Abuso sistematico di potere da parte di uno o più ragazzi/e che si rendono autori di prepotenze, ai danni di uno o più compagni di scuola.
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- Giuliana Rocchi
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2 Abuso sistematico di potere da parte di uno o più ragazzi/e che si rendono autori di prepotenze, ai danni di uno o più compagni di scuola. Gli attori IL PREVARICATORE LA VITTIMA Caratteristica: prepotenza che si ripete nel tempo. Intenzionalità all attacco SQUILIBRIO DI POTERE Caratteristica: Soggetto vulnerabile, timido e isolato Fisicamente più debole
3 La Scuola è il primo nucleo comunitario organizzato,dopo la famiglia, all interno della quale gli adolescenti e/o ragazzi si inseriscono, accettando regole di CONVIVENZA e modalità di AGGREGAZIONE QUAL E LA SFIDA PIU IMPEGNATIVA PER GLI ALUNNI??? L emarginazione dai coetanei, fattore di fragilità che favorisce la sottomissione La gerarchia dei Ruoli Soggetto accettato dal gruppo Soggetto escluso per presunta inferiorità disabilità differenza razziale svantaggio familiare disagio economico scarso rendimento scolastico
4 Il bisogno di sentirsi parte di una comunità spesso si scontra con leggi e prezzi da pagare per entrare in un gruppo Chi non accetta o condivide i principi di prepotenza su cui regge un gruppo, diventa: VITTIMA Bersaglio di una persecuzione violenta e prolungata nel tempo che da origine alle diverse forme di BULLISMO. la SCUOLA ambiente educativo, DIVENTA TERRENO FERTILE PER L EVOLUZIONE DEL BULLISMO che si sviluppa indisturbato nei momenti e luoghi meno sottoposti a sorveglianza: BAGNI CORRIDOI TRAGITTO CASA SCUOLA INTERVALLO
5 BULLISMO FISICO E VERBALE Prendere in giro Dire parole spiacevoli Usare nomi offensivi Dare spinte, calci BULLISMO PSICOLOGICO Ignorare Escludere dal gruppo diffondere storie non vere BULLISMO ELETTRONICO Invio di sms offensivi Pubblicazione di foto o filmati che ritraggono prepotenze o scene in cui la vittima viene denigrata.. NO! Solo l aggressività che si esprime con PREPOTENZE RIPETUTE tra le stesse persone, tra le quali è riscontrabile una DISPARITA DI FORZE.
6 Perché fa male a coloro che lo subiscono: La Vittima ha paura, si sente sola, umiliata. In età adulta può vivere situazioni di disagio nelle relazioni con gli altri. Rischio: Depressione. Perché fa male a coloro che lo compiono: Il Bullo si impone con la forza, talvolta compie azioni illegali. Perché fa male a coloro che assistono: Lo Spettatore diventa amico del bullo per paura di essere preso di mira.
7 Deve seguire delle linee guida che gli consentono di contrastare il bullismo. Come??? ASCOLTANDO I PROBLEMI DEGLI ALUNNI DANDO UN RUOLO ATTIVO NELLA RICERCA DELLA CONCLUSIONE DEL CONFLITTO RICONOSCENDO IL FENOMENO NON SOTTOVALUTANDO LE RICHIESTE DI AIUTO DEGLI ALUNNI COLPITI Questo processo è più efficace se vi è COLLABORAZIONE TRA COLLEGHI Lo scambio di informazioni permette di acquisire maggiore sicurezza e competenza nella gestione delle situazioni a rischio.
8 Durante il cambio d ora Durante la mensa Durante l intervallo RISULTATO? Si riducono al minimo tutte le occasioni in cui i ragazzi sono liberi di mettere in pratica ATTI DI BULLISMO
9 Il dialogo tra Scuola e Famiglia rappresenta la base per la creazione di un intervento educativo sinergico: È preliminare agli interventi dei servizi psico socio educativi Pone le basi per una presentazione spontanea delle famiglie in difficoltà, ai Servizi Sociali presenti sul territorio. L aggancio Scuola Famiglia costituisce un Supporto costruttivo e condiviso per la prevenzione Ed il contrasto del fenomeno BULLISMO
10 La scuola quando rileva situazioni psico socio educative problematiche, deve: 1. convocare i genitori o chi esercita la patria potestà per informarli delle risorse territoriali a cui possono rivolgersi; 2. Avere una mappa dettagliata dei servizi presenti sul territorio per facilitare, promuovere e supportare le famiglie. Servizi psico socio educativi ASL o Azienda Ospedaliera Associazioni di volontariato sociale
11 Quando gli episodi di bullismo assumono una forma grave è necessario ricorrere alle Sanzioni disciplinari privilegiando le sanzioni tipo : RIPARATIVO in conformità con quanto indicato nella Direttiva del Ministero Pubblica Istruzione n. 16 del
12 Procura della Repubblica Tribunale per i Minori Il loro intervento è necessario quando l episodio di Bullismo si configura come vero e proprio REATO ossia, in una condotta non generica ma tipica così come descritta dalla norma penale. Può chiedere l apertura di un Procedimento Rieducativo Ha competenze: a) Civile b) Penale c) Rieducativa
13 Estremi per procedere ad una denuncia penale o alla segnalazione all Autorità giudiziaria: I Pubblici Ufficiali hanno l obbligo di denunciare alle autorità giudiziarie la notizia di ogni reato di cui sono venuti a conoscenza nell esercizio della loro attività. Personale Docente Soggetti obbligati alla denuncia: Operatori Scolastici Come presentare la denuncia: Personale Amministrativo Per iscritto indirizzata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale del luogo o più semplicemente all Ufficiale di Polizia Giudiziaria. La querela: Richiesta di punizione per reati non gravi (semplici furti, diffamazione, ingiuria, percosse, lesioni con prognosi fino a 20 giorni) Procedibilità d Ufficio: Quando i reati assumono forme più gravi (art. 331 Codice procedura penale). E di fondamentale importanza che la scuola mantenga contatti con il Commissario o Comandante Caserma dei Carabinieri di zona per avere indicazioni in caso di dubbi.
