Carlo De Petris, INAIL Direttore del Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici (DIT)

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1 Workshop ASSOGASLIQUIDI Le novità della direttiva Seveso III; applicazioni al settore del GPL Carlo De Petris, INAIL Direttore del Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici (DIT) Roma, 10 Settembre 2015

2 L INAIL (ISPESL) IN AMBITO SEVESO SEVESO I Art. 14 DPR 175/1988 Ai fini dell espletamento dei compiti e delle funzioni istituzionali previsti dal presente decreto sono organi tecnici:... b)l istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL).. SEVESO II SEVESO III Art. 17 d.lgs. 334/1999 Art. 9 d.lgs. 105/2015 Ai fini dell'applicazione del presente decreto i ministeri competenti si avvalgono, in relazione alle specifiche competenze, dell'istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL),... Ai fini dell applicazione del presente decreto i ministeri competenti si avvalgono, in relazione alle specifiche competenze,. dell Istituto nazionale per l assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), 27 ANNI DI STORIA

3 COMPETENZE: CONFERME E NOVITÀ CON IL D.LGS. 105/2015 INAIL È COINVOLTA IN: Procedura di valutazione dei pericoli di incidente rilevante per una particolare sostanza pericolosa ai fini di un eventuale proposta legislativa CE per l esclusione della sostanza dal campo di applicazione NOVITÀ (spunto dalla Decisione CE 26/06/1998 sui criteri armonizzati per dispensa da art. 9, par. 6 direttiva 96/82/CE Explanation and Guidelines in Report EUR 18124) Comitato Tecnico Regionale DIVENTA AUTORITA DEDICATA Coordinamento per l uniforme applicazione sul territorio nazionale NOVITÀ (quello del GPL è un settore già abbastanza standardizzato ma comunque interessato dalle problematiche di carattere generale!) Commissioni per: Sopralluoghi post-incidentali Ispezioni RAFFORZAMENTO E COORDINAMENTO CON ALTRE MISURE DI CONTROLLO

4 COMPETENZE: CONFERME E NOVITÀ Comitato Tecnico Regionale (CTR) art.19 D.Lgs. 334/99 Comitato tecnico regionale o interregionale prevenzione incendi art.20 D.P.R 577/82 INTEGRATO Comitato Tecnico Regionale (CTR) art.10 D.Lgs. 105/2015 DEDICATO 2 rappresentanti dipartimento periferico ISPESL 1 rappresentante UOT INAIL Per ogni membro è sempre previsto un supplente

5 COMPETENZE: CONFERME E NOVITÀ CTR (per stabilimenti di soglia superiore) Istruttorie RdS NOVITÀ Programma ispezioni ordinarie (sulla base del Piano Nazionale Ministero Interni + ISPRA) Sanzioni (tramite VVF) competenza storica ISPESL sugli impianti già riconosciuta dal D.Lgs. 334/99 L intervallo tra due visite consecutive in loco è stabilito in base alla valutazione sistematica dei pericoli di IR che può tenere conto, se opportuno, dei risultati pertinenti di ispezioni condotte in conformità ad altre normative applicabili allo stabilimento Pareri tecnici compatibilità territoriale ed urbanistica al comune e per ERIR Es: verifiche messa in servizio e periodiche DM 329/04 e DM 11 aprile 2011

6 COMPETENZE: CONFERME E NOVITÀ MATTM MIT DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE Riunioni periodiche MINISTERO INTERNI MISE UPI NOVITÀ REGIONI E PROVINCE AUTONOME MINISTERO SALUTE ANCI Rete di referenti per scambio dati ed informazioni COORDINAMENTO PER L UNIFORME APPLICAZIONE SUL TERRITORIO NAZIONALE CNVVF INAIL ISS ISPRA O ARPA Possibilità di consultare gli stakeholders (es. associazioni industriali, organizzazioni sindacali) Esame temi e quesiti applicativi Elaborazione indirizzi e linee guida per aspetti di interesse comune

