I1 COMMISSIONE PERMANENTE

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1 514 - Bollettino Commissioni -5- Lunedì 30 dicembre 1985 I1 COMMISSIONE PERMANENTE (Affari interni) LUNEDÌ 30 DICEMBRE 1985, ORE Presidenza del Vicepresidente Nello BALE- STRACCI. - Intervengono il ministro dell interno, Oscar Luigi Scàlfaro e il sottosegretario di Stato per l interno, Raffaele Costa. COMUNICAZIONI DEL MINISTRO DELL INTERNO SULL ATTENTATO ALL AEROPORTO DA VINCI DI ROMA. La Commissione delibera la pubblicith dei lavori tramite ripresa televisiva a circuito chiuso. I1 ministro dell interno Oscar Luigi SCALFARO, dopo aver rivolto un pensiero commosso alle vittime e un augurio ai feriti, che ha di recente visitato di persona, e dopo essersi dichiarato disponibile a ritornare per fornire al Parlamento un supplemento di informazioni, quando ve ne saranno di più certe, ricorda anzitutto che non era lontano dall aeroporto di Fiumicino quando il prefetto Lattarulo gli fornì la prima notizia dell attentato. Dispose pertanto che la sua auto fosse dirottata verso l aeroporto; in quel tratto, ricorda di essere stato superato da mezzi dei vigili del fuoco e di aver incrociato numerose autolettighe della Croce rossa, provenienti nel senso opposto, e che rappresentavano di per SC il sintomo di un fatto assai grave. LEONARDO l ordine. Giunse all aeroporto intorno alle 9,40-9,45, vale a dire circa mezz ora dopo l attentato; trovò l aeroporto chiuso, le forze dell ordine con le armi in pugno e due elicotteri in volo (uno della polizia di Stato e l altro dei vigili del fuoco), un quadro che fin dall inizio testimoniava della repentinità dell intervento delle forze del- Dopo aver visto di persona i quattro mitra kalashnikov appena sequestrati ai terroristi con le canne ancora calde, parlò personalmente con il dirigente degli aeroporti e con il responsabile diretto dell ae- roporto romano, che si k? comportato in modo eroico. Vide quindi i corpi dei tre terroristi uccisi, e seppe dal vicequestore che dentro le bluse essi nascondevano bombe a mano di produzione sovietica, già disinnescate per essere pronte al lan- cio; queste bombe, di tipo c( ananas )) sono simili a quelle usate per gli attentati nel centro di Roma di alcuni mesi fa. Vide quindi sia il terreno disseminato di bossoli di vario tipo, sia la catasta di morti presso il bancone del bar situato di fronte agli sportelli della TWA e della E1 Al, e si trattenne in aeroporto fino alall anivo del giudice Sica. Secondo dati più precisi di quelli forniti in un primo momento, il commando era formato da 4 terroristi che fecero irruzione improwisa nell aeroporto. Incerte

2 514 - Bollettino Commissioni -6- Lunedì 30 dicembre 1985 sono tuttora le modalith di tale irruzione, se cioè i terroristi siano entrati langiando bombe o se prima si siano fermati al bancone del bar, aspettando che si formasse una certa folla. Mentre non è certo che essi siano giunti in due taxi, trattandosi di un commando suicida senza preoccupazioni di garantirsi una via di fuga, e mentre non è certo che un ipotetico ((palo )) sia potuto fuggire, nonostante l istituzione immediata di posti di blocco, che egli stesso ha incontrato gih recandosi all aeroporto, deve ritenersi certo che il commando avesse in Roma un sostegno. Dopo aver ricostruito la dinamica dell attentato, precisa che sarebbero stati e- splosi nello scontro più di 300 colpi, il numero minore dei quali da parte delle forze dell ordine, che hanno fatto fuoco in modo mirato nel timore di sparare nel mucchio. Un altra causa che ha evitato che il numero delle vittime fosse ancora superiore, è stata il gran numero di uscite dall aeroporto, che ha potuto evitare il disastro che sarebbe stato causato dalla folla in fuga., Nello scontro sono rimasti uccisi tre terroristi, mentre uno, ferito gravemente, è stato ricoverato all ospedale militare del Celio; il giudice Sica lo aveva peraltro, fino a ieri, sottoposto a tre interrogatori. Una q~nta persona, di cittadinanza algerina, era stata scambiata in un primo tempo per un terrorista, ma la si ritiene per ora estranea all attentato. Una ricevuta del Banco di Roma, trovata indosso ad un terrorista, ha consentito di risalire ad una pensione di via Cavour, in Roma, dove alloggiavano due terroristi, ambedue in possesso di passaporto marocchino, regolarmente registrati nel piccolo albergo. I1 bilancio dell attentato è di 15 morti e di 76 feriti. Fra i morti, 12 sono passeggeri, dei quali 9 uccisi sul posto, e 3 morti successivamente in ospedale. Di quesii, 3 greci, 2 messicani, 4 statunitensi, un algerino e 2 italiani. Dei feriti, subito ricoverati in ospedali di Roma e di Ostia, 46 sono italiani, 11 statunitensi, 4 israeliani, un algerino, un albanese, un libico, un argentino, un greco e 10 di cittadinanza non accertata. Fra i feriti, anche un carabiniere del servizio di sicurezza interforze. Dopo aver ricordato che, da notizie avute dal ministro plenipotenziario a Vienna, era stato immediatamente informato che alle 9,lO dello stesso giorno si era svolto un analogo attentato terroristico a Vienna, e dopo aver assicurato della collaborazione leale e costante fra i servizi di sicurezza austriaci e italiani, precisa che gli agenti israeliani di guardia al bancone di E1 Al hanno risposto al fuoco con armi che detenevano in base ad uno speciale permesso (che esclude tuttavia le armi da guerra, nonché le automatiche e le semi-automatiche), rilasciato sulla base di un accordo di reciprocità, per difesa personale e accertata necessità. Dopo aver reso nota l ipotesi secondo cui gli attentatori sembrerebbero giunti in Italia non per via aerea, ma ferroviaria, comunica che dall autopsia è risultato che tutte le morti sono state causate da schegge di bombe a mano e da proiettili di mitra kahhnikov, cioè da armi usate solo dagli attentatori. Quanto alle rivendicazioni e alle dissociazioni, la prima rivendicazione è stata fatta pervenire a Malaga alle 16,35 circa dello stesso giorno, ed è stata operata a nome del gruppo palestinese Abu Nidal; una seconda rivendicazione, recante ulteriori minacce future, è stata operata a Milano alle 20,30, e, in questa occasione, qualcuno avrebbe avuto l impressione che sia stata menzionata 1 OLP (ma - ripete - si è trattato solo di una impressione); la terza rivendicazione è avvenuta a Beirut, a nome delle Cellule di guerriglia araba, ed il contenuto era di ostilith nei confronti dell OLP e dell accordo fra questa e la Giordania. I due documenti trovati indosso ai terroristi, l uno firmato (( i martiri della Palestina n, l altro firmato c< un caduto della Palestina n, non solo confermano che si è trattato di un cc atto di suicidio, ma parlano espressamente di (( tradimento 1) di Yasser Arafat.

