ALLEGORIA SACRA. Dove si trova: si trova alla Galleria degli Uffizi. Data:1504

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1 ALLEGORIA SACRA Dipinto misterioso, che si presta a diverse interpretazioni. E stato fatto su commissione privata, quindi non è stata pensata per il grande pubblico. Dove si trova: si trova alla Galleria degli Uffizi Data:1504 Ambientazione: la parte in primo piano presenta figure sulla superficie di una terrazza affacciata su uno specchio d acqua. Il pavimento ha motivi geometrici. Il terrazzo è separato da una balaustra. In secondo piano vi sono elementi di paesaggio: rocce, paese, tutto unificato dalla luce. Luce: elemento unificante di tutta la scena. Personaggi: forse questo dipinto rappresenta una sacra conversazione: c è una figura che rappresenta la Vergine Maria, su un trono a sinistra, quindi le altre figure dovrebbero essere dei santi. I santi potrebbero alludere a virtù o caratteristiche diverse da quelle a cui normalmente pensiamo. Il termine allegoria implica un significato morale. L allegoria a cui si fa riferimento è la resurrezione, quindi la vita eterna dopo la morte. Personaggi: le due figure maschili a destra sono San Sebastiano e San Giobbe, un santo che raramente si trova fuori da Venezia. Questi due santi alludono al tema del martirio come mezzo per ottenere la salvezza. Al centro vi sono tre putti nudi e uno con una camicia bianca, seduto su un cuscino rosso porpora, sollevato da terra, individuato come il Bambino Gesù, in connessione con il braccio orizzontale di una croce disegnata sul pavimento. La croce è evocata dall albero. Figure a sinistra: tre figure femminili che sono la Vergine sul trono, Santa Caterina (a sinistra della Vergine), l altra è di difficile individuazione perché non ha riferimenti iconografici. Le due figure forse rappresentano l allegoria della speranza e della fede (figura sospesa). Fuori dalla balaustra vi sono due figure maschili: San Paolo (per la spada, barba scura, calvizie) e forse San Pietro, sempre rappresentato insieme a San Paolo. Alcuni pensano sia San Giuseppe. All estrema sinistra vi è una figura di profilo, forse un orientale, un arabo. In fondo si vede un centauro, un eremita e altre figure non identificate: una visualizzazione di diversi tempi, il passato prima dell avvento di Cristo e i tempi nuovi che iniziano con la nascita di Cristo. Le figure più vicine al recinto sarebbero intermedie ai due periodi. In sintesi sul fondo c è la rappresentazione dell età pagana.

2 GIORGIONE: è uno dei più importanti pittori veneziani. E un artista con una produzione molto ridotta, infatti visse poco più di trenta anni, morì di peste. E un artista raro di cui si conoscono di sicuro 10 opere, ognuna delle quali rappresenta un livello di qualità altissimo. E uno dei grandi geni della pittura specie di quella del Rinascimento. Nacque a Castelfranco Veneto, una città molto bella, murata, dove c è ancora la sua casa, con un fregio con strumenti musicali. Egli infatti era un musico, suonava la viola. Entra nella bottega del Bellini, la più importante di Venezia. Qui mostra qualità straordinarie ed è in linea con gli insegnamenti del Bellini. Egli costruiva le sue figure servendosi solo del colore, senza disegno preparatorio. OPERE: PALA DI CASTELFRANCO Realizzata per una cappella del duomo di Castelfranco Veneto. Si trova in una cappella laterale, nella parte destra del transetto. Fu fatta su commissione di Tuzio Costanzo, un politico militare importante, in onore di suo figlio, Marco Costanzo, morto da poco tempo in battaglia. Novità dell opera: la Vergine è molto più in alto, non guarda il Bambino; il Bambino e la Madonna guardano verso il basso. C è una somma di solidi; il trono è l unico elemento architettonico, è posizionato proiettato verso il paesaggio, come sospeso, intermedio fra uno spazio interno (un loggiato) e l esterno. Riduzione dei personaggi: solo due santi. C è quindi una sintesi. C è spazio per il paesaggio: a sinistra vi è una rocca, a destra un paesaggio immerso in una nebbiolina che ricorda la prospettiva aerea di Leonardo. I personaggi non parlano, ma tutti guardano verso il basso, in direzione della tomba di Marco Costanzo, posta alla base del dipinto. Questa mestizia è una meditazione sul tema della morte. Lo stemma alla base è quello della famiglia. Prospettiva centrale: linee prospettiche del pavimento. Punto centrale: Vergine.

