UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA MASTER DI I LIVELLO EDUCATORE ESPERTO PER LA DISABILITÀ SENSORIALI TESI DI MASTER

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA MASTER DI I LIVELLO EDUCATORE ESPERTO PER LA DISABILITÀ SENSORIALI TESI DI MASTER BARRIERE ARCHITETTONICHE VIRTUALI E ACCESSIBILITÀ Relatore Dott. W.J. Bertozzo Specializzanda Dott.sa Viviana Mannoia Anno Accademico

2 2 Sommario Introduzione... 4 Capitolo I Definizione di ipovedente e non vedente storia dell educazione del non vedente l antichità all età dei lumi Valentin HAÜY louis braille il metodo braille capitolo II la normativa italiana la legge stanca e l accessibilità capitolo III i prodotti d ausilio gli strumenti hardware display o barra braille l optacon stampanti braille videoingranditori (cctv) i software... 46

3 screen readers i browser testuali:lynx i browser vocali conclusioni sitografia... 63

4 4 INTRODUZIONE "L'uomo è un animale sociale. Le persone non sono fatte per vivere da sole". Seneca L uomo, in quanto animale sociale, ha bisogno di comunicare e, in questi ultimi velocissimi 20 anni, la comunicazione è stata strettamente legata alla rete, a internet, alla rapita trasmissione di saperi e informazioni. La comunicazione da esigenza è diventata necessità: in un mondo in cui l azione del comunicare è inclusione, intesa come sopravvivenza e acculturazione, chi non ha accesso alle ICT è tagliato fuori dai circuiti dello scambio globale. Grazie alle nuove tecnologie, e a tutto ciò che esse celano, è possibile, infatti, annullare le distanze geografiche, concludere transazioni e diffondere informazioni senza lo spostamento fisico di uomini e/o cose. Tanto più sorprende, e fa riflettere, l indispensabilità del computer nel nostro quotidiano. Considerando la sua recentissima invenzione sembra quasi assurdo immaginare oggi la società moderna senza un PC collegato a internet. La rete è una risorsa incommensurabile, che allarga gli orizzonti e intesse una rete che abbraccia e stringe tutto il globo, offrendo possibilità infinite e impensabili fino a qualche decennio fa. Oggi è possibile comunicare in video-conferenza pur essendo a migliaia di chilometri di distanza, di effettuare scambi commerciali

5 5 d ogni tipo, inviare messaggi scritti e ricevere istantaneamente una risposta, parlare in chat con persone sconosciute o amici troppo distanti. Come scrive McLuhan 1 con l avvento del telegrafo i messaggi poterono viaggiare più in fretta del messaggero. con il telegrafo l informazione si era staccata da materie solide come la pietra e il papiro. il termine comunicazione è stato ampiamente usato con riferimento alle strade, ai ponti, alle rotte navali, ai fiumi e canali, prima di trasformarsi con l era elettronica in movimento di informazione successivamente all invenzione del telefono. Se in passato si sosteneva che, con l invenzione del telefono, l umanità fosse attaccata ad un filo, ora i fili si sono moltiplicati e intrecciati diventando una rete. È come se il mondo si fosse ristretto, le distanze annullate e il reale avesse proiettato la sua immagine in un mondo che è, contemporaneamente, parallelo e integrato. Ma cosa accade a chi è escluso dall accesso alle nuove tecnologie? E chi per motivi fisici, congeniti o acquisiti, non riesca ad accedere alla nuova comunicazione, è condannato a vivere fuori dalla società? Da anni si è cercato di rispondere a questi quesiti proponendo sempre la questione dell accessibilità. 1 M. McLuhan, La galassia Gutenberg. Nascita dell uomo tipografico, Roma, 1962.

