IL COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDERS TERRITORIALI NELL AMBITO DEI PROCESSI DI AUTOVALUTAZIONE EX DPR 80/2013. Dino Cristanini. Milano, 22 aprile 2015

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1 IL COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDERS TERRITORIALI NELL AMBITO DEI PROCESSI DI AUTOVALUTAZIONE EX DPR 80/2013 Dino Cristanini Milano, 22 aprile 2015

2 IL RAPPORTO SCUOLA-TERRITORIO-ENTI LOCALI NEL D.P.R. 275/1999 (REGOLAMENTO SULL AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE) ART. 1 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 7 ART. 8 ART. 9 LE SCUOLE INTERAGISCONO TRA LORO E CON GLI ENTI LOCALI RISPETTO DELLE FUNZIONI E DEI COMPITI TRASFERITI AGLI ENTI LOCALI IL POF RIFLETTE LE ESIGENZE DEL CONTESTO CULTURALE, SOCIALE ED ECONOMICO DELLA REALTÀ LOCALE INIZIATIVE DI RECUPERO E SOSTEGNO, DI CONTINUITÀ E DI ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE COORDINATE CON LE INIZIATIVE DEGLI ENTI LOCALI ADATTAMENTO DEL CALENDARIO SCOLASTICO NEL RISPETTO DELLE FUNZIONI DELLA REGIONE ACCORDI E CONVENZIONI CON ISTITUZIONI, ENTI, ASSOCIAZIONI E AGENZIE DEL TERRITORIO IL CURRICOLO TIENE CONTO ANCHE DELLE ESIGENZE ESPRESSE DAGLI ENTI LOCALI E DAI CONTESTI SOCIALI, CULTURALI ED ECONOMICI DEL TERRITORIO GLI AMPLIAMENTI DELL OFFERTA FORMATIVA TENGONO CONTO DELLE ESIGENZE DEL CONTESTO CULTURALE, SOCIALE ED ECONOMICO DELLE REALTÀ LOCALI

3 IL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE NEL DECRETO-LEGGE n. 225/2010, CONVERTITO DALLA LEGGE N. 10/2011 Con regolamento da emanare, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, e individuato il sistema nazionale di valutazione definendone l'apparato che si articola: a) nell'istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, con compiti di sostegno ai processi di miglioramento e innovazione educativa, di formazione in servizio del personale della scuola e di documentazione e ricerca didattica; b) nell'istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione, con compiti di predisposizione di prove di valutazione degli apprendimenti per le scuole di ogni ordine e grado, di partecipazione alle indagini internazionali, oltre alla prosecuzione delle indagini nazionali periodiche sugli standard nazionali; c) nel corpo ispettivo, autonomo e indipendente, con il compito di valutare le scuole e i dirigenti scolastici secondo quanto previsto dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.

4 IL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE NEL DECRETO-LEGGE 9 FEBBRAIO 2012 n. 5 (DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI SEMPLIFICAZIONE E DI SVILUPPO) CONVERTITO DALLA LEGGE N. 35/2012 Art. 51 (Potenziamento del sistema nazionale di valutazione), comma 1 Nelle more della definizione di un sistema organico e integrato di valutazione delle istituzioni scolastiche, dell università, della ricerca e dell alta formazione artistica, musicale e coreutica, l INVALSI assicura, oltre allo svolgimento dei compiti di cui all articolo 17 del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, e all articolo 1, comma 613, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il coordinamento funzionale del sistema nazionale di valutazione di cui all articolo 2, comma 4-undevicies, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10. A tale fine, in via sperimentale, l Invalsi si avvale dell Agenzia per la diffusione di tecnologie per l innovazione. Le Amministrazioni provvedono all attuazione del presente comma con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

5 GLI ARTICOLI DEL REGOLAMENTO ART. 1 I SOGGETTI Il S.N.V. è costituito dai seguenti soggetti: a) Invalsi: Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione, di cui al decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 286; b) Indire: Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, di cui all articolo 19, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111; c) contingente ispettivo: contingente di dirigenti di seconda fascia con funzione tecnico-ispettiva, appartenenti alla dotazione organica dirigenziale del Ministero, che svolgono l attività di valutazione nei nuclei di cui all articolo 6 del presente decreto. Concorrono altresì all attività di valutazione: a) la conferenza per il coordinamento funzionale del S.N.V., di cui all articolo 2, comma 5, del presente decreto; b) i nuclei di valutazione esterna costituiti, ai sensi dell articolo 6, comma 2, da un dirigente tecnico del contingente ispettivo e da due esperti scelti dall elenco di cui all articolo 3, comma 1, lettera f).

