Ed ora iniziamo a stampare

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1 Camera oscura Ed ora iniziamo a stampare La stampa del bianconero è la fase più affascinante del lavoro di camera oscura. Vediamo come si svolgono le varie fasi, con i suggerimenti per ottenere i migliori risultati: dall esposizione del foglio di carta all inserimento della stampa nel passe-partout. Abbiamo visto lo scorso mese come scegliere l attrezzatura per la nostra camera oscura ed è giunto il momento di iniziare a stampare. Prima però conviene controllare l ingranditore stampando un foglio di carta senza inserire il negativo: questo consente di verificare il centraggio della lampada (fondamentale per gli ingranditori a condensatore) e il parallelismo tra il porta-negativi e il piano dell ingranditore. E tutto a posto e finalmente possiamo iniziare. Inseriamo il negativo nel porta-negativi e se questo dispone delle apposite microlame usiamole per scegliere l inquadratura; se invece ha le classiche mascherine occorre tener presente che queste tagliano il formato dell immagine di almeno un millimetro per lato. Dopo aver inserito il foglio di carta nel marginatore eseguiamo la messa a fuoco tenendo il diaframma dell obiettivo completamente aperto e aiutandoci con il focometro posto su un foglio di carta sensibile; il foglio di carta ci permette di focheggiare all esatta distanza tra l effettivo piano di stampa e il porta-negativi. Il provino Chiudiamo ora il diaframma, due/tre stop sono più che sufficienti (si lavora su un unico piano di fuoco) e si evita il fenomeno della diffrazione che si verifica con qualsiasi ottica chiudendo troppo il diaframma. Il provino è essenziale per stabilire sia il corretto tempo di esposizione, che la filtratura più adatta: si scopre progressivamente il foglio di carta sensibile ad intervalli regolari ottenendo una esposizione crescente. 130

2 Per prima cosa occorre scegliere il fotogramma da stampare: si valuta il negativo sul negatoscopio in termini di scala tonale e di messa a fuoco dell immagine. Se usiamo un ingranditore con testa a contrasto variabile cominceremo a fare un provino a gradazione 1, che ci fornirà l indicazione base per gli altri fotogrammi del negativo; sviluppiamo e fissiamo. Oggi la maggior parte delle carte sono a contrasto variabile: il contrasto dell immagine lo si aumenta e lo si diminuisce cambiando il filtro, che può essere nella testa dell ingranditore, o esterno. Usando carta politenata raccomandiamo, almeno le prime volte, di asciugare il provino con un colpo di phon prima di valutarlo, perché una volta asciutta la stampa apparirà più scura di circa uno stop. A questo punto potremo controllare l esposizione scelta e il contrasto, modificandole se necessario, ma sempre una per volta e mai contemporaneamente per poter valutare gli effetti della variazione; quindi, se la stampa è troppo chiara si farà un altro provino allungando l esposizione, e solo successivamente proveremo a modificare il contrasto con un altro provino. Suggeriamo di annotare sempre con una matita grassa dietro a ogni stampa di prova il diaframma, il tempo di esposizione e il filtro usati, aggiungendo eventualmente anche data e ora per poter ricostruire la sequenza dei provini. Mascheratura e bruciatura Una stampa tecnicamente perfetta, con bianchi puri, neri profondi e un eccellente estensione nella scala dei grigi richiede il giusto equilibrio tra tempo di esposizione e tipo di gradazione; ci si arriva per tentativi, facendo appunto diversi provini. Per migliorare ulteriormente la qualità di stampa gli esperti aggiungono, quando necessario, degli interventi di mascheratura e bruciatura: richiedono però esperienza e pratica per arrivare ai risultati desiderati. Se la stampa richiede una mascheratura si può utilizzare uno sfumino, che gli stampatori si auto-costruiscono in base alla propria tecnica di lavoro: lo sfumino è un ovale di cartone, ritagliato sommariamente nella