Un sesso che non è un sesso: medicina, ermafroditismo e intersessualità in Italia tra Otto e Novecento

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1 Laura Schettini Un sesso che non è un sesso: medicina, ermafroditismo e intersessualità in Italia tra Otto e Novecento 1. «Una donna che diventa uomo!» Così titola una mattina d inverno del 1909 «La Gazzetta di Torino» per raccontare ai suoi lettori una singolare faccenda. Cecilia B., «una rubiconda ragazza ventenne colorita come una pesca, e con una superba capigliatura scendente a trecce sulle spalle» si reca in un ospedale cittadino, accompagnata dalla madre, perché le sia asportata un ernia. Il medico che si accinge ad operarla, tuttavia, dopo averla visitata scopre con grande stupore di tutti che quella florida ragazza è in verità un uomo. «Il dott. Donati allora, a scanso di altre sorprese, dispose per l immantinente trasporto della pseudo Cecilia nel reparto uomini, ordinando prima di tagliargli i capelli per non compromettere inutilmente la tranquillità degli altri ricoverati». 1 Circa quindici anni dopo è il quotidiano romano «Il Messaggero» a scegliere un titolo altrettanto intrigante, Un maschio in più!, per rendere nota una vicenda analoga accaduta a Genova. Una signora piemontese si trova con la figlia di cinque anni già da qualche settimana in città per la stagione dei bagni quando, avendo notato una strana protuberanza all inguine della piccola Maria, si reca in ospedale. Quello che doveva essere un controllo (ad un ernia pensava la signora, raccontano i cronisti) si trasforma velocemente in un esame minuzioso condotto da «parecchi medici», fino al singolare verdetto: la mamma «si sentì dire, nientemeno, che la bimba era diventata di punto in bianco un maschio!» La strabiliante sorpresa di un medico del San Giovanni. Una donna che... diventa uomo!, in «La Gazzetta di Torino», 13 gennaio 1909; si veda anche Sesso indeciso. Un uomo-donna a Torino, in «Il Messaggero»,14 gennaio Un maschio in più!, in «Il Messaggero», 19 luglio Genesis, XI / 1-2, 2012

2 20 Il tema: Culture della sessualità I due articoli appena riportati, si sarà notato, tacciono molti particolari e lasciano al pubblico il compito di immaginare cosa possa aver indotto i medici a stabilire che Maria e Cecilia siano in verità maschi. La letteratura medica e sociologica dedicata all argomento, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, ci permette però oggi di riconoscere abbastanza facilmente come queste due cronache si riferiscano alla scoperta di due intersessuali, secondo la definizione corrente, o ermafroditi, per usare il termine più diffuso all epoca dei fatti narrati. 3 Quella che nelle due vicende raccontate è stata scambiata per un ernia è quasi certamente un testicolo non disceso. In accordo con le teorie biologiche prevalenti in questo periodo, su cui torneremo più diffusamente, proprio le gonadi (testicoli e ovaie) sarebbero i caratteri primari in base a cui si differenziano i sessi e che stabilirebbero in modo inconfutabile il vero sesso di una persona. Tornando alle nostre due storie iniziali, dunque, la scoperta dei testicoli avrebbe indotto i medici a sostenere, immediatamente e senza incertezze di «punto in bianco» dicono i cronisti, come le due pazienti (che fino a quel momento credevano di essere, ed erano credute, donne) fossero in verità maschi. Un verdetto che, senza contemplare altre fonti di verità o alcun dubbio, travolge e stravolge la vita delle due, cancellando il passato e segnando una nuova nascita, testimoniata anche simbolicamente nel caso di Cecilia B. da quel taglio di capelli così imperioso. Già da queste due brevi cronache si sarà intuito come nella storia che proverò a ricostruire si muovano principalmente due figure, gli ermafroditi (oggi intersessuali) e i medici. Li seguiremo per circa un secolo, dalla fine dell Ottocento alle soglie del nuovo millennio, cercando di ricostruire la progressiva affermazione dello sguardo scientifico sulle ambiguità sessuali e genitali e le pratiche mediche che esso ha originato. Tra queste, il testo si soffermerà soprattutto sul ricorso alla chirurgia, particolarmente frequente a partire dagli anni 20 del Novecento, per indagare, manipolare e correggere i corpi dal sesso dubbio. Il tema si presenta come punto di osservazione privilegiato per esplorare, in una prospettiva storica, alcune questioni chiave: la dimensione delle relazioni di potere che investono i corpi, la sessualità, il genere; l artificiosità della costruzione binaria maschile/femminile e i suoi significati sociali e culturali; il rapporto tra le scienze, in particolare la 3. Etimologicamente e storicamente ermafrodita indicherebbe una persona che ha entrambi i sessi, mentre il termine intersessuale, introdotto in campo medico nel 1917, farebbe riferimento a una condizione tra i due sessi.

3 Schettini, Medicina ed ermafroditismo 21 medicina, e il corpo sociale; l importanza crescente che la chirurgia ha progressivamente guadagnato nell area della sessualità e del genere Ermafroditi e medici Un utile scorciatoia per entrare nel merito delle questioni sollevate dalla storia dell ermafroditismo è quella di seguire brevemente un caso particolarmente celebre, quello di Alexina/Abel Barbin, morta suicida nel 1868 a Parigi. Una vicenda esemplare, che ha rappresentato un modello di riferimento e una fonte di ispirazione per il racconto dei casi successivi e in cui prendono forma molti dei temi che domineranno la letteratura scientifica dedicata all argomento nei decenni a seguire. Nata nel 1838 in un piccolo paese della Francia, la bambina che presenta alla nascita una mescolanza di caratteri genitali viene battezzata e cresciuta come donna. Durante l adolescenza si innamora di un altra ragazza con cui vive una relazione affettiva e sessuale, fino a quando tormentata dai dubbi sulla sua identità e i suoi desideri decide di raccontarsi e affidarsi ad un confessore. Questi, tuttavia, rende la vicenda pubblica, coinvolgendo un medico. In un primo momento, quindi, la ragazza è sottoposta ad una perizia medica e, successivamente, il suo caso è portato in tribunale, dove si stabilisce che le anomalie dei genitali di cui è affetta avrebbero indotto una sbagliata attribuzione del sesso alla nascita: Alexina è in verità un uomo. Nel 1860 il suo stato di nascita è rettificato, da quel momento il suo nome è Abel. Barbin, aiutato da un benefattore, si trasferisce a Parigi, dove nessuno lo conosce e può vivere la sua nuova vita di uomo. Qui, non adattandosi alla nuova identità che gli è stata imposta e patendo la lontananza dai suoi affetti, poco dopo si suicida. 4. Per una lettura storica di lungo periodo del rapporto tra medicina e società in Italia si veda Giorgio Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia: dalla peste nera ai nostri giorni, Roma-Bari, Laterza, Molteplici, inoltre, sono gli studi che negli ultimi decenni hanno perlustrato la storia della medicina, e più in generale delle scienze, con una prospettiva di genere. Si vedano ad esempio i lavori di Ludmilla Jodorova, Sexual Visions: Images of Gender in Science and Medicine between Eighteenth and Twentieth centuries, New York, Harvester Weatsheaf, 1989 e Nature Displayed: Gender, Science and Medicine, , London-New York, Longman, 1999; Londa Schiebinger, Nature s Body: Gender in the Making of Modern Science, Boston, Beacon Press, Più recente, invece, è l interesse che le scienze sociali e, in particolare gli studi di genere, hanno riservato alla chirurgia. Si vedano a questo proposito: Giorgio Cosmacini, La vita nelle mani. Storia della chirurgia, Roma-Bari, Laterza, 2005; Ann Dally, Women under the Knife: a History of Surgery, London, Hutchinson, 1991; Rossella Ghigi, Per piacere. Storia culturale della chirurgia estetica, Bologna, il Mulino, 2008; Elisabeth Haiker, L invidia di Venere. Storia della chirurgia estetica, Bologna, Odoya, Genesis, XI / 1-2, 2012

