiornata ogni qual volta si verifichino mutamenti che potrebbero renderla obsoleta, ovvero, quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendano necessaria la sua revisione. I dati ottenuti dalla valutazione, misurazione e calcolo dei livelli di esposizione costituiscono parte integrante del documento di valutazione del rischio. Il datore di lavoro nella valutazione dei rischi precisa quali misure di prevenzione e protezione devono essere adottate. RIFERIMENTI NORMATIVI D.Lgs. 81/08 capitolo VIII capo II da art. 187 a art. 198 UNI-EN 9432:2011 ISO 9612: 2011 UNI EN 352-1:2004 UNI EN 352-2:2004 UNI EN 352-3:2004 UNI EN 352-4:2004 UNI EN 352-5:2004 UNI EN 352-6:2004 UNI EN 458:2005 relativo all esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore) Determinazione del livello di esposizione personale al rumore nell ambiente di lavoro Determinazione dell esposizione al rumore negli ambienti di lavoro Protettori dell udito Requisiti generali Parte 1: Cuffie Protettori dell udito Requisiti generali Parte 2: Inserti Protettori dell udito Requisiti generali Parte 3: Cuffie montate su un elmetto di protezione per l industria Protettori auricolari Requisiti di sicurezza e prove Cuffie con risposta in funzione del livello sonoro Protettori auricolari Requisiti di sicurezza e prove Parte 5 : Cuffie con controllo attivo della riduzione del rumore Protettori auricolari Requisiti di sicurezza e prove Parte 6: Cuffie con comunicazione audio Protettori dell udito Raccomandazioni per la selezione, l uso, la cura e la manutenzione Documento guida 3

4 SVILUPPO DELLA PRESENTE RELAZIONE TECNICA I criteri e le strumentazioni utilizzate per le misure del rumore risultano conformi al D.Lgs. n. 81/08 capo VIII sezione II. In particolare la presente relazione tecnica conterrà: data dell effettuazione delle misurazioni descrizione dell ambiente oggetto della campagna di rilievo fonometrico; descrizione delle modalità di effettuazione del rilievo fonometrico in loco; i cicli tecnologici, le modalità di esecuzione del lavoro, i mezzi e i materiali usati; definizione dei gruppi acusticamente omogenei, nel caso in cui le valutazioni dell esposizione al rumore siano state effettuate con tale metodo; strumentazione usata, con relativo numero di matricola e nome dell ente che ha emesso l ultimo certificato di taratura, data e numero dello stesso; livelli sonori continui equivalenti ponderati A per ciascuna attività svolta da ciascun lavoratore e relative incertezze; tempi di esposizione per ciascuna attività svolta da ciascun lavoratore, come forniti dal datore di lavoro previa consultazione con i lavoratori o con i loro rappresentanti per la sicurezza; livelli sonori di picco per ciascuna attività caratterizzata da rumore impulsivo svolta da ciascun lavoratore e relative incertezze; livelli di esposizione giornaliera o settimanale di ciascun lavoratore e relative incertezze; attenuazione dei dispositivi di protezione auricolare utilizzati; modalità di valutazione dell efficacia dei dispositivi di protezione auricolare (se necessari); livelli di esposizione giornaliera o settimanale di ciascun lavoratore, tenendo conto dell uso dei protettori auricolari, nel caso in cui sia superato il valore limite di esposizione; eventuale utilizzo di dispositivi di protezione individuale non auricolari; cognome, nome e firma del responsabile delle misurazioni. La relazione tecnica deve essere tale da consentire al datore di lavoro di individuare le attività rumorose e i lavoratori che le svolgono. 4

5 DATI GENERALI DELL AZIENDA Ragione sociale: Pinco Pallino S.p.a. Sede: Via Roma 49, Villablu Telefono: Legale rappresentante: Mario Rossi Partita IVA: DATI DELL AMBIENTE E DEI CICLI DI LAVORO OGGETTO DELL INDAGINE Descrizione dell ambiente di lavoro: Cicli tecnologici analizzati: La Pinco Pallino S.p.a. risulta ubicata nel comune di Villablu, all interno di un area industriale. L edificio è composto da un ampia area al cui interno sono situate l area produzione, un area destinata al magazzino, un area officina e un area uffici. All interno dell azienda vi si può accedere tramite tre cancelli, uno adibito solo a passaggio pedonale mentre due sono destinati anche al passaggio dei mezzi di trasporto che prelevano il materiale lavorato o scaricano il materiale da lavorare. Inoltre, l ultimo cancello permette l accesso direttamente all area magazzino. L area produzione è quella maggiormente interessata dalla presente relazione, in quanto al suo interno, costituito da un ampio spazio, sono disposti i vari macchinari adibiti alle lavorazioni dei metalli. L azienda è specializzata nella costruzione e montaggio di profili di alluminio che andranno a costituire gli infissi di abitazioni private o capannoni industriali. Per la fase di montaggio degli infissi, si esegue il taglio a misura della verga, generalmente, di alluminio che andrà a comporre il prodotto finito. Dopo aver tagliato i segmenti a giusta misura si procederà al loro montaggio, per eseguire queste lavorazioni vengono impiegate generalmente troncatrici automatiche che permettono un preciso sezionamento. Sono presenti inoltre anche alcune attrezzature atte alla lavorazione di lamiere piane di acciaio. Altre attrezzature invece vengono impiegate per perforare e creare delle fessure sui manufatti per permettere il passaggio della viteria e l alloggiamento della serratura. DATI OCCUPAZIONALI La lista dei lavoratori è allegata al presente documento, non sono attualmente impiegati lavoratori appartenenti a categorie soggette a tutela (minori, donne in stato di gravidanza, etc.). 5