3 514 - Bollettino Commissioni -7- Lunedì 30 dicembre 1985 I1 giorno 27 sia la sede OLP a Tunisi che l ufficio romano della medesima organizzazione esclusero che si trattasse di un attentato organizzato dall OLP, ed anzi lo condannarono; il giorno successivo, sia Al Fatah che la sede OLP di Parigi confermarono queste dichiarazioni, riferendosi a un gruppo di dissidenti operanti fuori dall ambito di controllo,dell OLP; infine, l agenzia libica lana, in un dispaccio recapitato a Parigi, ha invece parlato di (( operazioni eroiche dei figli dei martiri di Sabra e Chatila D. I1 Governo era stato preavvertito dai servizi di sicurezza fin dal novembre scorso di possibili attentati, inizialmente con notizie di carattere molto generale, quindi un po più precise. Alla fine di novembre, si faceva menzione della particolare pericolosità della frazione di Abu Nidal; di commandos suicidi; dia porti, aeroporti, stazioni, sedi diplomatiche in Italia come obiettivi particolarmente esposti; nonch6 del periodo natalizio come il più idoneo, egli ritiene più che altro sulla base di precedenti attentati, avvenuti in questo periodo. Sia dal SISDE che dal SISMI erano poi giunte, nella seconda metà di dicembre, notizie circa un gruppo iracheno e un gruppo di terroristi addestrati in Iran, destinati verso varie capitali europee, fra cui Roma; infine, alla vigilia di Natale, vi erano state altre informazioni circa un gruppo in partenza da Atene. Questo genere di segnalazioni sono portate a conoscenza del ministro, del dipartimento di pubblica sicurezza, del comando generale dell Arma dei carabinieri e del CESIS, e, sulla base di direttive politiche del ministro, ciascun organismo mette in opera attività preventive. D altronde, a partire dalla fine del mese di novembre, egli aveva dato disposizioni precise per stendere una rete di protezione intorno agli obietivi più esposti, e da mesi e mesi erano state moltiplicate le attività dei servizi di sicurezza in Italia e all estero. Dopo aver ricordato che in quest anno sono stati operati numerosi arresti in Italia di terroristi di matrice medio-orientale, e che un numero considerevole di essi è detenuto, ritiene che la dinamica dell attentato di Fiumicino dimostri che è stata messa in atto ogni difesa prevedibile e pensabile, giacché una reazione tanto immediata, come que1,la delle forze dell ordine, non può certamente essere improvvisata. In proposito, ricorda che il vice-responsabile internazionale e il rappresentante per l Italia per la compagnia israeliana hanno dichiarato c( gratitudine commossa )) per le forze dell ordine, e che il secondo ha precisato che la reazione (( professionalmente corretta e rapida )) delle nostre forze dell ordine ha evitato un <( macello D spaventosamente più grave. Nella riunione tenutasi il giorno successivo a Fiumicino dal Comitato nazionale della sicurezza, si sono poi analizzate e verificate tutte le disposizioni date e la loro attuazione, nonché le iniziative fattibili per il futuro; nelle stesse ore, analoga riunione avveniva, per iniziativa del ministro dei trasporti, nell ambito delle sue competenze. In proposito, ritiene che sarebbe inutile e poco serio assumere iniziative gravose per il cittadino e di pura portata psicologica e che, se i controlli dovessero superare certi limiti, non si tratterebbe più di scelte tecniche, ma politiche, poiché finerebbero con l incidere sulla sfera di libertà del cittadino, e come tali dovrebbero essere discusse. Ritiene quindi che, pur senza dismettere alcuna responsabilità, ci si debba sempre ricordare che ci si trova in presenza di commandos dichiaratamente suicidi e che talora operano sulla base di motivazioni religiose, per cui, pur essendo impossibile non presentare ogni attentato che si subisce come una sconfitta, e pur nell impegno permanente ad affinare- le misure di sicurezza, non si pub affermare che si sia fatto poco o nulla, né lo Stato potrà dire ai cittadini che essi possono star certi che è impossibile che accadano altri attentati. Quanto al problema dei stranieri dimoranti in Italia, occorre non chiudere la nostra tradizione delle <( porte aperte )) per chi cerca quella libertà e quel lavoro che non trova nel proprio paese, e, dopo aver ricordato che moltissimi cittadini stra-

4 514 - Bollettino Commissioni -8- Lunedì 30 dicembre 1985 nieri sono impiegati in lavori così umili che anche disoccupati italiani comunque non svolgerebbero, precisa che, fra i provvedimenti all esame del Consiglio dei ministri, uno dei provvedimenti da lui presentati come ministro dell interno non solo cercherà di tenere presente le iniziative parlamentari in materia, ma non reca alcuna intenzione di criminalizzare i cittadini stranieri in Italia, tanto che egli stesso ha chiesto al Consiglio dei ministri tenutosi il giorno dell attentato un rinvio dell esame dello schema di questo disegno di legge, per evitare che si generasse l impressione che il varo del provvedimento fosse connesso con questo fatto delittuoso. I1 disegno di legge intende invece consentire la sanatoria delle posizioni irregolari e mettere ordine nel settore, tenendo ad esempio conto di alcuni dati, quale quello del numero delle schede ( al giorno nella città di Roma) di stranieri regolarmente segnalati come soggiornanti, che pervengono al Ministero. Poiché non è serio fare illazioni senza essere provvisti dei dati sufficienti, ha chiesto tali dati al magistrato inquirente, come gli consente di fare la legislazione vigente, ma ritiene soprattutto che fino a quando il medio-oriente sariì martoriato da guerre fratricide sarà acceso il focolaio degli attentati terroristici; egli ha poi, in sede governativa, richiesto che, nei colloqui con i rappresentanti dei paesi stranieri, specialmente di quelli mediterranei, si inserisca il tema di una collocazione operativa con l Italia, giacch6 i nostri comportamenti ci danno titolo per chiedere a ciascuno di adoperarsi a livello internazionale contro una minaccia internazionde. Dopo aver rivolto nuovamente parole di gratitudine ed encomio alle forze dell ordine, dichiara di ritenere sommamente importante che l Italia sia sempre di più una presenza di pace nel Mediterraneo. I1 deputato Stefano RODOTA, associatosi al giudizio di condanna dell azione terroristica, rilevando non solo l odiosità delle giustificazioni adottate ma l insussi- stenza di qualsiasi giustificazione per il ricorso alla violenza, esprime apprezzamento per il modo razionale ed analitico :on cui sono stati ricostruiti i fatti, sottolineando come proprio a fronte