Economia e finanza dei distretti industriali
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- Daniela Russo
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1 Economia e finanza dei distretti industriali Presentazione del Decimo Rapporto Annuale Direzione Studi e Ricerche Milano, 29 marzo 2018
2 Agenda 1 1 I contenuti del Rapporto 2 L analisi dei bilanci e le previsioni per il biennio Come sono cambiati i distretti negli ultimi 10 anni
3 I contenuti del Rapporto 2 Analisi sui bilanci di quasi aziende, appartenenti a 153 distretti industriali, a confronto con quelli di imprese non distrettuali. Esaminate complessivamente circa imprese con un fatturato aggregato pari a circa 615 miliardi, di cui 196 miliardi riferiti a imprese distrettuali. Presentata la classifica dei migliori 20 distretti per crescita e redditività e fornite valutazioni di benchmarking su 99 distretti (per cui si dispone di almeno 45 bilanci). Stime per il 2017 e previsioni per il biennio , basate su evoluzione attesa di domanda interna, commercio internazionale e competitività analizzate a livello settoriale.
4 I principali approfondimenti 3 La trasformazione dei distretti negli ultimi dieci anni, in termini di: struttura dimensionale e settoriale; esternalizzazione produttiva; diffusione di marchi, brevetti e certificazioni; distanza dei mercati di sbocco. La mappatura dei prodotti DOP e IGP presenti nei distretti. La «nuova» meccanica italiana. Il legame tra filiera ICT e tessuto produttivo locale. L imprenditoria giovanile e femminile. La nascita di nuove specializzazioni distrettuali: il caso della cosmesi.
5 Agenda 4 1 I contenuti del Rapporto 2 L analisi dei bilanci e le previsioni per il biennio Come sono cambiati i distretti negli ultimi 10 anni
6 Distretti industriali: crescita superiore alla media 5 Evoluzione del fatturato tra il 2008 e il 2016 (var. % a prezzi correnti; valori mediani) Agro-alimentare 17,0 25,7 Intermedi 7,2 11,5 Sistema moda 4,4 11,2 Totale 5,9 10,2 Metalmeccanica 3,9 4,0 Sistema casa -4,5-0, Distretti Aree non distrettuali Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
7 e produttività e margini unitari in miglioramento 6 Produttività del lavoro (valore aggiunto per addetto; in migliaia di euro a prezzi correnti; valori mediani) EBITDA margin (mediana): differenza tra 2008 e ,3 0,24 Distretti 50,0 53,6 0,2 0,1 0,0 Aree non distrettuali 49,7 49,5-0, ,2-0, ,3 Aree non distrettuali Distretti Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
8 In evidenza il Mezzogiorno e, in particolare, le imprese amministrate da giovani 7 Distretti: evoluzione del fatturato tra il 2012 e il 2016 per età degli imprenditori e macro regione (var. % a prezzi correnti; valori mediani) Totale 10,2 19,0 Mezzogiorno 14,4 38,1 Nord Est 12,2 17,8 Nord Ovest 8,6 17,0 Centro 7,5 13, Giovanili Non giovanili Imprese giovanili: gestite da under 35 (dove per gestione si intende il capoazienda o la maggioranza del consiglio di amministrazione). Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
9 Un ruolo da protagonisti per i distretti sui mercati internazionali anche nel Distretti: evoluzione delle esportazioni nel 2017 (variazione %; a prezzi correnti) Metallurgia Prodotti in metallo Moda: beni di consumo Meccanica Totale Alimentare e Bevande Mobili Moda: beni intermedi Elettrodomestici Prod. e Mat. da Costruzione 3,4 2,4 2,1 2,0 5,9 5,7 5,3 4,7 8,0 18, Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
10 2018 e 2019 ancora in crescita per fatturato ed EBITDA 9 Evoluzione del fatturato delle imprese distrettuali (var. % prezzi correnti; valori mediani): stime 2017 e previsioni biennio EBITDA margin delle imprese distrettuali (valori mediani; %): stime 2017 e previsioni biennio ,0 3 2,8 2,8 3,0 7,5 7,6 7,4 7,6 7,7 2 1,8 7,0 1 6, , Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID) e Analisi dei Settori Industriali (ASI)