4 22 Il tema: Culture della sessualità Come ho accennato, quello di Alexina/Abel Barbin è forse il caso più celebre di ermafroditismo europeo. La notorietà della vicenda è certamente dovuta al fatto che essa è particolarmente ben documentata, dal momento che l ermafrodita francese intercetta l interesse di medici e scienziati in due occasioni: al momento della ri-attribuzione del sesso e al momento della morte, quando il suo corpo viene consegnato alla Facoltà di Medicina per l autopsia. Ha conferito particolare rilievo al caso, tuttavia, anche il fatto che Barbin sia uno dei rari soggetti studiati e analizzati di fine Ottocento ad aver lasciato una sua autobiografia, ad aver consegnato il suo punto di vista. Parte di queste memorie sono state pubblicate poco dopo la sua morte da Ambroise Tardieu ( ), uno dei più noti medici francesi del periodo e pioniere della medicina forense, colui che probabilmente l ha resa più celebre tra i suoi contemporanei. 5 I testi medici immediatamente successivi che evocano il caso di Alexine Barbin ne sottolineano soprattutto alcuni elementi, che è utile richiamare per capire quale sia la posta in gioco nei casi di ermafroditismo. In particolare, la sua storia specialmente il suicidio è ripetutamente indicata come esempio delle gravi conseguenze che potrebbero derivare dagli errori di attribuzione di sesso nei casi di anomalie genitali. Soprattutto, però, la relazione amorosa intrattenuta da Alexina con la sua collega e coetanea in collegio, mostrerebbe bene come le mancate o sbagliate attribuzioni del sesso possano essere il viatico per relazioni omosessuali, e avere, dunque, anche pericolose implicazioni sociali. Il caso Barbin, oltre a quanto già detto, è importante anche perché gli storici e le storiche della sessualità lo hanno spesso indicato come l inizio di quella fase in cui il tema dell ermafroditismo sembra vivere un vero e proprio exploit sulla stampa e nella letteratura scientifica. Nel 5. Si veda Ambroise Tardieu, Question médico-légale de l identité dans ses rapports avec les vices de conformation des organes sexuels: contenant les souvenirs et impressions d un individu dont le sexe avait été méconnu, Paris, Baillière, La vicenda di Barbin è al centro anche di una novella circolata alla fine del secolo e che ne accresce ulteriormente la fama: Armand Ernst Dubarry, L hermaphrodite, terzo volume di un opera in undici volumi Les déséquilibrés de l amour, Parigi, Chamuel, In tempi più recenti la vicenda e le memorie di Alexine/Abel Barbin sono state rese celebri dall edizione curata da Michel Foucault, corredata da un appendice in cui sono riprodotte le principali perizie eseguite su di lei/lui, gli articoli apparsi sulla stampa francese al momento della rettifica del sesso, e alcuni documenti conservati negli archivi del Dipartimento della Charente-Maritime, tra cui il certificato di nascita e la riattribuzione anagrafica del sesso. Cfr. Herculine Barbin, detta Alexina B., Una strana confessione. Memorie di un ermafrodito presentate da Michel Foucault, traduzione e nota introduttiva di Brunella Schisa, Torino, Einaudi, 1979.

5 Schettini, Medicina ed ermafroditismo 23 suo ricco volume dedicato alla medicalizzazione dell ermafroditismo, 6 la storica Alice D. Dreger dà conto di circa trecento note cliniche o commentari dedicati al tema pubblicati in Francia e Inghilterra proprio a partire dagli anni 60 dell Ottocento e fino al 1915, riferibili ad approssimativamente duecento casi. Parallelamente, in questo stesso lasso di tempo, si distinguono medici chirurghi, poi diventati ginecologi, che hanno fatto della collezione e dello studio di questo genere di casi una professione. Certamente il più prolifico e anche conosciuto è il polacco Franciszek Neugebauer ( ), dallo spiccato spirito cosmopolita, che consegna al volume Hermaphroditismus beim Menschen (L ermafroditismo nell uomo) il frutto di anni di ricerche affannose di ermafroditi in giro per l Europa, di visite e consulenze eseguite come responsabile del reparto di ginecologia dell Ospedale di Varsavia, di studio dei testi letterari e scientifici del passato. Il risultato è la raccolta di circa duemila casi di ermafroditismo dall antichità ai suoi giorni, di cui quaranta da lui direttamente osservati. Se Neugebauer è indiscutibilmente il maggiore esperto di ermafroditismo a cavallo tra Otto e Novecento, non è certo il solo medico e scienziato che si specializza e sperimenta in questo campo. Ben conosciuto è anche il francese Jean Samuel Pozzi ( ), autore di un importante sistema di classificazione delle forme di ermafroditismo e noto come chirurgo dei genitali e addominale. Autore di un celebre Trattato di chirurgia ginecologica ed operatoria, nel 1897 fonda la «Revue de gynécologie et de chirurgie abdominale», che diventa presto il luogo eletto anche da altri medici, compreso Neugebauer, per rendere pubblici i loro studi. Grazie alla sua carriera di medico chirurgo ospedaliero presso numerosi ospedali parigini, Pozzi ha anche l opportunità di osservare direttamente nove casi di cui dà conto nella sua opera Neuf cas personnnels de pseudo-hermaphodisme. 7 Tra gli italiani, forse il più noto studioso del tema è il bolognese Cesare Taruffi ( ), esperto in patologia umana e teratologia, lo studio delle malformazioni corporee, nel cui ambito iscrive decisamente la trattazione dell ermafroditismo. 8 Muovendosi più al confine 6. Alice Domurat Dreger, Hermaphodites and the Medical Invention of Sex, Cambridge, Harvard University Press, Pubblicato nella «Revue de gynécologie et de chirurgie abdominale», 16 (1911), pp Cfr. Cesare Taruffi, Ermafroditismo e agenosoma, Bologna, Tipografia Gamberini e Parmeggiani, 1898, consultabile interamente on line all indirizzo ermafroditismoe00tarugoog#page/n5/mode/2up (ultimo accesso 20 maggio 2012). Nelle note Genesis, XI / 1-2, 2012