6 ELENCO DEI MEZZI UTILIZZATI Di seguito si riporta un elenco dei mezzi utilizzati durante la rilevazione del rumore professionale. N DENOMINAZIONE DESCRIZIONE SORGENTE 1 SEGA A NASTRO 2 GHIGLIOTTINA 3 TAGLIALAMIERE 4 PRESSAPIEGATRICE 5 RIFINITRICE 6 TRAPANO A COLONNA 7 SALDATRICE 8 SMERIGLIATRICE 9 PUNZONATRICE 10 TRONCATRICE 11 INTESTATRICE 12 PANTOGRAFO SEGA CIRCOLARE PORTATILE CARRELLO ELEVATORE Attrezzatura impiegata per il taglio di oggetti metallici generalmente di forma cilindrica. Il lavoratore, prima di effettuare il taglio, fissa sulla morsettiera il pezzo da sezionare per poi effettuare l intervento azionando il moto della sega attraverso l azionamento dell interruttore posto sull impugnatura della stessa. Attrezzatura impiegata per la creazione di angoli, solitamente a 90 gradi, sulle lamiere piane o sagomate. Il lavoratore dopo aver posizionato la lamiera da tagliare sotto l apposita cesoia darà il segnale d avvio alla macchina attraverso la pressione di un pedale. Una volta che la macchina ha effettuato il taglio essa tornerà in posizione di riposo automaticamente. L attrezzatura ha il compito di sezionare a misura le lamiere piane da lavorare. Azionando la discesa tramite un pedale si farà scendere la cesoia, che prima di eseguire il taglio mediante appositi pistoni oleodinamici tiene salda la lamiera da sezionare. Una volta eseguito il taglio, rilasciando il pedale la cesoia tornerà nella sua posizione di riposo pronta a ricevere un nuovo input. Mediante la pressione oleodinamica permette di piegare in diverse angolazioni lamiere d acciaio o ferro. In base alla potenza esercitata permettono la lavorazione di lamiere di diverso spessore. Il lavoratore una volta posizionata la lamiera al suo interno, agendo su un pedale azionerà la discesa della piegatrice. Quando lo stesso viene rilasciato la piegatrice tornerà nella sua posizione di riposo. Attrezzatura utilizzata per piccoli interventi di rifinitura su oggetti di ridotte dimensione. Il lavoratore avvicinerà o allontanerà il pezzo dal foglio di carteggio rotante in funzione della tipologia di intervento che dovrà effettuare. Il trapano a colonna è composto da un basamento sul quale è fissata una colonna, su questa è applicato il piano di lavoro, ovvero una tavola in ghisa dove poter fissare i pezzi da lavorare. Viene impiegato per piccoli interventi di rifinitura dei pezzi o per la realizzazione di fori di diverso diametro grazie alla possibilità di cambiare le punte perforanti. Equipaggiamento che permette l unione fra loro di diverse sezioni di materiale lavorato. Il lavoratore dopo aver posizionato il componente da saldare sopra il banco da lavoro, ed aver collegato la massa inizierà il processo di saldatura. A seconda del tipo di disco installato su di essa, la smerigliatrice permette di tagliare o smussare vario tipo di materiale. Il comando di avvio ammette due posizioni: la prima per avvio temporaneo dello strumento, la seconda per mantenere una continua rotazione del disco. Questa attrezzatura viene utilizzata per eseguire dei fori circolari sul pezzo di lamiera da lavorare, è oltretutto in grado di eseguire fori in lamiere di diverso spessore. Il lavoratore, una volta inserito il componente da forare sotto di essa, avvierà il processo di lavorazione mediante l azionamento di un pedale. Viene utilizzata per il sezionamento a misura delle verghe, l attrezzatura è completamente automatizzata, infatti dopo ver selezionato le lunghezze del taglio da eseguire la stessa eseguirà la lavorazione. Il lavoratore dovrà, una volta sezionato il materiale provvedere alla sua rimozione ed inserirne uno nuovo da lavorare. Questa attrezzatura viene utilizzata per la lavorazione della parte iniziale e della parte terminale del componente che andrà a comporre l infisso. Dopo aver posizionato il materiale nelle apposite morse ed aver selezionato la profondità della lavorazione da eseguire, si inizierà la fase di lavorazione prima però abbassando la copertura di sicurezza. Dopo aver posizionato il materiale da lavorare, questa attrezzatura grazie ad una punta perforante, eseguirà delle sagomature all interno della spalla dell infisso. In genere queste sagomature vengono create per ospitare la serratura. Utilizzata nei cantiere esterni in caso di necessità, grazie ad un disco questa attrezzatura permetterà il sezionamento del materiale. Questo carrello elevatore, completamente alimentato a batteria viene impiegato per effettuare operazioni di carico / scarico dagli autotreni del materiale in arrivo o in partenza 6

