LE BASI DEL VIDEO GIORNALISMO WEB

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2 LE BASI DEL VIDEO GIORNALISMO WEB Facciamo un videino veloce è una di quelle frasi che un video giornalista non vorrebbe mai sentirsi dire ma che, invece, è costretto a sentire più e più volte nel corso della sua vita professionale. Realizzare un video non è mai semplice: questa è la prima regola da mettersi bene in testa quando si decide di avvicinarsi a questo mondo. Secondo, è necessario avere pazienza, costanza e anche un po di umiltà perché si tratta di imparare un linguaggio nuovo, con regole diverse e con obiettivi diversi. Terzo: fare video è faticoso, anche fisicamente a volte, e richiede una capacità in particolare che è quella di misurarsi con tante competenze diverse contemporaneamente. Sarà necessario individuare la notizia, comprenderla, cercare di arrivare sul posto prima degli altri, avere in testa una storia da raccontare, trovare il giusto momento per riprendere, controllare degli aspetti tecnici come la qualità della luce e del suono che entra in camera, avere buone domande dirette, lottare contro il tempo che non basta mai e, a volte, anche con i colleghi; infine rendere il tutto potabile per il pubblico che vuole le informazioni e le vuole in fretta, di qualità e chiare. Non è necessario avere attrezzature cinematografiche per portare a casa una buona storia, perché, ricordiamocelo, la notizia è ciò che conta. Succede, però ci siano casi in cui il come vale tanto quanto il cosa : quindi l attrezzatura è un elemento importante da valutare (insieme alle nostre motivazioni). Il mondo della comunicazione video è bello, complesso e vi permette di parlare un altra lingua. Se vi appassionerà non potrete più tornare indietro

3 IL SETTORE VIDEO NEL PANORAMA DELL ON LINE Il video on line è uno degli strumenti di comunicazione che ha registrato il maggior sviluppo negli ultimi dieci anni di rilevazioni statistiche sul mondo dell online. Se è vero che molte delle ricerche effettuate sono relative a dati soprattutto inerenti a paesi stranieri, è altrettanto vero che i dati forniti sul nostro paese, confrontati con quelli di paesi come gli Stati Uniti, ci aiutano a comprendere un fenomeno che nessun professionista della comunicazione può ignorare. Sul totale degli utenti on line attivi a livello mondiale il 70% ha visto almeno un video su internet, mentre l 11% degli utenti globali è in possesso di un dispositivo mobile con connessione internet (non sono ancora disponibili i dati relativi ai tablet). Il tempo trascorso in media al giorno su internet, sempre a livello globale, è di 1ora e 22 minuti ed, infine il 22% degli utenti globali sono in possesso di televisori definiti over the top ossia con connessione internet integrata. La ricerca Cisco Visual Networking Index Forecast ha mostrato alcuni calcoli sul panorama futuro della comunicazione on line: nel 2016 a fare uso del web per lo scambio e la condivisione di video on line saranno oltre un miliardo e mezzo di persone nel mondo. Per restare, invece solo all Italia, per guardare uno dopo l altro tutti i contenuti video che gli Italiani utilizzano ogni mese, ci vorrebbero anni e nel 2016, quando i video rappresenteranno la metà di tutto il traffico dati italiano, ce ne vorranno Passiamo ai dati relativi alla diffusione video negli Stati Uniti, campione privilegiato delle ricerche Nielsen, e successivamente all Italia con in dati forniti nel report Watch Insight Nel 2010 il totale dei video visualizzati on line negli Usa è stato di 10 miliardi con una media di 3 ore e 15 minuti trascorsi davanti allo schermo del pc dedicati a questa attività. Nel 2009 gli spettatori unici di video sono cresciuti del 13% (per un totale di 137 milioni di persone). Più di 3 milioni di persone hanno guardato contenuti video sui social network o sui blog per un totale di 175 milioni di video visti. In Italia secondo Nielsen - nel mese di marzo 2012 sono stati 27,7 milioni gli italiani che si sono collegati a internet almeno una volta tramite computer, con una crescita del +7% rispetto all anno scorso. Nel giorno medio sono online 13,7 milioni di utenti per una media di 1 ora e 18 minuti al giorno, consultando 147 pagine per persona. Su questo totale sono invece 19,943 gli utenti che fruiscono di video per un totale di 1 ora e 14 minuti in media per persona al mese, una percentuale del 72%: un dato impressionante se si calcola che è quarta solo alle ricerche sui portali search (Google, Virgilio, Bing etc...) con il loro 93%, alle ricerche sui portali generalisti con l 86% e ai social network (Facebook, Twitter, Pinterest, Google Plus etc) con l 85%. Ma dove e come si visualizzano i video on line? Il primo luogo virtuale che vi verrà in mente è You- Tube. Fondato nel 2005 da tre ex dipendenti di PayPal, Chad Hurley, Jawed Karim e Steve Clen, inizia le pubblicazioni la sera del 23 aprile 2005 con un video postato alle dal titolo Me at the zoo che dura 19 secondi. Oggi YouTube è il 3 sito più visitato nel mondo dopo Google e Facebook con un traffico di circa 800 milioni di utenti unici ogni mese, con 3 miliardi di visualizzazioni al giorno, 72 ore di video caricate ogni minuto. Nel 2011, YouTube ha registrato più di 1 trilione di visualizzazioni, pari a quasi 140 visualizzazioni per ogni persona sulla Terra. E ancora ogni giorno su Facebook vengono guardati 500 anni di video di YouTube e ogni minuto su Twitter vengono condivisi oltre 700 video di YouTube. È facile immaginare quindi perchè investitori, multinazionali, aziende, nonché ovviamente singoli utenti, vogliano investire su questo canale. Per l informazione YouTube è decisamente importante: decine di migliaia sono i video a contenuto informativo sulla cronaca, sull attualità, il gossip, l ambiente, la politica. Si tratta non solo di video caricati direttamente dai cittadini con la propria attrezzatura - 3 -

4 (con il metodo del citizen-journalism che ha creato tante polemiche e alimenta tutt ora molti dibattiti nel mondo dei professionisti dell informazione) ma si trovano ormai intere edizioni dei telegiornali di tutto il mondo, singoli servizi giornalistici, inchieste (magari nate per la tv ma rese fruibili anche su YouTube o vice versa), parti di trasmissioni televisive, montaggi realizzati ad hoc di eventi, interviste etc. YouTube mette a disposizione dei media e dei suoi operatori anche una guida per cercare con il miglior risultato possibile i video che interessano. La sezione si chiama YouTube per i media e chiarisce come cercare i migliori video del web, quelli più seguiti, quelli più cliccati o scaricati, i fenomeni del momento ma anche, cosa ancora più importante, come utilizzarli senza incorrere nella lesione del diritto d autore o in violazioni della privacy, un terreno spinoso per il settore video sul web di cui parleremo. Sono molte le case histories raccolte da YouTube rispetto alle collaborazioni tra il portale e il mondo dell informazione. La prima con la CNN per produrre un paio di dibattiti sulle primarie presidenziali durante la corsa elettorale del 2008 in cui gli elettori hanno posto delle domande ai candidati attraverso video di YouTube. Abbiamo raccolto si legge sulla sezione dedicata - oltre 3000 domande video per i candidati democratici, oltre 5000 domande per i candidati repubblicani e i dibattiti sono stati visti decine di milioni di volte in TV e sul Web, ispirando simili iniziative di programmazione per le elezioni in tutto il mondo. Questo modello ora è stato replicato decine di volte e YouTube nel 2010 ha collaborato con diverse organizzazioni giornalistiche locali a dibattiti elettorali di medio termine. La seconda con FoxNews che tramite YouTube ha raccolto dal suo pubblico domande da porre al Presidente Barack Obama in un intervista esclusiva. In meno di 24 ore, ha raccolto oltre voti su quasi 5000 domande. Ma questi sono solamente i casi più eclatanti: You- Tube direttamente o indirettamente collabora e fa collaborare tutto il mondo per la condivisione delle informazioni, delle notizie, dei casi, arrivando spesso molto prima di qualsiasi televisione o giornale on line e proponendo immagini esclusive che fanno il giro del mondo in pochissimi istanti, dando il via a movimenti di pensiero, dibattiti, e vere e proprie rivoluzioni, senza parlare della nascita di veri personaggi che grazie ai video sul web sono diventati famosissimi, il tutto postando in pochi minuti un video su una piattaforma. YouTube non è ovviamente l unico luogo virtuale in cui trovare video: nel frattempo questa tipologia di portale si è moltiplicata creando una serie di prodotti anche decisamente verticali e legati proprio all informazione in tempo reale. Pensiamo, per esempio a YouReporter. Così come si legge sul sito YouReporter è la prima piattaforma italiana di video giornalismo partecipativo, seguitissima da tutti i principali mezzi d informazione. YouReporter sta ampliando gli orizzonti della comunicazione, - si legge ancora - moltiplicando i punti di vista su ogni evento e notizia. Vogliamo dare un volto e una voce anche alle piccole, grandi, notizie che non diventano casi nazionali, magari solo per la lontananza o la distrazione delle troupe giornalistiche. Insomma, se YouTube raccoglie video di ogni genere, dalla confessione personale, alla notizia del grande tornado, passando per il video musicale dell ultima pop star e finendo con la ricetta della pasta al pesto, YouReporter ha deciso di rendere più verticale il suo contenuto, fornendo solamente video che raccontano un fatto, una notizia, avendo come scopo quello di coprire quei buchi dell informazione che per tempo, soldi, struttura o semplicemente per mancanza di interesse, i grandi media non raccontano. Ed ecco quindi che You Reporter mostra il video del piccolo incendio nella fattoria della brianza, oppure mostra le immagini terribili di terremoti, maremoti, alluvioni raccolte da chi, con il suo telefonino o tablet era sul posto in quel momento ed ha avuto la prontezza e, a volte anche l incoscienza, di registrare tutto. Nell elenco delle televisioni che utilizzando come fonte di materiale video YouReporter ci sono, fra le altre, la BBC, la CNN, tutti e tre i telegiornali Rai, quelli Mediaset, nonché agenzie come la Reuters e la Associated Press. Sono soprattutto i video di catastrofi naturali o eventi metereologici speciali ad essere ripresi dalle televisioni: frane, incendi, temporali particolarmente violenti, oppure eventi terribili come gli incidenti stradali. Esiste anche una testata registrata YouReporternews.it, una squadra di giornalisti professionisti pronta a coprire ogni giorno i principali eventi italiani ed internazionali. Le breaking news e i fatti in evoluzione sono seguiti con particolare attenzione, con vere e proprie dirette non stop. Insomma un ulteriore verticalizzazione dei contenuti per rendere l informazione ancora più mirata. In un intervista Stefano De Nicolo, uno dei soci fondatori di YouReporter insieme ad Alessandro Coscia, ha detto: La nostra piatta