3 Prevalernza di linee ortogonali: il dipinto è diviso da linee orizzontali e verticali, spezzate dalla lancia trasversale (nelle mani di San Nicasio) che indica la rottura della vita di Marco Costanzo. I TRE FILOSOFI (1505 CIRCA) Costruito senza disegno preparatorio ma con gli accostamenti dei colori. Prospettiva cromatica. Le figure dei tre personaggi sono staccati dal fondo mediante la giustapposizione di colori caldi e freddi. Vi sono diverse interpretazioni. Non si sa se i tre filosofi hanno un interpretazione allegorica. In primo piano vi è un incrocio che potrebbe simboleggiare strade diverse che divergono. Sulla sinistra una grotta e sul fondo un paesaggio con costruzioni aventi tetti aguzzi (costruzioni nordiche). Fondo intensamente illuminato. Il titolo deriva da una constatazione degli strumenti che i personaggi hanno tra le mani, strumenti di misurazione, un foglio aperto con figure che alludono a studi astronomici. Platone (il più anziano), Averroè (maestro della filosofia orientale), filosofo dell epoca di Giorgione. Oppure le tre figure alludono alle fasi della vita o alle diverse epoche storiche. Ipotesi più accreditata: i tre personaggi sono i tre re Magi, riprodotti durante il loro viaggio: i tre si incontrano provenendo da tre strade diverse e si confrontano; la luce sul fondo sarebbe la luce della stella che loro seguiranno. I lati del dipinto non hanno una precisa identificazione, ma sono tagliati: inquadramento fotografico. Giorgione immagina lo spazio come parte di un tutto. Per questo non usa la prospettiva centrale che presuppone la conoscenza di uno spazio che è impossibile conoscere tutto.

4 LA TEMPESTA Quando:1503 circa Dove: Galleria dell accademia a Venezia Misure: piccola tela, 82x73 Tecnica: tecnica mista: con olio di noce e tempera Interpretazioni: se ne contano una cinquantina forse per la prevalenza del paesaggio sulla figura. I tre personaggi, un uomo a sinistra, una donna con il bambino a destra, occupano uno spazio inferiore. Il ponte che si intravede indicata un passaggio, si vedono due colonne spezzate (in genere un segno di morte), il fiume in primo piano. Le più diffuse interpretazioni sono: 1) Marcantonio Michiel dice di avere visto un piccolo paese su una tela con la tempesta, con la zingara e il soldato. Dimostra quindi di descrivere solo quello che vede. Forse la zingara è chiamata così perché non riesce ad identificarla, così come per il maschio (soldato). Dice però il titolo (la tempesta), desunto quindi dalla descrizione di M. Michiel. 2) Interpretazione mitologica: la figura nuda è Venere, quella maschile è Marte, dalla cui unione nasce Eros, Cupido. Il fulmine è l ira di Zeus forse a vendetta di Efesto (Vulcano), il fabbro degli dei. 3) Interpretazione Di Salvatore Settis: l uomo e la donna sono Adamo (condannato al lavoro) ed Eva (condannata a partorire), le colonne indicano la mortalità, il paesaggio è l Eden, il fulmine la cacciata dal Paradiso, il fiume è il Tigri. LA VENERE DORMIENTE Forse è stata conclusa da Tiziano, il quale era più giovane di 10 anni, ed era diventato collaboratore di Giorgione. La Venere corrisponde all iconografia (modello tipico di Venere). E rappresentata in un villaggio, morbido come il suo corpo. La figura è adagiata su due drappi, uno rosso e uno bianco. Venere dorme, è inconsapevole, è una divinità che si mostra ma è inconsapevole di essere vista: siamo di fronte alla Venere celeste (che rappresenta l amore platonico). Sul fondo il paesaggio è rappresentato da un massiccio, a destra da un gruppo di case. Pittura tonale (profondità con uso dei colori).

5 TIZIANO Vive molti anni ( ). Muore di peste. Era molto orgoglioso della sua età e di essere vissuto più a lungo del Bellini. E stato uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, il prediletto del re di Spagna, il ritrattista dei papi, elogiato perfino dal Vasari. L ultimo periodo della sua vita dipingeva con le dita (sfregazzi). E stato un punto di riferimento per molti giovani artisti, come il Tintoretto. La bottega di Tiziano ad un certo punto diventa così importante da monopolizzare tutto, quindi molti artisti devono lasciare Venezia, come Lorenzo Lotto. Tiziano pone maggiore attenzione al dato realistico, umano dei suoi soggetti, ama rappresentare i suoi soggetti nella loro fisicità, curando le espressioni. Nasce a Piede di Cadore, località del Veneto, da una famiglia benestante. A nove anni viene mandato a Venezia per essere istruito come pittore. E precoce nel dipingere e nel disegnare, entra nella bottega del Bellini, dove conosce Giorgione, di cui diventa collaboratore. Alla loro morte Tiziano si trova da solo (1510), e a trent anni è il pittore più famoso di Venezia. Le committenze arrivano numerose. Una delle prime è Amor sacro e amor profano, titolo attribuito più tardi: si tratta della Venere terrena e dalla Venere celeste, commissionata da Nicolò Aurelio, un cancelliere del consiglio dei 10, intorno al 1515, in occasione di un matrimonio, fra Nicolò Aurelio e Laura Bagarotto. Dietro questo matrimonio c è una storia tragica: Laura era la giovane figlia di un nobile, Bertuccio Bagarotto, il quale una decina di anni prima di questo quadro era stato accusato di alto tradimento da parte della Repubblica Veneziana, secondo cui alcuni cospiratori volevano uccidere il duce di Venezia, e fra questi cospiratori viene individuato anche Bertuccio. Il consiglio dei 10 decide di giustiziarlo condannandolo a morte. Il padre di Laura viene ucciso, la famiglia è privata dei beni e mandata in esilio. Del Consiglio dei 10 faceva parte anche Nicolò Aurelio. Dopo 10 anni egli chiede la mano di Laura, il che consente alla famiglia di ritrovare la sua collocazione nella società e di superare le difficoltà economiche. La figura di sinistra, la Venere terrena, è Laura, infatti ha un abito da sposa di colore bianco, una cintura con rubino, le maniche d colore rosso (ricchezza ritrovata). L altra figura è la Venere celeste. Insieme sono sedute su un sarcofago, sul cui fronte è raffigurata una scena violenta, una lotta, c è uno stemma. La fonte è piena d acqua. Si vede un bambino, Eros, che mette la mano dentro l acqua dove ci sono dei petali di rosa. Questo significa che la tragicità del passato può essere superata grazie all amore (Eros infatti mescola l acqua, simbolo del rimescolare le cose del

