COMUNE DI MONTALE PROVINCIA DI PISTOIA

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1 PROVINCIA DI PISTOIA Progetto preliminare per interventi di recupero e valorizzazione delle risorse ambientali del territorio collinare e di pianura del Comune di Montale, finalizzati ad un miglioramento della fruizione. RELAZIONE TECNICA INDAGINE PRELIMINARE PER L ISTITUZIONE DI UNA ANPIL NEL Tomo 3 STUDIO REDATTO DA: Studio SINERGIA Laura FOSSI Luca GARDONE Collaborazione tecnica Francesca PECCHIOLI Marcello GHINASSI Massimiliano PETROLO Matteo FALORSI Luigi PUNTONI Biologa Geologo Ingegnere Ambientale Geologo Naturalista Naturalista Forestale Ottobre 2006

2 INDICE PREMESSA...3 INTRODUZIONE...3 OBIETTIVI E PIANI DI INDIRIZZO DEL IV PROGRAMMA...5 TERMINI PER L ISTITUZIONE...6 IPOTESI NEL TERRITORIO DI...6 Il bacino dell Agna e le sue opere idrauliche...7 Emergenze faunistiche...7 Linea gotica e i suoi presidi...9 CONCLUSIONI...10 ALLEGATI A) ALBUM FOTOGRAFICO Progetto di valorizzazione ambientale del Comune di Pag. 2/10

3 Premessa L istituzione di un ANPIL all interno di un territorio concretizza una filosofia che è parte integrante degli strumenti di pianificazione regionale attraverso la valorizzazione di un area inserita in un contesto antropizzato che necessiti per le sue caratteristiche un azione di conservazione all interno di un progetto di sviluppo sostenibile. Nello specifico, da un analisi di fattibilità preliminare, effettuata nell ambito del Progetto preliminare per interventi di recupero e valorizzazione delle risorse ambientali del territorio collinare e di pianura del Comune di Montale, finalizzati ad un miglioramento della fruizione, in base alla valutazione delle risorse e delle emergenze naturalistiche riscontrate nel territorio comunale di Montale, sono state individuate due possibili ipotesi con peculiarità idonee all istituzione di un Area Naturale Protetta ad Interesse Locale. Vengono di seguito riportati, lo stato dell Arte della Normativa, dei Piani di Attuazione e le attuali Linee di indirizzo della Regione Toscana in merito all istituzione e alla gestione delle Aree protette, alcune informazioni sulle modalità di istituzione e gli ipotetici elementi per l istituzione dell ANPIL riscontrati sul territorio. Introduzione A 11 anni dall'entrata in vigore della L.R. 49/95 il sistema regionale delle aree protette, così come anche evidenziato nel IV Programma Regionale per le Aree Protette ( ) indica in ettari, pari al 9,58% del territorio regionale, la superficie interessata. Il sistema delle aree protette oggi risulta composto da: 3 parchi nazionali, 3 parchi regionali, 3 parchi provinciali, 41 riserve naturali provinciali, 31 riserve dello Stato, 48 aree naturali protette di interesse locale (ANPIL). Sul territorio regionale, l individuazione delle aree di pregio ambientale era stata più volte intrapresa, fin dal 1982, anno in cui venne approvata la L.R. 52, e successivamente con la D.C.R. 296/88, di recepimento della L. 431/85: si dettavano in questo caso norme generali di salvaguardia facendo riferimento alla tutela diffusa del patrimonio ambientale, attraverso l azione degli Enti pubblici, già operanti sul territorio, in forma coordinata. Con la L.R. 49/95 la Toscana si è adeguata alla normativa nazionale sui Parchi e sulle aree protette, con il recepimento della L.394/91 e il I programma triennale per le aree protette, che ha istituito 19 nuove riserve naturali, è infatti con questa legge, che disciplina la istituzione dei parchi, delle riserve naturali e delle aree protette di interesse locale, che si è ha il passaggio da norme di tutela e di salvaguardia di tipo generico, alla determinazione dei riferimenti normativi e dei soggetti istituzionali per la individuazione e la gestione delle aree protette. Con la stessa L.R. vengono specificati i percorsi per la istituzione delle aree protette, le relative forme di gestione e le competenze per le azioni programmatiche. L Istituzione di nuove Aree Naturali Protette di Interesse Locale è prevista conformemente a quanto stabilito dall articolo 2, comma 4 e 5, della L.R. 49/95 in corrispondenza di territori di limitata superficie ricadenti in ambiti intensamente antropizzati, che necessitano di azioni di conservazione, restauro o ricostituzione delle originarie caratteristiche ambientali, con comprovata presenza di rilevanti valori naturalistici, che possono essere oggetto di progetti di sviluppo ecocompatibile ed escludendo aree verdi urbane o parchi urbani. Gli interlocutori principali della Regione, in materia di Aree protette sono stati individuati nelle Province, in attuazione del ruolo che ad esse è stato affidato dalla L. 142/90 in materia di parchi naturali, con funzioni relative non solo alla gestione Progetto di valorizzazione ambientale del Comune di Pag. 3/10