7 SICUREZZA DEL LAVORO IN AMBITO SEVESO D.LGS. 105/2015 D.LGS. 334/99 Note ART. 2 comma 5: ART. 2 comma 5: Sono fatte salve le disposizioni in materia di sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro NON RIPROPOSTO (non previsto in direttiva - scarsa chiarezza nelle modalità applicative) Ciò NON significa che in determinate lavorazioni il rischio di incidente rilevante non sia presente anche «sotto soglia» e non vada integrato nel DVR ART. 5 1)Richiama il rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza ed igiene del lavoro oltre che di tutela della popolazione e dell'ambiente; 2)Prevede che il gestore degli stabilimenti di cui all allegato A in cui sono presenti sostanze pericolose «sotto soglia» individui i rischi di incidenti rilevanti per integrare il documento di valutazione dei rischi di cui al d.lgs. n.81/2008 ( DVR ), adotti le appropriate misure di sicurezza e provveda all'informazione, alla formazione, all'addestramento ed all'equipaggiamento di coloro che lavorano in situ come previsto dal DM 16/03/1998 PRESENZA DI INTERFERENZE / SINERGIE NORMATIVE CON IL T.U. SICUREZZA Tra gli stabilimenti in allegato A rientravano quelli per la produzione, la trasformazione o il trattamento di gas energetici, es. GPL

8 SICUREZZA DEL LAVORO IN AMBITO SEVESO D.LGS. 105/2015 D.LGS. 334/99 Note ART. 13 comma 6: ART. 6 comma 6: Il quadro 2 della sezione D dell allegato Il gestore può allegare alla notifica le 5 del d.lgs. 105/2015 (Modulo di notifica certificazioni o autorizzazioni previste e di informazione sui rischi di incidente dalla normativa vigente in materia rilevante per i cittadini ed i lavoratori di ambientale e di sicurezza e quanto cui agli artt. 13 e 23) fa esplicito altro eventualmente predisposto in base riferimento a norme tecniche in materia a regolamenti comunitari volontari, di sicurezza (es. OHSAS) mentre la come ad esempio il Regolamento CE sezione 2 dell allegato 5 del d.lgs. sull adesione volontaria delle imprese 334/99 (Scheda di informazioni sui del settore industriale a un sistema rischi di incidente rilevante per i cittadini comunitario di ecogestione e audit, e ed i lavoratori) citava solo autorizzazioni norme tecniche internazionali e certificazioni in campo ambientale ART.14 comma 5: Il SGS(-PIR) è predisposto e attuato previa consultazione del RLS ART.7 comma 2: i gestori devono attuare il SGS(-PIR) previa consultazione del RLS Aumenta il coinvolgimento del RLS (anche nella predisposizione, oltre che nell attuazione, del SGS-PIR)

9 SICUREZZA DEL LAVORO IN AMBITO SEVESO APPENDICE 1 ALL.TO B D.LGS. 105/2015 DM 16/03/1998 Note SCOPO: indicare ai gestori come ottemperare in maniera organica e programmata agli obblighi di informazione, formazione, addestramento ed equipaggiamento, ai fini della sicurezza, degli addetti e di coloro che accedono agli stabilimenti, tenendo conto delle disposizioni dettate in materia per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro dal d.lgs. 81/2008 e dal DM 10/03/1998. Essi sono pertanto finalizzati a completare le misure ivi previste, senza interferenze e duplicazioni. TITOLO: «Modalità con le quali i fabbricanti per le attività industriali a rischio di incidente rilevante devono procedere all'informazione, all'addestramento e all'equipaggiamento di coloro che lavorano in situ»; IN PREMESSA: «Visto il d.lgs. 626/1994» PUNTO 2: i contenuti del DM sono integrativi ed aggiuntivi rispetto quanto previsto dal d.lgs. 626/1994 MAGGIOR COORDINAMENTO/ OMOGENEITÀ DI LINGUAGGIO CON IL T.U. SICUREZZA in ottemperanza alla dichiarata necessità di evitare interferenze e duplicazioni ATTUAZIONE: mediante apposite procedure scritte previa consultazione con i RLS DEFINIZIONI di informazione, formazione e addestramento mutuate dal d.lgs. n.81/2008 DEFINIZIONI ad hoc di lavoratore in situ, istruttore e visitatore occasionale EQUIPAGGIAMENTO, SISTEMI E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE: sono fatti salvi gli obblighi di cui all art.18 del d.lgs. n.81/2008 ORGANIZZAZIONE : riferimento a compiti e responsabilità del SPP EQUIPAGGIAMENTO, SISTEMI E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE: da integrare rispetto quelli previsti per le condizioni ordinarie di lavoro ORGANIZZAZIONE : attuazione nell ambito del SPP FORMULAZIONI PIÙ CHIARE