6 6 Se già dagli anni Settanta del Novecento si è iniziato a studiare il concetto di barriera architettonica, inteso alla creazione di percorsi accessibili a tutti e senza ostacoli per le case, scuole, uffici e città (pur avendo ancora molta strada da fare) anche nelle nuove tecnologie esistono barriere architettoniche non meno difficili da superare e la parola che appare in ogni testo è sempre la stessa: accessibilità. Ma cos è l accessibilità e come si è cercato negli ultimi vent anni di rispondere a questo quesito? Il dizionario di DE MAURO, consultabile in rete, incorre però in un incoerenza particolarmente curiosa: da un lato offre una definizione di accessibilità assolutamente generica, quale quella sopra riportata, dall altro mostra ben visibile, sulla prima pagina del proprio sito internet, la seguente avvertenza: Accessibilità. coloro che per la navigazione utilizzano strumenti diversi da monitor, mouse o tastiera, che utilizzano un browser testuale o che hanno difficoltà visive possono inviare le proprie impressioni d uso al webmaster. Insomma, la parola accessibilità, almeno per i curatori del sito del DE MAURO PARAVIA online, ha un evidente significato specialistico, del quale però non si trova riscontro nella corrispondente definizione del dizionario. Occorre allora che ci si rivolga ad un altra parola, seguendo l implicito consiglio dei vocabolari: se, cioè, l accessibilità è la proprietà

7 7 dell essere accessibile, forse possiamo saperne di più capendo cosa vuol dire accessibile. Riguardo a questa parola, la situazione è per fortuna molto più chiara. Accanto ad alcuni significati figurati ( persona accessibile nel senso di affabile, cordiale, disponibile, e prezzo accessibile nel senso di modico), tutte le fonti concordano nel riportare due significati, uno proprio e uno figurato. Per il VOCABOLARIO TRECCANI DELLA LINGUA ITALIANA, il significato proprio di accessibile è: a cui è possibile accedere, che è di facile accesso: una località poco accessibile; rocca accessibile da due lati. In modo simile, il DE MAURO riporta: a cui si può accedere, raggiungibile: spiaggia accessibile solo dal mare E così anche il DIZIONARIO GARZANTI: cui si può accedere; raggiungibile: un luogo accessibile; una città non accessibile dal mare. Tutte e tre le fonti sono d accordo anche sul significato figurato della parola: di nozione che s intende facilmente: sono concetti accessibili anche ai fanciulli (TRECCANI). di qualcosa comprensibile: libri accessibili anche ai bambini (DE MAURO). comprensibile: concetto accessibile (GARZANTI). Si sono ottenute così abbastanza informazioni per arrivare a una prima importante certezza: accessibile significa raggiungibile ma non raggiungibile con difficoltà, come sarebbe la vetta di un alta montagna

8 8 innevata ma raggiungibile con facilità, senza troppi sforzi, come per esempio un citofono montato alla nostra altezza. Inoltre accessibile può significare sia raggiungibile fisicamente, per mezzo del corpo, sia raggiungibile mentalmente, con la comprensione, come un libro scritto con semplicità. L accessibilità non è però soltanto il risultato del rispetto di un insieme di norme tecniche ma anche e soprattutto di un modo diverso di pensare e progettare i contenuti e la struttura dei siti rendendoli effettivamente utilizzabili da tutti. Un sito accessibile è certamente fruibile dai disabili, che hanno particolari esigenze e usano tecnologie assistive, ma è anche navigabile, ad esempio, utilizzando connessioni lente, o media di accesso tecnologicamente avanzati, come PDA, Palm, SmartPhone ed è facilmente comprensibile senza avere bisogno di particolari competenze specialistiche. E quindi, in una parola, di semplice uso. Presupponendo che la tecnologia debba migliorare e facilitare la vita e non innalzare nuove barriere, nasce l esigenza di progettare e realizzare un sito accessibile e per farlo bisogna abbracciare una cultura di internet differente da quella affermatasi finora. Rendere i siti web accessibili vuol dire, infatti, offrire un contributo in termini di democratizzazione della Rete, garantendo pari opportunità a tutti coloro che desiderano comunicare attraverso internet ed allo stesso tempo allargando la base di utenti che possono essere raggiunti da informazioni e servizi. Un sito