4 dei Parchi provinciali e delle Riserve naturali, ma con un ruolo di coordinamento delle proposte comunali. Con deliberazione n. 256, approvata dal Consiglio Regionale nella seduta del , la Regione Toscana ha adottato il II programma per le Aree Protette , dopo aver selezionato le aree proposte avanzate dalle Province. Il piano di indirizzo del programma richiamava le azioni di tutela e valorizzazione, individuava indirizzi e criteri per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal programma e dettava prescrizioni generali e particolari sulle aree ritenute meritevoli di istituzione. Sulla base delle linee guida regionali, approvate con decreto 22 dicembre 1999 n. 7875, e dell esperienza maturata con l attuazione del II Programma, il Piano di Indirizzo del III Programma individuava le priorità nell inserimento di nuovi territori nel quadro generale delle aree protette tramite proposte delle Province adeguatamente motivate e documentate. Il III Programma, inoltre, definiva i requisiti da perseguire nella costituzione del sistema regionale ed indicava altre previsioni di particolare rilevanza quali: Superamento del regime di salvaguardie delle aree protette istituite con il I e II Programma attraverso l entrata in vigore di specifici piani e regolamenti, contestuali ai piani di sviluppo economico e sociale; Consolidamento del sistema regionale delle aree protette mediante una più stretta integrazione tra le varie tipologie, tra i soggetti gestori, tra le politiche di settore sui territori interessati con particolare riferimento all agricoltura, alla forestazione, al turismo, ai beni ed attività culturali; Necessità di instaurare il necessario collegamento tra sistema delle aree Protette e ed i siti compresi nella Rete Natura 2000; Conferma del ruolo indispensabile delle Province nel coordinamento di sistema, in particolare per il coinvolgimento delle ANPIL. Con un corretto approccio, una volta fissati i principi su cui basare la tutela, un sistema su scala regionale può consentire il perseguimento di una efficace valorizzazione all insegna dello sviluppo sostenibile: in questo modo le aree protette possono contribuire alla valorizzazione non solo del loro territorio, ma anche di quello in cui sono inserite, fino a interessare complessivamente l intero territorio regionale. La base di partenza, però, non può che essere un corretto regime di tutela su cui impostare, successivamente, ipotesi di valorizzazione e di sviluppo sostenibile. Questo è un processo non semplice da realizzare in quanto strettamente connesso ad un buon rapporto ed alla partecipazione delle comunità locali e delle categorie di operatori nei vari settori delle attività economiche che devono vedere l area protetta come un opportunità di sviluppo, incentrata sul suo patrimonio ambientale e culturale e sulle tradizioni da salvaguardare e valorizzare, e come una realtà inserita all interno dell impianto complessivo del sistema delle aree protette con le sue possibilità di generare integrazioni e sinergie. In questo campo è comunque essenziale il ruolo degli Enti gestori che, operando direttamente sul territorio, sono i primi soggetti in grado di individuare ed affrontare le problematiche nonché di delineare le soluzioni da realizzare per il perseguimento degli obiettivi di tutela e di valorizzazione delle singole aree protette. In tal senso le Amministrazioni Provinciali sono chiamate a svolgere una funzione strategica non solo in relazione alle competenze dirette per la pianificazione e gestione dei Parchi provinciali e delle Riserve ma in particolare per le competenze di coordinamento nei confronti delle ANPIL. Progetto di valorizzazione ambientale del Comune di Pag. 4/10