6 24 Il tema: Culture della sessualità tra la prima sessuologia, l antropologia criminale e la medicina legale, si dedicano al tema anche molti altri scienziati del periodo, che scrivono sulle principali riviste in circolazione: da Cesare Lombroso e Abele De Blasio, sulle pagine dell Archivio di psichiatria, antropologia criminale e scienze penali, ad Angelo Zuccarelli che sul tema è ritornato più volte su «L anomalo», per passare ai tanti altri medici, ma anche funzionari di polizia, che pubblicano i risultati dei loro studi sui resoconti delle accademie scientifiche che circolano copiosamente negli ambienti positivisti dalla seconda metà dell Ottocento. 9 Il caso di determinazione del sesso più noto e discusso in Italia nei decenni in questione è quello di Zefthe Akaira, 10 nome d arte di Virginia Mauri, che vede coinvolti in un acceso dibattito Cesare Lombroso, Angiolo Filippi, Giacomo Sangalli, Angelo Zuccarelli, Giuseppe Bergonzoli e anche Cesare Taruffi, che se ne contendono la paternità scientifica e la corretta diagnosi. Il soggetto, come è appellato, presenta infatti una particolare mescolanza di caratteri sessuali: ha un piccolo pene, ma anche una stretta vulva; una lunga barba, ma forme delle anche, del bacino, delle spalle, degli arti tipicamente femminili; interrogata, afferma di mestruare regolarmente, ma anche di produrre sperma durante i rapporti sessuali. Battezzata come femmina, in seguito a vari consulti all età di cinque anni viene iscritto nuovamente nei registri parrocchiali come Virginio; diventato adulto, però, si presenta nuovamente come Virginia, fino a quando, mostrando una capacità notevole di negoziazione con la cultura scientifica del tempo e con le sue ossessioni, nei primi anni 90 dell Ottocento decide di che corredano le varie parti della sua trattazione, Taruffi mette a disposizione una ricchissima recensione della letteratura esistente relativa all ermafroditismo o a quanto possa essere utile per la comprensione del fenomeno e delle sue varie forme. Si tratta di quasi seicento titoli, sia italiani che di altri Paesi, di varie epoche ma prevalentemente ottocenteschi: una bibliografia direi completa sull argomento fino all anno in cui Taruffi scrive. 9. Si vedano tra gli altri: Cesare Lombroso, Caso singolare di ermafroditismo maschile trasversale in una maniaca: lettera, Milano, Bernardoni, 1867; Luigi De Crecchio, Sopra un caso di apparenze virili in una donna, in «Il Morgagni», 7 (1865), pp ; Guido Sangalli, L ermafroditismo umano e le sue apparenze, in «Rendiconti del Regio Istituto Lombardo di scienze e lettere», 27 (1894), pp Un caso precedente, dei primi anni del secolo, e di cui ci è rimasta una ricca testimonianza è quello di Giacoma Foroni, vissuta nella provincia di Mantova ed esaminata dalla Deputazione della classe medico-chirurgica dell Accademia virgiliana di Mantova nel Si veda Relazione riflessioni e giudizio sul sesso di un individuo umano vivente chiamato e conosciuto sotto il nome di Giacoma Foroni, Mantova, Società tipografica all Apollo, 1802; ripubblicato in copia anastatica con una prefazione di Giorgio Celli per le edizioni Tre Lune, Mantova, Consultabile anche all url letture/folklore/ermafrodita/documento.htm (ultimo accesso 10 maggio 2012).

7 Schettini, Medicina ed ermafroditismo 25 vestire i panni dell ermafrodita ed esporsi a pagamento nelle principali città della penisola, di farsi fotografare e studiare da antropologi criminali e medici legali, ma solo dietro compenso. 11 Notevole risonanza ha avuto anche il caso di Belfiore M., di un decennio successivo, arrestato in abiti femminili nel 1914, ma nato Alfredo e come uomo cresciuto. La notizia della scoperta di questo strano individuo fa il giro della città di Napoli, dove avviene, e suscita l interesse dei cronisti, ma anche del responsabile del gabinetto di Polizia scientifica e di un noto antropologo campano, Angelo Zuccarelli, già protagonista dell affaire Zefthe Akaira, cui la questura permette di condurre un «minuto esame sul soggetto». Infine, Belfiore/Alfredo è consegnato alle carceri di Pozzuoli con il seguente documento: Direttore Carcere Pozzuoli Faccio accompagnare a codesto carcere il controscritto [ ] in abiti femminili, perché sfornito di abiti maschili. Prego V.S. fornirlo di detti abiti a spese dello Stato e fargli crescere barba e pizzo. Il Funzionario. Vorrei fermarmi brevemente sullo studio che Angelo Zuccarelli dedica a questo caso e precisamente al modo in cui esso si apre. Sotto il titolo Note genitali e riconoscimento del sesso, il medico campano afferma sin da subito che «M. Belfiore, rettificato Alfredo è senza dubbio un maschio», dal momento che, benché anche in questo caso ci si trovi di fronte a una persona che presenta vistose anomalie genitali e una certa promiscuità di caratteri sessuali secondari, egli è dotato delle «due caratteristiche principali del sesso maschile pene e 11. Riferimenti alla vicenda si trovano anche in Bruno P.F. Wanrooij, Storia del pudore. La questione sessuale in Italia ( ), Venezia, Marsilio, 1990; Alice Kelikian, Abito, travestimento e identità controverse in Italia, in Travestimenti e metamorfosi. Percorsi dell identità di genere tra epoche e culture, a cura di Laura Guidi e Annamaria Lamarra, Roma, Viella, 2003, pp ; Beatrice Busi, L ermafrodito meraviglioso. Determinazione dei sessi e inquietudini di fine secolo nella scienza italiana tra Otto e Novecento, Tesi di laurea in Storia della Psicologia, Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a Per quanto riguarda, invece, alcuni degli studi dedicati a Zefthe Akaira a fine Ottocento si veda: Angelo Zuccarelli, Zefthe Akaira, la donna-uomo esposta a Napoli nel 1892, e l ermafroditismo, in «L Anomalo. Rivista di antropologia criminale e loro applicazioni forensi, giuridiche e sociali», 4 (1893), pp ; Id., A proposito di Zefthe Akaira la donna-uomo esposta in Napoli nel maggio Lettera aperta al Sig. Prof. Angiolo Filippi, in «L Anomalo. Rivista di antropologia criminale e loro applicazioni forensi, giuridiche e sociali», 4-6 (1895), pp ; Guido Bergonzoli, Di un caso d ermafroditismo, in «Bollettino Scientifico», 1 (1893), pp. 9-13; Sangalli, L ermafroditismo umano e le sue apparenze, cit.; Angiolo Filippi, Uomo o donna?, in «Lo Sperimentale», 5 (1881), pp Genesis, XI / 1-2, 2012

