03/10. Il Mattinale. Roma, giovedì 3 ottobre chiuso alle ore INDICE. a cura del Gruppo Forza Italia alla Camera

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1 Il Mattinale Roma, giovedì 3 ottobre /10 chiuso alle ore a cura del Gruppo Forza Italia alla Camera INDICE Parole chiave p Editoriale Berlusconi? È un grande! Ecco perchè p Silvio Berlusconi: Votiamo la fiducia al governo Letta p Intervista a Berlusconi su Panorama: Le mie ragioni p Discorso alla Camera del Presidente Renato Brunetta p E ora ci aspettiamo p L Arcinemico mette nei guai il Partito democratico p Cose da non credere p La Giunta retroattiva. Sotto le ali accomodanti di Letta?Noi e i nostri ministri non ci stiamo p Tutta la verità sul Processo Mediaset. Perché Berlusconi è innocente p Tivù tivù e non solo. Berlusconi spiazza sempre tutti p Usa. Lo spettro del default p I retroscena, se la cantano e se la suonano p Rassegna stampa p Ultimissime p Sondaggi p Per saperne di più p. 40

2 Parole chiave Retroattività Retroattività non si fa. Sì Un sì è un sì è un sì. Come nella poesia della rosa. Inutile ricamare distinguo. Quello è. Berlusconi è nato sotto il segno della Bilancia. Soppesa. Le ragioni del sì hanno prevalso sulle, pur nobili, ragioni del no. Realismo Tener conto di tutti i fattori in gioco. La ferita gravissima alla democrazia inflitta con la sua decadenza (non ancora decisa, però ), insieme alla possibilità di spingere Letta e arginare le follie tassaiole della sinistra, una volta accertato che molti di nostri erano stati i firmatari di un appoggio a Letta a prescindere. Follia Le scelte più sagge sono le più folli se osservate dal punto di vista della lentezza e del conformismo. Sin dal primo discorso pubblico Berlusconi elesse come suo ispiratore Erasmo da Rotterdam (vedi editoriale). Autoironia Le gaffe sono umane, troppo umane talvolta, ma è ad esse sollievo e cura l autoironia. Come la proclamazione certa e spiattellata senza freni della prossima sfiducia a Letta, contraddetta un minuto dopo. Roba da scherzi a parte. Vero presidente Brunetta? O il lancio del cordone ombelicale proposto dal senatore Barani. Lampedusa Togliersi il cappello dinanzi a tante morti innocenti. Questo è da uomini. Chiedersene le ragioni, proporsi di fermare il massacro. Questo è da uomini. Organizzare i soccorsi, coinvolgere l Europa, intervenire con l Europa, l America e la Russia per fermare il fenomeno garantendo diritti umani e pace nei Paesi di provenienza. Questo è da politici, ed è compito primario del governo. 2

3 (1) Editoriale Berlusconi? È un grande! Ecco perchè C è un labiale. Non si sente la voce. Ma lo leggono tutti:. E un grande!. Enrico Letta in tre parole, al termine dell intervento di Silvio Berlusconi in Senato, fornisce la sintesi della giornata di ieri. E di quelle future. I compagni di partito di Letta, una volta accertato che avrebbero avuto i numeri per durare, grazie ai nostri firmatari, dinanzi al sì di Berlusconi hanno cercato di respingere con linguaggio violento la presenza in maggioranza della loro ossessione, di colui che vorrebbero morto. Cercheranno di infilarlo nel lazzaretto. Ma è impossibile. Siamo al centro della piazza d Italia, non ai margini per una battaglia di testimonianza nobile ma sterile. Letta in nessun momento della giornata mostrerà di rimpiangere quella frase, che vale come nuovo inizio del suo governo. E un grande. E come dice Metastasio: Voce dal sen sfuggita/ poi richiamar non vale. Del resto, questo regalo di Silvio impedisce l asfissia di un governo dalle ali corte e sbilanciate sulla sinistra, che in poco tempo sarebbe riuscito a fare molto male all Italia. In questo momento Letta è insieme più forte (internamente, rispetto a Renzi e Bersani), ma più condizionato. I ministri del Pdl, dopo il sì di Berlusconi sono perfettamente coscienti di un vincolo che garantita la governabilità riguarda i contenuti concreti dell azione di governo. Diventa impossibile per loro essere trattati e ricattati come indipendenti di destra costretti a dire sempre di sì. Restano nel governo come espressione del Pdl, di Berlusconi, e del programma che hanno sottoscritto. Lo sappiamo bene. Tutti si chiedono perché. Molti sono sconcertati, avrebbero preferito il no. Ed è facile avvelenarsi cuore e mente abbeverandosi ai quotidiani e ai talk-show che si sbizzarriscono nell individuare a comodo loro fazioni vincenti e perdenti. Profetizzano purghe, 3

4 considerando Berlusconi ormai un debole alla mercé dei venti. Ha ceduto a traditori? Ha dato il ben servito ai consiglieri interessati del Re? Balle. Persone coraggiose e leali come Sandro Bondi ci hanno messo la loro faccia in discorsi pubblici: non è stata una brutta figura. I contenuti ricalcano quanto detto da Berlusconi medesimo nell intervista a Panorama. E allora? La scelta di Berlusconi è stata impensabile. Razionale ma alla maniera sua. Impasto di realismo e di utopia. E un grande. Nel primo discorso pubblico, nel febbraio del 1994, Berlusconi pose accanto al tema della ragionevole speranza e del buon senso quello della follia. Anche questo è ripresa delle origini, nel segno di Erasmo da Rotterdam: Le decisioni più importanti, le decisioni più sagge, le decisioni più giuste, la vera saggezza, non è quella che scaturisce dal ragionamento, non è quella che scaturisce dal cervello, ma è quella che scaturisce da una lungimirante, visionaria follia. Lo si è capito assai bene nel momento della esposizione del programma che Letta, costretto dalle mosse del Popolo della Libertà, ha dovuto mettere nero su bianco. Come ha detto immediatamente il capogruppo Renato Brunetta il sì di Berlusconi ha costretto Letta a uscire allo scoperto. Dunque noi continueremo a essere il cane da guardia del programma di governo. Senza dimenticare nulla. Mostrando al mondo l assoluta ingiustizia e infamia morale di chi vuole cancellare dalla scena pubblica Silvio Berlusconi. Il sì di ieri rende la cosa inaudita. Una specie di assassinio fratricida. I ministri dicano una parolina all orecchio di Letta: Retroattività! Vuoi anche tu uccidere un Grande?. Per approfondire su Ecco chi è davvero Silvio Berlusconi leggi le Slide