5 forma vuole semplicemente integrare i media grazie ai contributi dei cittadini quando sono testimoni di eventi di cronaca, oppure con qualcosa da raccontare. Si tratta di una delle possibilità del concetto del reporting diffuso ossia la possibilità da parte di persone non formate giornalisticamente di raccontare eventi e notizie, termine nato solo grazie al web e soprattutto ai video condivisi on line. Infine, brevemente, diamo un occhiata anche al caso Vimeo. Qui non siamo davanti ad una piattaforma generalista, o meglio, non nel senso in cui l abbiamo esplorata e raccontata fino ad ora. Vimeo nasce nel 2004, quindi prima di YouTube, il nome è l anagramma di movie, filmato in inglese, ed è la parola video con me al centro, per indicare che i contenuti video sono a cura degli utenti stessi del servizio. I fondatori sono Zach Klein e Jake Lodwick. Il portale è di proprietà della IAC/InterActiveCorp un conglomerato mediatico americano, che opera in diversi e importanti giri di affari nei settori trasformati da Internet, on line e off line con più di 60 marchi e operante in 28 stati con approssimativamente impiegati. Che cosa è Vimeo e qual è la differenza con le piattaforme che abbiamo appena descritto? Ecco come la racconta Wikipedia: Caratteristica fondamentale di Vimeo è che non consente la pubblicazione di video commerciali, videogiochi, pornografia o qualsiasi opera che non sia stata creata unicamente dall utente; in questa maniera il sito si pone come una vetrina internazionale per registi e creativi consentendo la possibilità di condividere e pubblicare video su altri siti e commentarli. Si possono caricare anche video ad alta definizione, primo sito di questo tipo a consentirlo. Insomma Vimeo, con i suoi 65 milioni di visitatori unici al mese, 8 milioni di utenti registrati, con più di nuovi video caricati quotidianamente di cui il 10% in alta definizione, non è un melting pot di video bensì una sorta di club di video makers professionisti che si raccontano attraverso le proprie opere. Vimeo è anche fonte di notizie, non si trovano però, per i motivi sopracitati, breaking news che solitamente hanno caratteristiche qualitative lontane dagli standard di Vimeo. Non troverete, insomma, il video del tornado né quello del cagnolino salvato dalla frana, ma certamente è un favoloso bacino di storie raccontate in maniera spesso davvero straordinaria, ed una fonte di ispirazione, ed esempio, per chi vuole realizzare video di ottima qualità. Vimeo è stato segnalato, tra l altro, come uno dei 50 migliori siti web del mondo dalla classifica del NewYorkTimes del Abbiamo raccontato in breve quali sono i numeri dei video on line, e quali sono le piattaforme che stanno macinando milioni di contatti e ore di girato nel mondo anche se con tante caratteristiche diverse. La domanda che ci dobbiamo porre ora è: come mai tutto questo successo? Che cosa rende il video on line oggetto così seguito, discusso e condiviso? Partiamo, come sempre, da qualche dato empirico utile per comprendere di cosa stiamo parlando. L attenzione prestata da un utente ad un video di qualunque natura è di circa del 200% superiore a qualsiasi altra forma di comunicazione in rete. Dal 2003 al 2009 (ultimi dati disponibili su queste rilevazioni) la fruizione dei video da parte degli internauti è aumentata del 339% (Dati Nielsen 2009). Il tempo medio di visualizzazione di un video on line è aumentato del 1095% dal 2003 al Infine, i video sono l oggetto multimediale più condiviso in assoluto attraverso i social network. Non male no? Uno degli esercizi più facili da fare è il seguente: stiamo navigando su internet in una bella mattina domenicale, così per aggiornarci su ciò che ci accade attorno dopo che abbiamo recuperato un po di sonno dopo la settimana lavorativa. Leggiamo il titolo di una notizia che ci attrae e abbiamo due possibilità: leggere l articolo, diciamo con 5 paragrafi e una piccola fotografia, e cliccare sul pulsante play del video dell evento/intervista/gallery fotografica commentata etc. Che facciamo? Ecco la mia risposta: guardo il video. Dura 2 minuti, mi da le informazioni che mi servono, non devo sforzarmi di seguire le righe di lettura sullo schermo, sto solo ferma a guardare e ad ascoltare. Vedo quello che mi interessa, sono lì con Julian Assange mentre parla dal balcone dell ambasciata dell Ecuador, vedo la sua espressione, il suo taglio di capelli, il tono di voce, assisto al suo discorso anche se sono a Milano nel mio appartamento seduta davanti ad una tazza di latte e cereali. La videocamera inquadra anche il pubblico, i giornalisti, i fotografi, mi rendo conto che importanza ha questa notizia, perchè ci sono decine di giornalisti assiepati li sotto quel balcone. Capisco che l aria è tesa, vedo le forze dell ordine che proteggono Assange, verifico con i miei occhi che è vivo, sta bene, che è sempre determinato. Infine ascolto quello che dice, apprendo la sua posizione nei confronti degli Stati Uniti. Questo è quello che succede quando guardiamo un video: in due minuti assorbiamo una quantità di informazioni che nessun articolo, nessuna foto, nes