8 26 Il tema: Culture della sessualità testicoli», per quanto anche questi ultimi presentino «note di parvietà di sviluppo» Vero sesso e altre questioni Si sarà notato come alcuni elementi ricorrano nelle vicende che seppur brevemente ho voluto ricostruire, anche per dare corpo e sostanza ai temi che sono al centro di questo contributo. In tutte, medici e scienziati si accalcano intorno ai soggetti dal sesso dubbio con la convinzione che grazie agli strumenti diagnostici e al sapere scientifico la gran parte di questi casi possa essere risolta e si possa stabilire quale sia il vero sesso degli ermafroditi: maschile o femminile. Paradossalmente, ma è un indizio assai importante, la fase di maggiore visibilità dell ermafroditismo ha coinciso con l inizio di una implacabile opera di riduzione numerica, ad opera dei medici, degli ermafroditi. L affannosa ricerca del vero sesso degli ermafroditi è un elemento che merita particolare attenzione, dal momento che esso rappresenta il fattore chiave per comprendere ad un tempo l impennata di attenzione dedicata all ermafroditismo che si registra sul finire dell Ottocento e gli interessi in gioco nella costruzione di queste vicende. Come già alcuni importanti studi hanno ricostruito, 13 l assiduità con cui sono affrontate e discusse storie di ermafroditismo nei testi medici di fine Ottocento ha a che vedere con diverse ragioni di ordine culturale e sociale, piuttosto che con una ipotetica moltiplicazione di questi casi rispetto al passato. In primo luogo, questi sono gli anni dell ascesa della ginecologia e di un più massiccio ricorso da parte della popolazione alle cure mediche: semplicemente, quindi, aumentano i casi perché viene eseguito un maggior numero di visite mediche (e di quelle ai genitali in particolare), come anche le due storie da cui siamo partiti possono suggerire. In secondo luogo, si accresce decisamente la divulgazione e comunicazione scientifica, con una proliferazione di luoghi (tra i quali spiccano le riviste), dove possono essere raccontati e 12. Questa e le altre citazioni precedenti sono tratte da Angelo Zuccarelli, La misteriosa donna barbuta arrestata dalla Questura di Napoli. Un altro caso di Inversione dell istinto sessuale in un uomo, in «L Anomalo», 14 (1917), pp Si vedano in particolare Dreger, Hermaphodites and the Medical Invention of Sex; Anne Fausto-Sterling, Sexing the Body. Gender Politics and the Construction of Sexuality, New York, Basic Books, 2000; Elisabeth Reis, Bodies in Doubt. An American History of Intersex, Baltimore, The John Hopkins University Press, 2009.

9 Schettini, Medicina ed ermafroditismo 27 registrati i più disparati studi e note cliniche, facendo sì che un maggior numero di casi sia documentato. 14 Soprattutto, però, è indubbio che a fine Ottocento medici e scienziati attribuiscano maggiore importanza all ermafroditismo rispetto al passato, che ne abbiano ricercato i casi con maggiore solerzia e che, intorno ad essi, abbiano spesso disputato per attribuirsene la paternità scientifica, come abbiamo visto. Questo maggiore interesse per la determinazione del sesso sarebbe da legare ad alcuni grandi processi sociali del periodo e alle ansie che essi suscitarono nella cultura positivista allora prevalente nelle scienze sociali. In particolare, bisognerebbe guardare all emergere di nuove forme di visibilità e socialità femminili (e femministe), ma anche omosessuali, e più in generale ai grandi cambiamenti che l industrializzazione e l inurbamento innescano nei modelli di genere e sessuali. I nuovi percorsi di autonomia e realizzazione femminile aperti dalla scolarizzazione, dai nuovi modelli familiari, da una maggiore presenza nel lavoro salariato e nelle professioni, così come l apparire di lavori e consumi non più di esclusivo appannaggio maschile, ma condivisi da uomini e donne, per fare solo degli esempi tra i tanti già ampiamente indagati dalla storiografia, 15 sarebbero i fantasmi che agiterebbero buona parte dell establishment culturale del periodo. Molta della pubblicistica del periodo, soprattutto quella positivista, rispecchia la preoccupazione che l avvento della civiltà moderna porti con sé l erosione delle gerarchie di genere nel mondo familiare e produttivo fondamento tradizionale di una solida organizzazione sociale. Non stupisce, allora, che le teorie circa la naturale e stabile divisione tra i sessi servano in questi ambienti prima di tutto a legittimare l idea che i confini sociali tra uomini e donne non vadano violati. 16 Nel momento in cui scienziati e medici tentano 14. Per un analisi della divulgazione scientifica nell Italia di fine Ottocento si veda Paola Govoni, Un pubblico per la scienza. La divulgazione scientifica nell Italia in formazione, Roma, Carocci, 2002; mentre per il ruolo fondamentale giocato dalle riviste scientifiche in questo processo si veda Lino Rossi, Dalla filosofia alle scienze dell uomo. Riviste scientifiche e origine delle scienze sociali in Italia ( ), Milano, Franco Angeli, Una riuscita sintesi di questi temi è Lucetta Scaraffia, Essere uomo, essere donna, in Storia sociale delle donne nell Italia contemporanea, a cura di Anna Bravo, Margherita Pelaja, Anna Pescarolo e Lucetta Scaraffia, Roma- Bari, Laterza, 2001, pp Si veda anche Michela De Giorgio, Le italiane dall Unità ad oggi. Modelli culturali e comportamenti sociali, Roma- Bari, Laterza, 1992; Storia della famiglia italiana , a cura di Marzio Barbagli e David I. Kertzer, Bologna, Il Mulino, 1992; Giorgio Silei, Le radici dell incertezza. Storia della paura tra Otto e Novecento, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2008; Sandro Bellassai, L invenzione della virilità. Politica e immaginario nell Italia contemporanea, Roma, Carocci, Oltre che Alice D. Dreger, si sono occupati del modo in cui i cambiamenti che investono i ruoli di genere e sessuali dalla seconda metà dell Ottocento hanno influito sulla cultura scientifica Genesis, XI / 1-2, 2012