6 GLI ARTICOLI DEL REGOLAMENTO ART. 2 OBIETTIVI DEL SNV Ai fini del miglioramento della qualità dell offerta formativa e degli apprendimenti, il S.N.V. valuta l efficienza e l efficacia del sistema educativo di istruzione e formazione in coerenza con quanto previsto dall articolo 1 del decreto legislativo 19 novembre 2004, n Il S.N.V. fornisce i risultati della valutazione di cui al comma 1 ai direttori generali degli uffici scolastici regionali per la valutazione dei dirigenti scolastici ai sensi dell articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni.

7 GLI SCOPI DELLA VALUTAZIONE (DIRETTIVA MINISTERIALE 11/2014) LA VALUTAZIONE È FINALIZZATA AL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL OFFERTA FORMATIVA E DEGLI APPRENDIMENTI E SARÀ PARTICOLARMENTE INDIRIZZATA: - ALLA RIDUZIONE DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA E DELL INSUCCESSO SCOLASTICO; - ALLA RIDUZIONE DELLE DIFFERENZE TRA SCUOLE E AREE GEOGRAFICHE NEI LIVELLI DI APPRENDIMENTO DEGLI STUDENTI; - AL RAFFORZAMENTO DELLE COMPETENZE DI BASE DEGLI STUDENTI RISPETTO ALLA SITUAZIONE DI PARTENZA; - ALLA VALORIZZAZIONE DEGLI ESITI A DISTANZA DEGLI STUDENTI CON ATTENZIONE ALL UNIVERSITÀ E AL LAVORO.

8 IL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE (art.6, comma 1, DPR 80/2013) AUTOVALUTAZIONE VALUTAZIONE ESTERNA AZIONI DI MIGLIORAMENTO RENDICONTAZIONE SOCIALE Analisi dati forniti da sistema informativo Miur e da Invalsi Rapporto di autovalutazione sulla base di quadro rif. fornito da Invalsi + elementi significativi individuati da scuola Formulazione piano miglioramento Individuazione scuole da verificare Visite nuclei valutazione esterna Ridefinizione piani miglioramento Anche con supporto Indire, Università, Enti di ricerca, Associazioni professionali e culturali Pubblicazione e diffusione risultati raggiunti

9 UN CIRCOLO VIRTUOSO AUTOVALUTAZIONE RENDICONTAZIONE SOCIALE VALUTAZIONE ESTERNA MIGLIORAMENTO

10 IL MODELLO DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE CONTESTO SOCIO- AMBIENTALE E RISORSE AMBIENTE ORGANIZZATIVO DI APPRENDIMENTO PRATICHE EDUCATIVO- DIDATTICHE ESITI EDUCATIVI E FORMATIVI

11 LA STRUTTURA DEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE 1 CONTESTO E RISORSE Quali vincoli presentano? Quali leve positive ci sono per agire efficacemente rispetto agli esiti? 2 ESITI Quali risultati la scuola è riuscita a far raggiungere ai suoi studenti? 3 PROCESSI Quali pratiche educative e didattiche, gestionali e organizzative la scuola ha messo in atto? 4 IL PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE 5 INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ Composizione del Nucleo di autovalutazione Connessioni con esperienze pregresse di autovalutazione Quali esiti è prioritario cercare di migliorare?