6 passato). La Venere celeste invita Laura a guardare in alto, quasi a sublimare la sua sofferenza in nome dell amore presente. Sullo sfondo c è il paesaggio, con architetture ed elementi naturali. Il quadro sancisce quindi la riappacificazione fra le due famiglie. ASSUNZIONE DELLA VERGINE MARIA: ASSUNTA DEI FRARI (1518) Soggetto religioso. 8 metri di altezza: pala di altare per la chiesa dei Frari (chiesa gotica). Prevalenza di colori caldi, specie dei rossi, con carattere attrattivo. Compone la scena su più livelli. Nell abside vi sono delle finestre gotiche che danno una buona illuminazione dell opera. In basso la zona resta nel buio (che simboleggia la terra)con gli apostoli che guardano verso l alto; al centro c è l Assunta, sollevata da molti angeli; ella si rivolge verso Dio padre che è in alto e l accoglie. La parte alta è molto illuminata. PALA PESARO Realizzata l anno dopo. Commissionata dalla famiglia dei Pesaro per il proprio altare da posizionare nella basilica dei Frari. Schema compositivo: si legge da sinistra verso destra, dal basso verso l alto; le figure si possono rinchiudere in un triangolo rettangolo. Al vertice c è la Vergine con il Bambino che si rivolge ai santi Antonio e Francesco, che indicano i membri della famiglia Pesaro, inginocchiati. Lo stendardo, tenuto da altri due membri della famiglia, ricorda una vittoria navale conseguita grazie ad uno dei membri di questa famiglia. Soluzioni nuove: la Vergine è molto umana, materna, con il velo bianco che è sollevato dal Bambino; le colonne, dietro le figure, non hanno fine, non se ne vede il termine, sforando nel cielo (per rappresentare lo spazio

7 del divino); i volti dei membri della famiglia sono dei veri e propri ritratti, parlanti, vivi, con attenzione alla fisionomia, alle espressioni. La pala è inserita nell architettura della cappella. UOMO COL GUANTO (1520): conservato al Louvre, nella stessa sala della Gioconda; è l immagine del giovane cortigiano del E un anonimo. E un gentiluomo, con anello al dito, l abito elegante e i guanti tenuti con grande naturalezza, con un atteggiamento che esprime un codice di comportamento, una sprezzatura, ossia la capacità di un soggetto di trovarsi a suo agio ovunque senza mai trovare imbarazzo, prerogativa dei cortigiani, degli uomini di mondo. Ha gradazioni di bianchi, grigi; il fondo è lasciato neutro per esaltare la bellezza del soggetto. RITRATTO DI PAPA PAOLO III (1546) Quando Tiziano viene a Roma fa diversi ritratti del papa, qui ritratto con due nipoti, uno cardinale (Alessandro) l altro cortigiano. I tre sono in una situazione familiare. Il volto del papa è vivacissimo, vitale, intelligente, gli occhi acuti, interessato al dialogo, attento, energico nella sua debolezza fisica. Sono usati molto i rossi (drappo che copre il tavolo, drappo in fondo, mantellina del papa, vestito del cardinale), insieme ai bianchi. Il modello di riferimento usato da Tiziano per quest opera è un opera di Raffaello, Papa Leone X dei Medici, con due nipoti. VENERE DI URBINO Venere umana, consapevole di essere ritratta, ritratta in un ambiente chiuso. Viene fuori il lato umano di questa figura: ai suoi piedi vi è un cagnolino, sul fondo due domestiche cercano i vestiti per rivestire Venere.

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