CENNI SULL EMPIRISMO INGLESE (ripasso...)

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1 CENNI SULL EMPIRISMO INGLESE (ripasso...) I MAGGIORI ESPONENTI LE IDEE IN PILLOLE JOHN LOCKE ( ) GEORGE BERKELEY ( ) DAVID HUME ( ) L EMPIRISMO, FRA 600 E 700, SI INNESTA SULLA SECOLARE TRADIZIONE INGLESE (DA RUGGERO BACONE IN AVANTI). IN ANTITESI AL RAZIONALISMO, L EMPIRISMO ASSUME UN ATTEGGIAMENTO CRITICO NEI CONFRONTI DELLE POSSIBILITÀ CONOSCITIVE DELL UOMO. LA RAGIONE UMANA È LIMITATA DALL ESPERIENZA: ESSA È FONTE DI TUTTE LE CONOSCENZE UMANE E, PROPRIO PER QUESTO, NE DEFINISCE I LIMITI. L UOMO PUÒ ACQUISIRE CONOSCENZE BEN FONDATE SOLO IN QUEI CAMPI E IN QUELLE SITUAZIONI CHE RIENTRANO NEI LIMITI DELLE SUE ESPERIENZE, REALI E POSSIBILI.

2 IMMANUEL KANT Kant prende le mosse dall Empirismo i arrivando a elaborare il suo Criticismo (anche detto filosofia trascendentale o filosofia del limite). 2. L attività intellettuale di Kant si può distinguere in tre periodi: A) SPECULAZIONI SCIENTIFICO NATURALISTICHE B) PRIME SPECULAZIONI FILOSOFICHE C) CRITICISMO

3 IMMANUEL KANT Cosa significa Criticismo CRITICARE, per Kant, significa indagare sistematicamente circa il fondamento di una esperienza umana qualsiasi, chiarendone le possibilità (ovvero le condizioni di esistenza), la validità (i titoli di legittimità o non legittimità che la caratterizzano), i limiti iti (i confini i entro i quali essa permane valida). Centrale è, quindi, l aspetto del limite. Per questo il criticismo può essere definito anche come filosofia del limite. 4. Le coordinate fondamentali del Criticismo A) L EMPIRISMO EMPIRISMO, MA SENZA LA SUA DERIVA SCETTICA; B) IL SUCCESSO DELLA SCIENZA MODERNA; C) LA CRISI DELLA METAFISICA.

4 5. Il problema generale della Critica della ragione pura LA C.R.P. È UNA ANALISI CRITICA DEI FONDAMENTI DEL SAPERE ( sapere in senso forte: sapere come conoscenza certa e ben fondata). AI TEMPI DI KANT SAPERE SIGNIFICAVA: 1) SCIENZA; 2) METAFISICA; LA C.R.P. SI OCCUPA DI ENTRAMBE. 6. Scienza e metafisica si presentano agli occhi di Kant in modo molto diverso La scienza appariva un sapere ben fondato (cioè basato su solide fondamenta) e progressivo (si passa da una scoperta a quella successiva); la metafisica, al contrario, con la sua pretesa di superare l esperienza e di giungere all assoluto, appariva come un campo di dispute continue e inconcludenti, incapace di approdare a risultati ben fondati e progressivi.

5 7. Le domande della Critica della Ragion pura A) COME È POSSIBILE CHE LA MATEMATICA E LA FISICA POSSANO, COME DI FATTO ACCADE, AVERE LO STATUTO DI SCIENZE, OVVERO DI DISCIPLINE CAPACI DI GIUNGERE A CONOSCENZE CERTE? COSA FA SÌ CHE QUESTO ACCADA? B) LA METAFISICA, AMMESSA LA SUA INEVITABILITÀ, PUÒ ASPIRARE A DIVENIRE UNA SCIENZA?

6 7.1 La prima domanda Abbiamo visto che le discipline scientifiche appaiono a Kant provviste delle seguenti caratteristiche: CERTEZZA (non solo probabilità!) FECONDITÀ (progresso!) La Critica vuole scoprire il perché la scienza abbia tali caratteristiche e la teoria dei giudizi, che ora vedremo, serve proprio per assolvere a tale esigenza!