della gravitiì dell attentato debba prevalere la razionalith. Nell affrontare fatti come quelli che hanno originato l odierno dibattito il nostro Paese deve utilizzare l esperienza derivante dall avere affrontato il fenomeno del terrorismo interno, esperienza che ha insegnato come l inseguire singoli provvedimenti,sia assolutamente inutile, dando luogo a costi alti ed a benefici nulli. Così il fermo di polizia non è servito a molto e la (( risposta ordinamentalea è forse valsa a placare in qualche momento l opinione pubblica ma non è servita nella lotta contro il terrorismo. Di qui la necessità di una risposta razionale ma anche coerente con la espe rienza passata, pur dovendosi tenere pmsente la sottolineatura del particolare carattere - cc suicida )) - di questo attentato e della variabilith degli obiettivi che questa forma di terronismo pub avere. Ed & per questo che una nisposta volta a rendere, puramente e semplicemente, pih severi i controlli sarebbe inefficace e si risolverebbe soltanto in una limitazione degli spostamenti dei cittadini. Quanto poi alle misure da adottare nei confronti degli stranieri in Italia condivide il punto di vista espresso dal ministro, sottolineando come non sia possibile procedere sdla via della descriminazione. E necessario spegnere i focolai di questi atti di terrorismo ed il governo italiano, molto attivo nel settore delle iniziative bilaterali, deve ora passare ad un altra fase di iniziative che abbia come obiettivo finale quello dello svolgimento di una Conferenza internazionale per affrontare i problemi concernenti la sopravvivenza dello Stato di Israele e la soluzione di quelli del popolo palestinese: un obiettivo che pub apparire troppo lontano o ambizioso, ma il Governo italiano ha un preciso dovere in tal senso, poiché anche un Paese piccolo pub awiare questo indispensabile processo, non surrogabile con atti di forza o reazioni emotive.

5 514 - Bollettino Commissioni -9- Lunedì 30 dicembre 1985 Sottolinea, quindi, come questa vicenda abbia registrato una corsa alle dichiarazioni anche da parte di chi avrebbe dovuto tacere: intende riferirsi alla dichiarazione resa oggi dal consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei ministri ed a quella dei giorni scorsi dell ammiraglio Martini, direttore del SISMI. Secondo quest ultimo taluni avrebbero fatto la loro parte ed altri no; sembrerebbe quasi di poter leggere in queste dichiarazioni che sia più facile aprire nuovi centri operativi da parte dei servizi segreti in luoghi dove maggiori sono le tensioni che non operare, ad esempio, nello stesso aeroporto di Fiumicino. Inoltre, il dirigente del SISMI ha fatto riferimento ad una lottizzazione degli agenti dei servizi segreti, ciò che confermerebbe le preoccupazioni sulla efficienza reale di questi servizi. A fronte di queste dichiarazioni, rispetto alle quali,le,stesse reazioni del Governo appaiono inadeguate, ed a quelle rese dal consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio, che sembra quasi dare ragione a quel dirigente, non può non rilevarsi una irresponsabilith delle sedi istituzionali e trarsi l impressione che sia in corso un brutto gioco di c( scaricabarile D. E poi necessaria una riflessione di insieme sull apparato di polizia in quanto, indipendentemente dalla valutazione del comportamento certo encomiabile tenuto dalle forze di polizia nell occasione della strage dell aeroporto di Fiumicino, deve valutarsi la capacità complessiva di risposta di questo apparato a cib che sta awenendo. Sono quindi aperte una serie di questioni che dovranno essere affrontate nel loro complesso in un momento successivo e, pur esprimendo il suo apprezzamento per aver il Ministro affrontato i problemi i,n modo razionale con risposte tecnicamente adeguate, si dichiara tuttavia preoccupato dei conflitti che all intemo e fuori del Governo si,stanno di nuovo manifestando, espressione di un punto di debolezza dell azione pubblica. I1 deputato Aldo ANIASI intende preliminarmente dare atto al ministro dell interno della chiarezza e del senso di re- sponsabilità dimostrato e della relazione ricca di particolari, dalla quale emerge comunque il dolore e l emozione per essere stato il ministro a contatto con le vittime della strage e con i familiari di queste. Intende peraltro esprimere talune valutazioni: la prima preoccupazione è che il dibattito si trasformi in un omaggio, ancorché doveroso, alle vittime della strage; ritiene tuttavia che l incontro svoltosi con i senatori e le dichiarazioni di oggi del ministro dell intemo vadano esenti da questo rischio ed abbiano, invece, affrontato in termini di concretezza i problemi anche se, a suo giudizio, la terribile vicenda non può essere semplicemente ricondotta nell ambito di un problema di ordine pubblico. E è per questo che al ministro dell interno, oggi qui come rappresentante del Govemo nel suo complesso, intende sottoporre la necessità di alcune riflessioni sulle misure adeguate ai pericoli che incombono sul nostro Paese, poiché altre stragi sono state annunciate. Al riguardo osserva che il terrorismo arabo-palestinese ha compiuto un salto di qualità e la consueta ferocia di questo è diretta in modo indiscriminato, ed in esso si palesa un disegno contro l Europa, e nell Europa contro l Italia. Un terrorismo che non può considerarsi formato di cc schegge impazzite D, né organizzato da modeste frazioni del popolo palestinese; si tratta di interpretazioni riduttive, mentre è necessario ricercare i focolai del terrorismo, da dove i commandi partono: si tratta di un compito cui il Governo non può sottrarsi. Mille elementi provano che il terrorismo è organizzato, fruisce di coperture dentro e fuori il nostro* Paese: non si tratta quindi semplicemente di cinque terroristi suicidi, poiché la preparazione dei terroristi richiede lungo tempo ed essi giungono sull obiettivo seguendo un lungo percorso. I cinque terroristi hanno vissuto a Roma dove esiste una centrale del terorismo palestinese che opera da tempo e di cui non si sa nulla, mentre il popolo italiano desidera essere tranquillizzato. In Iran, Libia e Siria esistono campi di addestramento di guerriglieri ed in questi

