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1 Collana edita dal Servizio Internazionalizzazione di Sviluppo Lazio S.p.A. Editing e supervisione a cura di Ilaria Marcellini Hercolani Gaddi Realizzazione organizzativa: Donatella Piccione Progetto grafico: ATON Immagine e Comunicazione Stampa: Telligraf - Roma Finito di stampare Giugno 2006

2 INDICE 3 Introduzione Scenario di riferimento Territorio naturale, Panorama economico, Rapporti con l Italia e opportunità d investimento, Analisi SWOT, I Paesi Baltici nell Unione Europea Allargamento ad est, L ingresso nell euro, Il processo di convergenza, Conseguenze spaziali, Logistica Importanza della pianificazione territoriale, Struttura insediativi, Trasporti, Telecomunicazioni, Energia, Politiche e programmi europei di sviluppo, I corridoi paneuropei, Progetti infrastrutturali, Le opportunità d investimento per le PMI laziali Analisi del territorio e del tessuto produttivo del Lazio nel settore della logistica, Infrastrutture e logistica nel Lazio: indagine sulle aziende laziali del settore, Le opportunità nelle repubbliche baltiche per le imprese del Lazio nel settore, Conclusioni

3 Settembre Estonia Lettonia

4 INTRODUZIONE 5 Le Repubbliche baltiche fanno parte di una delle aree più interessanti dal punto di vista geopolitico e geo-economico: Estonia, Lettonia e sono nate dal recente smembramento dell URSS (1991) e sono tra i dieci Paesi protagonisti della recentissima espansione dell Unione Europea (1 maggio 2004), in qualità di Stati membri con deroga. L allargamento ad est ha come diretta conseguenza quella di portare importanti cambiamenti nel sistema economico dell Unione, ovviamente più drammatici per i nuovi membri, in quanto si tratta di cambiamenti strutturali. Si può ragionevolmente aspettare che la futura crescita della regione baltica faccia raggiungere il livello attuale dell UE in circa trent anni, il che presuppone un periodo intensivo di investimenti probabilmente accompagnati da sconvolgimenti nella struttura insediativa. Tutte questioni in cui una pianificazione spaziale sostenibile, e quindi proiettata nel futuro, può e deve giocare il suo ruolo. E da considerare poi che Estonia, Lettonia e si trovano a confrontarsi direttamente con gli altri Stati appartenenti alla regione baltica, con cui hanno relazioni fortemente squilibrate. In effetti, economicamente, socialmente e culturalmente, gli Stati europei più piccoli sono tendenzialmente dipendenti dai loro vicini più grandi, con il rischio di una concentrazione sproporzionata di attività economiche al centro del continente. Emerge quindi il bisogno, ma è anche una grossa sfida e al tempo stesso un opportunità, che i Paesi periferici si rafforzino all interno, per essere capaci di agire indipendentemente nel sistema economico globale. Le attività economiche tendono sempre più ad aprirsi al mercato globale, cercando partner commerciali in circoli sempre più ampi e facendo sempre meno affidamento sul semplice contesto statale. Contemporaneamente i soggetti economici cercano di inserirsi in ambienti più prettamente locali, che rendano possibili contatti faceto-face e la creazione di un clima di fiducia, così che le imprese possano scambiarsi i vantaggi delle economie esterne. Queste ultime dipendono dalle relazioni sociali di produzione che si costituiscono all interno del territorio che le comprende, e trovano la loro efficacia nel grado di coesione socio-culturale e soprattutto nella consapevolezza presente nel sistema locale. La logica dell organizzazione spaziale così diventa uno strumento cruciale per la formazione di un milieu innovativo e dinamico, in cui si possano combinare sinergicamente varie attività e competenze. Per ottenere un alto livello di interazione è necessario un altrettanto alto livello di sviluppo economico che metta in evidenza a tutti i partner vantaggi reciproci.

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6 Capitolo 1 Scenario di riferimento ESTONIA Superficie kmq (15% della sup. dell Italia) Capitale Tallinn ( abitanti); Popolazione abitanti (2005) 7 Gruppi etnici Estoni 67,9%, Russi 25,6%, Ucraini 2,1%, Finlandesi 1,3%, Ucraini 1%, altri 2,2% Composizione della popolazione in base all età: 0-14 (15,2%), (67,6%), 65 ed oltre (17,2%) Lingua La lingua ufficiale del Paese è l estone (67,3%); tuttavia, è diffuso anche il russo (27,9%), altro 2,3%, sconosciuti 0,7%) (2000). Religione Luterani 13,6%, ortodossi 12,8%, altri cristiani (tra cui Metodisti, Avventisti, Romano Cattolici) 1,4%, non affiliati 34,1%, altri non specificati 32%, non praticanti alcuna religione 6,1% (2000) Moneta L unità monetaria è la Corona (EEK); (cambio a lunedì 3 aprile 2006: 1 EEK = EUR /1 EUR = EEK) Forma di Governo Repubblica Parlamentare Capo dello stato: Arnold RUUTEL (2001) Capo del governo: Andrus ANSIP (2005) gabinetto: il Consiglio dei Ministri è nominato dal premier su approvazione del parlamento elezioni: le ultime tornate elettorali per il parlamento risalgono a marzo 2003, le prossime sono previste per marzo 2007; le ultime tornate elettorali per il presidente risalgono a settembre 2001, le prossime sono previste per l autunno 2006;

7 8 -il presidente della repubblica viene eletto dal parlamento con mandato quinquennale (il candidato deve assicurasi i 2/3 dei voti, altrimenti dopo 3 ballottaggi viene convocata un assemblea parlamentare con membri del parlamento e dei governi locali per eleggere il presidente tra i primi due candidati con la più larga percentuale di voti. Divisioni amministrative: 15 contee (Harjumaa, Hiiumaa, Ida-Virumaa, Jarvamaa, Jogevamaa, Laanemaa, Laane-Virumaa, Parnumaa, Polvamaa, Raplamaa, Saaremaa, Tartumaa, Valgamaa, Viljandimaa, Vorumaa

8 LETTONIA Superficie Kmq (21 % della sup. dell Italia) Capitale Riga ( abitanti); Popolazione abitanti (2005) Gruppi etnici Lettoni 57,7%, Russi 29,6%, Polacchi 2%, Lituani 1,4%, altri 2% Composizione della popolazione in base all età: (14%), (69,6%), 65 ed oltre (16,4%) Lingua La lingua ufficiale del Paese è il lettone (antica lingua Indoeuropea); tuttavia, è diffuso anche il russo. A livello commerciale la lingua usata è l inglese sebbene si faccia largamente ricorso anche al tedesco. Religione Luterani, Romano Cattolici, Russi Ortodossi Moneta L unità monetaria è il Lats (LVL); (cambio a lunedì 3 aprile 2006 :1 LVL = EUR/1 EUR = LVL ) Forma di Governo Democrazia Parlamentare. Capo dello Stato: Vaira Vike-Freiberga (1999) Capo del Governo: Aigars Kalvitis (2004), gabinetto: Il consiglio dei ministri viene nominato dal parlamento su proposta del premier elezioni:le ultime elezioni parlamentari risalgono ad ottobre 2002, le prossime si dovrebbero tenere nell ottobre 2006; le ultime presidenziali sono si sono tenute il 29/06/03 le prossime sono previste per giugno il presidente è stato rieletto dal parlamento con un mandato quadriennale; il primo ministro viene designato dal presidente

9 Divisioni Amministrative: contee (Aizkraukles, Aluksnes, Balvu, Bauskas, Cesu, Daugavpils, Dobeles, Gulbenes, Jekabpils, Jelgavas, Kraslavas, Kuldigas, Liepajas, Limbazu, Ludzas, Madonas, Ogres, Preilu, Rezeknes, Rigas, Saldus, Talsu, Tukuma, Valkas, Valmieras, Ventspils ) e 7 municipalità (Daugavpils, Jelgava, Jurmala, Liepaja, Rezekne, Riga, Ventspils) Relazioni internazionali Membro di: ONU, OSCE, FAO, UNCTAD, UNESCO, WIPO, WTO

10 LITUANIA Superficie Kmq (pari al 22% della sup.dell Italia) Capitale e città principali Vilnius ( abitanti); Kaunas ( abitanti); Klaipòda ( abitanti); iauliai ( abitanti);panevòys ( abitanti) Popolazione abitanti ; densità 57 abitanti per Kmq Gruppi etnici Lituani 80,6%, Russi 8,7%, Polacchi 7%, Bielorussi 1,6%, Ucraini 1%, altri 0,9% Composizione della popolazione in base all età: 0-14 (16,7%), (70,3%), 65 ed oltre (13%) Lingua La lingua ufficiale del Paese è il lituano (antica lingua Indoeuropea); tuttavia, è diffuso anche il russo. A livello commerciale la lingua usata è l inglese sebbene si faccia largamente ricorso anche al tedesco. Religione Cattolici (72%), Ortodossi (2,5%), Protestanti (1,3%) Moneta L unità monetaria è la Litas (LTL). La è entrata nel EMR II (Exchange Rate Mechanism) nel giugno 2004 con un tasso di cambio di 3,45 litas per un euro. Nei confronti del dollaro, la litas ha registrato dei continui apprezzamenti dal 2002 ad oggi. (cambio a giovedì 6 aprile 2006: 1 LTL = EUR/1 EUR = LTL) Forma di Governo Repubblica Presidenziale Capo dello Stato: Valdas Adamkus (2004); capo del Governo: Algirdas M. Brazauskas (2001); Ministro degli Esteri: Ananas Valionis gabinetto: Il consiglio dei ministri viene nominato dal presidente della repubblica su proposta del premier elezioni: le ultime elezioni parlamentari risalgono ad ottobre 2004, le prossime sono previste per ottobre 2008; le ultime elezioni presidenziali risalgono a giugno 2004, le prossime sono previste per giugno 2009;

11 12 -il capo dello stato viene eletto con voto popolare per un periodo di cinque anni ; il premier viene nominato dal presidente su approvazione del parlamento Divisioni amministrative: 10 contee (Alytus, Kauno, Klaipedos, Marijampoles, Panevezio, Siauliu, Taurages, Telsiu, Utenos, Vilnius) Relazioni internazionali Membro di: Consiglio d Europa, EBRD, ONU, OSCE, FAO, UNCTAD, UNESCO, WIPO, NATO e UE

12 1.1 TERRITORIO NATURALE 13 ESTONIA Superficie totale: kmq terra: kmq acqua: 2015 kmq comprende 1520 isole nel Mar Baltico Confini: 633 km (339 km con la Lettonia, 294 km con la Russia) Coste: 3794 km Concessioni marittime: acque territoriali 12 miglia zona economica esclusiva 200 miglia Clima: marittimo, umido, inverni moderati, estati fresche Terreni: paludosi, piatti al nord e collinosi al sud Risorse naturali: olio di scisto, torba, fosforite, argilla, calcare, sabbia, dolomite, terra arabile, fanghi marini Uso della terra: arabile 16,04%, colture permanenti 0,45%, altro 83,51% (nel 2001) Rischi ambientali: aria inquinata con biossido di zolfo dalla combustione di olio di scisto nel nord est. Comunque, la quantità di inquinanti emessi nell aria sta progressivamente diminuendo, le emissioni nel 2000 erano 80% in meno rispetto al 1980; i rifiuti scaricati nelle acque nel 2000 erano 1/20 rispetto al 1980; l Estonia ha più di 1400 laghi naturali e artificiali, che hanno bisogno di essere monitorati, specialmente nelle aree agricole. LETTONIA Superficie totale: kmq terra: kmq acqua: 1000 kmq Confini: 1150 km (339 km con l Estonia, 217 km con la Russia, 141 km con la Bielorussia, 453 km con la ) Coste: 531 km Concessioni marittime: acque territoriali 12 miglia zona economica esclusiva 200 miglia piattaforma continentale 200 metri di profondità Clima: marittimo, umido, inverni moderati, estati fresche Terreni: bassa pianura Risorse naturali: torba, calcare, dolomite, ambra, legno, terra arabile Uso della terra: arabile 29,67%, colture permanenti 0,47%, altro 69,86% (nel 2001) Rischi ambientali: dopo l indipendenza l ambiente ha beneficiato della riconversione economica verso l industria dei servizi; le priorità sono il miglioramento della qualità dell acqua potabile, il sistema fognario, la gestione dei rifiuti pericolosi, la riduzione dell inquinamento atmosferico.