10 28 Il tema: Culture della sessualità di spiegare e rendere evidente che l esistenza dei confini tra i generi è giustificata dall esistenza di confini biologici, non valicabili, tra i sessi, i corpi incerti degli ermafroditi diventano oggetto di dispute e teorizzazioni, un vero e proprio campo di battaglia culturale, come mai era avvenuto prima. Come ha sostenuto Alice D. Dreger, gli anatomical hermaphrodites diventano un problema sociale e sono percepiti come una minaccia nel momento in cui mostrano troppe assonanze e sembrano legittimare i behavioral hermaphrodites. 17 Il legame è particolarmente stringente con gli omosessuali. Tanto nella vicenda di Alexina Barbin come in quella di Zefthe Akaira, ma il riferimento potrebbe essere fatto alla maggior parte dei casi pubblicati tra Otto e Novecento, 18 a spingere medici e scienziati verso l attribuzione di un solo sesso agli ermafroditi è la preoccupazione che essi foraggino la diffusione dell omosessualità. Cresciuti secondo il sesso sbagliato, sarebbero di fatto e seppur inconsapevolmente attori di relazioni omosessuali. Nella letteratura medica di fine Ottocento abbondano i proclami circa la necessità di fissare l identità sessuale degli ermafroditi, e come vedremo più avanti anche di adeguarne il corpo, per assicurare che anch essi siano interpreti di relazioni esclusivamente eterosessuali e, ancor più, possano approdare al matrimonio. 19 In Italia, è utile notare, tra gli adepti dell antropologia criminale (siano essi medici legali, psichiatri o funzionari di polizia) la stigmatizzazione dell ermafroditismo si fa particolarmente aspra ricorrendo non solo alle sue intersezioni con l omosessualità, ma anche a quelle con la criminalità. Sulla scia dell opera di Cesare Lombroso, è largamente accettata fino ai primi decenni del Novecento la teoria secondo cui «a degenerazioni somatiche corrispondono degenerazioni della psiche» e, quindi, che «a degenerazioni somatiche sessuali corrispondono spesso degenerazioni sessuali psichiche». 20 Non si stupisce, dunque, Giusepanche August McLaren, Gentiluomini e canaglie. L identità maschile tra Otto e Novecento, Roma, Carocci, 1999 e Wanrooij, Storia del pudore. Il tema occupa una parte importante anche nel mio libro, cui mi permetto di rimandare, Il gioco delle parti. Travestimenti e paure sociali tra Otto e Novecento, Firenze, Le Monnier, Cfr. Dreger, Hermaphrodites and the Medical invention of sex, p. 26 e passim. 18. Cfr. Reis, Bodies in Doubt, in particolare cap Cfr. ibidem; Julie De Ganck, En quête de sexe. Réactions face aux anomalies sexuelles et à l hermaphrodisme en Belgique contemporaine, , Université Libre de Bruxelles Faculté de Philosophie et Lettres, master en Philosophie et Lettres, section d histoire, a.a , pp. 77 sgg. 20. Questa e le citazioni successive, fino a nuova indicazione, sono tratte da Giuseppe Falco, Su alcune anomalie sessuali, in «Rivista di medicina legale e giurisprudenza medica», 1919, pp e pp (continuazione e fine).

11 Schettini, Medicina ed ermafroditismo 29 pe Falco ( ), medico legale e commissario di polizia, solerte adepto dell antropologia criminale, di trovare che molti dei giovanetti coinvolti in un giro di ritratti osceni venuto alla luce nei primi anni del Novecento a Roma, presentassero quasi tutti «insieme alla anomalia psichica sessuale [perché si erano prestati a farsi ritrarre nudi e in pose oscene, N.d.A.] anomalie degli organi sessuali esterni e dei caratteri sessuali». Le anomalie in questione avevano significativamente a che fare con una decisa mescolanza di caratteri maschili e femminili. Quasi tutti i ragazzi avevano «femmineo l atteggiamento del viso e del corpo, femminea l espressione fisionomica; a questi caratteri si associa una evidente conformazione degli organi genitali esterni [ ]» come mostrava un ragazzo il cui «pene, infantile, fuoriesce fra due pliche laterali che si devono alla inserzione anomala dello scroto e che simulano abbastanza chiaramente due grandi labbra». L equazione proposta da Falco è tutt altro che una posizione isolata nei circoli scientifici italiani dei decenni a cavallo tra Otto e Novecento. Lo stesso Cesare Lombroso aveva proposto il nesso tra anomalie sessuali e delinquenza quando tra i nuovi tipi criminali di cui dava conto in un testo del 1898 menzionava anche il «delinquente nato semi femmineo», caratterizzato da pene gracile, testicoli piccoli, pelle glabra, forme tondeggianti. 21 Quelli menzionati sono solo alcuni degli esempi che si potrebbero fare sfogliando la letteratura scientifica del periodo, ma credo siano sufficienti a suggerire come l ermafrodito abbia rappresentato lo spauracchio di diverse minacce sociali e rimandasse ad almeno tre sfere ricche di criticità per l establishment in questo scorcio di età contemporanea: la distinzione sociale tra i generi; la stabilità del modello eterosessuale; il dilagare della delinquenza e della marginalità sociale. Sui primi due credo di essermi soffermata a sufficienza. Riguardo l ansia culturale suscitata dalle classi pericolose sul finire dell Ottocento, vorrei solo aggiungere qualche nota. È lettura abbastanza condivisa che a suscitare nelle classi dirigenti e nei ceti intellettuali il timore di trovarsi di fronte a un impennata di crimini e disordine sociale, non sia da attribuire a un effettivo aumento della criminalità in questi decenni. Piuttosto, esso sarebbe dovuto a una più puntuale rilevazione dei delitti e delle condizioni di vita delle classi popolari e, soprattutto, all impatto che l avvento della società di massa produce nell immaginario collettivo. È meno investigata, invece, la connotazione di genere data alle classi pe- 21. Cesare Lombroso, Le più recenti scoperte ed applicazioni della psichiatria e dell antropologia criminale, Torino, Fratelli Bocca, 1898, p Genesis, XI / 1-2, 2012