12 CONTESTO E RISORSE AREE E DEFINIZIONI POPOLAZIONE SCOLASTICA TERRITORIO (AREA GEOGRAFICA SU CUI INSISTE LA SCUOLA) E CAPITALE SOCIALE RISORSE ECONOMICHE E MATERIALI RISORSE PROFESSIONALI Provenienza socio-economica e culturale degli studenti e caratteristiche della popolazione che insiste sulla scuola (es. occupati, disoccupati, tassi di immigrazione). Caratteristiche economiche del territorio e sua vocazione produttiva. Risorse e competenze presenti nella comunità per la cooperazione, la partecipazione e l interazione sociale. Istituzioni rilevanti nel territorio Situazione della scuola e grado di diversificazione delle fonti di finanziamento (es. sostegno delle famiglie e dei privati alle attività scolastiche, impegno finanziario degli enti pubblici territoriali). Qualità delle strutture e delle infrastrutture scolastiche. Quantità e qualità del personale della scuola (es. conoscenze e competenze disponibili).

13 CONTESTO E RISORSE AREE E INDICATORI POPOLAZIONE SCOLASTICA TERRITORIO (AREA GEOGRAFICA SU CUI INSISTE LA SCUOLA) E CAPITALE SOCIALE RISORSE ECONOMICHE E MATERIALI RISORSE PROFESSIONALI Status socio-economico e culturale delle famiglie degli studenti Studenti con famiglie economicamente svantaggiate Disoccupazione Immigrazione Spesa per l'istruzione degli Enti Locali Finanziamenti all istituzione scolastica Edilizia e rispetto delle norme sull edilizia Caratteristiche degli insegnanti Caratteristiche del dirigente scolastico

14 I CAPITALI CAPITALE SOCIALE CAPITALE PROFESSIONALE CAPITALE CULTURALE

15 PRATICHE EDUCATIVE E DIDATTICHE AREE, SOTTOAREE E INDICATORI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE Curricolo Politiche scolastiche di istituto Progettazione didattica AMBIENTE DI APPRENDIMENTO Presenza di prove strutturate per classi parallele Durata delle lezioni Organizzazione oraria Attività e strategie didattiche Episodi problematici Clima scolastico INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE INCLUSIONE RECUPERO E POTENZIAMENTO Attività di inclusione Attività di recupero Attività di potenziamento CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO Attività di continuità Attività di orientamento

16 MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE FORMAZIONE PRATICHE GESTIONALI E ORGANIZZATIVE AREE, SOTTOAREE E INDICATORI ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA Indicatori da elaborare a cura della scuola Indicatori da elaborare a cura della scuola Gestione delle funzioni strumentali Gestione del Fondo di istituto Processi decisionali Impatto delle assenze degli insegnanti sull organizzazione Progetti realizzati Progetti prioritari SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE Offerta di formazione per gli insegnanti VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE Indicatori da elaborare a cura della scuola COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE Gruppi di lavoro degli insegnanti Confronto tra insegnanti INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE Reti di scuole Accordi formalizzati Raccordo scuola-territorio Raccordo scuola e lavoro Partecipazione formale dei genitori Partecipazione informale dei genitori Partecipazione finanziaria dei genitori Capacità della scuola di coinvolgere i genitori

17 QUALE IDEA DI BUONA SCUOLA NEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE? ESITI SCUOLA CHE PROMUOVE IL MASSIMO DI APPRENDIMENTO POSSIBILE PER CIASCUN ALUNNO SCUOLA CHE FAVORISCE LO SVILUPPO DI COMPETENZE SCUOLA CHE ATTREZZA PER IL FUTURO

18 QUALE IDEA DI CONTESTO FAVOREVOLE NEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE? CONTESTO CHE RENDE DISPONIBILI OPPORTUNITÀ DI APPRENDIMENTO CONTESTO ALLEATO DELLA SCUOLA NEL PROMUOVERE APPRENDIMENTO CONTESTO CHE COLLABORA NEL PERSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI CONTESTO CHE FORNISCE SCUOLE BELLE, FUNZIONALI E SICURE CONTESTO CHE FORNISCE RISORSE E SERVIZI