6 514 - Bollettino Commissioni Lunedì 30 dicembre 1985 Paesi vengono ospitati commandi di terroristi e, dunque, se occorre freddezza ed equilibrio è altrettanto necessario prendere atto che si vive un periodo di guerra contro l Italia e l Europa: una guerra non dichiarata ma pur sempre guerra, che proviene ed è diretta da Paesi con i quali intratteniamo rapporti diplomatici, ciò che rende necessaria una strategia complessiva. Quanto al problema degli stranieri nel nostro paese, se è vero che l Italia non. deve ridursi ad un campo trincerato, sono però necessarie misure volte ad un controllo dell afflusso degli stranieri: con ciò non si intende colpire lo straniero o il lavoratore immigrato, i quali, anzi, trarranno vantaggio da queste misure poiché il lavoro nero si basa anche sui clandestini. Si domanda, quindi, se in tale materia non sia possibile ricorrere allo strumento della decretazione d urgenza, che sarebbe in questo caso giustificato più che in altre ipotesi. Si rende conto che la attività di prevenzione è difficile, ma rileva che vi sono degli obiettivi a maggior rischio e crede che debba comunque essere valutata la opportunith di un incremento degli orga. nici delle forze dell ordine; in taluni Paesi vengono addestrati guerriglieri e terroristi: perché non istruire nel nostro esperti della controguerriglia e del terrorismo? I1 Governo deve poi dare assicurazioni sulla efficienza dei servizi di informazione: non è infatti possibile ascoltare le dichiarazioni dell ammiraglio Martini e contemporaneamente le smentite da parte del ministro della difesa; il minimo che si possa dire a fronte di tutto ciò i! che qualcosa non va. Domandatosi come sia possibile che si realizzi in Italia un traffico di armi e di esplosivo che fa sì che il nostro Paese viva su di una polveriera, rileva che è necessario risalire alle responsabilità degli Stati che consentono ai terroristi di organizzarsi, attuando nel contempo una politica di difesa del territorio e dei cittadini per la quale è necessario chiamare in causa il Governo nella sua interezza. L Italia non può essere amica di chi colpisce il suo territorio e non sono quindi ammissibili dichiarazioni quali quella della agenzia libica Jana che equivale ad una dichiarazione di guerra: dichiarazione alla quale deve seguire una nota di protesta e di deplorazione alla quale dovranno poi fare seguito iniziative più efficaci. E necessario poi realizzare un collegamento con i servizi segreti degli Stati che combattono il terrorismo al fine di poterne scoprire le basi operanti in Italia ed in Europa. L obiettivo di destabilizzare l area del Mediterraneo ha come fine quello di impedire l attuazione di iniziative di pace, ma, a fronte di ciò, non si deve cedere ai ricatti comprendendo che i palestinesi costituiscono lo strumento di Stati che conducono una guerra verso quelle nazioni dell Europa che operano per la pace, bene cui non è possibile rinunciare. La garanzia di confini sicuri per Israele e del diritto ad un territorio. per i palestinesi deve essere il compito del Governo, in una prospettiva che vede la pace nel Mediterraneo come la vera azione di prevenzione, una pace che non interessa solo i Paesi che si affacciano nel Mediterraneo e che vede l Europa protagonista. I1 deputato Egidio STERPA dichiara di condividere le linee dell intervento del deputato Aniasi, forse un po in contrasto con gli indirizzi del suo partito, e di aver apprezzato la meticolosa ricostruzione dei fatti e l onest8 intellettuale del ministro dell interno. Dà certamente atto al ministro, ai ser-. vizi di sicurezza e a1,le forze dell ordine dell efficienza dimostrata, ma deve rilevare che il ministro, preoccupato degli equilibri politici, ha dato poche certezze quanto alle misure di prevenzione, mentre occorre sapere con chiarezza quali iniziative egli intenda adottare per mettere ordine nel settore. Ritiene, per parte sua, che di un censimento nessuno straniero pacifico e civile potrebbe lamentarsi, e che di fronte alle dichiarazioni di parte libica, che sono dichiarazioni di guerra, ancorché si tratti di una guerra di tipo particolare, occorrerebbe, almeno quanto ai cittadini provenien-

7 514 - Bollettino Commissioni Lunedì 30 dicembre 1985 ti da paesi ad alto rischio, considerare l ipotesi di ripristinare il cc visto )), senza con ciò voler invertire la nostra tradizione di cc porte aperte n. Peraltro, il problema tocca soprattutto la nostra politica estera, considerando che, sulla base delle più che deprecabili dichiarazioni rese dall ammiraglio Martini, sembrano coinvolti nel terrorismo, che opera anche in Italia, paesi come l Iran, la Siria e la Libia: pertanto, mentre il ministro degli esteri non può limitarsi a rendere dichiarazioni dal suo luogo di vacanza, non possiamo concedere, come pure è stato fatto, riconoscimenti di status ad organizzazioni terroristiche, ed occorre giungere al più presto ad un dibattito generale sulla nostra politica estera. I1 deputato Elio QUERCIOLI dichiara di condividere gli apprezzamenti complessivamente positivi svolti dal deputato Rodota circa l ispirazione di fondo delle comunicazioni del ministro, ispirate a senso di razionalità e legalità.. Dichiara inoltre di condividere il giudizio (espresso non solo dal ministro) sulla tempestività dell intervento delle nostre forze dell ordine, che misura la loro crescita di professionalità, oltre che la dedizione ed il coraggio; condivide altresì gli orientamenti sullo sviluppo dei controlli, che non potranno essere portati certamente ai limiti dello stato d assedio, anche perché, come ha potuto recentemente constatare di persona, perfino in un aeroporto come quello di Te1 Aviv i controlli non sono molto dissimili dai nostri; condivide, ancora, gli indirizzi espressi sugli stranieri residenti in Italia e auspica che proceda sollecitamente il testo della legge sulla regolarizzazione delle posizioni degli immigrati e sul loro avviamento al lavoro, sulla quale si è già formata un ampia convergenza di forze politiche; condivide infine la necessità di operare sulle cause poli tiche del terrorismo. Tuttavia, non si può non manifestare profonda insoddisfazione per le ripetute sconfitte subite in questo campo, come dimostrano i dieci attentati verificatisi in Italia negli ultimi tempi. Pur nella piena coscienza delle difficoltà, rileva che il ministro non ha evidenziato criticamente i momenti di disfunzione, restando tuttora incomprensibile come mai questi attentati si siano verificati se i servizi di sicurezza avevano fornito tempestivamente le informazioni e le forze dell ordine hanno dimostrato efficienza; forse, una causa sta nell insufficiente coordinamento tra le varie forze operative. Condivide anche il giudizio del ministro sulla necessità di iniziative che puntino alla soluzione positiva del conflitto in medio-oriente; ma è certo che quelle voci che si levano dall interno della maggioranza e del Governo