ODONTOLOGIA FORENSE DANILO DE ANGELIS, CRISTINA CATTANEO

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1 c10-picozzi :18 Pagina 151 ODONTOLOGIA FORENSE DANILO DE ANGELIS, CRISTINA CATTANEO 10 L odontologia forense è una scienza forense e così come le altre discipline forensi (antropologia, entomologia, tossicologia... ecc.) si occupa di ricerca e applicazione di conoscenze specifiche a indagini forensi. La figura dell odontologo forense è quindi interpellata nel momento in cui l apparato stomatognatico è in grado di fornire elementi utili alla prosecuzione di indagini o processi. L iter formativo di questa figura professionale varia da paese a paese; la formazione di partenza consiste usualmente di una laurea in odontoiatria cui possono seguire, a seconda della nazione, dottorati, master, corsi universitari e privati, affiliazioni ad associazioni. In tale modo alle conoscenze di base istologiche, anatomiche, fisiologiche, patologiche e terapeutiche inerenti denti e tessuti limitrofi, l odontologo acquisirà competenze e tecniche proprie delle discipline forensi. L attività viene spesso svolta a cominciare dal recupero del materiale da studiare; pertanto nel bagaglio culturale dell odontologo forense non dovrebbero mancare nozioni di sopralluoghistica, archeologia forense, rilievo fotografico e topografico. Le nozioni informatiche permettono poi di avere accesso agli odierni software, soprattutto di elaborazione di immagini, ormai indispensabili in questa professione. Completata la formazione, l attività viene svolta a stretto contatto con le università, le procure, i tribunali o le forze di polizia (ancora una volta vi è molta diversità tra nazioni). Le principali attività, oltre alla possibilità di ricerca e formazione, consistono nell identificazione di cadaveri, nella valutazione dell età sia di cadaveri sia di soggetti in vita, nello studio di resti scheletrici ai fini della diagnosi di specie, sesso e razza, nell individuazione di stigmate etno-culturali od occupazionali e nello studio delle impronte di morsicatura. Poco ha quindi a che vedere con l odontoiatria legale, con questioni cioè inerenti la colpa professionale o la valutazione del danno biologico SOPRALLUOGO Spesso l attività dell odontologo forense inizia sulla scena di un crimine o di rinvenimento di un cadavere. Le caratteristiche necessarie all identificazione di una salma non identificabile o all individuazione di un aggressore sono infatti direttamente repertate da chi ha le competenze per poter individuare informazioni dentarie utili. Per quel che riguarda le salme carbonizzate, in avanzato stato di decomposizione o scheletrizzate, le strutture dentarie, preziose a fini identificativi, possono divenire estremamente fragili o addirittura dislocarsi dal cavo orale. Soprattutto in queste circostanze, prima di intervenire sulla salma, è consigliabile procedere a un accurato rilievo fotografico della scena del rinvenimento del cadavere e della salma stessa focalizzando l attenzione sulle zone orali e periorali. È poi opportuno, durante le fasi di recupero, che particolare cautela sia prestata nel trattamento della zona orale al fine di non disperdere frammenti ossei, dentari o manufatti protesici che serviranno all identificazione (figura 10.1). La zona periorale del cadavere viene pertanto opportunamente protetta con spray fissativi o mezzi di contenzione meccanica; l am- Fig Durante la movimentazione della salma, soprattutto in casi come quello qui rappresentato, è necessario salvaguardare la zona orale e periorale al fine di evitare la perdita di elementi che potrebbero essere utili ai fini della ricostruzione del profilo biologico o dell identificazione.