10 SICUREZZA DEL LAVORO IN AMBITO SEVESO Lettere Circolari del Ministero dell Interno, Dipartimento VVFF, Soccorso Pubblico e Difesa Civile, Direzione Centrale Prevenzione e Sicurezza Tecnica, Area Rischi Industriali: n.1650 del 4/05/2006 n.3200 dell 11/09/2007 Oggetto: Sicurezza dei lavoratori negli stabilimenti a rischio d incidente rilevante Importanza dell adozione delle misure di sicurezza appropriate (chiarimenti su Servizio di Prevenzione e Protezione, Servizio di Pronto Soccorso Aziendale, Protezione da Atmosfere Esplosive) e del ruolo dell informazione, formazione, addestramento e dell equipaggiamento dei «lavoratori in situ» (DM 16/03/98) Necessità di rapportare il controllo dei pericoli di incidenti rilevanti con il quadro normativo in materia di sicurezza e salute dei lavoratori (cfr.art.5, comma 1 del D.Lgs.334/99). Fondamentalità degli aspetti relativi alla sicurezza e all'igiene dei luoghi di lavoro ed alla salvaguardia dei lavoratori, ivi compresi quelli delle ditte subappaltatrici, nel SGS secondo il D.M.9 agosto 2000.

11 SICUREZZA DEL LAVORO IN AMBITO SEVESO NON DIMENTICHIAMO CHE le aziende che rientrano nel campo di applicazione della Seveso hanno particolare attenzione nel D.Lgs. n.81/2008 in relazione ai seguenti aspetti: Obbligatorietà dell istituzione del Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) all interno dell azienda, ovvero dell unità produttiva (art.31, c.6, lett. a)) Inapplicabilità della possibilità di procedere alla valutazione dei rischi sulla base delle procedure standardizzate ai sensi degli dell art. 6, c. 8, lett. f) e dell art. 29, c.5 e 6 [imprese fino a 10 e fino a 50 dipendenti] (Decreto Interministeriale 30/11/2012) Classificazione delle aziende nel Gruppo A ai fini delle disposizioni sul pronto soccorso aziendale in attuazione dell art. 15, c. 3, del D.Lgs. 626/94 (DM 388/2003, art.45 D.Lgs. 81/2008). Dirigenti e preposti al controllo dei processi produttivi e alla sorveglianza dei sistemi di sicurezza negli impianti a rischio di incidenti rilevanti rientrano tra le attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l'incolumità o la salute dei terzi, ai fini del divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche, ai sensi dell'art. 15 della Legge 125/01