13 14 LITUANIA Confini: 1273 km (453 km con la Lettonia, 502 km con la Bielorussia, 91 km con la Polonia, 227 km con la Russia-Kaliningrad) Coste: 99 km Concessioni marittime: acque territoriali 12 miglia Clima: transitorio, tra marittimo e continentale, umido, inverni ed estati moderati Terreni: bassa pianura, suolo fertile, molti piccoli laghi Risorse naturali: torba, terra arabile Uso della terra: arabile 45,22%, colture permanenti 0,91%, altro 53,87% (nel 2001) Rischi ambientali: contaminazione del suolo e delle acque sotterranee con prodotti chimici e petroliferi Le risorse ambientali e la conservazione del patrimonio naturale Nella regione baltica si possono trovare ampie zone incontaminate preservate con un alto livello di biodiversità. Le foreste sono tra le più importanti risorse naturali dell area, oltre al valore naturale e turistico sono una delle fonti principali dei redditi da esportazione e rappresentano un opportunità per le piccole e medie imprese nelle zone rurali e periferiche. Altra preziosa ricchezza naturale è il Mar Baltico, oggetto tra l altro, di una spinosa questione ambientale relativa all elevata concentrazione di metalli pesanti (eutrofizzazione) presenti nelle sue acque. Il collegamento con il mare del Nord e l oceano Atlantico è molto limitato; in inverno soprattutto, quando il Baltico è in larga parte ghiacciato. Un problema a parte è la minaccia ambientale che viene dal nord-ovest della Russia, posta dallo smaltimento delle scorie radioattive, specialmente di origine militare. La presenza di reattori nucleari nella regione russa e i problemi associati alla loro sicurezza fanno della questione nucleare un problema esteso a tutti i Paesi vicini. Negli Stati in transizione le politiche ambientali soffrono ancora di conflitti di fondo tra protezione naturale e sviluppo socio-economico. Attualmente le attività di conservazione del patrimonio naturale non sono coordinate con le politiche spaziali e regionali, e ancora di meno sono comprese concettualmente all interno di esse. Spesso, dunque, le essenziali misure volte al progresso economico vengono ostacolate, perché non si riesce a concepire una promozione innovativa delle risorse naturali come fonte di reddito e non si arriva a riconoscere l importanza della flessibilità nel raggiungimento dello sviluppo territoriale. La pianificazione del territorio offre importanti opportunità in questo senso per la protezione e lo sviluppo delle risorse naturali, attraverso la gestione integrata delle aree ecologicamente vulnerabili, i paesaggi culturali, i siti industriali ed economici, le zone densamente popolate. Essa, quando è in grado di supportare una struttura insediativa policentrica in sintonia con le capacità ambientali (anche concentrandosi su forme di trasporto ambientalmente corrette ), riesce a mettere d accordo territorio naturale e territorio economico; riesce eventualmente anche a supera-

14 15 re la competizione tra differenti, a volte contraddittori, usi del territorio quali turismo, industria, agricoltura, insediamenti residenziali. Dal punto di vista degli insediamenti, le aree periferiche sono prevalentemente rurali, caratterizzate da bassa densità di popolazione, grande distanza dai mercati principali, piccoli mercati interni, carenza di opportunità per economie di scala, scarsità di centri di formazione, livello dell educazione della popolazione relativamente basso ed una crescente mancanza di persone in età lavorativa che si spostano nelle aree metropolitane. Proprio le risorse umane sono, invece, un elemento chiave dello sviluppo, di cui emerge nuovamente la dimensione locale e regionale; è necessario che si stabiliscano delle interazioni fisiche e intellettuali attraverso nodi strategici di sinergie e comunicazioni, ambito in cui, ancora una volta, gioca un ruolo fondamentale un organizzazione territoriale che sappia combinare la crescita con un ragionevole equilibrio spaziale, mettendo in campo adeguate strutture fisiche e risorse istituzionali. 1.2 PANORAMA ECONOMICO Durante il regime sovietico, le Repubbliche baltiche erano considerate la zona industrializzata dell URSS, visto il gran numero di industrie esistenti. Dopo la caduta del comunismo sono venuti meno i rapporti commerciali con i partner tradizionali e la liberalizzazione dei prezzi ha portato gravi problemi di liquidità; trovandosi poi ad un basso livello di sviluppo, i Paesi non hanno potuto stabilire velocemente nuovi rapporti commerciali con gli Stati occidentali e quasi tutti i grandi gruppi industriali si sono praticamente dissolti. Le strutture economiche degli Stati baltici portano ancora con sé elementi dell economia centralizzata di derivazione sovietica, anche se si tratta di un fattore che ha un peso sempre minore. Si assiste ad un rapido incremento di industrie manifatturiere orientate all esportazione, spesso con un forte interesse straniero che sfrutta soprattutto i vantaggi dei bassi salari. Questo tipo di economia labour intensive sarà predominante ancora per un lungo periodo e, nonostante soffra di una forte discrepanza tra il sistema educativo e i reali obiettivi economici, rimane uno strumento fondamentale quando un Paese si inserisce nel contesto occidentale europeo e ha bisogno di farne parte con un proprio vantaggio competitivo. Nei prossimi anni è previsto un cambiamento graduale nella struttura economica di tali Paesi, a favore di un economia knowledge intensive. Questa tipologia, sebbene ad uno stadio iniziale, è fondamentale in un ottica di lungo periodo se si vuole competere con le altre economie europee su uno stesso livello; la società dell informazione e della tecnologia è il nuovo paradigma economico e culturale e le basi di questa espansione devono essere gettate ora. L andamento economico dei tre Paesi baltici presenta da anni ormai un andamento costantemente positivo, grazie alle riforme intraprese dal 1991, con tassi di crescita tra i più elevati in Europa. Fin dal 1999, infatti, alla recessione indotta dalla crisi finanziaria russa del 1998 è seguita una significativa ripresa, trainata soprattut-

15 16 to dalla domanda estera. Anzitutto è importante ricordarsi delle dimensioni piuttosto ridotte delle regione (si tratta di tre nazioni che non raggiungono in totale 8 milioni di abitanti) e del fatto che, non essendosi ancora probabilmente del tutto completato il processo di ristrutturazione economica, l economia non ufficiale, e pertanto non registrata nelle statistiche, riveste ancora un ruolo non indifferente (essa è stata stimata da un articolo pubblicato ad ottobre 2003 dal quotidiano Financial Times come prossima al 30% del PIL). I settori che maggiormente hanno alimentato questa crescita sono stati la produzione industriale, l edilizia, il commercio. Poche industrie dominano il settore industriale; negli ultimi anni i governi centrali hanno cercato di facilitare la fondazione di nuove aziende e il miglioramento delle piccole e medie imprese. I punti di forza sono insiti proprio nell intensità del lavoro e nei comparti a basso valore aggiunto (lavorazione di prodotti alimentari, di legname, prodotti tessili). L entrata nell Unione Europea, però, ha messo in evidenza il problema della ristrutturazione dei macchinari e degli equipaggiamenti elettrici esistenti. L edilizia è stato uno dei settori più dinamici dell economia negli ultimi anni, sebbene il boom edilizio sia concentrato nelle capitali e in alcune delle principali città. La costruzione di edifici commerciali (per la vendita al dettaglio e all ingrosso) è stata più attiva grazie alla massiccia costruzione di centri commerciali. Dal 2003 si sta invece assistendo anche alla crescita dell edilizia residenziale e ad un significativo aumento di progetti per la riqualificazione di infrastrutture pubbliche, come il miglioramento dei porti, la riparazione di strade e la costruzione di impianti di trattamento delle acque fognarie. Il volume degli scambi commerciali è in notevole aumento e riguarda soprattutto macchinari per l industria, prodotti legnari, tessili, siderurgici, chimici, mezzi di trasporto, metalli, alimentari. I Paesi maggiormente interessati a questi rapporti commerciali sono Russia, Germania, Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Gran Bretagna, Polonia, Stati Uniti. Il turismo è una voce che di recente ha fatto registrare una crescita del reddito. I Paesi baltici non sono, infatti, propriamente identificati come una destinazione turistica. Tuttavia il turismo di affari e quello di piacere, specialmente rivolti alle capitali e alle grandi città, hanno oggi una loro nicchia nell economia locale e costituiscono un potenziale per contribuire allo sviluppo con nuova occupazione, e alla diffusione di una nuova coscienza ambientale e culturale. I turisti cercano nuove esperienze dalla cultura, dalla natura, dalle relazioni sociali proprie del territorio in cui si trovano; chi viaggia per lavoro ha bisogno di servizi tecnici, competenza, sicurezza. L espansione del turismo chiama in causa un monitoraggio sulla presenza e sulla funzionalità delle infrastrutture di base: si rendono necessari investimenti in aeroporti, porti, strade, ferrovie, telecomunicazioni e nuove tecnologie, al fine di intrecciare relazioni più strette con l economia europea e mondiale, per non perdere le opportunità che derivano dall inserimento di un sistema locale nel contesto globale.

16 17 Un problema permanente, comune a tutti e tre gli Stati, è la disoccupazione. Principalmente di natura strutturale, è notevolmente aumentata in seguito alla transizione verso il libero mercato, come conseguenza del processo di ristrutturazione ed ottimizzazione dell intero settore industriale. Molte persone hanno una formazione professionale di tipo sovietico, che non è compatibile con le richieste di un economia moderna di mercato. Numerose, inoltre, sono le attività legate all economia sommersa e i lavori sottopagati. 1.3 RAPPORTI CON L ITALIA ED OPPORTUNITA D INVESTIMENTO Per quanto riguarda le relazioni con l Italia, i settori della meccanica, dell abbigliamento e delle calzature e dei prodotti alimentari, sono quelli che in termini di qualità meglio rappresentano il made in Italy, vantando in queste zone una notevole diffusione anche nel commercio al dettaglio. La presenza italiana resta comunque inferiore alle sue potenzialità; in effetti, la lontananza geografica dei mercati dei Paesi baltici e le loro ridotte dimensioni, sia in termini di popolazione che di potere d acquisto, unitamente alla farraginosità dell apparato burocratico, non rappresentano certo degli incentivi per le PMI italiane. Questi deterrenti sono in parte compensati dai vantaggi rappresentati dalla strategica posizione geografica della regione, quale ponte per l Occidente verso il vasto mercato che arriva fino alle aree nord-occidentali della Russia. In realtà, negli ultimi dieci anni, Estonia, Lettonia e hanno compiuto notevoli progressi, assicurando la stabilità macroeconomia e migliorando costantemente il clima degli investimenti. Nei settori tecnologicamente avanzati, in cui le imprese italiane hanno raggiunto buoni livelli di specializzazione, sono auspicabili sinergie ed interazioni con i più importanti comparti dell industria locale, soprattutto nei settori dei beni strumentali e dell impiantistica, e non solo per fornire macchinari, impianti e componenti, ma anche per incentivare investimenti e collaborazioni industriali. In effetti, nelle partecipazioni industriali e negli investimenti diretti, la posizione dell Italia è ancora alquanto debole poiché, nonostante le forti potenzialità, manca da parte delle aziende un reale interesse, che può essere sollecitato prendendo in considerazione i programmi di sviluppo delle tre Repubbliche baltiche nel loro insieme, con particolare attenzione ai fondi che vengono messi a disposizione dalla Comunità Europea, schiudendo interessanti opportunità di cooperazione. Ad esempio, appaiono promettenti gli investimenti nei settori dell approvvigionamento idrico, della viabilità, dell energia e della protezione dell ambiente in senso lato, ambiti in cui saranno necessari adeguamenti delle infrastrutture e dei processi alle normative comunitarie. L Istituto per il Commercio Estero ha identificato fra i settori più attraenti per l export italiano quelli della meccanica in senso lato, senza tralasciare comunque i tradizionali settori degli articoli di gomma e plastica, prodotti chimici e farmaceutici, nonché tessuti, calzature, autoveicoli industriali e agricoli, prodotti alimentari. Quanto alle opportunità d investimento, le opportunità maggiori sono presenti nei beni strumentali e nell impiantistica oltre che nei settori tessile, alimentare, ambiente,