2 c10-picozzi :18 Pagina sezione ii - patologia forense e discipline correlate biente va poi accuratamente esaminato da chi conosce l anatomia dentaria e i manufatti odontoiatrici al fine di individuare parti intere o frammenti (anche parzialmente o totalmente carbonizzati) di elementi dentari o protesici dislocati dal cavo orale. In caso di soggetti inumati la collaborazione con l archeologo forense o la conoscenza delle basi della disciplina di scavo archeologico-forense permettono il corretto recupero di tutti i dati necessari allo studio odontologico del soggetto. La scena del crimine può anche contenere informazioni utili all identificazione di un reo attraverso le sue impronte di morsicatura su oggetti o cibi o attraverso le impronte delle rughe labiali motivo per il quale si rendono necessarie le basi di sopralluoghistica e la collaborazione con le autorità investigative. I rilievi fotografici e la repertazione di qualsiasi materiale deve seguire le norme delle indagini forensi al fine di non alterare, inquinare o rendere non interpretabile o poco leggibile ogni elemento che potrebbe essere utilizzato a fini probatori. La possibilità odierna di acquisire volumi tridimensionali tramite laser scanner offre all odontologo forense nuovi strumenti utili alla repertazione, catalogazione e archiviazione della salma e della scena del crimine. Queste metodiche sono di particolare utilità per esempio nel rilievo di impronte di morsicatura sulla scena del crimine utili al confronto computer assistito con i modelli tridimensionali della dentatura dei sospettati PROFILO BIOLOGICO Gli elementi dentari possono fornire numerose informazioni utili all identificazione generica. In caso di rinvenimento di singoli elementi dentari, frammenti ossei, corpi scheletrizzati, in avanzato stato di decomposizione o carbonizzati, si rende spesso necessario determinare la specie di appartenenza, il genere, l etnia, l età e altre informazioni prima di poter procedere a ulteriori accertamenti come l identificazione personale. verso l attribuzione umana (per esempio elementi dentari suini simili ai molari umani) (figura 10.2) o in caso di frammenti dentari la diagnosi di specie si rende possibile attraverso l analisi microscopica delle strutture dentarie. Una sezione trasversa dello smalto evidenzia infatti microscopicamente la classica conformazione a toppa di serratura dei prismi dello smalto umano (figura 10.3) Sesso A Fig La corona dentaria di un suino (B), data la conformazione simile a quella di un molare umano (A), potrebbe essere interpretata come umana. Fig La classica conformazione dei prismi dello smalto umano così come appare al microscopio ottico. Il dismorfismo sessuale dentario umano è di poco conto per cui le informazioni circa il sesso di appartenenza sono più di pertinenza della antropologia forense o della genetica forense attraverso l estrazione di materiale genetico dalla polpa dentaria di solito ben conservata all interno degli elementi dentari. B Specie La conoscenza dell anatomia dentaria umana, in caso di rinvenimento di singoli e integri elementi dentari, consente piuttosto semplicemente la diagnosi di specie. Nei casi in cui la morfologia non indirizzi univocamente Razza Gli elementi dentari possono fornire utili informazioni, anche se non dirimenti, al fine dell individuazione dell etnia di appartenenza. Alcune caratteristiche sono infatti maggiormente presenti in soggetti negroidi [co-

