MEMO. Viaggio a Kos, l isola dove nacque il padre della medicina moderna

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1 MEMO Nella patria di Ippocrate Viaggio a Kos, l isola dove nacque il padre della medicina moderna

2 Ippocrate di Kos è considerato l iniziatore della medicina nel senso moderno del termine. La sua biografia è incerta e lacunosa, ma si conoscono alcune tappe fondamentali della vita di questo straordinario personaggio. Nato nel 460 a.c., proviene da una famiglia di medici e sacerdoti di Asklepio, il dio greco della medicina. Assimila il sapere accumulato nei secoli fino alla sua era, e lo sistematizza trasformandolo in scienza razionale. Spesse volte non chiede compensi per la sua opera e lascia circolare liberamente le conoscenze presso altri medici. Grazie anche a questa magnanimità, Ippocrate viene ben presto mitizzato e fioriscono leggende sul suo legame con Asklepio, il dio della medicina amico degli uomini. I suoi contributi sono decisivi e segnano una svolta fondamentale nella storia di questa scienza. Il celebre Giuramento d Ippocrate, attribuito appunto a questo personaggio, è ancora oggi la base etica della professione medica. Un personaggio straordinario Gli anni della formazione Kos: particolari della fortezza di Antimachia. La sua sete di conoscenza lo porta a viaggiare molto negli anni giovanili, in tutta la Grecia, in Tracia, ad Atene e a Taso. Si reca inoltre in Libia e nella terra tecnologicamente più progredita dell epoca, l Egitto, dove già millenni prima di Cristo gli uomini erano in possesso di una cultura avanzatissima. Rientrato dai suoi viaggi, Ippocrate si rende conto di quanto in Grecia la religione influenzi, nel bene e nel male, ogni aspetto della vita umana, compresa la medicina. Le malattie venivano infatti tradizionalmente interpretate come segni del destino inviati dagli dei, dunque separate dal piano umano e riferite a una sfera superiore. A partire da simili diagnosi, le stesse cure non potevano che assumere carattere religioso.

3 Il contributo di Ippocrate: il metodo razionale Ippocrate è il primo a introdurre il metodo scientifico, razionale, nella diagnosi e nella cura. Introduce gli stessi concetti di diagnosi e prognosi e inventa la cartella clinica. Sistematizza il sapere accumulato fino ad allora nella medicina clinica, riassume le conoscenze scientifiche delle scuole precedenti e descrive le pratiche per i medici ( Corpus Hippocraticum e altre opere). Pone al centro dell attenzione non la malattia, ma la persona, il malato, con tutto il suo universo di relazioni e il suo stile di vita. La sua visione dell uomo, straordinariamente ampia e complessa, lo porta a considerarlo come una totalità in cui ogni elemento influenza il quadro complessivo e ne è a sua volta influenzato. Tutto si tiene, tutto è legato in un gioco dialettico di scambi reciproci. A partire dall osservazione dei sintomi, Ippocrate definisce il disturbo e prescrive una cura. Molta parte di essa è basata sul ritorno alla natura come risorsa primaria e fondamentale delle creature viventi. Le cure omeopatiche, la somministrazione di erbe medicinali e l importanza attribuita alla dieta e all alimentazione vanno appunto in questa direzione, così come l attenzione all equilibrio naturale degli elementi di cui si credeva fosse costituito il corpo dell uomo. Dettaglio di una sala del Museo Archeologico di Kos.

4 Cura del corpo e cura della psiche La cultura religiosa dell epoca, che trovava ampio spazio anche in ambito medico, viene con lui ridimensionata nella cura dei pazienti. Ippocrate cerca di eliminarne o almeno attenuarne gli aspetti più fatalistici, che implicavano ovviamente una sostanziale impotenza dell intervento umano, e al contrario una totale dipendenza dal volere degli dei. Ne accetta tuttavia un aspetto positivo, benefico per la psiche, ovvero di rassicurazione e conforto spirituale dei malati. L uomo, per Ippocrate, è una totalità psicosomatica, costituita da corpo e mente. Nessuna cura può quindi essere efficace se non agisce sia sul piano fisico che su quello psicologico. L aspetto mentale, la serenità d animo ma anche l autosuggestione che costituiva in fondo la vera terapia nei santuari-sanatori dell epoca ellenistica, è di fatto fondamentale per la guarigione. Veduta di Kos. Sopra: una statua al Museo Archeologico. Un lascito millenario Ippocrate non è stato solamente un grande innovatore sul piano medico, ma ha anche lasciato un eredità spirituale e culturale di immenso valore. L etica della professione medica, il suo senso ed i suoi valori, il fine ultimo dell impegno di chi si prende cura degli altri, e potremmo dire il significato più profondo della vita del padre della medicina moderna, sono contenuti nel celebre Giuramento, attribuito proprio ad Ippocrate. Ancora oggi, i principi fondamentali di questo testo costituiscono la base etica di chi per professione sceglie di prendersi cura degli altri. Dopo anni, lo spirito del padre della medicina è ancora vivo e palpitante

