Fasi di costruzione S.M.S. Sachsen (parte 1) Gianpaolo Cusati

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2 Corvetta corazzata germanica S.M.S. SACHSEN Le 4 le unità della classe SACHSEN (Sachsen; Bayern; Wurttemberg; Baden) vennero completamente costruite nell impero Germanico. In particolare la SMS SACHSEN fu costruita nei cantieri Vulkan di Stettin. La SMS Sachsen, corvetta corazzata della Marina Imperiale Germanica, come appariva nel 1877 Queste quattro unità, furono classificate come corvette corazzate, ma risultarono un completo fallimento come navi da battaglia, pur formando uno squadrone d attacco di piccoli vascelli corazzati. Carriera Per la posizione della loro armatura di protezione, vennero anche definite Navi a cittadella in quanto queste corvette disponevano di una protezione verticale Classe : soltanto a centro nave che difendeva le Altre navi della artiglierie principali, e mancavano stessa classe: completamente di ulteriore corazzatura lungo il resto dello scafo, sia lateralmente che superiormente. Dislocamento: Lunghezza: Erano pertanto considerate inferiori, per sicurezza, alle navi corazzate della Marina Larghezza: Inglese dello stesso periodo che avevano corazzature maggiormente estese lungo i Propulsione: fianchi e sui ponti delle navi. Alimentazione: Nelle corvette della classe Sachsen, infatti, la Velocità: corazzatura centrale si estendeva fino a 2 metri sotto la linea di galleggiamento e racchiudeva completamente ed efficacemente la parte Armamento: centrale del vascello, sia lateralmente che sul ponte superiore, creando in tal modo una specie di scatola corazzata (cittadella Corazzatura: corazzata) Costruttore: Cantiere Vulkan, Stettin Impostata : 1875 Varata : 21 Luglio 1877 Radiata: 1910 Destino: Demolita nel 1919 Sachsen S.M.S. Bayern; S.M.S. Württemberg,;.M.S. Baden Caratteristiche Generali 7370 tonnellate 98 m f.t. 18,4 m Pescaggio: 6 m. Equipaggio: 436 Motore a vapore da 6000 HP, 2 eliche Carbone, 600 tonnellate 14,5 nodi 6 cannoni Krupp, 26 cm 6 cannoni da 8,8 cm Cittadella corazzata a centro nave, torre in barbetta a prua e torre comando con corazzatura esterna in acciaio da 25,5 cm Pag.2-9

3 Un parapetto corazzato (barbetta) fu realizzato sul ponte superiore, a poppavia dei 4 fumaioli, in modo da proteggere le postazioni dei 4 cannoni Krupp calibro 26 cm, che erano posizionati ai quattro lati della cittadella, in modo da poter far fuoco sia lateralmente che con tiro diagonale, verso prua e verso poppa. Davanti ai fumaioli, a proravia, era installato un secondo parapetto corazzato, in parte integrato nel lungo castello di prua, e che serviva a proteggere altri 2 cannoni, anch essi Krupp da 26 cm, montati su una piattaforma girevole in modo da poter far fuoco con un ampio arco di tiro. Dietro i fumaioli, posizionata nella parte anteriore della cittadella corazzata, si trovava la torre di comando corazzata. Una sala nautica, di carteggio e vedetta, era posizionata verso poppa, su un ponte superiore che sovrastava le postazioni dei cannoni della cittadella centrale. Lo spazio tra la parte posteriore della barbetta dei cannoni di prua e la parte anteriore della barbetta della cittadella centrale era in gran parte occupata dai 4 alti fumaioli ed era chiusa, sui lati, da dei parapetti di ferro (che contenevano gli alloggiamenti per le brande degli equipaggi) in modo da creare uno schermo continuo per i marinai, contro i colpi di artiglieria leggera. Una coppia di analoghi parapetti correva dal bordo posteriore della cittadella fino ala paratia di poppa. Pag.3-9

