IMPRESA GUERINI LEGNANO (MI) Boffalora Ticino: estensione della fognatura alla via Folletta e Località Magnana nonché alla Frazione Pontenuovo

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2 IMPRESA GUERINI LEGNANO (MI) Boffalora Ticino: estensione della fognatura alla via Folletta e Località Magnana nonché alla Frazione Pontenuovo RELAZIONE GEOLOGICA AI SENSI DEL D.M Solbiate (CO), luglio Rif. 47/13

3 1 1. PREMESSA Come da incarico conferito dall'impresa GUERINI di Legnano, è stata redatta la presente relazione geologica a supporto del progetto relativo alla realizzazione di una nuova tratta fognaria, da realizzarsi in Comune di Boffalora Sopra Ticino, nel settore indicato nella corografia di Tav. 1. La relazione è stata compilata in accordo con i riferimenti normativi vigenti (vedi successivo 2). 2. RIFERIMENTI NORMATIVI D.M e relative NTC08 Nell'ambito della documentazione prevista dal D.M ( Norme tecniche per le costruzioni ), in materia di progettazione geologica e geotecnica, il presente elaborato costituisce la relazione geologica. Norme geologiche di piano Le norme geologiche di piano derivano direttamente dalla componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT e sono esplicitate nella Carta della fattibilità geologica alle azioni di piano, costituente parte integrante del piano delle regole. La Tav. 2 riporta uno stralcio della Carta della fattibilità geologica alle azioni di piano relativa al tracciato del collettore, si evidenzia che la maggior parte dello sviluppo lineare del collettore ricade in area classificata in classe 2b - fattibilità con modeste limitazioni; un settore minore dello sviluppo lineare del collettore ricade in classe 3b - fattibilità con consistenti limitazioni. Come indicato nella legenda della carta, anch essa riportata in Tav. 2, la classe 2b, sul territorio comunale di Boffalora Sopra Ticino, coincide con aree potenzialmente soggette a risalita della falda freatica; la classe 3b comprende aree a bassa soggiacenza della superficie freatica. Si evidenzia che in entrambe le due classe di fattibilità le limitazioni derivano dalla presenza dell acqua nel primo sottosuolo. L intervento in progetto, come l edilizia residenziale in genere, si configura tra le opere ammissibili in classe di fattibilità 2b e 3b, subordinando le stesse all esecuzione di un indagine, in accordo con le problematiche in essere e della

4 2 conseguente relazione geologica e geotecnica (ai sensi del D.M ). 3. DESCRIZIONE SINTETICA DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO L intervento in progetto consiste nella realizzazione di un collettore fognario interrato costituito da una tubazione in gres, in alcuni tratti alloggiata sotto la sede stradale ed in altri tratti alloggiata in terreno libero. Lungo lo sviluppo lineare del collettore sono previste le strutture di norma presenti in tubazioni fognarie quali: sifoni, camerette caditoie, stazioni di sollevamento, ecc. Sono inoltre previsti attraversamenti di rogge esistenti e di sedi stradali, in questo caso mediante spingitubo. In relazione alla tipologia d intervento le azioni indotte dello stesso nei confronti di suolo e sottosuolo è trascurabile. Ai fini delle valutazioni geologiche previste dal D.M l elemento fondamentale è accertare che l area di posa del collettore presenti caratteristiche di stabilità sufficienti per garantire la piena funzionalità dell opera; parimenti la posa del collettore non deve costituire elemento di innesco di fenomeni di instabilità. Da un punto di vista prettamente geotecnico le problematiche si pongono in modo minore in relazione al moderato impatto dell intervento stesso, fermo restando la corretta esecuzione delle opere nel rispetto delle caratteristiche geotecniche del sottosuolo. 4. GEOLOGIA E LITOLOGIA Come evidenziato nella carta geologia generale (Tav. 3), l area d intervento ricade nell ambito del settore di competenza dei depositi di origine alluvionale connessi all'attività deposizionale del Fiume Ticino. I depositi in oggetto presentano una composizione costante su vasta area, avente estensione superiore alle tratte di competenza del collettore e caratterizzata dal prevalere di ghiaie e sabbie. Nei primi metri accanto alla componente ghiaioso sabbiosa è presente una certa percentuale in limo, a costituire la matrice del deposito, ma sempre in condizione di subordine rispetto la componente sabbioso ghiaiosa.