7 TERMINI E DEFINIZIONI rumore costante (stazionario): Rumore, avente durata maggiore di 1 s, caratterizzato da una differenza fra il massimo e il minimo di L AS minore di 3 db(a). rumore fluttuante (non stazionario): Rumore, avente durata maggiore di 1 s, caratterizzato da una differenza fra il massimo e il minimo di L AS maggiore di 3 db(a). rumore impulsivo: Rumore caratterizzato da una ripida crescita e da un rapido decadimento del livello sonoro, avente durata minore o uguale a 1 s, e generalmente ripetuto ad intervalli. In pratica può essere considerato impulsivo, utilizzando il criterio illustrato nella appendice C della UNI EN ISO 11204, un rumore che possiede un indice di impulsività KI maggiore o uguale a 3, ovvero che soddisfa il criterio K I = L Aeq,I,T L Aeq, T 3 db(a), dove L Aeq, I,T rappresenta il livello sonoro continuo equivalente ponderato A, rilevato con la costante di tempo Impulse, mentre L Aeq,T rappresenta il livello sonoro continuo equivalente ponderato A. rumore ciclico: Rumore che si ripete sempre con le stesse caratteristiche ad intervalli di tempo uguali e maggiori del secondo. gruppo acusticamente omogeneo: Gruppo di lavoratori che eseguono lo stesso compito lavorativo e presumibilmente con uguale esposizione a rumore nel corso della giornata lavorativa. incertezza: Parametro, associato al risultato di una misurazione o di una stima di una grandezza, che ne caratterizza la dispersione dei valori ad essa attribuibili con ragionevole probabilità 7

8 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA E CONDIZIONI DI MISURA Per le misure è stato utilizzato un Fonometro integratore corrispondente ai requisiti della classe 1 in conformità alla CEI EN Per le misure se è possibile allontanare il lavoratore senza modificare le condizioni di esposizione o se la presenza del lavoratore risulta incompatibile con l esecuzione della misurazione, il microfono deve essere posizionato al centro della zona occupata generalmente dalla testa del lavoratore stesso, e orientato in direzione della sorgente di rumore prevalente. Per posizioni lavorative per le quali la posizione della testa non è univocamente definita l altezza del microfono è stata individuata come segue: per persone in piedi: 1,55 m ± 0,075 m dal piano di calpestio su cui poggia la persona; per persone sedute: 0,80 m ± 0,05 m sopra il centro del sedile, con le regolazioni orizzontale e verticale della sedia scelte quanto più possibile prossime a quelle medie. Per misurazioni eseguite in presenza del lavoratore: Il microfono viene posizionato all altezza dell orecchio che percepisce il più elevato dei livelli sonori continui equivalenti ponderati A, ad una distanza da 0,10 m a 0,40 m dall entrata del canale uditivo esterno dell orecchio stesso. Il microfono deve inoltre essere orientato nella stessa direzione dello sguardo del lavoratore durante l esecuzione dell attività. Qualora sia impossibile rispettare tali indicazioni riguardo al posizionamento e all orientamento, il microfono deve essere posizionato e orientato in modo tale da fornire la migliore approssimazione dell esposizione al rumore del lavoratore, avendo cura di riportare le condizioni di posizionamento nella relazione tecnica. Nel caso in cui la posizione occupata dalla testa del lavoratore sia molto vicina alla sorgente di rumore, il campo sonoro deve essere accuratamente investigato. Inoltre, la posizione e l orientazione del microfono durante la misurazioni devono essere indicate con precisione nella relazione tecnica. Si raccomanda che l operatore che effettua la misurazioni si posizioni lontano dal microfono e comunque in modo tale da non perturbare apprezzabilmente il campo acustico nella posizione occupata dal microfono stesso. La strumentazione è di classe 1, conforme alle Norme IEC 651/79 e 804/85 (CEI EN 60651/82 e CEI EN 60804/99). La calibrazione acustica dell intera catena di misura mediante il calibratore viene effettuata prima e dopo ogni serie di misurazioni, con la stessa configurazione strumentale, nelle stesse condizioni microclimatiche e comunque all inizio e alla fine della giornata dei rilevamenti. 8

9 METODOLOGIA DI CALCOLO Il rischio da rumore a cui è esposto un lavoratore dipende da due parametri: Il livello sonoro presente nella postazione di lavoro; La durata dell esposizione giornaliera; Il livello sonoro può variare nel tempo, è necessario quindi considerare il livello energetico medio (livello equivalente) presente nel corso dell esposizione. La durata dell esposizione può diversificarsi da lavoratore a lavoratore. Per disporre di dati tra loro omogenei, i livelli energetici medi a cui sono esposti i singoli lavoratori vanno elaborati riferendoli alla stessa durata, assunta convenzionalmente pari a 8 ore. Sulla base di queste informazioni si calcolano i livelli d esposizione di ogni mansione espletata da ciascun lavoratore, calcolando l esposizione giornaliera o l esposizione settimanale, secondo le seguenti formule: L ex T = +, 8h LAeq, Te 10 log T Dove: T 0 è la durata di riferimento convenzionale della giornata lavorativa pari ad 8h; L Aeq,Te è il livello sonoro continuo equivalente ponderato A relativo alla durata giornaliera dell esposizione T e. e 0 Quando sulla base della ricognizione dell ambiente e dei metodi di lavoro sia accertata l esistenza di Q periodi di esposizione, ciascuno con rumorosità omogenea e ognuno dei quali caratterizzato da una sua durata T p, il livello L Aeq,Tp può essere determinato secondo la specifica modalità applicabile a seconda che sia rumore costante, ciclico, fluttuante. Conosciuta o misurata la durata media di ciascun periodo T p, tenuto conto che l effettiva durata dell esposizione giornaliera di un lavoratore al rumore T e deve risultare pari alla somma dei vari periodi T p, si ha: L EX,8h = 10 log t 10 i 0,1 Leq i t i Il livello di esposizione settimanale è dato da Esposizione settimanale = 10 log 10 0,1 Lex,8h i 5 Dove Leq,8h,i sono i livelli a cui il soggetto è esposto per ognuno dei giorni lavorativi della settimana. Si è provveduto ad effettuare rilievi di rumorosità sia nelle postazioni di lavoro occupate da ciascun operatore, sia considerando le diverse operazioni condotte per la realizzazione dell opera, quindi nelle aree di lavoro. 9