9 9 accessibile deve essere utilizzato pienamente da tutti: sia da chi ha una disabilità fisica e/o sensoriale che rende necessario l uso di tecnologie assistive, sia da coloro che hanno difficoltà ad accedere al web a causa di limitazioni tecniche (un computer meno recente, l uso di strumenti diversi dal PC, una connessione lenta...) o di scarsa dimestichezza con internet. Per realizzare un sito accessibile occorre seguire le precise norme di progettazione stabilite dal WAI (Web Accessibility Initiative); egualmente importante, però, è anche cambiare la mentalità con la quale il sito stesso viene costruito. Un impegno che deve accomunare tutti coloro che contribuiscono a realizzare un sito, dall information architect al designer fino allo sviluppatore, per trovare soluzioni alternative che siano accessibili, e davvero usabili, per tutti. Un sito realizzato secondo questi criteri sarà facilmente accessibile con i più diffusi sistemi impiegati dai disabili (sintetizzatori vocali, ingranditori, strumenti braille, dispositivi diversi da tastiera e mouse), mentre la struttura dei contenuti e i servizi offerti risulta flessibile e adeguata anche agli utenti del web meno esperti, nel rispetto dei principi di usabilità. Un sito accessibile, quindi, è senza barriere digitali e idealmente va incontro alle esigenze di tutti: a quelle dei disabili e a quelle dei disabili tecnologici, ovvero tutte quelle persone che in un dato momento della vita, per diversi fattori sociali, economici, fisici, di età, non riescono a utilizzare internet con facilità.

10 10 Nel 1994 Tim Berners-Lee, l inventore del web, fonda il World Wide Web Consortium (W3C), l organismo che si occuperà di elaborare tutte le specifiche che sono alla base del web, per incentivare uno sviluppo ottimale della Rete. Con il passare degli anni, l impatto del web sulla vita delle persone appare sempre più evidente: su internet si trova l informazione quotidiana, si possono seguire delle lezioni, si può cercare lavoro, si può lavorare a distanza, si possono ottenere certificati e documenti. Grazie alla Rete si può entrare in possesso di libri, relazioni, discorsi. Un opportunità per tutti, ma ancora di più per le persone disabili. Per rispondere alle esigenze di quanti si vedevano tagliati fuori da questo insieme di opportunità, nel 1997 il W3C dà vita alla Web Accessibility Initiative (WAI), riunendo in gruppi di lavoro intorno al tema dell accessibilità i maggiori esperti mondiali di internet. Poiché l accessibilità è un problema complesso, il WAI ha deciso di affrontarlo su cinque diversi livelli di studio con altrettanti gruppi di lavoro: il primo si occupa di studiare come le tecnologie web possano supportare l accessibilità; il secondo sviluppa le linee guida per l accessibilità; il terzo si occupa di migliorare gli strumenti per valutare l accessibilità dei siti e quelli per modificarli in modo da renderli accessibili; il quarto realizza materiale didattico per diffondere la cultura dell accessibilità; e il quinto coordina le attività degli altri e li mette in contatto con i laboratori di ricerca e sviluppo.

11 11 Nel 1999 il WAI ha pubblicato le linee guida sull accessibilità (WCAG 1.0 Web Content Accessibility Guidelines): un insieme di quattordici regole destinate agli ideatori ed ai programmatori di siti internet che vogliano realizzare un sito web accessibile. Le linee guida analizzano i problemi legati all accessibilità e forniscono soluzioni per la progettazione, così da abbattere le barriere digitali senza dover rinunciare alle componenti multimediali. Le raccomandazioni prendono in considerazione tutti quegli aspetti che possono rendere la navigazione di un sito un impresa impossibile per un utente. Durante la progettazione gli sviluppatori devono infatti considerare le possibili diverse condizioni in cui si trova ad operare l internauta. E se è vero che ci sono diverse situazioni da considerare, ogni scelta di design accessibile porta però, contemporaneamente, dei benefici a molti gruppi di disabili e all'intera comunità del web. Le linee guida si basano sui due principi generali: assicurare una trasformazione elegante e rendere il contenuto comprensibile e navigabile: infatti, l utilizzo di ausili non devono interferire con l eleganza della struttura della pagina web che si deve trasformare senza stravolgersi, rimanendo accessibile e usabile nonostante le limitazioni che possono derivare dal dover essere utilizzabili per persone con disabilità fisiche, sensoriali e dell'apprendimento, piuttosto che da barriere tecnologiche. Rendere il contenuto comprensibile e navigabile, oltre all'adozione di un linguaggio chiaro e semplice, significa anche