3 c10-picozzi :18 Pagina capitolo 10 - Odontologia forense Fig Il diastema interincisivo è una caratteristica più diffusa tra le popolazioni negroidi. Fig Vista palatale degli incisivi centrali superiori (modello in gesso). Si nota il perimetro del dente di spessore più marcato rispetto alla parte centrale degli elementi. Questa particolare conformazione anatomica detta dente a pala è di riscontro più frequente tra le popolazioni asiatiche. me la presenza del diastema interincisivo (figura 10.4) o di uno spiccato prognatismo], in soggetti mongolidi (la conformazione a pala degli incisivi) (figura 10.5). Queste particolarità dentarie non sono sufficienti al fine di una sicura determinazione del gruppo di appartenenza, ma vanno a completare le informazioni evinte dall intero scheletro Età A partire dalla vita intrauterina fino a circa il ventunesimo anno di età (completa maturazione del terzo molare) i denti sono un affidabile indicatore dell età biologica di un soggetto, strettamente correlata all età anagrafica. Fig Radiografia di una emimandibola di un feto. Si possono apprezzare le cuspidi degli elementi dentari in formazione. L età di un feto può essere stabilita su base odontologica attraverso l analisi del grado di mineralizzazione delle cuspidi degli elementi dentari visibili in una semplice radiografia della mandibola (figure 10.6 e 10.7). Fino a circa il quattordicesimo anno di vita la semplice valutazione dello stadio di permuta dentaria permette una valutazione dell età con un margine di errore, direttamente proporzionale all età del soggetto, crescente fino a circa 36 mesi (figure 10.8 e 10.9). Lo studio della maturazione dei denti del giudizio permette poi la valutazione dell età biologica sino a circa il 21o anno di età (figura 10.10). Cessata la maturazione degli elementi dentari i progressivi e continui cambiamenti della struttura del dente permettono una valutazione dell età anche nei soggetti adulti. L usura della superficie occlusale viene di solito presa in considerazione per la stima dell età di popolazioni antiche. Alcuni fenomeni come la trasparentizzazione radicolare, il riassorbimento radicolare, la migrazione dell attacco parodontale, l apposizione di dentina e di cemento sono continui nel tempo e la loro osservazione (sia su dente integro, sia su sezioni), studio e catalogazione permettono una semplice stima dell età (figura 10.11). Molte delle citate caratteristiche non sono Fig Mandibola di un soggetto di circa 8 anni. È possibile osservare la dentizione mista (presenza contemporanea di elementi dentari decidui e permanenti). Fig Cuspidi in via di calcificazione prelevate dalla mandibola di un feto.

4 c10-picozzi :18 Pagina sezione ii - patologia forense e discipline correlate Fig Schematizzazione delle fasi di permuta ed eruzione dentaria. Confrontando la dentatura del soggetto sub adulto con i disegni qui riportati è possibile stimare l età con un errore crescente al crescere dell età. 5 mesi in utero ( 2 mesi) 7 mesi in utero ( 2 mesi) 2 anni ( 8 mesi) 7 anni ( 24 mesi) 11 anni ( 30 mesi) nascita ( 2 mesi) 3 anni ( 12 mesi) 12 anni ( 30 mesi) 8 anni ( 24 mesi) 6 mesi ( 3 mesi) 4 anni ( 12 mesi) 15 anni ( 36 mesi) 9 mesi ( 3 mesi) 9 anni ( 24 mesi) 5 anni ( 16 mesi) 21 anni 1 anno ( 4 mesi) 18 mesi ( 6 mesi) 6 anni ( 24 mesi) 10 anni ( 30 mesi) 35 anni Fig Porzione di radiografia panoramica con evidenziato un dente del giudizio e schemi utilizzati per la valutazione della maturazione di questo elemento dentario. c A B C D E F G H funzione esclusiva dell età del soggetto bensì sono notevolmente influenzate da situazioni patologiche o dallo stile di vita di un soggetto. La stima dell età di un soggetto non deve quindi mai prescindere da una accurata valutazione odontoiatrica dell intero cavo orale. Esistono poi metodi più complessi ancora in fase di sperimentazione per la valutazione dell età dagli elementi dentari come la conta delle annulazioni del cemento, la quantificazione delle forme stereoscopiche dell acido aspartico nella dentina o della quantità di radiocarbonio artificiale nello smalto dentario. b d a Fig Sezione sottile di un canino. Si possono osservare alcune delle caratteristiche che permettono una stima dell età: a, trasparentizzazione della radice; b, riassorbimento radicolare; c, migrazione dell attacco parodontale; d, apposizione di dentina secondaria.