5 Obiettivi e piani di indirizzo del IV programma E attualmente in essere il IV Programma Regionale per le Aree Protette ( ). Il sistema regionale delle aree protette oggi esistente e descritto in precedenza, risulta ormai ampiamente esteso e diffuso sul territorio regionale. Con l obiettivo di rafforzare e integrare il sistema, sono state individuate le linee guida della politica regionale dei prossimi anni in materia di aree protette e, quindi, gli obiettivi da perseguire per la sua attuazione. Tali linee guida ed i relativi obiettivi scaturiscono da un analisi del sistema regionale delle aree protette, così come oggi si presenta, e della sua evoluzione nel corso dell attuazione del II e III Programma Regionale. Obiettivo primario pertanto non è un ulteriore ampliamento del sistema regionale ma il suo consolidamento e rafforzamento attraverso miglioramento della gestione delle aree protette sotto un duplice aspetto: quello riferito alla singola realtà nonché quello proiettato all esterno, verso il territorio circostante e le altre realtà che compongono il sistema regionale ed i suoi sottosistemi. In tale quadro è essenziale il ruolo delle Province in qualità di Enti competenti per la gestione delle Riserve Naturali ma anche per le funzioni di coordinamento delle ANPIL ricadenti nei rispettivi territori per favorire le integrazioni e le sinergie attivabili tra le singole aree protette. Tale miglioramento della gestione sarà ricercato mediante una verifica dell efficacia gestionale delle aree protette, con particolare riferimento alle ANPIL, per individuare congiuntamente agli Enti gestori esigenze, carenze ed i margini di miglioramento per un più completo raggiungimento delle finalità della conservazione dei valori naturali e paesaggistici. La realizzazione degli obiettivi sopra indicati nel campo della conservazione richiedono, in generale, l avvio di un processo finalizzato sia a migliorare la gestione e ad indirizzarla puntualmente verso gli specifici obiettivi di tutela nelle aree protette già istituite ed inserite nell Elenco ufficiale regionale, sia ad avere un quadro di riferimento predefinito circa le caratteristiche ed i requisiti che i territori interessati devono possedere, anche ai fini dell istruttoria delle future proposte di istituzione di nuove aree protette: 1) Incentivazione alla predisposizione di specifici regolamenti anche per le ANPIL, prevedendo la concessione di finanziamenti pubblici con priorità per azioni di tutela ambientale e di conservazione in generale e per le ANPIL dotate di regolamento per i finanziamenti pubblici destinati alla valorizzazione. 2) Esclusione dalla assegnazione di contributi pubblici per la valorizzazione delle Riserve e delle ANPIL inserite nell Elenco Ufficiale per le quali i soggetti gestori, per inadempienze o mancato interesse, non attuino una gestione ordinaria adeguata agli obiettivi prefissati ed alle necessità minimali di manutenzione. 3) Istituzione di nuove Aree Naturali Protette di Interesse Locale: limitatamente alle situazioni che si presentano conformi a quanto stabilito dall articolo 2, comma 4 e 5, della L.R. 49/95 e cioè in corrispondenza di territori di limitata superficie ricadenti in ambiti intensamente antropizzati, che necessitano di azioni di conservazione, restauro o ricostituzione delle originarie caratteristiche ambientali, con comprovata presenza di rilevanti valori naturalistici, che possono essere oggetto di progetti di sviluppo ecocompatibile ed escludendo aree verdi urbane o parchi urbani. Progetto di valorizzazione ambientale del Comune di Pag. 5/10