10 INCERTEZZA SUL LIVELLO DI ESPOSIZIONE GIORNALIERO I contributi più significativi all incertezza sul livello di esposizione giornaliera sono i seguenti: Incertezza da posizionamento dello strumento u L Incertezza sui tempi di esposizione u T Incertezza strumentale u S INCERTEZZA DA POSIZIONAMENTO DELLO STRUMENTO L esistenza di questo termine è dovuta al fatto che il livello sonoro mostra sensibili fluttuazioni spaziali nelle immediate vicinanze del soggetto esposto. Qualche indeterminazione del risultato rimane comunque anche se sono rispettate le raccomandazioni riguardo al posizionamento del microfono. L incertezza u L associata a questo effetto può essere stimata pari a 1 db. INCERTEZZA SUI TEMPI DI ESPOSIZIONE Nel contesto dell applicazione della legislazione vigente, i tempi di esposizione sono dichiarati dal datore di lavoro sentiti i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Questo processo non consente di ottenere una stima affidabile della relativa incertezza. Di conseguenza, sebbene si tratti di un elemento sicuramente presente e significativo, l incertezza sui tempi di esposizione non è considerata nel calcolo dell incertezza sul livello di esposizione giornaliera o settimanale, ovvero si pone u T = 0. È importante che questa grandezza non sia confusa con la variabilità del tempo di esposizione fra le diverse giornate lavorative, della quale è tenuto conto nel processo di determinazione del descrittore di esposizione L ex, 8h. INCERTEZZA STRUMENTALE L incertezza associata alle caratteristiche tecniche della strumentazione risente di un grande numero di elementi. Per una catena di misura nella quale sia il calibratore sia il misuratore di livello sonoro soddisfano i requisiti della classe 1 della CEI EN , l incertezza strumentale complessiva us si può assumere pari a 0,5 db. In alternativa è possibile calcolare l incertezza strumentale tramite l espressione: u S = ( u f 2 + u c 2 ) 1/2 dove: u f è l incertezza dichiarata sul certificato di taratura per il fonometro; u c è l incertezza dichiarata sul certificato di taratura per il calibratore. CALCOLO DELL INCERTEZZA SUL LIVELLO DI ESPOSIZIONE GIORNALIERA L incertezza sul livello di esposizione giornaliera L EX, 8h è calcolata combinando opportunamente i livelli sonori continui equivalenti con le relative incertezze. È importante distinguere fra quei contributi che risentono del numero Q di periodi acusticamente omogenei nei quali risulta divisa la giornata lavorativa, da quelli che non ne risentono. Dei primi si tiene conto mediante l equazione: 10

11 u a ( L ) EX,8h Q 10 p= 1 = Q 0,2Lp p= 1 10 T 2 p 0,1L p u T p p 2 1/ 2 Nella quale si è posto per brevità L p = L Aeq, Tp, T p è la durata del p-esimo periodo acusticamente omogeneo. La grandezza up tiene conto dei contributi dell incertezza dovuti al campionamento u a e al posizionamento dello strumento u L, ed è data da: u P = [ u ap 2 + u Lp 2 ] 1/2 All incertezza determinata mediante l equazione C.6 deve essere poi aggiunta la componente legata alla strumentazione u S, che non risente del numero Q di periodi acusticamente omogenei nei quali risulta divisa la giornata lavorativa. L incertezza sul livello di esposizione giornaliera è data da: u(l EX, 8h ) = [ u a 2 (L EX, 8h ) + u s 2 ] 1/2 11

12 TABELLA SINOTTICA DELLE RILEVAZIONI EFFETTUATE N Descrizione sorgente Valore di Leq db(c) Valore di Picco db(c) Leq in db(a) Caratteristiche del rumore Presenza di sostanze ototossiche Presenza di vibrazioni Presenza segnali di allarme Posizione del microfono 1 Sega a nastro 83,3 106,5 83,6 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 2 Ghigliottina 93,4 122,1 86,1 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 3 Pressapiega 77,9 111,4 75,9 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 4 Taglialamiere 86,7 124,8 84,6 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 5 Rifinitrice 81,7 107,5 82,0 fluttuante NO SI NO 1,55 m ± 0,075 m 6 Trapano a colonna 75,0 109,7 72,6 fluttuante NO SI NO 1,55 m ± 0,075 m 7 Saldatrice 78,8 111,4 79,2 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 8 Smerigliatrice 94,6 117,2 96,4 fluttuante NO SI NO 1,55 m ± 0,075 m 9 Punzonatrice 80,9 121,0 79,6 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 10 Troncatrice 93,0 116,1 94,7 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 11 Intestatrice 83,4 112,3 83,3 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 12 Pantografo 90,9 111,7 90,9 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 13 Sega circolare portatile 87,4 117,5 88,9 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 14 Carrello elevatore 80,7 105,9 74,7 fluttuante NO SI NO 0,80 m ± 0,05 m 15 Ambientale reparto produzione 75,9 108,6 75,2 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 16 Ambientale area uffici 66,2 103,8 60,3 fluttuante NO NO NO 1,55 m ± 0,075 m 12