misura desiderata e fissato a un filo di ferro. Zone troppo scure sulla stampa si correggono durante l esposizione con la mascheratura, ovvero interponendo le mani (o uno sfumino) tra l obiettivo e il foglio di stampa così da limitare la quantità di luce che cade su quella parte dell immagine; lo sfumino è un cartoncino nero sagomato e montato su del filo di ferro. Quando invece ci sono parti dell immagine che sulla stampa risulterebbero troppo chiare bisognerà esporle maggiormente proteggendo le altre; è la tecnica della bruciatura e ancora una volta si usano le mani per far passare la luce solo nella zona che deve essere scurita. Se la zona è molto vasta, come un cielo, invece delle mani si potrà usare anche un cartoncino nero opaco, sagomato a righello; gli stampatori fine-art a volte cambiano addirittura il Si inserisce ora il negativo nel portanegativi, si fa un provino e si valutano l esposizione e il contrasto. Se occorre fare altri provini ricordiamo di non variare mai contemporaneamente esposizione e contrasto per poter valutare gli effetti di ciascuna modifica. Suggeriamo anche di annotare sempre con una matita grassa dietro a ogni provino il diaframma, il tempo di esposizione e il filtro usati, oltre alla data. Vediamo ora come si esegue la bruciatura: le mani proteggono l immagine sul piano di stampa facendo passare luce solo in corrispondenza delle zone che si vogliono rinforzare. tipo di gradazione, filtrando diversamente l immagine. La fase dello sviluppo Nello sviluppo della carta bianconero i fattori importanti sono quattro: la diluizione del prodotto, il tempo di sviluppo, la temperatura di trattamento e l agitazione della stampa nella bacinella. 131

3 La temperatura deve essere pari o superiore a 20 gradi centigradi (al di sotto difficilmente si otterranno dei neri profondi); la diluizione del prodotto concentrato viene decisa all inizio del procedimento ed il tempo di trattamento deve corrispondere a quello indicato dal fabbricante per la diluizione scelta; infatti se la stampa si annerisce troppo rapidamente non è possibile rimediare togliendola precocemente dallo sviluppo. Allo stesso modo se la stampa risultasse troppo chiara al termine del trattamento, non è sovra-sviluppandola che la si migliora. In entrambi i casi bisogna aumentare o diminuire il tempo di esposizione sotto l ingranditore. L agitazione del foglio di carta nella bacinella è necessaria per eseguire un corretto sviluppo ed è una variabile che deve essere ricondotta a un metodo: il movimento del foglio, o della bacinella in modo da creare una piccola onda, a intervalli prefissati (o sollevando e abbassando il telaio nelle vasche verticali) deve diventare ripetibile e identico dal provino fino alla stampa finale. Se avete le vasche verticali, inserirete il telaio con la stampa nello slot di sviluppo e seguite l annerimento muovendo la stampa in su e in giù agli intervalli di tempo stabiliti. Se invece state usando la bacinella, dopo aver immerso la stampa (di taglio) con l emulsione verso l alto, muovete la bacinella a intervalli di tempo prestabiliti, per esempio con una agitazione ogni 15 secondi. Questi movimenti infatti rimescolano il bagno di sviluppo e portano ogni volta della soluzione fresca a contatto con l emulsione aumentando l efficacia del trattamento. Maggiore è l agitazione e maggiori saranno l annerimento dell immagine e il contrasto; quindi, se nei 60 di sviluppo decidete di agitare la stampa una volta ogni 10 durante il provino, dovrete ripetere la medesima agitazione anche con la stampa finale, se la volete identica. Una volta estratta la stampa dal bagno di sviluppo, la si immerge brevemente nell arresto, ma raccomandiamo comunque di farla scolare bene per ridurre l inquinamento. Per evitare il rischio di variabili difficili da controllare raccomandiamo di cambiare sempre il bagno di sviluppo alla fine di ogni lavoro, così da avere risultati costanti in temine di resa dell immagine. Infatti quando lo sviluppo perde di vigore non basta aumentare il tempo di permanenza 1 2 Al termine dell esposizione si inserisce il foglio di carta nella bacinella che contiene il bagno di sviluppo: conviene inserirlo di taglio e con l emulsione rivolta verso l alto, in modo da evitare che eventuali bolle d aria aderiscano all emulsione impedendo uno sviluppo corretto. 