6 suna didascalia e nessuna intervista audio potranno mai darci. Qui sarebbe necessario addentrarsi nello specifico e nella storia della nascita delle immagini in movimento, del cinema, della televisione, ma per questo vi rimando alla bibliografia che trovata in fondo a questa dispensa. Quello che certamente possiamo dire e che ci è utile per comprendere il fenomeno video sul web è questo, citando il libro Il linguaggio della radio e della televisione di Enrico Menduni: La tv noi potremmo dire il video in generale eredita gli usi sociali della radio potenziando rispetto ad essa la concorrenzialità con il cinema. Succede, insomma, che il video permette un aspetto che nessun altro media può garantire: la contemporaneità delle informazioni. Immagini, audio, e testo vengono fruite insieme nello stesso prodotto e nello stesso arco di tempo, la nostra percezione immagazzina informazioni anche in modo inconsapevole, ascoltando i rumori di fondo di un video, guardando chi c è e come si sta svolgendo l azione noi abbiamo la possibilità di assimilare informazioni, tante, in brevissimo tempo e senza nessuno sforzo di carattere cognitivo. Ecco quindi la forza del video che racconta una storia, una notizia: contemporaneità della informazioni assimilate dall utente in poco tempo, e sappiamo molto bene quanto la velocità sia uno degli elementi cardine del web, anzi, è proprio la rete ad averci abituato, formato ad essere veloci, multitasking, e noi dall altra parte dello schermo, pretendiamo velocità (chi di voi non ha cliccato nervosamente sul mouse perchè la pagina del quotidiano on line di turno non caricava le immagini in 1 secondo invece di 4?). Velocità, completezza, contemporaneità: ecco perchè il video on line funziona sempre di più, ma non sempre. Qui arriva il difficile, perchè tutta questa teoria, questi dati e queste nozioni devono diventare un video di informazione, devono funzionare anche con il nostro video. Ma quello che dobbiamo mettere subito in chiaro è che non stiamo facendo della tv stampata come la chiama Sandro Petrone, giornalista di Rai 2, nel suo Il linguaggio delle news

7 LINGUAGGIO: IL VIDEO SERVIZIO NON È UN ARTICOLO Succede questo: semplicemente, dato che stiamo parlando di video servizi giornalistici per il web il pensiero corre ai giornali, al giornalista con la macchina da scrivere, alla penna, al taccuino e poi alla videocamera. Fermi tutti. La questione è complessa: vi ricordate alle scuole elementari? Quando sulle pareti spesso un po scrostate delle aule vedevamo quei cartelli con delle grosse lettere rosse che ci indicavano come si scrivevano e come si pronunciavano le lettere dell alfabeto? E vi ricordate anche del famoso libro di grammatica ed ortografia vero? Perfetto, allora sappiate questo: imparare a fare un servizio giornalistico con la videocamera per il web significa imparare una nuova lingua, un nuovo alfabeto, una nuova grammatica e una nuova ortografia. Avrete nuovi cartelli appesi alle pareti con nuove lettere rosse e nuovi segni rossi di correzione sui vostri primi lavori. Perché realizzare un video servizio giornalistico per il web non è come scrivere, non è come fotografare, non è come fare entrambe le cose insieme. Significa fare un servizio giornalistico video per il web, punto. Non ci sono scappatoie, non ci sono ma io faccio il giornalista da 30 anni : se è così è bellissimo, siete molto fortunati e avrete incontrato migliaia di persone e visto centinaia di posti, ma adesso volete imparare a fare un video servizio giornalistico per il web e quindi: si torna alle basi (per fortuna o purtroppo lo deciderete voi). Torna a darci una mano Petrone: Come se si trattasse semplicemente di trasferire sul piccolo schermo gli articoli di un quotidiano con le relative foto, hanno iniziato a parlare di illustrare il pezzo, di impaginare le notizie, della copertina [...] Al centro di tutto sembra esserci un testo che va impaginato, una voce che lo legge da coprire con le immagini perché lo si possa pubblicare in video, ma ovviamente non è così. Ma anche Wolfgang M. Achtner nel suo Il reporter televisivo ci spiega che: Nella stragrande maggioranza dei servizi trasmessi dalla televisione le immagini sono usate come mere illustrazioni di testi scritti come fossero servizi d agenzia per un giornale; le immagini vengono letteralmente spruzzate sopra il testo. Quella che va in onda in questo modo, piuttosto che giornalismo televisivo è radio in video. Negli Stati Uniti queste immagini vengono definite in tono dispregiativo wallpaper - carta da parati. Lette le parole dei due, specifichiamo un altro aspetto: nella maggior parte dei libri sull argomento si parla di televisione e poco, anzi pochissimo, di web. E certamente vero che esiste un affinità ma anche in questo caso le differenza fra il realizzare un servizio per la televisione e farne uno per il web c è, eccome. Ci sono certamente dei format televisivi che hanno fortemente ripreso il linguaggio del web, la sue strutture e le sue grammatiche e le hanno portate in televisione. Citiamo Report e con lui un programma davvero bellissimo e che può davvero raccontare come il linguaggio web è passato con estremo successo a quello televisivo, Il testimone di Pif su Mtv. Senza entrare in una descrizione lunga e capziosa, questi due programmi televisivi raccontano alcuni aspetti della nuova figura del video-giornalista. Nuova, si. Perchè se, come è successo a me lavorando, analizzate le figure che si occupano di video giornalismo sul web oggi, vi renderete conto, non solo che sono poche ma che non è da molto che questa figura si è affacciata alla porta della grande casa del giornalismo contemporaneo. Ci sono molti service che si occupano di creare contenuti per le web tv, per i quotidiani on line etc. ma pochi che invece fanno i video giornalisti davvero

8 IL VIDEO REPORTER: SOLO E AFFATICATO Tutti i giornalisti dovrebbero imparare ad essere autonomi per evitare di perdere un pezzo In molti corsi che insegnano come si può diventare video giornalisti si illustrano tutte le basi e i rudimenti per lavorare in coppia: un giornalista e un operatore video. In alcuni casi capita perfino che si racconti di utilizzare un fonico che porti con sé il mixer e che possa gestire un boom (niente paura poi spieghiamo che cosa è). Inoltre, poi, viene presentata separatamente la figura del montatore che lavorerà sulla post produzione. Questo corso invece si propone di raccontarvi un altra realtà ossia quella di un giornalistaoperatore-fonico-montatore, del singolo giornalista che confeziona dall inizio alla fine il suo prodotto video. Sceglie la notizia, prepara l attrezzatura, sceglie le inquadrature, prepara l intervista, scarica il pezzo, lo monta e lo spedisce alla sua redazione. La questione è semplice e triste: l editoria non può più permettersi di pagare tre persone per realizzare un prodotto video informativo per il web. Sono davvero ancora pochissime le realtà che lo fanno. Inoltre secondo la nostra visione dello sviluppo dell informazione sul web meglio partire con un bagaglio conoscitivo che permette si saper fare tutto, di realizzare un prodotto video dalla a alla z e poi ritrovarsi in due a fare il lavoro, che il contrario. Qui ovviamente si aprirebbero discussioni accese sulla qualità del lavoro, sulle garanzie del giornalista, sulle competenze, sulla divisione del lavoro... sono dibattiti aperti ed interessanti. Ma qui cerchiamo di andare al sodo, e insegnare tutto quello che c è da sapere di base. Se poi vi ritroverete a lavorare con un team di persone, un operatore, un montatore, un fonico e magari anche un direttore della fotografia, sarete molto fortunati ma avrete la capacità di comprendere cosa stanno facendo anche gli altri colleghi, e magari dargli dei consigli su come operare al meglio per ottenere il servizio che voi avete in mente. Primo elemento da considerare è la fatica fisica: fare il video giornalista è faticoso, e bisogna essere disposti a muoversi molto e a portare con sé sempre tutta l attrezzatura necessaria. Oggi videocamere e cavalletti sono certamente più leggeri di 5 anni fa, ma si tratta sempre di pesi che bisogna essere consapevoli di dover portare con sé. È faticoso perchè essere sul posto nel momento giusto significa magari dover attendere ore sotto sole o pioggia, oppure correre per raggiungere quello che ci interessa filmare. Perchè se è vero che il giornalista che scrive può anche, nel caso, raccogliere informazioni dalla sue fonti, farsi passare appunti, vedere foto e trarne informazioni, leggere comunicati stampa e simili, il video giornalista se buca una notizia la buca e basta. Non ci sono colleghi che tengano. Capita che un collega ti passi delle immagini, ma ovviamente la limitazione nel realizzare quello che noi avremmo voluto è troppo forte e spesso il servizio salta. Ora, dopo questa secchiata di brutte notizie, iniziamo con il dire che realizzare da sé un servizio video giornalistico è un esperienza complessa ma che porta grandissima soddisfazione, perché si crea qualco- Milena Gabanelli sa di unico, di proprio e che ci permette di conoscere a pieno il tema che stiamo affrontando. Inoltre la possibilità di montare il proprio lavoro permette una libertà assoluta nel decidere cosa, come e quanto raccontare al vostro utente

