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1 ALCOL E DROGHE SUL LAVORO: più SAI, meno RISCHI Gli organi ispettivi: Prevenzione e Protezione o e Vigilanza Vg a Teramo, 9 luglio 2009 DIPARTIMENTO DÌ PREVENZIONE Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro -Dr. Giovanni Di Feliciantonio-

2 I soggetti coinvolti nel D.Lgs. DLgs 81/08 I lavoratori Il Medico Competente Il Datore di Lavoro Il Responsabile del SPP Il Preposto RLS

3 Le finalità. Il contesto specifico La tutela dl del lavoratore La tutela dei colleghi di lavoro La tutela di terzi L obbligo dell art. 18 co. 1 lett. c): Nell affidare i compiti ai lavoratori, (il D.L. e il dirigente) i ) deve tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza

4 La matrice organizzativa-gestionale gestionale dell art. 18 co. 1 lett.c) persona Medico Competente affida compiti Datore di Lavoro Responsabile SPP lavoratore

5 quindi Applicazione per un risultato (gestione luoghi di lavoro) correlato a: Esiti Valutazione dei rischio Sorveglianza S l sanitaria Es:. accertamenti sostanze stupefacenti normalmente in coincidenza id visite iit periodiche idih diversamente di dai controlli alcolimetrici oppure somministrazione nei locali ristorazione (mense)

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7 Il ruolo costante del preposto L art. 19 co.1 lett. a) e f) Sovraintende e vigila sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge nonché delle disposizioni aziendali in materia. e in caso di persistenza della inosservanza informa i superiori diretti

8 Il ruolo attivo del lavoratore L art. 20 Prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quelle delle altre persone su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal D.L.

9 I compiti del Servizio Prevenzione e Protezione Individuare id. Elaborare misure di cui all art art. 28 co.2 Elaborare le procedure. Proporre. Partecipare. Fornire ai lavoratori ato.

10 La responsabilità del RSPP L orientamento della Cassazione: il responsabile del servizio di prevenzione e di protezione qualora, agendo con imperizia, negligenza, imprudenza o inosservanza di leggi e discipline, abbia dato un suggerimento sbagliato o abbia trascurato di segnalare una situazione di rischio, inducendo, così, il datore di lavoro ad omettere l'adozione di una doverosa misura prevenzionale, risponderà dell'evento dannoso derivatone, essendo a lui ascrivibile ibil un titolo di colpa che gli deriva dalla sua specifica posizione professionale.

11 LA COLPA Il danno è colposo o contro l intenzione quando esso, anche se preveduto, non è voluto dall agente agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia (colpa generica) ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline (colpa specifica).

12 Colpa professionale Imperizia: deriva dalla mancanza di nozioni scientifiche e pratiche e da una insufficiente esperienza professionale. E imperito colui che non sa fare quello che ogni altro Professionista di pari livello avrebbe correttamente fatto nella stessa circostanza

13 Colpa professionale Imperizia: la responsabilità da imperizia i i richiede una valutazione più aderente alla specie in esame e chi giudica deve tenere conto delle difficoltà tecniche incontrate nella soluzione del caso.

14 Colpa professionale Imprudenza: si verifica quando si agisce con avventatezza, eccessiva precipitazione o ingiustificata fretta senza adottare quelle cautele consigliate dall ordinaria prudenza o dall osservanza di doverose precauzioni.

15 Colpa professionale Imprudenza La prudenza, quindi, presuppone e che il professionista conosca bene le regole dell arte e sappia scegliere il modo più opportuno e tempestivo per attuare il proprio p intervento ed abbia a prevedere quali possano essere le conseguenze del suo operato.

16 Colpa professionale Negligenza: si realizza quando il professionista, per disattenzione, dimenticanza, trascuratezza, leggerezza, superficialità ecc. trascuri quelle regole comuni di diligenza richieste nell esercizio esercizio della professione e osservate dalla generalità dei soggetti

17 Colpa professionale Negligenza g E la meno scusabile perché il dovere di diligenza e di sollecitudine non può venire meno in nessuna prestazione professionale, evitando quelle distrazioni, insufficienze e mancanze che possano costituire la causa del danno.