5 3 In superficie, nelle aree non urbanizzate, è presente un limitato spessore (pochi decimetri) di terreno agrario; oppure di riporto (sottofondo o banchina stradale), per quei tratti di collettore in adiacenza, o coincidenti, con le sedi stradali. 5. MORFOLOGIA E CONDIZIONI GENERALI DI STABILITA DELLE AREE L area in esame è ubicata alla quota media di 120m s.l.m., in Comune di Boffalora sopra Ticino, tra le località C.na Gagiolo e Magnana. Morfologicamente l area appartiene all alta Pianura Padana e, nel dettaglio, si colloca nell ambito del terrazzo morfologico in sponda sinistra del Fiume Ticino, ad una distanza di almeno 1.5 km dal fiume e ad un altezza di circa 10m rispetto la piana alluvionale del fiume stesso. Ne consegue una superficie topografica a morfologia subpianeggiante e debolmente inclinata verso Sud Ovest. Mancando un evidente "fattore acclività" e risultando assenti, in un intorno significativo, elementi di pertinenza morfologica legati alla dinamica gravitativa, o all'azione delle acque superficiali, o al dissesto in genere, l'intervento in progetto non richiede l'esecuzione di quelle verifiche volte a definire le condizioni di stabilità del territorio e/o gli eventuali effetti indotti sulla stabilità del territorio stesso dalla nuova edificazione. Sulla scorta delle caratteristiche sopra descritte l area in esame ricade in un contesto stabile, caratterizzato dall assenza di forme e/o depositi riconducibili all esistenza di dissesti, sia attivi sia quiescenti; l area non risulta inoltre interessata da processi morfogenetici che possano comportare in futuro l evoluzione della stessa verso una condizione di dissesto. 6. IDROGRAFIA ED IDROGEOLOGIA 6.1. Idrografia L elemento idrografico più importante è il Fiume Ticino; tale corso d acqua divaga all interno della propria piana alluvionale dando origine a numerose anse e canali

6 4 laterali; il fiume si trova ad una distanza di almeno 1.5 km dall area d interesse e ad una quota altimetricamente inferiore, con scarto altimetrico dell ordine di 10m. Il collettore si trova quindi in posizione esterna alle fasce fluviali ed in condizioni di sicurezza nei confronti dell attività esercitata dal Fiume. Nell ambito del settore di pertinenza del collettore, in posizione più elevata rispetto al fiume Ticino, è presente una fitta rete di fossi e rogge originate da fontanili ed in stretta pertinenza con l attività agricola. Queste rogge per caratteristiche intrinseche (dimensioni, portate) non sono in grado di generare elementi di rischio idraulico come confermato anche dalla documentazione e la vincolistica di carattere geologico a corredo del PGT. Le rogge di cui sopra traggono talvolta origine da fontanili, che sul territorio di Boffalora Ticino risultano essere gravati dalle relative fasce di rispetto ai sensi dell Art. 34 comma 3 del PTCP della Provincia di Milano e dell art delle NTA del PTC del Parco Naturale Valle del Ticino. L intervento in progetto, non interessando direttamente la testata de fontanili, è compatibile con la normativa relativa le fasce di rispetto dei fontanili; inoltre trattandosi di un intervento di razionalizzazione degli scarichi, se ben costruito, è da considerarsi migliorativo del contesto ambientale Idrogeologia Struttura idrogeologica del sottosuolo In base ai dati di letteratura specifica disponibili, è stato possibile definire la struttura idrogeologica dell area, che è risultata essere in accordo con quella tipica dell alta pianura, le cui caratteristiche sono costanti su un areale ben più vasto rispetto quello di stretta pertinenza del territorio di Boffalora sopra Ticino. La struttura prevede l'esistenza di due acquiferi principali: uno superficiale ed uno profondo. Il primo acquifero superficiale si sviluppa all interno di depositi ghiaioso sabbiosi spessi circa 40 50m ed aventi origine fluviale e fluvioglaciale; risulta separato dal secondo acquifero da un livello argilloso dallo spessore medio di 3m 5m e talora fino a 10m. Il primo acquifero, contiene una sola falda (prima falda) ed è ampiamente sfruttato