9 PREPARIAMO IL BORSONE PRIMA DI USCIRE Vediamo insieme quali sono gli strumenti che dovrete sempre avere nella borsa da lavoro prima di uscire per le strade della vostra città (o campagna, o palude, mare, montagna...) per realizzare il video servizio. VIDEOCAMERA Sembra banale ma non lo è. La videocamera deve essere pronta per essere utilizzata, con almeno una batteria carica già installata, con la lente ben pulita, la scheda o la cassetta inserita. BATTERIE DELLA VIDEOCAMERA È sempre necessario dotarsi di due batterie per la propria videocamera perché sono molti i motivi per cui quella installata non è sufficiente per coprire le ore di lavoro. L eccessivo freddo fa scaricare prima la batteria, per esempio. Quindi se le indicazioni del prodotto vi dicono che dura 120 minuti se state riprendendo il corteo di una manifestazione in pieno gennaio ecco che la batteria durerà la metà. Oppure la situazione che dovete seguire si protrae più del previsto, il vostro intervistato è tremendamente prolisso, etc. Insomma sempre due batterie, tutte e due cariche. CARICABATTERIE Solitamente è grande, pesante ed ingombrante, quindi la voglia di portarselo dietro è pari a zero, ma è davvero importante averlo almeno in quelle occasioni in cui non sapete bene quale sarà la situazione a cui andrete incontro. Se tempi e luoghi delle vostre riprese non sono chiari (capita spesso) meglio averlo dietro e con lui anche un bel riduttore perchè certamente il posto in cui sarete avrà una presa che non sarà adatta al vostro caricabatterie (qualcosa noto come Legge di Murphy). Importante nel caso eseguiate dei girati completi a camera fissa, oppure delle dirette in streaming, avere anche il cavo che collega la vostra videocamera direttamente alla corrente, sempre tramite il caricabatterie: in questo modo eviterete di dover interrompere la registrazione per cambiare la batteria perdendo certamente (sempre il signor Murphy) i 30 secondi fondamentali di tutte le 40 ore di ripresa che state realizzando. Il cavo per la corrente e il caricabatterie vengono forniti sempre insieme alla videocamera quando la acquistate. SCHEDE/CASSETTE Sia che voi operiate con una videocamera Mini-Dv sia che operiate con una videocamera che registra su scheda (Sd o Compact Flash) ricordatevi di averne una in più. I motivi sono gli stessi che abbiamo indicato per le batterie: senza memoria nella videocamera non si lavora. Inoltre, come dice qualcuno shit happens : una scheda si può rovinare, smagnetizzare etc. Averne un altra è necessario. Se utilizzate le Mini Dv ricordatevi sempre di conservarle nella loro custodia e di spingere la levetta di blocco di registrazione sulla cassetta una volta terminato il nastro: questo vi impedirà di registrare due volte sulla stessa cassetta magari a distanza di qualche giorno perdendo il vostro girato. Inoltre, per chi usa le Mini Dv ricordatevi di classificarle sempre con le loro etichette. Fatelo subito a costo di avere la cassetta in bocca, di riprendere con una mano e segnare la titolazione con l altra. Le Mini Dv si assomigliano in maniera incredibile soprattutto quando abbiamo due cose diverse da consegnare, quando non abbiamo messo le etichette e quando abbiamo fretta. Le cassette Mini Dv possono contenere vari minuti: ci sono da 30 minuti, da 60 e da 90. Decidete voi quali avere in borsa, i costi non sono eccessivi: una cassetta MiniDv da 60 minuti costa circa 2 euro, un pacchetto da 10 può costare tra i 18 e i 22 euro circa, le trovate nei negozi specializzati ma anche nei grandi ipermercati di tecnologia (Darty, - 9 -

10 Trony, Mediaworld etc). Per la marca non esistono regole, ma come sempre le marche famose non fanno scherzi: essendo la base del vostro lavoro evitare le cinesate può essere una scelta saggia. Per le schede SD (Secure Digital) invece il discorso cambia: anche queste vanno conservate con cura nelle loro custodie plastificate per evitare che si impolverino troppo o prendano colpi. Esistono, anche in questo caso tante tipologie differenti sia a livello di marca che a livello di Gb contenuti. Più la scheda è grande più costa. Per intenderci: una scheda SD da 16 Gb si aggira intorno ai 15 euro, una da 32 circa 30 euro, quella da 64 circa 60 euro. Per le ore di registrazione dipende dalla qualità con cui registrate. Esistono poi le schede Compact Flash, schede di memoria allo stato solido che utilizzano memorie flash. Sono più grandi e necessitano di un lettore di scheda per poter essere scaricate sul nostro pc/mac. La differenza sostanziale fra le CompactFlash e le SD è da ricercarsi nella maggior resistenza delle prime, dovute ad uno chassis decisamente più robusto. C è ovviamente anche una differenza nei prezzi. Una CompactFlash da 32 Gigabyte costa circa 100 euro. Una differenza sostanziale fra le MiniDv e le schede è la deteriorabilità: i nastri magnetici MiniDv possono essere utilizzati più volte, ma non infinite, anzi. Il consiglio è utilizzarle una volta sola ed archiviare con le apposite etichette i contenuti. Se proprio rimanete senza cassette e siete in emergenza allora riutilizzatele 2 massimo 3 volte: dopo, il nastro potrebbe crearvi seri problemi e farvi perdere pezzi di girato, far saltare l audio o altri disastri del genere. Le SD e le CompactFlash invece sono potenzialmente indistruttibili (a meno che non le calpestiate o martelliate con violenza) e possono, una volta scaricato il loro contenuto su un computer o un hard disk esterno, essere riutilizzate infinite volte. Ovviamente la tecnologia è sempre fallibile quindi, magari, se avete tempo fate una piccola prova prima di iniziare a registrare: una decina di secondi di immagini e rumore: riguardatevele sulla videocamera con la funzione Media e verificatene la funzionalità: sarete al sicuro. LETTORE DI SCHEDA O CAVO FIREWIRE È sempre necessario avere con voi la strumentazione necessaria per poter scaricare il materiale video che avete realizzato con la vostra videocamera. Questo significa nel caso lavoriate con una cassetta Mini Dv un cavo Fire Wire da collegare al computer, nel caso delle schede SD e CompactFlash di un lettore di scheda (soprattutto nel caso della seconda perchè ora molto computer hanno già integrata la porta per la lettura delle SD cosa che non succede con la CompactFlash). Esistono decine di tipi di lettori di scheda, anche qui fidatevi della marca e anche della comodità dell oggetto, alcuni hanno prese Usb scomodissime da mettere nel computer. Un lettore di scheda può costare dai 10 ai 100 euro, quelli che leggono anche le CF solitamente sono leggermente più costosi, ma diciamo che con una spesa media di 30 euro potete avere un ottimo prodotto