5 (2) Silvio Berlusconi: Votiamo la fiducia al governo Letta Credo che sia a tutti chiaro che, dopo il risultato delle passate elezioni, noi ritenemmo che l'unica soluzione ragionevole possibile nell'interesse del Paese fosse quella di un Governo che mettesse insieme le forze del centrosinistra e quelle del centrodestra. Aspettammo con pazienza i due mesi - chiamiamoli in questo modo - di riflessioni del centrosinistra e poi arrivammo insieme alla formazione di questa compagine governativa, della quale abbiamo accettato tutte quelle che erano le volontà espresse dal Presidente incaricato. In effetti, su 23 componenti del Governo, nonostante come voto fossimo arrivati a pochissima distanza da quello della coalizione di sinistra, accettammo di avere soltanto cinque Ministri. Credo, quindi, che abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità di fare e l'abbiamo fatto anche perché avevamo la speranza che potesse cambiare il clima del nostro Paese. Pensavamo che questo clima, che qualcuno aveva addirittura chiamato guerra civile fredda, potesse andare verso una sorta di pacificazione di cui credo che un Paese civile abbia davvero bisogno. Questa speranza non abbiamo deposto. La conserviamo ancora. Abbiamo ascoltato con attenzione le dichiarazioni del Presidente del Consiglio. 5

6 Abbiamo ascoltato i suoi impegni circa il contenimento della pressione fiscale, la riduzione delle imposte sul lavoro, l'adozione - finalmente - dell'impegno che la Corte dei diritti dell'uomo dell'unione europea ha voluto farci pervenire - mi sembra - per la terza volta per quanto riguarda la responsabilità civile dei giudici. Quindi, mettendo insieme tutte queste aspettative, il fatto che l'italia abbia bisogno di un Governo che possa produrre quelle riforme strutturali ed istituzionali di cui il Paese ha bisogno per modernizzarsi, abbiamo deciso, non senza interno travaglio, di esprimere un voto di fiducia a questo Governo. 6

7 (3) Intervista a Berlusconi su Panorama: Le mie ragioni PRIMA DELLA VERIFICA DI GOVERNO Martedì 1 ottobre 2013 è una giornata complicata per l'italia. Alla vigilia dell'inizio della verifica parlamentare del governo Letta, nella residenza romana di Silvio Berlusconi è un viavai di incontri e riunioni. Entrano ed escono esponenti di partito, mentre è un continuo susseguirsi di notizie di scissioni, tradimenti, ripensamenti. Il fondatore di Forza Italia (e dell'esecutivo delle larghe intese) accetta di parlare con Panorama nel pieno di questo marasma istituzionale per fissare alcuni punti fermi, pur vivendo una situazione in continua evoluzione. SOFFERENZA: ATTI CHE PER COLPIRE ME FERISCONO LA VITA DEGLI ITALIANI Presidente Berlusconi, partiamo dalla decisione di staccare la spina al governo. Enrico Letta ha parlato di una «follia per motivi personali». Lei ha replicato che i suoi problemi personali «non hanno mai influito sulle sue decisioni politiche». Vale la pena allora di raccontare quando e perché nasce la sua insofferenza verso questo governo. Mi permetta di contestarle subito un termine: insofferenza. Fa pensare a un dato umorale. Io parlerei piuttosto di sofferenza, come conseguenza di atti che per colpire me feriscono la vita degli italiani. Mi spiego. La sofferenza di certo non mi è mai stata e non mi è tuttora estranea. E questi 60 giorni di cattività morale dopo il giudizio assurdo della Cassazione mi avevano tolto il sonno per l'indignazione di dover subire un'ingiustizia atroce. Ma sentire che Enrico Letta, che ho sempre stimato e che ho 7

8 sospinto io a Palazzo Chigi, dichiarasse che era diventato inevitabile infliggere nuove pene agli italiani, per di più attribuendomene la colpa, ha avuto su di me l'effetto di una pugnalata. Che però mi ha restituito la voglia di lottare. È stato anche un richiamo alla responsabilità verso questo Paese che 20 anni fa ho deciso di servire. Che cosa ha detto e fatto Letta venerdì 27 settembre al Consiglio dei ministri? Angelino Alfano me lo ha raccontato, costernato, nella notte tra venerdì e sabato. Letta aveva comunicato di congelare le attività di governo, per ripicca verso le dimissioni dei parlamentari di Forza Italia, venendo tragicamente meno alle sue responsabilità di presidente del Consiglio. Un sillogismo assurdo: quello di colpire l'economia e la società italiane, come risposta alle legittime proteste di un gruppo parlamentare. Cadevano così nel nulla le due mosse più forti concordate nel programma di questo governo, e che erano solenni promesse elettorali del Popolo della libertà, cioè la totale abolizione dell'imu sulla prima casa e il congelamento di ogni aumento dell'iva. Una ritorsione inaccettabile. Un dispetto. Con l'aggravante di attribuire a noi la responsabilità della decisione. Insomma, Letta annunciava nuove tasse e le intestava a noi. Inaccettabile. Altro che colpo di testa mio. È stato il suo un colpo basso. Siccome Letta non è uno sprovveduto, mi rifiuto di credere che non abbia compreso il senso delle dimissioni dei nostri senatori e deputati. Le quali sono state consegnate ai capigruppo non contro il governo, ma per dare un segnale drammatico agli italiani di quel che il Partito democratico sta cercando di fare non tanto a me, quanto al corpus della democrazia. Cioè? Farmi decadere da senatore per dimostrare ai propri sostenitori di avere il merito della mia decadenza attraverso l'applicazione retroattiva di una legge, la legge 8

9 Severino, contro un principio fondamentale del diritto (nullum crimen, nulla poena sine lege) consacrato nell'articolo 25 della nostra Costituzione e nell'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. In più quando un organo giurisdizionale, come è la Giunta per le immunità in questo caso, si imbatte in un contrasto tra una legge nazionale e una legge sovranazionale, c'è l'obbligo di rivolgersi per dirimere il conflitto alla Consulta. Pronunciando, prima ancora del dibattimento, una sentenza di condanna nei miei confronti, e rifiutando anche la strada di un semplice quesito da porre almeno alla Corte costituzionale, si sono tradite le regole. Insomma, quelle dei parlamentari non erano dimissioni contro il governo, ma contro chi, come il Partito democratico, tradiva le intese costituendo una nuova maggioranza per decapitare i moderati del loro leader, il tutto contravvenendo a principi giuridici irrinunciabili in uno stato di diritto. Non c'è, come vede, nessun mistero, nessun ragionamento macchinoso, nessun calcolo nella mia proposta ai ministri di valutare se fosse il caso di dare le loro dimissioni da un governo che, oltre ad approvare questa gravissima negazione dello stato di diritto, intendeva anche aumentare le tasse dandone la colpa alla nostra azione in difesa della democrazia. FANNO IL DESERTO E LO CHIAMANO PACE Il «Corriere della sera» ha definito la sua decisione «un atto di irresponsabilità nazionale» e di «autolesionismo nazionale». Quanto pensa sia diffusa questa critica? E diffusa presso la totalità dei cosiddetti grandi quotidiani indipendenti, e presso i tg della Rai, della 7 e di Sky che ricalcano il medesimo giudizio del Partito democratico, o viceversa, in un circolo vizioso che mi ricorda molto i titoli tutti uguali dei medesimi giornali al tempo di Mani pulite e poi della «gioiosa macchina da guerra». Anche allora si tiravano cannonate all'unisono contro di me, in un combinato disposto coi magistrati politicizzati. Poi fu Forza Italia a vincere le elezioni... Irresponsabile io? Mi bastonano a man salva, e sarei io l'irresponsabile? Mi aspetto un editoriale del Corriere dal titolo manzoniano a me 9