13 CALCOLO DELL ESPOSIZIONE PERSONALE AL RUMORE Per il calcolo dell esposizione al rumore sono state prese le differenti mansioni presenti in azienda divise per area di competenza. Per ogni gruppo omogeneo è stata considerata la situazione lavorativa peggiorativa. GRUPPO OMOGENEO: AREA: OPERAIO LABORATORIO I^ipotesi: utilizzo dell attrezzature per eseguire opere di sezionamento; n Descrizione sorgente Tempo di utilizzo al giorno (minuti) Valore di Leq db(c) Leq della mansione in db(a) INCERTEZZA DPI tipologia di DPI Attenuazione garantita dal DPI SNR in db(a) Coefficiente moltiplicativo beta Attenuazione reale del DPI in db(a) Leq attenuato corretto in db(a) INCERTEZZA Stima del livello di protezione 1 Sega a nastro ,3 83,6 1,00 NO 17 Ambientale reparto produzione 20 75,9 75,2 1,00 NO ,4 Incertezza di misura 1,1 Incertezza di misura Lex, 8h corretto 85,3 Lex, 8h attenuato con DPI 13

14 II^ ipotesi: utilizzo delle attrezzature per la lavorazione delle lamiere; n Descrizione sorgente Tempo di utilizzo al giorno (minuti) Valore di Leq db(c) Leq della mansione in db(a) INCERTEZZA DPI tipologia di DPI Attenuazione garantita dal DPI SNR in db(a) Coefficiente moltiplicativo beta Attenuazione reale del DPI in db(a) Leq attenuato corretto in db(a) INCERTEZZA Stima del livello di protezione 2 Ghigliottina 5 93,4 86,1 1,00 SI Cuffie 28 0, ,4 1,00 BUONA 3 Pressapiega 5 77,9 75,9 1,00 NO 75,9 4 Taglialamiere 1 86,7 84,6 1,00 NO 84,6 5 Rifinitrice 1 81,7 82,0 1,00 NO 82,0 6 Trapano a colonna 3 75,0 72,6 1,00 NO 72,6 9 Punzonatrice 2 80,9 79,6 1,00 NO 79,6 14 Carrello elevatore 5 80,7 74,7 1,00 NO 74,7 15 Ambientale reparto produzione ,9 75,2 1,00 NO 75, ,8 75,3 Incertezza di misura 1,0 Incertezza di misura 1,1 Lex, 8h corretto 77,4 Lex, 8h attenuato con DPI 77,0 III^ ipotesi: utilizzo della strumentazione per effettuare saldature e piccoli lavori di smerigliatura; n Descrizione sorgente Tempo di utilizzo al giorno (minuti) Valore di Leq db(c) Leq della mansione in db(a) INCERTEZZA DPI tipologia di DPI Attenuazione garantita dal DPI SNR in db(a) Coefficiente moltiplicativo beta Attenuazione reale del DPI in db(a) Leq attenuato corretto in db(a) INCERTEZZA Stima del livello di protezione 8 Saldatrice 60 78,8 79,2 1,00 NO 79,2 9 Smerigliatrice 10 94,6 96,4 1,00 SI Cuffie 28 0, ,6 1,00 BUONA 17 Ambientale reparto produzione ,9 75,2 1,00 NO 75, ,1 75,9 Incertezza di misura 0,9 Incertezza di misura 0,9 Lex, 8h corretto 82,6 Lex, 8h attenuato con DPI 77,4 14

15 GRUPPO OMOGENEO: AREA: OPERAIO LABORATORIO LAVORAZIONE PROFILI n Descrizione sorgente Tempo di utilizzo al giorno (minuti) Valore di Leq db(c) Leq della mansione in db(a) INCERTEZZA DPI tipologia di DPI Attenuazione garantita dal DPI SNR in db(a) Coefficiente moltiplicativo beta Attenuazione reale del DPI in db(a) Leq attenuato corretto in db(a) INCERTEZZA Stima del livello di protezione 10 Troncatrice 15 93,0 94,7 1,00 SI Cuffie 28 0, ,0 1,00 BUONA 11 Intestatrice 15 83,4 83,3 1,00 NO 83,3 12 Pantografo 10 90,9 90,9 1,00 SI Cuffie 28 0, ,9 1,00 ACCETTABILE 15 Ambientale reparto produzione ,9 75,2 1,00 NO 75, ,9 75,8 Incertezza di misura 0,8 Incertezza di misura 1,0 Lex, 8h corretto 83,2 Lex, 8h attenuato con DPI 77,4 GRUPPO OMOGENEO: AREA: OPERAIO ESTERNA / CANTIERE n Descrizione sorgente Tempo di utilizzo al giorno (minuti) Valore di Leq db(c) Leq della mansione in db(a) INCERTEZZA DPI tipologia di DPI Attenuazione garantita dal DPI SNR in db(a) Coefficiente moltiplicativo beta Attenuazione reale del DPI in db(a) Leq attenuato corretto in db(a) INCERTEZZA Stima del livello di protezione 13 Sega a circolare portatile 5 87,4 88,9 1,00 SI Cuffie 28 0, ,4 1,00 ACCETTABILE 7 Saldatrice 30 70,7 79,2 1,00 NO 70,9 15 Ambientale reparto produzione ,9 75,2 1,00 NO 75, ,4 75,6 Incertezza di misura 0,9 Incertezza di misura 1,0 Lex, 8h corretto 77,9 Lex, 8h attenuato con DPI 77,2 15

16 GRUPPO OMOGENEO: AREA: IMPIEGATO / A UFFICI n Descrizione sorgente Tempo di utilizzo al giorno (minuti) Valore di Leq db(c) Leq della mansione in db(a) INCERTEZZA DPI tipologia di DPI Attenuazione garantita dal DPI SNR in db(a) Coefficiente moltiplicativo beta Attenuazione reale del DPI in db(a) Leq attenuato corretto in db(a) INCERTEZZA Stima del livello di protezione 16 Ambientale area uffici ,2 60,3 1,00 NO 15 Ambientale reparto produzione 5 75,9 75,2 1,00 NO ,5 Incertezza di misura 0,9 Incertezza di misura Lex, 8h corretto 63,0 Lex, 8h attenuato con DPI 16