11 CUFFIE Un buon video operatore e, a maggior ragione un buon video giornalista, deve sempre riprendere e realizzare il suo pezzo utilizzando delle cuffie da collegare alla video camera. Questo perché i livelli audio sulla videocamera segnalano l entrata di una sorgente audio ma non di quale si tratti. Se, per esempio, il microfono gelato che state usando gracchia, non lo potrete scoprire che alla fine, una volta in redazione, perché il segnalatore digitale vi diceva che c era audio, eccome! Mentre con le cuffie avrete modo di verificare non solo che audio sta entrando e su che canali (solo destra? Solo sinistra? Entrambi?) ma anche la sua qualità (gracchia? Fruscia? Ci sono delle interferenze nell etere?). Questo vi eviterà guai colossali una volta arrivati alla fase della post produzione che non è affatto sinonimo di miracolo. Se un audio è rovinato non c è nulla che voi possiate fare per rimetterlo in sesto, o meglio, se ci sono leggerissimi fruscii oppure è molto basso si può intervenire, ma non contate mai su quello, perchè, lo vedremo poi, un video servizio con un audio rovinato è un video servizio da buttare. Per le cuffie esistono varie possibilità: esistono cuffie professionali che possono arrivare a costare fino a 300 euro, che hanno una qualità di riproduzione del suono eccezionale e che vi isolano dai rumori esterni permettendovi di poter verificare accuratamente che suono state registrando. Ci sono poi tutti prodotti intermedi che, ovviamente, vanno benissimo. La cosa importante è che le cuffie isolino bene l orecchio dal rumore esterno: classici auricolari da lettore mp3 possono andare bene se sono delle tipologia che si inserisce nell orecchio, altrimenti si rischia di non riuscire a verificare il suono. CAVALLETTO O TRIPODE William Ronat ha scritto la teoria delle tre s in merito all uso del cavalletto: Tripod keep it Steady, keep it Straight and keep it Smooth ( Il cavalletto mantiene [l immagine] ferma, dritta e scorrevole ). Si tratta di uno strumento indispensabile ma che vi darà sempre molto fastidio, soprattutto se lavorate da soli. È ingombrante, scomodo da portare in giro e spesso è scomodo anche usarlo, ma è necessario quasi in tutti i casi. Anche il mondo dei cavalletti è vario e pieno di possibilità di scelta. Si parte dai cavalletti da poche decine di euro (in caso di emergenza non si butta via niente) fino a quelli professionali che possono costare anche svariate centinaia di euro. Il cavalletto ha una funzione fondamentale che è quella di fornire una base di appoggio per la videocamera che realizza, in questo modo, immagini stabili e prive di movimenti inconsulti e fastidiosi. Le immagini stabili riescono ad attrarre maggiormente l utente, migliorando la sua capacità di attenzione sul contenuto, al contrario immagini mosse provocano distrazione. Ci sono però situazioni in cui certamente l uso della videocamera a mano è necessario o addirittura voluto per ottenere un determinato effetto emotivo sullo spettatore. Il cavalletto è composto da due parti: il corpo principale con le tre gambe (ne esistono anche a 4) e la testa. Le gambe sono telescopiche e permettono di stabilizzare il cavalletto all altezza che desideriamo a seconda dell inquadratura che stiamo realizzando. Un buon cavalletto deve avere anche lo strumento bolla che permette di capire se la nostra inquadratura è davvero dritta oppure no (cosa che si noterà moltissimo nel momento del montaggio). Poi abbiamo la testa del cavalletto dove è posizionata la frizione, ossia il meccanismo che permettere di muovere la videocamera con maggiore o minore fluidità (questo dipende dalla qualità della frizione): più la testa del cavalletto è buona più i movimenti da realizzare, che poi vedremo, saranno fluidi e non stresseranno l occhio dell utente, al contrario, se la frizione è di scarsa qualità ecco che i movimenti saranno a scatti e creeranno dei problemi alle vostre inquadrature. La testa del cavalletto si può muovere in verticale (panoramica verticale) e in orizzontale (panoramica orizzontale) e può essere bloccata nella posizione che desiderate grazie ad una serie di meccanismi a morsa. MONOPIEDE Il monopiede è un bastone telescopico munito di testa a cui si può agganciare la videocamera. Esso riduce le vibrazioni, e quindi la maggior parte dei piccoli movimenti casuali. Quando viene usato da solo, elimina le vibrazioni della videocamera sul piano verticale, quando utilizzato in combinazione con l appoggio a un grande oggetto, si forma un bipiede, e questo può anche eliminare i movimenti orizzontali. Molti monopiede possono anche essere utilizzati come chestpod o beltpod, nel senso che il piede del monopiede (a volte con uno speciale adattatore) può riposare su cinture, in vita, o al torace. Il risulta

12 to è che la macchina viene tenuta costantemente ferma più semplicemente e con una mano sola (anche se non nel modo più regolare, quando il piede è piantato a terra). Ne esistono anche in questo caso diverse tipologie, più o meno costose: un monopiede di buona qualità potete averlo con una cifra che si aggira intorno ai 40/50 euro e anche in questo caso lo trovate nei negozi specializzati ma anche nellea grande distribuzione. Il monopiede è molto leggero, telescopico e facilmente trasportabile anche in uno zaino e vi permette anche di risolvere situazioni difficili come le così dette tonnare : nel caso in cui si rimanga indietro, schiacciati dai possenti operatori delle televisioni nazionali che, solitamente girano con le videocamere dette Betacam, alzare la vostra videocamera al di sopra di tutti, tenendo lo schermo di visualizzazione orientato verso di voi per verificare l inquadratura, è una delle soluzioni estreme adottate soprattutto dalle video operatrici che spesso soccombono nella lotta alla raccolta dell ultima dichiarazione. FARETTO O ILLUMINATORE Delle luci e del loro posizionamento parleremo, ma dovendo presentare gli strumenti indispensabili per un servizio giornalistico, non possiamo non citare il faretto ossia lo strumento che, attaccato direttamente alla videocamera vi permette di ottenere un fascio di luce da puntare sulla situazione che state inquadrando. Anche in questo caso ne esistono di svariati tipi e anche di svariati prezzi. Molto comodi sono quelli a led che possono essere ricaricati direttamente tramite un cavo usb collegato al proprio computer. Il faretto non è la panacea ai mali della scarsa illuminazione, ma può essere assolutamente risolutivo nel caso in cui stiate lavorando in condizioni di illuminazione difficili (conferenza stampa poco illuminata, sala di una mostra, tunnel per i lavori della metropolitana, o semplicemente una situazione notturna). Se la prima cosa da fare in condizioni di scarsa illuminazione è cercare di realizzare il setting del gain nel modo corretto (poi vedremo che cosa è) altra strategia è quella di avvicinarsi a fonti di illuminazione già presenti sul posto, come luci artificiali e finestre (oppure ad un collega che ha un team video con un tecnico delle luci che sostiene da solo il faretto). Se nemmeno questo basta e la vostra immagine è ancora molto buia, il faretto sarà la vostra salvezza. Cercate di non puntarlo direttamente negli occhi della persona che state intervistando (se si tratta di un intervista) e di calibrarlo con le gelatine (se le avete) oppure di modificarne l inclinazione con le alette che solitamente si trovano sul faretto: questo vi consente di gestire la luce in modo corretto, evitando di bruciare le immagini o ottenere effetti tipo spettro del vostro soggetto. Ovviamente in casi di emergenza e di riprese in velocità l importante è avere la luce e puntarla su quello che dobbiamo mostrare...vinceremo il premio per la fotografia un altra volta. TACCUINO E PENNA Sembra banale un po come indicare di portarsi la videocamera, ma succede di non averli e di averne profondamente bisogno. Possono essere molte le cose da segnarsi dopo aver realizzato un intervista video oppure un servizio. Per esempio capita di non sapere il nome della persona che avete ascoltato, di non averglielo chiesto per svariati motivi e di doverlo registrare da qualche parte. Oppure capita di doversi segnare quale minutaggio vi serve dalla vostra cassetta che magari avete già registrato a metà: Le riprese dell intervista al signor X partono dal minuto 16,33. Utile quando poi dovrete andare ad acquisire (questo quando parliamo di MiniDv e nastro, questo non succede con le schede perchè avrete delle clip numerate da visualizzare). Oppure volete segnarvi già da subito un incipit, un testo per il vostro speech o overvoice da inserire nel pezzo: un idea, una frase, una citazione, una via etc... le ispirazioni vanno fermate subito sulla carta. Potete avere anche come abitudine quella di avere con voi un registratore portatile: è più costoso del taccuino e forse meno romantico, ma tant è. PILE Sempre meglio averne un pacchetto da quattro nella borsa soprattuto se avete i radio microfoni (senza non funzionano). Potete optare per avere un bel set di pile ricaricabili, un piccolo investimento che ripaga sul lungo periodo, anche se vi impone di ricordarvi di caricare il giorno prima non solo le batterie della videocamera e la batteria del faretto ma anche le pile. Sempre meglio averle di scorta, insomma, perchè, come detto prima Shit happens