10 riferito: «Bastonabile bastonabilissimo». Per me responsabilità è obbedire alla coscienza guidata dall'amore verso la giustizia e il proprio Paese. Quanto all'irresponsabile, irresponsabile è accettare supinamente una operazione giudiziaria eversiva e la distruzione dello stato di diritto. Mi perdonerà la citazione di Tacito: «Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant», fanno il deserto e lo chiamano pace. Ha sondaggi a disposizione in grado di smentire un calo di consensi? Certo. Siamo avanti, come coalizione di centrodestra di tre punti; potenzialmente da sola Forza Italia è in grado di arrivare al 36 per cento. Guardando alle coalizioni, il centrodestra è in vantaggio rispetto al centrosinistra di 3.5 punti. E questo è il risultato dell'aumento dei consensi del Popolo della libertà, che pur ha subito qualche oscillazione negativa nelle ultime settimane, con il passaggio a Forza Italia, relativa a una componente più di destra che sta cercando una propria collocazione. FACENDO PAGARE IMU E IVA NON FANNO UN DISPETTO A BERLUSCONI MA ALL ITALIA Il Partito democratico sostiene che l'aumento dell'iva è una sua colpa e che anche l'eventuale obbligo di pagare la seconda rata dell'imu scatterà a causa della sua decisione di provocare la crisi. Che cosa risponde? Il presidente dei nostri deputati, Renato Brunetta, ha messo da tempo nelle mani di Letta e del ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni, proposte di coperture precise ed efficaci per scongiurare entrambe le minacce. Poi a causa delle incertezze dell'azione governativa non si è fatto alcunché. Imu e Iva sono state e sono ancora oggi - ne abbiamo avuto eclatante e grave conferma venerdì sera - l'arma che il governo e il Partito democratico usano per ricattarci. Il punto è che facendo pagare la seconda rata dell'imu e aumentando l'iva non fanno un dispetto a Berlusconi, ma all'italia. Questo alla gente è chiaro. 10

11 La gente valuterà, proprio in base a questo, chi è davvero irresponsabile e chi, invece, ama il proprio Paese e ne persegue il bene. Tornando alla nostra responsabilità, quella vera: siamo al lavoro nelle commissioni e in aula per votare provvedimenti che non portino ad aumenti delle tasse, e una legge di stabilità che metta al riparo il Paese da campagne di destabilizzazione. SI E USATA L INSTABILITA DEI MERCATI FINANZIARI PER DETERMINARE L INSATBILITA POLITICA. Si è anche tornato ad agitare l'incubo dello spread, pensa che siano strumentali le dichiarazioni preoccupate in Europa e gli scenari inquietanti del Fondo monetario internazionale sulla capacità dell'italia di rimanere in piedi? Dico che i mercati, in una prospettiva di medio periodo, sono in grado di valutare le eventuali migliori performance del sistema economico. Non avremo problemi se grazie alle riforme, che ci chiede la stessa Commissione europea - diminuzione del perimetro dello Stato, riduzione del prelievo fiscale, aumento della produttività, riforma della giustizia e via dicendo -, l'italia imboccasse finalmente la strada per uscire dal tunnel e tornare a crescere, come ha sempre fatto, prima della nascita dell'euro. Guardiamo alla Spagna: stava molto peggio di noi, lo spread sui suoi titoli era di 100 punti base superiore. Tornata a crescere, dopo una cura dura ma salutare, oggi i suoi titoli hanno un mercato migliore del nostro. Certo il passaggio è stretto, ma quali sono le alternative? Avere un tasso di disoccupazione al 10 per cento, per i prossimi cinque anni, come stima il Fondo monetario, se non cambierà la politica economica? Sullo spread mi sono espresso più volte. Non sto qui a ripetere. Ma è stato un imbroglio tutto quello che è avvenuto nel 2011, con il concorso di una opposizione irresponsabile, già da allora, ed è un imbroglio il tentativo attuale di utilizzare nuovamente lo spread come minaccia per intimorirci. Cosi come un imbroglio sono la stabilità e la continuità invocate dal presidente della Repubblica, se a esse non si accompagnano incisive azioni di riforma. Basti pensare 11

12 a come nulla sia successo sui mercati finanziari quando si aprì la crisi del governo Monti a fine 2012 o nella massima situazione di caos e incertezza seguita alle elezioni di febbraio 2013: i famosi 60 giorni di Pier Luigi Bersani. Forse in questi anni è avvenuto il contrario: si è usata l'instabilità dei mercati finanziari per determinare l'instabilità politica. La direzione causale è stata invertita. D'altra parte, è concettualmente sbagliato temere l'instabilità o dare connotati di per sé positivi alla stabilità. La vita, l'economia, la conoscenza, l'innovazione, il progresso dell'umanità sono frutto del mutamento, dell'instabilità e dell'agire in condizioni d'incertezza. Cosi la crescita economica: essa avviene attraverso crisi, fluttuazioni e, soprattutto, attraverso la capacità di imprenditori e capitani di ventura di agire anche nell'incertezza e cogliere le opportunità date dall'instabilità. Al contrario, la conservazione rappresenta una stabilità che è quanto di più fragile ci sia: incapace di cogliere le necessità di cambiamento e quindi destinata al collasso. NON CI SONO SINEDRI SEGRETI IN FORZA ITALIA NE GERARCHIE OCCULTE Dopo la decisione di uscire dal governo, il partito è diviso. Gli ex ministri hanno preso le distanze dalla nuova Forza Italia a causa di quella che considerano una deriva estremista. Hanno mal digerito la decisione anche altri esponenti dei moderati, a cominciare da Fabrizio Cicchitto. Come pensa di convincerli a tornare sui loro passi? La critica dei ministri e di Cicchitto non va a Forza Italia quale ho in mente io, e quale è stata e sarà, ma all'immagine che è stata data della mia decisione di rompere gli indugi dinanzi alle provocatorie decisioni del premier e dei ministri del Partito democratico. Hanno creduto davvero - e questo mi spiace personalmente - che io sia stato circuito da cattivi consiglieri dotati forse di polverine stordenti. Non ci sono sinedri segreti in Forza Italia, né gerarchie occulte. Forza Italia è un movimento di moderati, che ha il suo perno nei valori occidentali del cattolicesimo 12