7 8 Cos è un giudizio? Non è qualcosa che abbia un valore morale (come invece è per noi!). Si definisce i giudizio i ogni struttura tt del tipo: SOGGETTO Esempi: + PREDICATO. Anna è bella Giove è un pianeta L acqua bolle a 100 gradi centigradi Leibniz ha inventato il calcolo integrale I giudizi i hanno due possibili caratteristiche: ti SINTETICO / ANALITICO A PRIORI / A POSTERIORI Abbiamo dunque quattro diverse possibilità: sintetico a priori Abbiamo dunque quattro diverse possibilità: sintetico a priori, sintetico a posteriori, analitico a priori e analitico a posteriori (che noi non consideriamo).

8 8.1 I giudizi analitici a priori Il PREDICATO NON AGGIUNGE NULLA DI NUOVO AL SOGGETTO, MA SI LIMITA A RENDERE ESPLICITO QUALCOSA CHE È GIÀ PRESENTE NEL SOGGETTO. II CORPI SONO ESTESI SI TRATTA SÌ DI GIUDIZI UNIVERSALI E NECESSARI, MA NON CI INSEGNANO NULLA DI NUOVO: NON SONO FECONDI E QUINDI NON BASTANO PER RENDERE RAGIONE DELLA SCIENZA! 8.2 I giudizi sintetici a posteriori IL PREDICATO AGGIUNGE, GRAZIE ALL ESPERIENZA, QUALCOSA DI NUOVO AL SOGGETTO. I CORPI SONO PESANTI SI TRATTA DI GIUDIZI FECONDI, MA SONO PRIVI DI UNIVERSALITÀ E DI NECESSITÀ! Ciò che dipende dall esperienza, infatti, può essere dall esperienza smentito!

9 Giudizi sintetici a posteriori Giudizi analitici a priori GIUDIZI SINTETICI A PRIORI 8.3 I giudizi sintetici a priori OGNI EVENTO DIPENDE DA CAUSE OGNI OGGETTO DELL ESPERIENZA SI DÀ NELLO SPAZIO E NEL TEMPO QUESTI PRINCIPI SI CHIAMANO GIUDIZI SINTETICI A PRIORI. Essi costituiscono, a parere di Kant, il fondamento delle scienze p perché ne giustificano entrambi i caratteri: la necessaria certezza e la fecondità.

10 9. Cos è, dunque, la scienza? LA SCIENZA, PER KANT, È LA SOMMA DI GIUDIZI SINTETICI A PRIORI E DELL ESPERIENZA. TUTTE LE PROPOSIZIONE SCIENTIFICHE SONO BASATE SUI GIUDIZI SINTETICI A PRIORI E TRAGGONO IL LORO CONTENUTO DALL ESPERIENZA. IL CALORE DILATA I METALLI SOLO L ESPERIENZA CE LO PUÒ DIRE: QUINDI È UN GIUDIZIO FECONDO (aspetto sintetico). ALLO STESSO TEMPO, IL GIUDIZIO SI BASA SUL PRINCIPIO DI CAUSALITÀ ( OGNI EVENTO DIPENDE DA CAUSE ). È, QUI, IL CALORE CHE CAUSA LA DILATAZIONE DEL MMETALLO (aspetto a priori). DETTO ALTRIMENTI: L ESPERIENZA FORNISCE ALLE SCIENZE IL MATERIALE (MATERIA) DI STUDIO, MATERIALE CHE VIENE FORMATO (FORMA) TRAMITE I MODELLI FORNITI DAI GIUDIZI SINTETICI A PRIORI.