5 c10-picozzi :06 Pagina 155 capitolo 10 - Odontologia forense 10.3 IDENTIFICAZIONE Per identificazione personale si intende la restituzione dell identità anagrafica a un cadavere non identificabile poiché decomposto, scheletrizzato, carbonizzato o severamente traumatizzato. È probabilmente tra le attività principali cui si dedica l odontologo forense essendo il fenomeno dei cadaveri privi di identità una realtà presente in ogni paese ed essendo per ogni cultura di basilare importanza la restituzione di un nome a una salma, vuoi per ragioni morali, penali o civili. Gli elementi dentari costituiscono la parte più resistente dell organismo umano, le loro caratteristiche anatomiche, patologiche e terapeutiche li rendono peculiari per ogni individuo e sono l unica struttura scheletrica direttamente osservabile in un soggetto in vita; considerazioni che li rendono un ottimo strumento identificativo. Alcune modificazioni culturali possono poi fornire informazioni circa la provenienza geografica di un soggetto come per esempio particolari pigmentazioni dentarie, modificazioni non terapeutiche dell anatomia, incastonatura di pietre o gioielli nello smalto dentario o ricopertura di elementi dentari con corone non terapeutiche (figura 10.12). Alcune abitudini di vita od occupazioni possono inoltre lasciare un indelebile marchio sugli elementi dentari facilitando l identificazione del cadavere (suonatori di strumenti a fiato, fumatori di pipa, carpentieri ecc.). Lo studio identificativo odontologico si basa sul confronto tra dati ante mortem, relativi a una persona scomparsa, e dati post mortem, evinti cioè dal corpo da identificarsi. L identificazione si basa usualmente su di un confronto qualitativo morfologico. Le caratteristiche messe a confronto sono ricercate tra quelle che si contraddistinguono per peculiarità, stabilità temporale, leggibilità e confrontabilità. Un qualsiasi distretto anatomico osservato sui dati ante mortem, per essere utilizzato a fini identificativi, deve dimostrare caratteristiche di unicità, deve cioè essere differente tra individuo e individuo. Questa caratteristica deve inoltre essere morfologicamente stabile o almeno l intervallo di tempo necessario perché muti sensibilmente dovrebbe essere maggiore dell intervallo di tempo esistente tra il dato ante mortem e l epoca della morte del soggetto. Deve essere possibile indagare tale peculiarità, avere cioè la possibilità di utilizzare un mezzo tecnico (fotografia, radiografia, TAC, risonanza magnetica, scansione dei volumi, ecc.) che permetta di evidenziare sul cadavere le peculiarità riscontrate sui dati ante mortem. Infine la peculiarità evidenziata sul cadavere dovrà essere confrontata con quella ante mortem tramite uno strumento (usualmente programmi di computer grafica) che permetta anche una esposizione dei risultati ottenuti DATI ANTE MORTEM I dati ante mortem sono le informazioni inerenti la dentatura di una persona scomparsa che si crede possa corrispondere a un cadavere da identificarsi. Nei paesi più ricchi e industrializzati sono di semplicissimo recupero in quanto la maggior parte della popolazione ha avuto almeno un contatto con un dentista il quale avrà steso una cartella dentaria o scattato fotografie o radiografie. Preziose informazioni dirimenti a scopo identificativo si evincono infatti dai diari clinici, da ortopantomografie (figura 10.13), che forniscono una visione d insieme di tutta la dentatura di un soggetto, da radiografie endoorali (figura 10.14), caratterizzate da una risoluzione maggiore rispetto alle panoramiche e quindi in grado di mostrare le più minute peculiarità, da radiografie anche non scattate per scopi odontoiatrici, che comunque permettono spesso di individuare patologie o terapie ora- 155 Fig Alcuni esempi di modificazione culturale degli elementi dentari che possono dare qualche informazione circa l origine geografica del soggetto. Fig La radiografia panoramica delle arcate dentarie rappresenta, come in questo esempio, una fonte di innumerevoli peculiarità anatomiche, terapeutiche e patologiche utilizzabili, se riscontrate anche sui dati post mortali, a fini identificativi. Fig Una lastra endoorale ante mortem evidenzia, tra le varie peculiarità, una morfologia dell apice del premolare molto particolare.