18 Colpa professionale DEVE SEMPRE ESSERE DIMOSTRATO IL NESSO DI CAUSALITA TRA IL IL DANNO LAMENTATO E IL COMPORTAMENTO DELL OPERATORE (AGENTE).

19 Perché la valutazione dei rischi? Consentire ai DL attivazione delle misure di tutela per: Prevenire i rischi professionali Fornire ai lavoratori informazione i e formazione Mettere a disposizione l organizzazione ed i mezzi per l attuazione delle misure di tutela

20 Cos è la VDR. Valutazione dei rischi Processo di valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori derivanti dai pericoli presenti sul luogo di lavoro

21 In che cosa consiste la VDR? cosa può provocare danno o lesioni VDR = esame sistematico di tutti gli aspetti dell attività lavorativa volto a stabilire: Se è possibile eliminare i pericoli e, nel caso in cui ciò non sia possibile: Quali misure di prevenzione o protezione sono o devono essere messe in atto per controllare i rischi

22 Cos è il Pericolo. Cos è il Rischio. Pericolo Rischio qualsiasi i cosa (materiali, possibilità (probabilità) bili apparecchiature, metodi che qualcuno possa di lavoro) subire danno a causa di potenzialmente in grado un determinato di arrecare danno pericolo

23 Un metodo di VDR in 5 fasi 1 Fase: Individuare id i pericoli e i rischi Ispezionare luogo di lavoro e verificare cosa può arrecare danno Consultare l RLS ed i lavoratori Considerare i pericoli a lungo termine per al salute (rumore, stress, exp sostanze nocive, vibrazioni ) Raccogliere informazioni (manuali d istruzione, schede prodotti, normative tecniche) Attenzione verso gruppi tipici di lavoratori (giovani/anziani, immigrati, donne, disabilità, manutentori t passanti)

24 Un metodo di VDR in 5 fasi 2 Fase: Attribuire una priorità ai rischi Possibile gravità del danno Probabilità che un pericolo arrechino danno Frequenza e numero dei rischi a cui i lavoratori sono esposti da rispettare al momento di avviare le azioni di gestione dei rischi

25 Un metodo di VDR in 5 fasi 3 Fase: decidere l azione preventiva Se possibile, eliminare il rischio Altrimenti, i controllare il rischio L 15 d l D l L art 15 del D.lgs. 81/08

26 Un metodo di VDR in 5 fasi 4 Fase: Gli interventi concreti Previo coinvolgimento dei RLS e dei lavoratori Le misure da attuare Elaborare un piano che specifichi Calendario di intervento con indicazione delle persone responsabili che le devono attuare Scadenziario delle azioni previste

27 Un metodo di VDR in 5 fasi 5 Fase: Controllo e riesame 1-Verifiche periodiche per: Garantire che le misure di prevenzione e protezione funzionino Che siano effettivamente attuate 2-Revisione della VDR in base: Grado di evoluzione della tecnica (art CC) Agli incedenti Individuare nuovi problemi Agli infortuni o malattie professionali

28 L art. 30 del D.Lgs. 81/08. I sistemi di gestione SGSL (UNI-INAIL INAIL o OHSAS 18001) Il sistema di gestione Agire (Act) Pianificare ifi A P (Plan) Controllare (Check) C D Attuare (Do)

29 Art. 30 Modelli di organizzazione e di gestione (MOG) Periodiche verifiche dell applicazi one e dell efficacia procedure adottate Rispetto degli standard per attrezzature, impianti luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici biologici Attività VDR e misure di prev. e prot. derivanti Acquisione di documentazi oni e certificazioni di legge Attività di vigilanza con riferimento alle procedure e istruzioni per i lavoratori Il MOG idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa (D.Lgs. 231/01) deve essere adottato ed efficacemente attuato assicurando un sistema aziendale per l adempimento del: Attività sorveglianza sanitaria Attività di informazione formazione

30 Art.. 30 Modelli di organizzazione e di gestione (MOG) Il MOG deve prevedere: Un idoneo sistema di registrazione dell avvenuta effettuazione delle attività precedentemente indicate Articolata competenza tecnica, con potere decisione per la gestione del rischio nonché disciplinare Sistema di controllo sull attuazione del modello prevedendo azioni di riesame in caso di violazioni significative sulle norme prevenzione infortuni o mutamenti organizzativi I modelli di organizzazione aziendale UNI-INAIL (SGSL) o OHSAS 18001:2007 si presumono conformi ai requisiti del richiesto MOG Per le imprese sino a 50 lavoratori l adozione del MOG è finanziabilei