11 I 20 distretti con le performance migliori 10 I distretti migliori per performance di crescita e redditività (min=0; max=100) 1. Occhialeria di Belluno 2. Gomma del Sebino Bergamasco 3. Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene 4. Salumi di Parma 5. Meccatronica dell'alto Adige 6. Vini del veronese 7. Macchine utensili e per il legno di Pesaro 8. Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova 9. Termomeccanica di Padova 10. Meccatronica del barese 11. Macchine concia della pelle di Vigevano 12. Meccanica strumentale di Vicenza 13. Elettrodomestici di Inox valley 14. Meccanica strumentale di Varese 15. Calzature di San Mauro Pascoli 16. Vini di Langhe, Roero e Monferrato 17. Rubinetteria e valvolame Cusio-Valsesia 18. Pelletteria e calzature di Firenze 19. Olio e pasta del barese 20. Mozzarella di bufala campana 82,2 81,5 80,3 74,4 72,8 70,6 70,3 68,5 68,1 67,9 67,6 67,2 66,1 65,6 65,4 63,8 62,4 61,3 60,8 60, Criteri utilizzati per la selezione dei top performer: 1. EBITDA margin Evoluzione EBITDA margin 3. Evoluzione fatturato nel Evoluzione export nei primi 9 mesi del Evoluzione fatturato ed export Nota: in blu i distretti del sistema moda; in giallo i distretti specializzati in gomma e plastica; in verde i distretti agro-alimentari; in arancio i distretti della meccanica; in grigio i distretti del sistema casa. Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
12 11 Tra le filiere più performanti vi è quella agroalimentare Distretti agro-alimentari: evoluzione del fatturato per filiera tra il 2008 e il 2016 (var. %; valori mediani) Olio 36,3 Conserve Pasta e dolci Lattiero-caseario 29,1 31,2 33,2 Vino Totale Altro alimentare Carni 26,3 25,7 24,7 24,2 Agricoltura e pesca 17, Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
13 grazie all alta diffusione di produzioni DOP e IGP 12 Distretti agro-alimentari: % imprese che appartengono a un area DOP o IGP Carni Lattiero-caseario 100,0 98,3 Totale Olio 66,7 71,8 Conserve Agricoltura e pesca 58,2 56,9 Altro alimentare Pasta e dolci 16,1 14, Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati ISID e Mipaaf
14 Spiccano anche i distretti della meccanica, con buona parte delle imprese che offrono già soluzioni Imprese con offerta di macchinari 4.0 in % imprese che producono beni incentivabili per classe di fatturato in milioni di euro Totale 69 Maggiore Tra 12 e Tra 6 e Tra 3 e 6 65 Tra 1 e Fonte: Intesa Sanpaolo (indagine su 363 imprese della meccanica)
15 acquistano tecnologia 14 Quota % imprese della meccanica che ha fatto acquisti di tecnologia ICT nel 2017 per dimensioni aziendali Totale Grandi Medie Piccole Micro 42,4 60,4 65,0 80,1 81, Utilizzato un database sulle filiere costruito a partire dalle informazioni sulle transazioni commerciali (anticipi fatture e ricevute bancarie) avvenute tra la clientela «imprese» di Intesa Sanpaolo con i rispettivi clienti/fornitori nel Per meccanica e automotive: considerate imprese e fornitori, in oltre un milione di transazioni, corrispondenti all11% del totale acquisti di queste imprese. Fonte: Intesa Sanpaolo
16 e sono sempre più integrate col settore ICT locale 15 La distanza in km tra fornitori di tecnologia e loro clientela (media ponderata per il valore delle transazioni) ICT di Catania ICT di Trieste ICT romano ICT di Torino ICT di Genova Poli ICT totale ICT veneto ICT di Milano ICT Bologna e Modena Fonte: Intesa Sanpaolo
17 Buona diffusione di imprese femminili 16 Quota di imprese femminili per dimensione d impresa (%) Totale 23,8 23,1 Grandi Imprese Medie Imprese Piccole Imprese Micro Imprese Distretti Aree non distrettuali Imprese femminili: gestite da donne (dove per gestione si intende il capoazienda o la maggioranza del consiglio di amministrazione). Micro imprese: fatturato inferiore a 2 milioni di euro; Piccole imprese: fatturato compreso tra 2 e 10 milioni di euro; Medie imprese: fatturato compreso tra 10 e 50 milioni di euro; Grandi imprese: fatturato superiore a 50 milioni di euro. Fonte: Intesa Sanpaolo
18 Distretti ancora punto di forza dell industria italiana 17 Distretti protagonisti della ripresa in corso: nel biennio il fatturato e l EBITDA margin hanno toccato nuovi massimi storici. Più fattori sono premianti: distretti riscoperti come luogo di produzione e fonte di esternalità positive, presenza di grandi imprese che trainano la filiera. Il tessuto produttivo italiano e distrettuale ha però davanti a sé una nuova sfida: la trasformazione verso un modello di «impresa 4.0», che non vuol dire soltanto acquisti di macchinari/software e formazione, ma anche un diverso modo di operare in azienda. La prossimità geografica, propria dei distretti, può essere uno strumento per imparare prima che altrove come si diventa concretamente «4.0», con un processo di imitazione delle imprese del territorio e di evoluzione delle soluzioni già presenti sul mercato.