12 12 fornire meccanismi facilmente comprensibili per la navigazione all'interno della stessa pagina e tra pagine diverse. Dotare sempre le pagine di strumenti di navigazione e informazioni di orientamento ne massimizza l'accessibilità e l'utilizzabilità. Non tutti gli utenti sono in grado di utilizzare indicazioni visive come immagini sensibili, frame affiancati, o comunque elementi grafici che guidano nella navigazione gli utenti normodotati; gli utenti, inoltre, possono perdere informazioni relative al contesto qualora riescano a vedere solo una parte della pagina, ad esempio perché accedono alla pagina stessa leggendo una parola (oppure una sezione) per volta. E evidente quindi che senza l aggiunta di informazioni di contesto che favoriscano l'orientamento nel contenuto possono non essere affatto comprensibili per alcune categorie di utenti. Le norme stabilite dal WAI si articolano su tre livelli di priorità, di importanza crescente, che identificano tre livelli di gravità nei problemi relativi all'accessibilità dei siti, e di conseguenza tre diversi livelli di adesione alle norme. Priorità 1. Norme che devono essere rispettate da tutti, pena l'impossibilità per alcuni gruppi di utenti di accedere alle informazioni. I siti conformi a tutti i punti di controllo della priorità 1 ottengono il livello di conformità A. Priorità 2. Norme che dovrebbero essere soddisfatte, pena una difficoltà di accesso ad alcune informazioni da parte di uno o più

13 13 gruppi di utenti. I siti conformi a tutti i punti di controllo delle priorità 1 e 2 ottengono il livello di conformità AA. Priorità 3. Norme che potrebbero essere soddisfatte, con l'obiettivo di rendere ancora migliore l'accesso a uno o più gruppi di utenti. I siti conformi a tutti i punti di controllo delle priorità 1, 2 e 3 ottengono il livello di conformità AAA. Il termine che indica la buona organizzazione dei contenuti e della navigazione di un sito è usabilità. Tale concetto si basa sull'osservazione diretta del comportamento dell utente alle prese con un sito e su alcune norme fondamentali. Gli elementi di base per la definizione di usabilità sono la possibilità di rendere e comprensibili tutti quegli strumenti che consentono all'utente di capire immediatamente dove si trova; qual è stato il percorso che lo ha portato in quella pagina e come è possibile ritornare alle pagine precedenti; la presentazione chiara del nome del sito, delle sezioni e dei percorsi; la coerenza cromatica delle sezioni senza cambi di grafica improvvisi. 2 Un codice sporco (una scrittura confusa, una struttura ripetitiva e percorsi di navigazione poco chiari) rende prima di tutto un sito poco 2 La linea guida 12, ad esempio, invita a fornire informazioni per la contestualizzazione e l'orientamento, così da aiutare gli utenti a comprendere pagine o elementi complessi. Allo stesso modo, ai fini dell accessibilità è considerato fondamentale fornire all utente dei meccanismi di navigazione chiari e coerenti (barre di navigazione, una mappa del sito ecc.) così da aumentare le probabilità che una persona trovi quello che sta cercando (linea guida 13).

14 14 usabile e, in secondo luogo, inaccessibile. 3 Anche l'uso di un linguaggio chiaro e semplice è imposto dalla linea guida 14, che recita proprio: Assicurarsi che i documenti siano chiari e semplici. L'accesso all'informazione scritta può essere, infatti, difficile per persone con disabilità cognitive o dell'apprendimento e, in genere, un testo confuso non aiuta nessuno. L'uso di un linguaggio chiaro e semplice giova anche alle persone la cui madrelingua è diversa da quella in cui è scritto il sito, comprese le persone che comunicano essenzialmente con il linguaggio dei segni. In Italia a portare all attenzione della Pubblica Amministrazione il problema dell accessibilità è stata la Circolare Bassanini n. 3/2001 del 13 marzo, "Linee guida per l'organizzazione, l'usabilità e l'accessibilità dei siti web delle pubbliche amministrazioni"; essa invitava ufficialmente tutti gli enti di Pubblica Amministrazione e Pubblica Utilità a integrare e conformare i propri siti internet e servizi on-line allo standard sancito dalle linee guida WAI. Il 6 Settembre 2001 viene quindi resa pubblica la circolare Cr/32dell AIPA (l Autorità per l Informatica nella Pubblica Amministrazione) che descrive nei dettagli gli strumenti e i metodi per migliorare l accessibilità dei siti web. 3 P. Bertini, M. Trevisan, E-banking: quando il servizio non è accessibile. Milano, 2002.