19 LE LEARNING CITY da un articolo di Giovanni Fioravanti su Ferrara Italia Secondo il programma della Commissione dell Unione Europea una learning city crea un ambiente partecipativo, culturalmente consapevole ed economicamente vivace attraverso la fornitura e la promozione attiva di opportunità di apprendimento in grado di sviluppare il potenziale di tutti i suoi abitanti. Riconosce e comprende il ruolo fondamentale dell apprendimento per la prosperità, la stabilità sociale e la realizzazione personale, mobilita creativamente e sensibilmente tutte le risorse umane, fisiche e finanziarie per sviluppare appieno il potenziale umano di tutti i suoi abitanti. Le partnership locali per l apprendimento continuo sono composte da rappresentanti di scuole, università, imprese, enti locali e regionali, centri di formazione per gli adulti e associazioni di volontariato. La città della conoscenza incoraggia lo spirito di cittadinanza e il volontariato, i progetti che permettono di attivare l impegno, il talento, l esperienza, le conoscenze presenti nelle comunità. La città della conoscenza estende il numero dei luoghi in cui avviene l apprendimento, in modo che i cittadini possano riceverlo dovunque, quando e come vogliono. L apprendimento è considerato creativo, appagante e piacevole. Ogni aspetto della comunità fa parte integrante del programma di apprendimento. Le biblioteche, i musei, i parchi, le palestre, i negozi, le banche, le aziende, gli uffici municipali, le fattorie, le fabbriche, le strade e l ambiente forniscono opportunità di apprendimento, strutture e servizi per autodidatti. Nello stesso tempo, l apprendimento diventa un servizio alla comunità perché i futuri cittadini vengono coinvolti nella comunità locale. L educazione concerne l apprendimento, e non la ricezione passiva dell insegnamento... Un apprendimento il cui focus è contenuto nel concetto di realizzazione del potenziale umano di tutti, dello sviluppo del capitale umano come risorsa per la crescita del capitale sociale della propria città.

20 VERSO UNA NUOVA CONCEZIONE DEGLI SPAZI SCOLASTICI Bozza Nuove Linee guida per l edilizia scolastica Miur 2013 LA SCUOLA DOVREBBE ESSERE UNO SPAZIO UNICO INTEGRATO, NON DOVREBBERO ESSERCI LUOGHI DI SOLO TRANSITO E PER IL RESTO INUTILIZZATI GLI SPAZI DOVREBBERO CONSENTIRE L ATTUAZIONE DI TUTTE LE METODOLOGIE E PRATICHE DIDATTICHE RITENUTE ADEGUATE NELLE VARIE SITUAZIONI: ESPOSIZIONI DEI DOCENTI, ATTIVITÀ INDIVIDUALI E COLLABORATIVE DEGLI STUDENTI, OSSERVAZIONI ED ESPERIMENTI, REALIZZAZIONE DI PROGETTI E DI PRODOTTI, ATTIVITÀ IN VARI TIPI DI GRUPPO

21 VERSO UNA NUOVA CONCEZIONE DEGLI SPAZI SCOLASTICI Bozza Nuove Linee guida per l edilizia scolastica Miur 2013 ALCUNI SPAZI, COME ATELIER E LABORATORI, DOVREBBERO ESSERE AD ALTA SPECIALIZZAZIONE ALTRI, COME LE AULE, A MEDIA SPECIALIZZAZIONE E AD ALTA FLESSIBILITÀ ALTRI ANCORA, COME L ATRIO, GENERICI E UTILIZZABILI PER DIVERSE ATTIVITÀ ANCHE INFORMALI A LIVELLO INDIVIDUALE, DI PICCOLO E DI MEDIO O GRANDE GRUPPO LA FLESSIBILITÀ DEGLI ARREDI DOVREBBE PERMETTERE LA RAPIDA RICONFIGURAZIONE E GARANTIRE QUINDI LA POLIFUNZIONALITÀ E LA INTEROPERABILITÀ DEGLI SPAZI DOVREBBERO ESSERE GARANTITI ANCHE SPAZI INDIVIDUALI PER LO STUDIO INDIVIDUALE E L AUTOAPPRENDIMENTO NONCHÉ SPAZI DI APPRENDIMENTO INFORMALE E DI RELAX