11 10. Un grosso problema: una nuova rivoluzione copernicana SE I GIUDIZI SINTETICI A PRIORI NON DERIVANO DALL ESPERIENZA ESPERIENZA, DA DOVE DERIVANO? Esperienza! TEORIA DELLA CONOSCENZA Struttura della ragione umana MATERIA ELEMENTO EMPIRICO, A POSTERIORI FORMA ELEMENTO RAZIONALE, A PRIORI SINGOLA CONOSCENZA

12 11. Due nuovi concetti: fenomeno e noumeno SI CHIAMA FENOMENO (alla lettera CIÒ CHE APPARE ) la cosa realmente esistente così come essa appare a noi, filtrata dalle nostre forme pure a priori. SI CHIAMA NOUMENO (O COSA IN SÉ ) LA MEDESIMA COSA REALMENTE ESISTENTE, MA COSÌ COME ESSA È IN SÉ STESSA, DEL TUTTO INDIPENDENTEMENTE DA COME APPARE A NOI. Esempio: la mela, l uomo e il gatto...

13 12. I gradi della conoscenza Kant articola la ragione (in senso ampio) umana in tre gradi fondamentali: 1) Sensibilità. Le cose del mondo ci sono date mediante i sensi in modo immediato, intuitivo, seppure già mediato dalle forme a priori della sensibilità: spazio e tempo. 2) Intelletto. Per suo tramite noi pensiamo i dati fornitici dai sensi mediatamente i concetti puri o categorie. 3) Ragione (in senso stretto). È per suo tramite che la mente, andando oltre il dettato dell esperienza, cerca di fare metafisica, ovvero di spiegare l intera realtà attraverso le tre idee di Anima, Mondo, Dio.

14 13. La suddivisione della Critica della ragione pura La prima Critica è così suddivisa: ESTETICA TRASCENDENTALE (forme pure a priori, cioè forme trascendentali della sensibilità: spazio e tempo) A. DOTTRINA DEGLI ELEMENTI LOGICA TRASCENDENTALE B. DOTTRINA DEL METODO ANALITICA DIALETTICA (forme pure a priori, cioè forme (le tre Idee trascendentali dell intelletto: metafisiche: 12 categorie) Anima, Mondo, Dio)

15 14. ESTETICA TRASCENDENTALE In questa sezione Kant studia la sensibilità e le sue forme a priori. i La sensibilità è sia passiva (recettiva), perché riceve dall esterno i suoi contenuti, sia attiva, perché i dati sensibili vengono organizzati da essa in modo autonomo. La materia della conoscenza sensibile, i dati sensoriali, sono organizzati, ordinati, dalle forme pure (a priori) i) della sensibilità: lo spazio eiltempo. Lo spazio è la forma del senso esterno ed esprime l ordine della coesistenza delle cose, cioè il loro disporsi l una accanto all altra. Il tempo è la forma del senso interno ed esprime l ordine della successione dei nostri stati d animo, ossia il loro disporsi l uno dopo l altro. lt Relativamente a spazio e tempo Kant confuta sia la visione empirista (spazio e tempo sarebbero concetti tratti dall esperienza: Locke) sia quella oggettivistica (spazio e tempo sono cose a se stanti, realmente esistenti: Newton).

16 14. ESTETICA TRASCENDENTALE Riassumendo: per Kant lo spazio e il tempo NON sono cose realmente esistenti e indipendenti da noi, ma sono parte della struttura della nostra ragione. Spazio e tempo sono, in particolare, le due modalità (forme pure a priori della sensibilità) attraverso le quali l uomo percepisce la realtà esterna. Spazio e tempo sono forme a priori, i questo significa ifi che non dipendono dall esperienza, ma dalla struttura della ragione umana. Dubbio: se spazio e tempo sono strutture soggettive della mente umana,, com è possibile che la realtà esterna, indipendente da noi, si configuri sempre in termini spaziali e temporali? Risposta: Spazio e tempo sono soggettivi solo rispetto alla realtà in sé, ovvero ai noumeni, ma sono oggettivi i rispetto alla realtà conosciuta, i fenomeni! L aritmetica e la geometria, le fondamentali discipline matematiche, sono scienze (cioè portano a conoscenze certe) e sono produttive (cioè portano a scoprire cose nuove) proprio perché si basano, rispettivamente, sul tempo e sullo spazio.