17 METODOLOGIA UTILIZZATA PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA ESPOSIZIONE A RUMORE MISURE TECNICO ORGANIZZATIVE GENERALI PER LA RIDUZIONE DEL RUMORE Il datore di lavoro elimina i rischi alla fonte o li riduce al minimo e, in ogni caso, a livelli non superiori ai valori limite di esposizione, mediante le seguenti misure: a) adozione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al rumore; b) scelta di attrezzature di lavoro adeguate, che emettano il minor rumore possibile, magari conformi ai requisiti di cui all allegato V, cui l effetto è di limitare l esposizione al rumore; c) progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro; d) adeguata informazione e formazione sull uso corretto delle attrezzature di lavoro; e) adozione di misure tecniche per il contenimento del rumore trasmesso per via aerea (schermature, involucri o rivestimenti realizzati con materiali fonoassorbenti) e del rumore strutturale (sistemi di smorzamento o di isolamento); f) programmi di manutenzione delle attrezzature, del luogo e dei sistemi sul posto di lavoro; g) migliore organizzazione del lavoro (limitazione della durata e dell intensità dell esposizione e adozione di orari di lavoro appropriati, con sufficienti periodi di riposo). OBBLIGHI TRASCURABILE <80 db(a) <135 db(c) CLASSI DI RISCHIO LIVELLO DI ESPOSIZIONE QUOTIDIANA Lex,8h db(a) e/o PRESSIONE ACUSTICA DI PICCO PPEAK db(c) BASSO tra 80 e 85 db(a) tra 135 e 137 db(c) MEDIO tra 85 e 87 db(a) tra 137 e 140 db(c) ALTO >87 db(a) 140 db(c) INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI LAVORATORI NESSUN OBBLIGO Obbligo di informare ed eventualmente formare i lavoratori su: a) natura di tali rischi; b) misure adottate per ridurre il rumore e loro applicazione; c) valori limite di esposizione valori di azione; d) risultati e significati della misurazione e valutazione del rumore e rischi potenziali; e) uso corretto dei DPI; f) utilità e mezzi per segnalare sintomi di danni all udito; g) significato e ruolo della sorveglianza sanitaria e suoi obiettivi; h) procedure di lavoro sicure per ridurre al minimo l esposizione al rumore. SORVEGLIANZA SANITARIA NESSUN OBBLIGO E facoltativa: può essere richiesta dal lavoratore o indicata dal Medico Competente E obbligatoria, con periodicità stabilita dal Medico Competente. USO DEI DISPOSITIVI I PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) NESSUN OBBLIGO E facoltativo, ma il Datore di Lavoro deve metterli a disposizione dei lavoratori. E obbligatorio. Il Datore di Lavoro deve metterli a disposizione dei lavoratori e fare il possibile perché vengano indossati. ESPOSIZIONE APPOSITA SEGNALETICA DI SICUREZZA NESSUN OBBLIGO I luoghi di lavoro sono indicati da appositi segnali. Dette aree sono inoltre delimitate e l accesso alle stesse è limitato, ove ciò sia tecnicamente possibile e giustificato dal rischio di esposizione. 17

18 Prima di entrare nel merito dei criteri che sono stati adottati per valutare i rischi, è utile ricordare alcune definizioni, in parte mutuate dagli Orientamenti della Comunità Europea e fatti propri dal D.Lgs 81/08 riguardo alla valutazione dei rischi sul lavoro: Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione; Valutazione dei rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell ambito della organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. Ai fini delle valutazione successive si definisce anche che qualunque elemento e/o condizione presente nell ambiente di lavoro che sia intrinsecamente capace di alterare le funzioni psicofisiche dell organismo umano diviene fattore di rischio quando la probabilità che esso effettivamente alteri le funzioni psicosomatiche dell'organismo umano ha un valore stimato diverso da zero. La stima di questa probabilità può essere fatta sia con metodi quantitativi che semiquantitativi, tenendo presente che questa probabilità è funzione della intensità dell'agente di rischio e del tempo di esposizione del lavoratore a quell'agente. Con il termine danno s'intendono le lesioni, le disfunzioni e le alterazioni che portano ad una diminuzione, più o meno grave ed evidente, d'efficienza e/o di prestigio alla persona. Al fine di valutare i rischi si è ritenuto di adottare i criteri di stima del rischio complessivo comunemente utilizzati che prendono in considerazione contemporaneamente la consistenza degli eventi incidentali (la magnitudo del danno) e la loro probabilità di verificarsi, utilizzando un giudizio di tipo semiquantitativo, che può essere espresso secondo la seguente formula: R = f(d,p) R = magnitudo del Rischio D = magnitudo delle conseguenze ( danno ai lavoratori) P = Probabilità di frequenza del verificarsi delle conseguenze. La Probabilità P è espressa, ad esempio, valutando il numero di volte in cui il danno può verificarsi in un dato intervallo di tempo. La Magnitudo D, indica l'intensità del danno a carico del lavoratore. La determinazione delle funzione f di rischio presuppone di definire un modello dell'esposizione dei lavoratori ad un dato pericolo, consente di porre in relazione l'entità del danno atteso con la probabilità del suo verificarsi. 18