a sollecitare capovolgimenti di indirizzo, come la rottura con 1 OLP e la revoca in dubbio della credibilità di Arafat, finirebbero oggettivamente con il favorire proprio il disegno dei terroristi, bloccando le trattative di pace. Occorre invece ricercare tenacemente tutti gli sviluppi di una soluzione pacifica, isolando politicamente i terroristi: in questo senso, Arafat è l unico interlocutore credibile e rappresentativo della realtà palestinese. Occorre, inoltre, dissuadere chi intende muoversi sul terreno delle rappresaglie, e favorire invece una conferenza internazionale che coinvolga anche le grandi potenze, affrettandosi su questa strada per evitare che nel frattempo si consolidi la politica dei fatti compiuti. I1 deputato Giorgio ALMIRANTE dichiara di essere presente quest oggi perché sarebbe stato vergognoso non esserlo, ma che si vergognerà ugualmente se oggi stesso non si sarà deciso assieme il minimo: reclamare, cioè, con assoluta urgenza, una convocazione plenaria delle Camere. Si chiede, in proposito, che cosa aspettino il Presidente della Repubblica, nonché i Presidenti dei due rami del Parlamento, visto che siamo in guerra. D altronde, è stato un quotidiano certamente non vicino al suo partito, la Repubblica del 28 scorso, a dichiarare che ci si trova in presenza di una cc guerra che ha l Europa come campo di battaglia >>. Certo, si tratta di un nuovo tipo di guerra, e tuttavia è una guerra assurda,

8 514 - Bollettino Commissioni Lunedì 30 dicembre 1985 permanente, della quale non si conoscono finalità e obiettivi, mentre si sa che in casa nostra C è un potenziale nemico vastissimo: centinaia di migliaia di disperati disposti a tutto,.i quali svolgono lavori che non & vero che i nostri disoccupati non svolgerebbero, per cui noi finiamo con il pagare e col nutrire gli assassini dei nostri figli. I1 Governo dovmbbe mantenere un impegno che ha nei confronti dell intera nazione: perchc il Presidente del Consiglio non espone al Parlamento un apacchetto )> di misure urgenti? Perché il Governo latita? Dopo l a incidente di percorso )> del Presidente del Consiglio, nel legittimare la lotta armata dei palestinesi, gli effetti di questa lotta sono oggi sotto i nostri occhi. Dichiara pertanto di apprezzare l intervento dei deputati Sterpa e Aniasi, i quali hanno fatto riferimento alla responsabilità di Stati stranieri, i cui nomi sono noti: Iran, Libia, Siria, Yemen. D altronde, la maggioranza pare essersi dissolta se, ad esempio, il ministro Nicolazzi ha dichiarato che certe cose non sono più tollerabili: bisogna forse dedurne che siano state finora tollerate? E se il ministro Biondi ha potuto parlare di (( basisti D che vivono tranquillamente nel nostro paese. Dopo aver affermato che nessuno più può oggi in buona fede parlare di trattative fra i paesi mediterranei, estese a tutte le potenze, dopo che è stato reso noto che la Russia sovietica ha di recente consegnato al governo libico missili il cui raggio di azione evidenzia il rischio in cui viene sempre più a trovarsi la nostra nazione, ribadisce lo sdegno per la situazione creatasi e la richiesta di immediata convocazione almeno della Camera dei deputati per un dibattito generale. I1 deputato Martino SCOVACRICCHI rileva che la simultaneità degli attentati di Roma e di Vienna e le significative circostanze che li identificano, denunciano, a parte la ridda di dubbi e rivendicazioni, l esistenza di una organizzazione terroristica internazionale, con un impor- tante base logistica a Roma, che vanifica l efficienza dei nostri normali sistemi di prevenzione passiva, anche se esemplarmente applicati. Bisogna andare alla fonte e consentire ai servizi segreti, adeguatamente rafforzati, di ben operare, in una area che si sta facendo sempre più vasta, per scoprire canali e mandanti. Si chiede poi quale atteggiamento terremo verso gli Stati che ospitano, aiutano e coprono i terroristi. Potremo continuare con ipocriti ammiccamenti, o dovremo prendere le distanze, isolarli dal consorzio civile, contestando loro con prove ineccepibili responsabilith che talora si ignorano per salvaguardare interessi, scambi commerciali, in nome di un malinteso spirito di pace. Perché di fronte a una Libia che esalta l eroismo degli assassini di Fiumicino il nostro Governo non alza la voce? L Italia è il Paese più comprensivo ed aperto, ed ospita un milione di clandestini, forse più. Perché non si studia qualche misura almeno nei confronti dei Paesi cosiddetti ad alto rischio per filtrare I immigrazione come fanno i Paesi della CEE e gbi USA per non parlare delle cosiddette democrazie dell Est? Ripristino del regime dei visti di ingresso, censimento degli immigrati e controllo delle loro attivith. Sono problemi tecnici, se ne rende conto, di difficile soluzione, ma il Governo deve porseli.. Ci si preoccupa di danneggiare il turismo ma, alla lunga, una situazione di insicurezza e di pericolosith non richiama stranieri! Polemizzando con i deputati Rodoth e Quercioli difende l operato del SISMI e quello tempestivo ed efficace delle forze dell ordine. DA per certo che l ammiraglio Martini non ha rilasciato interviste, ma che una sua precisazione a un precedente articolo è stata strumentalizzata con domande provocatorie che non sono mai state fatte. La lottizzazione di cui egli avrebbe parlato, non si riferisce, come ha affermato il deputato Rodoth, agli agenti, ma alla mancanza di un comando unico nel settore sicurezza dell aeroporto, dove ogni forza agisce autonomamente. La nostra comprensione e la nostra liberalith non deve considerarsi cedimento o