17 18 delle telecomunicazioni e del legno. Un area di potenziale interesse per le imprese italiane potrebbe essere quella dei servizi bancari. Il sistema bancario, infatti, è formato da un numero limitato di istituti, parzialmente in mano a gruppi stranieri, e offre una contenuta gamma di servizi finanziari, scarsamente diversificata e non sufficientemente flessibile. In nessuna delle tre Repubbliche, comunque, è presente una banca italiana, il che incide negativamente sui rapporti commerciali e costituisce un deterrente per gli investitori; allo stesso tempo rappresenta un potenziale interesse. E soprattutto nel campo delle piccole e medie imprese e delle aziende agricole che il sistema bancario appare inadeguato a finanziare i progetti di ristrutturazione e il potenziamento delle infrastrutture, nonché a sostenere lo sforzo di competitività che l ingresso nell Unione Europea comporta. Nel settore agricolo, in particolare, le piccole aziende non sono in grado di reperire i finanziamenti necessari per adeguare le proprie strutture e dimensioni alle esigenze di un agricoltura moderna. 1.4 ANALISI SWOT PUNTI DI FORZA Percezione del concetto Baltico come una preziosa qualità comune: visione pan-baltica in termini di rafforzamento politico e cooperazione transnazionale. Apertura al commercio internazionale ed agli investimenti. Qualità ambientale relativamente alta. Importante patrimonio culturale. Presenza di risorse naturali ancora da sfruttare. PUNTI DI DEBOLEZZA Instabilità delle istituzioni nel delineamento di politiche territoriali. Insufficienza delle istituzioni di mercato. Disparità nel livello di sviluppo socioeconomico nei confronti dei Paesi occidentali vicini. Persistenza di barriere per l accesso al mercato. Alto grado di sensibilità naturale, inquinamento del Mar Baltico. Mancanza di una strategia logistica per connessioni intermodali. Insufficienza delle infrastrutture di trasporto. OPPORTUNITA RISCHI Cooperazione tra città e regioni per Crescita economica accompagnata da rafforzare la posizione competitiva disuguaglianze sociali. dell intera area baltica. Sviluppo insostenibile dovuto all ottica Utilizzo dei fondi dell UE. di breve periodo, alla mancanza di Potenzialità di un lungo periodo di approcci integrati e multisettoriali. rapida crescita. Difficoltà a fare propri i requisiti della Benefici derivanti dalla globalizzazione. New economy. Potenzialità per lo sviluppo di turismo di Pressione crescente sulle regioni qualità. agricole. Pressione sul territorio relativamente Forte pressione delle attività umane sul bassa, grazie ad una bassa densità di paesaggio. popolazione. Sviluppo non equilibrato del sistema Alto potenziale dei servizi marittimi per urbano. assorbire la futura crescita di trasporti. Diseconomie urbane. Livello decrescente dei servizi per il trasporto pubblico, eccessivo aumento del trasporto stradale. Fonte: elaborazione da Baltic Sea Region INTERREG III B Neighbourhood Programme

18 Capitolo secondo I Paesi Baltici nell Unione Europea 19 Fonte: Banca Centrale Europea 2.1 ALLARGAMENTO AD EST Tra la fine del XX e l inizio del XXI secolo si sono aperte e si stanno attualmente delineando per i Paesi baltici nuove prospettive di sviluppo. Queste sono alimentate da due grandi processi: la transizione, in ogni singolo Stato, del sistema socio-economico verso la democrazia e l economia orientata al mercato, e il loro accesso all Unione Europea. Il primo processo si è diffuso praticamente nell intera regione, portando innovazioni nell imprenditoria locale grazie alla reale apertura dei mercati agli scambi internazionali; il secondo processo è in corso e lontano dall essere concluso, in ragione di alcune questioni da affrontare e superare, sebbene Estonia, Lettonia e siano ufficialmente entrate nell UE nel A differenza degli altri nuovi membri che precedentemente hanno avuto accesso all Unione, le Repubbliche Baltiche stanno sperimentando un impatto più profondo, poiché le loro strutture amministrative e i loro meccanismi decisionali non sono abbastanza armonizzati per rispondere adeguatamente alle iniziative comunitarie. Questo implica un enorme sfida sia per gli Stati stessi, che per i vecchi membri che devono contribuire ad incrementare la capacità dei nuovi ad adottare i dettami fondamentali della politica europea ed aiutarli nella riconciliazione tra sviluppo, cresci-

19 20 ta ed equilibrio. In effetti, l allargamento non costituisce una novità assoluta, dal momento che il processo d integrazione dei mercati è cominciato immediatamente dopo il crollo del muro di Berlino nel L efficienza economica dell Unione allargata non deriverà in modo automatico dalla sua ampiezza; molto dipenderà dal modello economico che si darà il processo d integrazione e a come verranno gestite opportunità, vantaggi e rischi. Per gli Stati già appartenenti all Unione, l integrazione economica ad est ha già realizzato progressi importanti nella fase di preadesione dal punto di vista della flessibilità delle imprese, dell acquisizione di nuovi spazi di mercato, di favorevoli occasioni di investimento. Oltre ai grandi trasferimenti di capitali in vecchi e nuovi assetti, si è assistito allo spostamento di attività già esistenti nei Paesi comunitari, attraverso l outsourcing di segmenti produttivi o di intere produzioni di beni ad alta intensità di lavoro, soprattutto nel campo dell abbigliamento, delle calzature, della metallurgia, di articoli elettrici. 2.2 L INGRESSO NELL EURO Il passaggio all euro è visto come il sigillo conclusivo e irreversibile della nuova appartenenza all Unione e quindi una tappa d arrivo delle politiche di transizione passate e in corso. L obiettivo euro comporta a sua volta vincoli che possono contribuire a motivare ed accelerare il processo di riforme economiche e sociali in atto: privatizzazioni delle imprese ancora sotto l egida pubblica, liberalizzazione di tariffe e prezzi amministrati, deregolamentazione del mercato del lavoro, ridimensionamento del welfare state; riforme sollecitate dalle istituzioni internazionali, come l Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e il Fondo Monetario Internazionale, ma che incontrano resistenze in una parte consistente delle forze sociali e politiche. A favore dell ingresso nell euro, si rileva come la sua adozione può rafforzare la crescita attraverso la riduzione dei tassi d interesse e l eliminazione del rischio di cambio; stabilizzare le politiche fiscali per corrispondere ai più rigidi criteri dell Unione Europea; contenere stabilmente i tassi d inflazione; porre l economia al riparo dagli shock monetari e finanziari dei mercati esteri. L insieme di queste condizioni può, a sua volta, giocare a favore degli investimenti esteri, e così rafforzare ulteriormente la crescita. Nonostante le potenzialità positive attribuite all ingresso nell euro, le istituzioni internazionali evidenziano anche il rovescio della medaglia; si distingue la partecipazione all euro, una volta realizzata, dalla preparazione per accedervi. La transizione implica l adozione di un insieme stringente di regole, che può risultare di ostacolo alla crescita e alla necessità di colmare il profondo divario economico dei paesi in questione rispetto all Unione. In altri termini, si sottolinea la necessità di puntare a una convergenza reale, prima che a quella nominale. Il FMI evidenzia che i tassi d inflazione tendono ad elevarsi in presenza di una crescita accelerata (che è indispensabile a questi paesi) e che il disavanzo fiscale può

20 21 essere influenzato dall esigenza di una più intensa politica di investimenti infrastrutturali e dalla partecipazione finanziaria all utilizzo dei fondi strutturali della Comunità. Inoltre, la flessibilità del cambio può essere una leva per un più favorevole equilibrio della politica commerciale. Questi sono tutti fattori che contrastano con la rigidità delle regole previste per la partecipazione all euro. Dal 28 giugno 2004 Estonia e sono entrate a far parte dei nuovi Accordi Europei di Cambio (AEC II), accordi multilaterali relativi a un regime di cambio fisso ma aggiustabile, basato su una parità centrale e una banda di oscillazione standard del ±15 per cento. Le politiche economiche degli Stati membri partecipanti agli accordi devono essere coerenti con il mantenimento della parità centrale e atte, pertanto, ad evitare disallineamenti. L accordo per la partecipazione agli AEC II ha poggiato sul preciso impegno delle rispettive autorità a perseguire politiche di bilancio rigorose, essenziali per mantenere la stabilità macroeconomica e assicurare la sostenibilità del processo di convergenza. Inoltre, allo scopo di ridurre i disavanzi e garantire la sostenibilità dei conti correnti, i due paesi hanno convenuto di contenere l espansione del credito interno, di assicurare un efficace vigilanza sul sistema finanziario e, nel caso dell Estonia, di promuovere la moderazione salariale. La Lettonia ha invece mantenuto la propria valuta al di fuori del meccanismo di cambio, provocando il deprezzamento del lat, indebolimento dovuto principalmente al rafforzamento dell euro. 2.3 IL PROCESSO DI CONVERGENZA Da parte dei nuovi Paesi entranti, l adesione all Unione Europea ha implicato un complesso processo di convergenza attraverso dei negoziati durati molti anni, in seguito ai quali hanno dovuto avviare l adeguamento all acquis comunitario (direttive, regolamenti, prassi) che regola i rapporti all interno dell Unione. La contropartita determinata dall adesione è l ingresso in un area economica avanzata che rafforza le potenzialità di sviluppo dei Paesi aderenti. Tre questioni, che si ritengono non risolte, hanno occupato un posto centrale nei negoziati: quelle inerenti alla politica agricola, che prevede un equiparazione dei sussidi entro il 2013, a partire da una base del 25% dei contributi attualmente erogati nei Paesi beneficiari dei Quindici (il sussidio attualmente previsto è di 49 euro per ettaro); vi è poi la questione dei fondi strutturali, che non possono superare il livello massimo del 4% del reddito nazionale dei Paesi beneficiari, il che trova giustificazioni nella capacità di assorbimento dei fondi stessi, ma in termini assoluti penalizza i Paesi più poveri; infine, la libera circolazione dei lavoratori incontrerà limiti determinati autonomamente dai Paesi di accoglienza per un periodo di transizione che potrà andare da due a sette anni. In linea generale, la transizione ha richiesto per tutti tre mutamenti di fondo: la liberalizzazione del commercio estero e dei prezzi; la privatizzazione delle attività produttive, a partire dalle attività minori fino alle grandi imprese di Stato; la stabilizzazione finanziaria. I problemi della convergenza, che vengono a volte sintetizzati dallo scarto nel red-

21 22 dito pro-capite, sono in realtà più articolati e investono i temi della coesione sociale; il reddito medio, sia in termini di cambio che di potere d acquisto, nasconde divari rilevanti nella scala del reddito e delle retribuzioni, divari che tendono a crescere fra coloro che lavorano nei settori legati ai mercati internazionali, e i lavoratori delle piccole e medie imprese locali e delle amministrazioni pubbliche. La convergenza assume, pertanto, sia valori quantitativi (la crescita del reddito medio), sia valori qualitativi (in relazione alla coesione sociale). I problemi del modello economico e sociale si riflettono, infine, sulla stabilità politica dei governi; la politica fiscale presenta, infatti, aspetti molto delicati e contrastanti. Se, da un lato, la riduzione delle imposte dirette trova consenso in un impostazione di politica economica neo-liberista, dall altro, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea raccomandano ai paesi entranti una riduzione rapida e strutturale del disavanzo pubblico, conforme ai criteri del Patto di stabilità, anche indipendentemente dal loro ingresso nell euro. Questo significa che la riduzione della spesa pubblica si riflette sui regimi di welfare (sanità, istruzione, pensioni e sussidi), accentuando il disagio sociale in una parte della popolazione e alimentando gli elementi di dissenso e d instabilità politica. Da circa la metà del 2003 si è delineata una tendenza ascendente dei tassi d inflazione, dovuta alla rapida crescita della domanda interna, accompagnata dalla forte espansione dei salari e del credito, all aumento delle imposte indirette e dei prezzi amministrati connesso con l adesione all UE e al rincaro del petrolio. I tassi d inflazione hanno registrato livelli assai elevati nel biennio , per poi scendere al di sotto del 5% agli inizi del 1999 e ridursi ulteriormente nel ; più recentemente l inflazione ha registrato una tendenza crescente. Nel medio periodo i nuovi Stati membri devono prepararsi ad affrontare alcuni rischi e talune sfide per la stabilità dei prezzi. Data la crescita attesa della domanda sia interna sia esterna e del grado di utilizzo della capacità produttiva, sussistono rischi di effetti di secondo impatto sui salari, che potrebbero pregiudicare la stabilità dei prezzi nel medio periodo; è inoltre probabile che nei prossimi anni anche il processo di catching up influisca sul tasso di inflazione, benché le dimensioni precise di tale impatto siano difficili da valutare. ESTONIA I presupposti fondamentali per il conseguimento di un grado elevato di convergenza sostenibile in Estonia sono rappresentati dal mantenimento della disciplina di bilancio e dal contenimento dell espansione del credito nel contesto di un efficace vigilanza finanziaria; ciò contribuirebbe altresì a garantire un ordinato ridimensionamento dell ampio disavanzo di conto corrente su livelli sopportabili. Un importante obiettivo delle politiche economiche nel medio periodo è inoltre costituito da un migliore funzionamento del mercato del lavoro, necessario per il raggiungimento di una stabilità dei prezzi, l aumento della crescita e l abbassamento del tasso di disoccupazione persistentemente elevato dell Estonia. L inflazione al consumo ha generalmente mostrato una tendenza calante, anche se