12 SICUREZZA IMPIANTI/ ATTREZZATURE (DI LAVORO) IN AMBITO SEVESO ALL.TO 3 D.LGS. 105/2015 ALL.TO 3 D.LGS. 334/99 Note b) i seguenti aspetti sono trattati nell'ambito del sistema di gestione della sicurezza: iii) controllo operativo: adozione e applicazione di procedure e istruzioni per il funzionamento in condizioni di sicurezza, inclusa la manutenzione dell'impianto, dei processi e delle apparecchiature e per la gestione degli allarmi e le fermate temporanee; tenendo conto delle informazioni disponibili sulle migliori pratiche in materia di monitoraggio e controllo al fine di ridurre il rischio di malfunzionamento del sistema; monitoraggio e controllo dei rischi legati all'invecchiamento delle attrezzature installate nello stabilimento e alla corrosione; inventario delle attrezzature dello stabilimento, strategia e metodologia per il monitoraggio e il controllo delle condizioni delle attrezzature; adeguate azioni di followup e contromisure necessarie;. c) il sistema di gestione della sicurezza si fa carico delle seguenti gestioni:. iii) controllo operativo: adozione e applicazione di procedure e istruzioni per l'esercizio in condizioni di sicurezza, inclusa la manutenzione dell'impianto, dei processi, delle apparecchiature e le fermate temporanee;.. L Europa ha un patrimonio industriale invecchiato con scarso livello di rinnovo. Per garantire un elevato livello di sicurezza è stata richiesta, quindi, l introduzione di nuove procedure come parte del funzionamento quotidiano di uno stabilimento (es. un maggior livello di monitoraggio, sostituzione delle parti usurate, ecc.) o la loro revisione/aggiornamento rispetto all inizio della vita dell impianto.

13 SISTEMI TECNICI NEL SGS-PIR PUNTO 3 ALL.TO B D.LGS. 105/2015 DM 9/08/2000 Note 3.3. (IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI PERICOLI RILEVANTI) ART. 7 (IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI PERICOLI RILEVANTI) 4. Le attività, di cui al punto 1 devono essere aggiornate periodicamente, in occasione di modifiche ai sensi dell'art. del decreto e qualora intervengano nuove conoscenze tecniche in materia di sicurezza, interne o esterne all'organizzazione, anche derivanti dall'esperienza operativa o dall'analisi di incidenti, quasi incidenti e anomalie di funzionamento o dal rilevamento di altri indicatori di invecchiamento delle attrezzature 3.4. (CONTROLLO OPERATIVO) ART. 8 (CONTROLLO OPERATIVO) 4. I criteri e le procedure di manutenzione, ispezione e verifica devono essere predisposti in modo da garantire l'affidabilità e disponibilità prevista per ogni parte dell'impianto, rilevante ai fini della sicurezza, in congruenza con quanto assunto a base delle valutazioni di cui al. Devono, inoltre, essere previsti piani di monitoraggio e controllo di integrità per prevenire i potenziali rischi legati all invecchiamento (corrosione, erosione, fatica, scorrimento plastico o viscoso ) di apparecchiature e impianti che possono portare alla perdita di contenimento di sostanze pericolose, comprese le necessarie misure correttive e preventive - - Le problematiche legate all invecchiamento vengono esplicitate negli elementi del SGS-PIR, in quanto poco considerate: dati estrapolati dal Sistema Europeo di Reporting sugli Incidenti Rilevanti (MARS) hanno mostrato che il 30% degli incidenti rilevanti con perdita di contenimento è derivato da guasti causati primariamente da meccanismi di degrado

14 SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA Ciclo di Deming STRUTTURA SGS-PIR [UNI 10617] STRUTTURA SGSL [LINEE GUIDA UNI INAIL] L adozione ed il mantenimento di un SGS certificato secondo la norma UNI è un intervento che consente l accesso alla riduzione del tasso medio di tariffa INAIL (dal 30 al 7% in funzione del numero di lavoratori) (modello OT24 /2016: m_ pdf)

