tutela e ripristino degli habitat come azione di tutela delle popolazioni ittiche: qualche esperienza e qualche prospettiva per il Trentino
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1 Fondazione E. Mach S. Michele all Adige, 24 aprile 2013 Lorenzo Betti naturalista ittiologo tutela e ripristino degli habitat come azione di tutela delle popolazioni ittiche: qualche esperienza e qualche prospettiva per il Trentino
2 direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE) (e conferenza intergovernativa di Rio de Janeiro ) obiettivi generali conservazione della biodiversità attraverso la tutela delle specie di interesse comunitario salvaguardia delle specie tramite la tutela e il ripristino dei loro habitat elencazione delle specie di interesse comunitario, la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione
3 principi della gestione ittica L.P. 60/78 - legge provinciale sulla pesca concetti fondamentali fauna ittica = patrimonio pubblico gestione = coltivazione ittica PRINCIPI GENERALI: 1. tutela delle popolazioni autoctone ( linee genetiche originarie ) 2. tutela e ripristino degli ambienti acquatici ( riequilibrio biologico ) 3. incremento della produttività naturale
4 estinzioni e perdita di biodiversità ittica - Trentino Lista rossa dei Pesci della provincia di Trento DISTRIBUZIONE DEL GRADO DI MINACCIA FREQUENZA DELLE CATEGORIE DI RISCHIO NEI PESCI DEL TRENTINO NR 15,8% DD 7,9% EX 10,5% EW 0,0% CR 7,9% LR 18,4% EN 23,7% SIGLA EX EW CR EN VU LR DD NV NR CATEGORIA ADEGUATA estinto estinto in natura in pericolo critico in pericolo v ulnerabile a più basso rischio carenza di informazione non v alutato non a rischio VU 15,8%
5 estinzioni e perdita di biodiversità ittica - Trentino Lista rossa dei Pesci della provincia di Trento ESTINTE, MINACCIATE, A RISCHIO BASSO O NULLO SPECIE MINACCIATE - ITALIA (Zerunian, 2002) A RISCHIO BASSO O NULLO 33,3% INFORMAZIONI CARENTI 2,1% SPECIE MINACCIATE - TRENTINO INFORMAZIONI CARENTI 7,9% ESTINTE 10,5% MINACCIATE 64,6% A RISCHIO BASSO O NULLO 34,2% MINACCIATE 47,4%
6 estinzioni e perdita di biodiversità ittica - Trentino Lista rossa dei Pesci della provincia di Trento DISTRIBUZIONE DEI FATTORI DI MINACCIA FREQUENZA DEI FATTORI DI MINACCIA B7 1,3% B8 16,7% C1 1,3% A2 32,1% B6 11,5% B5 11,5% A3 25,6% s i g l a A 2 A 3 B 5 B 6 B 7 B 8 C 1 f a t t o r e d i m i n a c c i a a l t e r a z i o n i f is ic h e d e g li h a b it a t i n q u i n a m e n t o d e ll e a c q u e i n q u i n a m e n t o g e n e t ic o p e s c a e c c e s s i v a p e s c a il l e g a l e c o m p e t i z i o n e o p r e d a z i o n e d a p a r t e d i s p e c i e a li e n e c a u s e n a t u r a l i
7 linee d azione CARTA ITTICA DEL TRENTINO A) tutela e ripristino degli habitat B) riproduzione e ripopolamento delle popolazioni ittiche autoctone
8 A) tutela e ripristino degli ambienti acquatici un esempio, il basso corso del T. Avisio: alta naturalità dell alveo, alterazione idrologica dovuta all uso idroelettrico spinto un esempio, il Lago di Molveno: un lago naturale profondamente snaturato da svasi e repentine oscillazioni idrometriche
9 B) riproduzione e ripopolamento esempio: produzione di stock ittici qualificati per il ripopolamento dei Salmonidi locali
10 tutela e ripristino degli ambienti acquatici la gestione ittica come punto di partenza legge provinciale sulla pesca del 1978 lavori in alveo, terzo della porta minima residua, scale di monta carta ittica 1982 monitoraggio diffuso della qualità delle acque, analisi della qualità biologica, analisi dei popolamenti ittici leggi e piani di tutela ambientale (anni 80) piano di risanamento delle acque (1983), istituzione biotopi protetti (1986), norme di tutela delle acque piani di bacino e tutela acque (anni Duemila) piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche (2004), piano di tutela delle acque (2006)
11 tutela e ripristino degli habitat premessa: analisi dei principali fattori di alterazione diffusa degli ambienti acquatici 1. qualità (chimica, fisica ) dell acqua 2. regime idrologico e idrometrico 3. caratteri morfologici (alveo e sponde)
12 1) inquinamento diffuso e puntiforme un esempio, scarichi non depurati o trattati con depurazione meccanica a bassa resa