7 5 dai molteplici pozzi della zona, con portate attorno ai 20/30 l/s. Il secondo acquifero, definito anche acquifero profondo, è formato da un alternanza di strati sabbioso - ghiaiosi e strati più marcatamente limoso-argillosi che suddividono l acquifero in più falde sovrapposte (contenute nei livelli a maggiore permeabilità). Si riconosce da 40m / 50m fino almeno a 150m dal p.c.. La minore potenzialità di questo acquifero impone degli emungimenti inferiori, rispetto al precedente, che si attestano attorno ai 5/10 l/s. Ai fini delle problematiche in esame si considera solamente l'interazione tra intervento in progetto e le acque di prima falda (acquifero superficiale) Livello dell acqua nel sottosuolo Le linee isopiezometriche riportate in Tav. 4 indicano direzione di deflusso e profondità della falda. Il deflusso idrico sotterraneo è orientato verso sud-ovest con gradiente idraulico di circa 8. La piezometria media della zona indica una soggiacenza media della prima falda contenuta entro i primi metri; nell'area in esame la falda è presente a circa -2m da p.c.. Per un maggior dettaglio, in corrispondenza dei due settori in cui sono state eseguite prove geotecniche specifiche, sono stati installati piezometri per il monitoraggio del livello idrico. Di seguito si riporta il dettaglio delle misure del livello di falda eseguite nei piezometri di cui sopra PROVA QUOTA ASSOLUTA INIZIO PROVA PROFONDITA ACQUA QUOTA ASSOLUTA LIVELLO ACQUA P1 117,5m s.l.m -1,72 m da p.c. 115,80m s.l.m. P2 119,5m s.l.m. -2,26 m da p.c. 117,20m s.l.m. Nel valutare il dato di cui sopra si consideri che i dati relativi all idrogeologia del territorio di Boffalora Ticino indicano che il livello della prima falda è soggetto ad oscillazioni di carattere stagionale con il livello idrico più alto (più prossimo alla

8 6 superficie topografica) nei mesi di giugno luglio; ed il livello più basso in uscita dall inverno (febbraio marzo). I dati di oscillazione sono documentati presso il Sistema Informativo Falda della Provincia di Milano e nell ambito della documentazione a corredo della Componente Geologica, Idrogeologica e sismica del PGT. I dati consultati indicano un intervallo di oscillazione dell ordine di 1,8m 2,0m. Ai fini della lettura del trend di oscillazione si segnala che le misure sono relative ai rilievi nei pozzi pubblici, ubicati a quote più alte rispetto le aree interessate dal collettore; ne conseguono livelli più profondi rispetto quelli rilevati nei piezometri installati nelle aree investigate. Questo elemento non condiziona comunque il trend di oscillazione, che è quello già citato. Tenendo conto però della maggior superficialità del livello rilevato nei piezometri e quindi la maggiore suscettibilità nei confronti degli eventi esterni, pur convalidando il trend sopra specificato, si consiglia di fare riferimento ad un intervallo di oscillazione minore e di ordine metrico Compatibilità dell intervento nei confronti della tutela delle acque I pozzi pubblici cui attinge l acquedotto sono ubicati a notevole distanza dall area di pertinenza del collettore ed in posizione idrogeologica di monte; ciò esclude ogni interferenza di tipo diretto ed indiretto tra interventi in progetto e falda alimentante i pozzi, poiché quest ultima prima alimenta il pozzo e successivamente fluisce verso valle (verso il Fiume Ticino) in direzione dei lavori in progetto. Si evidenzia inoltre che l area è ubicata in posizione esterna ed a notevole distanza dalle zone di protezione dei pozzi pubblici più vicini. L intervento in progetto è quindi compatibile con i requisiti di tutela del patrimonio idrico sotterraneo. 7. INDAGINI GEOTECNICHE SPECIFICHE 7.1. Indagini eseguite Per ricostruire la stratificazione litotecnica del sottosuolo e per definire i valori medi