17 15. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA In questa sezione Kant studia l intelletto ll tt e le sue forme a priori. i Le forme a priori dell intelletto sono definite da Kant con un termine aristotelico: CATEGORIE. Le categorie sono i modi attraverso cui vengono pensati, da parte dell intelletto, i contenuti offerti dall intuizione spazio-temporale della sensibilità. La realtà ci viene data tramite i sensi, ma viene pensata tramite l intelletto. Senza sensibilità, nessun oggetto ci verrebbe dato e senza intelletto nessun oggetto verrebbe pensato. I pensieri senza contenuto sono vuoti, le intuizioni senza concetti sono cieche. Attenzione: se per Aristotele le categorie avevano valore sia gnoseologico che ontologico, Kant ritiene che esse abbiano una valenza solo gnoseologica: le categorie sono le modalità di funzionamento della mente umana e, in quanto tali, hanno valore solo relativamente ai fenomeni, non ai noumeni (esattamente quanto valeva anche per spazio e tempo).

18 15. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Quante e quali sono le categorie? Visto che pensare significa giudicare, ovvero connettere un soggetto ad un predicato, vi saranno tanti tipi di categorie quanti sono le modalità del giudizio. QUANTITÀ QUALITÀ RELAZIONE MODALITÀ molteplicità, unità, totalità; realtà, negazione, limitazione; sostanzialità e inerenza, causalità e dipendenza, comunanza o azione reciproca; possibilità e impossibilità, esistenza e non esistenza, necessità e casualità.

19 15. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Non è difficile comprendere come le categorie indicate siano attive in uno qualunque dei nostri pensieri: - pensiamo sempre a una cosa o a più cose o a una totalità di cose (quantità); - una cosa è sempre pensata come reale oppure come non reale, oppure come distinta da questa o quella realtà (qualità); - Il pensiero prevede molto spesso delle relazioni fra elementi distinti (esempio: Roberto è molto maldestro: rompe sempre tutto causalità); Il pensiero contempla anche le modalità dell accadere ( È possibile che settimana prossima io vada al mare, ma dovrò tornare a casa al massimo entro giovedì (categorie di possibilità e di necessità). Anche in un pensiero semplicissimo come C È CÈUNA MELA entrano in azione numerose categorie: unità, realtà, sostanzialità, esistenza.

20 15. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Formulata la tavola delle categorie, Kant cerca di giustificarne la validità e l uso, è il problema che lui chiama deduzione trascendentale. Si tratta di giustificare di diritto una pretesa di fatto. La deduzione delle categorie non consiste semplicemente nel far vedere che esse sono adoperate, di fatto, nella conoscenza scientifica. Bisogna invece giustificare che il loro uso è legittimo e determinare i limiti della validità di questo uso. Detto altrimenti: se le categorie sono solo caratteristiche della mente umana, come si può pretendere che esse valgano anche per la realtà esterna?

21 REALTÀ (fatta di noumeni, cose in sé) Dati sensibili Primo filtro ordinatore: forme pure della sensibilità, spazio e tempo! Cosa intuita Secondo filtro ordinatore: forme pure dell intelletto, categorie! Cosa pensata SOGGETTO CONOSCENTE (conosce il fenomeno!)

22 16. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA L intelletto umano non è né totalmente passivo (si limita a riflettere la realtà così come essa è) né totalmente attivo (esso crea i propri oggetti di pensiero dal nulla). Esso è invece sia passivo (agisce su materiale che proviene dall esterno) che attivo (organizza autonomamente tale materiale). Al quadro manca ancora un ultimo elemento: per essere pensati, gli oggetti devono essere riferiti ad un unico centro mentale unificatore che Kant chiama IO PENSO. L io penso unifica le percezioni sensibili, filtrate tramite spazio e tempo, utilizzandole le categorie e riferendole a sé. È come se in ogni singolo pensiero ci fosse un elemento implicito: Io penso che.... Tutto ciò che pensiamo è, appunto, pensato, perché ultimamente riferito a questo centro unificatore!

