SCUOLA & SISTEMA MODA
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- Gianfranco Biagi
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1 12 SCUOLA & SISTEMA MODA Rilanciare la formazione tecnica e accademico-universitaria per un made in Italy competitivo. L esempio della Regione Lombardia Made in Italy e moda sono un binomio inscindibile ed un fiore all occhiello per il Paese. Milano, in particolare, da decenni gareggia con Parigi, Londra e New York per contendersi il titolo di capitale mondiale della moda. L intera filiera delle industrie del settore è disseminata lungo la penisola ed alcuni distretti hanno sviluppato produzioni di grande eccellenza: Biella, Como, Prato, Firenze ed il Valdarno, le Marche, Solofra ed il napoletano sono riconosciute in tutto il mondo per l alta qualità dei loro prodotti. In termini di fatturato nel 2008 l intero settore del tessile-moda aveva un saldo commerciale positivo che lo posizionava al terzo posto fra i fatturati dell industria manifatturiera italiana. Tuttavia la crisi finanziaria mondiale ha aggravato quella strisciante dell intero settore, colpendo in particolare il tessile le cui imprese più lontane dal circuito del consumo, hanno subito e subiscono tuttora una forte contrazione dell attività produttiva. Le aziende manifatturiere, se di media-grande dimensione, sono riuscite a controllare meglio i loro costi, anche a fronte di una minore domanda, attraverso un mix tra produzioni interne e importazioni asiatiche di minor prezzo. Come affrontare la crisi e prepararsi alle sfide dei prossimi decenni Da oltre dieci anni gli analisti e gli addetti del settore moda, mentre apparentemente godevano per i successi mondiali dei marchi italiani, avevano iniziato a monitorare gli indicatori strutturali che denunciavano, prima uno stallo nelle produzioni e, dal 2006, un progressivo peggioramento che ha visto una perdita notevole del fatturato e degli addetti nel Le ragioni della crisi sono molteplici, di non sempre immediata comprensione ed individuazione: alcune sono esogene, altre endogene al sistema. La saturazione dei mercati classici, una diversa mentalità nel consumo dei prodotti moda nei paesi occidentali e la globalizzazione dell economia hanno provocato una turbolenza nell intero settore del tessile-abbigliamento. Alcuni paesi emergenti hanno assunto un ruolo protagonista sui mercati mondiali (si pensi, ad esempio, alla Cina), e questo ha indotto le aziende italiane a rivedere le loro strategie, non senza fatica. La consapevolezza di dover modificare sia le modalità di produzione che quelle di comunicazione e di vendita si sta facendo strada fra i responsabili almeno dei grandi gruppi del tessile e delle griffe. Gli industriali sono convinti di poter uscire dal tunnel della crisi solo facendo squadra, cioè mantenendo l integrità della filiera: il Tessile ha bisogno dell Abbigliamento, così come le grandi firme hanno bisogno dei fornitori tessili che permettono loro di essere propositivi, competitivi e veloci. Le aziende italiane sono le uniche in Europa ad avere questo patrimonio, che ha consentito di mantenere un saldo commerciale attivo, mentre tutti gli altri paesi importano più di quanto esportano. Michele Tronconi, Presidente di SMI (Sistema Moda Italia) nelle scorse settimane ha affermato: Il nostro surplus commerciale, che nel 2008 è stato di ben 10 mld di euro, quest anno potrebbe risultare dimezzato, se le cose proseguono di questo passo, ebbene, questo surplus ha concorso e concorre a coprire il deficit che abbiamo per tutto il gas e il petrolio che dobbiamo importare come nazione. Lasciatemelo sottolineare con un po di orgoglio, il nostro è un settore strategico per il Paese. Ed è strategico anche per uscire dalla crisi. Gli analisti sono convinti che occorra puntare su un mix di produzione di alta qualità, di nuove tecnologie applicate ai tessuti ed ai materiali in genere, di servizi per ridurre i costi. Sono convinti che le grandi
