Alcuni dati epidemiologici sulle malattie cardiovascolari e i loro fattori di rischio in provincia di Modena
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1 Alcuni dati epidemiologici sulle malattie cardiovascolari e i loro fattori di rischio in provincia di Modena Carlo Alberto Goldoni Servizio Epidemiologia AUSL Modena Modena 18/9/2004
2 Andamento della mortalità in Emilia-Romagna Negli ultimi 15 anni vi è stata una considerevole riduzione dei tassi standardizzati di mortalità in generale, ma particolarmente sensibile per le malattie del sistema circolatorio. Per queste patologie i tassi di mortalità in Emilia-Romagna sono inferiori a quelli nazionali in entrambi i sessi, mentre sono più elevati per le altre cause, segnatamente per i tumori.
3 Sistema circolatorio (Regione E-R vs. Italia) Donne 545, , , , ,0000 Tassi standardizzati 420, , , , , , ,0000 Tasso standardizzato RER Tasso standardizzato Italia Anni
4 Sistema circolatorio (Regione E-R vs. Italia) Uomini 500, , , ,0000 Tassi standardizzati 400, , , , , , ,0000 Tasso standardizzato RER Tasso standardizzato Italia Anni
5 Infarto (Regione E-R vs. Italia) Donne 65, , ,0000 Tassi standardizzati 50, , , ,0000 Tasso standardizzato RER Tasso standardizzato Italia Anni
6 Infarto (Regione E-R vs. Italia) Uomini 120, , ,0000 Tassi standardizzati 90, , , , ,0000 Tasso standardizzato RER Tasso standardizzato Italia Anni
7 190,0000 Disturbi circolatori dell encefalo (Regione E-R vs. Italia) Donne 170, ,0000 Tassi standardizzati 130, , ,0000 Tasso standardizzato RER Tasso standardizzato Italia 70, Anni
8 150,0000 Disturbi circolatori dell encefalo (Regione E-R vs. Italia) Uomini 140, , ,0000 Tassi standardizzati 110, , , , , , ,0000 Tasso standardizzato RER Tasso standardizzato Italia Anni
9 Il rischio di morte tende a crescere con l età: in Emilia- Romagna, per le classi di età superiori a 55 anni, il Rischio Relativo (RR) è di 1,5-2 per ogni classe quinquennale rispetto alla precedente: questo rapporto non varia di molto nel tempo, come si può notare nelle due diapositive seguenti, che confrontano il rischio di morte di una classe di età quinquennale con quella precedente (es vs ) in due diversi periodi: si noti come gli indici restino costanti. Nella successiva diapositiva, invece, è mostrato che il rischio di morte negli uomini, a parità di età, è di 1,5-2 rispetto alle donne, e tende a diminuire nei più anziani.
10 Rischio relativo di morte per tutte le cause classe di età successiva vs. precedente (a partire da anni) e per periodo (Reg. E-R, anni e 97-01). Donne 2,5 2 1,5 1 0,
11 Rischio relativo di morte per tutte le cause classe di età successiva vs. precedente (a partire da anni) e per periodo (Reg. E-R, anni e 97-01). Uomini 2, 5 2 1, 5 1 0,
12 Rischio relativo di morte per tutte le cause uomini vs. donne per classe di età quinquennale (a partire da anni) e per periodo. Regione E-R. 2,5 2 1,5 1 ANNI ANNI ANNO ,
13 Rischio relativo di morte per cardiopatie ischemiche uomini vs. donne per classe di età quinquennale e per periodo. Regione E-R. 9,00 8,00 7,00 6,00 5,00 4,00 RR M vs F 95/98 RR M vs F 99/02 3,00 2,00 1,00 0, >=95
14 La mortalità è un buon indicatore, ma risente di diversi fattori che la possono influenzare: ad esempio può aumentare perché aumenta l incidenza della malattia, ma anche a causa dell aumento della sopravvivenza alla stessa. Spesso si intrecciano fenomeni diversi, anche di segno opposto, che portano ad una notevole confusione del quadro epidemiologico: ad esempio per le altre malattie cardiache ischemiche, la mortalità è probabilmente influenzata sia dalla incidenza, che si riduce, che dalla sopravvivenza, che aumenta.