13 democratico, del socialismo riformista e del liberalismo laico, senza derive estremistiche di alcun tipo. Certo essere moderati non significa aver paura di difendere la libertà quando è minacciata. Un nuovo governo non ha sulla carta i numeri per la maggioranza in Parlamento, a meno di immaginare due scenari: una coalizione tra Partito democratico e Movimento 5 stelle oppure un governo a guida Partito democratico con fuoriusciti del Popolo della libertà e magari con l'appoggio dei senatori a vita. Le due ipotesi sarebbero a suo giudizio un tradimento degli elettori? La prima ipotesi è negata a priori da Beppe Grillo, e sarebbe un tradimento del programma dei cinquestelle. La reputo impossibile. La seconda è talmente indecorosa e avvilente che si scontrerebbe con una ripulsa popolare. Non sarebbe una maggioranza, ma un espediente numerico. Il presidente Napolitano non darebbe mai l'avallo a un simile esperimento. Nel recente passato si è dimostrato impossibile governare con numeri risicati. Nei retroscena seguiti alla condanna di agosto, spesso si è fatto riferimento a una sorta di «grande freddo» tra lei e il presidente della Repubblica. Che cosa c'è di vero? Francesco Cossiga mi ha insegnato che dei rapporti personali con il capo dello Stato non si parla. Mi sono chiesto, ma non ho mai prima d'ora osato chiederglielo, se si sia accorto che il decreto legislativo Severino, non la legge, potesse nascondere, nella sua confusa articolazione, quella retroattività e quell'eccesso di delega che la rende a giudizio di autorevolissimi giuristi passibile di incostituzionalità. Su questo tema ho sperato e spero ancora in una sua parola moralmente impegnativa. 13

14 NELLA GIUNTA PER LE ELEZIONI I MEMBRI-GIUDICI DEL PARTITO DEMOCRATICO SI SONO GIA ILLEGALMENTE ESPRESSI Tra qualche giorno arriverà a conclusione l'iter, presso la giunta per le immunità in Senato, per la sua decadenza. Subito dopo la Corte d'appello di Milano deciderà per quanto tempo sarà interdetto dai pubblici uffici. Guglielmo Epifani sostiene che l'accelerazione della crisi è finalizzata proprio a evitare la sua decadenza. Che cosa risponde? L'unica accelerazione di cui mi sia accorto in quest'ultimo anno è quella di qualsiasi tribunale che abbia a che fare con me pur di condannarmi in fretta e furia. Compresa la giunta per le elezioni che, ricordo, è in tutto e per tutto un tribunale, e dove non solo si corre a rotta di collo, ma su indicazione dello stesso Epifani i membri-giudici del Partito democratico si sono già illegalmente espressi. Davanti ai suoi parlamentari ha denunciato un'operazione eversiva che sovverte lo stato di diritto a opera di Magistratura democratica. UN GOLPE DI LUNGO PERIODO Può spiegare in che cosa consiste? Lei ha in mente la storia di questi vent'anni in riferimento alla mia persona? Cinquantasette processi. Un golpe di lungo periodo giunto ora alle mosse decisive, con la perseguita estromissione dal Parlamento e dalla politica e la minaccia alla mia stessa libertà personale. Magistratura democratica sin dal suo costituirsi propugna una giustizia orientata in senso lassista che conduca a un regime di sinistra. Io ho rotto le uova nel loro paniere sin dal Non me l'hanno perdonata. Una volta Md si accontentava di dominare le procure. Negli ultimi anni ha conquistato la maggioranza delle corti giudicanti. Così si spiegano le mie condanne: basta analizzare il profilo politico delle corti. Magistratura democratica condiziona qualsiasi carriera di qualunque toga, è una minoranza ma è organizzata come una falange. E non tollera diversità di vedute. 14

15 LA GIUSTIZIA MI FA UNO STALKING INFINITO A chi l'accusa di essere ossessionato dalla giustizia che cosa risponde? Più che altro è la giustizia a essere ossessionata da me e mi fa uno stalking infinito. Io penso che la giustizia sia l'architrave principale su cui poggia la civile convivenza. Se come da noi è corrosa e politicamente corrotta, uccide la pace di tutti. È la politica che deve riparare la trave. Dovere, non ossessione! In Italia l'edificio dello stato di diritto, come dimostrano le sentenze delle Corti europee e di recente un importante studio pubblicato dal Mulino, è diroccato. Altro che mia fissazione. Sono i fatti a essere testardi. Anche lei, direttore, ha qualche motivo per essere d'accordo con me, viste le sue condanne al carcere per reati d'opinione e di omesso controllo... Mi sbaglio o la Corte dei diritti umani di Strasburgo, per un caso analogo riferito a Maurizio Belpietro, ha condannato l'italia? Ma di che ossessione stiamo parlando? NON MUOIO NEANCHE SE MI AMMAZZANO Dagli uffici giudiziari di Milano, Napoli e Bari si dice possa arrivare un ordine di arresto nei suoi confronti dopo la decadenza da senatore per una delle inchieste in cui è implicato. Sarebbe questo l'ultimo atto di quel golpe che lei ha denunciato a più riprese? Mi ostino a credere che la forza della ragione prevarrà, alla fine, su chi vuole uccidere la libertà. È una legge stupenda della storia dei popoli. Quando il totalitarismo sembra aver chiuso ogni spazio di ribellione, ecco che l'anelito di giustizia e verità strappa le catene. E per quanto riguarda me, ricordo quanto disse di se stesso Giovannino Guareschi, anche lui condannato in via definitiva al carcere: «Non muoio neanche se mi ammazzano». 15