19 R=f(P,D) La riduzione del rischio può avvenire mediante misure atte a ridurre la probabilità del verificarsi di un determinato danno atteso. La definizione della scala delle Probabilità fa riferimento all'esistenza di una correlazione più o meno diretta tra la carenza riscontrata ed il danno ipotizzato; è inoltre opportuno considerare il livello di sorpresa che l'evento provocherebbe nella realtà considerata. La scala di gravità del Danno chiama in causa una competenza di tipo sanitario, poiché fa riferimento alla reversibilità del danno, distinguendo tra infortunio ed esposizione acuta o cronica. Sulla base della ormai poderosa letteratura in merito, è possibile individuare le seguenti scale quantitative per la valutazione dei due parametri fondamentali, P e D: Scala delle Probabilità V a Livello ALTAME NTE PROBABI LE PROBABI LE POCO PROBABI LE IMPROB ABILE Definizione Criteri 1.Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato. 2.Si sono già verificati dei danni per la stessa mancanza rilevata nell'azienda considerata o in situazioni operative simili 1.La mancanza rilevata, potrebbe provocare un danno, anche se non in modo automatico o diretto. 2.E' noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno. 3.Il verificarsi del danno, comporterebbe una moderata sorpresa in Azienda. 1.La mancanza rilevata potrebbe provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi. 2.Sono noti solo rari episodi già verificatisi. 3.Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa. 1.La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti 2.Non sono noti episodi già verificatisi 3.Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità 19

20 Scala dell'entità del danno V a 4 Livello GRAVISS IMO 3 GRAVE 2 MEDIO 1 LIEVE Definizione Criteri 1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale 2.Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti 1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità permanente parziale 2.Esposizione cronica con effetti irreversibili e parzialmente invalidanti 1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di inabilità temporanea anche lunga ma reversibile 2.Esposizione cronica con effetti reversibili 1.Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità temporanea, breve e rapidamente reversibile 2.Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili Definiti il danno D e la probabilità P, il Rischio viene automaticamente graduato mediante la formula: R = P x D D P LEGENDA >87 db(a) 12 R 16 CLASSE 3 Rischio di malattia professionale con esiti di invalidità permanente Azioni correttive urgenti tra 85 e 87 db(a) 5 R 9 CLASSE 2 Rischio di infortunio con esiti di invalidità temporanea superiore a 3 giorni; infortuni lievi però ripetitivi nell anno Azioni correttive da programmare a breve termine 20

21 tra 80 e 85 db(a) 2 R 4 CLASSE 1 Rischio di infortunio stimabile inferiore a tre giorni o infortuni lievi (con medicazione); Presenza di esposizione controllata dei lavoratori entro i limiti di accettabilità previsti dalla normativa vigente Azioni correttive da programmare a medio - lungo termine Rischio non esistente o poco probabile Eventuali azioni migliorative da valutare in fase di programmazione CLASSE <80 db(a) R = 1 0 Quindi, per avere una effettiva riduzione del rischio, occorre provvedere a ridurre una o entrambe le componenti P ed D. Una riduzione del rischio può essere ottenuta nei seguenti modi: Effettuando interventi di PREVENZIONE Realizzando il sistematico controllo delle apparecchiature di sicurezza e non, imponendo l'ordine e la pulizia dei locali e delle attrezzature, informando/formando il personale etc. si avrà una sensibile riduzione della PROBABILITA del rischio (P); Effettuando interventi di PROTEZIONE Installando impianti di sicurezza fissi o mobili, etc. si avrà una sensibile riduzione del DANNO delle conseguenze (D); In definitiva mediante l'attuazione in modo razionale ed equilibrato di misure di PREVENZIONE e di PROTEZIONE, si arriverà alla RIDUZIONE DEL RISCHIO, chiamata nel presente documento RISCHIO FINALE (Rf). Tale valore andrà inserito nel presente documento in via previsionale, al fine di stimare il grado di sicurezza finale di locali, attrezzature e mansioni all attuazione delle indicazioni contenute nel registro migliorativo della sicurezza, allegato al presente documento. La scelta delle misure da adottare dovrà essere preceduta dalla necessità di stabilire il livello di rischio accettabile. 21

22 CONCLUSIONI AREA LABORATORIO LABORATORIO LAVORAZIONE PROFILI GRUPPO OMOGENEO OPERAIO IPOTESI VALORE EFFETTIVO IN DB(A) VALORE ATTENUATO DA DPI IN DB(A) I 85,3 - CLASSE DI RISCHIO tra 85 e 87 db(a) II 77,4 77,0 <80 db(a) III 82,6 77,4 OPERAIO - 83,2 77,4 tra 80 e 85 db(a) tra 80 e 85 db(a) ESTERNA / CANTIERE OPERAIO - 77,9 77,2 <80 db(a) UFFICI IMPIEGATO / A - 63,0 <80 db(a) VALUTAZIONE NUMERICA DEL RISCHIO P x D = R 3 X 2 = 6 RISCHIO MEDIO 1 X 1 = 1 RISCHIO TRASCURABILE 2 x 2 = 4 RISCHIO BASSO 2 x 2 = 4 RISCHIO BASSO 1 X 1 = 1 RISCHIO TRASCURABILE 1 X 1 = 1 RISCHIO TRASCURABILE Tutti i tempi relativi all utilizzo delle varie attrezzature sono stati dichiarati dal datore di lavoro. Dalle rilevazioni fonometriche effettuate si evince che il rumore a cui sono sottoposti i dipendenti all interno dell azienda nel globale risulta BASSO o TRASCURABILE, soprattutto per via dei tempi molto limitati di utilizzo delle attrezzature più rumorose. È tuttavia presente una mansione ascritta alla classe di rischio MEDIO e corrisponde ai lavoratori addetti all utilizzo della sega a nastro. Per i dipendenti sottoposti ad un livello di rumore MEDIO sussiste l obbligo di: - utilizzare idonei DPI e fornire adeguata formazione sul loro utilizzo; - effettuare adeguata sorveglianza sanitaria. Per i dipendenti sottoposti ad un livello di rumore BASSO sussiste l obbligo di: - mettere a disposizione idonei DPI e fornire adeguata formazione sul loro utilizzo; - effettuare adeguata sorveglianza sanitaria a fini preventivi, su richiesta facoltativa del lavoratore. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DA ADOTTARE TIPOLOGIA DI DPI CARATTERISTICHE AREA GRUPPO OMOGENEO Cuffie auricolari UNI EN 352 SNR = 28 LABORATORIO, ESTERNA OPERAIO Nelle tabelle di valutazione dell esposizione personale dei lavoratori è stata considerata l ipotesi di utilizzo delle cuffie, in quanto, data la tipologia di lavorazione in oggetto che porta il lavoratore a fare uso dei guanti di protezione che, se usati durante la fase di prelievo/inserimento dei tappi, rappresentano viatico di batteri o impurità con grave incolumità dell apparato uditivo, tale sistema di protezione contro il rumore appare più igienico e da preferire agli inserti espandibili. 22