13 PEZZA DA OCCHIALI Anche se ci vedete benissimo e non portate gli occhiali (beati voi) è sempre buona regola averne una nel vostro borsone questo non perché le lenti di una videocamera si puliscano così (altrimenti qualche purista potrebbe cercarmi sotto casa) ma perchè purtroppo un immagine girata con la lente macchiata è un immagine che non potrete utilizzare. Aneddoto divertente: succede che durante un intervista davanti al tribunale di Milano, in occasione di una manifestazione a sostegno dell ex premier italiano Silvio Berlusconi, io intervisti un signore molto coinvolto nella protesta, accalorato nel sostenere la tesi che il suddetto premier era vittima di giudici di sinistra corrotti e poco fidati. Lo individuo e lo voglio intervistare, lui si presta volentieri anche se mi individua come una pericolosa giornalista-di-sinistra. Mentre parla e difende la sua tesi sputa parecchio: alla fine dei 3 minuti di girato la mia videocamera chiede pietà e io anche. Con me ho la mia preziosa pezza da occhiali e, con un pochino di ripugnanza, pulisco la povera lente, e posso ricominciare a fare il mio giro di interviste. Ovviamente non sempre accade di farsi sputare sulla lente...però anche solo polvere, polline o magari l umido di una fontana nei pressi dell evento etc possono macchiare la vostra lente. Le macchie si vedono soprattutto se registrerete immagini in pieno sole: controllate prima la lente, onde evitare di buttare le immagini. Ovviamente poi la pezza l ho lavata per bene. BORSONE Apro e chiudo una brevissima considerazione sui borsoni da videocamera. Solitamente se buoni hanno prezzi abbastanza elevati, ma è anche vero che durano praticamente tutta la vita. Io prima di usare il borsone usavo uno zaino, molto più comodo per avere entrambe le mani libere e non essere sbilanciata. Succede però che nello zaino spesso lo spazio è troppo poco. Quindi qui non vi resta che provare e vedere che cosa si addice di più al lavoro che dovete fare e a come siete abituati. MICROFONI Qui si apre non un capitolo bensì IL capitolo. Ci sono interi libri sull argomento, fonici che si occupano di questo come lavoro. Noi qui, però, abbiamo bisogno di sapere cosa portare nel borsone e quando ci serve una tipologia di microfono piuttosto che l altra quindi apriremo un capitolo a parte nella prossima pagina e qui ci limiteremo solo a dire: non dimenticateveli mai. UN FOGLIO BIANCO Questa volta non vi servirà per scrivere bensì per fare il bianco. Nel capitolo sulle luci vedremo che cosa significa. Per ora sappiate che dovete averne uno con voi, possibilmente non lucido

14 I MICROFONI: SENZA AUDIO UN VIDEO NON È NIENTE Partiamo citando il nostro amico Achtner: L importanza del sonoro viene spesso sottovalutata, invece il suono è un complemento essenziale delle immagini, esattamente come è componente essenziale del mondo che ci circonda. All inizio di questa dispensa abbiamo fatto una considerazione: il video giornalistico ha avuto un enorme successo perché rappresenta una commistione di elementi che ci permettono, contemporaneamente, di ottenere tantissime informazioni. Il suono porta con sé una quantità di dati impressionante anche se, a volte, non ce ne rendiamo conto. Non parliamo solo del contenuto puro e semplice, le parole di un intervista, gli slogan di una manifestazione, il pianto di un bambino che viene allontanato dai genitori etc, bensì una serie di informazioni ambientali. Se registriamo un intervista ad un politico sul lungomare di Borgio Verezzi e abbiamo un bel primo piano di lui in giacca e cravatta, certamente eliminando i suoni ambientali potremmo pensare che si trovi ovunque, in un posto assolato, certo, ma non al mare. Questo va benissimo se lavoriamo ad un intervista sdraiata, ma se invece vogliamo raccontare quello che succede sarà necessario, oltre ad avere un microfono gelato per intervistarlo, attivare anche l ambientale che raccoglierà schiamazzi di bambini, e i dlin dlon dei campanelli dei risciò dietro di lui, che non si vedono... ma si sentono. Questo era solamente un esempio simpatico per far capire che spesso il suono ha un importanza fondamentale nel raccontare una notizia e che omettere un suono è una scelta di contenuto e non solo stilistica. Detto questo diamo un occhiata nella valigetta dei microfoni e vediamo di che cosa possiamo dotarci. Prima di tutto chiariamo che ogni microfono ha delle caratteristiche specifiche e può essere adatto a diverse situazioni. Si dividono in base al pick up pattern ossia in base alla direzionalità (la capacità di captare i suoni in base alla direzione da cui provengono). Si dividono fra: - omnidirezionali che registrano i suoni che vengono da tutte le direzioni con la stessa sensibilità. - unidirezionali che registrano i suoni che provengono da una sola direzione, ossia davanti al microfono ma con diversi gradi di ampiezza e forma d onda. Per vedere immagini ad alta definizione, attaccate il televisore all impianto Hi Fi e alzate il volume Teorema di Negroponte

15 MICROFONO CAMERA Si trova integrato nella videocamera. Ha due canali, destro e sinistro e può risultare più o meno potente a seconda del modello. Nel 99% dei casi non è adatto a registrare un intervista perché si tratta di un microfono ambientale omnidirezionale, che registra tutti i suoni : questo significa che se dovete affrontare un intervista in una stanza silenziosa con un unica persona andrà benissimo anche il microfono camera (purché di buona qualità) ma se per caso l intervista la doveste carpire per strada, magari per un vox populi, o alla fine di una conferenza stampa, il vostro microfono registrerà non solo la voce del vostro intervistato bensì anche tutti i rumori che ci saranno dietro di lui e di fianco a lui (brusio, applausi, macchine che parcheggiano, i soliti bambini che piangono). GELATO O HAND-MIKE Si tratta del classico microfono da intervista, quello che solitamente ha ben in vista il logo dell emittente/ webtv/blog etc per la quale state registrando l intervista. Fa parte della categoria degli unidirezionali e può essere di due tipi: o con il filo oppure radio. Nel primo caso sarà collegato alla videocamera con un cavo fornito di una presa XLR (una presa bilanciata che ha polo positivo, negativo e massa a terra), oppure con un mini jack (decisamente meno sicuro per fruscii e interferenze. Nel secondo caso avrete a che fare con un radio microfono e con altri due strumenti ossia il trasmettitore e il ricevitore (quelle famose scatoline nere che si attaccano, la prima, con una pinza metallica ai pantaloni o gonna dell intervistato, la seconda alla vostra videocamera). Questi son microfoni altamente professionali che possono arrivare a costare anche 1000 euro, vanno trattati con la massima delicatezza, accortezza e rispetto (provate a portarlo ad aggiustare...poi mi saprete dire se non era meglio starci più attenti). Il gelato è ottimo in due situazioni: le interviste al volo e le dichiarazioni da acciuffare in conferenza stampa direttamente dagli altoparlanti. Anche se c è una scuola di giornalismo televisivo che non ama vedere il giornalista con il gelato in mano e il suo braccio in campo, il gelato è comodo e vi permette di avere più agio nei movimenti. Certo, anche se non sembra, soprattutto il radiomicrofono gelato pesa e pensando che siete voi, la vostra videocamera, un monopiede e la forza bruta delle vostre braccia certamente se l interlocutore è prolisso potreste avere delle difficoltà. È anche vero che capita spesso di trovare colleghi delle agenzie di stampa gentili e disponibili a tenere il microfono per voi mentre armeggiate con la videocamera: avere buoni rapporti con loro è sempre molto utile. COLLARINO O NECK-MIKE Anche in questo caso stiamo parlando di un radio microfono ma questa volta avrete un levalier, un piccolo microfono a capsula che mediante una calamita, una clip metallica oppure un cordino, viene attaccato al bavero della giacca, alla maglietta, alla cravatta o alla camicia del vostro intervistato. E molto utile perché voi avete le mani libere ma si tratta di un microfono da utilizzare solamente nelle interviste piazzate perché per poter equipaggiare il vostro soggetto ci vogliono almeno 5/6 minuti e un po di disponibilità dello stesso a far passare il filo del microfono sotto la giacca o la camicia e a mettere in tasca il ricevitore: insomma non è un microfono d assalto. FUCILE, SHOTGUN O MEZZOFUCILE Nonostante il nome non è pericoloso, ma anzi utilissimo. Si tratta di un microfono di tipo unidirezionale che permette di catturare i suoni davanti a sé con un angolazione di circa 50. Il raggio di azione può arrivare fino a 3 metri. Questo microfono, solitamente coperto da una sorta di cuffietta di spugna nera detta anti pop (che evita al microfono di registrare anche vento o fruscii insistenti) è molto utile nel caso si registrino suoni lontani, per esempio ad una conferenza stampa, oppure in una manifestazione per strada. Può anche essere utilizzato per le interviste ma dovrete stare molto attenti a due aspetti: il primo che il vostro soggetto abbia alle spalle una situazione silenziosa o un muro, perchè questo microfono registra tutto ciò che dice lui ma anche ciò che accade dietro di lui, e secondo a direzionare bene il microfono verso la bocca del soggetto, perchè avendo un raggio di azione molto stretto, anche un movimento piccolo del soggetto (o vostro con la videocamera con attaccato il microfono) potrebbe modificare l intensità e la qualità della registrazione. Tutto questo come si verifica sul posto? Con le vostre cuffie. La differenza fra fucile e mezzo fucile sta nella lunghezza e nella sensibilità. Il fucile è più complesso da utilizzare e necessità di un attenzione maggiore rispetto al posizionamento, attenzione che spesso in questo lavoro è difficilissimo avere per questione di tempo, spazio e fretta nel riportare indietro il pezzo. Perciò, consiglio: mezzo fucile. Non dovrei nemmeno scriverlo, ma l ho fatto e l ho visto fare e a mali estremi, estremi rimedi. Se avete bisogno di un gelato per un intervista ma non ce l avete ma avete solo il mezzo fucile, comprate un bel cavo Cannon/XRL (con una decina di euro in un negozio che vende strumenti musicali ve la cavate)