22 FORME DI RAPPORTO TRA SCUOLA E TERRITORIO IL TERRITORIO ESPRIME BISOGNI, LA SCUOLA RISPONDE NEL POF Il Piano dell'offerta formativa riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa LA SCUOLA USA L AMBIENTE (NATURALE E SOCIALE): COME OGGETTO DI STUDIO COME FONTE DI ESPERIENZA COME LABORATORIO DI PRODUZIONE, AULA DECENTRATA IL TERRITORIO ENTRA NELLA SCUOLA: COLLABORAZIONI DI VARIO TIPO IL TERRITORIO PROGETTA CON LA SCUOLA: PARTNERSHIP, RETI LA SCUOLA PRODUCE VALORE PER L TERRITORIO

23 IL CAPITALE COGNITIVO da un articolo di Gilberto Corbellini su La Stampa-Tuttoscienze I livelli d investimento in istruzione, ricerca e cultura sono i più predittivi (più delle risorse naturali) della capacità di un sistema economico e politico di migliorare il benessere sociale. In termini non solo di reddito pro capite, ma anche di tasso di disoccupazione, di eguaglianza, di salute e di felicità percepita. Perché si traducono in un maggior numero di cittadini con laurea e dottorato, in istituzioni accademiche efficienti e competitive, quindi in grado di attrarre finanziamenti internazionali, in brevetti e sistemi industriali tecnologicamente avanzati, in maggiore consumo di cultura (cinema, teatro, quotidiani, mostre, musei...): insomma, rendono una nazione intelligente, cioè capace di far fronte o anticipare gli imprevisti dovuti ai cambiamenti degli scenari economici e politici.

24 QUALE IDEA DI BUONA SCUOLA NEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE? PROCESSI CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA In che modo il curricolo di istituto risponde ai bisogni formativi degli studenti e alle attese educative e formative del contesto locale? Come aiutare la scuola a interpretare le attese educative e formative del contesto?

25 QUALE IDEA DI BUONA SCUOLA NEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE? PROCESSI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO Spazi laboratoriali Supporti didattici nelle classi (biblioteca di classe, computer, materiali per le attività scientifiche, materiali per le attività espressive, ecc.) Come aiutare la scuola a dotarsi di laboratori e supporti didattici adeguati?

26 QUALE IDEA DI BUONA SCUOLA NEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE? PROCESSI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO Gestione dei tempi Come conciliare una gestione dei tempi funzionale all apprendimento con l organizzazione dei servizi?

27 QUALE IDEA DI BUONA SCUOLA NEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE? PROCESSI INCLUSIONE Studenti con disabilità, altri studenti con bisogni educativi speciali, studenti stranieri da poco in Italia Il contesto esterno alla scuola favorisce l inclusione?

28 QUALE IDEA DI BUONA SCUOLA NEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE? PROCESSI ORIENTAMENTO La scuola realizza attività di orientamento al territorio e alle realtà produttive e professionali? Il contesto facilita questo tipo di orientamento?

29 QUALE IDEA DI BUONA SCUOLA NEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE? PROCESSI COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO Quali accordi di rete e collaborazioni con soggetti pubblici o privati ha la scuola? Per quali finalità? Qual è la partecipazione della scuola nelle strutture di governo territoriale? Qual è la presenza nelle scuole del secondo ciclo di stage, di collegamenti o di inserimenti nel mondo del lavoro? Il contesto favorisce queste collaborazioni?

30 QUALE IDEA DI BUONA SCUOLA NEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE? PROCESSI COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE In che modo le famiglie sono coinvolte nella definizione dell offerta formativa? Ci sono forme di collaborazione con i genitori per la realizzazione di interventi formativi? La scuola coinvolge i genitori nella definizione del Regolamento d istituto, del Patto di corresponsabilità o di altri documenti rilevanti per la vita scolastica? La scuola realizza interventi o progetti rivolti ai genitori (es. corsi, conferenze)? La scuola utilizza strumenti on-line per la comunicazione con le famiglie? Le famiglie sono collaborative?