6 c10-picozzi :18 Pagina sezione ii - patologia forense e discipline correlate Fig Radiografia effettuata non a fini odontoiatrici in cui sono apprezzabili alcune peculiarità protesiche. li (figura 10.15) da fotografie cliniche, spesso scattate dai dentisti per documentare il proprio operato e da normali fotografie in cui a volte è possibile apprezzare alcune particolarità della persona ritratta. Le informazioni ante mortem vengono poi riassunte su apposite schede (per es. INTERPOL) che hanno lo scopo di standardizzare la raccolta dati, di facilitare l associazione tra soggetto scomparso e salma rinvenuta, di evitare incomprensioni generate da utilizzo di nomenclature dentarie o terminologia odontoiatrica diverse DATI POST MORTEM I dati post mortem sono le informazioni odontoiatriche raccolte sul cadavere da identificare e riassunte nelle apposite schede simili a quelle utilizzate per la raccolta dei dati ante mortem. Considerata la condizione dei corpi che usualmente vanno identificati (carbonizzati, putrefatti, traumatizzati) le strutture sono spesso molto fragili e l esame orale deve essere considerato come un operazione irripetibile; è pertanto opportuno registrare e fo- Fig Una fonte di luce ultravioletta può aiutare nell individuazione di otturazioni estetiche. tografare passo per passo ogni fase dell esame odontoiatrico. Un kit basilare per effettuare un esame post mortem dovrebbe comprendere: specchietto, specillo, bisturi, sega, spazzolini, spugne, luce ultravioletta (per evidenziare restauri estetici) (figura 10.16), macchina fotografica, necessario per effettuare radiografie endorali e calchi dentari e una buona fonte di illuminazione. Una prima ispezione dell intera salma avrà lo scopo di recuperare tutti gli elementi dentari ed eventualmente gli elementi protesici che possono essersi dislocati dal cavo orale. Spesso infatti alcuni importanti elementi utili all identificazione possono trovarsi nella faringe, laringe, trachea, esofago della salma o più semplicemente nel sacco con cui la salma è stata trasportata. Non sempre l accesso al cavo orale del cadavere è semplice (soprattutto in caso di soggetti carbonizzati o mummificati). La disarticolazione dell articolazione temporo-mandibolare e la successiva asportazione della mandibola costituisce una soluzione; sicuramente più pratica e veloce è la resezione di mascellare e mandibola tramite sega tipo Stryker praticando dei tagli paralleli al piano occlusale e passanti per la spina nasale e per il terzo medio della branca verticale della mandibola (figura 10.17). È opportuno prima di procedere alla asportazione della mandibola registrare il tipo di occlusione. Viene quindi esaminata la formula dentaria, cioè la presenza o assenza dei singoli elementi dentari; in caso di mancanza di un dente è opportuno annotare se si tratta di perdita perimortale, postmortale o chiaramente ante mortem Fig L asportazione di mascellare e mandibola rappresenta spesso l unico modo per poter aver accesso a tutte le zone del cavo orale.

7 c10-picozzi :18 Pagina 157 capitolo 10 - Odontologia forense 157 Fig Confronto computer assistito tra la peculiare morfologia di un apice visibile in una lastra ante mortem (a sinistra) e la stessa caratteristica osservata nella radiografia effettuata su cadavere (a destra). collocando cronologicamente la perdita in base al grado di rimaneggiamento dell osso alveolare. Si prende poi nota di ogni eventuale anomalia di forma, sede o posizione degli elementi dentari così come della presenza, tipologia e localizzazione di ogni tipo di patologia orale. Molto spesso sono le particolarità terapeutiche a permettere l identificazione della salma in quanto descritte nelle cartelle cliniche ante mortem. Ogni tipo di intervento odontoiatrico va quindi accuratamente descritto per tipologia, localizzazione, tecnica e tecnologia utilizzata. La visita post mortem può quindi essere completata dalla rilevazione dei calchi dentari utilizzando i materiali normalmente impiegati nella pratica clinica e dall effettuazione di radiografie endorali CONFRONTO Durante la fase identificativa tutti i dati raccolti nelle schede ante e post mortem sono messi a confronto al fine di evidenziare una compatibilità o incompatibilità tra soggetto scomparso e salma. La conferma di identità avviene la maggior parte delle volte attraverso un confronto di immagini radiografiche eventualmente computer assistito. Durante un confronto radiografico le più minute peculiarità anatomiche, patologiche e terapeutiche, possibilmente riprese con la medesima tecnica radiografica e mantenendo un orientamento il più possibile simile a quello utilizzato per produrre le immagini ante mortem, sono affiancate, sovrapposte ed eventualmente studiate quantitativamente al fine di evidenziarne o meno l identità (figura 10.18) SOVRAPPOSIZIONE DENTARIA