22 23 in epoche più recenti è andata aumentando. Il processo di riduzione dell inflazione riflette importanti scelte di politica economica, e in particolare l avere orientato la politica monetaria al raggiungimento della stabilità dei prezzi mediante l adozione di un regime di currency board a partire dal L inflazione è andata calando sia nelle fasi di vigorosa crescita in termini reali del PIL, sia in quelle di notevole rallentamento della stessa. L incremento del costo del lavoro per unità di prodotto è sceso a livelli estremamente bassi nel 2000 e nel 2001, per poi salire lievemente nei due anni successivi. Su un orizzonte temporale più lungo, il mantenimento di un contesto favorevole alla stabilità dei prezzi in Estonia è subordinato alla conduzione, fra l altro, di adeguate politiche fiscali e salariali. Migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro è un ulteriore e importante obiettivo delle politiche economiche; gli incrementi salariali dovrebbero tener conto di quelli nei paesi concorrenti e mantenersi in linea con la crescita della produttività del lavoro. L elevato disavanzo di conto corrente del paese giustifica il mantenimento di politiche fiscali prudenti. Per quanto concerne la sostenibilità degli andamenti di finanza pubblica, sulla base degli avanzi fiscali previsti nel Programma di convergenza, l Estonia continuerà a rispettare l obiettivo di medio termine contenuto nel Patto di stabilità e crescita, che prevede un saldo di bilancio prossimo al pareggio o in avanzo. LETTONIA L avvio di un adeguato percorso di risanamento delle finanze pubbliche e il contenimento della forte crescita del credito costituiscono i presupposti fondamentali per il conseguimento di un grado elevato di convergenza sostenibile in Lettonia. Il tasso d inflazione al consumo ha mostrato una tendenza calante fino al 2003, per poi subire un inversione di tendenza; la discesa dell inflazione è stata accompagnata da una robusta crescita in termini reali del PIL. Nonostante la sostenuta dinamica economica, il tasso di disoccupazione, pur in graduale diminuzione, resta su livelli elevati. La creazione di un contesto favorevole alla stabilità dei prezzi in Lettonia è subordinata, fra l altro, all adozione di politiche macroeconomiche solide e in particolare di un orientamento fiscale restrittivo. Gli incrementi salariali non dovrebbero superare né quelli dei paesi concorrenti né la crescita della produttività del lavoro. Risulta inoltre importante aumentare ulteriormente la flessibilità del mercato dei beni e affrontare i rimanenti problemi strutturali del mercato del lavoro, in quanto ciò potrebbe concorrere a ridurre l elevato livello di disoccupazione del paese. LITUANIA Per un insieme di fattori specifici, la è attualmente considerata un caso anomalo in termini di stabilità dei prezzi. I rischi di aumento dell inflazione sono connessi al possibile surriscaldamento dell economia, alla forte crescita del credito, a un orientamento fiscale espansivo e ai possibili effetti di secondo impat-

23 24 to provocati dal recente incremento dell inflazione. In un orizzonte temporale più lungo, il mantenimento di un contesto favorevole alla stabilità dei prezzi in è subordinato, fra l altro, all avvio di un percorso sostenibile di risanamento delle finanze pubbliche, a una dinamica salariale moderata, alla maggiore concorrenza sui mercati dei beni e al migliore funzionamento dei mercati del lavoro. Per quanto riguarda la sostenibilità degli andamenti di finanza pubblica, con i disavanzi fiscali previsti per i prossimi anni la Lettonia e la non soddisferebbero l obiettivo di medio termine contenuto nel Patto di stabilità e crescita. L ampio disavanzo di conto corrente dei due Paesi rende opportuna l adozione di politiche di bilancio prudenti; è necessario perseguire con determinazione il contenimento dell attuale forte crescita del credito e un efficace vigilanza finanziaria. In tale contesto, un sistema fiscale e assistenziale più efficiente e più favorevole allo sviluppo dell occupazione potrebbe accrescere gli incentivi al lavoro e contribuire in misura significativa al riequilibrio delle finanze pubbliche, promuovendo nel contempo la crescita economica e la convergenza del reddito reale, nel quadro del completamento del processo di transizione verso un economia di mercato. 2.4 CONSEGUENZE SPAZIALI Le disparità regionali costituiscono una delle questioni principali individuate dalle politiche comunitarie il processo di allargamento dovrebbe coinvolgere tutti i livelli amministrativi delle tre Repubbliche baltiche, così che possano essere in grado di condurre azioni concertate verso la coesione economica e sociale. L obiettivo richiede la partecipazione attiva delle amministrazioni locali e regionali, come tramite nel dialogo tra governi nazionali e la Commissione Europea. Il modello di partnership nazionale-regionale nell affrontare le questioni di sviluppo regionale rappresenta ancora una sfida per gli Stati; ancora oggi, infatti, l adesione all UE, con i tutti prerequisiti necessari al processo, è considerata fondamentalmente una responsabilità nazionale. I governi dell Estonia, della Lettonia e della lasciano poco spazio alle politiche regionali, il che fino da ora è stato giustificato dal fatto che c è una debole tradizione politica nell associare la pianificazione territoriale allo sviluppo regionale, rispetto a quella nei vecchi Stati membri. Inoltre, c è una debolezza di fondo legata all indipendenza del livello regionale nel sistema territoriale politico-amministrativo, non supportato da strumenti finanziari, o in alcuni casi anche assente. E importante dunque che agli Stati baltici derivino dalle good practices degli altri Stati europei, insegnamenti sui successi della pianificazione spaziale nel modellare le politiche di sviluppo regionale. I documenti nazionali predisposti all accesso nell Unione individuano alcune aree di priorità, per lo più di natura settoriale; la pianificazione, in quanto strumento trasversale, non è menzionata. All interno della politica di sviluppo spaziale europea, nuove misure includono l identificazione e il monitoraggio di progetti infrastrutturali e di pianificazione, effettuati da differenti settori pubblici, formulando strategie integrate e, quindi, superando la logica settoriale delle politiche amministrative.

24 25 Risulta essenziale per la regione baltica che la pianificazione tenga conto di alcuni aspetti: l espansione delle infrastrutture per il trasporto transnazionale e per la politica comunitaria dei trasporti, la riqualificazione delle zone post-industriali e delle aree urbane, l aggiustamento strutturale nelle campagne, l effettiva gestione del patrimonio naturale e culturale. Queste misure devono attivare iniziative regionali assicurando il co-finanziamento dai fondi europei. Le azioni di pianificazione transnazionale sono chiamate a costituire un solido fondamento per i programmi operativi comunitari, focalizzati sugli investimenti across the border. Questo ovviamente contribuirà alla coesione economica e sociale delle aree separate finora da confini statali, e sarà un reciproco processo di apprendimento e un rafforzamento delle relazioni partenariali. La formulazione di strategie di sviluppo spaziale per il sistema di territori transnazionali si evidenzia per la sua importanza come supporto all integrazione, al rafforzamento della competitività ed alla diminuzione delle disparità. Il nuovo scenario mira a migliorare il ruolo delle aree considerate periferiche e di sviluppare il potenziale dei nuovi Stati membri in termini di comunicazioni; le politiche di trasporto, inoltre hanno l obiettivo di incoraggiare varie forme di sviluppo policentrico.

25 26 Prodotto Interno Lordo pro capite per area Fonte: ESPON database

26 Capitolo terzo Logistica IMPORTANZA DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Il territorio non è semplicemente uno spazio: è composto da persone che ci abitano, con le loro differenti organizzazioni sociali e i modi di costruire le proprie identità, insediandosi in un luogo, instaurando relazioni. Viviamo un epoca in cui le concezioni di spazio e di tempo cambiano e si relativizzano molto velocemente, perdendo spesso la corrispondenza con la materialità; le distanze si accorciano sempre di più fino ad annullarsi e a sovrapporsi. Le connessioni e le reti acquisiscono, dunque, un importanza cruciale, simbolica oltre che materiale, la cui assenza costituisce un grande ostacolo e la cui presenza un potenziale ventaglio di opportunità. Coloro che ci guidano ci fanno apparire abitanti di un mondo a porte aperte, senza confini. Ci invitano a muoverci, a sentirci cittadini del mondo. Purtroppo invece la maggioranza delle persone trova quelle porte chiuse, si vede impossibilitata a superare quegli stessi confini, per questioni politiche, sociali, mentali e talvolta anche solo materiali. Le barriere formali che infatti si cercano di abbattere giorno dopo giorno, si scoprono essere spesso tutt altro che un retaggio, sia dal punto di vista istituzionale, che dal punto di vista delle persone che abitano e si spostano in un determinato territorio. Emerge la necessità di rivedere e correggere le logiche della pianificazione territoriale, specialmente in quelle regioni del mondo che hanno in un certo modo subito le scelte globalizzanti dell altra parte del mondo. Il criterio con cui si pianifica un territorio è fondamentale perché può promuovere l insediamento equilibrato delle strutture, l efficienza delle reti di comunicazione, un uso appropriato delle risorse naturali e quindi uno sviluppo spaziale sostenibile, contribuendo alla coesione economica e sociale dell intera regione in cui si va ad operare. Le reti di trasporto e di comunicazione, i sistemi urbani e gli insediamenti, le strutture per la protezione delle aree naturali e del paesaggio richiedono un coordinamento per l integrazione dell intero territorio. La tematica della coesione spaziale viene fuori in tutta la sua rilevanza. Nel modello tradizionale di sviluppo regionale le autorità statali erano deputate alla correzione delle differenziazioni e degli squilibri; in un Europa che si vuole senza confini sorge il bisogno di delineare politiche su territori più vasti, cercando di offrire eque opportunità di sviluppo. La coesione territoriale si basa su alcune condizioni che ne dovrebbero garantire la sostenibilità: il potenziale, la posizione, l integrazione. La nozione di potenziale si riferisce alla dimensione endogena dello sviluppo, esprime il fatto che la coesione può essere raggiunta dai territori che hanno una sufficiente dotazione di risorse e che così possono sviluppare una propria identità. Il potenziale include i vantaggi così come i vincoli presenti in un area, tenendo conto che un fattore può essere considerato in entrambi i modi a seconda dei punti di vista, ad esempio una mon-