16 (4) Discorso alla Camera del Presidente Renato Brunetta S ignora Presidente, signor Presidente del Consiglio, concordo con gran parte delle cose da lei dette, sia avendo riguardo alla storia di questi ultimi cinque mesi, sia avendo riguardo al futuro delle cose da fare. Non gliene voglio più di tanto, da vecchio professore, pensando al suo programma, per così dire, improvvisato, così come alla compagine del suo governo. Altro è avvenuto in Germania nel 2005, altro sta avvenendo sempre in Germania in questi giorni. Ma si sa, loro sono tedeschi, noi no. Devo dire che, oltre che concordare, ho anche dei rilievi da farle, signor Presidente, rilievi che riguardano omissioni o, se vogliamo, memorie selettive, opportunisticamente selettive, ma anche questo lo dico con un sorriso e qualche giudizio ingeneroso. Veniamo alle omissioni: lei ha attribuito al Presidente della Repubblica la volontà delle larghe intese, in un momento drammatico, all atto della sua rielezione. Beh, signor Presidente del Consiglio, le cose non stanno proprio così. È stato il presidente Berlusconi, dal giorno stesso dell esito elettorale, a chiedere, con forza, le larghe intese, la grande coalizione. È stato il nostro Silvio Berlusconi, mentre Bersani tentava in tutti i modi di costruire maggioranze vaghe, fumose, di presentarsi in Parlamento a raccattare una fiducia purché sia, a dire giorno dopo giorno: larghe intese. 16

17 Il Presidente della Repubblica ha cominciato a dirlo dopo che voi vi siete fatti del male per ben due volte, dividendovi sanguinosamente, impallinando due persone, due vostri candidati alla Presidenza della Repubblica, il galantuomo Marini e Romano Prodi. Per questa ragione, signor Presidente del Consiglio, le rinnovo e le rinfresco la memoria: le larghe intese le abbiamo volute noi e poi le hanno volute gli altri, per una semplice ragione, e cioè che voi non avete vinto le elezioni e non le abbiamo vinte neanche noi, o le abbiamo perse insieme, e che bisognava, necessariamente, fare una grande coalizione. Veniamo ai giudizi ingenerosi che mi riguardano anche da vicino: la metodica dell aut aut. Ricorda male, signor Presidente: quegli aut aut non erano altro che un richiamo agli impegni di Governo e quegli impegni di Governo sono stati onorati per una serie di cose, di provvedimenti di cui, oggi, lei, al Senato e anche in quest Aula, si è giustamente vantato e quindi, sono stati utili quegli aut aut, signor Presidente del Consiglio. Si ricorda, signor Presidente del Consiglio, per quanto riguarda la sua memoria un po selettiva, i problemi che il suo partito ha avuto sulla vicenda degli F-35? Se ne ricorda, signor Presidente del Consiglio? E di come, e di chi, risolse con lungimiranza e pazienza quella vicenda nonostante la spaccatura all interno del suo partito? Se lo ricorda, signor Presidente del Consiglio? Si ricorda, anche, e gliene do atto, non penso di rivelare nessun segreto, il suo grazie via sms al sottoscritto? Se lo ricorda, signor Presidente del Consiglio? Si ricorda, signor Presidente Letta, a chi affidò le risoluzioni sull Europa, per parlare strategicamente di Europa e per trovare la più alta coesione sulle strategie europee? Le affidò a qualcuno del Popolo della Libertà, signor Presidente del Consiglio, e io questo lo considero da parte sua un atto di grandissima intelligenza, di grandissima 17

18 intelligenza che ha prodotto i documenti sull Europa migliori che abbiamo fatto in questi anni, votati poi da tutti. Grazie, signor del Presidente del Consiglio, per questo suo mandato che abbiamo onorato. Si ricorda, signor Presidente del Consiglio, chi costruì per primo una prima road map sul semestre di Presidenza e sulla concordia sul semestre di Presidenza da vivere come momento più alto di realizzazione di questa coalizione dal punto di vista programmatico? E arrivo all omissione, signor Presidente del Consiglio, l omissione e la pacificazione. Io da questo banco, dandole la fiducia, incentrai tutto il mio discorso sulla pacificazione. Noi l abbiamo voluta, la vogliamo. Lei può dire, signor Presidente del Consiglio, la stessa cosa per il suo partito? Glielo ripeto: lei può dire la stessa cosa per il suo partito? Noi continuiamo a volere la pacificazione in questo Paese attraverso questa grande coalizione. Noi continuiamo a volerla! Non può dire, signor Presidente del Consiglio questo è un piccolo rimprovero, mi permetta, che il Governo e la questione di quanto sta avvenendo in Giunta per le elezioni sono due cose separate. Non è così, signor Presidente del Consiglio. Perché non si tratta, in Giunta per le elezioni, del quarto grado di giudizio. Si tratta semplicemente di applicare per la prima volta il decreto legislativo Severino a un senatore della Repubblica che si chiama Silvio Berlusconi. E in quella Giunta riunita in sede giurisdizionale c è il suo partito, ci sono i partiti, e in quella occasione c è la politica. Per cui, non sono cose separate, signor Presidente del Consiglio. 18

19 Perché, ancora su questo stesso punto, il segretario del suo partito, che parlerà dopo di me, a pochi minuti della sentenza di Cassazione, era il 2 agosto, sentì l esigenza politica di anticipare come avrebbe votato il Partito Democratico in Giunta per le elezioni senza conoscere il dispositivo della sentenza e senza conoscere la relazione del relatore? Perché il suo segretario pro tempore, Epifani, sentì l esigenza di anticipare a pochi minuti dalla sentenza come avrebbe votato il PD? È un giudizio politico questo? Sul futuro, non solo siamo d accordo, signor Presidente del Consiglio, ma vogliamo di più. Vogliamo più trasparenza nei conti pubblici, signor Presidente del Consiglio e signor Ministro Saccomanni. Vogliamo che funzioni la cabina di regia, che è una sua invenzione, e che negli ultimi tempi non ha funzionato granché. Vogliamo più riforme, a partire da quella fiscale, su cui si è impegnato il presidente della Commissione finanze. L abbiamo voluta noi, con i tempi accelerati, la riforma fiscale, ed è stata votata all unanimità, signor Presidente del Consiglio. Noi vogliamo più riforme. Vogliamo l attacco al debito, che so che anche lei vuole. Vogliamo i tagli alla spesa, la riduzione della pressione fiscale. Vogliamo anche un grande riforma delle leggi Fornero, perché così come sono non vanno, non funzionano, sono produttrici di esodati e produttrici di disoccupazione giovanile. Ma anche, signor Presidente del Consiglio, più attenzione e su questo saremo vigili al tassa e spendi, come nella vicenda della stabilizzazione dei 150 mila precari nella pubblica amministrazione o come nell assunzione dei 150 profili di alta professionalità per quanto riguarda l Authority per la coesione. 19