9 514 - Bollettino Commissioni Lunedì 30 dicembre 1985 disponibilità a subire. 11 conflitto mediorientale interessa un area e una politica che non ci sono estranee, ma non dobbiamo per questo subire danni che non possiamo addossarci perché abbiamo sempre agito per mediare, non per contrastare alcuna delle parti. I1 fanatico misticismo, la follia devastatrice del terrorismo, non rientrano nel clìchk della nostra concezione civile. Facciamo sì che le speranze suscitate in questi mesi dalla disponibilità a trattare per risolvere il conflitto arabo-israeliano, dalla prospettiva di una confederazione giordano-palestinese che ha visto l incontro Ardat-Hussein non si spengano e che l Italia impegni, con tutta l autorità di cui dispone, ben superiore al suo potenziale politico, economico e militare, la maggior parte degli Stati arabi e la stessa OLP nella lotta al terrorismo internazionale, efferato e destabilizzante. I1 depuiato Francesco RUTELLI lamenta che il Governo non abbia trovato il modo per poter discutere in Parlamento i temi della politica estera. Avendo iml ministro dell interno Osar Luigi SCALFARO rilevato che, in relazione alla richiesta delle Presidenze del Senato e della Camera, si è dichiarato disponibile a riferire in qualsiasi data e in qualsiasi sede sui fatti oggetto della sua comunicazione, il deputato Francesco RU- TELLI ringrazia il ministro per la relazione esauriente e per la sua puntualità e correttezza, precisando che ha inteso rivolgere una critica al Governo nel suo complesso per non aver dato al Parlamento la possibilità di svolgere un dibattito sulla politica estera e della sicurezza, l ultimo dei quali ebbe ad oggetto gli euromissili e si svolse nel Manifesta tuttavia apprezzamento per il fatto che da più parti, nel corso del dibattito, sia stato manifestato il desiderio di discutere in una sede più ampia i temi oggi in discussione. Quanto al profilo della prevenzione sottolinea come manchi un bilancio dei risultati dell opera di prevenzione svolta dalle forze dell ordine e da quelle di si- curezza, sottolineando, con riferimento alle recenti dichiarazioni rilasciate da dirigenti dei servizi segreti, come sia incredibile che i massimi esponenti di questi apparati possano rilasciare interviste non appena si sentano coinvolti da polemiche. Sempre per quanto concerne i problemi della prevenzione vi è poi da registrare le gravi dichiarazioni rilasciate da un ma- - pistraio che da tempo si occupa dei problemi del terrorismo, e che ha voluto mantenere l anonimato, pubblicate sul Corriere della sera di ieri, che riguardano la facilità con cui gli stranieri possono entrare clandestinamente nel territorio del nostro Stato: si tratta di gravi dichiarazioni che coinvolgono precise responsabilità che toccano gli apparati di sicurezza dello Stato. Quanto poi alle responsabilità della strage ricorda che l ammiraglio Martini ha definito una precisa politica logistica ed organizzativa, affermando che i terroristi erano stati addestrati in Iran e provenivano da Damasco. Si domanda come siano possibili tali affermazioni a fronte del fatto che il ministro degli interni ha oggi reso noto di non essere in grado di dare informazioni precise sulla matrice dell attentato. Condivide il giudizio secondo cui la dichiarazione dell agenzia di stampa libica Jana sia una dichiarazione di guerra e intende acquisire notizie dal ministro degli esteri su quale sara la risposta che la Farnesina intende rilasciare, posto che proprio questa, non molto tempo fa, aveva puntigliosamente fatto talune precisazioni ad alcune dichiarazioni politiche di esponenti dello Stato di Israele. Ricordato quindi come vi sia stata in passato tutta una serie di dichiarazioni del ministro Andreotti sulla affidabilità dell amicizia di uno Stato che ha sottoscritto un attentato di quelle dimensioni e domandatosi come debbano interpretarsi le dichiarazioni rilasciate dal ministro della difesa e concernenti la necessità di un coinvolgimento dell unione sovietica nel processo negoziale riguardante il Mediterraneo sottolinea, in conclusione, la necessitiì di un chiarimento politico sugli interlocutori del nostro Paese in quest area.

10 514 - Bollettino Commissioni Lunedì 30 dicembre 1985 Dopo essersi soffermato sulla posizione del partito radicale sui problemi medioorientali, sottolinea, quanto ai problemi dei lavoratori immigrati, la necessita di non dimenticare che l Italia ha visto decine di milioni di propri cittadini emigrare; è quindi necessario guardare con attenzione a chi chiede asilo politico nel nostro Paese o spera di trovarvi lavoro. I1 riconoscimento dei diritti civili dei lavoratori immigrati deve costituire la prospettiva in cui muoversi nell affrontare questo problema tanto più in quanto il numero di stranieri presenti in Italia rispetto al numero dei cittadini italiani dh luogo ad un rapporto facilmente governabile. Quanto infine alla politica da adottare nell area del Mediterraneo sottolinea la necessità di evitare iniziative velleitarie, assurde o sbagliate: una proiezione di tipo militare del nostro Paese in quest area non sarebbe positiva e l ipotesi di una conflagrazione militare vedrebbe impreparato il nostro Paese, il cui ruolo è diverso come dimostra l esperienza realizzatasi nel Libano. B necessario quindi compiere una riflessione perché la minaccia che proviene dal Sud necessita una risposta diversa nell ambito ONU, o con la realizzazione di una forza di pace sovranazionale, non certo con velleità di piccola potenza. I1 deputato Adolfo BATTAGLIA, con ri- Pferimento ai problemi della vigilanza, rileva come non vi sia dubbio che la reazione delle forze dell ordine al momento dell attentato sia stata positiva, ma ritiene rimanga aperto l interrogativo concernente la sufficienza della vigilanza preventiva. Quanto ai prowedimenti cui il ministro degli interni ha fatto riferimento non sembra che questi possano avere effetti nel breve periodo, potendo invece esplicarsi la loro efficacia nel medio e lungo periodo. Ad esempio, un censimento dei lavoratori clandestini è necessario, ma questa misura non sembra che a breve possa avere un effetto immediato. Taluni deputati intervenuti nel corso del dibattito hanno poi fatto riferimento ad una diversa disciplina dei visti di ingresso nel nostro Paese: su tale punto chiede chiarimenti al rappresentante del Governo in relazione ai problemi che nel caso potrebbero porsi per l esecutivo. Ha comunque l impressione che i prowedimenti cui ha fatto riferimento il ministro si muovano in un ottica specifica ed atomistica e così, se è vero che vi sono difficoltà ad af rontare il fenomeno del terrorismo, ritiene utii le, piuttosto che cercare di verificare la posizione di migliaia di stranieri, accentrare l attenzione lì dove il flusso si restringe. In relazione poi al più ampio problema di carattere politico sottolinea come sia difficile immaginare che la soluzione del problema palestinese porti allla scomparsa del terrorismo: ciò significherebbe trascurare i problemi posti dalla Siria, dal movimento khomeinista e dalla Libia, che ha ricevuto armi missilistiche da parte dell URSS e la cui agenzia di stampa lana ha rilasciato una dichiarazione che esprime una chiara volontà nei cui confronti il ministro degli esteri avrà già diramato una nota di risposta e su cui comunque il Governo vorrà oggi dire una parola chiara. I1 deputato Michele ZOLLA rileva che se si tiene conto che l intera, azione ha avuto una durata di non più di ottanta secondi e che si è conclusa con la neutralizzazione del gruppo terrorista bisogna concludere che le nostre forze di polizia preposte alla sicurezza dell aeroporto si sono dimostrate particolarmente efficienti. La reazione immediata ed il comportamento coraggioso di questi giovani in uniforme dimostra il livello di preparazione, di addestramento e in una parola l alto grado di professionalità raggiunto. Così come si deve convenire che la tempestività della reazione e l efficacia dell azione repressiva sono anche la conseguenza di un piano accuratamente studiato e predisposto per eventualità di questo genere. Non vi è perciò nulla da dire sull opera di repressione se non esprimere riconoscenza alle forze di polizia ed a chi ne ha pianificato