27 28 tagna, un infrastruttura possono rappresentare un opportunità per un tipo di economia, ma anche un limite per un altro tipo. I diversi punti di vista con cui si interpreta e si utilizza un elemento del territorio possono generare conflitti sulla valutazione e sulla gestione delle risorse; una corretta metodologia di pianificazione dovrebbe soprattutto concentrarsi sull uso strategico del territorio per prevenire e risolvere tali conflitti. La posizione invece fa riferimento al contesto spaziale, esprime il fatto che la coesione si basa sulla relatività dei territori, perché la localizzazione non può prescindere dalle caratteristiche delle aree vicine e dalle relazioni che si instaurano. Specificare la posizione ci svela parecchi aspetti di un territorio: accessibilità in termini di trasporti e comunicazioni, presenza di confini e discontinuità con le altre zone, rapporti con i territori adiacenti in termini di complementarietà/competitività, evoluzione temporale di tali rapporti con riguardo alla convergenza/divergenza. Il concetto di integrazione si focalizza sulle relazioni tra le parti del territorio considerato che si presentano sotto forma di flussi e scambi materiali o immateriali; dipende dal potenziale e dalla posizione, ma anche da altri parametri quali il contesto globale e quello storico di riferimento. L integrazione può rafforzare il potenziale di un territorio ma può anche accentuare le disparità; è necessario che venga attuata al livello orizzontale (coordinamento di differenti attività e politiche settoriali) e al livello verticale (coinvolgimento di diverse autorità nel sistema di pianificazione nazionale). Il territorio è promosso come una risorsa qualitativa di sviluppo, includendo l organizzazione e il funzionamento degli insediamenti, le infrastrutture, le ricchezze naturali e culturali. La pianificazione territoriale rappresenta dunque un importante opportunità, in quanto determina la competitività socio-economica delle regioni. L organizzazione dei sistemi urbani, delle reti della mobilità e dell insediamento, l equilibrio delle relazioni fra città e campagna, l ambiente culturale, la localizzazione del capitale umano, la prossimità geografica e le interrelazioni tra scienza e industria, sono alcuni tra i molteplici fattori che giocano un ruolo importante nell assicurare l innovatività di una regione. La questione non rimanda alla mera disponibilità di territorio, ma soprattutto alla sua strutturazione e alle relazioni funzionali tra i vari stakeholders. 3.2 STRUTTURA INSEDIATIVA La struttura insediativa di una regione mette in luce rilevanti aspetti dell organizzazione socio-economica dell area ed è essenziale per la componente ambientale e sociale dello sviluppo sostenibile. La struttura di un sistema locale è soprattutto fondamentale in quanto determina l accessibilità di un territorio, elemento indispensabile per la capacità di attrarre investimenti. In linea generale una configurazione policentrica, e comunque non concentrata su un unico polo attrattore, assicurando la migliore fruibilità dei principali servizi sociali, sembra essere la tipologia che meglio risponde sia all ottica dello sviluppo sostenibile che a quella economica degli investitori; la cooperazione e la costruzione

28 29 di reti fra città favoriscono la coesione regionale. Per quanto riguarda gli Stati baltici, da un punto di vista transnazionale si impone la necessità di istituire relazioni tra i loro nuclei urbani con quelli degli altri Paesi europei, relazioni per ragioni storiche abbastanza deboli, ma che stanno progressivamente migliorando, specialmente tenendo conto del nuovo contesto comunitario e le opportunità di costruire connessioni che esso comporta. Le subregioni metropolitane baltiche devono comunque ancora superare totalmente l eredità del passato, di territori che gravitavano attorno alla Russia statalista e non hanno potuto quindi sviluppare nel tempo una loro struttura, in modo sufficiente da permettere all area di occupare un ruolo indipendente nell economia globale. Questo si accompagna alle conseguenze della globalizzazione e alla recente apertura della loro economia. L economia di mercato, infatti, facilita la dispersione degli insediamenti e l urbanizzazione sregolata; la rapida crescita che hanno sperimentato le tre Repubbliche si è concentrata nelle aree che gravitano intorno alle capitali a discapito delle altre zone, che invece registrano un generale declino demografico. Il risultato è una struttura pressoché monocentrica: in Estonia, Tallin con abitanti rappresenta il 29% della popolazione totale, mentre Tartu, con abitanti, ha un ruolo secondario a livello nazionale; in Lettonia, Riga ( abitanti) ha il 32% della popolazione, e Daugavpils (con soli abitanti) è la seconda città; la fa leggermente eccezione, con Vilnius ( abitanti) che rappresenta il 16% dell intera popolazione e Kaunas che, con abitanti, riesce a giocare un ruolo anche internazionale. Altri problemi sono: la mancanza di controllo dell urbanizzazione, rapporti insufficienti dello sviluppo urbano con i sistemi di trasporto pubblico, continua localizzazione di nuovi insediamenti senza preoccuparsi della forma che assumono, degrado dei centri urbani, decrescente accessibilità alle zone rurali. E indispensabile che queste tendenze vengano controbilanciate da adeguate misure, che includano nei piani una logica di comunicazione e sinergia di reti. L accrescimento dell accessibilità e della connettività, come strategia per il consolidamento della competitività, contribuisce alla coesione e alla riduzione delle disparità territoriali. 3.3 TRASPORTI ESTONIA Ferrovie: totali 958 km. Autostrade: totali km, di cui pavimentati e non pavimentati (nel 2002). Vie acquatiche: 500 km. Porti: Haapsalu, Kunda, Muuga, Paldiski, Parnu, Tallinn. Gasdotti: 859 km. LETTONIA Ferrovie: totali 2303 km.

29 30 Autostrade: totali km, di cui pavimentati e 3265 non pavimentati (nel 2002). Vie acquatiche: 300 km. Porti: Liepaja, Riga, Ventspils. Gasdotti: 1097 km. LITUANIA Ferrovie: totali 1998 km. Autostrade: totali km, di cui km pavimentati e non pavimentati (nel 2002). Vie acquatiche: 600 km. Porti: Butinge, Kaunas, Klaipeda. Gasdotti: 1696 km. Negli ultimissimi anni si è registrato, come conseguenza della crescita economica, un incremento del volume degli scambi di merci e persone; è aumentata la domanda per le spedizioni di merci e per i servizi legati ai trasporti, domanda spesso non supportata da un aumento parallelo delle strutture logistiche. L accordo europeo del 2002 impone l armonizzazione della legislazione interna dei Paesi con la normativa comunitaria e il miglioramento dell accesso al mercato dei trasporti, una cooperazione per la ristrutturazione e l ammodernamento delle infrastrutture e dei veicoli stessi, la facilitazione del transito e il raggiungimento di standard operativi comparabili a quelli della Comunità. Nella relazione del 2003, la Commissione europea aveva già constatato che le Repubbliche baltiche rispettano gli impegni e i requisiti fondamentali risultanti dai negoziati di adesione in materia di reti di trasporto transeuropee, di trasporto su strada, di navigazione interna e di trasporti ferroviari, e che sarebbero state in grado di applicare l acquis comunitario. TRASPORTI STRADALI La situazione infrastrutturale dei trasporti stradali negli Stati baltici può essere descritta come un sistema di collegamenti e reti mancanti. Gran parte della rete stradale è ormai logora e le risorse finanziarie non sono state fino ad ora sufficienti al rifacimento totale di tutto il pavimento asfaltato. Il numero dei veicoli è in costante aumento, ma si tratta maggiormente di vetture obsolete e molto inquinanti; la maggior parte delle città poi non è dotata di tangenziali, il che causa un notevole congestionamento automobilistico. Anche gli autobus pubblici, urbani e interurbani, sono diventati obsoleti, insicuri e inquinanti. La legge sui trasporti stradali adottata in Estonia a giugno 2000, che disciplina il trasporto nazionale e internazionale di merci e il trasporto a carattere non commerciale dei viaggiatori, costituisce la base di vari testi che trattano questioni fiscali e relative al sistema di rilascio delle licenze per i trasporti internazionali; introduce inoltre per la prima volta nel Paese la nozione di trasporto combinato. Con la legge sui

30 31 trasporti pubblici del 2001, sono state adottate disposizioni relative agli obblighi di servizio che i trasporti pubblici devono rispettare, agli aiuti di Stato concessi a questi ultimi ed alle condizioni di accesso per le imprese al mercato dei servizi di trasporto. In materia di capacità amministrativa, sono stati raggiunti dei miglioramenti nella formazione del personale. Nel 2003 è stato completato l acquis comunitario in campo fiscale e sociale, ad eccezione dei controlli dei periodi di guida e di riposo degli autisti; deve continuare l allineamento in materia di controllo tecnico su strada dei veicoli commerciali, nonché di dispositivi di limitazione della velocità. La Lettonia nel 2000 ha armonizzato la legislazione relativa al trasporto di merci pericolose, con il miglioramento della legge sul controllo tecnico. Nel 2002 si è allineata sulle norme in materia di tempi di guida e di periodi di riposo; ha inoltre ratificato la convenzione europea concernente i servizi internazionali occasionali di trasporto di viaggiatori effettuati con INTERBUS. La Lettonia deve tuttavia continuare a migliorare l accesso al mercato dei trasporti, la determinazione delle tariffe, l armonizzazione fiscale, la sicurezza, l ambiente, la legislazione sociale. L amministrazione, inoltre, deve essere ulteriormente potenziata; occorre chiarire la struttura dell organico e il ruolo svolto dal Ministero dei Trasporti. Uno dei problemi più grandi che ostacola lo sviluppo del sistema logistico dei trasporti è legato al confine orientale con la Russia, in Estonia e Lettonia. Uno stesso varco è utilizzato per tutti i tipi di veicoli, l attraversamento del confine può richiedere anche molte ore; i controlli russi sono spesso molto rigidi, specialmente per quanto riguarda le norme sanitarie e veterinarie. Anche in la maggior parte dei progressi registrati concernono il trasporto di merci pericolose su strada, grazie all adozione di decreti ministeriali sulle procedure di formazione dei conducenti e sui requisiti tecnici dei veicoli. Nel 2001 ha ratificato l accordo INTERBUS; tra il 2001 e il 2002 l allineamento legislativo all acquis ha compiuto progressi, ma resta da rafforzare la capacità amministrativa e l attuazione della normativa sociale.

31 Principali arterie viarie su strada 32 Fonte:UNEP TRASPORTO FERROVIARIO Il trasporto ferroviario è caratterizzato da un lento processo di riorganizzazione, da una bassa qualità strutturale, da un offerta non equilibrata di infrastrutture sul territorio, dalla mancanza di interfunzionalità tra i differenti sistemi ferroviari nazionali (differenze nei sistemi elettrici, di segnalazione, differenti misure delle ferrovie stesse). I problemi principali sono: l ammortamento fisico delle infrastrutture, la povertà delle connessioni con il resto dell Europa, specialmente attraverso la Polonia, l insufficiente sviluppo delle linee elettriche. In Estonia è stato completato nel 2001 il processo di privatizzazione delle ferrovie e procede la riorganizzazione dell amministrazione, ma è opportuno completare la suddivisione delle mansioni e deve ancora essere garantita l indipendenza delle

32 33 funzioni di ripartizione delle capacità e di tariffazione. In Lettonia il settore è in continua ristrutturazione, ha cominciato ad aprirsi alla concorrenza a seguito del rilascio, a due società private, di licenze per il trasporto di merci. Nell ottobre 2000 è stata adottata una legge che ha istituito un autorità di regolamentazione per i trasporti ferroviari; nel 2002 è stato creato un operatore separato per il trasporto interno di passeggeri, la filiale Treni passeggeri, nel quadro della ristrutturazione della S.p.A. Ferrovie lettoni. L acquis relativo all interoperabilità deve ancora essere recepito e deve essere modificata la legislazione sulle tariffe, le sovvenzioni e il sistema di rilascio delle licenze. In nel 2000 il governo ha adottato una regolamentazione sulla riorganizzazione e liberalizzazione delle ferrovie; per rendere i trasporti più redditizi e competitivi occorre rafforzare le capacità dell Ispezione nazionale e delle altre amministrazioni competenti nel settore. Il recepimento dell acquis deve essere completato per quanto riguarda la separazione strutturale tra i responsabili dell infrastruttura e l operatore. Linee ferroviarie nei paesi baltici Fonte: Thorsten Büker