20 Forse che nei tre milioni e mezzo, signor Presidente del Consiglio, di dipendenti pubblici non c erano 550 esperti di Fondi europei? Ecco su questo, maggiore attenzione da parte sua, da parte del Ministro Saccomanni. Ma noi abbiamo ancora speranza, perché, al di là dei suoi silenzi e i suoi distinguo, noi abbiamo ancora speranza e nonostante le provocazioni che abbiamo ascoltato nell Aula del Senato e anche in quest Aula noi continueremo a stare in quest Aula a darle la fiducia, perché abbiamo un dovere nei confronti dei nostri cittadini che ci hanno votato. Può esserci, signor Presidente del Consiglio, un nuovo inizio? Un ricominciare da capo? Noi crediamo sia un suo dovere, ma anche un nostro dovere. Per tutte queste ragioni, a testa alta, votiamo sì, tutti insieme, la fiducia al suo Governo, al nostro Governo per realizzare il suo programma e il nostro programma. Abbiamo un contratto da rispettare con gli italiani e lo rispetteremo. Grazie, signor Presidente del Consiglio. 20

21 (5) E ora ci aspettiamo trasparenza nei conti pubblici coperture serie, senza mettere le mani nelle tasche degli italiani e senza clausole di salvaguardia dannose e inaccettabili funzionamento della cabina di regia governo-maggioranza road map verso il semestre italiano di Presidenza dell Unione europea, dal 1 luglio 2014 linee guida sulla Legge di stabilità revisione del sistema delle aliquote IVA, da rendere operativa dal 2014 cancellazione definitiva della seconda rata 2013 dell IMU sulla prima casa e sui terreni e fabbricati agricoli riforma della tassazione degli immobili in Italia, in vigore dal 2014 tagli alla spesa pubblica improduttiva, specie a livello di enti locali occhio critico sui provvedimenti tassa e spendi su fondi allo spettacolo, scuola e precari della PA riduzione della pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese, implementando i Fondi già previsti dalla Legge di Stabilità , approvata lo scorso anno attacco al debito approvazione della delega fiscale e varo dei decreti legislativi conseguenti entro dicembre 2013 riforma delle leggi Fornero, che hanno prodotto solo esodati e disoccupazione giovanile riforma della giustizia, a partire dal documento finale del gruppo di lavoro dei cd. saggi voluti dal presidente della Repubblica decreto legge sulla responsabilità civile dei magistrati, in risposta alla procedura d infrazione aperta dall'unione europea nei confronti dell Italia risposta tempestiva al messaggio alle Camere del presidente della Repubblica sull amnistia Su tutto questo noi vigileremo. Noi non verremo meno al nostro contratto con gli elettori. 21

22 (6) L Arcinemico mette nei guai il Partito democratico E rano convinti di aver archiviato per sempre l'arcinemico, e se lo trovano ancora come alleato scomodo. Ancora una volta, insomma, Silvio Berlusconi resta in campo come il peggiore dei loro incubi. A questo punto possiamo fare con serenità il nostro congresso ha azzardato D'Alema teorizzando senza crederci molto che la stabilità del governo aiuterà la stabilità del partito. Una bugia pietosa, perché la mossa di Berlusconi ha spiazzato tutti coloro che a sinistra puntavano alle elezioni anticipate, chi per rinviare il congresso, chi per prendere la scorciatoia per Palazzo Chigi. Non a caso, il più scontento di tutti è il sindaco di Firenze, il quale appena ventiquattr'ore prima aveva stretto una sorta di patto con Enrico Letta ed era ormai convinto di aver imboccato la discesa per conquistare prima la segreteria del partito e poi, magari pazientando un po', anche la premiership. Ora si ritrova invece davanti un Letta oggettivamente rafforzato e dovrà giocoforza risfoderare la sua politica di lotta e di governo nei confronti dell'amico-rivale, perché non può certo permettersi di rimanere schiacciato nella morsa di un governo che naviga al riparo delle tempeste e nello stesso tempo quando approderà al vertice del Pd di una segreteria che logora da sempre chi ce l'ha. Renzi sarà obbligato, per non sparire nella noia delle beghe di partito, ad essere costantemente la spina nel fianco del governo, facendosi interprete delle pulsioni della pancia della base per logorare Letta e non bruciarsi il futuro. Ma c'è un'altra lunga ombra che si allunga sul futuro del Pd, un pericolo rimarcato da Rosy Bindi, che pur dicendosi soddisfatta della cosiddetta nuova maggioranza politica che si sarebbe formata ieri in Parlamento, con un Berlusconi 22

23 depotenziato, ha dovuto aggiungere che questo é un governo ancora sostenuto dal Pd e da una parte del centrodestra e dunque ancora dentro la logica delle larghe intese. Il corollario è evidente: se questo governo tendesse a diventare una maggioranza politica stabile, un'operazione di stampo neocentrista, allora la stragrande maggioranza del Pd non sarebbe d'accordo. La paura matta che inizia a serpeggiare tra i compagni, insomma, è che stia nascendo una nuova Dc. E poi, bastava ascoltare i sibili velenosi di Zanda, o lo scolastico refrain antiberlusconiano del giovane Speranza per capire che il Pd è tutt'altro che entusiasta della situazione. In realtà, infatti, il vero congresso comincia oggi e i renziani non faranno sconti. Tutti sanno, poi, di dover fare ancora i conti col nemico di sempre. Il giaguaro, ancora una volta, non è stato smacchiato. Per approfondire sul Logrolling del Partito democratico leggi le Slide

24 (7) Cose da non credere GOVERNO:ALLA CAMERA INTERVERRÀ CICCHITTO PER DISSIDENTI PDL Annuncio accolto da applausi centrosinistra (ANSA) - ROMA, 2 OTT - Alla Camera, nelle dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo, interverrà anche Fabrizio Cicchitto, capogruppo in pectore del nuovo gruppo dei dissidenti Pdl. Cicchitto, comunica all aula la presidente Laura Boldrini, interverrà a nome di alcuni deputati che ne hanno fatto richiesta nelle more della costituzione di un gruppo parlamentare. L annuncio è stato accolto da un caloroso applauso levatosi dai settori del centrosinistra. (ANSA). Resoconto stenografico dal sito della Camera dei deputati Laura Boldrini, presidente della Camera: Avverto che la Presidenza, come preannunciato già in Conferenza dei presidenti di gruppo, concederà la parola per dichiarazione di voto anche al deputato Fabrizio Cicchitto, che ne ha fatto richiesta anche a nome di diversi altri deputati, nelle more delle procedure per la costituzione di un nuovo gruppo parlamentare. (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'italia - Applausi polemici dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). PDL: BRUNETTA, NUOVO GRUPPO? ASPETTIAMO SPIEGAZIONI (ANSA) - ROMA, 2 OTT Abbiamo appena appreso, con sorpresa, dalla presidente Boldrini la richiesta di intervento in Aula del collega Cicchitto a nome di un costituendo gruppo separato. Un boato di entusiasmo del Pd ha salutato la notizia. Attendiamo adeguate spiegazioni politiche. Lo dice il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta. (ANSA). 24