Soprattutto nel caso di soggetti che non hanno avuto accesso alle cure odontoiatriche e di cui non si dispone quindi di dati ante mortem clinici, la sovrapposizione dentaria costituisce una valida metodica identificativa che si basa sul confronto del profilo della dentatura di un cadavere con quello visibile sulla fotografia di un soggetto scomparso nella quale siano ben visibili gli elementi dentari (figura 10.19) RUGHE PALATINE Le rughe palatine sono rilievi mucosi presenti sul palato duro. Hanno la caratteristica di essere morfologicamente singolari in ciascun individuo e particolarmente stabili nel tempo. Nella normale pratica clinica odontoiatrica durante la presa dell impronta dell arcata dentaria superiore vengono ben registrate anche le rughe palatine. Queste caratteristiche le rendono utilizzabili a fini identificativi ovviamente con le limitazioni imposte dall utilizzo di tessuti molli (alterazioni dovute a disidratazione, putrefazione, carbonizzazione). Il confronto tra morfologia di rughe palatine viene usualmente effettuato tramite sovrapposizione di scansioni dei modelli ante mortem (fornite dal dentista curante della perso- Fig Sull immagine di un soggetto sorridente (a sinistra) è possibile sovrapporre il modello, opportunamente orientato, della dentatura di un cadavere da identificare (al centro) ed analizzare sulla sovrapposizione (a destra) ogni compatibilità, incompatibilità o corrispondenza.

8 c10-picozzi :18 Pagina sezione ii - patologia forense e discipline correlate A Fig Le rughe palatine evidenziate su di un calco ante mortem (a sinistra) sono sovrapposte alla riproduzione del palato del cadavere da identificare (a destra). B C na scomparsa) e del modello del palato del cadavere da identificare sviluppato dall impronta presa durante l esame post mortem (figura 10.20) MASS DISASTER L apporto dell odontologia forense nell identificazione delle vittime di disastri di massa è spesso determinante. La percentuale delle vittime identificate con metodi odontologici arriva e supera spesso l 80% delle vittime non identificabili visivamente. Sia nelle squadre identificative ante mortem sia in quelle post mortem non dovrebbe quindi mancare questa figura professionale. Le metodiche identificative utilizzate in caso di disastro di massa sono le medesime utilizzate in caso di singolo cadavere con una particolare attenzione alla fase organizzativa, alla logistica e alla accurata compilazione delle schede ante e post mortem BITEMARKS Una impronta di morsicatura utile a scopi forensi può essere definita come un alterazione fisica o una lesione mostrante alcune caratteristiche dell apparato stomatognatico che l ha Fig Classico aspetto di una impronta di morsicatura: la lesione è tondeggiante, è presente un ecchimosi centrale, sul perimetro si notano i segni lasciati dagli elementi dentari. provocata. Possono quindi essere rinvenute su oggetti o cibi presenti sulla scena di un crimine, sulla cute di un cadavere o di una persona aggredita e la loro utilità consiste ovviamente nella possibilità di risalire al soggetto che le ha prodotte. Il confronto tra la dentatura di un sospettato e l impronta di morsicatura viene effettuato sempre più di frequente tramite metodiche computer assistite di sovrapposizione di immagini: il profilo occlusale della riproduzione della dentatura del sospetto viene cioè sovrapposto all immagine dell impronta di morsicatura a uguale ingrandimento per poi analizzarne compatibilità, incompatibilità e corrispondenze. Le impronte di morsicatura sono di frequente riscontro in caso di aggressioni a sfondo sessuale e le localizzazioni tipiche sono gli avambracci, il seno, le gambe e i genitali. È fondamentale la tempestività delle osservazioni e dei rilievi, soprattutto se su cute, sia in caso di soggetto vivo (a causa delle modificazioni del tegumento dovute alla guarigione delle lesioni), sia su cadavere (per evitare le alterazioni dovute ai fenomeni postmortali). Sulla lesione, usualmente ellittica, ecchimotica centralmente, mostrante le impronte degli elementi dentari sul suo perimetro (figura 10.21), vengono prima di tutto effettuati dei tamponi per prelevare eventuale materiale genetico dell aggressore; successivamente si effettuano i rilievi fotografici avendo cura di posizionare un riferimento metrico sulla cute e scattando le fotografie evitando ogni possibile deformazione o distorsione. È possibile produrre un calco dell impronta di morsicatura utilizzando i materiali da impronta odontoiatrici (per esempio polivinilsilossani). La cute del cadavere una volta prelevata e transilluminata può meglio evidenziare alcune caratteristiche della lesione. In caso di sedi Fig Le impronte di morsicatura presenti su superfici particolarmente curve, come in questo esempio, sono di difficile confronto con la dentatura dei sospettati.