33 34 La situazione delle infrastrutture si presenta piuttosto critica: le aree di frontiera tra la Lettonia e la, infatti, sono tra le poche che appaiono ben servite, insieme ai due estremi geografici dei tre Stati baltici, il nord dell Estonia e il sud della, al confine con la Polonia. La gran parte del territorio vede una bassa densità di linee ferroviarie, anche all interno delle province delle capitali. TRASPORTO MARITTIMO Il trasporto marittimo costituisce un importante mezzo di trasporto internazionale, anche se è ancora dominato dai bisogni del commercio russo; il settore riceve discreti investimenti dai governi e dalle compagnie private, soprattutto perché è una fonte cospicua di reddito e lavoro. In Estonia esiste una legge-quadro per la determinazione delle regole e delle condizioni per il rilascio, la sospensione o il ritiro dei permessi di gestione agli imprenditori che forniscono servizi correlati alla costruzione, alla fabbricazione, alla riparazione, alle prove e al controllo delle navi. Nel 2000 sono stati adottati degli emendamenti che autorizzano le navi di uno Stato membro dell UE a effettuare servizi di trasporto marittimo fra porti estoni, su basi di reciprocità. Nel dicembre 2001 il Paese ha aderito alla convenzione dell Organizzazione Marittima Internazionale (OMI) riguardante le facilitazioni al traffico marittimo internazionale; deve però rafforzarsi in tema di sicurezza e impegnarsi per far diminuire il tasso di immobilizzazione delle navi sottoposte ad ispezione. La Lettonia ha ratificato tutte le convenzioni dell OMI e ha già allineato parzialmente o integralmente le disposizioni nel settore della sicurezza; deve tuttavia essere completata l adozione del sistema di informazione e di gestione del traffico marittimo, il sistema sulle attrezzature navali e dei battelli da pesca. Per quanto riguarda la legislazione sulla navigazione interna, le autorità lettoni competenti hanno deciso di non recepirla, perché considerano che, in linea di principio, si tratta di vie non utilizzabili per la navigazione. Nel 2000 il Parlamento della ha adottato la legge sulla sicurezza marittima che, riguardo al porto di Klapeida, intende garantire la libera concorrenza e la parità di condizioni commerciali per tutti gli operatori economici. Sono stati anche rilasciati decreti ministeriali sul piano nazionale di emergenza in caso di riversamento di idrocarburi in mare, sulla manutenzione delle apparecchiature e dei mezzi tecnici delle navi, sul trasporto di passeggeri e bagagli e sulle disposizioni relative al rilascio dei diplomi marittimi e ai certificati di qualifica professionale. Il Paese ha inoltre ratificato le convenzioni internazionali sull agevolazione del traffico marittimo, sulla responsabilità civile e sull istituzione di un fondo internazionale di indennizzo per i danni dovuti all inquinamento. Nel 2001 è stata creata l amministrazione per la sicurezza dei trasporti marittimi; nel 2002 il governo ha approvato la Strategia Lituana di Sviluppo della Navigazione Marittima, che mira ad introdurre un approccio vasto e globale nel settore. In riferimento al trasporto fluviale, esiste un codice a cui è stato aggiunto nel 2000 un supplemento, che disciplina l accesso ai battelli stranieri alle vie navigabili inter-

34 35 ne del Paese; sono state anche adottate disposizioni sui requisiti tecnici minimi e sullo sfruttamento tecnico dei battelli per la navigazione interna. Fonte: Baltic Gateway Progetto Baltic Gateway Negli ultimi anni, il trasporto di passeggeri e beni si è incrementato moltissimo nell area baltica. Le infrastrutture in essere non sono assolutamente sufficienti a gestire adeguatamente tale traffico in modo efficiente e sostenibile. A questo proposito sono intervenute diverse organizzazioni del settore per cooperare in vista di un miglioramento dei trasporti nell area. Da tale è nato il progetto Baltic Gateway che ha lo scopo di sviluppare una strategia comune ed integrata per realizzare un sistema dei trasporti e dei relativi servizi di alta qualità che connetta in modo efficiente e sostenibile Paesi baltici, Scandinavia, Russia, Europa nord-occidentale, Ucraina, Bielorussia ed Asia. l progetto coinvolge 38 organizzazioni che appartengono a sette Stati, l ente capofila è Region Blekinge. I lavori sono iniziati nel 2003 e dovrebbero terminare entro la fine del2006. La strategia pianificata comprende un rafforzamento del trasporto intermodale. TRASPORTI AEREI Nel settore dei trasporti aerei le Repubbliche Baltiche sono diventate membri delle

35 36 Autorità aeronautiche Comuni dell Aviazione (JAA), un organismo della Conferenza dell Aviazione Civile Europea (ECAC) che promuove la cooperazione nello sviluppo di standard e procedure comuni nel regolamentare la sicurezza aerea; sono invece in corso i negoziati per l adesione all EUROCONTROL, l Organizzazione Europea per la Sicurezza del Traffico Aereo. In Estonia è stato adottato il Piano Nazionale di Sviluppo dell Aviazione per il , che si concentra sull allineamento comunitario. Sono stati pubblicati regolamenti che stabiliscono le regole per il rilascio e il ritiro delle licenze, dei certificati di trasportatore aereo e dei servizi di navigazione aerea, le condizioni di rilascio delle licenze di costruzione, fabbricazione e gestione degli apparecchi, le esigenze in materia di navigabilità e in materia di ambiente per gli aerei a reazione, le disposizioni relative all uso dello spazio aereo estone e alle gestione del traffico aereo. E stato inoltre avviato un processo legislativo per l istituzione di un organismo indipendente incaricato delle indagini sugli incidenti. La ha istituito nel 2000 un autorità per l aviazione civile incaricata dei servizi commerciali della navigazione e dell ispettorato per la sorveglianza della sicurezza dei voli. Nel 2002 il Paese ha approvato una serie di norme sulle inchieste in materia di incidenti ed inconvenienti dell aviazione; a livello tecnico sono stati adottati decreti ministeriali relativi alle norme sull abilitazione di periti, sull immatricolazione e sulle indicazioni sulla carlinga degli aeromobili civili. Il governo ha anche approvato la privatizzazione del vettore nazionale Lithuanian Airlines.

36 Traffico aereo 37 Fonte: ESPON database 3.4 TELECOMUNICAZIONI La disponibilità dell informazione è diventata, nel contesto della globalizzazione, una delle forze trainanti dell economia e, quindi, della competitività territoriale. Di conseguenza, le infrastrutture e le tecnologie connesse alla società dell informazione hanno ora un importanza strategica, simile a quella delle convenzionali infrastrutture dei trasporti. I telefoni cellulari, che 15 anni fa quasi non esistevano, ora sono ovunque; Internet fornisce un flusso ininterrotto di informazioni on line. Grazie ai sistemi digitali ad

37 38 alta capacità che mettono in contatto la diffusione radiotelevisiva e delle telecomunicazioni, si può scegliere tra una varietà impressionante di programmi e servizi. La rivoluzione delle comunicazioni è alimentata dalle tecnologie e dalle forze del mercato; è importante che i meccanismi con cui queste operano assicurino benefici ai cittadini e alle aziende. Una delle priorità è prevenire la formazione di un ulteriore divario digitale tra le regioni ricche e quelle più povere; queste ultime spesso sono le zone periferiche, con minori possibilità di accesso ai nuovi servizi e con minore peso e potere all interno della nuova società dell informazione. Il lato negativo è costituito dal fatto che lo sviluppo delle ICT (Information and Communication Technologies) avviene in un contesto globale, dove spesso gli input a livello locale rimangono nella marginalità; l atteggiamento prevalente è ancora quello della competizione tra regioni, città e istituzioni, e non quello della cooperazione per la costruzione sul territorio di capacità. Nelle Repubbliche Baltiche la densità delle linee telefoniche varia dalle 20 alle 30 connessioni ordinarie su 100 abitanti, con notevoli disparità regionali (in Estonia e Lettonia particolarmente forti) a favore delle aree urbanizzate, e un processo incompleto di ammodernamento della rete fissa e di riequilibrio dei prezzi. Il mercato della telefonia mobile, penetrato nell economia dei tre Paesi con una crescita tra le più rapide in Europa, è stato liberalizzato e le reti fisse sono state da poco liberate dal monopolio statale. Anche se negli Stati baltici ci saranno notevoli investimenti nelle infrastrutture tecnologiche, sembra ci sia una spinta troppo debole e una comprensione insufficiente delle politiche rivolte al settore. L ostacolo, in realtà, non è rappresentato dalle infrastrutture stesse, ma dalle attitudini mentali, che devono adattarsi se si vuole giocare un ruolo significativo nella società dell informazione; anche le barriere linguistiche rendono difficoltosa la partecipazione della società civile e delle piccole imprese nell uso di internet e dell e-commerce. ESTONIA Sistema telefonico: investimenti stranieri (joint ventures) hanno largamente contribuito a migliorare i servizi, costituiti da una rete a fibre ottiche trasmette digitalmente il traffico telefonico, televisivo, radiofonico; nazionale: alta qualità della voce, dei dati e dei servizi internet, disponibili su tutto il territorio; internazionale: cavi a fibre ottiche per la Finlandia, Svezia, Lettonia, Russia. Due commutatori internazionali sono situati a Tallin. Linee telefoniche in uso: 475,000 (nel 2002) Telefoni cellulari: 881,000 (nel 2002) Stazioni radio: AM 0, FM 98, a onde corte 0 Stazioni televisive: 3 Postazioni internet: 82,142 (nel 2004) Utenti internet: 444,000 (nel 2002)

38 39 In Estonia la privatizzazione e l ammodernamento delle strutture nel settore delle telecomunicazioni sono a buon punto; già nel 1999 è stata lanciata una vasta offerta pubblica delle azioni sul mercato internazionale. La produttività del settore della telefonia fissa ha registrato una rapida crescita e il ramo della telefonia mobile è in espansione: nel 2002 il tasso di penetrazione dei servizi pubblici ha raggiunto il 54% e il Paese conta tre operatori GSM. La legge sulla trasmissione via cavo (1999) disciplina l abolizione delle restrizioni alla fornitura di tali servizi e controlla le partecipazioni incrociate tra reti di telecomunicazioni e reti via cavo. I servizi postali sono stati già deregolamentati; ai sensi della legge adottata nel 2001 sarà rilasciata una licenza che autorizza la prestazione del servizio postale universale soltanto a un operatore che applica tariffe uniformi su tutto il territorio estone. Nel campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico, la strategia definita dall Estonia per il periodo serve a preparare piani di azione annuali in materia di ricerca, sviluppo e innovazione; la quota destinata al settore è stata aumentata e dovrebbe raggiungere entro il 2006 l 1,5%. Il Paese ha continuato la realizzazione del programma d informatizzazione delle scuole ( Tiger Leap ), volto ad estendere a tutti gli istituti scolastici l uso dell informatica e l accesso a Internet, nonché l informatizzazione delle strutture amministrative. Si sono tuttavia registrati alcuni ritardi a causa di problemi di accesso a linee telefoniche di qualità in alcune aree isolate e a causa di restrizioni di bilancio. Tra i Paesi dell Europa centrale ed orientale l Estonia registra la maggiore penetrazione di Internet. LETTONIA Sistema telefonico: generalmente inadeguato, ma in via di modernizzazione per procurarsi un idoneità indipendente dal commutatore di Mosca; nazionale: recente espansione del tratto principale delle connessioni urbane, dei centralini rurali e dei sistemi di telefonia mobile; internazionale: connessioni internazionali sono ora disponibili via cavo, con una stazione terrestre satellitare a Riga. Linee telefoniche in uso: 653,900 (nel 2003). Telefoni cellulari: 1,219,600 (nel 2003). Stazioni radio: AM 8, FM 56, a onda corta 1. Stazioni televisive: 44 Postazioni internet: 51,758 ( nel 2004). Utenti internet: 936,000 (nel 2003). Nel settore delle telecomunicazioni, la nuova legge adottata nel 2001 fornisce il quadro giuridico in cui si inserisce la liberalizzazione completa del mercato. In particolare, ha portato nel 2003 alla scadenza dei diritti esclusivi in materia di prestazioni di servizi sulla rete fissa di Lattelekom, l operatore nazionale monopolista. La