4 Un albero militare, dotato di picchi di carico e coffa di segnalazione, era posizionato al centro della cittadella ed usciva sul ponte sovrastante la stessa. L armatura corazzata, in piastre, fu realizzata in un periodo in cui non era ancora diffusa la produzione dell acciaio al nickel. Per quei tempi, in effetti, la corazzatura delle unità della classe SACHSEN rappresenta una protezione insolita, prodotta appositamente per tali unità. Data l impossibilità, al tempo, di lavorare e curvare lastre di grosso spessore, alla Sachsen fu fornita una corazzatura composta di due strati di piastre. All esterno fu installato uno strato formato da piastre di acciaio di 25,4 cm di spessore (a), che poggiava su un cuscino di legno di teak, molto robusto, dello spessore di 20 cm (b). Dietro a questo primo strato ligneo era montato un secondo strato di lastre di acciaio dello spessore di 15,2 cm (c). Queste ultime appoggiavano a loro volta ad uno strato finale di legno di tek da 20 cm (d) appoggiato ad un doppio strato di lastre in ferro ognuna da 2,5 cm (e) di spessore. In totale, lo spessore complessivo della protezione arrivava a c.a. 85 cm. (la figura accanto mostra in sezione la corazzatura descritta) Gli strati di legno di teak, grazie al loro effetto elastico e di assorbimento, avrebbero dovuto infatti indebolire la spinta dei proiettili che avessero penetrato l armatura esterna in acciaio, evitando in tal modo la penetrazione di proiettili nelle pareti interne in ferro dello scafo e della cittadella. Le navi della classe Sachsen avevano un dislocamento di circa tonnellate, erano lunghe 98 metri, larghe 18 ed avevano un pescaggio di c.a. 6 metri. La prua era forgiata verticalmente e sotto la linea di galleggiamento si incurvava in un pronunciato sperone d acciaio, dotato di rinforzi laterali, della lunghezza di c.a. 4 metri. Davanti e dietro la cittadella, il bordo inferiore della corazzatura verticale ricopriva un ponte corazzato curvo che, congiungendosi frontalmente e lateralmente con il ponte, continuava sui lati dello scafo fino ad arrivare a 3 metri sotto la linea di galleggiamento. Pag.4-9

5 Cannone Krupp, cal. 24 cm, del 1870, simile a quelli da 26 cm che equipaggiavano la Sachsen Prima e dopo la cittadella corazzata, i ponti corazzati erano protetti solamente da cofferdam, costruiti in modo che i muri di protezioni verticale, in acciaio, che correvano paralleli tra loro lungo lo scafo, erano riempiti con sughero nell intercapedine lasciata vuota tra di essi. In tal modo, in caso di penetrazione dell acqua attraverso un varco nello scafo causato da un proiettile, il sughero, impregnandosi d acqua, si gonfiava e chiudeva in questo modo la falla creata.lo squadrone delle corvette della classe Sachsen venne assegnato alla stazione navale nel Mar Baltico. Durante l attività, tutte e quattro le unità mostrarono grossi problemi, in particolare presentando un eccessivo rollio con il mare grosso. Pertanto, vennero mantenute in servizio per tempi molto brevi, ed il loro aspetto venne alterato diverse volte. La SMS Sachsen verso la fine della sua carriera, trasformata con 1 solo fumaiolo al posto dei quattro originali e con differente attrezzatura. Pag.5-9

6 Il modello della Sachsen Questo modello della corvetta SACHSEN (in italiano : Sassonia) è attualmente in costruzione ed è realizzato in scala 1:100, abbandonando così (almeno temporaneamente)la scala 1:75 degli ultimi due modelli LeSphinx e Kotetsu. Ho scelto in questo caso la 1:100, in quanto le dimensioni della Sachen sarebbero state ancora maneggevoli per gli spazi di lavoro ed eventualmente per gli spostamenti che avrei dovuto fare in caso di esposizioni modellistiche (come è successo alla Mostra di Modelli Navali di Genova). Ho iniziato a maturare l idea della Sachsen quando, a metà del lavoro sulla Kotetsu, ho iniziato a guardarmi intorno per vedere quale avrebbe potuto essere il prossimo modello. Sinceramente non pensavo di dover costruire una nave da guerra moderna (nel senso di una senza propulsione mista vela/vapore), ma stavo comunque cercando qualche idea, qualche ispirazione per un nuovo modello che ricadesse nei miei canoni preferenziali (nave insolita; magari un po bruttina; realizzata poche volte come modello, preferibilmente mai..). Una delle fonti di ispirazione che utilizzo frequentemente in questo caso è Internet visitando siti di marinerie nazionali, di appassionati di modellismo, di produttori di piani costruttivi o kit, insomma le possibilità di ispirazione sono molte e diversificate. Diciamo che alla SACHSEN ci sono arrivato per passi successivi, quasi come seguendo indizi di una caccia al tesoro. Ho iniziato guardando un sito tedesco ( che propone disegni di vari tipi di navi sia antiche che moderne, a vela e motore, e che tra gli altri proponeva i disegni di una piccola cannoniera tedesca della fine dell 800, la Waspe ( Incuriosito da questa cannoniera (che devo dire è stata una tentazione fino all ultimo) ho iniziato a seguirne le tracce su Internet, fino a che non ho trovato che la Waspe, con altre cannoniere piccoline inglesi è anche disponibile come cartamodello sul sito tedesco : A questo punto, incuriosito, mi sono messo a guardare quali altri modelli presentava questo sito e sono stato colpito da uno in particolare : una nave da guerra brutta, con 4 fumaioli a quadrato, con artiglierie scoperte e senza quella che pareva fosse un accenno di sovrastruttura o torre comando insomma.. bruttissima!!! Era lei..la SACHSEN! (pagina web : Vederla e rimanerne colpito fu tutt uno praticamente avevo deciso quasi sul momento che sarebbe stata lei la prossima dopo la Kotetsu. Pag.6-9