9 7 dei parametri geotecnici è stata eseguita un indagine specifica mediante n 2 prove penetrometriche dinamiche continue, la cui ubicazione generale viene riportata in Tav. 5 (su aerofotogrammetrico a scala 1:5.000); in Tavv. 6a/6b si riporta l'ubicazione di dettaglio a scala 1:2.000 e la documentazione fotografica della postazione di prova. Quest ultima evidenzia che le prove sono state eseguite alla quota dei piani stradali esistenti nelle adiacenze, salvo variazioni di ordine decimetrico. Le quote di riferimento per l inizio prova e quindi la quota del terreno è di seguito riportata: PROVA P1 PROVA P2 117,5 m s.l.m 119,5 m s.l.m. Le prove sono state eseguite secondo i criteri standardizzati normalmente in uso impiegando un penetrometro semovente avente le caratteristiche del penetrometro superpesante (DPSH) Meardi AGI, avente le caratteristiche di seguito riportate: PESO MASSA BATTENTE 73 kg ALTEZZA DI CADUTA 0.75 m LUNGHEZZA ASTE 0.90 m DIAMETRO ASTE 34 mm DIAMETRO PUNTA CONICA 51 mm ANGOLO DEL CONO 60 DIAMETRO RIVESTIMENTO 48/38 mm LUNGHEZZA RIVESTIMENTO 0.90 m Le prove sono state eseguite dal piano campagna esistente ubicato all'incirca alla medesima quota e Si sono arrestate a profondità variabili tra 3,9m e 4,2m dal piano campagna per avere raggiunto le condizioni di rifiuto all avanzamento. Di seguito si riportano le quote assolute del rifiuto o arresto prova: PROVA P1 PROVA P2 113,3 m s.l.m 115,6 m s.l.m. I risultati delle prove sono riportati nei diagrammi N SCPT / z, dove N SCPT è il numero di colpi necessari per far avanzare la punta entro il terreno per un tratto di 30 cm e z è la profondità di misura (in m da p.c.). I diagrammi delle prove penetrometriche sono riportati in appendice alla presente.

10 Criteri di interpretazione Le caratteristiche geotecniche del sottosuolo derivano dal confronto incrociato tra valori di N SCPT registrati nelle prove penetrometriche dinamiche e dati relativi al rilievo geologico dell'area. Poiché il valore numerico dei parametri geotecnici viene calcolato in base alla resistenza penetrometrica del terreno riferita ai valori di Standard Penetration Test (N SPT ), opportunamente convertiti negli analoghi valori di N 60 e N (1)60, in sede di elaborazione dei dati si è reso necessario trasformare i valori di N SCPT (resistenza penetrometrica misurata con la prova dinamica) nei corrispondenti valori di N SPT (resistenza penetrometrica riferita allo Standard Penetration Test) adottando un rapporto N SPT / N SCPT = 1.5 (dato conservativo per depositi con caratteristiche granulometriche analoghe a quelle presenti nel sottosuolo d'interesse). Infine i valori di N SPT sono stati convertiti negli analoghi valori di N 60, che rappresenta il valore di N SPT normalizzato per tenere conto del fattore strumentale (lunghezza delle aste nei primi 10 m di prova) e di N (1)60, che rappresenta il valore di N SPT normalizzato per tenere conto dell incidenza del carico litostatico (σ vo ) alla profondità di misura. I valori di N SCPT prima della conversione in N SPT sono stati inoltre preventivamente analizzati dal punto di vista statistico, al fine di individuare il trend medio di N SCPT con la profondità. Il dato acquisito con le prove concorda sia con il contesto geologico generale che caratterizza il settore di territorio comunale cui appartiene l area in esame; sia con il dato geotecnico medio da prevedersi nel sottosuolo, come accertato in altre indagini eseguite nei dintorni e che è generalmente costante su vasta area. In sede di predisposizione del modello geotecnico sussistono le condizioni per convalidare la relazione: parametro geotecnico medio = parametro geotecnico caratteristico

11 9 8. UNITA LITOTECNICHE PRESENTI NEL SOTTOSUOLO PARAMETRI GEOTECNICI MEDI 8.1. Unità litotecniche A seguito degli esiti delle elaborazioni dei diagrammi penetrometrici, secondo quanto precedentemente specificato il terreno investigato viene suddiviso in due unità litotecniche sovrapposte a diverse caratteristiche geotecniche, crescenti al passaggio da un'unità alla successiva e presenti nel sottosuolo secondo le modalità illustrate nella sezione di Tav. 7. Di seguito si descrivono le caratteristiche delle unità. Unità litotecnica 1 Viene individuata dal piano campagna fino alle quote profondità di seguito specificate PROVA QUOTE ASSOLUTE SPESSORI P1 da 113,3 m s.l.m (p.c.) a m. s.l.m. 1,8 m P2 da 115,6 m s.l.m. (p.c.) a 114,1 m s.l.m. 1,5 m In entrambe le verticali indagate per i primi 0,6 m è caratterizzata da valori di resistenza penetrometrica dell ordine di 8 10m, cui segue un rapido decremento verso valori molto bassi e dell ordine di 1 2 colpi/piede. Considerando che le prove sono state eseguite nelle adiacenze delle sedi stradali non si esclude che i valori più alti riscontrati nei primi 0,6m corrispondano a terreno di riporto. I successivi valori più bassi dovrebbero coincidere con il raggiungimento del terreno naturale del vecchio piano campagna coincidente con sabbia ± limosa e ± frammista a terreno di coltivo. Ai fini della parametrizzazione geotecnica si consiglia di fare riferimento ai valori più bassi (1 2 colpi/piede) cui corrispondono caratteristiche geotecniche scadenti. Unità litotecnica 2 È stata rilevata dalla base della seconda fino alle massime profondità investigate. Nella prova P1 la resistenza penetrometrica media è dell'ordine di 30 colpi/piede, fino