15 In alcuni casi (arteriosclerosi, demenze) la nosografia non è così chiara e precisa, per cui sull andamento della mortalità può avere un forte impatto anche la modalità di compilazione del certificato delle cause di morte da parte del medico curante, che può cambiare a seconda della località o nel tempo: nel caso specifico la riduzione della mortalità per arteriosclerosi può appunto essere in larga parte attribuita alla minore frequenza della menzione di tale patologia per cause legate alla cultura medica.
16 62,0000 Altre malattie cardiache ischemiche (Regione E-R vs. Italia) Donne 60, , ,0000 Tassi standardizzati 54, , , , , ,0000 Tasso standardizzato RER Tasso standardizzato Italia Anni
17 68,0000 Altre malattie cardiache ischemiche (Regione E-R vs. Italia) Uomini 66, , ,0000 Tassi standardizzati 60, , , ,0000 Tasso standardizzato RER Tasso standardizzato Italia 52, Anni
18 Confronto fra i tassi standardizzati di mortalità per arteriosclerosi e demenza in provincia di Modena Uomini+Donne. Tasso standardizzato x TSD x MAL. DEGEN. INVOL. CEREBRALI SENILI Arteriosclerosi
19 L incidenza Per una migliore stima della frequenza delle patologie cardiovascolari è necessario disporre quindi non solo dei dati di mortalità, ma anche di quelli di incidenza, cioè dei nuovi casi che si verificano ogni anno. Questo è uno degli obiettivi del Progetto Cuore dell Istituto Superiore di Sanità, il quale ha fornito le seguenti stime a livello nazionale.
20 L incidenza Si stima che in Italia nel 2000 si siano verificati nuovi eventi coronarici negli uomini di età compresa fra 25 e 84 anni, e nelle donne. Il tasso di incidenza standardizzato (TSE) è stato di 227,3 eventi ogni 100 mila uomini e di 97,9 eventi ogni 100 mila donne. Queste stime di incidenza derivano dai dati di incidenza e sopravvivenza raccolti nel registro MONICA - Area Friuli, elaborati con il modello MIAMOD insieme ai dati demografici e di mortalità dell ISTAT
21 L incidenza Differenze si notano nelle diverse aree del paese: - Nord: si stima che nel 2000 ci siano stati eventi coronarici maggiori negli uomini e nelle donne. Il TSE risulta pari a 221,5 ogni 100 mila uomini e 93 ogni 100 mila donne. - Centro: si stima che nel 2000 ci siano stati eventi coronarici maggiori negli uomini e nelle donne. Il TSE risulta pari a 228 ogni 100 mila uomini e 100,2 ogni 100 mila donne. - Sud: si stima che nel 2000 ci siano stati eventi coronarici maggiori negli uomini e nelle donne. Il TSE risulta pari a 238,9 ogni 100 mila uomini e 104,2 ogni 100 mila donne.
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24 Per aggiornare e completare tali stime è stato istituito il Registro Nazionale degli Eventi Coronarici e cerebrovascolari che raccoglie dati da otto aree in Italia.
25 The National Register of Coronary and Cerebrovascular Events: population under surveillance. Period
26 Dal punto di vista metodologico, la raccolta dati si realizza attraverso l utilizzo di due fonti di informazione: i certificati di morte (ISTAT) e le diagnosi di dimissione ospedaliera (SDO). Dall insieme di questi dati appaiati, e grazie al controllo della durata della degenza, è possibile identificare gli eventi coronarici e cerebrovascolari sospetti. Un sottocampione di questi eventi viene validato, attraverso l applicazione delle procedure e criteri diagnostici del progetto MONICA dell Organizzazione Mondiale della Sanità. Ciò ha permesso di stimare nelle diverse aree i tassi di attacco degli eventi letali e non per sesso e classi di età e di valutarne la letalità a 28 giorni.