15 15 L adesione a questo documento ed al precedente è però volontaria. Il 16 dicembre 2002 è stata presentata la proposta di legge Campa-Palmieri secondo cui i siti web della pubblica amministrazione italiana devono essere accessibili. In altre parole devono essere disegnati in modo da assicurare una buona consultazione anche a cittadini diversamente abili seguendo le linee guida definite a livello internazionale dal Consorzio mondiale del Web (W3C). Inoltre, secondo il testo, un sito accessibile per definirsi tale deve poter essere visitato da qualsiasi utente indipendentemente dal computer, dalla velocità del collegamento, dal browser, dall interfaccia utente, dalle periferiche alternative utilizzati. Ma sembra che oramai i tempi siano in qualche modo maturi per arrivare a breve alla definizione di un adeguato apparato legislativo che dia impulso allo sviluppo di una effettiva cultura dell accessibilità infatti il 4 aprile 2003 il Consiglio dei Ministri vara il disegno di legge presentato dal Ministro per l Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, per abbattere le barriere virtuali che i disabili incontrano nell accesso agli strumenti informatici. 4 Nel testo si afferma che il Dipartimento per l Innovazione e le Tecnologie del Ministero del Consiglio valuta, su richiesta dei privati, l accessibilità dei loro siti internet o del materiale informatico da loro prodotto o distribuito. 4 Diodati, Accessibilità. Guida completa, Milano 2007.

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17 17 CAPITOLO I 1.1 DEFINIZIONE DI IPOVEDENTE E NON VEDENTE Prima di iniziare a trattare il percorso che condurrà all analisi dell accessibilità del web per i disabili della vista è opportuno fare un approfondimento su cosa siano queste disabilità e cosa comporti essere un ipovedente o un non vedente. Le persone con deficit visivo sono generalmente affette da una menomazione agli organi e alle strutture anatomiche riguardanti la vista, o interessate da un alterazione delle funzioni collegate a questo senso. Le menomazioni delle funzioni e delle strutture corporee, le limitazioni delle attività e le restrizioni alla partecipazione sono gli elementi descrittivi della Classificazione ICF (Classificazione del funzionamento della Disabilità e della Salute), che è lo strumento ufficiale dell Organizzazione Mondiale della Sanità (da qui O.M.S.) per descrivere e misurare la salute e la disabilità delle popolazioni. L ICF è il risultato di 7 anni di un lavoro svoltosi in 65 Paesi, pubblicato nella sua prima versione nel 2001 in seguito alla revisione della vecchia classificazione ICIDH del Recentemente l OMS ha pubblicato la prima classificazione del funzionamento della disabilità e della Salute

18 18 (ICF-CY ICF version for Children and Youth) applicabile a bambini e adolescenti. 5 Come punto di partenza, è importante tenere presenti almeno tre diversi aspetti della situazione di minorazione visiva, affinché sia possibile iniziare ad orientarsi. Dimensione percettiva: Indica la quantità e, specialmente, la qualità delle informazioni visive disponibili per la persona. Saranno, quindi, presi in considerazione fattori riguardanti la cecità rispetto all ipovisione. Dimensione temporale: Indica la storia clinica della minorazione visiva, il periodo in cui è insorta e si è modificata, la prognosi eventualmente possibile sull evoluzione futura. La variabile concerne la natura primaria della minorazione rispetto a quella acquisita. Dimensione del funzionamento globale: indica la correlazione con altri fattori di salute e sviluppo, che possono condizionare le capacità di una persona, specialmente se altri deficit vanno ad intaccare proprio le risorse utili all organismo per compensare la minorazione visiva. La legge n.138/2001 classifica le persone con problemi visivi in: Ipovedenti: lievi, medi, medio-gravi e gravi; 5 M.L. Gargiullo, V. Dadone, Crescere Toccando. Aiutare il bambino con deficit visivo attraverso il gioco sonoro. Uno strumento per educatori e terapisti, Milano 2009, p.17