16 attaccate il mezzo fucile e usatelo come gelato con il suo bravo anti pop: questa pagina si auto distruggerà. CANNA DA PESCA O BOOM Non è un microfono bensì un accessorio per microfono. Si tratta di un asta telescopica allungabile al termine della quale viene fissato un microfono fucile o mezzo fucile, coperto da un anti pop e, ancora meglio, anche da quello che in gergo viene definito gatto, ossia un anti pop peloso che permette di evitare i fruscii dovuti al vento. La struttura boom si può usare in molte situazioni anche nelle interviste per evitare di usare microfoni a mano o radio collarini. L unico, piccolo, problema è che non potete usarlo da soli, ma avrete per forza bisogno di un altra persona, un fonico possibilmente, che vi aiuti a direzionarlo nel modo adatto e che segua i vostri movimenti e quelli della persona intervistata o delle persone intervistate. Un caso classico: l intervista di gruppo alla band musicale. C è un intervistatore, una videocamera e un fonico. La boy band del momento è composta da 5 elementi, e se dovessimo intervistarli tutti con il collarino, significa fare delle rate per finire di pagare i microfoni fra un 5/6 anni. Nemmeno il gelato che ognuno dei ragazzotti si passa di mano in mano è una bella idea, si può fare ma è proprio brutto da vedere e crea degli imbarazzanti secondi di silenzio fra il momento in cui l intervistatore pone la domanda e quello in cui la band decide chi sarà a rispondere e ci si passa il microfono tipo testimone. Molto meglio l uso del boom per sentire le loro voci. L intervistatore avrà un gelato o un collarino e potrà anche stare dietro alla videocamera, mentre le risposte della band verranno registrate con il boom tenuto a giusta distanza e giusta direzione dal fonico che controllerà non solo di direzionarlo verso il soggetto che parla ma anche che sia alla giusta altezza perché non entri nell inquadratura. LIP MICROPHONE Questo lo segnaliamo giusto perché siamo scrupolosi ed attenti, ma non ne userete mai uno, a meno che non diventiate commentatori sportivi. Si tratta di un microfono a mano che si appoggia alle labbra e che permette di registrare solo la voce di chi parla escludendo completamente le altre voci. Molto utile quindi in tribuna mentre c è la partita, ma certamente poco utile a voi per andare in giro a fare i vostri servizi video

17 IL VIDEO SERVIZIO GIORNALISTICO SUL WEB: NON COPIAMO LA TV Meglio tante immagini da poter scartare che nessuna immagine. Ci siamo soffermati sul fatto che realizzare un servizio video giornalistico non significa fare della radio con le immagini, ma noi non abbiamo da affrontare solo la difficoltà di passare dal essere giornalisti della carta stampata a diventare video-giornalisti, abbiamo un altro scoglio da superare ossia quello del web. I video servizi per il web non sono servizi per la televisione, perché se è vero che il medium è il messaggio, strutturare un servizio che verrà trasmesso durante un telegiornale non è la stessa cosa che realizzarlo per una testata on line, oppure per una web tv. Oltre alle regole di base sui contenuti che ogni testata ha e che dovrete rispettare (scelta degli argomenti, linguaggio, grafiche, impostazioni etc), esistono delle regole di base che vanno rispettate. Cerchiamo di elencarne qualcuna di cui poter far tesoro per evitare che il vostro servizio video venga visto solo da voi e dai vostri parenti (nemmeno dagli amici...). Scegliamo bene il nostro obiettivo: soprattutto nel video on line vale la regola del chi se ne frega? presentata dal nostro amico Achtner. Se io giornalista, autore del servizio, non sono interessato alla storia che devo raccontare, se non so cosa voglio dire o perché sto facendo il mio servizio, è chiaro che questo non potrà in alcun modo interessare gli altri. So già cosa state pensando: ma spesso i servizi da fare mica li decido io. Verissimo, è successo spesso anche a me di non capire il perché di una scelta redazionale, ma la buona regola è cercare di rendere interessante quello che state facendo ed avere chiaro cosa si vuole raccontare, perché per fare un video siete lì, in quel momento, con quelle persone, e non avrete tempo di rifletterci dopo a casa (come accade con la scrittura) dovete sapere prima cosa fare, chi intervistare, che domande fare, e che immagini portare a casa. Vi faccio uno dei miei soliti esempi per capirci. Il mio capo al telefono: Oggi segui tu la Moratti che inaugura il nuovo Bike-Mi in piazza tal dei tali?. Sgomento e noia mi avevano colpita dritto in testa Ehm, si, ma perché? lui Non lo so, trova una storia magari. Eccolo lì, una storia all inaugurazione di una stazione di biciclette con il sindaco sotto campagna elettorale, impresa facilissima, certo. Eccomi in piazza tal dei tali, solita ressa di giornalisti della carta stampata, fotografi, colleghi con la videocamera e agenzie. Il sindaco toglie il telone dalle bici, tutti contenti, applausi, e dichiarazioni di rito sulla città più verde, le piste ciclabili etc. Mentre mi scapicollo per cercare di superare la selva di video operatori giganti (essere alti aiuta molto...e io non lo sono affatto), sento dietro di me un borbottio: Pista ciclabile...mozziconi di pista ciclabile vorrà dire. Dietro di me un signore sulla sessantina, pensionato con cappellino d ordinanza e mani dietro la schiena si era avvicinato al trambusto e ascoltava il sindaco. Eccola lì la mia storia, dietro di me che rimbrotta. Mi giro, lo saluto e gli chiedo di cosa parlava, lui si illumina, si sente protagonista e mi porta a fare un rapido giro per vedere le condizioni della ciclabile proprio vicino alla nuova stazione delle bici. Io riprendo tutto. Quando torniamo alla stazione il sindaco è ancora lì e allora io dico al mio pensionato: Perché non glielo dice al sindaco della pista ciclabile malconcia? Gliela chiamo io.... Nel marasma mi faccio vedere e chiedo al sindaco di rispondere ad una domanda, ma non sono io a fargliela, è il mio amico brontolone. Per farla breve, questo è uno di quei casi in cui da un servizio potenzialmente di una noia letale, si può tirare fuori un piccolo servizio interessante, sicuramente originale e che racconta un pezzetto di città. Non siamo al cinema: questo per chiarire che i tempi di un video sul web non sono quelli dell ultimo colossal di Spielberg. Un video giornalistico sul web non dovrebbe durare più di 3 minuti. L attenzione dell utente in rete è scarsa, e se il vostro video ha catturato l interesse e qualcuno lo sta guardando non dobbiamo abusare della sua pazienza, dobbiamo dargli subito quello che si aspetta di trovare (vale lo stesso per i pezzi scritti no?): nell attacco la notizia, l immagine più forte, il commento che ha