12 10 al rifiuto; nella prova P2 è di poco inferiore e pari a 28 colpi/piede, fino al rifiuto. In entrambi i casi è indicativa di caratteristiche geotecniche rientranti nelle categorie superiori. La composizione dovrebbe coincidere con quella dei depositi alluvionali da prevedersi nel sottosuolo, in base alla posizione geologica dello stesso (vedi 4) e quindi in prevalenza ghiaia e sabbia. L arresto per rifiuto delle prove non viene associato alla comparsa di un eventuale quarta unità ulteriormente addensata, ma ad un livello in ciottoli nell ambito di terreni con caratteristiche di addensamento pari alla seconda unità Acqua nel sottosuolo Le prove eseguite hanno riscontrato la presenza di acqua nel sottosuolo; il livello idrico è stato successivamente controllato nei piezometri lasciati in opera nei fori di prova. Per livelli dell acqua e valutazioni in merito si rimanda ai contenuti del Valori medi dei parametri geotecnici del sottosuolo Di seguito si riportano i valori medi dei parametri geotecnici delle unità individuate nel sottosuolo d interesse. Unità litotecnica 1 P1 2 P2 N SCPT N N (1) I d (%) > 80 > 80 γ m (kn/m 3 ) 16, γ' m ( ) 6,5 7 8 ϕ m ( ) c m (kpa) E m (MPa) Nella tabella: N SCPT = resistenza penetrometrica misurata con le prove; N 60 = resistenza

13 11 penetrometrica riferita allo Standard Penetration Test normalizzata per il dispositivo di battitura; N (1)60 = resistenza penetrometrica riferita allo Standard Penetration Test normalizzata per dispositivo di battitura e carico litostatico; I d = indice di densità; γ m = peso di volume naturale del terreno; γ' m = peso del terreno in falda; ϕ m = angolo di attrito, c m = coesione a lungo termine, E m = modulo di elasticità. Il valore dell'indice di densità relativa è stato ricavato in base a N (1)60 dalle relazioni di Peck e Bazaraa. I valori del peso di volume del terreno sono stati scelti nell ambito degli usuali intervalli di variazione, compatibili con la natura granulometrica ed il grado di addensamento del terreno stesso. L angolo di attrito interno è stato ricavato in base a N (1)60 utilizzando le correlazioni di Peck, Hanson & Thomburn. Il valore della coesione a lungo termine è stato posto pari a zero in relazione alle caratteristiche composizionali del terreno. Il valore del modulo elastico (E) è stato calcolato in base alla relazione generica E = A x (N (60) + B) + C; dove A, B e C sono tre parametri il cui valore numerico dipende dal valore di resistenza penetrometrica e dalla frazione granulometria dominante nel terreno. 9. CARATTERIZZAZIONE SISMICA DEL SITO In relazione alla classe d uso della struttura ed alla zona sismica di appartenenza (zona 4), gli elementi relativi la sismicità di base e quelli relativi agli effetti sitospecifici, vengono derivati dagli elementi geotecnici a disposizione e senza il supporto di un indagine sismica mirata; salvo diverse disposizioni del Progettista in merito a più approfondite analisi/valutazioni, relativamente le quali si rimane a disposizione. Gli elementi riportati consentono una prima lettura dell esposizione dell area al rischio sismico. Nella classificazione contenuta nell' O.P.C.M. nr il Comune di Boffalora Ticino è classificato in zona sismica 4, comprendente quei comuni a rischio sismico più basso. Nella classificazione antecedente (D.M. 5 marzo 1984), che prevedeva solo 3 classi, il Comune di Boffalora Ticino risultava escluso dalle 3 classi.