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39 Analisi della mortalità cardiovascolare Dati del Registro di Modena Il Registro degli eventi cardiovascolari acuti della provincia di Modena ha preso in considerazione un campione di 145 soggetti, maschi e femmine, di età compresa fra 35 e 74 anni che, nei primi mesi del 1998 erano stati colpiti da infarto acuto del miocardio Di questi soggetti, 18 sono deceduti nell immediatezza dell evento o comunque entro 28 giorni da esso, dei restanti 127, 98 sono sopravvissuti a 5 anni dall evento e 29 sono deceduti. In particolare sono sopravvissuti 66 di 91 uomini e 32 di 36 donne, la mortalità è stata maggiore nelle classi di età più anziane.
40 Analisi della mortalità cardiovascolare Dati del Registro di Modena Un calcolo approssimato del rischio di morte di questo gruppo di individui, che può essere considerato un campione casuale, ancorchè piccolo, di tutti i casi di infarto della provincia di Modena, porta a valutare in circa 3,5 volte tale rischio rispetto alla popolazione generale. Esso è più elevato nel primo anno dopo l evento (circa 5 volte) per poi stabilizzarsi intorno a 3.
41 Se però vogliamo capire a cosa attribuire l andamento di mortalità ed incidenza delle patologie cardivascolari, è necessario conoscere la distribuzione nella popolazione dei fattori di rischio. Un altra linea del Progetto Cuore da risposta a questo quesito.
42 Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare L Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare (OEC), frutto di una collaborazione fra Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), è costituito da una rete di 51 centri ospedalieri pubblici (divisioni, servizi o centri di riabilitazione) e rappresenta una delle linee di ricerca all interno del Progetto Cuore. I 51 centri ospedalieri afferenti all OEC sono dislocati in modo omogeneo su tutto il territorio italiano, in modo tale che sia mantenuto il rapporto di uno ogni milione e mezzo di abitanti, assicurandone comunque almeno uno per le regioni con popolazione inferiore.
43 Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare Nato nel 1998, l OEC ha come obiettivi principali: la descrizione della distribuzione dei fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione italiana; la stima della prevalenza di condizioni ad alto rischio, cioè ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, abitudine al fumo di sigaretta, inattività fisica, obesità, diabete; la stima della prevalenza delle malattie cardiovascolari di origine arteriosclerotica, come angina pectoris, infarto miocardico, TIA (Transient Ischaemic Attack, ossia attacco ischemico transitorio cerebrale), ictus cerebrale, claudicatio intermittens e fibrillazione atriale.
44 Di seguito i dati dell Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare riferiti a tutti i centri italiani
45 Sedentarietà In Italia, in media, il 34% degli uomini e il 46% delle donne non svolge alcuna attività fisica durante il tempo libero.
46 Glicemia, diabete e sindrome metabolica Il valore medio della glicemia a digiuno nella popolazione italiana è di 93 mg/dl per gli uomini e 87 mg/dl nelle donne. Il 9% degli uomini e il 6% delle donne è diabetico (glicemia uguale o superiore a 126 mg/dl), mentre il 9% degli uomini e il 5% delle donne è in una condizione di rischio (intolleranza al glucosio), con il valore della glicemia compreso fra 110 e 125 mg/dl.
47 Glicemia, diabete e sindrome metabolica Il 23% degli uomini e delle donne è affetto da sindrome metabolica. La sindrome metabolica è definita secondo le Linee guida europee come la presenza nella stessa persona di 3 o più delle seguenti condizioni: obesità centrale (circonferenza vita superiore a 102 cm negli uomini e 88 cm nelle donne), glicemia a digiuno superiore a 110 mg/dl, trigliceridemia superiore a 150 mg/dl, HDL inferiore a 40 mg/dl negli uomini o a 50 mg/dl nelle donne, pressione arteriosa superiore a 130/85 mmhg.