19 19 Ciechi: parziali o totali, a seconda del campo visivo e dell acuità della vista. Esistono tuttavia molti altri fattori, che concorrono a determinare le numerose situazioni di ipovisione. 6 Le persone ipovedenti, sebbene siano in grado di utilizzare alcune informazioni visive, possono avere differenti carenze nelle loro funzione visiva: ciò determina sia una qualità delle immagini visive sia una capacità di utilizzare la vista che varia da persona a persona. Ci possono essere problemi nel riconoscere i colori, le sfumature intermedie tra chiaro e scuro, le forme, le distanze, problemi a vedere immagini poste in una determinata area del campo visivo o più di una di queste limitazioni messe insieme e con differenti livelli di gravità. Si intuisce quindi che, mentre è abbastanza comprensibile sul piano percettivo che cosa si intenda per cieco, non è possibile a priori stabilire quale sia la condizione visiva di una singola persona ipovedente. Secondo l OMS un soggetto è cieco quando l'acuità visiva corretta nell'occhio migliore è inferiore a 1/20, mentre è considerato ipovedente quando essa è compresa tra 3/10 e 1/20. Sono state definite cinque categorie (International Classification of 6 Lo strumento che descrive specificamente la qualità e quantità delle informazioni visive a disposizione di una persona si chiama diagnosi funzionale visiva. Questa non deve essere confusa con la diagnosi clinica, che è la descrizione delle patologie che sono causa della minorazione.

20 20 Diseases - 9 th revision). La prima e la seconda riguardano l ipovedente: 1 cat. = visus 3/10-1/10; 2 cat. = visus 1/10-1/20. Le altre tre categorie riguardano, invece, il soggetto cieco: 3 cat. = visus 1/20-1/100 ; 4 cat. = visus 1/100-P.L. ; 5 cat. = visus spento. In Italia il concetto legale di cecità-ipovisione è stato ridefinito con la legge 3 aprile 2001, n. 138: Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici. Le innovazioni introdotte da questa legge, promossa e ottenuta dall Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-sezione italiana e dall Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, sono state a lungo auspicate da tutti gli addetti ai lavori e da tutti i portatori di deficit visivo. Suo merito principale è quello di prendere in esame, per la valutazione del danno, non solo lo stato della visione centrale ma anche lo stato della visione periferica (il campo visivo). La precedente legge (n. 382/70) quantificava la menomazione visiva sulla base di un solo parametro (il visus); succedeva così che un paziente, affetto da retinite pigmentosa 7 o 7 Si tratta di una patologia oculare che appartiene a un gruppo di malattie ereditarie caratterizzate da una degenerazione progressiva della retina, che provoca nel tempo la perdita della visione notturna e

21 21 da glaucoma 8 in fase avanzata (con un campo visivo ridotto a meno di 5-10 gradi), non fosse nemmeno riconosciuto ipovedente. I dati o, meglio, le stime parlano chiaro: secondo le valutazioni dell'oms i ciechi nel mondo erano, nel 1972, poco di più di 10 milioni; nel 1990, 38 milioni e nel Attualmente 9 si stima che siano circa 40 milioni, mentre gli ipovedenti sono 245 milioni. Tra i fattori che causano cecità e ipovisione ci sono il forte incremento demografico e le scarse risorse sanitarie nei Paesi in via di sviluppo (dove si stima che vivano 9 ciechi o ipovedenti su 10) e l allungamento della vita media nei Paesi industrializzati con il conseguente aumento delle patologie, che causano un abbassamento della vista, legate all età. In Italia i dati non sono meno preoccupanti. Secondo le stime Istat 10 sono 362mila le persone prive della vista; inoltre, si calcola che gli ipovedenti siano circa un milione e mezzo. 11 del campo visivo periferico. In molti casi vi è una perdita dellʹacutezza visiva, che può condurre allʹipovisione e progredire fino alla cecità. Può insorgere dopo lʹadolescenza e si manifesta con un progressivo restringimento del campo visivo. 8 Il glaucoma è causato da un progressivo danneggiamento del nervo ottico, di solito derivante da unʹanormale pressione allʹinterno dellʹocchio. Progredisce lentamente e non presenta sintomi evidenti nei primi stadi. È frequente una diminuzione del campo visivo che allʹinizio non è in genere avvertita dai pazienti. Esami oculistici di routine e test specifici del campo visivo sono la chiave per diagnosticare sin dallʹinizio un glaucoma. In fase avanzata, il danno al nervo ottico causa unʹirreparabile perdita di visione periferica con pesante riduzione del campo visivo (visione tubolare, o a cannocchiale) e in casi estremi può portare alla cecità. 9 Dati OMS S. Minchiotti, L importanza della prevenzione visiva nei bambini: la prospettiva dell OMS, atti della Giornata Mondiale della vista 14 ottobre 2010, Roma 2010