2 13 maisons debbano poter avere a disposizione tutte le fasi del processo di filiera: dal bozzetto preparato insieme alle aziende del tessile, al prodotto finito e consegnato ai negozi per la vendita. Significa così superare l individualismo che ha contrassegnato sino ad ora molte aziende del settore, investire in tecnologia, curare la domanda, coltivare il gusto del bello e del ben fatto, creare sinergie per la commercializzazione e la diffusione dei prodotti. Occorre creare un Sistema Moda che valorizzi l economia di prossimità e curi la formazione degli addetti alle imprese di filiera, sia quelle industriali che quelle artigianali, secondo la vocazione dei nostri territori, famosi in tutto il mondo per l alta qualità dei prodotti. La formazione La formazione sia tecnica che accademicauniversitaria, riveste un ruolo determinante per uscire dalla crisi. I contesti sociali e politici stanno preparandosi da anni ad una modifica sostanziale del sistema di istruzione e di formazione, nonché del mercato del lavoro. A livello europeo, dal Consiglio di Lisbona del marzo 2000, gli stati membri dell Unione hanno avviato una revisione dei propri sistemi di istruzione e formazione per migliorarne la qualità, favorire l accesso di tutti i cittadini ai percorsi di istruzione e formazione professionale e consentirne la mobilità nei paesi membri secondo le esigenze del mercato del lavoro. Sulla base di questi principi si è definito un approccio comune per il trasferimento dei risultati dell apprendimento da un sistema all altro, attraverso un Quadro europeo dei titoli e delle qualifiche (EQF). Il primo, fra gli elementi chiave che definiscono l EQF è rappresentato da una struttura dell apprendimento articolata in otto livelli, secondo un ordine crescente - dalla minima alla massima complessità - che permette di classificare i risultati (learning outcomes) raggiungibili nell arco della vita lavorativa, attraverso percorsi non solo formali, ma anche non formali e informali. I risultati di apprendimento esplicitano ciò che ci si aspetta che la persona conosca, comprenda e/o sia in grado di fare al termine di un periodo di formazione, anche di tipo lavorativo. L Italia ha aderito alla richiesta europea nel 2007 con la costituzione di un Tavolo Unico per la costruzione del Sistema Nazionale di Standard minimi professionali e formativi di certificazione. Il Tavolo è stato promosso dal Ministero del Lavoro, e ne fanno parte il MIUR, le Regioni, le Provincie Autonome e le Parti sociali. Vi è l impegno di onorare l accordo di Lisbona entro il 2011, quando,
3 14 come in tutti i Paesi dell Unione, anche in Italia le attestazioni/titoli/qualifiche rilasciate conterranno il riferimento al Quadro unico europeo, in modo da essere leggibili nei diversi sistemi nazionali e spendibili come crediti formativi. I crediti sono parte di un curriculum, di un percorso di istruzione e formazione, di una qualificazione e corrispondono ad una specifica combinazione di conoscenze, abilità e competenze. In questo contesto di competenze definite a livello europeo, si inserisce la riforma del nostro Sistema scolastico ed in particolare della secondaria superiore. Dal prossimo settembre prenderà il via la complessa revisione del sistema, che ha avuto il suo inizio negli anni 90 con il varo di un nuovo governo delle scuole a cui è stata riconosciuta, seppur in modo incompiuto, l Autonomia gestionale; è proseguita, dopo la revisione del Titolo V della Costituzione (L.3/01), con la definizione dell architettura del Sistema e la riforma del primo ciclo dell istruzione (L.53/03). Si approda ora al riordino della secondaria superiore: revisione necessaria a razionalizzare la miriade di sperimentazioni, di articolazioni, di confluenze in vari percorsi formativi, che nel tempo si sono sovrapposti e di cui sfuggono utilità e costi. Anche per la moda, accanto ai percorsi professionali per operatori e tecnici del settore, se ne sono sviluppati sia a livello di istruzione tecnica che liceale in una variegata articolazione dell offerta che, oltre ad essere farraginosa, spesso non risponde né alle esigenze dell utenza né a quelle del territorio di riferimento. Inoltre Centri di formazione professionale ed Accademie private hanno curato la preparazione degli addetti ai settori del tessile, abbigliamento e moda. La Riforma prevede una razionalizzazione dei percorsi formativi, assegna un ruolo determinante agli Enti locali, Regioni e Provincie, che dovranno provvedere a predisporre un Piano territoriale dell Offerta formativa. Le singole istituzioni scolastiche dovranno porsi come centri di eccellenza per la formazione della persona intesa come cittadino e lavoratore. La formazione per il Sistema Moda Rilevante è il ruolo della conoscenza soprattutto dei processi innovativi necessari per il sistema produttivo del Tessile-abbigliamento, in particolare per quanto riguarda i materiali e la loro duttilità nell utilizzo. Non meno importante è la cura del design nella progettazione degli articoli moda, così come lo studio degli stili e dei comportamenti dell utente finale, nonché degli strumenti della comunicazione e della commercializzazione.