19 Agenda 18 1 I contenuti del Rapporto 2 L analisi dei bilanci e le previsioni per il biennio Come sono cambiati i distretti negli ultimi 10 anni
20 Negli ultimi 10 anni è sceso il numero delle imprese, ridefinendo i pesi tra i settori 19 Distretti: numerosità delle imprese a confronto nei periodi e ; principali filiere distrettuali Distretti: composizione % delle imprese a confronto nei periodi e ; principali filiere distrettuali Sistema moda Sistema moda Metalmeccanica Metalmeccanica Agro-alimentare Agro-alimentare Sistema casa Sistema casa Beni intermedi Beni intermedi Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
21 e sono aumentate le dimensioni medie 20 Distretti: numerosità delle imprese a confronto nei periodi e , per dimensioni aziendali Distretti: fatturato per azienda in migliaia di euro, per dimensioni aziendali Micro imprese Totale ,6% Piccole imprese Micro imprese ,3% Piccole imprese ,6% Medie imprese Medie imprese ,9% Grandi imprese Grandi imprese ,5% Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
22 Maggiore integrazione verticale all interno delle imprese e minor ricorso al mercato 21 Distretti: grado di integrazione verticale (valore aggiunto in % del fatturato; valori mediani) Distretti: grado di integrazione verticale per filiera (valore aggiunto in % del fatturato; valori mediani) ,2 26,5 27,1 Metalmeccanica Sistema casa 25 Beni intermedi 24 24,2 24,1 23,9 Sistema moda 23 Agro-alimentare Nota: nelle aree non distrettuali l indicatore nel 2016 è stato pari a 28,3%. Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
23 E aumentata la distanza tra i migliori e i peggiori, malgrado le uscite 22 Distretti: EBITDA margin medio nel periodo Distretti: differenza tra 9 e 1 decile dell EBITDA margin 9 decile Grandi imprese Medie imprese Mediana Piccole imprese 1 decile Micro imprese Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
24 Sono sempre più diffusi i marchi 23 Distretti: % imprese con marchi registrati a livello internazionale per dimensione Totale 12,9 Grandi imprese 56,3 Medie imprese 29,5 Piccole imprese 11,1 Micro imprese 2,7 Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
25 le certificazioni di qualità 24 Distretti: % imprese con certificati di qualità per dimensione Totale 14,5 Grandi imprese 31,5 Medie imprese 27,7 Piccole imprese 15,3 Micro imprese 6, Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
26 le certificazioni ambientali (anche se concentrate tra le imprese più grandi) 25 Distretti: % imprese con certificati ambientali per dimensione Totale 4,1 Grandi imprese 26,6 Medie imprese 11,7 Piccole imprese 2,1 Micro imprese 0, Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
27 e i brevetti 26 Distretti: % imprese brevettatrici per dimensione (domande depositate tra il 1998 e il 2015) Totale 8,3 Grandi imprese 36,8 Medie imprese 19,7 Piccole imprese 6,5 Micro imprese 1, Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
28 Il posizionamento strategico ha fatto la differenza e facilitato il salto dimensionale 27 % imprese distrettuali con marchi: medie imprese nel 2008 che hanno conseguito un upgrade di classe nel 2016 vs quelle che non sono cresciute dimensionalmente % imprese con marchi al 2008 % imprese con marchi al Upgrade classe dimensionale (a) Dimensioni stabili (b) Downgrade classe dimensionale (c) (a) Impresa di medie dimensioni nel 2008, divenuta di grandi dimensioni nel 2016; (b) Imprese di medie dimensioni nel 2008 e nel 2016; (c) Impresa di medie dimensioni nel 2008 divenuta micro o piccola nel Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database