15 SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA LINEE DI INDIRIZZO SGSL-MPI [INAIL, 2011] Requisiti SGS-PIR punto 4 norma UNI 10617: Requisiti generali 4.2 Esame iniziale e politica di prevenzione 4.3 Pianificazione Identificazione pericoli e valutazione rischi rilevanti Prescrizioni legali e altre prescrizioni derivanti da adesioni volontarie Obiettivi, traguardi e programma 4.4 Attuazione e funzionamento Risorse, ruoli, responsabilità e autorità Competenza, formazione e consapevolezza Comunicazione Documentazione Controllo e gestione dei documenti Controllo operativo Preparazione e risposta alle emergenze Gestione delle modifiche 4.5 Verifica Sorveglianza e misurazione delle prestazioni Valutazione del rispetto delle prescrizioni Incidenti, quasi incidenti, non conformità, azioni correttive e azioni preventive Registrazioni Audit interno 4.6 Riesame del SGS-PIR Norma UNI 10617:2012 riconosciuta già nel DM 9/08/2000 e ora nel D.Lgs. 105/2015

16 PROPOSTA INAIL PER IL COORDINAMENTO Recenti studi evidenziano i limiti dei set di dati sui ratei di guasto generici disponibili ai fini dell analisi del rischio di incidente rilevante e le differenze tra quelli utilizzati con scopi istituzionali (es. dagli enti HSE inglese, RIVM olandese, AMINAL fiammingo) e quelli di origine industriale (es. API, OREDA). necessità di un analisi, a livello nazionale, dei dati di affidabilità delle attrezzature di lavoro presenti presso gli stabilimenti Seveso la cui raccolta porterebbe alla costituzione di un database specifico. 36 UOT INAIL sul territorio nazionale PATRIMONIO DI DATI CERTIFICAZIONE PROVE E VERIFICHE CTR Osservatorio INAIL sull affidabilità delle attrezzature di lavoro basato sull acquisizione di dati sperimentali e sulla gestione dell informazione di guasti di attrezzature critiche, anomalie e quasi incidenti, danneggiamenti e avarie RICERCA Commissioni ispettive

17 PROPOSTA INAIL PER IL COORDINAMENTO POTENZIALI UTILIZZI DEL DATABASE DI AFFIDABILITÀ DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO PRESENTI PRESSO GLI STABILIMENTI SEVESO PROPOSTO: supporto ai fini della verifica dell idoneità e dell efficacia dell analisi di sicurezza (punto 3.2 ALLEGATO C del d.lgs. 105/2015)

18 PROPOSTA INAIL PER IL COORDINAMENTO POTENZIALI UTILIZZI DEL DATABASE DI AFFIDABILITÀ DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO PRESENTI PRESSO GLI STABILIMENTI SEVESO PROPOSTO: Supporto nell ambito delle ispezioni ai fini delle verifiche richieste in merito al CONTROLLO OPERATIVO (Allegato H del d.lgs. 105/2015)

19 COMPETENZE SPECIFICHE DELL ISTITUTO VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO Raccolta e registrazione, a fini statistici e informativi, dei dati relativi agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali Elaborazione, raccolta e diffusione di Buone Prassi, predisposizione di Linee Guida, progettazione ed erogazione di percorsi formativi, studi e ricerche, predisposizione di Linee di indirizzo per l implementazione di SGSL ecc RICERCA Nel settore della salute e sicurezza del lavoro, caratterizzata da multidisciplinarietà e aggiornamento continuo sulla base delle priorità istituzionali, europee e dei rischi emergenti.

20 COMPETENZE SPECIFICHE DELL ISTITUTO Il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici promuove e svolge, in relazione all evoluzione tecnologica dei sistemi di sicurezza sul lavoro, compiti di studio, ricerca, sperimentazione, controllo, prove di laboratorio, consulenza e assistenza, formazione specialistica, certificazione, finalizzati alla proposta normativa, sviluppo e validazione di buone prassi, standardizzazione delle metodiche e delle procedure di gestione e valutazione del rischio in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro, di vita e dei prodotti messi a disposizione dei lavoratori. Svolge attività di consulenza ai Ministeri competenti per quanto concerne gli accertamenti tecnici previsti dalle Direttive Europee di prodotto e sociali in materia di conformità ai requisiti di sicurezza. Collabora con il SSN e con Enti ed Organismi terzi Nazionali ed Internazionali, afferenti a reti di ricerca di eccellenza nel settore OSH. Nell esercizio delle specifiche funzioni il Dipartimento si avvale delle Unità Operative Territoriali che operano nell ambito delle Direzioni Regionali. Fornisce indirizzi tecnici necessari ad assicurare il coordinamento e l omogenea applicazione sul territorio delle disposizione normative in materia.