31 DALLE CRITICITÀ ALLE PRIORITÀ E AI TRAGUARDI AREE INDICATORI PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA PRIORITÀ PER IL MIGLIORAMENTO TRAGUARDI MISURABILI RISULTATI SCOLASTICI RISULTATI NELLE PROVE STANDARDIZZATE NAZIONALI COMPETENZE CHIAVE E DI CITTADINANZA RISULTATI A DISTANZA Esiti degli scrutini trasferimenti e abbandoni Risultati degli studenti nelle prove di italiano e matematica Livelli di apprendimento degli studenti Variabilità dei risultati fra le classi Indicatori da elaborare a cura della scuola Prosecuzione negli studi universitari Successo negli studi universitari Successo negli studi secondari di II grado Inserimenti nel mondo del lavoro

32 IPOTESI DI MIGLIORAMENTO AREA RISULTATI SCOLASTICI INDICATORI DESCRITTORI POSSIBILI MIGLIORAMENTI ESITI DEGLI SCRUTINI TRASFERIMENTI E ABBANDONI Studenti ammessi alla classe successiva Studenti diplomati per votazione conseguita all esame Studenti che hanno abbandonato gli studi in corso d anno Studenti trasferiti in entrata in corso d anno Studenti trasferiti in uscita in corso d anno Aumento della percentuale di studenti ammessi alla classe successiva Riduzione delle percentuali di studenti collocati nelle fasce di voto più basse Riduzione della percentuale degli abbandoni Riduzione della percentuale di studenti trasferiti in uscita per motivi legati al rapporto con la scuola

33 IPOTESI DI MIGLIORAMENTO AREA RISULTATI NELLE PROVE STANDARDIZZATE NAZIONALI INDICATORI DESCRITTORI POSSIBILI MIGLIORAMENTI RISULTATI DEGLI STUDENTI NELLE PROVE DI ITALIANO E MATEMATICA LIVELLI DI APPRENDIMENTO DEGLI STUDENTI VARIABILITÀ DEI RISULTATI FRA LE CLASSI Punteggio della scuola in italiano e matematica Punteggio delle classi in italiano e matematica Punteggio delle sedi in italiano e matematica Differenze nel punteggio rispetto a scuole con contesto socio-economico e culturale simile (ESCS) Alunni collocati nei diversi livelli in italiano e in matematica Varianza interna alle classi e fra le classi Migliorare il punteggio della scuola in italiano e/o in matematica Migliorare il punteggio della classe/delle classi in italiano e/o in matematica Migliorare il punteggio del plesso/dei plessi scuola in italiano e/o in matematica Ridurre la differenza in negativo (oppure migliorare la differenza in positivo) rispetto a scuole con contesto socio-economico e culturale simile Ridurre le percentuali di alunni collocati nei livelli 1 e 2 delle prove Ridurre la varianza tra le classi

34 IPOTESI DI MIGLIORAMENTO AREA COMPETENZE CHIAVE E DI CITTADINANZA INDICATORI DESCRITTORI POSSIBILI MIGLIORAMENTI A CURA DELLA SCUOLA A CURA DELLA SCUOLA MIGLIORARE IL LIVELLO NELLA COMPETENZA/ NELLE COMPETENZE

35 IPOTESI DI MIGLIORAMENTO AREA RISULTATI A DISTANZA INDICATORI DESCRITTORI POSSIBILI MIGLIORAMENTI SUCCESSO NEGLI STUDI UNIVERSITARI Crediti conseguiti dai diplomati nel I e II anno di Università Consiglio orientativo per tipologia SUCCESSO NEGLI STUDI SECONDARI DI II GRADO INSERIMENTI NEL MONDO DEL LAVORO Corrispondenza tra consiglio orientativo e scelta effettuata Promossi al I anno che hanno seguito il consiglio orientativo Promossi al I anno che non hanno seguito il consiglio orientativo Numero inserimenti nel mondo del lavoro Aumentare la percentuale di studenti che seguono il consiglio orientativo Aumentare la percentuale di studenti inseriti nel mondo del lavoro tra coloro che non si iscrivono all Università