22 22 Secondo le leggi del 27 maggio 1970 n 382 e 138/2001 sono considerati Ciechi Civili, ai fini del diritto alle provvidenze economiche previste dalla legge, coloro che in sede di visita medica presso la competente commissione sanitaria siano stati riconosciuti: Ciechi Assoluti - LEGGE 382/70: coloro che hanno un residuo visivo 00 in entrambi gli occhi, con eventuale correzione, ovvero coloro che hanno la totale mancanza della vista o la mera percezione dell'ombra o della luce. Ciechi Totali - LEGGE 138/2001: a) coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi; b) coloro che hanno la mera percezione dell'ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli o nell'occhio migliore; c) coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3%. Ciechi Parziali (o ventesimisti) - LEGGE 382/70: coloro che hanno un residuo visivo non superiore ad 1/20 in entrambi gli occhi con eventuale correzione. Ciechi Parziali - LEGGE 138/2001: a) coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell'occhio migliore, anche con eventuale correzione; b) coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 10 %. Ciechi Decimisti

23 23 coloro che hanno un residuo visivo non superiore ad 1/10 in entrambi gli occhi, sempre con eventuale correzione ottica. La definizione data dalla legge, soprattutto nell ottica della previdenza sociale ha compiuto degli enormi progressi nella comprensione e individuazione dei molteplici aspetti legati ai deficit visivi. 1.2 STORIA DELL EDUCAZIONE DEL NON VEDENTE L ANTICHITÀ ALL ETÀ DEI LUMI La cecità ha esercitato, fin dall antichità, un fascino misto a pietà e terrore; i ciechi erano isolati dalla società o ascoltati come oracoli ma sempre al di fuori dalla comunità. L esempio più eclatante fu il grande poeta cieco Omero con le sue grandi opere l Iliade e l Odissea, ed è in quest ultima che Ulisse incontra Tiresia il grande indovino cieco che gli consente il tramite con l Aldilà. Esistono molte versioni del mito di Tiresia e dell origine della sua cecità: punito da Era, perché aveva sostenuto Giove in una controversia, o da Pallade poiché l aveva vista nuda durante un bagno; comunque costante nei miti è la concezione della cecità come punizione, magari ricompensata con la profezia ma pur sempre condanna. Nel Vangelo di Giovanni 12 è narrato l episodio del miracolo della guarigione del cieco, che rivoluziona l antica visione del non vedente come punito per peccati suoi o dei suoi avi. 12 Gv 9,1-41

24 24 Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?". Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo". Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: "Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Il miracolo di Cristo stravolge la tradizione rabbinica che collegava la malattia e la sofferenza alla punizione per il peccato. Tuttavia per secoli ancora, nonostante le parole di Gesù, il cieco rimase il simbolo della diversità; la cecità rappresenta una prova terribile a cui Dio sottopone l'uomo per fare espiare i peccati e si propone agli altri come specchio e monito M. Gecchele, Per una storia dell educazione dei ciechi, dispense Master E.E.D.S. Verona 2011.

25 25 Il cieco diventa, per i cristiani, il fratello da aiutare con pie opere ed elemosine e già dal secolo decimo quarto si hanno importanti testimonianze di opere d asilo e assistenza ai non vedenti. Nel 1377 si ha la fondazione della Fraglia di Santa Maria dei ciechi a Padova, nel cui statuto si legge come l elemosina fosse considerata una pratica decorosa, ricompensata dalle preghiere per la salvezza dell anima dei benefattori. L assistenza ai disabili era a carico o delle famiglie o dei monasteri, per lo più legati alla regola benedettina. Sull assistenza ai cavalieri tornati ciechi dalle battaglie, si ha testimonianza con la fondazione del Quinte-Vingt nel 1265 per volontà di sua maestà re di Francia Luigi IX. È importante, comunque, sottolineare come la principale missione fosse quella di asilo non di fondazione di luoghi d educazione. L opinione comune era infatti che l apprendimento, così fortemente legato al mondo visuale, fosse del tutto preclusa ai non vedenti e che quindi l unica forma di sussistenza fosse quella di mendicare. L'egemonia della vista, nell'attività pratica e percettiva, ha fatto ritenere la cecità una delle più grandi sventure; e ogni manifestazione di capacità dei ciechi desta sorpresa, suscitando l'ipotesi di eccezionali compensi. In verità i compensi, che in ogni caso sono scarsi, si conseguono solo con

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