39 40 penetrazione della rete fissa è pari al 32% ed è stabilizzata a questo livello; il tasso di accesso dei servizi di telefonia mobile è del 30%, vi sono due operatori GSM ma le licenze UMTS non sono ancora state concesse. E stato istituito un comitato tecnico di normalizzazione per il settore delle telecomunicazioni, incaricato di applicare le norme europee e garantire l interoperabilità delle reti. Per conformarsi alla legislazione dell UE, bisognerà assicurare che le competenze degli organi di controllo e quelle degli operatori siano chiaramente distinte; occorrono, inoltre, sostanziali investimenti in infrastrutture e impianti per uniformarli agli standard UE. Nel settore dei servizi postali la Lettonia deve continuare ad allineare la propria normativa riguardo a parecchi servizi. Per quanto concerne la ricerca e lo sviluppo tecnologico, il Paese ha approvato indirizzi prioritari in campo scientifico per il finanziamento della ricerca fondamentale ed applicata nel periodo Questi orientamenti riguardano le tecnologie dell informazione, la sintesi organica e la biomedicina, la scienza dei materiali, la silvicoltura e le tecnologie del legno. Le spese destinate alla ricerca restano però molto modeste in percentuale del PIL, e devono aumentare per avvicinarsi alla media di spesa dell Unione Europea. Sono stati avviati due programmi, uno sull applicazione delle tecnologie dell informazione al settore dell istruzione e l altro sull informatizzazione del sistema scolastico, oltre al programma nazionale di informatica (piano ). Dal 2003 tutte le infrastrutture del settore, sia di istruzione generale che di formazione professionale, devono disporre per legge di un laboratorio di informatica, sono collegate ad una rete comune e hanno accesso a internet. E stato inoltre attualizzato il programma lettone per il piano d azione e-europe+, che intende accelerare il processo di riforma delle economie dei Paesi candidati, grazie al ricorso alle nuove tecnologie. Lo scopo è quello di integrare il concetto di e-latvia, destinato a far si che tutte le fasce della popolazione partecipino attivamente allo sviluppo della società dell informazione. LITUANIA Sistema telefonico: in via di modernizzazione per una maggiore fruibilità residenziale e una migliore idoneità internazionale. nazionale: recente cablaggio a fibre ottiche interurbano; i centralini rurali sono in espansione e in miglioramento; telefonia mobile e accesso internet installati. internazionale: connessioni terrestri per la Polonia e la Lettonia, maggiori connessioni con la Danimarca, la Svezia e la Norvegia attraverso cavi sottomarini. Linee telefoniche in uso: 824,200 (nel 2003). Telefoni cellulari: 2,169,900 (nel 2003). Stazioni radio: AM 29, FM 142, a onda corta 1. Stazioni televisive: 27. Postazioni internet: 67,769 (nel 2004).

40 Utenti internet: 695,700 (nel 2003). 41 Dal dicembre 2002, la legge sulle telecomunicazioni ha introdotto in la liberalizzazione del mercato, portando via alla società nazionale Lietuvos Telekomas l esclusiva sui servizi come unico operatore di telefonia fissa. La legge precisa anche le funzioni dell Autorità di Regolamentazione delle Comunicazioni (ARC) e semplifica l accesso al mercato. La capacità amministrativa dell ARC non è però sufficiente ad attuare e far rispettare la legislazione necessaria per conformarsi all acquis comunitario; occorrono anche maggiori risorse per trattare in maniera efficace e indipendente gli aspetti economici e giuridici della regolamentazione. Il tasso di penetrazione della rete fissa raggiunge il 34%, quello della telefonia mobile il 30%. Esistono tre operatori GSM ma le licenze UMTS non sono ancora state rilasciate. L impresa pubblica di posta lituana, Lietuvos Pastas, gode di diritti esclusivi per la raccolta e la distribuziona dei prodotti e dei pagamenti postali; anche le capacità amministrative di questo settore devono essere migliorate, con un aumento di organico e una formazione adeguata. Nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico è stata adottata nel 2000 una legge sull istruzione superiore che disciplina l attività di ricerca; l anno seguente il governo ha approvato un piano di ristrutturazione delle istituzioni pubbliche dell insegnamento scientifico e superiore. Nel 2002 sono stati compiuti progressi nel rafforzamento della cooperazione tra gli istituti di ricerca e sviluppo e le PMI la comunità accademica e le imprese hanno esaminato in modo approfondito il nuovo documento strategico sui parchi scientifici e tecnologici. E iniziata a Vilnius la realizzazione di un nuovo parco scientifico e tecnologico IT Versiorai ed è stato inoltre firmato un memorandum sulla creazione di un altro polo tecnologico a Kaunas. La deve comunque aumentare la spesa interna lorda e quella del settore privato; deve dotarsi di una legislazione favorevole alla creazione di imprese ad alta tecnologia per attirare gli investimenti esteri. 3.5 ENERGIA Il mercato energetico è molto cambiato durante gli ultimi anni. Il processo di deregolamentazione dei mercati nazionali rilancia l importanza del commercio di elettricità e gas all interno del nuovo mercato unico; la partecipazione all interscambio fa diminuire la dipendenza da un singolo fornitore e aiuta ad ottimizzare l uso delle comuni risorse energetiche. La decentralizzazione e la liberalizzazione del mercato elettrico probabilmente intensificherà l utilizzo di carburanti locali e, di conseguenza, richiederà misure più specifiche di pianificazione territoriale. La domanda energetica è in continua crescita e aumenterà del 20% nei prossimi trent anni, così come l uso di energia rinnovabile (probabilmente del 70%), di gas naturale (del 100%) e si ridurrà invece l utilizzo di solidi fossili del 60%. Secondo lo scenario preparato dall Agenda 21, la strategia per lo sviluppo del setto-

41 42 re energetico nei paesi baltici riguarda il risparmio di energia attraverso la cooperazione internazionale attorno al Mar Baltico, con particolare riguardo alla produzione e al commercio della risorsa. La produzione combinata di calore ed elettricità (CPH) può far risparmiare circa il 20-30% di energia; poiché la domanda di elettricità durante l estate non può essere soddisfatta con il CPH, e in inverno la produzione di CPH eccede la domanda, questo significa far funzionare il CPH e l energia idrica a fasi alterne: il CPH in inverno e l energia idrica nei mesi estivi. Questa strategia non solo mira al risparmio energetico, ma riduce anche i rischi di carenza di acqua nei periodi di aridità. Il prerequisito tecnico principale per questa metodologia è la possibilità di scambiare elettricità in grosse quantità tra i Paesi del Nord (energia idrica) e gli Stati Baltici (CPH). Nel febbraio del 2000 Estonia, Lettonia e hanno deciso di istituire un mercato comune dell elettricità e di stabilire collegamenti tra i tre paesi attraverso una rete di trasporti; si tratta di un importante misura per il mercato interno dell energia. Nel maggio 2000, inoltre, i governi dell Estonia e della Lettonia hanno firmato un accordo di cooperazione fra Esti Energia e Latvenergo, le due compagnie statali operanti nel settore. ESTONIA Nonostante gli sforzi fatti nel settore energetico, l Estonia resta fortemente tributaria del suo principale combustibile locale, gli scisti bituminosi, che sono strettamente legati alla situazione della sicurezza dell approvvigionamento di energia. il governo estone ha adottato, nel marzo 2001, la legge relativa agli stock minimi combustibili, che fissa le norme per disciplinare la costituzione degli stock petroliferi richiesti dall acquis comunitario e stabilisce un calendario per raggiungere il livello minimo nel Per il mercato interno dell energia, la ristrutturazione del settore degli scisti bituminosi continua, ma il processo di privatizzazione del settore della produzione dell elettricità, a partire da questa sostanza, rischia di generare contraddizioni in materia di apertura di mercato nella legislazione comunitaria. Un ulteriore problema è costituito dalla percentuale elevata di carburanti illeciti sul mercato dei combustibili liquidi. L Estonia ha ottenuto un periodo di transizione, che scadrà alla fine del 2008, per applicare le disposizioni europee sull apertura del mercato. Si rende opportuno potenziare l Ispettorato del mercato dell energia, in particolare per quanto riguarda la sua indipendenza, tenuto conto del conflitto di interessi che potrebbe insorgere per il fatto che lo Stato è proprietario dell Esti Energy e che l Ispettorato dipende dal ministero delle Finanze. Anche se il Paese non produce energia servendosi di fonti di energia nucleare, i suoi impianti suscitano tuttavia preoccupazioni sul piano radiologico. Possiede due impianti di deposito di residui radioattivi, uno è stato spostato e l altro chiuso; esistono piani di spedizione di questi residui verso Paldiski. L Estonia è quindi sempre

42 43 interessata alle misure relative alla sicurezza nucleare e dovrebbe tenere conto delle raccomandazioni pertinenti della relazione del Consiglio, adottata nel giugno 2001, che riguarda la sicurezza nucleare nel contesto dell allargamento. LETTONIA Nel settembre 1997, il governo lettone ha adottato un programma nazionale per l energia (che avrà termine nel 2020) e un pacchetto di politiche in materia di elettricità e riscaldamento che si prefigge di incrementare la concorrenza nel settore e di disciplinare la tariffazione, l accesso di terzi alle reti, la pianificazione delle emergenze, la conservazione e la tutela dell ambiente. Nel novembre 1999 le autorità hanno definito una politica energetica globale, relativa all elettricità e al riscaldamento, che prevede una diversificazione delle fonti di energia. Per quanto concerne la sicurezza dell approvvigionamento, e più particolarmente le scorte di petrolio, la legislazione della Lettonia e le scorte non rispettano ancora l acquis comunitario. Nel febbraio 2000 il governo ha adottato un documento strategico sulla costituzione delle scorte di petrolio, stimando che sarebbe stato necessario un periodo compreso tra i 10 e i 25 anni per costituire le scorte necessarie, prevedendo anche la partecipazione del settore privato. Nella prospettiva della competitività del mercato interno, il ministro dell economia ha accettato, nel novembre 2000, il programma di ristrutturazione dell impresa pubblica di produzione d energia, Latvenergo. La nuova autorità, la Commissione di Regolamentazione dei Servizi pubblici, diventata operativa nel settembre 2001, mira a separare le funzioni di elaborazione e controllo delle politiche energetiche dalle funzioni di regolamentazione. Ciò nonostante le strutture amministrative esistenti devono essere potenziate e le distorsioni di prezzo nel mercato del gas e dell energia elettrica devono essere abolite. Nel 2002 è stata adottata una normativa che promuove l utilizzazione delle fonti di energia rinnovabile e la produzione nazionale energetica, negli impianti di produzione combinata di calore e di elettricità. In materia di energia nucleare, l unico reattore nucleare di ricerca in Lettonia, situato a Salaspils, è stato chiuso nel Nel 2001 lo Stato ha organizzato un centro di radioprotezione che è responsabile della vigilanza e del controllo nel settore della radioprotezione e della sicurezza nucleare; la Lettonia ha inoltre compiuto progressi nella ricerca di soluzioni per la gestione del combustibile usato proveniente dal reattore di ricerca scientifica e dai rifiuti radioattivi. LITUANIA Nonostante i piani di diversificazione per tutto il settore, la resta fortemente dipendente dalla Russia per l approvvigionamento energetico (in particolare di petrolio, gas ed energia nucleare). Il Paese ha concluso un accordo che garantisce una seconda fonte russa di approvvigionamento di una raffineria e che mira ad una privatizzazione complementare; questo accordo dovrebbe migliorare la sicurezza dell approvvigionamento ma bisognerebbe stabilire un piano di finanziamento in questo settore.