23 Dati sensibili Primo filtro ordinatore: forme pure della sensibilità, spazio e tempo! Cosa intuita Secondo filtro ordinatore: forme pure dell intelletto, categorie! Cosa pensata IO PENSO

24 16. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA L io penso come coscienza non è la conoscenza dell io come esso è in se stesso (per esempio, come anima immortale). Non solo la conoscenza del mondo esterno, ma anche quella del nostro io è solo fenomenica: io conosco me stesso solo tramite l esperienza interna che ho di me e non in termini assoluti. In Kant l io può essere definito come legislatore della natura. Solo in senso materiale cioè relativamente ai dati sensibili la natura è esterna all uomo uomo. In senso formale, invece, essa è interna all uomo: le relazioni che si instaurano fra i dati sensibili, formando il fenomeno, sono tutte interne all uomo. Attenzione: spazio, tempo e categorie operano solo sui dati della sensibilità. Questo significa che il conoscere in senso forte, scientifico, non può in alcun modo estendersi oltre l esperienza, prescindendo da essa.

25 16. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Kant paragona la conoscenza fenomenica, la conoscenza basata sui dati dell esperienza esperienza, alla terra ferma di un isola isola, solida, sicura... L inevitabile desiderio umano di andare oltre il fenomeno e di conoscere il noumeno le cose come sono in se stesse, l assoluto è simile alle smanie di un navigante attratto dalla scoperta di nuove terre, ma destinato a vagare inutilmente tra i flutti, perdendosi in essi. In altre parole: la metafisica, la pretesa di conoscere l assoluto, non può essere scienza: passiamo così alla dialettica trascendentale.

26 18. DIALETTICA TRASCENDENTALE In questa sezione della Critica Kant si domanda se anche la metafisica, come disciplina, possa concludere a conoscenze di carattere scientifico. Se in Platone la dialettica era la scienza suprema, ovvero la scienza delle Idee, per Aristotele essa denotava tanto il procedimento dimostrativo fondato su premesse solo probabili, quanto l arte di costruire ragionamenti capziosi, fallaci, basati su premesse niente affatto probabili, ma fatte apparire come tali! È ad Aristotele che Kant si richiama: la dialettica trascendentale ha lo scopo di smascherare i ragionamenti fallaci della metafisica! Come abbiamo già detto: anche se infondata, la speculazione metafisica rappresenta un esigenza naturale ed inevitabile della mente umana.

27 18. DIALETTICA TRASCENDENTALE - Abbiamo visto che l intelletto unifica, tramite l attivazione delle categorie, i dati provenienti dai sensi. L uomo uomo, però, per natura tende al raggiungimento dell incondizionato e della totalità: solo di questi si mostra soddisfatto! - La ragione dell uomo non si accontenta, non è mai paga, sempre vuole andare oltre, giungendo così alle tre idee della metafisica: Anima: ovvero l idea della totalità dei fenomeni interni (psicologia razionale). Mondo: ovvero l idea della totalità dei fenomeni esterni (cosmologia razionale). Dio: ovvero l idea della totalità dei fenomeni interni ed esterni, l assoluta totalità ridotta ad unità (teologia razionale). Il problema è che di queste tre totalità noi non abbiamo né possiamo mai avere esperienza alcuna!

28 18.1 DIALETTICA TRASCENDENTALE: psicologia razionale - Questa disciplina è, a parere di Kant, fondata su di un paralogisma, cioèun ragionamento errato, che consiste nell applicare la categoria di sostanza all io penso. - L io penso, però, è un noumeno: noi non possiamo sapere come esso sia. L errore sta, dunque, nell ipotizzare l esistenza dell anima e, addirittura, di attribuirle tutta una serie di caratteristiche che, rispetto la nostra esperienza, sono del tutto ingiustificate e ingiustificabili. Si dice che l anima è semplice, libera, immortale, ecc. Ma cosa, quali dati concreti stanno a fondamento di ciò? Nessuno.