7 Senza pensarci due volte ho ordinato il set di cartamodello della Sachsen ed ho iniziato le mie ricerche sia in internet che sulla bibliografia che ho a casa. Ho reperito diverse informazioni da siti di marineria tedesca, ma ancora non ero riuscito a trovare chi potesse avere i disegni di questa corvetta corazzata. Ho deciso allora di scrivere al Deutsche Museum di Munich (Monaco) che avevo visitato diverse volte per lavoro e mi ha risposto la curatrice della sezione della marineria da guerra che mi ha indirizzato ad un disegnatore Mr. Christian Schmidt di Monaco che aveva realizzato dei disegni di questa nave. Contattato Schmidt, ( ho acquistato da lui un set di disegni (molto belli) della SACHSEN in scala 1:100, con particolari in scala 1:50. A questo punto, avendo in costruzione ancora la Kotetsu, ho scoperto che lo stesso Schmidt aveva a disposizione un set di disegni della gemella della Kotetsu (all epoca CSS Stonewall), la SMS PRINZ ADALBERT Inutile dire che mi sono affrettato ad acquistare anche questo set di disegni che mi hanno permesso poi di terminare la KOTETSU con una maggiore fedeltà storica e di particolari. Una volta terminata la Kotetsu, con l aiuto di questi insperati piani di Schmidt, ho iniziato la costruzione della SACHSEN (finalmente!!! non vedevo l ora ) Per la costruzione dello scafo ho usato la mia solita tecnica di costruzione a falsa chiglia ed ordinate piene, avendo cura in questo caso, data la lunghezza dello scafo, di ancorare bene la falsa chiglia su una tavola di abete di 2 cm di spessore, in modo che la chiglia non si incurvasse durante l incollaggio delle ordinate e poi del posizionamento dei listelli di fasciame. Sia la falsa chiglia che le ordinate sono state ricavate da un foglio di compensato multistrato da 6 mm di spessore. Ovviamente, nella trasposizione delle linee delle ordinate su carta e poi su compensato, ho ridotto la dimensione del bordo esterno delle ordinate di c.a. 1,5 mm in modo che con l aggiunta del fasciame esterno e della ricopertura che simulava le piastre corazzate, la larghezza esterna fosse quella corretta. Per la parte superiore delle ordinate (quella su cui poggino i ponti) ha subito la medesima riduzione, per ospitare sia il compensato di base (da 0,5 mm) sia i listelli da 3x1 mm che avrebbero ricoperto la base per simulare il tavolato del ponte A questo punto è iniziato il rivestimento dello scafo con listelli di tiglio da 5x1,5 mm, inchiodati sulle ordinate ed incollati sulle stesse e tra loro. Il rivestimento in listelli dello scafo non è stato semplicissimo, specialmente nella parte di poppa, molto arrotondata. Ho usato in questo caso listelli di tiglio precedentemente piegati con l aiuto di acqua ed un piegalistelli a caldo della Aeropiccola (roba ormai da museo ). Come sempre, una volta finito lo scafo, prima di chiuderlo superiormente con il falso ponte di compensato, ho spalmato abbondantemente colla vinilica bianca all interno, per realizzare una struttura più forte e con minori possibilità di spostamento dei listelli con il tempo. Il rinforzo ha aggiunto un po di grammi di peso allo scafo, ma ne vale la pena. Pag.7-9