6 Termini per l istituzione In quanto a termini temporali, viene assegnato il periodo complessivo di validità triennale del Programma stesso ( ); l iscrizione all Elenco delle aree protette regionali ed, eventualmente, secondo il regime venatorio nelle ANPIL, a quello nazionale, segue l istituzione tramite la compilazione dell apposita scheda con le modalità indicate nell Allegato A dei Programmi finora definiti, e riportati anche in allegato al IV Programma. Per quanto riguarda i termini procedurali per pervenire agli atti definitivi di istituzione, si rende indispensabile ricordare l'osservanza alle linee guida regionali, per proporre un ulteriore momento di verifica prima dell istituzione dell area protetta e dell inserimento nell Elenco regionale; tale verifica a cura degli uffici regionali, col parere della Consulta tecnica, riguarda la documentazione, strettamente indispensabile, sia all atto istitutivo, che all avvio della gestione dell area protetta ed è così riassumibile: relazione e cartografie relative alla localizzazione ed alla caratterizzazione dell area ed alle motivazioni della proposta, con adeguati riferimenti tecnico - scientifici e conoscitivi; relazione e cartografie relative ai contenuti programmatici della proposta, obiettivi, azioni di valorizzazione e tutela, oneri preventivati, tipologia prescelta, ruolo all interno del sistema; atti amministrativi provinciali comprovanti l osservanza delle procedure di legge in quanto a consultazione dei soggetti istituzionali interessati ed al rispetto dei limiti al divieto di caccia ( art. 10, comma 3, l. n. 157/ 92; art. 7, comma 4, LR 3/94 ). La verifica necessariamente interesserà, oltre che l ottemperanza alle prescrizioni di cui ai punti successivi, anche la previsione delle modalità di gestione e di finanziamento, relativamente alla spesa corrente, che, in osservanza al disposto della L.R. n. 49/95, deve figurare nell atto istitutivo e nella documentazione relativa all iscrizione in Elenco. Ipotesi nel territorio di montale Il Comune di Montale ha una collocazione geografica, centrale rispetto all area metropolitana delle Province di Firenze, Prato e Pistoia. Grazie alle caratteristiche del territorio montano, che non ha lasciato ampi spazi coltivabili, la montagna ha conservato ampiamente il proprio patrimonio naturalistico e architettonico; per questo motivo sarebbe opportuno operare ai fini di una maggiore valorizzazione dell area, non solo mediante la difesa del patrimonio naturale, ma anche tramite la valorizzazione di risorse storico-culturali e manufatti legati alla difesa idraulica del territorio e a memoria delle attività un tempo fonte di sostentamento. Tra gli elementi di rilievo sia storico-culturali che ambientali naturalistici si segnalano: Bacino dell Agna e le sue opere idrauliche Emergenze faunistiche Linea gotica e i suoi presidi Tali elementi infatti, viste le finalità dell istituzione di un ANPIL, quale area da valorizzare inserita in un contesto antropizzato che necessiti per le sue caratteristiche un azione di conservazione all interno di un progetto di sviluppo sostenibile, sembrano essere validi fattori da cui partire per valutare tale possibilità. Le proposte derivano da ricerche tematiche approfondite a livello bibliografico e documentale e rilievi in campagna che hanno consentito di definire un esaustivo Progetto di valorizzazione ambientale del Comune di Pag. 6/10