21 Flusso logico delle attività DIT RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA METODICHE GESTIONE RISORSE INFORMATIVE (Banche Dati) PROCEDURE NORMAZIONE REGOLAMENTAZIONE TECNICA LINEE GUIDA BUONE PRASSI ACCERTAMENTI TECNICI (Sorveglianza del mercato) FORMAZIONE SPECIALISTICA CONSULENZA SPECIALISTICA ASSISTENZA SPECIALISTICA VERIFICA CONTROLLO ISPEZIONE

22 Articolazione organizzativa e funzionale DIT DIPARTIMENTO INNOVAZIONI TECNOLOGICHE E SICUREZZA DEGLI IMPIANTI, PRODOTTI ED INSEDIAMENTI ANTROPICI LABORATORI SEZIONI Unità Operative Territoriali 22

23 Dipartimenti Territoriali Organizzazione Aosta Brescia Como Bergamo Bolzano Udine Treviso Torino Biella Alessandria Milano Venezia Verona Forlì Bologna Padova Genova Piacenza Ancona Lucca Livorno Firenze Pescara Terni Campobasso Sassari Roma Avellino Bari Taranto Napoli Potenza Cagliari Palermo Catanzaro Messina Catania

24 RAPPORTO DI ESPANSIONE DEL CAPITALE FISICO IN EUROPA A conferma dello scarso rinnovo del patrimonio impiantistico europeo... I L - A I N Re = 100 = 100 A A Spagna Francia EU 17 Paesi Bassi Regno Unito Belgio Italia Germania Italia

25 RAPPORTO DI ESPANSIONE DEL CAPITALE FISICO IN ITALIA (storico dal 1960 al 2012) A conferma della particolare criticità nazionale I L - A I N Re = 100 = 100 A A

26 Probabilità GESTIONE DEL RISCHIO - APPROCCIO TRADIZIONALE..PRIMA DEL D.LGS. 105/2015 ANDAMENTO TEORICO Anni Attività di ispezione Probabilità di perdita/guasto ANDAMENTO EFFETTIVO Tempo

27 Probabilità GESTIONE DEL RISCHIO - APPROCCIO CON MONITORAGGIO Soglia del monitoraggio Probabilità di perdita degrado veloce Probabilità di perdita con monitoraggio per degrado lento Probabilità di perdita con monitoraggio per degrado veloce Anni

28 Intelligent Maintenance Systems (IMS) Degradation Process Model Expert Knowledge Equipment Process Watchdog Agent Assessment 3Ws When Why What? Embedded Sensors Forecasting Degradation Information Prognostic 3Rs Right Information to Right People at Right Time Autonomous Service Request for Spare Parts Near Zero Down-Time Service Device to Business DtB

29 CONTRIBUTI DALLA RICERCA MONITORAGGIO DIAGNOSTICO PER LA GESTIONE IN SICUREZZA DELLE ATTREZZATURE A PRESSIONE Metodi avanzati di analisi del segnale Modelli Autoregressivi Analisi di Fourier Analisi Wavelet OBIETTIVI DIAGNOSTICI degrado strutturale e la sua velocità, perdite o trafilamenti di fluido. Assessment Metodi di valutazione dello stato del sistema Mappatura della sovrapposizione delle features caratteristiche Regressione logistica Metodi di previsione della performance Reti neurali Fuzzy Logic Forecasting Strumenti diagnostici Statistical matching of performance signatures Prognostic