3 Al termine dello sviluppo il foglio di carta va scolato e immerso nel bagno d arresto. 5 Eseguiamo un primo lavaggio sommario per evitare di spargere il fissaggio e di contaminarsi le mani. L agitazione del foglio di carta nella bacinella fa parte integrante del procedimento, facilitando il ricambio dello sviluppo sull intera superficie del foglio. 4 Si inserisce ora il foglio nella bacinella con il fissaggio: non si deve trascurare questa fase perché è il fissaggio che garantisce la lunga conservazione della stampa nel tempo. Il fissaggio non deve essere esaurito ed il trattamento deve essere condotto nei tempi prescritti dal produttore, ovvero non deve essere né più breve, né più lungo. 6 E il momento della valutazione dell immagine: vediamo Donato Navone che toglie l acqua in eccesso con un vecchio tergicristallo ed esamina la stampa sotto la luce di una lampadina a incandescenza da 60 W. 132

4 Soddisfatti dei risultati procediamo al lavaggio della stampa; ricordiamo che se il lavaggio non è condotto a fondo, nel tempo la stampa si deteriorerà. Qui abbiamo usato una turbolavatrice Nova. Mettiamo ad asciugare la stampa su un telaio a rete in acciaio inox. Quando la stampa è ancora leggermente umida, inseriamola con l emulsione verso l alto in una smaltatrice, a cui avremo tolto le piastre cromate: in pratica funziona come una pressa a caldo. Ultimata l asciugatura si passa al ritocco: con un pennello di martora si anneriscono eventuali punti bianchi, mentre per eliminare i segni neri si usa la punta di una lametta da barba. del foglio sensibile nel bagno: lo sviluppo va sostituito. L arresto e il fissaggio Abbiamo detto che una volta estratta dal bagno di sviluppo la stampa deve essere immersa brevemente nell arresto; questo, oltre a bloccare l azione dello sviluppo, evita il prematuro inquinamento del bagno di fissaggio. Quest ultimo è di fondamentale importanza per la conservazione delle stampe nel tempo per cui occorre rispettare attentamente le istruzioni del produttore; sulle confezioni è riportato in litri/metri quadri la capacità di trattamento della soluzione e quindi occorre rigenerare il bagno o sostituirlo in base al numero di stampe trattate. Una stampa mal fissata ha una vita breve; volendo risparmiare qualche centesimo sul fissaggio si rischia di rovinare le stampe in modo irreversibile! Il lavaggio Se con la carta politenata (che ha un supporto di impermeabile) è sufficiente un lavaggio artigianale in una bacinella facendo scorrere l acqua per alcuni minuti, la carta baritata richiede molta maggiore attenzione perché il foglio è letteralmente impregnato di fissaggio; il metodo migliore è il lavaggio nella turbolavatrice, una vasca in plexiglass con slot separati e ricircolo dell acqua a iniezione. Il tempo di permanenza nella vasca dipende sia dalla portata dell acqua, che dalla sua durezza; la prova che il lavaggio è stato felicemente portato a termine si ottiene mettendo una goccia di un apposito prodotto chimico sul bordo della stampa lavata, che rivela, cambiando di colore, la presenza o meno di residui di fissaggio. Se il lavaggio non viene portato a termine in modo corretto, nel tempo l immagine tenderà inevitabilmente a deteriorarsi. L asciugatura L asciugatura della carta politenata è più semplice, basta appoggiarla su un telo (o su uno stendibiancheria) con l emulsione rivolta verso l alto; questa carta sopporta anche un asciugatura forzata con un comune phon. Le cose cambiano drasticamente se la carta è baritata, che asciugandosi si comporta come un qualsiasi cartoncino bagnato messo ad