43 44 La sta procedendo ad un apertura progressiva del mercato e la liberalizzazione totale dovrebbe aver luogo a partire dal 2010; nel 2003 il 26% del mercato dell elettricità e l 80% di quello del gas erano aperti alla concorrenza. È stata istituita la Commissione nazionale di controllo dei prezzi e dell energia, autorità di regolamentazione destinata al controllo dei mercati del gas e dell elettricità che funziona correttamente ma deve ancora essere rafforzata. Nel settore dell energia nucleare, la partnership per l adesione indica come priorità a breve termine lo stabilimento di una strategia globale a lungo termine per l energia e un piano di arresto definitivo della centrale nucleare di Ignalina POLITICHE E PROGRAMMI EUROPEI DI SVILUPPO Le reti TEN L Unione Europea ha pianificato una strategia di azione coordinata per sviluppare collegamenti funzionali in Europa rispetto a tre settori fondamentali: trasporti, telecomunicazioni ed energia. Il Trattato di Maastricht (1992) ha riconosciuto l importanza della creazione delle Reti Transeuropee (Trans-European Network) nei suddetti settori, ma un vero impulso politico alla loro creazione è venuto nel giugno 1993, in occasione del Consiglio europeo di Copenaghen. Da allora, l Unione Europea ha definito gli orientamenti comunitari per i tre tipi di Reti Transeuropee. I maggiori ostacoli alla realizzazione di tali infrastrutture derivano principalmente dall insufficienza dei mezzi disponibili e dalla mancanza di volontà politica rispetto all impegno necessario; il carattere transfrontaliero e la necessità di superare barriere naturali aumentano ulteriormente le difficoltà dell opera. L allargamento agli otto paesi dell Europa centrale ed orientale, a Cipro e a Malta rafforza l importanza delle TEN: dal 1 maggio 2004 la superficie e la popolazione dell Unione sono aumentate del 20%, ma la sua ricchezza (in termini di PIL) solo del 5%. Coprendo tutto il territorio dell UE allargata, le Reti Transeuropee dovranno contribuire a favorire uno sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio. Il costo totale delle sole reti di trasporto è valutato 400 miliardi di euro. È evidente che i finanziamenti pubblici sono insufficienti per coprire tutte le spese; per questo motivo l Unione cerca di coinvolgere sempre più il settore privato nel finanziamento delle reti, promovendo i partenariati pubblico/privati. TRASPORTI La politica comunitaria dei trasporti riunisce strategie ed iniziative che riguardano aspetti sostanziali delle infrastrutture dei trasporti come, ad esempio, trasporto intermodale e tariffazione delle reti viarie. Nel dicembre 1992, la Commissione ha presentato un Libro bianco su Lo sviluppo futuro della politica comune dei trasporti, nel quale essa si impegna a promuovere le reti transeuropee dei trasporti (Trans-European Network- Transportation TEN-T) favorendo l interconnessione (i collegamenti tra gli Stati membri) e l interoperabilità tra le reti, tenendo conto allo stesso tempo delle esigen-

44 45 ze di protezione ambientale. L obiettivo globale di questa politica è di trasformare le singole reti nazionali in una rete unica di dimensione europea, eliminando le strozzature e aggiungendo i tratti mancanti. L accento viene posto decisamente sulle soluzioni di sostituzione dei trasporti su terra: l 80% degli investimenti sono destinati alla costruzione di linee ferroviarie e il 9% ai collegamenti ferrovia-strada. La Rete Transeuropea di trasporto comprende le infrastrutture (strade, ferrovie, vie navigabili, porti, aeroporti, mezzi di navigazione, piattaforme intermodali, pipe-lines di prodotti) e i servizi necessari al funzionamento di queste infrastrutture. Le priorità dell azione riguardano: l attuazione dei collegamenti necessari per agevolare il trasporto; il potenziamento dell efficacia delle infrastrutture esistenti; l attuazione dell interoperabilità degli elementi della rete; l integrazione della dimensione ambientale nella rete. Nell aprile 2004 la Commissione ha modificato gli orientamenti comunitari per la necessità di integrare le reti dei nuovi Stati membri e ha redatto un elenco di 30 progetti prioritari da avviare per il 2010; tra questi, quelli che riguardano da vicino gli Stati baltici sono l asse ferroviario Rail Baltica (Varsavia-Kaunas-Riga-Tallinn- Helsinki) e l autostrada del mare Mar Baltico. In base ad un regolamento del 1995 è prevista la concessione di un contributo finanziario comunitario a favore di progetti nel settore delle reti transeuropee di infrastrutture di trasporto, di energia e di telecomunicazioni, che non può superare complessivamente il 10% del costo totale dell investimento. La decisione di attribuzione del contributo tiene conto della maturità del progetto, dell effetto di stimolo sui finanziamenti pubblici e privati, della solidità della struttura finanziaria dei progetti, degli effetti socioeconomici diretti e indiretti (in particolare sull occupazione), dell impatto ambientale. Il processo di Valutazione dei Bisogni delle Infrastrutture di Trasporto TINA (Transport Infrastructure Needs Assessment) ha il compito di trasferire i principi, gli obiettivi e i criteri, già delineati per la costruzione di Reti Transeuropee nell Unione, nei territori dei nuovi Stati membri. L intenzione è quella di dare inizio allo sviluppo di una rete di trasporto multimodale, da realizzarsi nell orizzonte temporale del 2015, che possa avere riferimento in un GIS (Geographical Information System) che colleghi le informazioni economiche, geografiche, di traffico. Le priorità vengono date al rafforzamento dell interoperabilità, alla diminuzione dei tempi di spostamento, all aumento delle capacità; il tutto in un contesto che cerca di dare un senso di continuità lungo i confini fra Stati. Il processo prevede l individuazione di componenti addizionali, necessari allo sviluppo della rete: collegamenti (ferrovie, strade, acque interne) e nodi (aeroporti, porti, terminali, etc.), gestione del traffico e delle reti, infrastrutture logistiche, strutture di trasporto intermodale. Il principale obiettivo della politica della Commissione in materia di tariffazione delle infrastrutture è che, in ogni modo di trasporto, le tasse e le imposte possano variare in modo da riflettere il costo imputabile alle differenze dei livelli di inqui-

45 46 namento, della durata degli spostamenti, dell ammontare dei danni causati e dei costi infrastrutturali; è richiesta l applicazione del principio chi inquina paga e vengono forniti chiari incentivi fiscali per contribuire alla realizzazione degli obiettivi in materia di riduzione delle congestioni del traffico, di lotta all inquinamento, di riequilibrio della ripartizione tra i diversi modi di trasporto. Il programma Marco Polo Altro programma relativo ai trasporti, il programma Marco Polo, è uno strumento finanziario che mira a ridurre la congestione della rete stradale e a migliorare le prestazioni ambientali dell intero sistema di trasporto, trasferendo una parte del traffico merci dalla strada verso la navigazione marittima a corto raggio, la ferrovia e la navigazione interna, rafforzando in questo modo il trasporto intermodale. TELECOMUNICAZIONI La politica comunitaria in materia di telecomunicazioni prevede di eliminare gli ostacoli al corretto funzionamento del mercato unico delle reti, dei servizi e delle apparecchiature di telecomunicazioni, di aprire i mercati esteri alle imprese comunitarie e di mettere a disposizione dei cittadini e delle imprese dell Unione europea servizi moderni e disponibili ovunque. Gli obiettivi debbono essere conseguiti con l armonizzazione delle norme e delle condizioni per le offerte di servizio, con la liberalizzazione dei mercati dei terminali, dei servizi e delle reti e con l adozione dei necessari strumenti normativi. Per garantire che tutti possano beneficiare della società dell informazione, la Commissione ha avviato alcuni programmi per ottimizzare l accesso ad Internet, favorire lo sviluppo di contenuti di qualità elevata nel rispetto del retaggio linguistico e culturale europeo, e consentire alle imprese di svolgere un ruolo guida nel costante sviluppo di applicazioni telematiche multimediali, contribuendo all incremento della produttività e della competitività, alla creazione di nuovi posti di lavoro e al rafforzamento dello spirito imprenditoriale. L iniziativa e-europe ha contribuito a conferire al settore un rinnovato slancio, finalizzato a mettere i vantaggi della società dell informazione alla portata di tutti i cittadini dell Unione e di tutte le imprese europee, in particolare delle piccole e medie imprese (PMI), basandosi sulle politiche esistenti a livello europeo e nazionale e, laddove necessario, sostenendole e completandole I CORRIDOI PANEUROPEI All interno delle reti TEN-T nasce il concetto di corridoio paneuropeo con una forte connotazione di carattere geopolitico. Dopo il crollo del muro di Berlino, la frattura provocata dalla dominazione del comunismo sovietico poteva essere superata solo attraverso la creazione di robusti meccanismi di comunicazione tra l Europa occidentale e l Europa orientale, in una prospettiva euroasiatica. Questi meccanismi erano fondati sulla multimodalità delle vie di comunicazione (ferrovie, strade, porti, terminali per container, autostrade telematiche, gasdotti e oleodotti) e di ciò

46 47 che viene trasportato (merci, persone, idee, fonti energetiche e bits). Per impulso e sotto la guida delle istituzioni comunitarie, la prima conferenza paneuropea sui trasporti di Praga (1991) ha gettato le basi del progetto nelle sue linee generali; la seconda conferenza di Creta (1994) ha definito i primi nove corridoi; la terza conferenza di Helsinki (1997) ha individuato il decimo corridoio. Inoltre, a Helsinki sono state decise estensioni ai progetti iniziali, su di uno schema a rete, per collegare al tracciato dei corridoi veri e propri le aree che gravitano attorno agli assi di comunicazione. La via Baltica (corridoio 1); i collegamenti tra Germania, Ucraina e Russia, attraverso la Polonia (corridoi 2 e 3); i corridoi balcanici, che partono dalla Germania (corridoio 4, fino ad Istanbul), dall Austria (corridoio 10) e dall Italia (corridoio 5, con vari settori paralleli, anche fino a Kiev); il congiungimento tra i corridoi 1, 2, 3 e 5, attraverso la Polonia, la Repubblica ceca e la Slovacchia (corridoio 6); la via fluviale del Danubio, sempre attraverso l area balcanica, dalla Germania al Mar Nero (corridoio 7); le ramificazioni, dall Europa settentrionale, Russia compresa, ai paesi balcanici (corridoio 9). Tracciati Ovest-Est, dunque, ma soprattutto Nord-Sud, che sulla carta formano un reticolo denso e perfettamente integrato, con intersezioni ripetute che fungono da punto di scambio, tuttavia con ostacoli di natura amministrativa (i confini tra Stati non membri dell UE), di natura geografica, di natura storico-economica (la profonda arretratezza delle dotazioni iniziali di alcuni paesi). Gli Stati coinvolti in ogni singolo corridoio firmano un Protocollo d intesa, formano un Comitato d indirizzo, individuano un paese guida che ha il compito di coordinare tutte le iniziative tese alla realizzazione dei progetti concordati. Si tratta di progetti che riaprono direttrici di comunicazione rese inservibili dalla Guerra fredda e partono da infrastrutture già esistenti, progetti che per la maggior parte sono partiti dal nulla e sono ancora alle fasi preliminari di studio. Soprattutto sono programmi che, oltre che dai finanziamenti europei, dipendono dalle capacità dei singoli Stati di mobilitare risorse e di creare la cornice politico-amministrativa necessaria ad attirare gli investimenti, anche privati. I corridoi paneuropei hanno dunque la funzione di ripristinate i collegamenti tra Est e Ovest in quanto tasselli più vistosi del più ampio ed ambizioso progetto relativo al network paneuropeo dei trasporti. Corridoio I km (445 km stradali; 550 km ferroviari) Helsinki Finlandia Tallinn Estonia Riga Lettonia Kaunas Klaipeda Varsavia Gdansk Polonia Kaliningrad Russia

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48 49

49 50 Corridoio IX km (strade, ferrovie, porti) HelsHelsinki Finlandia Vyborg St Pietroburgo Pskov Mosca Kaliningrad Kiev Ljubasevka Odessa Russia Ucraina Chisinau Moldova Bucarest Romania Vilnius Kaunas Klaipeda Minsk Bielorussia Alexandroupolis Grecia Dimitrovgrad Ormenio Bulgaria

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51 PROGETTI INFRASTRUTTURALI Tra i principali progetti di opere pubbliche inseriti nell ampio contesto dei corridoi europei, vanno menzionati in particolare due rami del corridoio I, quello denominato Via Baltica che collega la Finlandia alla Polonia (Helsinki-Tallinn-Riga- Kaunas-Varsavia), e la Via Anseatica (Riga-Kaliningrad-Danzica). I maggiori progetti riguardanti l Estonia sono: la riabilitazione della rete stradale lungo la Via Baltica, la realizzazione di una rete di distribuzione dell energia elettrica, l estensione al Paese del progetto dell oleodotto dalla Svezia alla Polonia, l ade-

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