11 514 - Bollettino Commissioni Lunedì 30 dicembre 1985 I il loro intervento. Così come ritiene sia da elogiare la prontezza, la tempestivita e l adeguatezza dell opera di soccorso e la generosità di quanti in questo senso si sono prodigati. Per quanto riguarda l opera di prevenzione rileva che i servizi di informazione hanno dimostrato di essere antenne vigili, attente e capaci di captare i segnali di pericolo per il nostro Paese. Quando accadono eventi drammatici e dolorosi come quello di Fiumicino è necessario non farsi travolgere dall emotività, dal dolore e dalla rabbia che possono indurre a ricercare in ogni modo il capro espiatorio. Dice questo perché troppo spesso si ascoltano superficiali Minosse scaricare sui servizi di informazione le responsabilità più stravaganti in tema di previsione. D altra parte chi vuole essere obiettivo sa perfettamente che neppure l ombrello più valido protegge da tutte le intemperie. Si può però obiettare che proprio per i segnali di allarme più volte trasmessi dai servizi si sarebbero dovute predisporre misure di prevenzione ancora più accurate. Per capire come sia abbastanza inconsistente questa eventuale critica occorre tenere ben presenti due elementi di fondamentale importanza. 11 primo riguarda la caratteristica di questo terrorismo internazionale di provenienza medio orientale che giustamente è stato,definito ~nichilista D. Esso infatti,agisce all insegna di un fanatismo che non,lascia intravedere limiti nell azione criminosa avendo gli attentatori 1.a quasi certezza di non sopravvivere alla loro impresa. Questo rende più difficile prevederne il comportamento, il modus operundi e quindi più ardua la neutralizzazione in fase preventiva. I1 secondo elemento di di6colta è costituito dalla vastith degli obiettivi di interesse di un saatto terrorismo. Si pensi soltanto a tutte le sedi diplomatiche dei Paesi che hanno rapporti con Israele, a tutte le sedi delle compagnie di navigazione aerea e marittima che fanno scalo in Israele, a tutti gli alberghi che ospitano cittadini israeliani, a tutte le strutture pubbliche di uno Stato sospetto di avere simpatie per lo Stato ebraico ed alle aziende che intrattengono rapporti di &ari con consorelle isareliane. L elenco potrebbe continuare. E questo dimostra quanto sarebbe difficile se non impossibile un opera di prevenzione totale, capace ci& di coprire tutti li rischi. Neanche applicando l articolo 214 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza - che prevede la dichiarazione dello stato di pericolo pubblico - e forse neppure applicando l articolo il quale pre vede la dichiarazione dello stato di guerra - si raggiungerebbe lo scopo. D altra parte è opinione abbastanza diffusa che nell opera di prevenzione ci si stia avvicinando al limite oltre il quale si comprimono i diritti costituzionali o anche sol- tanto si crea un clima di allarme sociale pericoloso per il corretto svolgimento della vita di relazione. Una decisione perb si impone. Occorre attuare misure più rigide per disciplinare l ingresso ed il soggiorno sul nostro territorio dei cittadini stranieri senza farsi prendere da complessi libertari e cercando al tempo stesso di non nuocere alla maggiore industria italiana, il turismo, che & alimentata da consistenti flussi di visitatori stranieri. Tutto ciò premesso occorre trovare comunque una soluzione o almeno tentare di trovarla. E la soluzione non può che essere di carattere politico, cioè da ricer- carsi attraverso il negoziato politico. La pacificazione dello scacchiere medio-orientale e la più vasta collaborazione internazionale per combattere il terrorismo ne sono il presupposto. E la pacificazione dello scacchiere medio-orientale & sì problema mondiale, ma è in particolare un problema che interessa i Paesi mediterranei e la Comunith europea. La nostra politica estera non deve percib essere solamente una politica di,rapporti bilaterali, di intese e di mediazioni pur pregevoli per evitare il peggio, ma deve essere volta a coinvolgere tutti i purtners della Comunità europea in un opera di pace, come si era incominciato ad intrawedere ne1,la Conferenza di Venezia ieri opportunamente richiamata dal ministro Andreotti. Se il riconoscimento del diritto alla

12 514 - Bollettino Commissioni Lunedì 30 dicembre 1985 sopravvivenza ed alla sicurezza dello Stato di Israele e del pari il diritto ad un territorio per il popolo palestinese diventassero non l occasione per qualche timida e sporadica affermazione, ma l obiettivo da perseguire con determinazione da parte dell intera Comunità europea allora il discorso avrebbe ben altra incisività. La volontà politica di una Comunità europea compatta e così orientata finirebbe per esercitare infatti un peso consistente e difficilmente eludibile non tanto da parte dei Paesi dell Alleanza atlantica ma soprattutto da parte dei componenti del Patto di Varsavia. La pacificazione del settore medio-orientale, ammesso che sia perseguibile ed attuabile, non sarebbe comunque né facile né breve anche se si conseguisse questa unità di intenti ed il terrorismo potrebbe ancora nel frattempo dilagare. Occorre perciò sviluppare parallelamente qualche altra iniziativa. Più volte il ministro dell intemo ha detto che questa forma di terrorismo si può battere solo grazie ad una vasta collaborazione e ad una consistente solidarieth internazionale. Gli accordi stipulati in questa direzione sono stati e sono prowidenziali, ma poiché il problema non è solo italiano, ma ne sono coinvolti pressoché tutti gli Stati europei, crede sia giunto il momento di promuovere una Conferenza europea per la sicurezza con lo scopo appunto di sancire intese comuni - non soltanto bilaterali dunque - per ottenere la costituzione di un fronte comune europeo contro il terrorismo internazionale. Queste le considerazioni