9 c10-picozzi :18 Pagina capitolo 10 - Odontologia forense Fig Modello in gesso della dentatura di un cane confrontato con alcune lesioni ossee rinvenute su di un cranio. raggiungibili dalla bocca della vittima può essere opportuno rilevarne l impronta dentaria al fine di escludere una lesione autoinflitta. Si deve tenere presente che alcune lesioni sono difficilmente riconducibili all azione della dentatura umana soprattutto se inferte con poca forza (si presenta solo un ecchimosi tondeggiante), con troppa forza (a causa dell asportazione di tessuto), se impronte multiple, sovrapposte o parziali o inferte su porzioni corporee eccessivamente curve (figura 10.22). Alcuni oggetti a sezione tubolare possono lasciare sulla cute lesioni erroneamente interpretabili come impronte di morsicatura. Sul sospettato viene effettuata una visita odontoiatrica prendendo nota di formula dentaria, patologie, fratture coronali, anomalie di forma sede e posizione; è consigliabile rilevare l impronta con materiali di lettura precisa al fine di rilevare anche le più piccole infrazioni dello smalto. Lo studio preliminare delle impronte di morsicatura consiste fondamentalmente nello stabilire se la lesione è stata inferta da una denfig Modello della dentatura del sospettato e riproduzione di un dito di una vittima recante un complesso lesivo riconducibile a una morsicatura. La simulazione permette di studiare la compatibilità tra lesioni e dentatura. tatura umana; si ricercano quindi quelle caratteristiche di classe come la morfologia della lesione, la distanza intercanina, il numero e la posizione degli elementi dentari proprie della dentatura umana. Il confronto tra lesioni e dentatura del sospettato può essere effettuato utilizzando un modello della dentatura e la lesione stessa (figura 10.23) o una sua riproduzione (figura 10.24) al fine di evidenziare le compatibilità tra denti e segni oppure può essere computer assistito basandosi sul confronto bi e tridimensionale tra i segni rilevati e la morfologia dentaria. BIBLIOGRAFIA Bowers C.M. (2004). Forensic Dental Evidence: An Investigator s Handbook, Elsevier Academic Press. Bowers C.M., Bell G. (1995). Manual of Forensic Odontology, American Board of Forensic Odontology. Bowers C.M., Johansen R. (2000). Digital Analysis of Bitemark Evidence, Academic Press. Cattaneo C., De Angelis D., Grandi M. (2006). Mass disasters in Forensic Anthropology and Medicine: Complementary Sciences From Recovery to Cause of Death, A. Schmitt, E. Cunha, J. Pinheiro (eds.), Humana Press, New York. Clark D. (1992). Practical Forensic Odontology, Butterworth Heinemann, London. Dorion R.J. (2005). Bitemark Evidence, Marcel Dekkeer, New York. Hillson S. (1996). Dental Anthropology, Cambridge University Press, Cambridge. Stimson P.G., Mertz C.A. (1997). Forensic Dentistry, CRC Press, Boca Raton. Whittaker J., MacDondal D.G. (1989). Color Atlas of Forensic Dentistry (Wolfe Medical Atlases), Mosby International Press.

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