asciugare all aria: tende ad arrotolarsi! Si può quindi lasciare asciugare la stampa all aria (mai con il phon!) e poi spianarla passandola con delicatezza (con l emulsione verso l alto) sul bordo arrotondato di un tavolo, per poi tenerla sotto un peso, ad esempio una pila di elenchi telefonici o di volumi di un enciclopedia. Conviene però mettere della carta velina a contatto con l emulsione per proteggerla. Un sistema più efficace è usare un cristallo delle dimensioni della stampa e dello spessore di almeno 10mm, sormontato da alcuni libri: un vero e proprio torchio casalingo. Si può anche usare una smaltatrice, ma con l emulsione della stampa rivolta verso l alto (contro il telo di cotone) e portando la temperatura della smaltatrice intorno ai 50 gradi; in questo caso la stampa va inserita nella smaltatrice ancora leggermente umida. 133

5 I negativi vanno conservati nelle cosiddette pergamene, un particolare materiale che non graffia il negativo ed è acid free per non contaminare la pellicola. I negativi vanno poi conservati in scatole a tenuta di luce, custodite in luoghi freschi e asciutti. Per una mostra o un portfolio, la stampa può essere inserita in un passe-partout con la cornice interna squadrata a 45 gradi; anche il passepartout deve essere realizzato in materiale acid free. Per tenere ferma la stampa si usano degli angolini, anche loro acid free. L angolino si fissa al retro del passepartout con del nastro adesivo (sempre acid free). Attenzione: l adesivo non deve toccare la stampa in modo da poterla estrarre velocemente dal passe-partout. Le stampe utilizzate in questo articolo sono state eseguite da Donato Navone del FotoLaboratorio Professionale Navone. Via Bernardino Verro 41, Milano. Tel.: Ringraziamo Massimo Pinciroli, autore del ritratto pubblicato, realizzato con Hasselblad 503 SW. Info Le fotografie realizzate per questo articolo sono state scattate con pellicola Maco Rollei Retro 80s, disponibile sia nel formato 120 che 135. Sopra vediamo i prodotti chimici Rollei usati. Le pellicole e i prodotti chimici Rollei sono distribuiti da PuntoFotoGroup. Tel: Il ritocco finale Capita sovente di ritrovarsi sulla stampa finale dei puntini o dei piccoli segni a causa di peletti che durante l esposizione sotto l ingranditore erano là dove non dovevano essere. Si rimedia con la spuntinatura. Se i segni sono bianchi si colorano con degli inchiostri o della china, a seconda del tipo di carta, politenata o baritata, e della finitura: ci si deve armare di un pennellino, di tanta pazienza e anche di un bel po di abilità. I segni neri, causati da graffi sul negativo, sono più difficili da eliminare dalla stampa in quanto occorre sgarzarli con una lametta da barba o con un raschietto. La stampa ultimata può essere inserita o meno nel classico passe-partout, avendo però cura di utilizzare sempre materiali, sia i supporti che le colle, studiati appositamente per l uso fotografico: i materiali infatti non devono rilasciare sostanze chimiche che nel tempo potrebbero danneggiare la stampa. Sono reperibili presso i rivenditori specializzati di materiale fotografico fine-art e da alcuni corniciai specializzati. Il passe-partout, a parte l aspetto estetico, consente di maneggiare la stampa senza toccarne la superficie e le conferisce quella rigidità che evita le pieghe. Conclusioni La pellicola, specie se di medio formato, regge tuttora il confronto con la fotografia digitale. Se poi parliamo di fine-art, e quindi di stampa da collezione, il cartoncino baritato ai sali d argento rimane a tutt oggi uno standard. La stampa è alla portata di tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questa affascinante tecnica; certo l ideale è disporre di un locale da attrezzare a camera oscura, ma per iniziare si può anche usare un locale di fortuna. E se proprio fosse impossibile e non si vuole rinunciare al cartoncino baritato, si può sempre ricorrere agli stampatori professionisti. Gerardo Bonomo 134