31 Il D.Lgs DLgs 81, l art 28 è dinamico! Ciclo di Deming A P A P C D C SG D

32 Le forze che intervengono sul miglioramento PDCA MIGLIORAMENTO

33 La prevenzione partecipata. Il sistema di organizzazione i e di gestione

34 Quindi il ruolo del Servizio P.S.A.L.? Ma sempre più: Vigilanza si Informazione Assistenza Formazione Promozione in materia di sicurezza e salute SPSAL ASL Teramo: Tel/fax med.lav@aslteramo.it

35 Protocollo operativo 1. accesso ai cantieri, i scelti casualmente in tuttett le zone del territorio di competenza, operando dal lunedì al venerdì nelle fasce orarie (mattina epomeriggio ) da parte di un Dirigente Medico e di un Tecnico della Prevenzione 2. esecuzione di una media di 25 misurazioni giornaliere 3. registrazione dei nominativi dei lavoratori presenti in cantiere 4. sottoscrizione del modulo per il consenso o il rifiuto all effettuazione della misurazione da parte del lavoratore 5. disposizione di allontanamento del lavoratore dal cantiere nel caso di mancato consenso all effettuazione del test

36 6. effettuazione del test alcolimetrico 7. valutazione dei risultati e indicazione degli interventi adottati in funzione dei valori alcolimetrici: a. fino a 0.2 g/l: nessun provvedimento b. tra 0.2 e 0.4 g/l: comunicazione al M.C. c. tra 0.4 e 0.5 g/l: comunicazione al M.C. disposizione al lavoratore ex art. 9 DPR 520/55 di sospensione immediata dell attività lavorativa per l intera giornata

37 superiori a 0.5 g/l prescrizione al Datore di Lavoro al Lavoratore ex D.Lvo 758/94 per ex D.Lvo 758/94 per violazione art. 4 comma 5 violazione art. 5 comma 2 lettera f) D.Lvo 626/94, lettera a) del D.Lvo 626/94 se non ha richiesto e/o nel caso in cui specifiche l osservanza da parte dei disposizionii i i aziendali singoli lavoratori di quanto avessero attestato il divieto previsto dall art. 15 L. di assunzione e 125/01 somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche

38 disposizione ex art. 9 D. P.R. 520/55 55 al lavoratore di sospensione immediata dell attività lavorativa per l intera giornata ed allontanamento dal luogo di lavoro non alla guida di veicoli; comunicazione al Medico Competente per gli comun caz one al Med co ompetente per gl adempimenti di competenza

39 8. distribuzione di materiale informativo mediante la consegna a ciascun lavoratore dell opuscolo Alcool? non ci cado!

40 risultati 0 g/l > 0 g/l LAVORATORI E ASSUNZIONE ALCOOL 9% 91%

41 ASSUNZIONE ALCOOL NELLA GIORNATA Mattina Pomeriggio 13% 87%

42 LIVELLI ASSUNZIONE ALCOOL 13% 19% 34% sino a 0,2 g/l da 0,2 a 0,4 g/l da 0,4 a 0,5 g/l > 0,5 g/l 34%

43 13 ASSUNZIONE ALCOOL NELLA SETTIMANA Lun Mar Mer Gio Ven

44 ASSUNZIONE ALCOOL per CLASSE DI ETA' > 60

45 conclusioni I risultati ottenuti hanno dimostrato una effettiva assunzione di alcool, durante l attività lavorativa (circa 10 % del campione), resa più evidente dalla pausa pranzo e riferibile alla fascia d età compresa tra i 46 e i 50 anni la sovrapponibilità dei dati relativi alla maggiore assunzione di alcool nella giornata del lunedì e nel primo pomeriggio, con le statistiche nazionali per la prevenzione dell INAIL, il che ci fa ipotizzare che l assunzione di alcool possa costituire un fattore modulatore nella genesi dell evento evento infortunistico

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