7 quadro di riferimento ambientale; da questo risultato sono nate quindi le ipotesi di seguito riportate. Il bacino dell Agna e le sue opere idrauliche Il Torrente Agna origina dai rilievi montuosi a nord del Comune di Montale ad una quota di 600 m s.l.m. e deriva dalla confluenza dell Agna degli Acquiputoli e Agna delle Banditelle; in località Fognano riceve anche le acque del T. Agna delle Conche. Un esempio di uso del territorio, fin da tempi lontani, compatibile con una corretta gestione e con azioni volte alla tutela dell ambiente deriva proprio dal governo e dalla regimazione delle acque superficiali attraverso puntuali e diffusi interventi di sistemazione idraulica. Difatti al fine di ridurre il trasporto solido verso valle da parte dei numerosi affluenti, furono realizzati, intorno agli anni 20, numerosissimi interventi di regimazione mediante la realizzazione di opere idrauliche come briglie e soglie, tutt oggi ben visibili ed in discreto stato di conservazione. Grazie poi alla diffusione dei processi industriali nel XVIII secolo furono costruiti sistemi di gore per approvvigionare i mulini ad acqua, che garantivano la forza motrice delle macchine destinate alla produzione della farina di castagne, alla lavorazione dei tessuti e delle pelli e successivamente a partire dai primi del 900 per gli opifici, in particolare di laboratori di finitura dei tessuti. La carta idrografica delle zone perimetrali all Agna, risalente a fino Ottocento, riporta complessivamente 27 opifici, sei dei quali assegnati a Montemurlo. Otto erano posti l ungo la gora principale di Montale mentre gli altri tredici erano posti lungo l Agna e venivano alimentati da piccoli canali che prelevavano l acqua a monte dei mulini e la riversavano nel torrente subito a valle. Lungo l Agna delle Conche vi erano sette mulini oltre ad altri cinque presenti nella zona di Fognano ed uno lungo l Agna degli Acquiputoli. Di questi mulini solo una parte sono ancora individuabili e ben conservati, molti infatti sono stati abbandonati negli anni Quaranta mentre solo alcuni rimasero in attività più a lungo. Pertanto gli interventi di sistemazione idraulica e le relative opere di sfruttamento della risorsa idrica, rappresentano senz altro una significativa testimonianza del sapiente sfruttamento delle risorse che gli abitanti dell epoca promuovevano senza pregiudicarne la qualità. Nonostante lo stato di abbandono in cui versa gran parte dei manufatti, numerosi sono ancora presenti e ben visibili lungo i percorsi e la loro valorizzazione rappresenta sicuramente un elemento di cui tenere conto in un ottica di recupero del territorio. Emergenze faunistiche Dagli indagini effettuate, per altro di natura preliminare, sono comunque emersi, in particolare nel territorio montano, ma anche in quello di pianura, alcuni importanti elementi, tra cui un elevata biodiversità e la presenza di alcune specie vertebrate inquadrate sia da un punto di vista conservazionistico ai sensi delle vigenti leggi, che semplicemente per il riconosciuto valore ambientale. Nella zona collinare e montana del comune di Montale, in particolare nelle valli principali dell Agna e di quelle minori, così come nei vallini formati da rii e fossi, si vengono a creare un elevato numero di habitat e microhabitat: strette valli caratterizzate da microclimi umidi e freddi si alternano a valli esposte a sud e quindi più calde ed aride. Di conseguenza anche le forme di vita presenti ricalcano fedelmente queste variazioni, alternando popolazioni di Anfibi, (come Salamandra salamandra, Triturus carnifex Progetto di valorizzazione ambientale del Comune di Pag. 7/10