25 (8) La Giunta retroattiva. Sotto le ali accomodanti di Letta? Noi e i nostri ministri non ci stiamo L a Giunta per le elezioni al Senato voterà domani sulla relazione del presidente Stefani. Si sa già che chiederà la decadenza di Berlusconi da senatore. Che non aprirà la strada ad alcuna domandina da porre alla Corte Costituzionale e/o a quella dell Unione europea a Lussemburgo. La domandina sarebbe stata questa: può una legge essere applicata retroattivamente? Lo domandavano anche illustri giuristi e personalità della sinistra. Forse la gogna cui sono stati subito sottoposti ha fatto scuola. Così i giudici (perché tali sono in questo caso i senatori della Giunta) si sono pronunciati immediatamente per la decadenza, senza se, senza ma, e pure senza verità e senza diritto. Dopo il sì di Berlusconi all alleanza ci domandiamo se non sentano qualche rimorso di coscienza i boia del Pd (lasciamo perdere Sel e Cinque Stelle). Decapitare un leader alleato è un operazione oltre che contro la morale e la giustizia, è persino stupida. Consegna agli italiani l immagine di una sinistra dotata di politici cannibali. Noi non staremo zitti. E così ci auguriamo che i distinguo contraddittori di Letta siano spezzati dal credito che presso di lui godono i nostri cinque ministri. Una Giunta retroattiva, un organo istituzionale di importanza primaria che usi di una legge inapplicabile per tagliare la testa al leader dei moderati è un onta per qualsiasi Paese, e per qualsiasi governo sotto le cui ali immobili e accomodanti questo accada. 25

26 (9) Tutta la verità sul processo Mediaset. Perché Berlusconi è innocente N on diamo qui una diffusa trattazione. Ci limitiamo ad appunti di verità che mostrano l assoluta predeterminazione delle sentenze, con una coerenza interna spaventosa. Una macchina aliena montata con cura maniacale, con un Tom Tom che disegna l itinerario perfetto della condanna e l equipaggio su misura per il compito. A) LA STORIA DEL PROCESSO 1. TRIBUNALE, PRIMO GRADO DI GIUDIZIO: 3 (tre) giudici su 3 (tre), cento per cento, di estrema sinistra, appartenenti a Magistratura Democratica. Il risultato è ovvio. Con un anomalia supplementare: la sentenza non contempla solo il dispositivo, ma vengono contestualmente lette anche le motivazioni che normalmente prendono almeno 60 (sessanta) giorni. Qui neanche un minuto. 26 ottobre del CORTE D APPELLO, SECONDO GRADO DI GIUDIZIO: 3 (tre) su 3 (tre), cento per cento, giudici di estrema sinistra. Fissato a velocità da record nel gennaio del Stesso ritmo innaturale, con la negazione in primo come in secondo grado di 171 testimoni a difesa, violando le norme del diritto europeo del giusto processo (articolo 6 della Convenzione europea dei diritti umani, art. 111 della Costituzione italiana) 3. CORTE DI CASSAZIONE, TERZO GRADO DI GIUDIZIO: 3 (tre) giudici su 5 (cinque)di estrema sinistra + uno di essi impacciato dall incerta sorte del figlio magistrato. Questa corte non è il giudice naturale. Per poter predeterminare questi giudici la Corte d Appello di Milano segnala che la prescrizione interverrà il 1 agosto 2013, quando nella realtà la data è quella del 26 settembre. Questa fantasia giuridica consente di assegnare la pratica alla Sezione Feriale (composta all uopo), evitando che il processo sia messo a ruolo dalla Terza Sezione, specializzata in reati fiscali, la quale aveva il torto di aver già assolto Berlusconi dinanzi ad accuse basate su medesimi argomenti (inesistenti) di prova già il 6 marzo del STRANEZZA ULTERIORE. Le motivazioni della condanna sono firmate da tutti i cinque membri della Corte. Perché? L esperienza forense spiega questa firma in blocco con il fatto che il relatore non condivideva sentenza e motivazioni. 5. LA CASSAZIONE TRADISCE SE STESSA, salta a piè pari, contraddicendo la propria natura e il proprio dovere, le questioni gravi di diritto esposte dalla difesa. Nessuna risposta è stata data alle eccezioni dei legali di Berlusconi. 26

27 La sequenza drammatica qui esposta si spiega soltanto con l intenzione preordinata di portare a compimento un operazione politica. Un iter classico per un accanimento giudiziario teso a eliminare il leader del centrodestra dalla scena politica così da lasciare campo libero per l ascesa indisturbata al potere della sinistra. B) BERLUSCONI SOCIO OCCULTO AL 50% DI FRANK AGRAMA? FALSO! 1. Agrama ha testimoniato sotto giuramento che Berlusconi non è mai stato suo socio. 2. Agrama ha dichiarato di aver incontrato una sola volta Berlusconi negli anni ottanta. 3. Agrama ha sostenuto che Berlusconi non ha mai partecipato a nessuna trattativa di compravendita di diritti televisivi. 4. Nessun passaggio di denaro da Agrama a Berlusconi risulta dalle indagini effettuate dalla Procura di Milano in numerose banche europee. 5. Quelle stesse indagini hanno reperito invece conti di Agrama dove risultano utili derivanti dalla sua attività imprenditoriale di acquisto-vendita diritti. 6. Per Berlusconi, socio attraverso Fininvest al 50% di Mediaset, e socio occulto (sic!) di Agrama al 50%, sarebbe stato indifferente qualsiasi spostamento di prezzo dei diritti a danno o a favore di Agrama o Mediaset. 7. Se Berlusconi fosse stato socio di Agrama, questi si sarebbe rivolto a lui invece che pressantemente a dirigenti di Mediaset per ottenere la continuità del rapporto. 8. Il capo dell ufficio acquisti di Mediaset ha preteso e ottenuto una tangente del 10 per cento da Agrama. Se Berlusconi fosse stato il socio, ne sarebbe stato informato, e il dirigente sarebbe stato licenziato e denunciato. Da questi chiari dati emerge come, attraverso Fininvest, Silvio Berlusconi sia parte lesa a causa del comportamento di un dirigente Mediaset infedele. Questa non è una deduzione del Mattinale, ma è una determinazione cui è giunta la Corte di Cassazione stessa. Infatti nella sentenza del 18 magio 2012 la Seconda Sezione Penale della Suprema Corte, e dunque passata in giudicato, ha escluso espressamente che Silvio Berlusconi potesse essere stato socio di Frank Agrama (pag. 9 della sentenza). 27