36 DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE PROBLEMA: ELEVATA PERCENTUALE DI ALUNNI NON AMMESSI ALLA CLASSE SUCCESSIVA ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE FORMAZIONE VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE INCLUSIONE COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI RECUPERO E POTENZIAMENTO CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

37 DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE PROBLEMA: ELEVATA PERCENTUALE DI ABBANDONI ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE FORMAZIONE VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE INCLUSIONE COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI RECUPERO E POTENZIAMENTO CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

38 DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE PROBLEMA: ELEVATA PERCENTUALE DI TRASFERIMENTI IN USCITA (STUDENTI) ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE FORMAZIONE VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE INCLUSIONE COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI RECUPERO E POTENZIAMENTO CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

39 DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE PROBLEMA: BASSO PUNTEGGIO DELLA SCUOLA (O DI ALCUNE CLASSI) NELLE PROVE INVALSI DI ITALIANO E/O DI MATEMATICA ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE FORMAZIONE VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE INCLUSIONE COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI RECUPERO E POTENZIAMENTO CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

40 DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE INCLUSIONE PROBLEMA: RISULTATI NELLE PROVE INVALSI DI ITALIANO E/O DI MATEMATICA INFERIORI ALLE CLASSI CON CONTESTO SOCIO- ECONOMICO E CULTURALE SIMILI ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE FORMAZIONE VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI RECUPERO E POTENZIAMENTO CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

41 DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE PROBLEMA: ELEVATA PERCENTUALE DI ALUNNI COLLOCATI NEI LIVELLI 1 E 2 DEGLI ESITI DELLE PROVE INVALSI ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE FORMAZIONE VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE INCLUSIONE COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI RECUPERO E POTENZIAMENTO CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

42 DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE PROBLEMA: ELEVATA VARIANZA TRA LE CLASSI ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE FORMAZIONE VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE INCLUSIONE COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI RECUPERO E POTENZIAMENTO CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

43 DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE PROBLEMA: ELEVATA PERCENTUALE DI ALUNNI CHE NON SEGUONO IL CONSIGLIO ORIENTATIVO ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE FORMAZIONE VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE INCLUSIONE COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI RECUPERO E POTENZIAMENTO CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

44 DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE PROBLEMA: BASSA PERCENTUALE DI STUDENTI DIPLOMATI CHE SI IMMATRICOLANO ALL UNIVERSITÀ ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE FORMAZIONE VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE INCLUSIONE COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI RECUPERO E POTENZIAMENTO CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

45 DALLA RICERCA DELLE CAUSE ALL INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI MIGLIORATIVI CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA PROGETTAZIONE DIDATTICA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI AMBIENTE DI APPRENDIMENTO DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE METODOLOGICA DIMENSIONE RELAZIONALE INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE PROBLEMA: BASSA PERCENTUALE DI INSERITI NEL MONDO DEL LAVORO TRA GLI STUDENTI DIPLOMATI NON IMMATRICOLATI ALL UNIVERSITÀ ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI CONTROLLO DEI PROCESSI ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE FORMAZIONE VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE INCLUSIONE COLLABORAZIONE TRA INSEGNANTI RECUPERO E POTENZIAMENTO CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO CONTINUITÀ ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

46 LA RENDICONTAZIONE SOCIALE ILLUSTRARE COSA SI È FATTO NELL ESERCIZIO DI UNA RESPONSABILITA PUBBLICA SPIEGARE IN QUALE CONTESTO SI È OPERATO, LE SCELTE EFFETTUATE, LE RISORSE UTILIZZATE, I RISULTATI OTTENUTI RENDERE TRASPARENTE E INTELLIGIBILE L AZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

47 PERCHÉ MIGLIORARE L EDUCAZIONE E L ISTRUZIONE SONO UNA RISORSA PER LO SVILUPPO: DELLE SINGOLE PERSONE (art. 3 Cost.) DELLA SOCIETÀ (art. 4 Cost.) DELL ECONOMIA (The High Cost of Low Educational Performance The long-run economic impact of improving PISA outcome OECD 2010)

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