5 Giuramento di Ippocrate Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per tutti gli dei e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio maestro di questa arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest'arte, se essi desiderano apprenderla; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro. Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio; mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo. Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte. Non opererò coloro che soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività. In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi. Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili. E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro. Giuramento moderno (deliberato dal Comitato Centrale della Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri il 23 marzo 2007). Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro: di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento; di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale; di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario; di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona; di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico; di promuovere l'alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica; di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze; di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina; di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali; di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione; di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni; di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico; di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente; di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato; di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione.

6 L Asklepeion di Kos Kos è una piccola isola greca vicinissima alle coste turche. Grazie alla figura di Ippocrate, che qui nacque ed insegnò, la sua fama si estese nell antichità a tutto il mondo ellenico e non solo. In particolare, nelle immediate vicinanze del villaggio principale dell isola, il piccolo centro di Kos appunto, sono ancora presenti significative testimonianze architettoniche e resti del santuario-sanatorio dedicato al dio della medicina, Asklepio. Queste strutture erano presenti in tutto il mondo ellenico antico, ed è proprio qui oltre che in altri centri come Atene e altrove - che Ippocrate operò.

7 Tra medicina e magia Una veduta dell Asklepeion e, sotto, un pannello esplicativo Gli Asklepiei svolgevano la funzione sia di luoghi di culto che di centri terapeutici. Erano costruiti vicino ai boschi e alle fonti termali, in zone dal clima mite. Le cure somministrate prevedevano bagni, diete, massaggi, esercizi fisici. Oltre a questo, vi era una parte più psicologica e spirituale, nella quale il paziente doveva assistere a rappresentazioni teatrali e partecipare alle cerimonie in onore di Asklepio. In seguito, gli veniva prescritto di coricarsi per terra, in un luogo speciale al quale erano attribuiti poteri terapeutici grazie all energia positiva e al magnetismo che si credeva possedesse. La notte, il paziente sognava Asklepio che gli rivelava la fonte del suo male e la cura che lo avrebbe guarito. Il mattino dopo, raccontava ai medici e ai sacerdoti del tempio il suo sogno. Grazie al potere dell autosuggestione e alla credenza di aver ricevuto la cura direttamente dal dio, pare che in molti casi questo metodo funzionasse davvero. Oggi gli studiosi sono propensi a credere che il complesso apparato di credenze e pratiche cultuali, di cui in ogni caso beneficiava la psiche della persona malata, fosse potenziato nel proprio effetto da sostanze inebrianti fatte assumere ai pazienti in varie forme. E perfino possibile che gli stessi sacerdoti si recassero nottetempo nei dormitori, suggerendo letteralmente ai malati, che intanto stavano sognando, le visioni divine che avrebbero avuto.

8 Arte dell incontro Ma questi centri di cura svolgevano anche una funzione sociale importante. Oltre ad accogliere i malati erano luogo d incontro tra fedeli del dio e pellegrini, e offrivano rifugio perfino agli esiliati o ai perseguitati politici. La vicinanza degli Asklepiei ai boschi era perfetta a questo scopo. Alcuni poi si rivolgevano alle autorità dei templi-sanatori per ritrovare persone o familiari scomparsi, o per chiedere aiuto di altro genere. In questi luoghi la socialità era coltivata anche in forme culturali. Vi erano biblioteche e luoghi d incontro. Si organizzavano inoltre giochi e spettacoli vari, oltre alle cerimonie religiose in senso stretto. L idea di base era che la salute, con tutto ciò che potesse servire a mantenerla e rafforzarla, fosse il vero nucleo della felicità umana. I momenti di socializzazione e d incontro, ma anche lo studio e l elevamento culturale, venivano considerati essenziali ai fini della guarigione e per conseguire una maggiore pienezza della vita. In armonia con la natura Ricostruzione dell Asklepeion e, sopra, resti di colonnato. E interessante anche la eco-logia in base alla quale venivano edificati i templi di Asklepio. Lo spazio naturale dove si costruiva non andava invaso, ma al contrario si procedeva a inserirvi armonicamente la presenza dell uomo. Le forme della terra dettavano l impianto strutturale del tempio. Così, se vi erano colline, il tempio ne seguiva l andamento digradante. Gli Asklepiei venivano eretti dove alcuni elementi fondamentali del cosmo secondo la visione filosofica del tempo erano presenti in abbondanza. Primo, l acqua. L acqua era considerata già da alcuni filosofi antichi la vera substantia della terra, ciò su cui il mondo poggiava. L Asklepeio infatti era vicino alle fonti termali. Secondo, l aria. Il clima mite dei centri di cura era un requisito per la guarigione. Terzo, la terra. La vicinanza ai boschi, sacri già ad Apollo, dove era proibito agli esseri umani nascere o morire. Il richiamo agli elementi fondamentali che rendono possibile la vita era un elemento centrale nella cultura degli Asklepiei. Le sorgenti d acqua, indicate tra l altro per la cura dei reumatismi, erano abitate nelle credenze popolari da ninfe benefiche. I boschi e le foreste erano invece la dimora del dio Pan e del mondo dionisiaco, delle forze vitali primigenie scatenate e dirompenti, che infondevano vitalità a tutti gli esseri, compresi gli uomini. Il mondo naturale e il mondo umano, nell antica Grecia ma non solo, dovevano essere in perfetta armonia e in costante dialogo. Il fine dell esistenza era la felicità e il benessere. Forse la saggezza di allora, pur a millenni di distanza, può essere utile ancora oggi