18 fatto il titolo. E inutile partire da una bella panoramica della strada in cui si è sviluppato l incendio, o dall intervista all edicolante che ha visto tutto, la prima immagine sarà quella del fuoco se avete fatto in tempo ad arrivare, oppure quella della macchina della polizia bruciata. Prima la notizia, prima le immagini che raccontano, dovete vendere la vostra notizia: vendetela bene. Ovviamente questa è una considerazione generale. Se stiamo realizzando un inchiesta è ovvio che le tempistiche saranno diverse, così come sarà diversa la strutturazione di un servizio su una mostra, o l intervista all autore di un libro. Ma anche qui vale il concetto: tagliate ciò che non ritenete indispensabile. Se state intervistando Alessandro Baricco sul suo ultimo libro e finisce a parlare del calo delle iscrizioni alla sua scuola Holden, quella parte va tagliata. Voi dovete portare a casa delle informazioni sul libro, perché è quello che si aspetta l utente che vedrà il titolo Intervista ad Alessandro Baricco su Mr Gwin. Studiare: cercate di arrivare sul posto sempre preparati su cosa sta succedendo. E una regola banale e che certamente un giornalista conosce, ma quando si fa video la percezione del tempo cambia: avete meno tempo. Facciamo un esempio: dovete seguire la conferenza stampa della presentazione di un libro di un personaggio di spicco, molto seguito, diciamo Beppe Grillo. Buona regola è: arrivare sul posto almeno 20 minuti prima, guardate dove siete e quanta gente c è. Se dovete riprendere l intera presentazione, controllate quale è il posto migliore per piazzare la videocamera, se siete vicino ad un altoparlante per riprendere l audio, oppure dove è il tavolo della conferenza per posizionare il microfono gelato. Se invece vi serve una dichiarazione di Grillo che non c entra nulla con il libro, a maggior ragione arrivate prima: alle televisioni in generale le interviste vengono concesse prima dell evento, salvo rari casi. Il rischio in questo caso è di aspettare per tutta la presentazione e alla fine di non ottenere l intervista né la dichiarazione. Ovvio che questo rischio lo correte sempre, lo sapete fin dall inizio, ma meglio avere due occasioni (all inizio e alla fine) che solo una e con scarse possibilità di riuscita. Realizzare le immagini di copertura: non ne abbiamo ancora parlato ma sono un elemento importante per la realizzazione di qualsiasi prodotto video di carattere informativo, anche se non le userete sempre meglio tante immagini da poter scartare che nessuna immagine. Si tratta di quelle immagini che realizzerete durante l evento che state coprendo e che serviranno a creare delle pause durante la narrazione. Facciamo un esempio pratico: manifestazione dei lavoratori contro la chiusura della fabbrica X. Siete al corteo che attraversa la città. Quello che dovete raccontare a chi non c era è certamente l atmosfera della giornata ma anche le motivazioni e le storie di chi sta rischiando di perdere il lavoro. Ci sono stati lanci di fumogeni contro la sede dell ambasciata tedesca, perché è la proprietà dell azienda che ha deciso di chiudere è tedesca. Voi eravate lì e avete ripreso il lancio, bene questa sarà la prima immagine del vostro video servizio. Poi dovrete sentire delle voci, intervisterete dei lavoratori che vi diranno a modo loro perché sono in piazza, vi racconteranno la loro storia, ottimo. Poi incrocerete anche il sindacalista di turno, quello che sta seguendo la vicenda, lo intervisterete e lui parlerà tanto, e non solo, probabilmente vi annoierà a morte. Allora quello che dovete fare è avere tante immagini di copertura: della manifestazione, del corteo, dei cartelli, dei volti degli operai, degli striscioni, della gente che guarda dai balconi a manifestazione, dei piedi degli operai che marciano uniti, perché tutte queste immagini voi le userete per coprire il discorso del sindacalista. Non saranno immagini a caso, ma che hanno un legame con quello che il sindacalista sta dicendo. Noi vogliamo chiedere alla XY di non chiudere i cancelli della X qui mostrate il volto del sindacalista, perchè dovrete anche mettergli il suo sottopancia per dire a tutti chi è. Non ci accontenteremo delle promesse, perché vogliamo che i diritti dei lavoratori siano riconosciuti qui iniziate a coprire, le immagini saranno quelle dei cartelloni che dicono Basta alla promesse, oppure, il primissimo piano di un manifestante con il fischietto, oppure, un bel totale della manifestazione. Insomma le coperture servono non solo per distrarre da un immagine fissa (quella del volto del sindacalista), ma anche per mostrare altri elementi che prima non avevate fatto vedere, o per rafforzare un concetto etc. Le coperture diventano fegatelli quando invece stiamo creando degli stacchi durante un intervista piazzata. Oltre all intervista al nostro Baricco, noi faremo anche dopo o prima, o con il secondo operatore, delle immagini in primissimo piano (PP) delle mani di Baricco che si muovono, un altro primissimo piano sugli occhi, uno sul libro che tiene tra le mani, una carrellata sui premi che ha vinto e che tiene sulla scrivania, l immagine della cornice con la foto di quando ha incontrato Céline e via discorrendo. Tutto questo perché anche se quello che dice è molto interessante lo sguardo dello spettatore e la sua attenzione vanno ravvivati con degli stac

19 chi, ossia dei cambi di inquadratura che mostrano elementi interessanti o particolari del soggetto. E una regola del linguaggio video, date un occhiata a qualche intervista piazzata in televisione, magari alle trasmissioni di Lucarelli, e ne vedrete moltissimi esempi. Prendetevi il tempo necessario, ossia, non spegnete la registrazione immediatamente dopo aver finito la vostra inquadratura. Come sopra: meglio più materiale da tagliare che nessun materiale. Creare l aria nelle immagini: Una cosa importante da considerare quando si girano le immagini di un servizio è pensare sempre che poi dovrete montarle, e quindi tagliarle. Per tagliare qualcosa, anche un profilo disegnato con la matita su un pezzo di carta dovete avere un po di bordo, altrimenti diventa difficile fare il taglio: più bordo bianco avete e più è agevole tagliare. La stessa cosa succede con le immagini. Facciamo un esempio. Dovete riprendere l immagine di una persona che cammina, siete a videocamera fissa e lei passa davanti a voi: farete partire la ripresa quando la persona è ancora fuori dall inquadratura (ossia dalla porzione di video che voi vedete attraverso la camera) e chiuderete la ripresa solo quando la persona sarà uscita. Perché questo? Perché quando dovrete andare a tagliare avrete bisogno di spazio per poter tagliare e legare le inquadrature, altrimenti rischierete di avere un immagine mozza che è una delle cose più fastidiose del mondo per l occhio di chi guarda. Lo stesso dicasi per le interviste. Fate partire la vostra registrazione qualche minuto prima anche se il soggetto si sta ancora sistemando, e ponete le domande. Quando il soggetto avrà finito di rispondere anche all ultima domanda, attendete qualche secondo (almeno 3 o 4 ) prima di fermare la registrazione, perché altrimenti avrete una domanda mozzata, e non ci sarà modo di coprire o recuperare, sarà mozzata e basta. Quindi in sintesi

20 LE INQUADRATURE PRINCIPALI Il video, lo abbiamo detto, ha il suo linguaggio e di momento noi stiamo decidendo che cosa mostrare e che cosa no della realtà che riprendiamo. esso sono parte integrante e fondamentale le inquadrature: si tratta della porzione di spazio fisico Ci sono vari modi di scegliere e queste tipologie (un ambiente, un paesaggio, etc.) inquadrata dall obiettivo della videocamera, consentendo, quindi, di non si possono ignorare quando si gira perché ogni di inquadratura portano con sé dei significati che delimitare con precisione lo spazio che sarà ripreso cosa nel video, comunica un messaggio. Prima di e al contempo di escludere tutto il resto (che rimarrà fuori campo, ossia all esterno del campo visivo la su tutte: un inquadratura non può durare meno di passare alle varie tipologie di inquadratura, una rego- dell osservatore). Si tratta di una scelta fondamentale come la definisce Sandro Petrone perché in quel tente sono necessari almeno 5 secondi per 7 secondi (in media), questo perché, all occhio dell u- registrare Una buona immagine vale più di qualsiasi racconto Sandro Petrone mentalmente l oggetto della ripresa. Qui torniamo al consiglio del capitolo precedente: tenete le inquadratura, non spegnete la videocamera prima del tempo altrimenti poi vi troverete nei guai al momento del montaggio. Vediamo insieme le tipologie di inquadratura più importanti. la chiusura della fabbrica. Un inquadratura a campo lungo è quella che mostra, magari leggermente dall alto (avete portato il monopiede e qui vi sarà utile perché potrete alzare la videocamera in alto e mostrare il corteo) il corteo intero in mezzo alla strada e magari un monumento o un punto di riferimento della città per far capire dove siete. Stiamo ambientando il nostro pezzo, stiamo raccontando dove siamo, che è giorno, che c è molta polizia, che i manifestanti sono moltissimi perché il corteo si dipana lungo un intera strada. Campo lungo: offre una visione completa del soggetto, comprende l intera scena. Serve per ambientare la vostra notizia, per far capire a chi sta guardando dove siete, quando, con chi, e perché. Facciamo sempre l esempio della nostra manifestazione per Campo medio: serve ad avvicinare il soggetto allo spettatore, serve a concentrare l attenzione gradualmente sul soggetto. Con questa inquadratura potrete mostrare qualche dettaglio in più, nel caso della nostra manifestazione, i manifestanti a figura intera con i loro cartelli

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