30 CONTRIBUTI DALLA RICERCA SCREENING CON EMISSIONI ACUSTICHE Allestimento sperimentale SCREENING CON ONDE GUIDATE Allestimento Long range

31 CONTRIBUTI DALLA RICERCA OBIETTIVO: Sviluppo e validazione di procedure, metodologie e strumenti per la gestione sicura dell invecchiamento delle attrezzature e degli impianti, in pressione e non, all interno degli stabilimenti Seveso Esempio: PROCEDURA IN ELABORAZIONE PER L «INVECCHIAMENTO» Meccanismi degrado Piano controlli base (iniziale) Creep Fatica Corrosione Schede sintesi meccanismi Secondo soglie ingresso in Seveso RBI secondo UNI TS Livelli di probabilità (LoF) e conseguenze (LoC) Categoria di rischio Verifica/ modifica piano secondo rischio Livello rischio combinato (PED+Seveso) Vita consumata Fattori correttivi intervallo iniziale Modifica piano secondo rischio Definizione criterio rischio Seveso Fattori specifici per rischio Seveso Criterio LG/Creep Appendice 7 Criterio CWA 15740:2008 EN RIMAP Fattori incremento Fattori decremento Creep + fatica = sovrapposizione Corrosione = valutazione a parte Scelta intervallo minore es. da DPCM 31/03/89 per rischi: specifici sostanze processo lay-out tossicità es. da DPCM 31/03/89 per: contenimento controllo processo adeguatezza SGS sistemi antincendio isolamento sostanze

32 CONTRIBUTI DALLA RICERCA Programma di ricerca: Sicurezza degli Stabilimenti Industriali Linea di ricerca: AGILE - Sistemi basati sulla conoscenza per una gestione sicura (ed efficiente) delle piccole e medie imprese del settore manifatturiero. Finalità Sviluppo di soluzioni specifiche, basate su tecnologie smart, per un sistema di gestione della sicurezza, integrato con l approccio agile, tipico delle PMI nel settore manifatturiero. Esperienza officina Obiettivi raggiunti Prototipo AGILE-G per smartphone o tablet per la gestione della sicurezza degli PMI con pericolo di incidente rilevante. I lavoratori vengono coinvolti nella segnalazione e nell analisi dei quasiincidenti. Le segnalazioni sono sfruttate per migliorare continuamente il sistema di gestione, indirizzando le attività di ispezione, formazione, miglioramento impiantistico ed organizzativo. La partecipazione dei lavoratori rende vivo e concreto il sistema di gestione ed aumenta il livello di sicurezza. Modello Standard Valutazione Rischi SGSL +Seveso È in corso di svolgimento un progetto CONTARP-DIT di implementazione del prototipo AGILE per applicazioni ad altri comparti produttivi

33 CONTRIBUTI DALLA RICERCA INAIL ha partecipato con propri esperti all azione COST ES1006 Valutazione, miglioramento e guida all uso di modelli predittivi a scala locale di rilasci di sostanza tossiche in aria in ambienti antropizzati, per la pianificazione e la gestione dell emergenza iniziata ad aprile 2011 e terminata ad aprile L obiettivo dell azione è stato in via generale, quello di migliorare l implementazione di sistemi per la risposta alle emergenze a scala locale, attraverso: l identificazione e la caratterizzazione di scenari di rischio, la costruzione di test-case dedicati, la messa in evidenza delle attuali limitazioni il miglioramento dei vari approcci modellistici. Hanno partecipato 16 paesi (AT, CZ, DE, ES, FI, FR, EL, HR, HU, IL, IT, NL, NO, PT, SI, UK). SITO AZIONE

34 Workshop ASSOGASLIQUIDI Le novità della direttiva Seveso III; applicazioni al settore del GPL Il ruolo di INAIL alla luce delle novità introdotte dal decreto di recepimento della direttiva Seveso III GRAZIE A TUTTI PER L ATTENZIONE! c.depetris@inail.it dit@inail.it dit@postacert.inail.it

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