29 18.2 DIALETTICA TRASCENDENTALE: cosmologia razionale - Il cosmo, l universo universo, la totalità del mondo fisico non rientra mai nella nostra Esperienza: noi esperiamo questo o quel fenomeno, mai la totalità dei fenomeni. L idea di Mondo, dunque, è al di fuori di qualunque esperienza possibile. - Nonostante ciò, i metafisici pretendono di poter dire qualcosa sul Mondo, sull universo, come totalità: facendo questo essi incappano in quelle che Kant chiama antinomie. - Le antinomie sono coppie di affermazioni fra loro opposte, entrambe razionalmente sostenibili, ma fra le quali la ragione risulta incapace di decidere. 1. Il Mondo è finito (nello spazio e nel tempo) Il Mondo è infinito (nello spazio e nel tempo) 2. La materia è divisibile all infinito La materia non è divisibile all infinito 3. Esiste una causalità libera Esiste solo una causalità deterministica 4. Il Mondo dipende da un essere necessario, Dio. Il Mondo non dipende da un essere necessario, Dio.

30 18.2 DIALETTICA TRASCENDENTALE: cosmologia razionale - In ogni singola antinomia tra tesi e antitesi è impossibile capire quale sia vera. Perché? Il problema sta nell Idea di Mondo, illegittima perché non sostenuta da alcuna esperienza reale o possibile. - Per ciò che riguarda terza e quarta antinomia, Kant puntualizza che le tesi valgono nel mondo dei fenomeni, nel cui ambito non si incontra mai né Dio né la libertà, mentre le antitesi potrebbero valere per la cosa in sé.

31 18.3 DIALETTICA TRASCENDENTALE: teologia razionale - Kant si pone in termini critici rispetto a tutte le pretese dimostrazioni del fatto che Dio esiste (o che non esiste!). - Contro la prova ontologica di Anselmo. Dio, in quanto assolutamente perfetto, deve esistere. Ma come si può passare da un semplice concetto mentale, per quanto perfetto possa essere, all esistenza reale. L esistenza non è un predicato in mezzo ad Altri: la differenza fra cento talleri immaginati e cento talleri reali non sta in alcun predicato, ma nel fatto che i primi non esistono e i secondi sì! - Contro la prova cosmologica. Tutto ciò che è contingente deve l esistenza a qualcos altro, che lo precede, ma prima o poi bisogna per forza giungere ad un essere necessario, Dio. Primo errore: la categoria di causa connette solo fenomeni a fenomeni, non fenomeni a qualcosa che fenomenico non è (Dio). Secondo errore: anche ammesso questo essere necessario, come si potrebbe poi identificarlo con Dio? Impossibile!

32 18.3 DIALETTICA TRASCENDENTALE: teologia razionale - Kant si pone in termini critici rispetto a tutte le pretese dimostrazioni del fatto che Dio esiste (o chenon esiste!). - Contro la prova fisico-teleologica. Il Mondo è troppo bello e ordinato: deve esistere qualcuno che lo abbia pensato e creato. Primo errore: l ordine della natura potrebbe stare nella natura stessa, come dimostrare che non è così? Impossibile. Secondo errore: l ordine e la bellezza del Mondo che noi esperiamo sono finiti e imperfetti, quindi come possiamo sostenere che un eventuale Creatore sia infinito e perfetto, cioè sia Dio? Impossibile! In sede teorica, Kantèagnostico, in quanto ritiene che la ragione umana non possa dimostrare né che Dio esiste né che non esiste.

33 18.3 DIALETTICA TRASCENDENTALE: teologia razionale - Quanto detto fino ad ora significa che le tre Idee della ragione sono inutili? Assolutamente no! - Esse non servono a conoscere con certezza alcun fenomeno reale, ma hanno un fondamentale uso regolativo. Le tre Idee funzionano come stimoli per la ricerca: traguardi in sé irraggiungibili, ma che spingono l uomo ad approfondire e ad allargare sempre di più le sue conoscenze! Le idee, cessando di valere dogmaticamente come realtà, varranno in questo caso problematicamente, come condizioni che impegnano l uomo nella ricerca naturale e lo sollecitano di evento in evento, di causa in causa, ad estendere quanto possibile il dominio della propria esperienza e di dare a questo dominio la massima unità.

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