suggerite dalla relazione del ministro, cui va manifestata adesione. I1 deputato Franco FRANCHI, suggerito al ministro dell interno di farsi promotore del conferimento della medaglia d oro al valore civile a quell ingegnere del- I ANAS che, facendo scudo con il suo corpo, ha salvato la vita del proprio figlio, rileva che vi sono degli elementi nella strage di Fiumicino che sconcertano: in primo luogo proprio la ricostruzione dei fatti induce a domandarsi che cosa sarebbe accaduto se gli agenti di Israele non fossero stati presenti; in secondo luogo denuncia la gravità della dichiarazione resa da un palestinese, che riveste la qualifica di capitano dell OLP, di recente arrestato nel nostro Paese, che ha formulato minacce nei confronti dell Italia asserendo, tra l altro, che in essa vi sono circa ventimila combattenti palestinesi; inoltre desta stupore che il comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato non abbia inteso ascoltare i direttori dei servizi segreti; suscitano poi perplessità i toni trionfalistici usati ed il contenuto dell intervista rilasciata da un magistrato che da anni si occupa di terrorismo, e che ha comunque voluto mantenere l anonimato, pubblicata, in prima pagina, sul Corriere della Sera di ieri. Passando poi ad esaminare le proposte volte ad evitare il ripetersi di stragi come quella di Fiumicino, rileva che l Italia deve decidere se continuare a definirsi il Paese più libero del mondo, con le conseguenze inevitabili visto il traffico di stupefacenti, di armi e persino di bambini che si svolge attraverso i nostri confini, ovvero difendere la popolazione italiana e gli stranieri che qui vivono. Si tratta cioè di mantenere gli ingressi nel nostro Paese aperti ma soggetti ad un maggior controllo; e tutto ciò non squalificherà l Italia ma anzi favorirà lo stesso turismo in quanto vi saranno meno rischi nel nostro Paese. I1 ministro degli interni ha poi rifiutato l affermazione secondo cui poiché si è verificata la strage non tutto era stato fatto; a suo avviso l intervento è stato certo tempestivo, ma si domanda quali misure di prevenzione siano state poste in essere nel periodo precedente. Infatti, è vero che & difficile controllare la posizione di migliaia di stranieri, ma è facile capire quali siano quelle delle pensioni in cui questi alloggiano a dover essere soggette a controllo. E poi necessario potenziare le pattuglie addette alla sorveglianza nelle stazioni e negli aeroporti, diversificando anche le armi in dotazione di queste. Quanto al controllo sugli stranieri in Italia ricorda il contenuto delle interrogazioni presentate già negli anni

13 514 - Bollettino Commissioni Lunedì 30 dicembre 1985 scorsi dal deputato Tremaglia e le proposte avanzate dalla sua parte politica; tra le misure opportune prospetta quella di rinnovare a periodi frequenti ed Jirregolari i visti di ingresso, ciò che potrebbe rendere quanto meno più difficile l ingresso in Italia. In merito poi all atteggiamento assunto dalla Libia si dichiara felice di poter constatare che anche esponenti della maggioranza esprimono un severo giudizio su di un Paese che giunge alla spudoratezza di esaltare come eroi degli assassini: ed è per questo che sono necessarie misure quali la rottura delle relazioni diplomatiche, che dovranno riguardare anche l Iran e la Siria. Dopo aver rilevato che non è possibile, a fronte delle dichiarazioni prima ricordate di un capitano dell OLP, mantenere in Italia l Ufficio di quella organizzazione, sottolinea, in conclusione, la necessità di rivedere tutta la politica italiana. I1 ministro dell interno Osar Luigi SCALFARO assicura che rappresenterà al ~ Presidente del Consiglio e al Consiglio dei ministri tutte le considerazioni svolte dai deputati intervenuti, intendendo in questa sede dare solo un cennq su talune questioni, avendo già Teso noto la sua posizione nel suo intervento introduttivo. I1 primo luogo, comunica di aver già chiesto una relazione ufficiale per quanto concerne il funzionario dell ANAS cui è stato fatto cenno nel corso del dibattito. In secondo luogo, intende precisare che, secondo l accertamento dei periti, le vittime dell attentato all aeroporto di Fiumicino sono decedute colpite dalle schegge delle bombe dei terroristi o da colpi di mitra KaZashnikov; quanto poi all affermazione secondo cui il Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato non ha ascoltato i capi dei servizi segreti, rileva che a tale Comitato, che ha avuto inizio al termine del dibattito svoltosi presso l altro ramo del Parlamento, erano presenti i ministri della difesa e dell interno ed i due capi del SISDE e del SISMI, e che in quella sede si è ritenuto all unanimità, e non su richiesta dei Ministri, data l ora e al fine di approfondk gh interventi, di stabilire un rinvio. Sottolinea poi di non aver rilasciato intenzionalmente dichiarazioni in un primo tempo: infatti avendo egli una responsabilità più diretta ha ritenuto opportuno non fare dichiarazioni sino a quando non ha avuto modo di sottoporre le questioni al Consiglio dei ministri. Non ha poi parlato di successo delle forze dell ordine con riferimento all attentato a Fiumicino, rilevando invece come la qualificazione del personale abbia consentito di chiudere in pochi minuti la spaventosa situazione: e se è vero che in questo anno vi sono stati dieci attentati nel nostro Paese provenienti dal Medioriente si deve anche pensare a quanti attentati sono stati evitati per opera dei servizi segreti. Vorrebbe poi che si compisse uno sforzo per raggiungere posizioni di equilibrio su talune questioni: ricorda, infatti, che poche settimane fa, prima che il Consiglio dei ministri potesse discutere su uno schema di progetto di legge sul soggiorno degli stranieri in Italia, ricevette critiche da più parti sul progetto elaborato e lo stesso Presidente del Consiglio rinviò l esame del provvedimento per potere egli stesso approfondirne il contenuto. Ringrazia quindi i deputati intervenuti nel corso del dibattito; in particolare chi nell opposizione si & attenuto ad una rappresentazione oggettiva e chi nella maggioranza ha aderito alla sua relazione o è sembrato prospettare una modifica dell attuale linea del Governo. Quanto alle dichiarazioni rese da Governi stranieri crede nell esame attento e sereno dei rapporti con i Paesi del Mediterraneo e nella collaborazione internazionale, vera e leale, per lottare contro il terrorismo, il traffico delle armi e quello della droga. J2.4 SEDUTA TERMINA ALLE 16,s.

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