9 Costruire il tempio di Asklepio L Asklepeion di Kos ha conosciuto diverse fasi costruttive. E stato iniziato nel IV secolo a.c., con un organizzazione del santuario su due livelli. In questo stadio di realizzazione erano presenti un tempio di Asklepio, le stanze degli ospiti, i dormitori, un portico e altri elementi strutturali. Nel II secolo a.c. è stato costruito il terzo terrazzo, un nuovo tempio dedicato al dio ed un altare. In seguito sono stati aggiunti i bagni e il tempietto di Senofonte. Data la posizione di Kos in una zona sismica, l isola è stata colpita da numerosi terremoti che ne hanno modificato la geografia e sconvolto le opere dell uomo. Anche l Asklepeion ha subito perciò alcuni interventi di rifacimento nel corso della sua lunga storia. Splendore e declino Il tempio raggiunge il massimo splendore nel III secolo d.c., per essere convertito in seguito ad altri usi, come asilo per gli ammalati, poi tempio cristiano, fino al terremoto del 554 d.c., che lo distrugge. Viene abbandonato per lungo tempo, sepolto sotto la coltre della storia. Per secoli giace dimenticato. Poi nel Medioevo sulle sue rovine sorge il convento cristiano della Vergine del Bosco. Il luogo viene in seguito utilizzato anche dai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, poi dai turchi nel periodo della dominazione ottomana e di nuovo abbandonato, fino ad essere riscoperto all inizio del 900. Dal 1912 al 1943 gli italiani occupano l isola, contribuendo comunque alla sua rinascita. Ricostruiscono Kos dopo il terremoto del 33, e parallelamente scoprono le antiche rovine dando inizio ai primi scavi. L isola passa poi sotto la dominazione tedesca e inglese, fino a tornare alla madre Grecia nel 1947.

10 Veduta di Kos.

11 Asklepio, il dio amico degli uomini Una veduta dell Asklepeion e, a destra, il dio Asclepio o Esculapio. Tra tutti gli dei dell Olimpo, sembra che Asklepio (Esculapio per gli antichi Romani) fosse quello più vicino agli uomini. Nella mitologia greca, è lui il fondatore della medicina, il primo ad esercitare questa attività. Asklepio è il dio guaritore. Figlio di Apollo, dio della luce, viene iniziato all arte medica nella foresta dal centauro Chirone, che lo introduce ai segreti delle erbe, delle acque curative e ad altre pratiche. La moglie di Asklepio era a sua volta curatrice e leniva il dolore. Secondo alcune versioni del mito le figlie del dio assistevano il malato nelle diverse fasi della terapia e somministravano trattamenti farmaceutici. Altre volte fornivano la medicina preventiva e assistevano i pazienti durante la convalescenza. L attributo classico di Asklepio è un bastone con un serpente intrecciato attorno a esso. Il bastone è simbolo dell appoggio, del conforto agli ammalati, mentre il serpente rappresenta la vita e la rinascita per il suo legame con la terra e la facoltà di cambiare pelle, rigenerandosi. Nell Iliade, Asklepio è un sovrano della Tessaglia, medico dalle straordinarie capacità, grazie alle quali acquista fama di eroe in patria. Presta la propria opera a esclusivo beneficio degli uomini, ma questa generosità si rivela infine la causa della sua rovina. Viene infatti ucciso dagli dei per aver osato resuscitare Ippolito, amante di Venere e fulminato da Zeus. Il culto di Asklepio si diffonde velocemente in tutta la Grecia e rimane forte fino al V secolo d.c. In suo onore vengono eretti templi-sanatori per la cura dei malati, dove operano sia medici che sacerdoti.

12 Testo e foto: Michele Mornese