4 15 Emerge la necessità di una formazione completa che va dal design alla storia dell arte e del costume, ma anche alla conoscenza degli elementi della chimica e della fisica applicata, del marketing e delle strategie della comunicazione aziendale. La riforma della secondaria vuole rispondere alle aspettative di un economia nella quale sempre più rilevante diventa il ruolo della conoscenza e pone le basi per una costante interazione tra istituzioni (scuole, enti locali, ministero), imprese ed Università. Accanto all indirizzo di design nel liceo artistico, è stato previsto un innovativo percorso di istruzione tecnica ad indirizzo tecnologico per la preparazione di quadri aziendali addetti ai vari processi di filiera. I futuri periti del settore tessile-moda dovranno avere competenze specifiche ideativo-creative, progettuali e di produzione accanto a competenze gestionali e di controllo della qualità dei prodotti e dei processi. Inoltre dovranno possedere capacità di tipo trasversale come team working, problem solving oltre che abilità comunicative anche con l utilizzo di strumenti tecnologici innovativi. Competenze molto ampie ed articolate da acquisire privilegiando il metodo di lavoro laboratoriale, affiancato da esperienze lavorative (stage) in aziende del settore. Le singole scuole si misureranno con la loro capacità di progettare piani formativi in sinergia con le associazioni di categoria aziendali, con le facoltà universitarie del design che hanno al loro interno percorsi specifici di design per la moda. Un rapporto altrettanto stretto potrà essere previsto con le Regioni che sono chiamate a legiferare in materia di istruzione e formazione professionale. La Regione Lombardia, unica regione italiana, ha già predisposto un suo modello di formazione professionale che ha collaudato dal 2003 in alcune decine di istituti scolastici ed è pronta ad affiancare, in regime di sussidiarietà, i percorsi tecnico-professionali previsti dalla riforma Gelmini. In fase avanzata è inoltre la predisposizione di un sistema di monitoraggio delle performance degli studenti al fine di misurare i miglioramenti di competenze raggiunti dagli studenti lombardi. Un ausilio alle scuole per la pianificazione delle attività didattiche è già disponibile con la pubblicazione del Repertorio delle professionalità Quadro regionale degli standard professionali che si rifà al quadro europeo dei titoli e delle qualifiche. Per il tessile-abbigliamento-moda, la regione Lombardia ha individuato trenta professionalità di cui ha descritto profilo, competenze ed abilità e ritiene che un ruolo determinante sia svolto dal/la sarto/a- modellista. Figura chiave in grado di tradurre in pratica le idee ed i progetti del fashion designer, attraverso lo sviluppo del disegno, la ricerca di tessuti e materiali idonei e la realizzazione di prototipi. Su questa figura di sistema, la regione Lombardia ha costruito un percorso di formazione di tre anni per il conseguimento delle qualifica di secondo livello europeo come sarto a cui prevede di far seguire un quarto anno per il conseguimento del diploma (titolo senza valore legale) di sartomodellista, con competenze di terzo livello europeo, che dà accesso ai percorsi di istruzione tecnica superiore (ITS). I corsi non danno titolo per l accesso alle facoltà universitarie.
5 16 Il ruolo delle scuole Un lavoro importante e decisivo è riservato alle scuole: individuare, nell ampio spettro delle competenze di settore, quei segmenti da privilegiare per costruire scuole della moda sul territorio nazionale con curvature differenti a seconda del contesto lavorativo di riferimento, ma con finalità e competenze di base comuni a livello europeo, se si vuole costruire in Europa uno spazio di formazione e di condivisione delle competenze verificabili e spendibili nei Paesi dell Unione. Un ruolo decisivo per l ottimizzazione dell utilizzo delle risorse esistenti (strutture, risorse umane e strumentali) avranno, a partire dal prossimo anno, gli enti locali chiamati a varare i piani territoriali di distribuzione dell offerta formativa. I piani territoriali dovranno considerare l efficienza e l efficacia dell offerta degli istituti che oggi operano sul territorio. Molto rimane ancora da fare perché la riforma possa realmente considerarsi avviata. Mancano ancora importanti indicazioni ministeriali in ordine al periodo di transizione, all utilizzo delle quote di flessibilità nella programmazione didattica, onde evitare un uso distorto dell autonomia delle singole istituzioni scolastiche. Un nodo ancora da sciogliere riguarda la revisione delle classi di concorso degli insegnamenti, che dovranno tenere conto delle competenze previste per un efficace processo di insegnamentoapprendimento. Clara Magistrelli
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