14 SIGNIFICA non solo identificare chi sono la VITTIMA e il BULLO è indispensabile affrontare ed intervenire sul gruppo dei pari nel suo insieme. LA CLASSE Rappresenta il luogo privilegiato in cui deve essere svolta l attività educativa a favore di tutti gli scolari coinvolgendo sia i genitori che i colleghi. Progetto MESSA ALLA PROVA
15 La presa in carico dei SERVIZI SOCIALI consente di valutare il vissuto del minorenne, affichè realizzi una piena consapevolezza circa la sua responsabilità e le motivazioni che lo hanno spinto a delinquere. il giudice può impartire prescrizioni dirette a: a) riparare le conseguenze del reato; b) promuovere la conciliazione del minorenne con la persona offesa dal reato. OBIETTIVO tentare di far comprendere al minore la quantità di sofferenza, disagio e paura che ha procurato col suo comportamento, accrescendo la capacità di condivisione di sentimenti ed emozioni della vittima.
16 Il Progetto di MESSA ALLA PROVA rappresenta una delle maggiori espressioni di civiltà in campo minorile. consente di contemperare l esigenza del rispetto della personalità del minore con quella di difesa della collettività. D.P.R. 448/1998 Art. 28 Disciplina l istituto della sospensione del processo e della messa alla prova dell imputato minorenne. Permette di estinguere il reato se l esito è positivo, rispettando il disposto dell art. 27 Cost., secondo cui il carcere deve intendersi come extrema ratio. PUNTO DI VISTA OPERATIVO la sospensione del processo avviene con ordinanza da parte del giudice. Con l ordinanza di sospensione il giudice affida il minorenne ai servizi minorili dell amministrazione della giustizia per lo svolgimento delle opportune attività di osservazione, trattamento e sostegno.
17 L istituto della Messa alla Prova : presuppone l adesione del minore al progetto che consiste in un ammissione di responsabilità; permette di eludere: La condanna La pena Gli istituti detentivi OBIETTIVO: consentire la maturazione del carattere e una maggiore consapevolezza dei valori di solidarietà umana. Il progetto di messa alla prova deve essere un programma di intervento elaborato dall amministrazione della giustizia con i servizi sociali che preveda: le modalità di coinvolgimento del minorenne, del suo nucleo familiare e del suo ambiente di vita, gli impegni che il minore dovrà assumere, promuovendo, laddove sia possibile, la riconciliazione del minorenne con la persona offesa.
18 Decorso il periodo di sospensione, il giudice fissa una nuova udienza nella quale dichiara estinto il reato,se ritiene che la prova abbia esito positivo; in caso contrario il processo si riaprirà. Per il minorenne sottoposto ad indagini, le misure cautelari sono: prescrizioni permanenza in casa collocamento in comunità custodia cautelare in carcere Con la messa alla prova si perseguono due obiettivi: estromettere il minorenne dal circuito penale evitandogli la condanna offrirgli la possibilità di un cambiamento con il supporto di opportuni aiuti Il patto sottostante alla m.a.p. è il seguente: lo Stato rinuncia alla pretesa punitiva ed offre l estinzione del reato; il minorenne si impegna a non compiere più il reato ed a intraprendere e proseguire un progetto di cambiamento col sostegno e con l aiuto dei servizi che lo Stato si impegna ad offrirgli.
Doveri della famiglia
MINISTERO DELL ISTRUZIONE,UNIVERSITA E RICERCA Via Figurella, 27 Catona 89135 Reggio di Calabria (RC) Telefax 0965302500-0965600920 C.F. 92081350800 C.M. RCIC868003 PEC rcic868003@pec.istruzione.it A.S.
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