8 ecc.. ) nelle aree più fresche ed umide (impluvi, aree umide temporanee create dal calpestio degli ungulati, risorgive, pozze ma anche vecchi lavatoi), fino a popolazioni di Rettili (come Lacerta bilineata o Hieropis viridiflavus) negli ambienti più caldi ed aridi (affioramenti rocciosi, anfratti, suoli nudi o parzialmente coperti da arbusti ed erbe). In questa macrozona troviamo inoltre numerose specie di mammiferi, molte delle quali caratterizzate da una grande capacità di spostamento sia in senso altitudinale (ungulati quali caprioli, cervi e cinghiali), che spaziale in senso assoluto, come il Lupo (Canis lupus) (Direttiva Habitat 92/43/CEE, L.R. 56/2000), la cui presenza è stata più volte segnalata nella zona di confine con la foresta dell Acquerino e nei luoghi più alti della Bollana. Numerosi sono poi gli Uccelli presenti nell eterogeneo paesaggio montalese che in questa macrozona va dall abitato delle frazioni pedecollinari, (Fognano ecc) dove troviamo fra gli altri Upupa epops, fino agli oltre metri fra le faggete del monte Pozzo di Bagno con Buteo buteo (Poiana) e Milvus migrans (Nibbio bruno). La fauna potenziale della pianura, nonostante la forte urbanizzazione, presenta comunque degli elementi di pregio fra le cinque classi dei vertebrati. Questo è dovuto al fatto che ci troviamo di fronte ad un ambiente urbano il cui territorio va a sfumare direttamente nella collina, creando quindi un corridoio ininterrotto almeno fino all abitato di Montale. Da sottolineare l importanza delle zone interessate da fossi e torrenti per la loro attitudine a creare habitat in grado di ospitare molti animali, in particolare Anfibi ed Uccelli (Garzette,l Airone cenerino e molti altri). Non è raro nei numerosi fossi e rii incontrare la Rana italica (rana rossa) e il Bufo bufo (rospo) nonché il suo predatore principe Natrix natrix (biscia dal collare), (Direttiva Habitat 92/43/CEE, L.R. 56/2000). Più difficili da osservare sono invece Triturus carnifex (tritone crestato), (Direttiva Habitat 92/43/CEE, L.R. 56/2000), Speleomantes italicus (geotritone italiano), (Direttiva Habitat 92/43/CEE, L.R. 56/2000) o l endemica e rara Salamandrina terdigitata (salamandrina dagli occhiali). In tabella vengono comunque riassunte le specie osservate (! ) e da verificare (?) nel territorio del Comune di Montale, di interesse regionale (ai sensi della L.R. N 56, 6 aprile 2000), Direttiva Habitat 92/43/CEE e Direttiva Uccelli 79/409/CEE. Nome scientifico Pesci Nome comune L.R. 56/2000! Cottus gobio Scazzone X! Gasterosteus aculeatus L. Spinarello X Anfibi Nome scientifico Nome comune L.R. 56/2000 Dir. Habitat 92/43/CEE Dir. Habitat 92/43/CEE? Salamandrina terdigitata Salamandrina X X! Salamandra salamandra Salmandra X? Triturus alpestris Tritone alpestre X! Hyla intermedia Raganella X! Rana italica Rana appenninica X X? Rana catesbiana Rana Toro? Bombina pachypus Ululone dal ventre giallo X? Rana temporaria Rana montana X Rettili Nome scientifico Nome comune L.R. 56/2000 Direttiva Habitat 92/43/CEE? Emys orbicularis Tartaruga palustre X X! Testudo hermanni Testuggine comune X X! Lacerta bilineata Ramarro comune X! Podarcis muralis lucertola muraiola X X Progetto di valorizzazione ambientale del Comune di Pag. 8/10