48 Glicemia, diabete e sindrome metabolica
49 Obesità e misure antropometriche In media, in Italia il 18% degli uomini e il 22% delle donne è obeso e ha un indice di massa corporea (ICM) attorno a 27 Kg/m2 per gli uomini e a 26 Kg/m2 per le donne. La circonferenza della vita è in media pari a 95 cm per gli uomini e 85 cm per le donne; la circonferenza fianchi è di 101 cm per gli uomini e per le donne. Secondo le Linee guida europee la circonferenza vita non dovrebbe superare i 102 cm negli uomini e gli 88 cm nelle donne. Il rapporto vita/fianchi dovrebbe essere inferiore a 0,95 per gli uomini e 0,85 nelle donne.
50 Obesità e misure antropometriche
51 Colesterolemia e lipidi In media, il valore della colesterolemia è di 205 mg/dl negli uomini e 207 mg/dl nelle donne. Il 21% degli uomini e il 25% delle donne ha il valore della colesterolemia totale uguale o superiore a 240 mg/dl o è sotto trattamento specifico. Il 36% degli uomini e il 33% delle donne è in una una condizione border-line (colesterolemia totale compresa fra 200 e 239 mg/dl).
52 Colesterolemia e lipidi Negli uomini il valore medio della HDLcolesterolemia è di 49 mg/dl, nelle donne di 58 mg/dl. Il 62% degli uomini e il 61% delle donne ha un livello elevato dell LDL-colesterolemia (cioè maggiore di 115 mg/dl) Il 30% degli uomini e il 17% delle donne ha un livello elevato di trigliceridemia (cioè maggiore di 150 mg/dl)
53 Colesterolemia e lipidi
54 Pressione arteriosa L ipertensione arteriosa è un problema che colpisce in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne (pressione arteriosa uguale o superiore a 160/95 mmhg, oppure trattamento farmacologico specifico). Il 19% degli uomini e il 14% delle donne sono in una condizione borderline, in cui il valore della pressione sistolica è compreso fra 140 e 160 mmhg e quello della diastolica è compreso fra 90 e 95 mmhg.
55 Pressione arteriosa
56 Fumo Nella popolazione italiana l abitudine al fumo di sigaretta riguarda il 30% degli uomini e il 21% delle donne.
57 Di seguito i dati dell Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare riferiti a Modena Campione di 200 soggetti di età anni, scelti con metodo casuale dalle liste anagrafiche comunali
58 Pressione arteriosa Negli uomini il valore medio della pressione arteriosa sistolica (massima) è pari a 144 mmhg, così come nelle donne. Negli uomini il valore medio della pressione arteriosa diastolica (minima) è pari a 91 mmhg nelle donne è 85 mmhg. Modena Il 42% degli uomini e delle donne è iperteso (pressione arteriosa uguale o superiore a 160/95 mmhg oppure sotto trattamento specifico); il 26% degli uomini e il 21% delle donne è in una condizione a rischio, in cui il valore del pressione sistolica è compreso fra 140 e 159 mmhg e quello della diastolica è compreso fra 90 e 95 mmhg.
59 Colesterolemia Negli uomini il valore medio della colesterolemia è 205 mg/dl, nelle donne è 211 mg/dl. Negli uomini il valore medio della HDL-colesterolemia è di 58 mg/dl, nelle donne di 73 mg/dl. Il 21% degli uomini e il 23% delle donne ha una ipercolesterolemia (valore uguale o superiore a 240 mg/dl), mentre il 41% degli uomini e il 33% delle donne è in una condizione di rischio, presentando il valore della colesterolemia compreso fra 200 e 239 mg/dl. Modena Modena
60 Sedentarietà Il 34% degli uomini e delle donne non svolge alcuna attività fisica durante il tempo libero. Modena Obesità Il 26% degli uomini e il 20% delle donne sono obesi e hanno in media un indice di massa corporea di 28 per gli uomini e 26 per le donne.