13 1a) collettori fognari, depuratori: una soluzione parziale gli impianti di depurazione realizzati negli anni 80 e 90 hanno risolto solo in parte il problema sintesi dati APPA
14 1) eutrofizzazione lacustre di origine antropica profondità > 5 m zona asfittica inospitale per la fauna ittica un esempio, le crisi estive dell ossigeno nel Lago della Serraia di Pinè un esempio, il Lago di Terlago, recettore tra il 1979 e il 2001 dello scarico del depuratore di Terlago (poi dismesso), oltreché delle acque di dilavamento dei terreni agricoli circostanti fonte: IASMA, 1998
15 1b) eutrofizzazione lacustre: le soluzioni es. Lago di Caldonazzo: stazione di sollevamento fognatura circumlacuale e impianti Limno 1. collettamento fognario 2. sistemi di ossigenazione e di asportazione delle acque asfittiche profonde
16 accesso manutenzione pista per di la stabilizzazioneanse bacino di Torrente nuova lagunaggio scarico condotta del della di fossa adduzione attuale Imhoff della condotta dello fossa Imhoff di scarico 1c) prospettive: sistemi ecologici fitodepuranti es. lagunaggio fitodepurante planimetria tipo un esempio, lagunaggio per la fitodepurazione sullo scarico della fossa Imhoff del comune di Campodenno (Val di Non)
17 1d) prospettive: fasce riparie rivegetate FASCI A RIPARIA VEGETATA sali d'azoto azoto gassoso campagna fiume es. restauro delle fasce vegetate riparie e della loro funzione di filtro biologico
18 1e) prospettive: fasce costiere lacustri un esempio, mitigazione dell impatto della nuova pista ciclopedonale sulla sponda Ovest del Lago di Caldonazzo tramite la rivegetazione delle sponde
19 1) svasi di sedimenti e torbide artificiali un esempio, il Fiume Adige a Trento durante lo svaso del serbatoio idroelettrico di Vernago, in Val Venosta un esempio, fondali del T. Avisio nella alta Valle di Cembra, costipati dai depositi sabbioso-limosi generati dallo svaso del bacino idroelettrico di Stramentizzo
20 1f) mitigazioni tramite i piani gestione invasi svaso bacino di S. Colombano sul T. Leno di Vallarsa Torrente Avisio, Val di Fiemme a) prolungamento della periodicità degli svasi b) limitazione torbidità c) sostegno ai ripopolamenti
21 tutela e ripristino degli habitat principali fattori di alterazione diffusa degli ambienti acquatici 2. regime idrologico e idrometrico
22 2) le grandi derivazioni idroelettriche SCHEMA SEMPLIFICATO DEL SISTEMA IDROELET TRICO SARCA - MOLVENO - S. MASSENZA - CAVEDINE - TORBOLE Laghi d alta quota T. Sarca di Genova T. Sarca di Nambrone e di Campiglio lago naturale lago artificiale opera di presa idrica condotta idroelettrica centrale idroelettrica Affluenti minori F. Sarca Rivi d Algone, d Ambiez e Bondai Lago di Molveno Centrale di S. Massenza Serbatoio di Ponte Pià Laghi di S. Massenza e Toblino Lago di Garda Centrale della Brossera Lago di Cavedine
23 2) regime idrologico alterato Noce a M ezzolombardo (ponte Rupe) portata (mc/s) ,0 60,0 40,0 20,0 0,
24 2) tratti fluviali sottesi alle derivazioni un esempio, il Rio d Algone (Giudicarie) prima del rilascio del DMV
25 2a) ripristino idrologico minimo - tratti derivati deflussi minimi vitali sulle grandi derivazioni idroelettriche (anno 2000) primo rilascio T. Noce giugno Diga di S. Giustina un esempio, effetto del rilascio provvisorio (2 l/s*kmq) a valle del serbatoio di Mollaro (T. Noce - Val di Non)
26 2a) effetti dei deflussi minimi vitali il T. Avisio nel biotopo protetto (?) Foci dell Avisio nel luglio 1997 effetti del rilascio del DMV: il ritorno dei salmonidi il T. Avisio nel biotopo protetto (!) Foci dell Avisio nel marzo 2009
27 2b) ripristino idrologico minimo - tratti derivati adeguamento dei DMV ai valori del PGUAP (01/2009) adeguamento dei sistemi di rilascio (S. Giustina, Ponte Pià, Stramentizzo, Forte Buso ) nuova centralina al piede della diga di Forte Buso per il rilascio del DMV del T. Travignolo il T. Noce a valle di S. Giustina: rilascio del DMV tramite nuovo impianto idroelettrico alla base della diga
28 2c) prospettive: derivazioni minori prelievo idroelettrico totale prelievo idroelettrico a cascata prelievo idroelettrico totale effetto combinato di prelievi idroelettrici minori e prelievi irrigui