29 La concentrazione dei mercati di sbocco dell export è leggermente aumentata, comportando rischi 28 La concentrazione delle esportazioni dei settori distrettuali: indice CR4 La concentrazione delle esportazioni dei settori distrettuali: variazione assoluta dell indice CR4 Alimentari e bevande 54 Alimentari e bevande -2,5 Pdt. materiali costruzione 51 Pdt. materiali costruzione 3,9 Mobili 48 Mobili 1,1 Totale distretti 46 Totale distretti 0,9 Moda - consumo 45 Moda - consumo 4,5 Elettrodomestici 38 Elettrodomestici -3,4 Moda - intermedi 38 Moda - intermedi -1,4 Meccanica 34 Meccanica 0, CR4: peso % dei primi quattro mercati di sbocco. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
30 E aumentata la distanza fisica da percorrere 29 La distanza media delle esportazioni dei settori distrettuali (km; ) La distanza media delle esportazioni dei settori distrettuali (var. assoluta in Km) Pdt. materiali costruzione Pdt. materiali costruzione 657 Meccanica Meccanica 274 Moda - consumo Moda - consumo 434 Moda - intermedi Moda - intermedi 248 Totale distretti Totale distretti 409 Mobili Mobili 728 Alimentari e bevande Alimentari e bevande 396 Elettrodomestici Elettrodomestici Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
31 anche per il crescente peso degli emergenti, che amplifica la complessità delle relazioni 30 Export distretti: peso delle esportazioni verso i Paesi emergenti (%; ) Export distretti: la variazione assoluta del peso delle esportazioni verso i Paesi emergenti (p.p.; ) Meccanica 46 Meccanica 2,6 Moda - intermedi 43 Moda - intermedi 1,3 Elettrodomestici 38 Moda - consumo 34 Totale distretti 34 Mobili 31 Pdt. materiali costruzione 29 Alimentari e bevande Elettrodomestici Moda - consumo Totale distretti Mobili Pdt. materiali costruzione Alimentari e bevande 2,9-0,9 0,9-0,6 0,2 2, Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
32 Si sono sviluppate anche nuove specializzazioni distrettuali: il caso della cosmetica 31 Export, import e saldo commerciale della cosmesi (miliardi di euro) Prime province italiane per indice di specializzazione nella cosmesi, Export 4,3 2,3 Lodi Cremona Parma Roma Milano 2,7 2,5 2,3 8,3 16,1 2 Export 2,0 Firenze 2,2 1 0 Avanzo commerciale Bergamo Bologna Monza e Brianza Padova 2,2 1,7 1,6 1, Torino 1, Nota: in arancio le province lombarde. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
33 Si è ridotta la leva finanziaria delle imprese 32 Leva finanziaria (debiti finanziari in % patrimonio netto e debiti finanziari) 58 57,3-4,8 Aree non distrettuali Distretti ,2 56,4 55,5 54,4 53,9-4,9-5,0-5,1-5,2-5,3-5,1 53-5, ,5-5,6-5,5 Aree non distrettuali Distretti Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
34 33 ma il livello «ottimale» di equity è superiore al passato e richiede più ricorso al mercato Finanza poco aperta al mercato. Perché necessaria una svolta? Per ridurre i rischi finanziari: a fronte di un maggior rischio industriale occorre una struttura finanziaria più solida; serve incrementare il livello dell equity e ridurre il debito. Il livello «ottimale» di equity è superiore al passato e quindi è necessario il ricorso al mercato. Va ridotto il rischio di non poter accedere a fonti di finanziamento di debito. Per consolidare la struttura dimensionale: dobbiamo far crescere la dimensione media di impresa per far fronte alla concorrenza dei competitor esteri. Per una crescita interna e esterna, l autofinanziamento e il credito bancario non sono sufficienti. Per mantenere in Italia il controllo di imprese leader: abbiamo già perso troppe aziende a vantaggio di investitori esteri, per mancanza di forti capitali privati italiani. Ci sono segnali positivi in atto per quanto riguarda: numero quotazioni azionarie; successo PIR e SPAC; emissioni mini-bond.
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