61 Fumo Il 23% degli uomini fuma in media 20 sigarette al giorno, contro il 27% delle donne che ne fuma 13 in media al giorno. Modena Glicemia Negli uomini il valore medio della glicemia è 89 mg/dl, nelle donne è di 91 mg/dl. Il 5% degli uomini e il 4% delle donne è diabetico (glicemia superiore a 126 mg/dl), mentre il 3% degli uomini e lo 0% delle donne è in una condizione di rischio, in cui il valore della glicemia è compreso fra 110 e 125 mg/dl.
62 Non si dispone di stime attendibili a livello nazionale, ma dati internazionali dimostrano, a livello della popolazione generale, la grande importanza della prevenzione nella riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari, per esempio: EXPLAINING THE DECLINE IN CORONARY HEART DISEASE MORTALITY IN ENGLAND AND WALES BETWEEN 1981 AND 2000 Unal B, Critchley JA, Capewell S Circulation 2004; 109:
63 EXPLAINING THE DECLINE IN CORONARY HEART DISEASE MORTALITY IN ENGLAND AND WALES BETWEEN 1981 AND 2000 Unal B, Critchley JA, Capewell S Circulation 2004; 109: Fra il 1981 e il 2000, il tasso di mortalità per CHD nei due Paesi è diminuito del 62% negli uomini e del 45% nelle donne di età compresa tra 25 e 84 anni; il dato è emerso valutando i decessi in meno avvenuti nel Il 42% circa di questa diminuzione è stato attribuito ai trattamenti dei soggetti (11% prevenzione secondaria; 13% trattamento dell'insufficienza cardiaca; 8% trattamenti iniziali dell'infarto miocardico acuto e 3% terapie antipertensive) e il 58% alle riduzioni dei fattori di rischio nella popolazione (principalmente fumo, 48%; pressione arteriosa, 9,5%; colesterolo, 9,5%). Tendenze opposte sono state osservate in merito ad attività fisica, obesità e diabete
64 EXPLAINING THE DECLINE IN CORONARY HEART DISEASE MORTALITY IN ENGLAND AND WALES BETWEEN 1981 AND 2000 Unal B, Critchley JA, Capewell S Circulation 2004; 109: La rivascolarizzazione chirurgica e l'angioplastica hanno avuto, stranamente, un'incidenza solo del 3,8% nella diminuzione dei decessi. Questo dato concorda con i lavori di altri ricercatori del Regno Unito e degli Stati Uniti. Il 4% è un contributo deludente considerando l'ampiezza delle risorse finanziare e politiche che vengono impiegate per promuovere questi interventi.
65 Bibliografia Progetto cuore: L. Palmieri, F. Dima, L. Bolognesi, S. Sarman, C. Lo Noce, P. Chiodini, P. Naldoni, M. Ferrario, D. Vanuzzo, F. Vancheri, S. Giampaoli e il gruppo di ricerca del Registro Nazionale degli eventi Coronarici e Cerebrovascolari. Registro per gli eventi coronarici e cerebrovascolari. Manuale delle operazioni. Rapporti ISTISAN 2003, S. Giampaoli, D. Vanuzzo. Atlante italiano delle malattie cardiovascolari. Italian Heart Journal 2003, 4(4) suppl.: B. Unal, J.A. Critchley, S. Capewell. Explaining the decline in coronary heart disease mortality in england and wales between 1981 and Circulation 2004; 109: C. A. Goldoni G. Garaffoni. La mortalità in Emilia Romagna presentazione dei dati e dei trend
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