12 30 Il tema: Culture della sessualità ricolose. Rileggendo ancora una volta le riviste scientifiche o le inchieste sociologiche tardo ottocentesche, che rappresentano una delle fonti più eloquenti del modo in cui intellettuali e classi dirigenti guardano al mondo che li circonda, la sessualizzazione della marginalità sociale appare evidente. I ceti popolari, coloro che vivono di espedienti, la varia umanità che abita i bassifondi cittadini, spesso infrangendo la legalità, sono rappresentati in maniera ricorrente come immorali, sregolati, promiscui, osceni. 22 È, questo, un dispositivo ancora poco analizzato, ma che certamente ha svolto una funzione fondamentale nel processo di costruzione della nazione e della rispettabilità borghese e che, con il caso degli ermafroditi associati ai delinquenti, mostra una volta di più come una sensibilità storica attenta anche al genere possa arricchire molto le grandi narrazioni del passato Tassonomie di genere L ansia culturale verso l assottigliamento della divisione tra maschile e femminile e il timore che dietro ogni ermafrodita si celi un omosessuale, dunque, sono gli elementi che più influenzano l intolleranza verso i corpi incerti. Da parte sua, il conseguente avvio delle dispute e dei tentativi scientifici per ascrivere gli ermafroditi ad uno solo dei due sessi riconosciuti, innesca un processo di più ampia portata che ha finito per riguardare l intera società. Per stabilire quale sia il vero sesso degli ermafroditi di volta in volta studiati, infatti, gli scienziati e i medici sono via via costretti a dichiarare cosa sia e cosa definisca il sesso di una persona: la costituzione? I genitali? I testicoli e le ovaie? L orientamento sessuale? L apparato riproduttivo? Il sistema pilifero? L aspetto? La percezione di sé? Una domanda cruciale, come è facile intuire, nei casi in cui una persona presenti, per esempio, una promiscuità di forme dell apparato genitale, considerato storicamente il più immediato elemento di identificazione sessuale. In concomitanza, dunque, con la stagione dei controversi casi di determinazione del sesso, si avvia una prima grande riflessione, nei 22. A titolo di esempio si vedano i reportage Alfredo Niceforo, Scipio Sighele, La malavita a Roma, Torino, Roux Frassati e C. editori, 1898 ed Emanuele Mirabella, Mala vita: gergo, camorra e costumi degli affiliati, Napoli, F. Perrella, Per alcune note sul tema si veda Wanrooij, Storia del pudore, cap. I. Cfr. anche Carole Smith-Rosemberg, Disorderly Conduct: Visions of Gender in Victorian America, New York, Alfred A. Knopf, 1985 e Dorothy Thompson, Outsiders: Class, Gender and Nation, London-New York, Verso, 1993.

13 Schettini, Medicina ed ermafroditismo 31 Paesi occidentali, sull identità sessuale e sul suo fondamento. Come ho già anticipato, la risposta alla domanda che guida le esplorazioni dei corpi degli ermafroditi, vale a dire su quali basi definirne il sesso, conosce una svolta importante nell ultimo trentennio dell Ottocento. A partire dagli anni 70, infatti, acquista grande consenso la teoria secondo cui il sesso è definito esclusivamente da un elemento, i tessuti gonadici. La prima organica elaborazione di un sistema di classificazione basato su questo principio si deve al tedesco Theodor A. E. Klebs ( ) che nell opera del 1876, Handbuch der Pathologischen Anatomie, 24 distingue gli ermafroditi essenzialmente in due gruppi, quelli veri (individui che presentano sia ovaie che testicoli) e gli pseudoermafroditi o quelli spuri (con un solo tipo di gonadi). Nei casi di anomalie genitali, dove quindi l identificazione sessuale appare incerta, bisogna procedere all analisi al microscopio dei tessuti, tramite prelievo. Se questi risultano di tipo testicolare, il paziente è da classificare senza dubbio come uomo, se invece sono ovarici sarebbe donna. Tutti gli altri elementi, l aspetto, la percezione di sé, il genere, l esperienza, i desideri, perdono rilevanza e anzi vanno adeguati a questa nuova verità anatomica, come si è visto in alcuni dei casi citati. Non si può non notare, seppur di sfuggita, come l ancoraggio del sesso alle gonadi rappresenti un passaggio che rispecchia non solo il successo che in quegli stessi anni vive l istologia come strumento privilegiato di interpretazione delle patologie, ma anche il legame che così si suggella tra differenza sessuale e capacità riproduttiva. In base alla tassonomia elaborata da Klebs e largamente adottata tanto nel resto d Europa che negli Stati Uniti, vengono velocemente riclassificati molti dei casi più noti di ermafroditismo circolati nei decenni precedenti e, soprattutto, risolti la gran parte di quelli degli anni successivi. I casi di vero ermafroditismo diventano estremamente rari. Il resto delle persone dal sesso dubbio vengono identificate come maschi o femmine, il loro status anagrafico modificato di conseguenza, così come il loro aspetto e ruolo sociale. 5. Correzioni Alcuni elementi, tra quelli finora affrontati, hanno a mio avviso contribuito in modo particolare a che nella storia delle anomalie genitali si aprisse una nuova pagina, che porta fino a noi: quella degli 24. Pubblicata a Berlino presso August Hirschwaldche. Genesis, XI / 1-2, 2012