28 In questa sentenza la Corte di Cassazione ha stabilito che: 1. Frank Agrama era un intermediario vero e non fittizio. 2. Il profitto realizzato da Agrama era un profitto normale e non anomalo. 3. I prezzi praticati a Mediaset erano prezzi di mercato e non prezzi illecitamente gonfiati. 4. Berlusconi era ed è innocente. Questa sentenza definitiva della Corte di Cassazione è stata contraddetta dal Corte della sezione feriale. La quale ha malamente opacizzato le evidenze fattuali e logiche della Sezione penale. E cioè: 1. Frank Agrama è stato creato da Berlusconi per farne fittiziamente il mediatore a suo uso. 2. I profitti di Agrama erano esagerati. 3. I prezzi di vendita dei diritti a Mediaset erano gonfiati. Perché questo rovesciamento? Vedi Storia del processo Mediaset come episodio culminante della guerra dei vent anni condotta contro Silvio Berlusconi. C) I VERI RAPPORTI TRA BERLUSCONI E MEDIASET. TOTALE TRASPARENZA Quante bugie inventate e diffuse sul tema Qualche nota utile a sbaraccare il castello delle menzogne ad uso della sinistra. 1. Mediaset ha sempre acquistato diritti televisivi a prezzo di mercato. 2. Mediaset ha sempre correttamente ammortizzato nei bilanci il costo dei diritti televisivi dividendolo in un numero di anni corrispondente a quello della durata dei contratti. 3. Mediaset non ha in nessun caso evaso il fisco e tantomeno operato una frode fiscale. Infatti: a) Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, è stato assolto. b) L amministratore delegato, il direttore finanziario, il direttore fiscale non sono stati indagati e neppure interrogati. c) Mediaset non ha approfittato del condono tombale del 2003, perché i suoi vertici avevano piena avvertenza della propria perfetta correttezza fiscale. Questi elementi consentono istruttive deduzioni. Silvio Berlusconi azionista di Mediaset attraverso Fininvest: 28

29 1. Non aveva e non esercitava alcun potere di gestione su Mediaset. 2. Ammesso e non concesso che avesse avuto voce in capitolo, sarebbe comunque perfettamente innocente non avendo Mediaset commesso alcun reato di evasione o frode fiscale. 3. L incredibile invenzione di un reato ad personam da parte della Corte di Cassazione, e cioè ideatore di frode fiscale, è giuridicamente sballata. 4. Nella ipotesi fantasiosa del terzo tipo che un simile reato possa esistere in qualche codice di un altro pianeta, si riferirebbe ad un sistema di compravendita di diritti risalente a trent anni fa e dunque sarebbe prescritto anche su Marte o Saturno. Tutto questo è accaduto e sta accadendo in Italia, dove un golpe si sta consumando nelle sue drammatiche conseguenze per la democrazia, senza che l informazione dei cosiddetti giornali indipendenti e dei Tg della Rai, di La7 e di Sky fornisca anche uno solo di questi elementi di verità. Chi ama libertà e democrazia deve conoscere studiare e far valere in ogni ambiente il percorso di questa tragica operazione di giustizia politica. Che non riguarda gli interessi personali di Berlusconi, ma il patrimonio di libertà e democrazia nostro e dei nostri figli. Per approfondire su Tutto quello che avreste voluto sapere sui diritti tv Mediaset e nessuno vi ha mai detto leggi le Slide

30 (10) Tivù tivù e non solo. Berlusconi spiazza sempre tutti B erlusconi è stato, è e sarà ancora a lungo il protagonista della storia politica, pubblica e imprenditoriale del nostro Paese. E a confermarlo è l apparato mediatico schierato che tra ieri e oggi continua a definire Berlusconi finito. I titoli di molti quotidiani dei poteri forti, per non parlare di quello che si è sentito dire da Mentana, Gruber, Berlinguer e Travaglio vari, sono semplificativi: dal La resa di Berlusconi e L'era di Silvio Berlusconi si è chiusa con un ultimo, malinconico bluff del Corriere della Sera, da La sconfitta di Berlusconi di Repubblica, alla Resa di Berlusconi del Sole 24 Ore e al Berlusconi perde la faccia dell Unità non fanno altro che dimostrare che l ex Presidente del Consiglio ancora una volta ha spiazzato tutti con la sua genialità e anche a un tocco di follia di Rotterdamiana memoria che gli hanno sempre permesso di trasformare quella che sembrava essere una sconfitta in un punto di forza, in un nuovo inizio. Certo, pensare che i media, quasi tutti schierati a sinistra, possano riconoscere questo sarebbe come chiedere a un ateo di riconoscere l esistenza di Dio. Ma il Wall Street Journal, quotidiano americano tante volte critico con Berlusconi, riconosce oggi la verità: il tre volte premier è stato già dato per morto politicamente in passato, solo per poi tornare alla carica. Riconosce la genialità, la lungimiranza dell unico vero leader e statista italiano. Per approfondire su Silvio Berlusconi in numeri leggi le Slide

31 (11) Usa. Lo spettro del default C ontinua la chiusura insostenibile dello Stato americano scattato a Washington il 1 ottobre 2013, dopo che repubblicani e democratici non hanno trovato l accordo e la Camera, guidata dal partito repubblicano, non ha approvato la legge di bilancio che includeva Obamacare, la riforma sanitaria voluta dal presidente Barack Obama. In assenza di un approvazione del budget, e con l anno fiscale che chiudeva il 30 settembre 2013, lo shutdown la paralisi delle spese federali non essenziali imposta dai repubblicani che ha già lasciato a casa senza stipendio circa 783 mila dipendenti pubblici, rischia di compromettere la ripresa economica. Nell ultimo precedente del 1995, dovuto ad un braccio di ferro sul bilancio tra il presidente Bill Clinton e il partito repubblicano, l impasse costò allo stato americano circa due miliardi di dollari. Se si protrarrà per più di tre settimane, l attuale shutdown del governo federale potrebbe causare una contrazione della crescita economica nel quarto trimestre fino a 1,4 punti percentuali. Ora tuttavia il timore principale è che la paralisi del Congresso possa causare il primo default tecnico della storia degli Usa. Allarmata, l amministrazione di Obama, insiste sulla necessità di un immediato innalzamento del tetto del debito entro la scadenza prevista del 17 ottobre Il segretario al Tesoro, Jack Lew, ha avvertito che dopo il 17 ottobre in cassa resteranno solo 30 miliardi di dollari, un ammontare a malapena sufficiente a finanziarie le spese statali per un giorno. E quindi di vitale importanza una mediazione tra il governo democratico e la maggioranza repubblicana del Congresso, in quanto, in tempi di crescita ancora timida, l impatto di un default degli Usa, anche se tecnico, avrebbe delle conseguenze imprevedibili per l economia americana e mondiale. Per approfondire sulla Rassegna stampa estera di oggi leggi le Slide