9 ! Podarcis sicula lucertola campestre X X! Chalcides chalcides Luscegnola! Zamenis longissima Saettone X! Hieropis viridiflavus Biacco X Uccelli Nome scientifico Nome comune Direttiva Uccelli (79/409 CEE)! Egretta garzetta Garzetta X! Egretta alba L. Airone bianco maggiore X! Falco peregrinus Tunstall Pellegrino X! Alcedo atthis L. Martin pescatore X * Lanuius collurio Averla piccola X * Lullula arborea Tottavilla X! Milvus migrans Nibbio Bruno X Nome scientifico Mammiferi Nome comune ORDINE INSETTIVORI L.R. 56/2000! Neomys fodiens Toporagno d'acqua X! Talpa caeca Talpa cieca X! Talpa europaea Talpa europea X Direttiva Habitat 92/43/CEE ORDINE CHIROTTERI! Pipistrellus Kuhli Pipistrello albolmabato X X! Hypsugo savii Pipistrello di savi X X! Pipistrellus pipistrellus Pipistrello nano X X? Eptesicus serotinus Serotino comune X X Rhinolophus? ferrumequinum Ferro di cavallo maggiore X X ORDINE RODENTIA! Hystrix cristata Istrice X X! Eliomys quercinus Topo quercino X! Muscardinus avellanarius Moscardino X X ORDINE CARNIVORI? Canis lupus Lupo X X? Martes martes Martora X X? Mustela putorius Puzzola X Linea gotica e i suoi presidi Linea Gotica è il nome dato dai tedeschi alla linea difensiva eretta dai tedeschi fra l inverno del 43 e l estate del 44 per contenere e rallentare l avanzata degli Alleati durante gli ultimi scontri della II Guerra Mondiale. La linea tagliava in due la penisola italiana da Massa-Carrara a Pesaro e si estendeva per una lunghezza di 320 km e sfruttava le caratteristiche morfologiche delle montagne e barriere costruite con massi, legname, cemento armato, fossati anticarro, campi minati, reticolati, trincee, ricoveri, bunker per l'artiglieria e per le mitragliatrici. Le zone maggiormente fortificate erano quelle costiere ed il settore a cavallo del passo della Futa. Ancora oggi lungo la linea gotica è facile vedere i segni delle fortificazioni e ritrovare residuati bellici. Montale rappresentava un ottimo presidio di difesa per le truppe tedesche intenzionate a ritardare l avanzata degli Alleati verso la pianura Padana, vista la peculiarità del territorio montano, interessato dalle vette più alte dell Appennino Progetto di valorizzazione ambientale del Comune di Pag. 9/10

10 prossime alla pianura Firenze-Prato-Pistoia; la linea gotica ha infatti interessato le vette del Monte Pozzo del Bagno, Monte Cerreto, Poggio Alto, che a pochi chilometri dalla vallata oltrepassano i 1000 m. I Luoghi a memoria degli eventi collegati alla presenza della Linea Gotica, quali la strage della Casa Rossa, oggi monumento nazionale e di altri episodi, sono stati opportunamente rilevati e segnalati nell ambito dell estratto cartografico di sintesi dello Studio effettuato e rientrano tra le priorità di valorizzazione ed integrazione all interno dei percorsi proposti. Conclusioni Pertanto, il preservare e valorizzare le caratteristiche ambientali dell Agna, importante risorsa idrica anche perché punto di captazione dell acquedotto, tenere sotto controllo pressioni ambientali esistenti quali il rischio idrogeologico, tutelare la fauna presente e fare conoscere le emergenze storico culturali quali la Linea gotica e conservare i presidi presenti nel territorio mediante l istituzione di un ANPIL, significa cercare di ripristinare e proteggere le condizioni di equilibrio dell area: questo deve essere il principale interesse sia nel breve ma soprattutto nel lungo termine per la popolazione locale che dalla valorizzazione del proprio territorio potrà ricavare sicuramente grossi benefici: infatti l evoluzione in questa direzione del territorio può generare occupazione e crescita economica attraverso la creazione di nuove figure professionali, il rilancio di attività tradizionali, lo sviluppo delle attività agrituristiche, il tutto secondo criteri di sviluppo sostenibile. Progetto di valorizzazione ambientale del Comune di Pag. 10/10

11 ALLEGATO A: ALBUM FOTOGRAFICO

12 FOTO 1: Tritone alpestre FOTO 2: Istrice FOTO 3 Lupo

13 FOTO 1: Trincea della Linea Gotica FOTO 2: Lapide commemorativa FOTO 3 Casina Rossa

14 FOTO 1: Briglia sull Agna FOTO 2: Ponte sul fosso Rigola in località Striglianella FOTO 3 Lavatoio in località Striglianella

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