14 12 Nel valutare gli effetti di sito si considerino gli elementi di seguito riportati. a. Nell ambito degli scenari di pericolosità sismica locale predisposti dalla Regione Lombardia l area in esame ricade in ambito Z4a corrispondente a zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali granulari, per cui sono da prevedersi amplificazioni litologiche e geometriche (vedi anche carta della pericolosità sismica locale allegata alla componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT). b. La subplanarità della superficie topografica esclude l intervento dei fattori di amplificazione topografica (categoria topografica T1). c. Allo stato attuale delle conoscenza il sito non ricade nell area d influenza di faglie sismogenetiche attive; d. Pur essendo presente acqua nel primo sottosuolo, il sito in esame, sussistendo più di una delle condizioni riportate in elenco al del D.M , non richiede la verifica alla liquefazione. e. Ai fini della definizione dell azione sismica, pur in assenza del dato relativo la velocità di propagazione delle onde sismiche di superficie entro i primi 30m di profondità (Vs 30 ) oppure del responso di un sondaggio geognostico con prove SPT spinto fino a 30m di profondità (N SPT,30 ), in base al responso delle indagini eseguite ed a quanto indicato negli studi di approfondimento sismico riportati nella Componente Geologica Idrogeologica e Sismica del PGT, è molto attendibile catalogare il sottosuolo d interesse nell ambito della categoria B di sottosuolo di fondazione corrispondente, nello specifico del caso, a depositi di sabbia e ghiaia molto addensati con spessori di diverse decine di metri caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs 30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero N SPT,30 > 50). 10. PROBLEMATICHE DI ORDINE GEOLOGICO INERENTI L INTERVENTO IN PROGETTO A seguito degli esiti delle analisi/valutazioni geologiche e geotecniche documentate ai paragrafi precedenti il quadro geologico caratteristico per l area consente la realizzazione dell intervento in progetto.

15 13 Si evidenzia quanto di seguito riportato. L intervento in progetto interessa un area geologicamente stabile e priva di problematiche e/o condizioni di rischio geologico cui assoggettare le scelte di progetto o tali da non garantire la piena funzionalità dell opera. La posa del collettore non comporta un deprezzamento delle attuali condizioni di stabilità delle aree. L intervento è compatibile con le condizioni di vulnerabilità della falda e con i requisiti di tutela della risorsa idrica sotterranea.. L intervento è compatibile con la vincolistica di tutela geologico/ambientale presente sul territorio. La progettazione dell intervento, in relazione al moderato impatto dello stesso, unitamente alle caratteristiche geotecniche del terreno rilevate con l indagine non comportano l insorgenza di problematiche e/o fattori limitativi tali da richiedere l attivazione di soluzioni progettuali supplementari preposte alla soluzione dell elemento limitante. In particolare si segnala l assenza nel sottosuolo di terreni particolarmente cedevoli nel tempo quali torbe, limi o argille. La progettazione dovrà tenere conto dei livelli dell acqua nel sottosuolo secondo quanto specificato al Per l operatività dello spingitubo e per la stabilità dei fronti di scavo, con eventuali soluzioni operative; si dovrà fare riferimento alla parametrizzaziione geotecnica del sottosuolo di cui al 8.

16 COMPATIBILITA DELL INTERVENTO A seguito delle analisi e valutazioni documentate nella presente relazione geologica, l intervento è compatibile con i fattori di rischio e le limitazioni d uso proprie delle classi di fattibilità 2/b e 3/b, nell ambito delle quali è azzonata l area d intervento.

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26 DIAGRAMMI PROVE PENETROMETRICHE DINAMICHE CARATTERISTICHE PENETROMETRO MODELLO: TG peso della massa battente: 73 kg - altezza di caduta: 0.75 m - lunghezza aste: 0.90m - diametro aste : 34 mm - diametro punta conica: 51mm - angolo del cono: 60 - diametro rivestimento: 48/38mm - lunghezza rivestimento: 0.90m

27 Committente: GUERINI Cantiere: Boffalora Sopra Ticino (MI) Data: luglio 2013 prova SCPT - P1 N (colpi/piede) profondità (m) falda: -1.72m da p.c punta rivestimento GEOCIPO Srl - Via Battisti, SOLBIATE (CO) Telefono Fax info@geocipo.it

28 Committente: GUERINI Cantiere: Boffalora Sopra Ticino (MI) Data: luglio 2013 prova SCPT - P2 N (colpi/piede) profondità (m) falda: -2.26m da p.c. 50 punta rivestimento GEOCIPO Srl - Via Battisti, SOLBIATE (CO) Telefono Fax info@geocipo.it

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