29 2c) prospettive: DMV generalizzati dal 2016
30 2) oscillazioni idrometriche dei laghi naturali
31 2d) vincoli ai livelli minimi di invaso Lago di Molveno: livelli minimi obbligatori di invaso, una mitigazione degli effetti delle oscillazioni idrometriche artificiali
32 2) svasi invernali dei laghi d alta quota gli effetti dello sfruttamento idroelettrico l esempio dello spillamento invernale Lago di Garzonè (Adamello) volume svasabile = 1,28 milioni di m 3 (pari al 91,4%) nuova soglia artificiale condotta in galleria per lo spillamento modello lavandino! svaso invernale tra il 1955 e il 1990
33 2e) ripristino del regime idrologico Lago Gelato (Adamello): storicamente utilizzato come riserva idroelettrica invernale (svaso invernale quasi totale)
34 T= T= ) tratti a valle delle centrali - hydropeaking esempio: Torrente Noce a valle della centrale di Mezzocorona
35 2f) prospettive: regolazione dell hydropeaking nuovi impianti idroelettrici a cascata con DMV maggiorati e sbalzi di portata trasferiti a valle
36 2g) prospettive: regolazione dell hydropeaking introduzione di sistemi di laminazione del picco di portata
37 tutela e ripristino degli habitat principali fattori di alterazione diffusa degli ambienti acquatici 3. caratteri morfologici (alveo e sponde)
38 3) regolarizzazioni e rettifiche fluviali un esempio, il Fiume Adige tra Merano e Rovereto ha subito da oltre un secolo un imponente opera di rettifica, riduzione dell alveo e semplificazione ecologica
39 3b) ripristino di ambienti perifluviali Adige: ricostruzione di un ramo d alveo laterale in una varice dell argine maestro
40 3) artificializzazioni degli alvei e delle sponde
41 3c) ripristino delle fasce riparie di ecocline ingegneria naturalistica: repellenti vivi, fascinate vive, palificate vive di sponda (basso corso T. Noce)
42 3) fasce costiere lacustri alterate Lago di Caldonazzo: tratti di sponda pesantemente alterati
43 3e) prospettive: fasce costiere lacustri miglioramento dei siti di rifugio, alimentazione, riproduzione specie a deposizione fitofila specie a deposizione litofila
44 Diga di Ponte Pià sul medio F. Sarca 3) ostacoli trasversali: dighe Diga di Mori sul medio F. Adige
45 3f) riduzione degli ostacoli alla risalita esempio: il F. Sarca allo scivolo della centrale della Brossera (ca. con qualche errore progettuale: passaggio per pesci con imbocco a valle sconnesso dalla zona di richiamo
46 3g) riduzione degli ostacoli alla risalita esempio: basso corso del F. Sarca rampa in massi su briglia esistente (Linfano di Arco)
47 3h) riduzione delle briglie invalicabili esempio: basso corso del T. Noce un intervento primitivo di riduzione dell ostacolo alla risalita (nuova gaveta ribassata su briglia esistente)
48 3i) ripristino della continuità longitudinale PROFILO LONG ITUDINALE DELL'ALVE O NEL TRATTO FLUVIALE DI PROGE TTO 180 DISLIVELLO (m) confluen za ro ggia Rase numera zione briglie punti di riferime nto conflu enza T. Lozen depu ra tore di Canale pa rco attrezzato stradale vi adotto di Ro nco conflu enza Rio Rebrut DISTANZA PROG RESSIVA DA VALLE ( m) by-pass: ramo laterale d alveo a scavalco di grandi briglie esistenti (medio T. Vanoi)
49 3) svasi d alveo e banalizzazione dell habitat
50 3l) introduzione di elementi di diversità posa di frangicorrente nell alveo bagnato (basso corso del T. Noce)
51 3) medio Adige: tipico habitat alterato e instabile rari rifugi sottosponda allagati solo in fase di morbida
52 proposta 3. una soluzione all impatto delle oscillazioni idrometriche + semplificazione dell alveo BASSA RICETTIVITÀ ITTIOFAUNISTICA v livello di morbida v livello di magra artificiale rari rifugi sottosponda allagati solo in fase di morbida piccoli (e grandi) interventi diffusi finalizzati alla creazione di rifugi nell alveo permanentemente bagnato MAGGIORE RICETTIVITÀ ITTIOFAUNISTICA nuovi rifugi permanenti e disponibili anche in fase di magra artificiale
53 tutela e ripristino degli habitat come azione di tutela delle popolazioni ittiche: qualche esperienza e qualche prospettiva per il Trentino molto è stato fatto molto resta da fare!
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