14 32 Il tema: Culture della sessualità interventi chirurgici correttivi. In primo luogo, è da riconoscere il peso che l egemonia del modello eterosessuale ha in questa storia. Man mano che i progressi medici e chirurgici lo rendono possibile, infatti, la determinazione sessuale passa non solo attraverso la rettifica dello status anagrafico, l adeguamento dell aspetto, la partecipazione alle convenzioni sociali derivanti dall appartanenza ad un dato genere, ma anche attraverso la modificazione del corpo. L obiettivo diventa quello di intervenire sull apparato genitale degli ermafroditi, e poi degli intersessuali, perché siano resi idonei a rapporti penetrativi e possano avvicinarsi così, almeno idealmente, alla sessualità procreativa. È altrettanto importante in questo discorso, tuttavia, tenere presente quanto avviene nel campo della medicina e della chirurgia in questi stessi decenni e in particolare le nuove applicazioni della chirurgia ginecologica. Come ha ricostruito accuratamente lo storico Edward Shorter, 25 nel corso dell Ottocento, e diffusamente dagli anni 70 del secolo, la chirurgia ginecologica è largamente utilizzata per guarire le malattie nervose e mentali, soprattutto femminili. In medicina, infatti, domina il paradigma della teoria dei riflessi e della nevrosi riflessa ad essa legata, secondo cui l irritazione di un organo genera disturbi in altre parti del corpo e della mente. È all interno di questa cornice, per inciso, che la grande malattia femminile di quel secolo, l isteria, è spiegata come effetto dell irritazione dell utero. Da questo paradigma che oltre a legare l isteria alle affezioni dell utero, più in generale mette in relazione nevrosi e patologia degli organi genitali il passaggio verso gli interventi chirurgici ginecologici è molto breve. Preceduti da trattamenti locali quali applicazione di acido alla vulva, alla vagina, all utero, nel corso dell ultimo trentennio dell Ottocento l ablazione delle ovaie, l escissione o cauterizzazione della clitoride 26 diventano pratiche mediche diffuse quali terapie per le sofferenze mentali e le turbe psichiche femminili, compresa l epilessia. Credo, dunque, che, l accesa ostilità nei confronti dell omosessualità, l idea condivisa da molti scienziati positivisti che quest ultima, 25. Eward Shorter, Psicosomatica. Storia dei sintomi e delle patologie dall Ottocento ad oggi, Milano, Feltrinelli, 1993, in particolare cap È da segnalare, come ricostruisce lo stesso Shorter, che la clitoridectomia è praticata sin dall antichità, seppur non frequentemente, come cura della ninfomania e degli eccessi di masturbazione. Sulla diffusione di questo genere di interventi nel corso dell Ottocento si veda anche Catherine Blackledge, Storia di V. Biografia del sesso femminile, Milano, il Saggiatore, 2008, in particolare pp. 171 sgg. L autrice ha contato solo per il 1855 circa duecento ovariotomie eseguite in Inghilterra, con una mortalità del 50% delle pazienti.

15 Schettini, Medicina ed ermafroditismo 33 così come altre «anomalie psichiche sessuali», abbia una stretta relazione con le «anomalie somatiche» e, infine, che la chirurgia genitale possa essere utilmente adoperata come terapia delle afflizioni della mente e della psiche, siano gli elementi che disegnano l orizzonte culturale e il retroterra scientifico per la diffusione della correzione chirurgica dell ermafroditismo. Tale pratica ovviamente non si afferma in modo brusco, ma certamente nel passaggio tra Otto e Novecento conosce una notevole accelerazione, fino a diventare il protocollo medico prevalente nel trattamento delle ambiguità genitali e sessuali nell ultimo secolo. Le stesse, tecniche investigative previste dalle teorie di Klebs, d altra parte avevano già fatto entrare la chirurgia nel campo dell ermafroditismo, seppure con finalità inizialmente solo diagnostiche. Notizie, infatti, di operazioni chirurgiche eseguite su ermafroditi si trovano diffusamente nella letteratura medica ottocentesca e la stessa Virginia Mauri, per fare un esempio ben noto che ci porta in Italia, durante la sua prima infanzia è operata per scoprire se abbia i testicoli (con esito negativo). Anche il medico Edoardo Porro esegue già nei primi anni 70 dell Ottocento un ispezione chirurgica per scoprire, verificando l esistenza di ovaie o testicoli, il vero sesso di una paziente. 27 Ugualmente non mancano tracce di interventi correttivi, vale a dire finalizzati alla normalizzazione degli apparati genitali anomali, praticati sin dalla metà dell Ottocento su donne e uomini (questi ultimi in misura molto minore). Si tratta in questi casi di persone che non presentano dubbi circa la loro identità sessuale e la loro eterosessualità, ma non possono, rispettivamente, essere penetrate o penetrare e eiaculare. Nel suo studio dedicato all ermafroditismo prevalentemente in Belgio e Francia, la storica Julie De Ganck conta circa 23 pubblicazioni scientifiche, circolate tra la metà dell Ottocento e la prima guerra mondiale, 28 riferite alla pratica chirurgica dell allargamento del canale vaginale o della creazione di una vagina artificiale per le donne che l avevano occlusa o troppo stretta o soffrivano di vaginismo, e circa 15 studi riferiti alle anomalie maschili che impediscono la penetrazione o una corretta eiaculazione, in primis l ipospadia Cfr. Edoardo Porro, Indagine cruenta per giudicare con sicurezza del sesso, in «Gazzetta medica Lombarda», 51 (1862), p De Ganck, En quête de sexe, pp. 44 sgg. 29. Anche Taruffi, nel lungo trattato sull ermafroditismo, si sofferma su un caso di dilatazione chirurgica del canale vaginale, richiesto dalla paziente perché potesse accogliere il pene, e su uno di asportazione della clitoride ipertrofica. Cfr. Taruffi, Ermafroditismo, p. 61. Genesis, XI / 1-2, 2012

16 34 Il tema: Culture della sessualità In questo clima di generale fiducia verso le potenzialità della chirurgia per la diagnosi e il trattamento delle patologie o anomalie genitali e ginecologiche, anche l approccio medico all ermafroditismo scivola progressivamente e sempre più esclusivamente verso un registro interventista. Sul finire dell Ottocento sono sempre di più i medici che legano l esplorazione addominale degli ermafroditi, per stabilirne il vero sesso, al compimento di interventi di rimozione delle gonadi una volta scoperto che esse contraddicono il genere apparente e secondo cui la persona è stata cresciuta. Un chirurgo di Glasgow, ad esempio, dopo aver scoperto in una bambina di 9 anni la presenza di testicoli, decide sul momento di rimuoverli. Intendeva così impedire che in futuro potesse manifestare tendenze e desideri che avrebbero tradito la sua evidente femminilità. Altrettanto significativo è il caso di una donna di ventiquattro anni che nel 1897, sempre in Gran Bretagna, si rivolge ad un chirurgo perché non ha mai mestruato. Una volta scoperto che A.H. possiede due testicoli, benché non abbia mai avuto dubbi circa la sua appartenenza al sesso femminile, è lei stessa a chiedere al dottor Green di rimuoverli e permetterle di continuare la sua vita da donna. Decisione che il medico avalla, operandola. 30 La lista di vicende di questo tipo potrebbe continuare, quello che credo qui sia significativo sottolineare è che nelle osservazioni che accompagnano l esposizione di questi casi i chirurgi accomunano la rimozione dei testicoli ad un operazione di de-sessualizzazione dei soggetti, giustificando questi interventi con ragioni di convenienza sociale. Quello che si vuole evitare è principalmente che le pazienti, vissute e percepite come donne, in alcuni casi già sposate da lungo tempo con uomini, possano in un secondo momento sviluppare desideri e istinti maschili e creare così scompiglio sociale. Questi primi interventi suggeriscono alcune considerazioni. In primo luogo essi, benché apparentemente sembrerebbero raccontare il contrario, confermano l importanza che le gonadi rivestono per la determinazione del sesso nella comunità scientifica di fine Ottocento. La rimozione dei testicoli, che avrebbe altrimenti inevitabilmente portato queste donne prima o poi a manifestarsi come uomini, è ciò che determina la salvaguardia del modello eterosessuale e la stabilità dei ruoli di genere. In secondo luogo, essi mostrano come già sul finire dell Ottocento medici e scien- 30. Per i due casi appena citati si veda: George Buchanan, Hermaphrodite, Aged 9, in Whom Two Testicles Were Excised from the Labia Majora, in «Glasgow Medical Journal», 23 (1885), pp ; G.R. Grenn, A Case of Hipospasia in a Patient, Aged 24, Who had Always Passed as a Woman, in «Quarterly Medical Journal», 6 (1898), pp , entrambi citati in Dreger, Hermaphodites, p. 121, cui rimando anche per altri casi di questo genere.