23 La valutazione dei rischi derivanti da esposizioni ad agenti fisici è programmata ed effettuata, con cadenza almeno quadriennale, da personale qualificato nell ambito del servizio di prevenzione e protezione in possesso di specifiche conoscenze in materia. La valutazione dei rischi è aggiornata ogniqualvolta si verifichino mutamenti che potrebbero renderla obsoleta, ovvero quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendano necessaria la sua revisione. I dati ottenuti dalla valutazione, misurazione e calcolo dei livelli di esposizione costituiscono parte integrante del documento di valutazione del rischio. Datore di Lavoro Responsabile del S.P.P. aziendale Medico competente Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (per conoscenza e presa visione) Il Referente Aziendale (per conoscenza e presa visione) Villablu, lì. In allegato LAY-OUT IDENTIFICATIVO DEI PUNTI DI MISURA REPORT DELLE MISURE CERTIFICAZIONI 23

24

25 REPORT DELLE MISURE R1 Sega a nastro m30 45m00 45m30 46m00 46m30 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 83,6 49,8 93,4 Leq C db 83,3 55,6 92,8 Picco C db 71,2 106,5 25

26 R2 Ghigliottina m30 52m40 52m50 53m00 53m10 53m20 53m30 53m40 53m50 54m00 54m10 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 86,1 60,3 95,3 Leq C db 93,4 69,8 103,3 Picco C db 80,0 122,1 26

27 R3 Pressapiega m30 56m00 56m30 57m00 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 75,9 64,3 87,0 Leq C db 77,9 66,0 86,1 Picco C db 76,9 111,4 27

28 R4 Taglialamiere m00 58m30 59m00 59m30 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 84,6 63,8 99,5 Leq C db 86,7 67,2 97,9 Picco C db 87,1 124,8 28

29 R5 Rifinitrice m30 01m00 01m30 02m00 02m30 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 82,0 77,1 88,4 Leq C db 81,7 77,4 89,7 Picco C db 90,4 107,5 29

30 R6 Trapano a colonna m00 04m30 05m00 05m30 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 72,6 47,4 80,1 Leq C db 75,0 58,7 85,3 Picco C db 69,9 109,7 30

31 R7 Saldatrice m00 07m30 08m00 08m30 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 79,2 54,0 89,2 Leq C db 78,8 62,8 88,4 Picco C db 73,8 111,4 31

32 R8 Smerigliatrice m00 16m30 17m00 17m30 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 96,4 49,3 100,8 Leq C db 94,6 54,5 99,0 Picco C db 67,4 117,2 32

33 R9 Punzonatrice m30 24m40 24m50 25m00 25m10 25m20 25m30 25m40 25m50 26m00 26m10 26m20 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 79,6 61,4 92,7 Leq C db 80,9 64,7 92,1 Picco C db 76,7 121,0 33

34 R10 Troncatrice m40 31m50 32m00 32m10 32m20 32m30 32m40 32m50 33m00 33m10 33m2033m30 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 94,7 72,3 105,6 Leq C db 93,0 72,6 103,7 Picco C db 84,0 116,1 34

35 R11 Intestatrice h34 10h35 10h36 10h37 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 83,3 48,2 99,6 Leq C db 83,4 55,3 98,9 Picco C db 66,5 112,3 35

36 R12 Pantografo m00 40m30 41m00 41m30 42m00 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 90,9 50,5 101,3 Leq C db 90,9 56,2 100,5 Picco C db 67,5 111,7 36

37 R13 Sega circolare portatile m20 47m30 47m40 47m50 48m00 48m10 48m20 48m30 48m40 48m50 49m0049m10 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 88,9 51,8 98,4 Leq C db 87,4 57,9 96,6 Picco C db 69,6 117,5 37

38 R14 Carrello elevatore m00 50m30 51m00 51m30 52m00 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 74,7 61,8 84,4 Leq C db 80,7 66,3 91,5 Picco C db 78,3 105,9 38

39 R15 Ambientale reparto produzione h45 09h50 09h55 10h00 10h05 10h10 10h15 10h20 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 75,2 39,6 93,7 Leq C db 75,9 48,4 98,8 Picco C db 57,4 108,6 39

40 R16 Ambientale area uffici h25 10h30 10h35 10h40 10h45 10h50 10h55 Tipo Wgt Unit Leq Lmin Lmax Leq A db 60,3 39,3 81,2 Leq C db 66,2 46,7 96,8 Picco C db 56,0 103,8 40

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