8 Sul falso ponte superiore e su quello del lungo castello di prua sono state quindi praticate tutte le aperture necessarie per boccaporti, tughe e varie prese d aria/luce e ventilazione. Prima di chiudere il ponte superiore, sotto ai boccaporti dove sarebbero state visibili le scalette di discesa al ponte inferiore, ho realizzato delle piccole scatole che hanno su una paratia un portello e sul pavimento le assi del ponte inferiore. In questo modo si rende bene la sensazione che la sotto c è qualcosa e non soltanto una cavità buia e vuota. Quindi ho iniziato la ricopertura del ponte, mediante pezzi di listello in tiglio di 3x1 mm., lunghi c.a. 6 cm ciascuno, sul cui lato lungo di ognuno era stata passata una mano di vernice nera per simulare la calafatura, con uno dei metodi precedentemente descritti in uno dei miei articoli pubblicati su Magellano. Ho utilizzato listelli di tiglio con differenti gradazioni di colore (bianco, grigiastro, rosato, leggermente scuro..) in modo che, una volta tagliati e mischiati in un contenitore, venissero incollati con una scelta di colore casuale, simulando pertanto un tavolato a diversi gradi di manutenzione. Una leggera sporcatura in alcuni punti (siamo su una nave da guerra, non dimentichiamocelo, e la pulizia della nave è uno dei compiti principali dell equipggio) ha dato una certa aria di vissuto, senza peraltro enfatizzare troppo macchie o abbandono. Ho usato colori acrilici, simulando macchie di ruggine, di grasso e di altre sostanze che, seppur pulite, lasciano comunque degli aloni con il tempo. Quindi è stata la volta della realizzazione delle barbette la barbetta centrale, rettangolare e che protegge i quattro cannoni a centro nave e la barbetta a prua, alla fine del castello, quasi una piccola torre corazzata a protezione della coppia di cannoni di prua. Per la peculiare forma a goccia di quest ultima e della timoneria corazzata, ho creato, in legno, due forme che riprendevano la volumetria interna delle due componenti. Su queste forme, ho incollato pezzi tagliati di listelli, a strati sovrapposti, (carteggiando tra ogni strato) per terminare poi con l ultimo strato di plasticard, a simulazione delle piastre corazzate esterne. Per la cittadella a centro nave, ho costruito prima una struttura leggera di legno, quadrangolare ed arrotondata ai bordi, e poi ho ricoperto anch essa di plasticard. È venuto quindi il turno del ponte sopra la cittadella, o flying bridge che è sospeso attraverso una serie di leggeri pilastri in acciaio e si appoggia per un lato alla sommità della timoneria corazzata. Su questo ponte è stata costruita la sala di carteggio e saranno installati il timone, dei paiolati, le chiesuole delle bussole, i semafori di macchina, le macchine (argani) per i picchi di carico. Terminato questo ponte è arrivato il turno delle artiglierie. Queste a dire la verità hanno preso un po di tempo e, sinceramente, mi sarebbero potute venire meglio!! Pag.8-9

9 Per le canne ho usato della resina colata in uno stampo di gomma siliconica. L originale della canna l ho realizzato usando spezzoni di tubo di ottone di differenti diametri e/o parti di tondini di legno ed ottone. Gli affusti e le slitte li ho invece fatti praticamente al 95% in plasticare, con qualche particolare in metallo. Anche le cremagliere e l attacco circolare per la rotazione della slitta dei 4 cannoni sono fatti in plasticare e metallo, verniciati con colore bronzo a spruzzo e sporcati di velature in nero, per rendere le tracce di sporcizia e grasso che serviva per un miglior funzionamento degli ingranaggi di brandeggio del cannone. Verniciato il tutto in nero opaco acrilico a spruzzo, ho poi provato ad evidenziare dei particolari usando del grigio con la tecnica del pennello asciutto. Devo dire che non sono rimasto molto soddisfatto dei risultati Ma poi, la mostra di modellismo navale di Genova era vicina e li ho lasciati così. C è da dire che, in alcune bibliografie, è riportato che la classe SACHSEN era dotata non solo dei 6 cannoni Krupp da 260 mm, ma anche di ulteriori cannoni da 88 mm. Purtroppo, la disposizione di questi è appena visibile in alcune (poche) foto, e non sono riportati su alcun disegno di quelli da me reperiti. Probabilmente si è trattato di un aggiunta successiva al varo ed al primo periodo di vita delle unità e quindi c è l ulteriore ragione di rappresentarla all inizio della sua vita operativa, prima dei cambiamenti. Oltre a quanto detto sopra, c è stata la costruzione dell albero militare, dotato di coffa ed albereto, con scala metallica appoggiata lungo tutta l altezza dell albero. Una botola permetteva poi l accesso alla coffa. Nel prossimo articolo l attuale stato di costruzione del modello, (l ultima fatta durante l esposizione di Genova) Pag.9-9