17 Schettini, Medicina ed ermafroditismo 35 ziati debbano fronteggiare nell esercizio pratico della loro professione interrogativi e questioni che richiedono decisioni spesso non contemplate dalle teorie che circolano ufficialmente. In particolare, una delle questioni più controverse fino agli anni 40 del Novecento riguarda proprio il trattamento di quei casi in cui i genitali esterni, e di conseguenza l esperienza fino ad allora vissuta dal paziente, contraddicano il sesso gonadico. Vale a dire cosa fare con le persone che hanno vissuto con un sesso sbagliato. Le risposte, come in parte abbiamo visto, sono diverse e comprendono la manipolazione dei genitali per adeguarli alle gonadi, così come l asportazione di queste per non cambiare il sesso e il genere di una persona e annullare persino matrimoni di lunga data, cosa che in molti casi sembra ben più pericolosa. Ciò che appare tuttavia un tratto comune dei medici che si cimentano in questo campo è una spiccata attitudine ad intervenire, talvolta giustificata dall assunzione di un ruolo riparativo nei confronti di una natura che avrebbe mancato di completare il suo lavoro. È necessario precisare, tuttavia, come la stessa fiducia nel potere della chirurgia di creare delle condizioni di normalità e favorire così l inclusione sociale, Edward Shorter la riconosca nelle pazienti e nei pazienti che, in molti dei casi da lui studiati, si fanno promotori degli interventi riparativi. Si tratta di una circostanza che credo suggerisca una volta di più l esistenza di un dialogo, o quanto meno di fenomeni di contaminazione, tra saperi alti, specializzati, e cultura popolare. Un modo efficace per guardare a tali questioni e a come la chirurgia sia divenuta diffusamente la terapia privilegiata dai medici e spesso richiesta dai pazienti o dalle loro famiglie nel trattamento dell ermafroditismo è quello di spostarci negli Stati Uniti durante gli anni 20 del Novecento. Si tratta di anni in cui, è utile sottolinearlo, nel dibattito scientifico è già entrato il termine intesessualismo 31 anche se non viene ancora adoperato diffusamente, i trattamenti ormonali sono stati introdotti nella cura dei disordini sessuali ed è stata scoperta la differenza tra fenotipo e genotipo, 32 alla base di un idea più plastica del corpo umano, di una sua maggiore malleabilità. 31. Il termine è introdotto per la prima volta nell articolo di Richard Goldschmidt, Intersexuality and the Endocrine Aspect of Sex, in «Endocrinology», 1 (1917), pp Il genotipo è il corredo genetico di un individuo, cioè l insieme dei geni contenuti nel Dna e custoditi nel nucleo delle cellule. Ogni organismo eredita dai genitori il corredo genetico e possiede una specifica combinazione di geni, che in parte sono alla base della sua unicità. Il fenotipo, invece, è l insieme dei caratteri che l individuo manifesta e che dall apparenza si Genesis, XI / 1-2, 2012

18 36 Il tema: Culture della sessualità Nel 1915 a Baltimora viene fondato intorno e sotto la direzione del celebre urologo Hugh Hapton Young, il Brady Urological Institute della Johns Hopkins University, dove passano e vengono trattati nei decenni successivi decine di casi di ermafroditismo e di ambiguità genitali. 33 Al culmine della sua carriera Young pubblica un celebre trattato, Genital Abnormalities, Hermaphroditism and Related Adrenal Diseases (1937), dove compendia 55 casi e circa quattrocento fotografie. Un testo che sarà un costante punto di riferimento tra gli specialisti del settore e verrà tradotto in numerosi Paesi. Non posso per ragioni di spazio dilungarmi sulla ricca serie di casi presentata, ma vorrei riferirmi ad uno di essi per esemplificare efficacemente questa fase della storia della medicalizzazione dell ermafroditismo, decisamente orientata verso gli interventi chirurgici. Un bambino di 7 anni, cresciuto in orfanotrofio, viene visitato nel 1925 perché affetto da «testicoli non discesi» e ipospadia. Oltre ad un piccolo pene, presenta una piccola vagina. Al momento in cui si preparano all esplorazione addominale i medici sono orientati a credere che troveranno dei testicoli, che dovranno rimetterli a posto, poi ricucire la fessura vaginale e far tornare il bambino un maschio normale. Durante l investigazione, invece, scoprono nel suo addome diversi organi riproduttivi femminili, compresa un ovaia. In accordo con le teorie prevalenti, classificano allora il bambino come femmina e stabiliscono che ciò che prima si credeva un pene piccolo, fosse in verità una clitoride molto sviluppata. Rimandata in orfanotrofio con un nuovo nome femminile, due anni dopo viene riammessa al Johns Hopkins Hospital. La bambina risulta «straordinariamente dedita alla masturbazione» e dotata di una clitoride decisamente troppo sviluppata rispetto agli standard e che, a suo dire, le genera imbarazzo. I dottori decidono allora di rimuovere del tutto quell organo, troppo simile ad un pene di un ragazzo di dieci anni. Quattro anni dopo, possono osservare in maniera più o meno evidente. Il fenotipo dipende dal genotipo, ma anche dalle interazioni fra geni e ambiente. Sull influenza di questa scoperta nel modo di leggere il corpo umano e di come essa abbia messo in crisi la sua immodificabilità si veda la tesi dottorale di Daniela Crocetti, Medicalizing Gender: From Intersex to DSD. From the Laboratory to Patient Groups, Dottorato di ricerca in Science, Technology, and Humanities, ciclo XXIII, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Si veda anche Beatrice Busi, Fuori Binario. Analisi storico-epistemologica dei modelli della differenza sessuale nella prima metà del Novecento, Polìmata, Roma, in corso di pubblicazione. 33. Stephanie Hope Kenen, Scientific Studies of Human Sexual Difference in Interwar America, Phd Dissertation in History in the Graduate Division of University of California, Berkley, 1998.

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